m02-02

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A r i a

2012

Componenti ambientali Aria


2

LO STATO ATTUALE In Piemonte la qualità dell’aria è misurata mediante il Sistema Regionale di Rilevamento della qualità dell’aria, che nel 2011 risultava costituito da: 68 stazioni fisse per il monitoraggio in continuo di parametri chimici, di cui 2 di proprietà privata; nn 6 laboratori mobili attrezzati, per realizzare campagne brevi di monitoraggio; nn 7 Centri Operativi Provinciali (COP), presso i quali sono effettuate le operazioni di validazione dati rilevati. nn

La rete regionale nel 2011 è stata interessata da adeguamenti sia nella collocazione di alcune stazioni sia nella dotazione strumentale. In alcuni casi i dati prodotti non sono stati utilizzati in quanto la loro percentuale è stata inferiore a quella utile per ottenere una sufficiente rappresentatività temporale. I dati puntuali prodotti dalla rete di rilevamento sono disponibili sulle pagine del sito WEB http://www.sistemapiemonte.it/ambiente/ srqa e la figura 3.1 riporta le stazioni in attività al 31 dicembre 2011. Le stazioni sono dislocate sul territorio in modo da rappresentare in maniera significativa le diverse caratteristiche ambientali inerenti la qualità dell’aria. Più in dettaglio le stazioni di traffico sono collocate in modo da misurare prevalentemente gli inquinanti provenienti da emissioni veicolari; le stazioni di fondo rilevano livelli di inquinamento riferibili al contributo integrato di diverse sorgenti, mentre quelle industriali rilevano il contributo connesso alle limitrofe attività produttive. I dati della rete relativi all’anno 2011 confermano la tendenza degli ultimi anni: una situazione stabile per monossido di carbonio, il biossido di zolfo, i metalli e il benzene i cui livelli

di concentrazione si mantengono inferiori ai limiti previsti dalla normativa vigente; resta critica la situazione per il biossido di azoto, l’ozono e il particolato PM10. Si è registrato un peggioramento di alcuni indicatori a causa di condizioni meteorologiche che nella stagione fredda hanno sfavorito la dispersione degli inquinanti determinandone un aumento dei valori rispetto all’anno precedente (vedi tabella a pag.3). Figura 3.1 Stazioni di qualità dell’aria - anno 2011


3

Indicatore / Indice

Unità di misura

DPSIR

Fonte dei dati

Copertura geografica

Copertura temporale

Stato attuale

Trend

Confronto con anno precedente

NO2 - sup. limite orario

numero

S

Arpa Piemonte

Provincia

2011



NO2 - media annua

µg/m3

S

Arpa Piemonte

Provincia

2011





O3 - sup. valore bersaglio protezione salute umana

numero

S

Arpa Piemonte

Provincia

2011





O3 - sup. valore bersaglio protezione vegetazione (AOT40)

µg/m3 * h

S

Arpa Piemonte

Provincia

2011





PM10 - media annua

µg/m3

S

Arpa Piemonte

Provincia

2011

PM10 - sup. limite giornaliero

numero

S

Arpa Piemonte

Provincia

2011

PM2.5 - media annua

µg/m3

S

Arpa Piemonte

Provincia

2011

Benzene - media annua

µg/m3

S

Arpa Piemonte

Provincia

2011





Piombo - media annua

µg/m3

S

Arpa Piemonte

Provincia

2011





Arsenico, Cadmio, Nichel media annua

ng/m3

S

Arpa Piemonte

Provincia

2011





Benzo(a)pirene media annuale

ng/m3

S

Arpa Piemonte

Provincia

2011





È stata introdotta la colonna “Confronto con l’anno precedente” per evidenziare la situazione a breve termine distinguendola da quella valutata su più anni e rappresentata dal trend. Per esempio per il PM10, a fronte di un trend in miglioramento degli ultimi 5 o più anni, si è assistito ad un peggioramento dei valori. Sono state utilizzate le stazioni la cui copertura temporale di dati è stata superiore al valore di 85%. Per visualizzare le serie storiche degli indicatori dell’aria: http://www.arpa.piemonte.it/reporting/indicatori-ambientali-on_line

La qualità dell’aria Il Biossido di Azoto (NO2) Il Decreto Legislativo n.155 del 13 agosto 2010 “Attuazione della direttiva 2008/50/CE relati-

va alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa” prevede per il biossido di azoto i seguenti valori limite:

Biossido di azoto

NO2 - Limite orario per la protezione della salute umana (293 °K e 101.3 kPa) 200 µg/m3 - da non superare più di 18 volte per anno civile

Periodo di mediazione: 1 ora

NO2 - Limite annuale per la protezione della salute umana (293 °K e 101.3 kPa) Periodo di mediazione: anno civile

40 µg/m3

NO2- Soglia di allarme per il biossido di azoto (293 °K e 101.3 kPa) 400 µg/m misurati su tre ore consecutive in località rappresentative della qualità dell’aria su almeno 100 km2 oppure una zona o un agglomerato completi, se tale zona o agglomerati sono meno estesi. 3


4

Nella presente relazione sono stati scelti, come indicatori statistici, i due limiti di protezione della salute poiché ben evidenziano la criticità di questo inquinante. Il valore limite di protezione della salute umana di 40 µg/m3 su base annuale (indicato con la linea rossa) è stato superato in tutte le province del Piemonte ad eccezione di Cuneo e del VCO. I superamenti si sono verificati presso le

stazioni di traffico con eccezione della città di Torino, dove i superamenti si sono riscontrati anche per le due stazioni di fondo di Torino Lingotto e Torino Rubino. Complessivamente nel 2011 su tutto il territorio regionale la percentuale di stazioni per le quali sì è avuto il superamento del valore limite annuale è stata di circa il 20%.

Figura 3.2 - NO2, minima e massima media annuale per provincia - anno 2011 100

80

60

AL

AT

BI

CN

NO

TO

VCO

Vercelli - Gastaldi

Borgosesia Tonella

Verbania - Gabardi

Domodossola Oliva

Torino Rebaudengo

Ceresole Reale Diga

Novara - Roma

Arona - Monterosa

Borgo S. D. Giovanni XXIII

Saliceto - Moizo

Biella - Lamarmora

Ponzone - Mercato

Asti - Baussano

Alessandria D'Annunzio

0

Vinchio - San Michele

20

Dernice - Costa

µg/m³

40

VC

MASSIMO MININO

Valore limite annuale per la protezione della salute umana

Fonte: Arpa Piemonte

Per quanto riguarda il numero di superamenti del valore orario di 200 µg/m3 la legge prescrive un numero massimo pari a 18 superamenti in un anno (indicato con la linea rossa). Dalla figura 3.3 si può osservare come nel 2011

i superamenti del valore limite orario sono generalmente incrementati superando in due casi il limite consentito, nel 2010 invece nessuna stazione aveva registrato un numero di superamenti in eccedenza al limite.


5

Figura 3.3 - NO2, stazioni con almeno un superamento del limite orario di 200 µg/m3 - anno 2011

Vercelli - Gastaldi VC

Torino - Rivoli

Grugliasco - Di Nanni

Torino Rebaudengo

Torino - Consolata

Torino - Lingotto

Settimo T. - Vivaldi

Pinerolo - Alpini

Baldissero T. (ACEA) - parco TO

Oleggio Circonvallazione

0

Novara - Roma NO

18

Alessandria D'Annunzio AL

numero ore di superamento

36

Numero dei superamenti del limite orario consentito dalla normativa per anno civile

Fonte: Arpa Piemonte

L’Ozono (O3) Il DLgs 155/10 stabilisce per l’ozono:

Ozono O3 - Valore bersaglio per la protezione della salute umana (293 °K e 101.3 kPa) media mobile su 8 ore massima giornaliera

120 µg/m3 da non superare più di 25 giorni/anno come media su 3 anni

O3 - Valore bersaglio per la protezione della vegetazione (293 °K e 101.3 kPa) 18.000 µg/m3*h come media su 5 anni

AOT40, media oraria da maggio a luglio

O3 - Obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana (293 °K e 101.3 kPa) 120 µg/m3

media mobile su 8 ore massima giornaliera

O3 - Obiettivo a lungo termine per la protezione della vegetazione (293 °K e 101.3 kPa) 6.000 µg/m3*h come media su 5 anni

AOT40, media oraria da maggio a luglio

O3 - Soglia di informazione (293 °K e 101.3 kPa) 180 µg/m3

media oraria O3 - Soglia di allarme (293 °K e 101.3 kPa)

240 µg/m3 per 3 ore consecutive

media oraria

Fonte: Arpa Piemonte


6

Nella presente relazione sono stati scelti, come indicatori statistici, il valore obiettivo per la protezione della salute umana e il valore obiettivo per la protezione della vegetazione. Tutte le province sono state interessate nel 2011 da un numero elevato dei giorni di superamento del valore obiettivo, pari a 120 µg/ m3, avvenuti in modo particolare nel periodo

estivo dell’anno sia in realtà urbane che rurali e hanno evidenziato un incremento rispetto all’anno precedente. È stato utilizzato il dato annuale, a differenza di quanto prescritto dalla normativa che prevede una media sugli ultimi 3 anni, per avere una migliore descrizione dell’andamento temporale dell’indicatore sul territorio.

Figura 3.4 - O3, numero minimo e massimo di giorni di superamento del valore obiettivo per la protezione della salute umana per provincia - anno 2011

125

100

numero di superamenti

75

50

25

0 Alessandria - Volta

Acqui Terme Marx

AL

Asti Vinchio D'Acquisto San Michele

Biella Sturzo

AT

Cossato Pace

Saliceto Moizo

BI

Alba Tanaro

Arona Castelletto Monterosa T. - Fontane

CN

NO

Torino Lingotto

Baldissero Baceno Verbania - Borgosesia T. (ACEA) - Alpe Devero Gabardi Tonella parco TO

VCO

Vercelli CONI

VC

MASSIMO MININO Numero di giorni ammessi dalla normativa

Fonte: Arpa Piemonte

Per quanto riguarda l’AOT401 per la protezione della vegetazione, le stazioni sono state scelte individuando le più significative per provincia, vale a dire di fondo rurale con almeno il 90% dei dati validi disponibili per il calcolo, ad eccezione delle stazioni di Verrone, Pieve Vergonte e Vercelli - Coni che sono di fondo suburbano. Il valore di AOT40 è stato calcolato sui dati del 2011, a differenza di quanto prescritto dalla normativa che prevede una media sugli ulti-

mi 5 anni consecutivi, per avere una migliore rappresentazione dell’andamento temporale dell’indicatore sul territorio. Per le stazioni di Castelletto Ticino e di Ceresole Reale, come previsto dalla normativa, è stato utilizzato il valore stimato di AOT40, in quanto la percentuale di dati disponibili era inferiore al 90%. Dalla figura 3.5, riportante in rosso l’eccedenza rispetto al valore obiettivo, si osserva che il valore misurato supera ampiamente il valore di riferimento (18.000 µg/m3*h) in tutte

1. AOT 40 Indice di esposizione - Accumulated Ozone Exposure over a threshold of 40 Parts per Billion.


7

le stazioni di fondo collocate sul territorio regionale sia in contesto rurale o sia in contesto

suburbano con la sola eccezione della stazione di Saliceto.

Figura 3.5 - O3, AOT40 per la protezione della vegetazione per provincia - anno 2011 54.000

µg/m³ * h

36.000

18.000

Castelletto T. *

CN

NO

TO

Vercelli CONI

Saliceto

BI

Pieve Vergonte

Verrone

AL

Baldissero

Dernice

AT

Ceresole Reale *

Vinchio

0

VB

VC

Fonte: Arpa Piemonte

base giornaliera, che sono utilizzati nella presente relazione:

Il PM10 (polveri inalabili) Il DLgs 155/10 prevede due limiti per la protezione della salute umana, su base annuale e su

PM10 PM10 - valore limite di 24 ore per la protezione della salute umana media giornaliera

50 µg/m3 da non superare più di 35 volte per anno civile

PM10 - valore limite annuale per la protezione della salute umana media annuale

L’indicatore sintetico rappresentato dalla media annuale, per l’anno 2011, ha evidenziato un incremento generalizzato con superamenti del valore limite per la protezione della salute umana (40 µg/m3) in particolare nelle stazioni di traffico. È da tener presente che nelle

40 µg/m3

province di Vercelli e Verbania i dati, misurati presso siti di traffico, non erano disponibili in percentuale sufficiente. La situazione generale ha denotato un peggioramento su tutto il territorio regionale.


8

Figura 3.6 - PM10, minima e massima media annuale per provincia - anno 2011 80

60

AL

AT

BI

CN

NO

TO

VB

Vercelli - CONI

Borgosesia Tonella

Verbania - Gabardi

Baceno - Alpe Devero

Torino - Grassi

Ceresole Reale Diga

Novara - Roma

Borgomanero Ospedale

Bra - Madonna Fiori

Cuneo - Alpini

Biella - La Marmora

Biella - Sturzo

Asti - Baussano

Alessandria D'Annunzio

0

Vinchio - San Michele

20

Dernice - Costa

µg/m³

40

VC

MASSIMO MININO

Valore limite annuale per la protezione della salute umana

Fonte: Arpa Piemonte

Nella figura 3.7 si riportano le stazioni, su base provinciale, in cui è stato rilevato il numero minimo e massimo dei giorni di superamento della media giornaliera di 50 µg/m3. Si nota come il limite dei 35 superamenti/anno è stato superato in tutte le province ad eccezione della provincia di Verbania in cui la sta-

zione di rilevamento è collocata in un contesto residenziale di fondo. In Piemonte nel 2011 il limite è stato superato con valori più elevati di quelli riscontrati nell’anno precedente denotando quindi un peggioramento rispetto agli scorsi anni.

Figura 3.7 PM10, numero minimo e massimo dei superamenti del limite giornaliero per provincia - anno 2011

140 105 70

AL

AT

Valore minimo

BI

CN

Valore massimo

NO

TO

VCO

Numero di superamenti annui ammessi dalla normativa

Fonte: Arpa Piemonte

Vercelli CONI

Borgosesia - Tonella

Verbania Gabardi

Baceno Alpe Devero

Torino Grassi

Ceresole Reale Diga

Novara Roma

Novara Verdi

Bra Madonna Fiori

Cuneo Alpini

Biella Lamarmora

Biella Sturzo

Asti Baussano

0

Alessandria D'Annunzio Vinchio San Michele

35

Dernice Costa

numero di superamenti

175

VC


9

to agli anni precedenti è previsto che tale valore obiettivo sia incrementato di un margine di tolleranza (MOT), che per l’anno 2011 è pari a 3 µg/m3:

Il PM2.5 (polveri respirabili) La norma nazionale (DLgs 155/10) prevede un valore obiettivo per la protezione della salute umana da rispettare entro l’anno 2015; rispet-

PM2,5 PM - valore obiettivo annuale per la protezione della salute umana per il 2015 2,5

media annuale

25 µg/m3

media annuale + margine di tolleranza del 2011

28 µg/m3

Nel 2011 sono stati gestiti 14 campionatori in più di PM2,5, in adeguamento alle disposizioni contenute nel DLgs 155/10. Nelle due stazioni di fondo già presenti dagli anni precedenti, la rurale di Vinchio - San Michele (AT) e l’urbana di Torino - Lingotto (TO), i valori di concentrazione del PM2,5 hanno denotato un incremento. Confrontando i valori delle medie annuali di

PM10 e PM2,5 delle due stazioni, si conferma quanto già noto e cioè che la parte più consistente del PM10 è costituita da particelle con diametro aerodinamico uguale o inferiore a 2,5 µm. I livelli di concentrazione del PM2,5 misurati nella stazione di fondo urbano è superiore al valore obiettivo previsto dalla Direttiva europea.

Figura 3.8 - PM2,5 e PM10, medie annuali - anno 2011 56 44 35

µg/m³

32

28

23

0 PM2.5

PM10 Vinchio - San Michele

PM2.5

PM10 Torino - Lingotto

PM2.5 PM10 PM2.5 - valore obiettivo (d.lgs 2010/155) + MOT

Fonte: Arpa Piemonte


10

Dalla figura 3.9 si rileva che i valori minori sono stati misurati presso le stazioni di Baceno (VCO), Ceresole Reale (TO) e Dernice (AL), vale a dire nelle stazioni di fondo ubicate in zone alpine e collinari caratterizzate da scarse emis-

sioni e da condizioni climatiche più favorevoli alla dispersione degli inquinanti, mentre quelli più elevati risultano misurati in contesti urbani di pianura.

Figura 3.9 - PM2,5 - media annuale relativa al 2011 42 35

µg/m³

28 21 14

AL

AT

BI

Media annuale

CN

NO

TO

VCO

Vercelli CONI

Borgosesia Tonella

Baceno Alpe Devero

Torino Lingotto

Borgaro T. Caduti

Ivrea Liberazione

Ceresole Reale - Diga

Novara Verdi

Saliceto Moizo

Cuneo Alpini

Biella Sturzo

Ponzone Mercato

Asti D'Acquisto

Vinchio - San Michele

Alessandria Volta

0

Dernice Costa

7

VC

PM2.5 - valore obiettivo (d.lgs 2010/155) + MOT

Fonte: Arpa Piemonte

massimo di media annuale su base provinciale; si può in questo modo osservare che il valore limite annuale (5 µg/m3) è ampiamente rispettato in tutto il territorio regionale, comprese le attuali stazioni di traffico.

Il Benzene Il DLgs 155/10 stabilisce per il benzene un valore limite annuale, utilizzato nella presente relazione come indicatore statistico. Nella figura 3.10 a pag. 11 è riportato il valore

Benzene Benzene - valore limite annuale per la protezione della salute umana - (293 °K e 101.3 kPa) media annuale

I Metalli e il Benzo(a)pirene Nel 2011 sono state effettuate misurazioni delle concentrazioni di metalli e benzo(a)pirene (utilizzato per rappresentare l’intero gruppo degli IPA – Idrocarburi Policiclici Aromatici) in tutti i siti della rete ove è presente un campionatore di PM10, in quanto questi inquinanti

5 µg/m3

sono presenti nel particolato atmosferico. Il DLgs 155/10 prevede per il piombo un valore limite a lungo termine utilizzato nella presente relazione come indicatore statistico e per arsenico, cadmio, nichel e benzo(a)pirene un valore obiettivo.


11

Figura 3.10 - Benzene, massima media annuale per provincia - anno 2011 8

Verbania Gabardi VCO

Vercelli Gastaldi VC

Torino - Rubino TO

Novara - Roma NO

Cuneo - Alpini CN

Cossato - Pace BI

0

Asti - Baussano AT

3

Alessandria D'Annunzio AL

µg/m³

5

Stazione nella quale è stata misurata la media annuale più elevata Valore limite per la protezione della salute umana

Fonte: Arpa Piemonte

Piombo (Pb) Piombo - valore limite annuale per la protezione della salute umana 0,5 μg/m3

media annuale Arsenico (As) Arsenico - valore obiettiivo media annuale

6,0 ng/m3 Cadmio (Cd) Cadmio - valore obiettivo

media annuale

5,0 ng/m3 Nichel (Ni) Nichel - valore obiettivo

media annuale

20,0 ng/m3 Benzo(a)pirene Benzo(a)pirene - valore obiettivo

media annuale

I risultati analitici di concentrazione di piombo nel PM10, espressi come media annuale, sono stati confrontati con il valore limite di 0,5 µg/3, prendendo in considerazione il valore massi-

1,0 ng/m3

mo rilevato su base provinciale, evidenziano la persistenza di valori molto bassi, ormai da almeno un decennio.


12

Figura 3.11 - Pb, massima media annuale per provincia - anno 2011 0,75

0,013

0,02

Torino - Grassi TO

0,009

0,012

Borgosesia Tonella VC

0,008

Verbania Gabardi VCO

0,009

Cerano - Bagno NO

0,009

Bra - Madonna Fiori CN

0,011

Biella Lamarmora BI

0,00

Asti -D'Acquisto AT

0,25

Alessandria D'Annunzio AL

µg/m³

0,50

Stazione presso la quale è stata misurata la media annuale più elevata Valore limite per la protezione della salute umana

Figura 3.12 - As, massima media annuale per provincia - anno 2011 8

0,9

0,7

Biella - Sturzo BI

Alba - Tanaro CN

Novara - Roma NO

1,2

1,4

Stazione presso la quale è stata misurata la media annuale più elevata

0,7

Vercelli - CONI VC

0,8

Verbania Gabardi VCO

0,7

Asti D'Acquisto AT

0

0,7

Alessandria D'Annunzio AL

2

Torino - Rubino TO

4

Valore obiettivo

Figura 3.13 - Cd, massima media annuale per provincia - anno 2011 6 5 4 3

0,5

Stazione presso la quale è stata misurata la media annuale più elevata Valore obiettivo

Fonte: Arpa Piemonte

0,1

0,3

Borgosesia Tonella VC

0,3

Verbania Gabardi VCO

0,2

Torino - Grassi TO

0,2

Cerano - Bagno NO

0,2

Alba - Tanaro CN

0

0,2

Cossato - Pace BI

1

Asti D'Acquisto AT

2

Alessandria D'Annunzio AL

ng/m³

ng/m³

6


13

Come appare evidente dai grafici presentati, nel 2011 la presenza dei tre metalli tossici nel PM10 espressi come concentrazione media

annuale, sono abbondantemente inferiori, in tutte le province, al valore obiettivo della normativa vigente, evidenziato dalla linea rossa.

Figura 3.14 - Ni, massima media annuale per provincia - anno 2011

25 20

8,7 3,3

1,1

Borgosesia Tonella VC

2,6

Torino - Grassi TO

Alessandria D'Annunzio AL

0

Asti D'Acquisto AT

1,9

Alba - Tanaro CN

5

5,3

4,0

Verbania Gabardi VCO

6,2

Novara - Roma NO

10

Biella Lamarmora BI

ng/m³

15

Stazione presso la quale è stata misurata la media annuale più elevata Valore obiettivo

Fonte: Arpa Piemonte

centrazione risultano generalmente i più critici. Si tratta di inquinanti di natura interamente o in parte ( PM10) secondaria, che si formano in atmosfera a seguito di cicli di reazioni fotochimiche più o meno complessi. Questa caratteristica rende piuttosto difficoltosa l’adozione di misure efficaci per ridurne ulteriormente

Nel 2011 i valori medi annuali di benzo(a)pirene, rappresentati su base provinciale, sono sempre inferiori al limite normativo. Le tendenze storiche di alcuni inquinanti Sono stati analizzati i trend storici degli inquinanti NO2, O3 e PM10, per i quali i valori di con-

Figura 3.15 - Benzo(a)pirene, minima e massima media annuale per provincia - anno 2011 2,0

1,5

0,5

AT

BI

CN

NO

MASSIMO MININO

Valore obiettivo

Fonte: Arpa Piemonte

TO

VC

Verbania Gabardi

Baceno - Alpe Devero

Borgosesia Tonella

Vercelli - CONI

Torino - Grassi

Ceresole Reale - Diga

Cerano Bagno

Novara - Verdi

Saliceto Moizo

Cuneo - Alpini

Cossato - Pace

Biella - Sturzo

Vinchio - San Michele

Alessandria D'Annunzio

AL

Asti D'Acquisto

0,0 Dernice Costa

ng/m³

1,0

VCO


14

i livelli di concentrazione. Per gli inquinanti primari, quali SO2, CO, benzene e piombo, il progressivo miglioramento della qualità dei combustibili e della tecnologia motoristica ha determinato invece una netta diminuzione delle concentrazioni misurate che ormai da anni sono palesemente inferiori ai limiti di legge. Si riporta, qui di seguito, un dettaglio dei dati che documenta i trend storici di alcuni di questi inquinanti.

ramenti del valore limite della media annuale nelle stazioni di traffico e anche nelle stazioni di fondo delle aree più densamente urbanizzate. I valori medi annui risultano molto differenti tra i due siti in esame; i livelli di Torino sono superiori a quelli di Biella a causa sia di una maggiore presenza di sorgenti diffuse e puntuali sia delle caratteristiche climatiche locali che rendono più difficile la dispersione degli inquinanti nella grande città. Nel corso degli ultimi anni si conferma un quadro di sostanziale stabilità o leggero miglioramento verosimilmente dovuto alle misure di risanamento adottate.

Il Biossido di Azoto (NO2) Per il biossido di azoto, nel 2011, si è confermata la situazione dell’anno scorso con supe-

Figura 3.16 - NO2, confronto dell’andamento delle medie annuali di Torino e Biella - anni 1991-2011 120 100

µg/m³

80 60 40 20

2011

2010

2009

2008

2007

2006

2005

2004

2003

2002

2001

2000

1999

1998

1997

1996

1995

1994

1993

1992

1991

0

Torino - Rebaudengo Torino - Lingotto Biella - Lamarmora Biella - Sturzo Valore limite annuale per la protezione della salute umana

Fonte: Arpa Piemonte

L’ Ozono (O3) Dai valori rilevati negli ultimi anni, l’ozono evidenzia una sostanziale stabilità degli elevati livelli misurati, tra i quali spicca l’anno 2003 in quanto caratterizzato da una peculiare situazione meteorologica particolarmente favorevole alla formazione di questo inquinante. Le stazioni di fondo considerate, Torino Lingotto e Pino Torinese - nel 2008 ricollocata

presso il comune di Baldissero T.se - sono rispettivamente in zona urbana in pianura e in zona rurale in quota. La stazione in quota risente sia dei fenomeni di trasporto sia della specifica situazione emissiva notturna che incrementano le concentrazioni medie di ozono in tale area. Il grafico evidenzia gli elevati livelli del parametro ozono nel periodo estivo.


15

Figura 3.17 - O3, medie relative al periodo maggio-settembre - anni 1993-2011 160

µg/m

3

120

80

40

2011

2010

2009

2008

2007

2006

2005

2004

2003

2002

2001

2000

1999

1998

1997

1996

1995

1994

1993

0

Torino - Lingotto Pino Torinese - Osservatorio / Baldissero (ACEA) - Parco

Fonte: Arpa Piemonte

suburbana, urbana), evidenzia negli anni una generale diminuzione dei valori misurati pur con un peggioramento nel 2011. La criticità rimane significativa in modo particolare nelle zone maggiormente urbanizzate dove si verificano numerosi superamenti soprattutto del limite giornaliero di 50 µg/m3.

Il PM10 Le concentrazioni medie annuali di PM10, calcolate sull’intero numero di stazioni presenti sul territorio regionale, denotano una tendenza alla diminuzione dei valori come evidenziato nel grafico che segue. La situazione di questo inquinante, rappresentata come media per tipo di zona (rurale,

Figura 3.18 - PM10, media delle medie annuali per tipologia di zona - anni 2000-2011 80

40

RURALE SUBURBANA URBANA Valore limite annuale per la protezione della salute umana

Fonte: Arpa Piemonte

2011

2010

2009

2008

2007

2006

2005

2004

2003

2002

0

2001

20

2000

µg/m³

60


16

denotano una tendenza generale alla diminuzione dei valori, pur con un incremento del valore del 2011, come evidenziato nel grafico che segue.

Il PM2,5 Le concentrazioni medie annuali del PM2,5, misurate nella stazione con la più significativa serie storica a disposizione (Torino Lingotto),

Figura 3.19 - PM2,5, media delle medie annuali per tipologia di zona - anni 2006-2011 50

40 36

35

35

33

µg/m³

29 25

0 2006

2007

2008

Torino - Lingotto

2009

2010

2011

Valore obiettivo annuale per la protezione della salute umana

Fonte: Arpa Piemonte

LE DETERMINANTI E le PRESSIONI L’inventario delle emissioni in atmosfera Gli Inventari delle Emissioni contengono le informazioni quantitative sugli inquinanti introdotti in atmosfera dalle attività antropiche e biogeniche; la loro realizzazione e il loro aggiornamento periodico comportano non solo il reperimento di dati di base, parametri e fattori di emissione da molteplici fonti - istituzionali e private - ma anche l’applicazione di metodologie di calcolo in continua evoluzione, sulla base degli studi condotti da organismi scientifici intergovernativi, da istituti ed enti di ricerca. A livello centrale, l’Inventario Nazionale delle Emissioni in atmosfera realizzato da Ispra, si configura come il principale strumento per la verifica del rispetto degli impegni che l’Italia ha assunto a livello internazionale sulla protezione dell’ambiente atmosferico - Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambia-

menti Climatici (UNFCCC), Convenzione della Commissione Economica delle Nazioni Unite sull’Inquinamento Atmosferico Transfrontaliero (UNECE-CLRTAP) e Direttiva UE sulla limitazione delle emissioni - fornendo alle istituzioni centrali e periferiche un supporto alla comprensione delle problematiche inerenti i cambiamenti climatici e l’inquinamento atmosferico; tale supporto risulta indispensabile per la pianificazione e l’attuazione di efficaci politiche ambientali. A scala locale, la conoscenza delle pressioni emissive che gravano sul territorio piemontese è un supporto informativo necessario per sviluppare strategie di abbattimento dell’inquinamento e individuare priorità attraverso modelli integrati, nonché per verificare le conseguenze a diversi livelli delle politiche e delle misure intraprese dagli Enti istituzionali per ridurre le emissioni.


17

L’Inventario Regionale delle Emissioni - realizzato da Regione Piemonte secondo la metodologia CORINAIR, messa a punto dalla European Environment Agency (EEA) - fornisce la stima delle emissioni totali annue di macro e microinquinanti, disaggregate per attività emissiva ai vari livelli di classificazione SNAP (Selected Nomenclature for Air Pollution) e ripartite spazialmente su scala comunale. La Regione Piemonte ha recentemente aggiornato l’Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera (IREA) all’anno 2008. Le versioni precedenti dell’IREA riguardano gli anni 1997, 2001, 2005 e 2007 e sono disponibili presso il settore Risanamento Acustico, Elettromagretico e Atmosferico della Direzione Ambiente di Regione Piemonte, che ne cura la realizzazione. Il servizio fornisce - per ogni comune del Piemonte - la quantità di emissioni, stimata su base annua per le diverse attività SNAP, per i dieci inquinanti principali: monossido di carbo-

nio (CO), ammoniaca (NH3), composti organici volatili (COV), ossidi di azoto (NOx), particolato PM10 e PM2,5 (quest’ultimo non presentato negli inventari precedenti), biossido di zolfo (SO2), protossido di azoto (N2O), metano (CH4), anidride carbonica (CO2). Oltre alla consultazione on-line sarà possibile creare e scaricare report; il dato potrà essere interrogato a vari livelli di aggregazione (ad es. per inquinante, per attività, per comune) e inoltre sarà disponibile un servizio di visualizzazione geografica delle emissioni su base comunale. Anche per l’IREA 2008, la Regione Piemonte predisporrà un servizio di consultazione delle informazioni ad accesso libero (IREAWEB). I dati dell’IREA 2008 verranno pubblicati online all’indirizzo: http://www.sistemapiemonte.it/ambiente/irea/. Nell'attesa, per esigenze particolari, i dati relativi al 2008 potranno essere richiesti direttamente alla Regione. Nella figura 3.20 si evidenziano i contributi espressi in percentuale dei singoli macrosettori da cui originano gli inquinanti sopra citati.

Figura 3.20 - IREA. Contributo percentuale per comparto emissivo (Macrosettore SNAP) - anno 2008 100% 100% 11 - Altre sorgenti e

80%

11assorbimenti - Altre sorgenti- enatura 10 - Agricoltura assorbimenti - natura 10 - Agricoltura

80%

09 - Trattamento e smaltimento

09rifiuti - Trattamento e smaltimento rifiuti 08 - Altre sorgenti mobili e 08 - Altre sorgenti mobili e macchinari macchinari - Trasporto su strada 0707 - Trasporto su strada

60% 60%

- Uso di solventi 0606 - Uso di solventi

40% 40%

0505 - Estrazione/distribuzione - Estrazione/distribuzione combustibili fossili/geotermia combustibili fossili/geotermia 0404 - Processi produttivi - Processi produttivi 03 - Combustione nell'industria

03 - Combustione nell'industria

20% 20%

0%

0% CH4

CH4

CO

CO

CO2

CO2

N2O

N2O

NH3

NH3

COV

COV

NOx PM2_5 PM10

NOx PM2_5 PM10

SO2

SO2

-20%

-20%

Fonte: Regione Piemonte

02 - Combustione non 02 - Combustione non industriale 01industriale - Produzione energia 01 - Produzione energia industria di trasformazione

industria di trasformazione


18

Nella tabella 3.1 sono presentati i dati del 2008 - espressi in termini di emissioni complessive

regionali suddivise per macrosettore SNAP per gli inquinanti convenzionali.

Tabella 3.1 - IREA. Emissioni dei principali inquinanti da parte dei diversi comparti - anno 2008 CO

NH3

COV

NOx

PM2,5

PM10

SO2

t/anno

t/anno

t/anno

t/anno

t/anno

t/anno

t/anno

01 - Produzione energia industria di trasformazione

2.225,07

0,17

327,76

4.879,27

86,68

87,35

494,49

02 - Combustione non industriale

89.227,20

156,99

15.199,11

5.632,69

8.719,57

8.955,59

935,88

03 - Combustione nell'industria

3.087,61

16,74

690,95

14.262,70

431,38

460,37

6.932,50

04 - Processi produttivi

2.913,96

64,63

10.118,57

3.536,53

260,91

286,58

7.121,59

MACROSETTORE

05 - Estrazione/distribuzione combustibili fossili/geotermia 06 - Uso di solventi

3.478,14 91,59

13,39

29.945,92

201,09

54,06

131,08

0,54

07 - Trasporto su strada

62.159,01

762,06

9.205,56

36.949,22

2.492,09

4.107,46

241,66

08 - Altre sorgenti mobili e macchinari

4.096,47

2,05

1.399,37

9.364,06

497,20

501,08

56,90

09 - Trattamento e smaltimento rifiuti

146,28

1.113,05

148,17

588,33

38,62

38,62

163,31

10 - Agricoltura

5.518,11

39.344,51

28.931,68

944,97

666,30

867,70

105,76

11 - Altre sorgenti e assorbimenti - natura

11.201,75

86,40

85.909,03

381,75

261,71

442,03

76,35

180.667,04

41.559,98

185.354,25

76.740,63

13.508,51

13.421,83

15.877,86

Totale regionale

Fonte: Regione Piemonte

I dati evidenziano che: il macrosettore Combustione non industriale rappresenta il contributo principale sia per le polveri (PM10 e PM2,5) che per il monossido di carbonio (CO); nn il macrosettore Processi produttivi presenta il maggior apporto in termini di biossido di zolfo (SO2); nn il macrosettore Trasporto su strada rappresenta la fonte principale per ossidi di azoto (NOx); nn Il macrosettore Agricoltura (in cui sono compresi gli allevamenti di bestiame, le colture vegetali e l’utilizzo di fertilizzanti) contribuisce alle emissioni di ammoniaca (NH3, sostanza acidificante che porta alla formann

zione di PM10 secondario) per più del 94% delle emissioni totali, senza significative variazioni rispetto agli anni precedenti. Rispetto all’IREA 2007, occorre segnalare alcune importanti variazioni metodologiche introdotte nella realizzazione dell’IREA 2008. Si sottolinea che tali variazioni fanno riferimento all’ultimo aggiornamento a livello europeo delle linee guida CORINAIR (Air Pollutant Emission Inventory Guidebook http://www. eea.europa.eu/publications/emep-eea-emission-inventory-guidebook-2009). In particolare si segnala, per quanto riguarda il macrosettore 2 (Combustione non industriale), una importante revisione dei fattori di emissione legati alla combustione della legna


19

in ambito domestico, che ha portato come risultato un incremento delle emissioni inquinanti (Box 1).

sono stimate esclusivamente le emissioni primarie di particolato, vale a dire le polveri emesse direttamente in atmosfera dalle sorgenti, mentre non è valutata la componente a carattere secondario, che si forma in atmosfera a seguito della parziale trasformazione di sostanze (precursori) quali gli ossidi di azoto, gli ossidi di zolfo, i composti organici, l’ammoniaca. Pertanto anche per questi inquinanti si deve continuare a mantenere alta l’attenzione. Per le emissioni di ossidi di azoto la mobilità è responsabile per il 48%, seguita dalla produzione di energia e dai processi produttivi che rappresentano complessivamente il 30% e, infine, dal riscaldamento che si attesta intorno al 7% circa delle emissioni totali.

Gli inquinanti maggiormente critici per la qualità dell’aria sono ancora il particolato (PM10) e gli ossidi di azoto (NOx). Tali inquinanti sono rappresentati nei diagrammi di figura 3.21, suddivisi per singolo macrosettore. Per le emissioni di PM10, il riscaldamento civile è responsabile per il 56%, seguito dal comparto trasporti con il 26% e, infine, dall’agricoltura con il 5%. Va ricordato che nell’ambito dell’inventario

Figura 3.21 - IREA. Emissioni di PM10 3% 0%

5%

3%

01- Produzione energia industria di trasformazione

1%

02- Combustione non industriale

26% 56%

03- Combustione nell'industria 04 -Processi produttivi 05- Estrazione/distribuzione combustibili fossili/geotermia 06- Uso di solventi 07- Trasporto su strada

1% 0% 2%

08- Altre sorgenti mobili e macchinari 09- Trattamento e smaltimento rifiuti 10- Agricoltura

3%

11- Altre sorgenti e assorbimenti - natura

Fonte: Regione Piemonte

Figura 3.22 - IREA. Emissioni di Ossidi di azoto

12%

1% 1% 0% 6%

01- Produzione energia industria di trasformazione

7%

02- Combustione non industriale 03- Combustione nell'industria

19%

04 -Processi produttivi 05- Estrazione/distribuzione combustibili fossili/geotermia 06- Uso di solventi

49%

07- Trasporto su strada 08- Altre sorgenti mobili e macchinari 09- Trattamento e smaltimento rifiuti

5% 0% Fonte: Regione Piemonte

10- Agricoltura 11- Altre sorgenti e assorbimenti - natura


20

Per comparare la situazione piemontese agli impegni assegnati all’Italia a livello internazionale (Protocolli di Kyoto e di Göteborg, Direttiva 2001/81/CE2 sui NEC - National Emission Ceilings), le emissioni censite nell’Inventario Regionale per l’anno 2008 sono state elaborate selezionando gli inquinanti che maggiormente contribuiscono ai cambiamenti climatici (gas serra), ai processi di formazione dell’ozono troposferico (precursori dell’ozono) e di acidificazione e di eutrofizzazione (sostanze acidificanti). I gas serra L’inventario 2008 si riferisce anche ai gas ad effetto serra, ossia anidride carbonica (CO2) protossido di azoto (N2O) e metano (CH4), e consente di effettuare il calcolo dell’anidride carbonica equivalente (CO2eq). La determinazione della CO2eq viene effettuata sulla base dei GWP (Global Warming Potentials - Potenziali di Riscaldamento Globale), messi a punto dall’Intergovernmental Panel on Climate (IPCC). Per identificare i contributi delle principali fonti emissive a livello regionale, le emissioni dei singoli gas serra - fornite dall’Inventario delle Emissioni 2008 piemontese - sono state combinate con opportuni fattori-peso definiti dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (tabella 3.2), che esprimono il potenziale di ri-

scaldamento globale di ciascun inquinante in rapporto all’anidride carbonica. L’anidride carbonica, con una percentuale del 79%, rappresenta il gas predominante in termini di apporto. A livello regionale i comparti che maggiormente contribuiscono alle emissioni di gas serra sono l’industria (29%), il trasporto su strada (20%) e la produzione di energia (19%), come mostrato in figura 3.24. Contributi importanti provengono inoltre dal comparto riscaldamento (16%), il cui apporto è legato quasi esclusivamente alle emissioni di anidride carbonica, e dal comparto agricoltura e natura (10%), per le emissioni di metano provenienti dalla zootecnia e per quelle di protossido di azoto legate all’uso di fertilizzanti. Solo il 2% risulta imputabile alle emissioni di metano e di anidride carbonica derivanti dal comparto rifiuti. Figura 3.23 - Emissioni di gas serra. Ripartizione per inquinante - anno 2008 N2O 9% CO2 79%

CH4 12%

Tabella 3.2 - Fattori-pesi attribuiti ai gas serra Inquinanti

Fattori-peso

CO2

1

N2O

310

CH4

21

Fonte: Regione Piemonte. Elaborazione Arpa Piemonte

2. La Direttiva 2001/81/CE, recepita con il decreto legislativo 171/2004, è stata emanata allo scopo di assicurare nella Comunità Europea una maggiore protezione dell’ambiente e della salute umana dagli effetti nocivi provocati dai fenomeni dell’acidificazione (deposizione di inquinanti acidi sulla vegetazione, sulle acque superficiali, sui terreni, sugli edifici e sui monumenti), dell’eutrofizzazione (alterazione degli ecosistemi terrestri e acquatici in conseguenza della deposizione di composti azotati dall’atmosfera) e della formazione di ozono a livello del suolo.


21

Figura 3.24 - Emissioni di gas serra. Ripartizione per comparto emissivo - anno 2008 Riscaldamento 16% Energia 19%

Industria 29%

Altro 4%

Agricoltura e natura 10% Rifiuti 2%

Trasporto su strada 20%

Fonte: Regione Piemonte. Elaborazione Arpa Piemonte

Per quanto riguarda i quantitativi assoluti dei singoli inquinanti, le emissioni totali regionali di CO2eq ammontano a 39,9 Mt per l’anno 2008, mentre gli assorbimenti di CO2eq da parte del patrimonio forestale del Piemonte corrispondono a circa 7,2 Mt, per un netto totale pari a circa 32,7 Mt. Focalizzando l’attenzione sui singoli macrosettori (tabella 3.3) si evince che la Combustione nell’industria, la Produzione di energia e il Trasporto su strada si confermano come la più rilevante fonte di emissioni di CO2 (intorno al 25% per ogni singolo macrosettore). Le emissioni dovute al riscaldamento ambientale ammontano a circa il 19%.

Tabella 3.3 - Emissioni di gas serra da parte dei diversi comparti - anno 2008

Metano - CH4

Metano come CO2 eq.

N2O

N2O come CO2 eq.

CO2

CO2 eq.

t/anno

kt/anno

t/anno

kt/anno

kt/anno

kt/anno

01 - Produzione energia industria di trasformazione

625,77

13,14

36,27

11,24

7.553,27

7.577,66

02 - Combustione non industriale

5.726,51

120,26

706,41

218,99

6.118,37

6.457,61

03 - Combustione nell’industria

321,73

6,76

406,80

126,11

8.131,51

8.264,38

04 - Processi produttivi

735,69

15,45

2.290,68

710,11

2.435,01

3.160,57

38.567,85

809,92

0,31

810,23

0,02

0,31

0,33

MACROSETTORE

05 - Estrazione/distribuzione combustibili fossili/geotermia 06 - Uso di solventi 07 - Trasporto su strada

896,28

18,82

232,58

72,10

7.860,85

7.951,77

08 - Altre sorgenti mobili e macchinari

18,92

0,40

51,77

16,05

891,82

908,27

09 - Trattamento e smaltimento rifiuti

20.061,02

421,28

164,31

50,94

241,63

713,85

10 - Agricoltura

111.882,49

2.349,53

5.450,22

1.689,57

11 - Altre sorgenti e assorbimenti - natura

1.996,87

41,93

180.833,11

3.797,50

Totale regionale

9.339,03

Fonte: Regione Piemonte

2.895,10

4.039,10 -7.210,09

-7.168,15

26.022,38

32.714,98


22

La principale sorgente di emissione per il CH4 si conferma l’agricoltura (intendendo sia allevamenti che coltivazioni), con il 62%. Risultano inoltre significative (21% del totale) le emissioni dovute alle perdite di prodotto nei processi petroliferi e durante il trattamento, trasporto e distribuzione del combustibile. Il settore agricolo è anche il principale responsabile delle emissioni del protossido di azoto, con il 58% delle emissioni totali. I precursori dell’ozono La formazione dell’ozono atmosferico - a causa della natura secondaria dell’inquinante - è legata alla presenza dei suoi principali precursori, con particolare riferimento agli ossidi di azoto (NOx), al monossido di carbonio (CO), al metano (CH4) e ai composti organici volatili (COV). Le emissioni di tali inquinanti, riportate nell’Inventario Regionale delle Emissioni 2008, sono state elaborate considerando il contributo potenziale alla formazione dell’ozono di ciascun precursore. Le stime di emissione annuale sono state quindi combinate con opportuni fattori-peso (TOFP - Tropospheric OzoneForming Potentials dell’Agenzia Europea per l’Ambiente) secondo quanto mostrato in tabella 3.4.

nici volatili e di ossidi di azoto - precursori a maggior potenziale di formazione - sono quelle che maggiormente contribuiscono all’innalzamento dei livelli di ozono, con valori pari rispettivamente al 61% e al 31% (figura 3.25). Figura 3.25 - Emissioni dei precursori dell’ozono. Ripartizione per inquinante - anno 2008

Fattori-peso

NOx

1.22

CO

0.11

CH4

0.014

COV

1

COV 61%

Sono stati inoltre individuati i comparti maggiormente responsabili della produzione di precursori dell’ozono in ambito regionale: le emissioni biogeniche (agricoltura e natura) per il 40%, il trasporto su strada (traffico urbano, extraurbano, autostradale) per il 20%, l’uso di solventi per il 10%, l’industria e il riscaldamento (entrambi i comparti con l’11%) (figura 3.26). Figura 3.26 - Emissioni dei precursori dell’ozono. Ripartizione per comparto emissivo - anno 2008 Solventi 10%

Trasporto su strada 20% Rifiuti 0%

Industria 11%

Riscaldamento 11% Energia 2%

Una prima elaborazione mostra che nella realtà piemontese le emissioni di composti orga-

CO 7%

Fonte: Regione Piemonte. Elaborazione Arpa Piemonte

Tabella 3.4 - Fattori-peso (TOFP) attribuiti ai precursori dell’ozono Inquinanti

CH4 1%

NOX 31%

Altro 6%

Agricoltura e natura 40%

Fonte: Regione Piemonte. Elaborazione Arpa Piemonte


23

Le sostanze acidificanti Ossidi di azoto (NOx), ossidi di zolfo (SOx) e ammoniaca (NH3) sono sostanze che contribuiscono ai processi di acidificazione e di eutrofizzazione; la loro presenza a livello atmosferico comporta infatti alterazione degli ecosistemi acquatici e terrestri ai danni di materiali ed edifici. La loro potenziale capacità acidificante (definita da opportuni fattori-peso ed espressa in equivalenti acidi fattori utilizzati dall’Agenzia Europea per l’Ambiente - tabella 3.5), è stata combinata con la stima delle emissioni annuali dei singoli inquinanti ricavate dall’Inventario Regionale delle Emissioni 2008. Tabella 3.5 Fattori-peso attribuiti alle sostanze acidificanti

Inquinanti

Fattori-peso

NOx

21.74

SOx

31.25

NH3

58.82

I grafici delle figure 3.27 e 3.28 mostrano i risultati delle elaborazioni realizzate analizzando i contributi percentuali e le principali fonti emissive delle sostanze considerate. Secondo l’Inventario Regionale piemontese, nel 2008 il contributo emissivo predominante rispetto alla formazione dei gas acidificanti è attribuibile alle emissioni di ammoniaca (53%) e in minor misura alle emissioni di ossidi di azoto (36%) e di biossido di zolfo (11%). Tra le fonti emissive il comparto agricoltura e natura risulta essere quello maggiormente responsabile della produzione di gas acidificanti in Piemonte (51%), rappresentati per la quasi totalità dalle emissioni ammoniacali dovute agli allevamenti e alle coltivazioni. Anche il trasporto su strada e l’industria risultano essere due comparti di rilievo per la pro-

duzione di emissioni acidificanti: in particolare le emissioni veicolari - che costituiscono il 19% delle sostanze acidificanti – risultano in gran parte formate da ossidi di azoto (94%), mentre le emissioni industriali (pari al 18% delle emissioni totali) sono dovute per il 47% a ossidi di azoto e per il 53% a biossido di zolfo. Figura 3.27 - Emissioni di sostanze acidificanti. Ripartizione per inquinante - anno 2008 SO2 11%

NOX 36%

NH3 53%

Fonte: Regione Piemonte. Elaborazione Arpa Piemonte

Figura 3.28 - Emissioni di sostanze acidificanti. Ripartizione per comparto emissivo - anno 2008 Riscaldamento 3% Energia 3% Altro 4%

Agricoltura e natura 51%

Industria 18% Trasporto su strada 19%

Rifiuti 2%

Fonte: Regione Piemonte. Elaborazione Arpa Piemonte


24

Il riscaldamento a legna A partire dai dati presenti nell’IREA 2008, è stata effettuata un’analisi di dettaglio per le emissioni legate all’uso della legna come combustibile. Nel grafico è riportato il confronto in termini emissivi tra le diverse tipologie di impianti termici presenti sul territorio piemontese: camini aperti tradizionali, camini chiusi o a inserto, stufe tradizionali, stufe automatiche, stufe/caldaie innovative e caldaie tradizionali. Come si può osservare dalla figura a, i sistemi alimentati da biomasse legnose che incidono maggiormente sulle emissioni in atmosfera degli inquinanti presi in esame (biossido di zolfo, ossidi di azoto, composti organici volatili, particolato primario, anidride carbonica e metano) sono i camini - sia quelli aperti tradizionali che quelli chiusi o a inserto - e le stufe tradizionali. Anche le emissioni originate dalle caldaie con potenza termica inferiore ai 50 MW danno un contributo considerevole per quanto riguarda gli ossidi di azoto. Va comunque sottolineato

che i risultati rappresentati in figura derivano dalla combinazione tra la diversa diffusione in ambito piemontese delle differenti tipologie di impianti termici e gli specifici fattori di emissione legati agli stessi. Ad esempio gli scarsi contributi in termini emissivi generati da impianti termici innovativi possono essere attribuiti sia alla loro limitata diffusione in ambito regionale sia alla migliore efficienza di combustione derivante da una tecnologia più avanzata. Per fornire un’informazione il più possibile esauriente sui contributi emissivi legati alle diverse tipologie di impianti di combustione della legna, nella tabella a sono stati riportati i fattori di emissione utilizzati nell’Inventario Regionale per la stima delle emissioni da riscaldamento domestico a legna, sia quelli adottati per l’IREA 2007 sia quelli rivisti a seguito dell’aggiornamento europeo delle linee guida CORINAIR, adottati per l’IREA 2008.

Figura a - Emissioni da riscaldamento a legna. Ripartizione per sistema di combustione (IREA 2008)

100% 90%

percentuale

80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0%

SO2

NOX

NMVOC

CO

CH4

Camino aperto tradizionale

42

160

4163

2754

19216

1025

Camino chiuso o inserto

90

486

5204

2776

35389

2220

Stufa tradizionale

50

193

4634

3128

23172

1236

Stufa automatica a pellets o cippato o BAT

16

110

24

93

612

392

Stufa o caldaia innovativa

6

42

118

113

1413

151

Caldaie con potenza termica < 50 MW

18

247

549

92

6863

366

PM10

inquinante (t/anno)

Fonte: Regione Piemonte. Elaborazione Arpa Piemonte


25

Tabella a - Fattori di emissione per il riscaldamento a legna. Confronto tra IREA 2007 e 2008

Anno

Caldaie con potenza termica < 50 MW

Altri sistemi (stufe caminetti cucine ecc.)

2007

400

320

320

2008

400

320

2007

7500

2008

AttivitĂ Inquinante

CH4 (g/GJ) CO (g/GJ)

N2O (g/GJ) NH3 (g/GJ) NMVOC (g/GJ)

NOX (g/GJ) PM10 (g/GJ) SO2 (g/GJ)

Camino chiuso o inserto

Stufa o caldaia innovativa

Stufa automatica a pellets o cippato o BAT legna

Sistema BAT pellets

320

320

320

320

320

320

320

320

320

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2007

Camino Stufa aperto tradizionale tradizionale a legna

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Fonte: Regione Piemonte


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Il sistema modellistico regionale di trasporto e trasformazione chimica degli inquinanti in atmosfera Il DLgs n. 351 del 4 agosto 1999 “Attuazione della direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e di gestione della qualità dell’aria ambiente”, assegnava alle Regioni il compito di valutare la qualità dell’aria ambiente nel proprio territorio e prevedeva (come anche i successivi DM 60/023 e DLgs 183/044) che le informazioni provenienti dai punti di campionamento in siti fissi potessero essere integrate con quelle provenienti da altre fonti, quali gli Inventari delle Emissioni e le tecniche di modellizzazione e di stima obiettiva, per rappresentare adeguatamente la distribuzione delle concentrazioni degli inquinanti atmosferici normati. Il DLgs 155/10 ribadisce la possibilità di combinare le misurazioni delle concentrazioni degli inquinanti con le tecniche di modellizzazione5. Coerentemente con tale quadro normativo, nel corso degli ultimi anni le attività di valutazione della qualità dell’aria sul territorio piemontese sono state effettuate nell’ottica di una progressiva integrazione dei tre principali strumenti informativi disponibili: il Sistema Regionale di Rilevamento della Qualità dell’Aria (SRRQA); nn l’Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera (IREA); nn la modellistica della dispersione degli inquinanti in atmosfera. nn

Arpa Piemonte, in virtù del mandato ricevuto dal Settore competente della Direzione Ambiente della Regione Piemonte, ha sviluppato e realizzato una catena modellistica operativa di qualità dell’aria, basata sull’applicazione dei modelli euleriani di chimica e trasporto (i modelli C.T.M., Chemical Transport Models), i più idonei da applicare - come indicato esplicitamente nell’appendice III del DLgs 155/10 - in un contesto, quale quello piemontese, caratterizzato da un’elevata complessità morfologica ed emissiva, su scale spaziali che vanno da quella urbana a quella regionale e di bacino, su scale temporali sia orarie sia di lungo periodo. Il sistema modellistico regionale è in grado di produrre simulazioni ad elevata risoluzione di campi tridimensionali di concentrazione dei principali inquinanti atmosferici su tutto il territorio regionale. Il cuore del sistema è rappresentato dal modello di qualità dell’aria, il modello di chimica e trasporto FARM (Flexible Air quality Regional Model), uno dei modelli euleriani più evoluti e utilizzati in ambito nazionale e comunitario6. Il modello FARM tratta tutti gli inquinanti atmosferici normati (O3, NO2, NOX, PM10, PM2,5, CO, SO2, benzene), implementa meccanismi chimici di varia complessità per il trattamento della fotochimica e del particolato, è in grado di lavorare su domini ad orografia complessa in modalità multiscala (con più griglie innestate di differente risoluzione), tratta la chimica in fase acquosa ed eterogenea, oltre ai processi di deposizione secca e umida.

3. Decreto Ministeriale n. 60 del 2 aprile 2002 Recepimento della direttiva 1999/30/CE del Consiglio del 22 aprile 1999 concernente i valori limite di qualità dell’aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo e della direttiva 2000/69/ CE relativa ai valori limite di qualità aria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio. 4. DLgs n. 183 del 21 maggio 2004 - Attuazione della direttiva 2002/3/CE relativa all’ozono nell’aria. 5. Decreto Legislativo del 13 agosto 2010 n 155 " Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualita' dell'aria ambiente e per un'aria piu' pulita in Europa" 6. Adottato da ENEA, su incarico del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, nell'ambito del Modello Integrato Nazionale a supporto della Negoziazione Internazionale sui temi dell’Inquinamento Atmosferico (MINNI), http://www.minni.org


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Il sistema modellistico (rappresentato in figura 3.29) è in realtà una rete integrata di codici di calcolo: le molteplici basi di dati in ingresso (gli inventari delle emissioni, i dati geografici necessari alla descrizione della topografia, dell’uso del suolo e del dettaglio urbano, i dati meteorologi e chimici) vengono elaborate dalle componenti specifiche del sistema in modo da produrre tutte le informazioni necessarie al modello di dispersione. I principali elementi che compongono il sistema si possono sinteticamente riassumere in: 1. un modulo territoriale, che a partire dalle basi di dati territoriali costruisce i campi dei parametri geofisici e territoriali; 2. un modulo di interfaccia meteorologico che, a partire dai dati meteorologici di ingresso (osservazioni al suolo e in quota e/o campi tridimensionali, previsti o analizzati, di modelli meteorologici a mesoscala), costruisce i campi meteorologici tridimensionali e bi-

dimensionali di turbolenza utilizzati dal modello di qualità dell’aria; 3. un modulo delle emissioni che, a partire dagli inventari delle emissioni, ricostruisce i campi bidimensionali orari dei ratei di emissione per tutte le specie chimiche trattate dal modello di qualità dell’aria; 4. un modulo per le condizioni iniziali e al contorno, che a partire dai campi tridimensionali di concentrazione di un modello di qualità dell’aria a mesoscala e/o dai dati chimici osservati, prepara i relativi campi di concentrazione; 5. un modulo di post-processing che elabora i campi tridimensionali di concentrazione per produrre campi aggregati di indicatori e mappe tematiche ed effettua la valutazione delle prestazioni del sistema modellistico. Il sistema è attualmente implementato in tre differenti versioni, nel seguito brevemente descritte.

Figura 3.29 - Architettura e schema di funzionamento del sistema modellistico

Fonte: Arpa Piemonte


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Il sistema modellistico in versione diagnostica di lungo periodo, operativo a partire dal 2005, è stato sviluppato per effettuare simulazioni annuali sull’intero territorio regionale a supporto delle valutazioni (annuali) della qualità dell’aria ambiente. Le simulazioni sono condotte con cadenza oraria su un dominio di calcolo che comprende, oltre all’intera regione Piemonte, anche la Valle d’Aosta, si spinge fino alle province di Genova e Savona a sud e include ad est la parte più orientale della Lombardia, fino all’area milanese, con risoluzione orizzontale di 4 km. La scelta del dominio è determinata dall’esigenza di tenere conto non solo degli effetti, in termini di emissioni e trasporto, delle sorgenti poste al di fuori del territorio regionale, ma anche delle peculiarità meteorologiche legate alla presenza dell’arco alpino.

Le simulazioni di qualità dell’aria sono realizzate integrando, mediante opportune tecniche matematiche di assimilazione dati, le informazioni modellistiche con quelle provenienti dai dati misurati dalle stazioni del SRRQA, in modo da ottenere una stima dello stato di qualità dell’aria sul territorio regionale il più possibile vicina alla realtà. A valle delle simulazioni di dispersione, il modulo di post-elaborazione produce le mappe tematiche su griglia e su base comunale, calcola i campi degli indicatori di lungo periodo, richiesti dalla normativa, e necessari per procedere alla valutazione del territorio in relazione allo stato di qualità dell’aria ed effettua una prima verifica delle prestazioni del sistema, con particolare riferimento agli obiettivi di qualità per la modellizzazione richiesti dalla normativa nazionale e comunitaria.

Figura 3.30 - Domini di applicazione del sistema modellistico

Fonte: Arpa Piemonte


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Il sistema modellistico in versione prognostica, operativo a partire dal 2007, effettua quotidianamente la previsione dei livelli di concentrazione al suolo dei principali inquinanti atmosferici per il giorno in corso e i due giorni successivi. È un sistema multiscala, in grado di effettuare le simulazioni di qualità dell’aria su differenti domini a differente risoluzione.

nn

Tale approccio permette di simulare le dinamiche di dispersione, trasporto e trasformazione degli inquinanti nei domini target considerando nel contempo anche gli effetti delle sorgenti emissive localizzate al loro esterno e descrivendo meglio i fenomeni di accumulo (ad esempio legati allo smog fotochimico) caratterizzati da scale spaziali più elevate. Nel dettaglio i domini di applicazione del sistema prognostico, rappresentati in figura 3.30, sono:

La versione diagnostica near-real-time fornisce quotidianamente informazioni circa lo stato di qualità dell’aria relativo al giorno precedente il giorno di emissione delle informazioni. Attualmente esistono due differenti versioni del sistema:

dominio di background g1 (in blu), con risoluzione orizzontale di 8 km, che interessa tutto il bacino padano adriatico e la regione alpina italiana; nn dominio piemontese g2 (in nero), con risoluzione orizzontale di 4 km, che interessa tutto il territorio regionale piemontese; nn domini target g3 (in rosso) ad alta risoluzione (1 km) centrati sull’area metropolitana torinese, sulla provincia di Novara e sulla provincia di Alessandria. nn

Al termine di ogni giorno di simulazione, il modulo di post-elaborazione calcola gli indicatori di legge, l’indice di qualità dell’aria previsto sull’area metropolitana torinese (IPQA) ed effettua la disseminazione dei dati. A valle delle simulazioni modellistiche vengono infine elaborati e resi disponibili sul sito di Arpa Piemonte (www.arpa.piemonte.it, sezione bollettini) e sul portale SistemaPiemonte ( www.sistemapiemonte.it/ambiente/srqa ) due prodotti informativi:

il Bollettino delle stime previsionali di PM10, relativo alle concentrazioni medie giornaliere previste sui territori dei comuni piemontesi; nn il Bollettino Ozono, che fornisce informazioni sui livelli di ozono osservati e previsti secondo quanto stabilito dalla DGR n. 27-614 del 31 luglio 2000.

la prima, operativa dal 2009, quotidianamente produce le mappe di analisi del giorno precedente relativamente alla media giornaliera del particolato PM10, alla media giornaliera del biossido di azoto, al massimo giornaliero della media mobile su otto ore per l’ozono, assimilando, mediante la tecnica geostatistica del Kriging, i dati misurati dalla rete regionale nei corrispondenti campi degli indicatori prodotti operativamente dal sistema modellistico in versione prognostica; nn la seconda, attualmente in fase di sperimentazione, effettua ogni giorno le simulazioni relative allo stato di qualità dell’aria del giorno precedente, sul dominio regionale con le stesse configurazioni del sistema modellistico diagnostico di lungo periodo (ma, allo stato attuale, senza assimilazione diretta dei dati osservati). nn

A valle delle simulazione del sistema modellistico in versione diagnostica near-real-time vengono elaborati e resi disponibili alcuni prodotti informativi: nn

le stime quotidiane di qualità dell’aria: pubblicato sul portale Sistema Piemon-


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te (www.sistemapiemonte.it/ambiente/ srqa), tale prodotto mostra lo stato di qualità dell’aria stimato su ogni comune piemontese in relazione agli indicatori giornalieri definiti dal DLgs 155/10 per PM10, biossido di azoto e ozono; nn il Bollettino settimanale delle stime di PM10 (www.arpa.piemonte.it, sezione bollettini): fornisce informazioni sulle concentra-

zioni di particolato relative alla settimana precedente sui comuni capoluogo del Piemonte e sui comuni dell’agglomerato urbano torinese. Nelle figure 3.31-3.32 sono mostrati alcuni esempi di risultati e prodotti ottenuti con il sistema modellistico nelle differenti versioni.

Figura 3.31 - Esempi di campi di concentrazione prodotti dal sistema modellistico. Previsioni di PM10 (concentrazioni espresse in µg/m3) sul bacino padano adriatico, sul Piemonte e sull’area metropolitana torinese per le ore otto del 15 febbraio 2012 emesse il giorno 14 febbraio 2012


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Figura 3.32 - Esempi di indicatori prodotti delle simulazioni modellistiche di lungo periodo - anno 2010 A sinistra, media annua del biossido di azoto; a destra, numero di superamenti del valore limite giornaliero (su base comunale) per il PM10.

LE POLITICHE E GLI OBIETTIVI AMBIENTALI Il 30 giugno del 2011, la Commissione Europea ha avviato, attraverso la predisposizione di un questionario on-line, una procedura di consultazione partecipata per acquisire informazioni utili al processo di revisione della strategia tematica sulla qualità dell’aria. La consultazione pubblica invitava tutte le parti interessate a condividere le loro opinioni su come migliorare l’attuale normativa comunitaria relativa alla qualità dell’aria. Il questionario, diviso in due parti, prevedeva una breve sezione per il grande pubblico e una più specifica per esperti e operatori delle amministrazioni nazionali, autorità regionali o locali, ricercatori, imprese, parti interessate, sanitari, ambientali e altri gruppi coinvolti nella implementazione della normativa comunitaria sulla qualità dell’aria.

Tale consultazione, alla base della fase ascendente del diritto comunitario, ha permesso a Regione Piemonte, in unione con le Regioni e Province Autonome del Bacino Padano (Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Valle D’Aosta, e le Province di Trento e Bolzano che collaborano sin dal 2005 sulla tematica della qualità dell’aria) di presentare un documento unitario con la finalità di ribadire le difficoltà legate al raggiungimento dei limiti di legge in particolare per gli inquinanti PM10 e NO2, nel bacino padano, difficoltà legate in particolare alle condizioni meteo-climatiche particolari di questa area avverse alla ottimale dispersione degli inquinanti e non a mancanza di azioni misure e piani realizzati in questi anni. Parallelamente, al fine di dare maggior peso all’iniziativa, sono state contattate e invitate ad unirsi al gruppo le Regioni europee che presentano analoghe caratteristiche di industria-


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Figura 3.33 - Esempi di prodotti informativi elaborati a partire dai risultati delle simulazioni modellistiche. Stime giornaliere di qualità dell’aria relativamente alla media di PM10


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lizzazione, sviluppo, ricchezza e che per motivi strutturali o geografici non sono riuscite ad ottemperare a pieno agli impegni, in termini di rientro nei valori limite per gli inquinanti PM10 e NO2, richiesti dalla Commissione Europea.

Ad oggi al gruppo partecipano 12 Regioni, di 7 diversi Stati membri, rappresentanti il 22% del PIL Europeo e il 18% della popolazione. Finora compongono il gruppo (Baden-Württemberg, Catalunya, Emilia-Romagna, London, Hessen,

Bollettino settimanale delle stime di PM10

Lombardia, North Rhine-Westphalia, Piemonte, Randstad, Steiermark, Veneto and Vlaanderen). L’iniziativa prende il nome Air Quality Initiative of Regions (AIR). L’obiettivo è quello di realizzare e far giungere alla Commissione Europea un “Position paper” da parte di queste Regioni, aventi caratteristiche simili e un forte interesse sui temi della qualità dell’aria, che possa contribuire alla stesura della proposta di direttiva. All’interno del documento i principali temi sollevati sono: nn

l’introduzione di migliori standards di emissione settoriali (es. norme Euro per i veicoli a motore) quanto prima possibile. La

Commissione Europea dovrebbe supportare inoltre gli stati membri al fine di effettuare la rapida adozione di tali standards; nn maggiore promozione a livello comunitario dell’efficienza energetica e maggior controllo delle emissioni inquinanti che influenzano la qualità dell’aria quali quelle prodotte dagli impianti a biomassa, dai sistemi per la produzione combinata di calore ed energia, da usura di pneumatici e sistemi frenanti e risospensione stradale del particolato atmosferico, mezzi autostradali off-roads e motocicli, navi (per le Regioni con il mare); nn maggiore coerenza a livello europeo tra


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Bollettino Ozono

le politiche ambientali al fine di evitare ripercussioni negative sulla qualità dell’aria (ad esempio maggior attenzione nella promozione delle biomasse senza avere a disposizione efficaci norme sulla limitazione delle emissioni di PM10, NOx e COV per gli impianti che la utilizzano); nn necessità di prevedere specifiche fonti di finanziamento da parte dell’Unione Europea per dare maggior sostegno ad azioni aggiuntive a livello regionale, rivolte

in particolare alle aree europee critiche e con problemi legati a condizioni meteo climatiche avverse alla dispersione degli inquinanti. Tra le attività svolte nel corso del 2011 dal Settore Risanamento Acustico, Elettromagnetico e Atmosferico, particolare importanza riveste la richiesta da parte di Regione Piemonte, effettuata in raccordo con le altre Regioni del bacino padano e con il Ministero dell' Ambien-


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te (ai sensi dell’art. 22 della 2008/50/CE), di proroga dei termini, per le aree che presentano ancora situazioni di superamento dovute alle caratteristiche di dispersione specifiche del sito o a condizioni climatiche avverse, per il rientro dei limiti di legge per l’inquinante NO2 al 2015. Tale richiesta di proroga poteva essere effettuata a condizione che nelle aree, dove si verifica il superamento dei limiti di legge, sia applicata integralmente la normativa europea disponibile (ad es. la direttiva IPPC) e sia in atto la realizzazione di incisive misure per la riduzione delle emissioni previste nei Piani della qualità dell’aria e che sia presentato un Piano con nuove misure che consentano di rispettare i limiti entro il nuovo termine stabilito. In tale ambito sono stati predisposti: il questionario per la richiesta di proroga del termine per il conseguimento dei valori limite per il Biossido di azoto (ex art. 22 della Direttiva 2008/50/CE), corredato da un documento di accompagnamento e trasmesso a Bruxelles in agosto 2011; nn le integrazioni richieste dalla Commissione a novembre 2011 relativamente alla citata notifica ex art. 22, trasmesse al Ministero dell’ambiente in data 19 dicembre 2011. nn

La richiesta prevede la proroga per alcune porzioni del territorio regionale, e in particolare per i comuni di Alessandria, Asti, Biella, Novara, Vercelli e l’agglomerato di Torino. Tale richiesta è ancora al vaglio della Commissione Europea, la quale darà riscontro nel corso del 2012. La Regione Piemonte sta procedendo ad ulteriori approfondimenti sul tema, finalizzati alla revisione della pianificazione vigente alla luce delle ultime novità normative intercorse. Sono state svolte, inoltre, altre attività finalizzate all’attuazione a livello regionale del DLgs 155/10.

Nello specifico sono stati predisposti, con la collaborazione di Arpa Piemonte, sia il “Progetto di zonizzazione e classificazione del territorio regionale” (ex art. 3), sia il “Programma di valutazione della qualità dell’aria” (ex art. 5). Il primo prevede una diversa zonizzazione del territorio regionale piemontese rispetto a quella vigente, essendo variati i presupposti per l’individuazione delle zone rispetto alla precedente normativa. Tale progetto è stato approvato dal Ministero dell’Ambiente. Il Programma di Valutazione, invece, prevede una profonda revisione del Sistema Regionale di Rilevamento della Qualità dell’Aria (SRRQA), volto a configurare una nuova rete in grado di rappresentare uniformemente il territorio regionale. Tale Programma prevede un incremento del numero di stazioni di interesse nazionale, utilizzate per la valutazione annuale della qualità dell’aria, passando dalle attuali 36 a 42. Altro obiettivo fondamentale del Programma è quello di integrare al meglio gli strumenti utilizzati per la Valutazione della qualità dell’Aria (VAQ), ossia il SRRQA e il Sistema Modellistico attualmente operativo in Arpa Piemonte, in grado, quest’ultimo, di stimare su tutto il territorio regionale i livelli di concentrazione di tutti gli inquinanti normati da legge. Ad oggi il Programma di Valutazione è al vaglio del Ministero dell’Ambiente.

LE AZIONI Nel 2011 la Regione Piemonte si è impegnata nella conclusione delle azioni regionali avviate negli anni precedenti, alcune delle quali fanno parte di un accordo sottoscritto in data 31 gennaio 2008 con il Ministero dell’Ambiente e il Comune di Torino ai sensi del DM 16 ottobre 2006 recante “Programma di finanziamenti per le esigenze di tutela ambientale connesse al miglioramento della qualità dell’aria e alla riduzione delle emissioni di materiale articolato in atmosfera”. Di seguito si riporta una breve descrizione delle singole azioni e il loro stato


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di applicazione. Ad oggi non è possibile valutare singolarmente gli effetti che le varie azioni hanno avuto sulla qualità dell’aria in quanto tali effetti non si rivelano come immediati. Tali azioni rappresentano più un risultato raggiunto in termini assoluti che un vero e proprio indicatore di prestazione. 1. Sostituzione dei mezzi più inquinanti in dotazione agli Enti di gestione dei Parchi della Regione Piemonte e di Arpa Piemonte con automezzi con motorizzazioni a basso impatto ambientale (o, in subordine, alimentati a benzina oppure a gasolio dotati di sistemi per la massima riduzione delle emissioni di particolato e di ossidi di azoto, preferibilmente omologati EEV). In particolare Arpa ha sostituito 79 automezzi e 5 mezzi mobili (stazioni mobili per il rilevamento della qualità dell’aria). I Parchi regionali, hanno completato le procedure amministrative per consentire la completa attuazione del piano di rinnovo veicoli approvato nel 2008; per l’anno 2011 sono stati acquisiti 11 mezzi nuovi. 2. Potenziamento della rete di vendita di metano per autotrazione deficitaria in Piemonte rispetto alle esigenze atte a garantire l’utilizzo di motorizzazioni a minor impatto ambientale: gli impianti funzionanti sono ora 50, di cui 29 finanziati dalla Regione Piemonte. Nell’anno 2011, in particolare, 4 sono stati ammessi a finanziamento regionale, e saranno messi in esercizio probabilmente entro il secondo quadrimestre del 2012 e 2 sono entrati in esercizio. 3. Investimenti a favore della riduzione delle emissioni nel trasporto pubblico locale: la fornitura e installazione dei dispositivi di abbattimento delle emissioni di particolato sui veicoli Euro II (900 veicoli), III (770 veicoli) e IV (21 veicoli). Ad oggi sono state effettuate circa 480 installazioni su 900 bus diesel EURO 2 utilizzati per il TPL, mentre

non sono ancora iniziate le installazioni per i veicoli più recenti. 4. Contributi alle Province piemontesi per attuare, in collaborazione con i Comuni, le opportune iniziative di informazione e di sensibilizzazione del pubblico sui contenuti dello Stralcio di Piano per la Mobilità e per incentivare le iniziative delle imprese e degli enti con più di 300 dipendenti, per ridurre l’utilizzo del mezzo individuale per gli spostamenti casa – lavoro, così come previsto dallo Stralcio di Piano per la Mobilità del 18 settembre 2006. Tra le varie iniziative ammesse a finanziamento è presente la possibilità per le Province di dotarsi della figura del Mobility Manager di area vasta. Ad oggi tale figura è stata attivata nelle Province di Asti, Alessandria, Biella, Torino e Vercelli. 5. Contributi ai 34 Comuni individuati dalla DGR n. 57 - 4131 del 23 ottobre 2006 per attuare azioni che favoriscano l’incremento dell’utilizzo del mezzo pubblico in attuazione del Piano Stralcio per la Mobilità (quali ad esempio: veicoli multifunzionali, servizi a chiamata, taxi collettivi, car sharing, bike sharing, ecc). 6. Contributi ai 35 Comuni, individuati dalla DGR n. 19 - 6944 del 24 settembre 2007, per la realizzazione dell’estensione delle ZTL nei Comuni in Zona di Piano, appartenenti all’agglomerato di Torino o aventi più di 20.000 abitanti. I comuni dovranno quindi realizzare la progressiva limitazione, totale o parziale, del traffico fino a coprire almeno il 20% delle strade dei centri abitati. Ad oggi sono stati ammessi a finanziamento 10 comuni di cui 7 nel 2011 (Casale Monferrato, Ivrea, Torino, Tortona, Valenza, Venaria, Vercelli). 7. Incentivi all’utilizzo del trasporto pubblico locale, in sostituzione del veicolo individuale, per particolari utenti e fasce di popolazione (studenti, lavoratori): tale intervento, è inserito nel citato accordo ex DM 16 otto-


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bre 2006. Nell’anno accademico 2010/2011 i beneficiari di tale iniziativa sono stati 26.750 studenti e 8.639 lavoratori, sia pubblici che privati. 8. Prosecuzione, in collaborazione con Finpiemonte, della gestione del bando per l’erogazione di contributi in conto interessi per gli interventi in materia di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni in at-

mosfera, previsti dallo Stralcio di Piano per il Riscaldamento: in particolare nel 2011 il Settore ha avviato un’attività finalizzata alla revisione del bando per incrementarne l’appetibilità e la fruibilità, che sono state messe in crisi dalle recenti difficoltà che hanno colpito il sistema finanziario nazionale ed europeo.

RIFERIMENTI I dati riportati in questo capitolo possono essere consultati nel dettaglio ai seguenti link: Piano Regionale per il risanamento e la tutela della qualità dell’aria http://extranet.regione.piemonte.it/ambiente/aria/piano/index.htm Sistema Regionale di Rilevamento della Qualità dell’Aria (SRRQA) www.sistemapiemonte.it/ambiente/srqa/sistema2.shtml Dati del SRRQA http://www.sistemapiemonte.it/ambiente/srqa/consultadati.shtml ARIAWEB http://extranet.regione.piemonte.it/ambiente/aria/servizi/ariaweb.htm Inventario Regionale delle Emissioni in atmosfera (IREAWEB) http://www.sistemapiemonte.it/ambiente/irea/ Stime quotidiane di qualità dell’aria (PM10, NO2, O3) http://www.sistemapiemonte.it/ambiente/srqa/consultadati.shtml Bollettini (Stime settimanali di PM10, stime previsionali di PM10, bollettino O3) http://www.arpa.piemonte.it/bollettini Le serie storiche degli indicatori ambientali sulla tematica aria sono disponibili all’indirizzo: http://www.arpa.piemonte.it/reporting/indicatori-ambientali-on_line Le attività, il monitoraggio, i controlli e la documentazione sulla tematica aria sono disponibili all’indirizzo: http://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/temi-ambientali/aria


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