Arpa Campania Ambiente n.17/2020

Page 5

La meraviglia dei “Sentieri nel Blu”, i percorsi natatori protetti per tutti Prossimamente saranno realizzati anche nell’incantevole mare di Procida Luigi Iannibelli Già da qualche anno ci sono iniziative di percorsi natatori in mare sia a livello competitivo che non; nella nostra Regione è ormai alla 55ma edizione la famosissima Capri Napoli vera maratona a nuoto nel Golfo vinta, una settimana fa, da Arianna Bridi per la prima volta una donna con anche il tempo record! Il 10 e 11 di ottobre, poi, vi sarà l’ultima tappa dell’ “Italian Open Water Tour” nell’incantevole canale tra Ischia e Procida con diverse tipologie di gare di nuoto. Oltre al momento agonistico estemporaneo, però, è in crescita l interesse ad avere dei percorsi natatori protetti in mare aperto e fruibili da tutti. La bellezza e maestosità di poter nuotare in acque blu è un’ ottima occasione per vivere la natura in modo autentico tanto che, molte Amministrazioni Comunali, Enti Parco e lo stesso Ministero dell’Ambiente, stanno istituendo e promuovendo corsie natatorie in ambienti ed aree protette, grazie al minimo

impatto di questa pratica, oltre al valore culturale e turistico permanente di queste installazioni. Il Comune di Chiavari (GE) al largo delle spiagge della zona di Preli, tra Piazza Gagliardo e la Colonia Piaggio, dal 2016 può vantare una corsia riservata ai nuotatori, opportunamente segnalata da 21 boe che ne segnano il percorso. È il “Miglio Blu”, intitolato al grande nuotatore della Chiavari Nuoto Marino Ianni: percorsa due volte, andata e ritorno, infatti, la corsia equivale a nuotare per 1.852 metri, ovvero un miglio marino Si tratta di un percorso che si propone di garantire a tutti la possibilità di nuotare in mare aperto in perfetta sicurezza. Misura 926 metri, vale a dire mezzo miglio marino, ed è parallelo alla spiaggia di Preli, ai di fuori delle dighe di protezione del litorale, nel tratto compreso fra la spiaggia libera di Piazza Gagliardo e la scogliera adiacente alla Colonia Piaggio. Sempre nella bellissima Liguria è possibile “nuotare nel blu intenso” del mare

dell'Area Marina Protetta delle Cinque Terre grazie ai 600 metri di corsia dedicata ai bagnanti del "Sentiero del Mare", il percorso natatorio ripristinato tra Vernazza e Monterosso. Anche quest’estate grandi e piccini hanno potuto nuotare in tutta sicurezza nel mare delle Cinque Terre in un percorso balneabile delimitato e segnalato da boe numerate, utili anche per calcolare le distanze da percorrere e una

cima ben visibile, interdetto alla navigazione, che si snoda lungo la costa tra le due splendide località. Ideale per regalarsi una esplorazione a bordo di un kayak ma anche per praticare snorkeling e ammirare i ricchi e variegati fondali dell'Area Marina Protetta delle Cinque Terre. La partenza è dal porticciolo di Vernazza, in prossimità della scogliera detta "punta Mava", dove una bacheca informa sul percorso e le

regole di comportamento da mantenere durante la percorrenza. Il sentiero natatorio prosegue fino alla scogliera detta "e Ciappae". A metà percorso, una boa più vistosa delle altre segnala la presenza sul fondale della Madonnina subacquea raccolta in preghiera. Ritornando al nostro incantevole mare è in corso d’opera un Progetto di “Sentieri nel Blu” che riguarderà la Baia del Carbonchio e/o gli specchi d’acqua dell’Isola di Vivara entrambe a Procida. Sono zone il cui accesso dei natanti è ben regolamentato e presentano caratteristiche naturali uniche: fondali molto profondi e ricchissimi di flora e fauna. Il Progetto sarà uno delle prime azioni ambientali positive della prossima Amministrazione Comunale dell’Isola di Arturo coinvolgendo anche tutte le componenti che operano per la Salvaguardia e lo Sviluppo dell’Ambiente in particolare nelle Aree Marine Protette della Regione Campania sempre con il coinvolgimento del MATTM.

Un nuovo itinerario sotto la Basilica della Pietrasanta Il complesso si arricchisce di un decumano sotterraneo lungo quasi un chilometro Ilaria Buonfanti Correva l’anno 533 quando il Vescovo Pomponio fece edificare, sui resti di un antichissimo tempio dedicato a Diana, una basilica in onore della Vergine Maria, la prima in Italia. Nel 1656, in seguito a gravi danni causati dai terremoti, la basilica venne rasa al suolo e ricostruita nuovamente negli undici anni successivi. L’importante complesso monumentale, sito a Napoli in via dei Tribunali, include la basilica, il campanile, le cappelle, la cripta ed i sotterranei, un viaggio completo in una Napoli remota, osservando opere architettoniche di epoca romana, vecchissime formazioni di blocchi di tufo, mosaici di vecchie domus romane e naturalmente dipinti e sculture di raffinata fattura.

Dal 13 giugno scorso, ogni sabato e domenica, è possibile visitare un nuovo percorso sotterraneo, un decumano lungo quasi 1 km, posto a circa 40 metri di profondità, che porterà il visitatore alla scoperta

di una parte dell’acquedotto greco-romano. Le guide accompagneranno i cittadini napoletani ed i turisti attraverso un susseguirsi di cunicoli e sale, dalla Cisterna dei Pozzari all’Archivio di Tufo

passando per la Piscina del Principe fino a giungere ad un ricovero della seconda guerra mondiale. L’acquedotto si estendeva non solo sotto la basilica ma lungo tutto il perimetro della città, permettendo una perfetta distribuzione dell’acqua nell’antica Neapolis. La Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta, questo è il nome completo del complesso, vanta la cupola più alta del centro storico di Napoli ed una curiosa leggenda circa la sua origine. Si narra infatti che il Diavolo, sotto le spoglie di un maiale, infestava la zona fra Piazza Miraglia e il centro antico, e grugnendo spaventava i passanti durante le ore notturne. Il centro di tale attività demoniaca era ritenuta proprio la Pietrasanta. Per

espellere il male dal sito, Pomponio fece costruire la basilica, anche a seguito di un sogno durante il quale la Madonna gli ordinò di erigerle una chiesa nel luogo dove si sarebbe ritrovato un panno celeste. Sotto il panno, la pietra santa: una roccia con su incisa una croce, che sarebbe stata venerata dai fedeli negli anni come fonte d’indulgenza. La Basilica, che nei periodi post bellici è stata adibita a caserma dei pompieri e deposito di materiali edili, è oggi sede di prestigiose mostre grazie alla collaborazione costante con il MANN e con il Museo Archeologico di Napoli. In questo periodo di emergenza Covid, le visite guidate sono a numero ridotto ed è assolutamente necessaria la prenotazione.


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.