Arpa Campania Ambiente n.23/2018

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Il Rapporto “Cambia la Terra 2018” L’agricoltura convenzionale inquina l’economia oltre che il Pianeta La presentazione presso la Camera dei Deputati del rapporto Cambia la Terra ha rappresentato l’occasione per esporre i più recenti dati sul modello produttivo agricolo italiano, e, avanzare proposte concrete ai rappresentanti delle istituzioni, per una seria transizione verso il biologico. L’attuale modello di produzione e distribuzione, come confermato dai più recenti studi delle organizzazioni internazionali, Federbio con Isde, Medici per l’ambiente, Legambiente, Lipu e WWF, non ha risolto i problemi dell’accesso al cibo, aggravando le emergenze relative all’inquinamento, al clima, alla sanità e alla conservazione della biodiversità. I dati scientifici confermano che il modello dell’agricoltura industriale è assolutamente superato ed offrono indicazioni molto chiare su come contrastare il cambiamento climatico, come tutelare la biodiversità e la salute pubblica attraverso il modello dell’agroecologia e dell’agricoltura biologica. Però, a fronte di questa chiarezza, si richiedono scelte politiche limpide e coraggiose. Le proposte avanzate sono di investire con decisione in agricoltura pulita, passando dall’attuale 15,4% di superficie coltivata a bio in Italia a fine 2017, al 40% di campi biologici entro il 2027, a conclusione del periodo di programmazione della nuova PAC. Vietare l’utilizzo dei prodotti chimici più dannosi, quale il glifosato e rimuoverlo da tutti i disciplinari di produzione che lo prevedono; attivare normative per prevenire il rischio di contaminazione accidentale con misure adeguate a carico di chi fa uso di prodotti chimici di sintesi nei terreni confinanti con quelli coltivati con il metodo biologico, applicando correttamente il principio chi inquina paga. Ambientalisti e imprenditori del biologico sono convinti che il modello agricolo del ‘900, industrializzazione più chimica di sintesi, sia giunto al capolinea...

Presentato nel 2017 dallo studio di architettura LAVA (autore, tra l’altro, del Watercube per le Olimpiadi di Pechino del 2008)...

Pollice a pag. 3

Palumbo a pag.12

EDITORIALE

Lo stato dei fiumi irpini e il monitoraggio Arpac di Luigi Stefano Sorvino

ARPAC

La “febbre del mare”: a novembre temperature delle acque troppo elevate in Campania Negli ultimi anni sempre più frequentemente si osservano in Campania fenomeni meteorologici di notevole intensità. a pag.6

SMART CITY

Inquinamento e smog nelle grandi città: la mobilità elettrica può essere una soluzione? Si è tenuta a Napoli, presso la sede dell’Enel, una giornata di divulgazione per comunicatori dedicata alla mobilità elettrica... Martelli a pag.5

SCIENZA & TECNOLOGIA

Recuperare biometano dai rifiuti organici Le eccellenze italiane che guardano al futuro La nuova frontiera dell’economia circolare si chiama biometano e l’Italia sta già dimostrando di essere pronta ad accogliere questa sfida. Giordano a pag.9

BIO-ARCHITETTURA

Il progetto Sydney Garden Island Trasformare l’ex base navale in un distretto culturale

Lo scorso 30 novembre ad Avellino si è tenuto un convegno sullo stato dell’arte del Servizio idrico integrato, promosso dall’Ordine provinciale degli ingegneri. Pubblichiamo una sintesi della relazione del commissario Arpac Stefano Sorvino, chiamato a illustrare le condizioni ambientali dei fiumi delle province interne della Campania. Il Servizio idrico integrato è inteso dalla normativa come razionalizzazione gestionale che ricompone, in un circuito organico ed unitario – organizzato in forma imprenditoriale - il servizio di acquedotto con quello di fognatura, collettamento e depurazione per ambiti ottimali. La qualità ed efficienza della gestione dovrebbero incidere in modo determinante sul miglioramento della condizione ambientale dei corpi idrici. La stretta connessione tra il profilo di gestione e le proiezioni ecologiche è recepita dalla stessa normativa comunitaria e nazionale, che ricompone organicamente i vari obiettivi, tra cui, dal punto di vista ambientale, il raggiungimento del “buono stato” per tutte le acque. I corpi idrici rappresentano segmenti elementari minimi di reticolo idrografico – ma anche laghi, tratti costieri ed acque di transizione – con caratteristiche tendenzialmente omogenee, su cui è possibile valutare le pressioni misurandone gli impatti, definire lo stato qualitativo (sotto l'aspetto chimico, ecologico ed ambientale), stabilire gli interventi di risanamento e tutela monitorandone l'efficacia rispetto al conseguimento degli obiettivi prefissati. In base alla normativa vi-

gente, ad Arpac compete l'attività di monitoraggio, oltre ai compiti di controllo puntuale di conformità delle emissioni ai parametri normativi. In sintesi, in Irpinia i corpi idrici superficiali non versano in pessimo stato ma nemmeno risultano immuni da situazioni di degrado, in qualche caso con criticità anche acute e diffuse, ma certamente recuperabili soprattutto attraverso il miglioramento delle gestioni depurative. Arpac, sin dal suo avvio di operatività nel 2001, svolge un monitoraggio costante ed articolato dei principali corpi idrici della Campania, comprese le aste fluviali, con attività progressivamente ampliate e rimodulate in conformità all’evoluzione della normativa di riferimento. Oggi la rete di monitoraggio Arpac è articolata in 153 stazioni di rilevamento, rappresentative di 193 corpi idrici superficiali, per la valutazione sistematica – svolta in archi pluriennali e finalizzata alla classificazione di qualità – degli elementi chimico-fisici e biologici i cui esiti consentiranno di verificare entro il 2021 il rispetto degli obiettivi di qualità ambientale. L’Agenzia ha recentemente attivato, nell’anno in corso, il monitoraggio della fauna ittica, anche grazie a una convenzione con l’Università di Napoli Federico II. continua a pag.2


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