Arpa Campania Ambiente n. 5/2018

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Incendi di rifiuti, non solo in Campania Discariche e centri di recupero in fiamme in molte regioni negli ultimi mesi: ecco alcuni casi emblematici «Quasi trecento incendi, in Italia, in siti di trattamento dei rifiuti in due anni»: a ricordare questa drammatica cifra è stato il ministro Sergio Costa all’indomani del rogo che ha colpito a inizio luglio un impianto di recupero di scarti della differenziata a San Vitaliano, nel Nolano. Tanto che lo stesso ministro ha proposto di dichiarare “siti sensibili” gli impianti di gestione dell’immondizia. Sebbene la Campania sia indubbiamente in prima linea, in questo preoccupante fenomeno, la nostra regione è in nutrita compagnia: dal Friuli alla Sicilia, dal Piemonte alla Puglia, in pratica non c’è territorio del Paese in cui i rifiuti non bruciano. Alcuni casi finiscono anche sui telegiornali nazionali. È successo, ad esempio, a inizio agosto a Pietrasanta, in Versilia, dove un magazzino di materiale edile di risulta ha preso fuoco in prossimità di spiagge molto frequentate. Il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente è ovviamente chiamato a intervenire in queste crisi. Qui è toccato, naturalmente, all’Arpa Toscana, che fin dalle prime ore dell’evento, il 3 agosto, ha posizionato un mezzo mobile a circa settecento metri dal luogo dell’incendio, nella direzione in cui soffiava il vento. Così, nonostante la densa nube di fumo nero, ben visibile dalla vicina Aurelia provvisoriamente chiusa al traffico, Arpat ha potuto affermare, il giorno stesso dell’evento, che non si sono rilevate alterazioni dei principali parametri di qualità dell’aria. In altre parole, tutti gli inquinanti atmosferici monitorati dall’Arpat sono risultati sotto il limite di legge. Eppure, nelle stesse ore, l’Asl della Toscana del Nord-Ovest ha diramato una nota che invitava i cittadini di sei comuni a evitare di sostare all’aperto, a chiudere a dovere gli infissi di casa, e inoltre sconsigliava di consumare frutta e ortaggi raccolti nell’area interessata dall’incendio, se non dopo accurato lavaggio.

Mosca a pag. 6

EDITORIALE

Ambiente e sanità: autonomia consolidata di Luigi Stefano Sorvino

ISTITUZIONI

Le isole sostenibili, un modello possibile Secondo Legambiente “le isole sono il laboratorio ideale per affrontare e vincere le sfide ambientali più urgenti e importanti che il mondo ha di fronte”. Liguori a pag.4

DAL MONDO

Stop alla deforestazione per produrre cacao La Colombia, troppo spesso ricordata per il clima di terrore generato dalla guerriglia che da decenni la attanaglia, in realtà terra di orchidee, di caffè, di artisti... Martelli a pag.5

EMERGENZA MEDITERRANEO

Cambiamento climatico ed eventi estremi Il cambiamento climatico rende sempre più probabili gli eventi estremi che l’Europa sta vivendo. Gli incendi dolosi in Grecia, ma anche quelli che hanno colpito... Pollice a pag.10

AMBIENTE & SALUTE

Dieta mediterranea contro l’inquinamento Sono chiari a tutti i motivi per cui la Dieta Mediterranea è stata riconosciuta dall’Unesco Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Promuove l’interazione sociale... Clemente a pag.13

Solo da non molti anni, con la costituzione operativa delle Agenzie Ambientali, a seguito del referendum abrogativo del 1993 e della successiva legge quadro istitutiva, il settore della tutela ambientale è divenuto completamente autonomo dalla sfera dell'igiene e sanità pubblica, anche sul piano degli strumenti tecnico-operativi. Agli inizi del Novecento la materia "ambiente" non esisteva nella disciplina e nell'organizzazione amministrativa, e nemmeno nella terminologia corrente, in quanto non si configurava la problematica sottostante che sarebbe chiaramente emersa, a livello nazionale ed internazionale, tra gli anni sessanta e settanta con i grandi inquinamenti e la consapevolezza dei limiti di sostenibilità dello sviluppo. Le poche generiche disposizioni riconducibili alla qualità dell'ambiente (circa, ad esempio, la "purezza" delle acque e dell'aria, le lavorazioni insalubri, ecc.), che oggi potremmo individuare come il nucleo embrionale di un diritto dell'ambiente ante litteram, si rinvenivano nel testo unico delle leggi sanitarie (1934), in particolare nella disciplina dell'igiene pub-

blica. La Costituzione repubblicana del 1948, pur innovativa nei principi, ha codificato la tutela della salute come "diritto individuale ed interesse collettivo" mentre non ha menzionato, nel testo originario, il termine ambiente - all'epoca non ancora emerso nel dibattito pubblico - anche se i riferimenti al paesaggio e alla salute sono stati poi intesi in senso estensivo dalla successiva giurisprudenza costituzionale per ricostruirvi una valenza costituzionale indiretta della tutela ambientale. A fine anni sessanta-inizio settanta, anche a seguito del tumultuoso sviluppo economico e produttivo dei decenni precedenti, ha iniziato a manifestarsi una crescente problematica di inquinamenti ambientali in Italia e nei Paesi dell'Occidente avanzato, che ha stimolato la formazione e l'articolazione di varie normative settoriali di tutela (per l'inquinamento atmosferico, gli scarichi nelle acque, i rifiuti, ecc.). La materia dell'ambiente ha così iniziato ad autonomizzarsi da quella sanitaria sul piano normativo, amministrativo ed organizzativo, pur disponendo all'inizio di pochi strumenti e risorse. continua a pag.2


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