#MAGAZINE CORRIERE

POPE ART

10 FEBBRAIO ANNO I NUMERO 12

Direttore Responsabile Antonio Di Maio Coordinatore di redazione Augusto Santojanni #MAGAZINE Diretto da Armando De Martino Redazione Graziella Tetta, Carmen Costabile Rosa Caputo, Annamaria Marmo, Fulvio Feo, Emanuela Guarnieri, Luca Marsilia Giulia Compagnone, Roberta Luppino, Cristina Varchetta, Daniele De Falco, Matteo Esposito, Lello Consolo, Crescenzo Mele, Chiara Ferrante, Laura Perna Maria Palma Gramaglia

Supplemento de Il Corriere di Pianura del Tribunale di Napoli n° 5215 del 31/05/2001

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POPE ART

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#Laura Perna Ci porta attraverso la nuova frontiera della economia tanto cara all'Unione Europea.

#Armando De Martino Bergoglio ultimo riferimento di sinistra

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QUESTIONE MERIDIONALE

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#Antonio Di Maio Esiste ancora una questione Meridionale?

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GLI SCISMI DI ITALIA #Daniele De Falco La crisi dei partiti. Dal Movimento alla Lega è un fuggi fuggi generale

ECONOMIA CIRCOLARE

L'ETERNO CONFLITTO #Chiara Ferrante Ci riporta all'eterno scontro generazionale.

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BONUS EDILIZI: FRODE? #Matteo Esposito Affronta un argomento passato troppo in silenzio, Bonus o Frode?

Corrieremagazine

magazinecorriere@libero.it

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WILL HUNTING GENIO RIBELLE

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#Maria Palma Gramaglia Diva o antidiva?

#Emanuiele Matera La recensione

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IL MOSTRO DI CESARE

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#Annamaria Marmo Parte da Cremonini per parlarci della schizofrenia.

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VITAMINE: COME ASSUMERLE? #Carmen Costabile La dottoressa nella sua rubrica settimanale tiene una lezione scritta sull'uso delle vitamine e le loro funzioni.

DRUSILLA FOER

'A CIORTA #Graziella Tetta Satirico viaggio personale attraverso i confini della sfiga.

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VASCO 70 #Rosa Caputo 70 anni di Vasco Rossi

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#HASTAG DELLA SETTIMANA #Lello Consolo In costante viaggio su Twitter

#editoriale

POPE ART

#ARMANDO DE MARTINO Forse sarà la totale assenza di riferimenti politici a farmi immaginare Bergoglio come l'ultimo baluardo idealista di qualcosa che ha a che fare con la sinistra.

Una voce trasversale che taglia tempo e generazioni. Cosi Pop, cosi artistico come un pezzo di argilla che si è dovuto rafforzare nel tempo. Il sorriso accennato, lo sguardo vispo e l'uomo che prevale sulla sua figura santificata. Rinfaccia all'Europa e ai singoli governi il dramma degli immigrati, lasciati soli a morire e a combattere per una sopravvivenza. Il diritto alla vita, il dovere della solidarietà.

Risorsa e non condanna, in un Paese a natalità zero, l'integrazione può servire alla economia e al suo sviluppo. Bianco nelle vesti, lucido nel pensiero rivoluzionario solo per chi è abituata ad una austerità demodé di una chiesa che rotola tra mille dogmi che fanno fatica a reggersi. "Non mi so spiegare perché certe cose accadano ai bambini. Non me lo so spiegare nemmeno io". Umanità, sincerità, l'ipocrisia che lascia spazio alla semplicità del comunicatore. Bergoglio rinfaccia la drammaticità dei salari bassi, delle lotte alla parità e ci domandiamo se, il capo di uno dei più importanti simboli capitalistici mondiali, debba essere il solo a darci questa lezione morale di solidarietà. L'ambiente e il passaggio forte sull'uomo che distrugge il suo habitat per meri interessi economici.

Bergoglio non scappa, non si rifugia dietro ai misteri della fede anzi, denuda la fragilità della Chiesa, di quella parte forte che la vuole ideologica, spiritualmente mondana che accresce il potere clericale allontanandosi dal vangelo.

E' una figura Pop Bergoglio capace di entrare diritto al cuore dei discorsi senza filtrarli. E' un leader innato, Affronta il tema della aggressività sociale ricordando l'alto numero di suicidi tra i giovani degli ultimi anni. Una triste verità che, presi da scismi di partiti, corse al quirinale, nessuno dei nostri rappresentanti ha mai pensato bene di affrontare. Bergoglio è un un simbolo mondiale, un rivoluzionario silenzioso che incarna tutto ciò che avremmo desiderato avere, noi, ultimi romantici di un mondo che dovevamo cambiare ed invece abbiamo contribuito ad affossare.

#ANTONIO DI MAIO

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Il caso della piccola Ginevra, la bimba calabrese morta di covid al Bambin Gesù ci ha lasciati sgomenti: a causa della carenza di posti di terapia intensiva pediatrica negli ospedali calabresi, la piccola era arrivata in condizioni disperate a Roma con un volo militare e vani sono stati i tentativi di salvarle la vita da parte dei medici. Questo tragico evento ci mette nuovamente e prepotentemente di fronte alla mai risolta questione meridionale. Nonostante siano passati oltre 160 anni dall’unità d’Italia, la distanza tra nord e sud esiste e persiste.

Nel suo discorso di insediamento, il presidente Mattarella non ha mai nominato la parola Meridione. Secondo gli analisti però non significa che il Capo dello Stato non ritenga prioritario lo sviluppo del sud ma che bisogna cambiare approccio poiché i problemi di una parte del paese riguardano l’intero paese e devono essere affrontati in maniera trasversale. Mattarella dice che le disuguaglianze sono il freno per ogni prospettiva reale di crescita ed il compito dello stato è rimuovere gli ostacoli, come prescrive la Costituzione. Noi che viviamo al sud sappiamo che esistono anche disuguaglianze territoriali: quelle dovute al luogo di nascita, come ha recentemente scritto Isaia Sales: «Se vivi, lavori, studi, ti ammali o invecchi al sud cambiano radicalmente le tue opportunità e le tue possibilità». E’ come se esistessero due Italie, con il sud che vive in condizioni sociali, economiche e civili peggiori rispetto al nord. Anche in altri paesi europei esistono zone più arretrate ma solo in Italia questi territori superano il 40% della superficie nazionale (ben 8 regioni) ed oltre 20 milioni di cittadini. Il sud resta il luogo delle disparità per eccellenza: meno asili, meno scuole, meno assistenti sociali, meno lavoro e opportunità, meno infrastrutture, redditi più bassi, peggiore qualità della vita, trasporti meno efficienti, peggiori servizi sanitari e assistenziali per gli anziani. Tutto ciò si traduce in una minore aspettativa di vita perché se si vive male e ci si cura peggio, chiaramente si muore anche prima. Tutti i dati statistici pongono l’accento sull’esistenza di 3 diversi gap: geografico, generazionale e di genere.

Il sud è terra di “working poor”:

in Campania circa il 42% dei lavoratori percepisce salari bassi, al di sotto della soglia di povertà. Partite Iva, precari, interinali: questi sono in maggioranza i lavoratori poveri.

E’ un fenomeno globale che però è peggiorato a causa della pandemia: l’Italia è l’unico paese europeo dove dal 1990 al 2020 gli stipendi medi sono diminuiti (-2,9%).n Germania sono aumentati di oltre il 33 per cento ed in Francia del 31: due paesi dove vige la legge sul salario minimo mentre in Italia si è scelta la strada della flessibilità che si è spesso tradotta in precarietà sottopagata. La maggior parte dei “working poor” sono under 35 e tra questi le donne sono la maggioranza assoluta. La pandemia ha fatto perdere 260 mila posti di lavoro alle donne in Italia e al sud lavora solo una donna su tre. Ci sono meno chances ma anche un welfare che non permette alle madri lavoratrici di accedere facilmente agli asili pubblici. «Dignità è non dover essere costrette a scegliere tra lavoro e maternità», ha detto Mattarella nel suo discorso di insediamento. In realtà le donne del sud non hanno possibilità di scelta sia perché mancano i servizi per le madri lavoratrici sia perché solo il 33 per cento di esse ha un lavoro. E anche chi lavora, ha un contratto a termine oppure un parttime involontario e guadagna di meno rispetto ai colleghi maschi. E se perde l’occupazione quasi sicuramente non ne troverà nessun’altra.

A fronte di una media nazionale del 50%, la nostra regione fa molto peggio: la percentuale delle donne occupate è solo il 29%. Ma il gap non è solo di genere, è anche generazionale: al sud ci sono 900 mila “Neet”, cioè giovani donne under 34 che non lavorano e non studiano. Solo 5 laureate su 10 trovano lavoro ed il 15% delle ragazze abbandona prematuramente gli studi. Il nord che guarda all’Europa vuole abbandonare la zavorra meridionale. E’ storia vecchia e, passo dopo passo, ci sta quasi riuscendo. Se non si eliminano questi gap (territoriali, di genere e generazionali) che si trasformano in disuguaglianze sociali si arriverà ad un progressivo indebolimento dell’intera nazione.

Molti confidano giustamente nelle opportunità del Recovery Fund ma bisogna anche saper incoraggiare il protagonismo dei giovani del sud che devono dare il loro contributo per superare visioni vittimistiche e per decidere quale futuro vogliono per il nostro territorio.

#DANIELE DE FALCO

L ’ el ez i one del Pr es i dent e del l a Repubbl i ca ha s c oper c hi at o i l v as o di Pandor a, f acendo v eni r e a gal l a l e debol ez z e di al c une del l e pr i nci pal i f or z e pol i t i c he del paes e. L a L ega, r educe dal gr ande s uc c es s o ot t enut o al l e eur opee del 201 9, ha r egi s t r at o un br us c o c al o nei s ondaggi nel cor s o degl i ul t i mi t r e anni . I l l eader l eghi s t a Mat t eo Sal v i ni s i è det t o i ns oddi s f at t o del l av or o oper at o dal cent r odes t r a s ul l a nomi na del c andi dat o pr es i dent e. L ’ opz i one El i s abet t a Cas el l at i , i nf at t i , non ha c onv i nt o al c uni es ponent i del l a coal i z i one, mol t i di ques t i appar t enent i a F or z a I t al i a.

Nonos t ant e l ’ ent us i as mo mani f es t at o per l a r i el ez i one di Mat t ar el l a, i t r as c or s i bur r as cos i av ut i c on l ’ at t ual e pr es i dent e, r i s al ent i al Cont e I , s ono anc or a i mpr es s i nel l a memor i a di t ut t i . I l c al o dei s ondaggi è i n par t e dov ut o a un di et r of r ont non c ondi v i s o da mol t i dei s uoi el et t or i , c he or a non r i pongono pi ù i n l ui l a f i duc i a s per at a. L a r i f or ma del l a Gi us t i z i a r appr es ent a, s ec ondo Sal v i ni , l ’ ul t i ma chance che ha i l c ent r odes t r a per r i met t er s i i n s es t o. A det t a s ua, l a c oal i z i one r i s ul t a, al l o s t at o at t ual e, t ut t ’ al t r o c he c ompat t a. Ev i dent ement e, i l f i at o s ul c ol l o di Gi or gi a Mel oni , pr ont a a gar eggi ar e a s pr on bat t ut o per i l pos t o da l eader del l a c oal i z i one, s i f a s empr e pi ù i nt ens o. L e t emat i che por t at e i n auge dal l a L ega i n ques t i anni , i mmi gr az i one e l egi t t i ma di f es a come cav al l i di bat t agl i a, hanno per s o l o s mal t o di un t empo. Nel f r at t empo, l a l eader di F r at el l i di I t al i a s embr a pr oc eder e a pas s o s v el t o, dopo es s er s i aggi udi cat a buona par t e degl i el et t or i di des t r a appar t enent i al f r ont e no v ax e no gr een pas s . Si par l a di una pos s i bi l e c r i s i di gov er no a gi ugno e pr eoccupa l ’ at t eggi ament o del l a L ega, c he ha mi nacci at o di non v ol er v ot ar e i l dec r et o Cov i d dur ant e l ’ ul t i ma s edut a del Cons i gl i o dei Mi ni s t r i . Cont r ar i o al l ’ es t ens i one del Super Gr een Pas s i n negoz i , banc he, pos t e e par r uc c hi er e, Sal v i ni ha cos t r et t o Dr aghi ad una c ont r opar t i t a. L ’ i nt r oduz i one di un s empl i c e obbl i go di t ampone negat i v o per c hi unque v ol es s e us uf r ui r e di t al i s er v i z i è s t at o ac c et t at o mal v ol ent i er i dal Pr es i dent e del Cons i gl i o, c ont r ar i o a manov r e di t i po pol i t i co, s pec i al ment e i n un per i odo c os ì compl i cat o.

I ns omma, al L eader del Car r oc c i o s embr a s t ar e s t r et t o i l r uol o nel l ’ es ec ut i v o e i s uoi at t eggi ament i f anno t r as par i r e una f or t e nos t al gi a per l a v ec c hi a e c ar a oppos i z i one. Al t r e cr epe i nt er ne s i r egi s t r ano s ul f r ont e pent as t el l at o, c on i l duel l o Cont e - Di Mai o s empr e pi ù f i t t o. L e di v er genz e di pens i er o s ul c andi dat o al Col l e

hanno alimentato grandi tensioni, determinando un’ulteriore spaccatura all’interno del partito. Il leader del M5S non ha affatto gradito la vicinanza tra il rappresentante della Farnesina e il Presidente del Consiglio. Nonostante sia trascorso più di un anno dall’elezione di Mario Draghi, l’astio di Conte nei suoi confronti non sembra essere mutato. Nel frattempo, Di Maio, insieme a buona parte dei Cinque Stelle, si è detto contrario alla candidatura di Elisabetta Belloni, sostenuta dal leader pentastellato. L’ammutinamento di 94 parlamentari del Movimento, 46 tra deputati e senatori, avvenuto con il passaggio da Conte a Draghi, ha fatto registrare un calo nei sondaggi non indifferente, che si aggiunge a quello avvenuto con il passaggio dal Conte I al Conte II. Se la riconciliazione avvenuta la scorsa estate tra Conte e Grillo sembrava aver scongiurato definitivamente nuovi scontri, ora il fondatore del Movimento è tornato nuovamente alla carica sulla questione statuto. Come se non bastasse, non è mancato l’attacco nei confronti di Conte sulla questione Rai. Ciliegina sulla torta, Grillo si è definito stanco dei Cinquestelle. E’ evidente che queste dichiarazioni non fanno che esacerbare un clima già poco disteso, specialmente dopo l’annunciato ritiro di Di Maio dal Comitato di Garanzia del partito. Anche Di Battista si è scagliato fortemente contro l’attuale Ministro degli Esteri e l’hashtag #DiMaioout, creato ad hoc dai 289 profili digitali appartenenti a persone fittizie, rimbalza all’impazzata su tutti i social. «Il confronto delle idee e la pluralità delle opinioni non è mai stata in discussione. Questo però non significherà mai permettere che il nostro impegno con gli iscritti e con i cittadini siano compromessi da percorsi divisivi e personali e da tattiche di logoramento che minano l’unità del Movimento». Dice il Ministro degli Esteri. In questo clima già molto acceso, la recente sentenza del tribunale di Napoli che ha sospeso la presidenza di Conte nel Movimento potrebbe far precipitare la situazione. In vista delle prossime elezioni, il quadro generale non sembra essere dei migliori e se si dovesse andare al voto anticipato, allora verrebbe a crearsi una situazione di caos totale.

Anteporre il bene dei cittadini all’interesse dei singoli capi di partito è in questo momento indispensabile.

#LAURA PERNA

A partire dal 2015, in particolare nel momento in cui si è posta l’attenzione su quella che è la sostenibilità nel suo complesso (e gli obiettivi sostenibili da raggiungere), si è introdotto il concetto di Economia circolare.

L’odierno sistema capitalistico è caratterizzato da un’economia definita lineare in cui le materie prime vengono inserite all’interno del processo di produzione. Una volta ottenuti gli output (quantità prodotte), questi vengono redistribuiti sul mercato per soddisfare la domanda di consumo. L’ultima fase del processo è lo scarto dei rifiuti. Tuttavia, in un contesto di risorse scarse, l’attuale sistema di produzione, nel lungo periodo, non garantirà alle generazioni future l’accesso alle risorse naturali. Infatti, studi statistici affermano che in assenza di politiche sostenibili, nel 2050 sarà necessario l’utilizzo delle risorse di tre pianeti se non si rallenta l’odierno ritmo di sfruttamento. Alla luce di quanto detto, l’obiettivo dell’economia circolare è quello di “chiudere il circolo” introducendo all’interno del processo di produzione quegli stessi rifiuti che possono essere reintegrati come materie prime. La conseguenza sarebbe una rivoluzione verde atta a determinare il cambiamento dei modelli di produzione e consumo grazie alla condivisione del prodotto, incidendo sui sistemi di business. Questo nuovo concetto di economia si fonda su tre pilastri principali quali la riduzione dell’utilizzo di risorse naturali; il riutilizzo e recupero dei prodotti e le loro componenti; il riciclo. L’impiego di risorse rinnovabili sarebbe il primo passo non solo per il risparmio di materie prime ed energie, ma anche per garantire una migliore qualità ambientale grazie alla riduzione delle emissioni di CO2 dannose per il clima. Anche da un punto di vista d’impresa, i risultati non sarebbero da sottovalutare: l’economia circolare pare essere in grado non solo di alimentare nuove attività ed investimenti caratterizzati dall’utilizzo condiviso piuttosto che dal possesso, ma di stimolare l’innovazione (anche tecnologica) che si riflette nell’utilizzo efficiente dei fattori produttivi (input) e, soprattutto, sull’incremento dell’offerta di lavoro, cui conseguenza principale è l’aumento del benessere della popolazione. L’Unione europea si mostra consapevole da un lato, del rischio cui stiamo incorrendo, dall’altro, delle conseguenze positive garantite dall’economia circolare.

Nel 2015 la Commissione europea ha implementato un piano d’azione per accelerare il processo di transizione dei paesi europei verso un’economia circolare nel suo complesso. Il piano si compone di cinquantaquattro misure necessarie per “chiudere il cerchio” del ciclo di vita ed utilizzo dei prodotti. Oltre alle misure, sono individuati cinque settori prioritari: materie plastiche, rifiuti alimentari, materie prime essenziali, costruzione e demolizione, biomassa e materiali biologici. Tutte le misure sono state concretizzate o, sono in fase di concretizzazione all’interno dei paesi dell’Unione europea. Tuttavia, a fronte di un ben lontano raggiungimento degli obiettivi promossi, la Commissione europea ha spinto un “nuovo piano d’azione per l’economia circolare” in linea con gli obiettivi previsti dal Green Deal (in particolare la neutralità climatica da raggiungere entro il 2050). Il piano attiene alla prevenzione e gestione ideale dei rifiuti, incentivando la crescita e la competitività d’impresa nel quadro della leadership europea.

#CHIARA FERRANTE

Alla voce della parola “Giovane” nel vocabolario Treccani, compare la seguente dicitura: “Che si trova nell'età della giovinezza.

Spesso col valore di ‘adulto ma non ancora maturo o tanto meno vecchio”. È sempre più inflazionata oggi l’espressione “dare spazio ai giovani”. Spesso questa frase viene pronunciata da chi magari è avanti con l'età, ha già fatto esperienza e non ha più nulla da offrire se non il proprio tempo. Lo slogan, gridato con tanto ardore, nasconde però una velata ma profonda bugia: quando un giovane riesce ad avere spazio ecco che, come avvoltoi, ci si cimenta nell’inondare con rabbia chi a malapena inizia a nuotare. La situazione del giovane italiano è un eterno vortice tra volontà negata e diritto al lamento.

Guai a pretendere altro: oltre questo nulla ci è concesso.

Tra i giovanissimi però, c’è un lutto ancora vivo e grave: Quello di Lorenzo, studente morto ammazzato da una trave di ferro presso lo stabilimento Burimec, in provincia di Udine.

Aveva diciotto anni. Non era lì perché ci lavorava ma perché un lavoro, a grandi linee, lo stava imparando: erano infatti le ultime ore del suo stage di alternanza scuola-lavoro. Per il Ministero, l’alternanza scuola-lavoro è una modalità didattica innovativa, che cerca di mettere in pratica ciò che imparano gli studenti presso gli istituti, al fine di indirizzarli con un bagaglio d’esperienza e di formazione al mondo del lavoro. È un sistema che prevede assieme al consueto insegnamento tra i banchi non meno di 400 ore di pratica lavorativa presso delle aziende.

Chi li accoglie, riceve bonus ed incentivi mentre lo studente, in cambio, fa esperienza.

Quanto dolci sono le parole di chi conosce la sensazione della pancia piena e della testa tranquilla? Nessuno ha avuto ed ha il coraggio di ammettere, all’interno dello scintillante mondo parlamentare, che questo è uno sfruttamento istituzionalizzato e legittimato dallo Stato Italiano che, immemore degli insegnamenti passati, non si muove se non si sfiora la tragedia, o peggio. Perché Lorenzo è morto, e con lui i sogni di un diciottenne.

La mobilitazione è stata massiccia, ma sembrava assistere ad una scena già vista: A Roma, durante una protesta organizzata da alcuni liceali per chiedere giustizia per il compagno di scuola, le forze dell’ordine hanno caricato la folla, impedendo perciò a gran

parte degli aderenti al corteo di raggiungere il Ministero dell’Istruzione. Chi però è riuscito ad arrivarci gridava “Pagherete caro, pagherete tutto”. Slogan intramontabile.

La fiducia dei giovani mi stupisce, mi affascina e mi turba allo stesso momento. Chi ha caricato quei ragazzini, chi li ha affrontati senza combattere al loro fianco, ha ucciso di nuovo Lorenzo. Magari tra loro si celano gli stessi che, se un giovane cerca di emergere tende a sminuirne le competenze I giovani vogliono essere protagonisti, ma a che costo? Sono sempre più sacrificati, argonauti in un mare sempre più intriso di astrattezze. I giovani devono avere spazio ma vanno sottopagati, i giovani devono fare figli ma senza condizioni che permettano la serenità, i giovani devono badare al futuro del Paese con regole vecchie, imposte e indiscutibili.

I giovani non hanno voglia di lavorare e non hanno a cuore le sorti dell’Italia, e poi via, sempre così, scivola questo disco rotto di parole che la maggior parte degli adulti ad oggi, decide di ripetere, pur di non ammettere che loro della rivoluzione e delle loro lotte, hanno solo un vago e flebile ricordo, che anima il cuore ma che cessa di esistere appena lo si menziona.

La verità è che, ad oggi, non ci sono le vere rivoluzioni. Chi ci prova viene etichettato come appartenente ad una generazione vista come incapace, fannullona, lasciva. Perché noi, generazioni precedenti e giovani d'oggi, siamo ormai assorbiti dal vortice spazio temporale che ci prosciuga le ossa, impegnati così ad essere anonimi creditori di una società troppo complessa da combattere. Lo spirito ribelle si è prosciugato, seccato come l'inchiostro dei quaderni di liceo pieni di sogni, e la voglia di lottare per un mondo migliore va sempre più ad affievolirsi, come la nostra coscienza. La verità è che, se ad oggi abbiamo fatto una rivoluzione, essa sta in questo: Nel restare vivi, aggrappati ad un’illusoria processione che evita la disperazione.

Esistiamo, condannati a non essere, finché morte o mancata retribuzione, non ci separi.

#MATTEO ESPOSITO

Stimolare l’economia di un paese con detrazioni ed incentivi è uno strumento abbastanza noto ed utilizzato nel vecchio continente, dove lo stato “affida” ai propri cittadini la possibilità di intervenire e creare surplus economico in settori soggetti a stagnazione. Ed è esattamente quel che sta accadendo con il Bonus Ristrutturazione, dove lo stato si fa garante di un pieno 110% dei lavori a carico del cittadino/ente proponente. Ma fra tagli delle tasse per oltre 8 miliardi e riduzione degli scalini per aliquote Irpef, l’agenzia delle entrate ha seguito con difficoltà l’evolversi di una mega truffa da quasi un miliardo perpetuata in una settimana. Cifre da Wall Street ma con il segno meno e dove a pagare sarà lo stato. Ma come funziona il Bonus?

Chi ha speso 100.000 euro per un lavoro edilizio, potrà vedersi detrarre dalle tasse in 4 anni i 100.000 euro con un 10% aggiuntivo, ovvero 110.000 euro totale.

Quindi, dando per scontato che i lavori in questione siano realmente per l’ammontare dichiarato, e dando per scontato (con non poco coraggio) che i lavori in questione siano effettivamente stati effettuati, lo stato “restituirà” la cifra totale con un’aggiunta del 10%. E come viene perpetuata la frode?

Nel secondo semestre 2021 sono nate 64 imprese edili al giorno, e come spesso accade alle normative spot, i sotterfugi sono dietro l’angolo. La legge italiana, infatti, non richiede particolari competenze per la creazione di una società edilizia, quindi chiunque potrebbe fondarne una; inoltre, quasi la totalità delle nuove società ha zero dipendenti, quindi, c’è semplicemente la volontà di approfittare del momento e non quello di progettare un qualcosa di davvero esistente nel futuro. Il 90% dei cantieri non è in regola e quasi lo stesso numero non tutela i propri dipendenti con equipaggiamento consono. La recente operazione della Guardia di Finanza di Rimini “Free Credit”, ha scoperto una frode da 440 milioni di euro da parte di alcuni imprenditori laziali, i quali avrebbero inserito dei lavori edilizi del Decreto Rilancio 2020, nel Bonus Ristrutturazioni 2022.E questo è solo il principio. Le inchieste sono in corso ed ogni giorno nascono nuovi modi con cui lo stato viene truffato.

Come evitare le frodi?

Il decreto antifrode approvato il 16 novembre 2021, istituisce in modo esteso il visto di conformità, che viene reso obbligatorio per tutti i bonus in materia edilizia, anche quando questi bonus vengono ricevuti presentando una dichiarazione dei redditi per accedere all’agevolazione. A causa delle irregolarità sui prezzi per le spese di ristrutturazione, si è deciso che i controlli saranno effettuati sulla base di un prezziario di riferimento valido per la regione specifica. Inoltre, il rafforzamento dei controlli dell’Agenzia delle Entrate permetterà alla stessa di procedere con la sospensione anche fino a 30 giorni sulle domande di accesso alla cessione del credito o allo sconto in fattura, soprattutto quando il profilo di rischio frode sembra alto. Che funzioni o meno, il Bonus Ristrutturazioni ha visto letteralmente esplodere la richiesta di materiale edile.

Probabilmente, sarà un vero e proprio volano per l’economia del nostro paese, il quale sempre di più rappresenta un faro per l’economia sostenibile del futuro. Tuttavia, per l’irregolarità dei cantieri, le morti bianche hanno già visto oltre 50 individui.

Progresso si, ma a quale prezzo?

Aggiungi corpo del testo

#EMANUELE MATERA

Will Hunting, genio ribelle. Un film interpretato da un giovane Matt Damon nei panni di un genio che lavora come bidello. Nonostante le sue attitudini, Will siritrova a pulire i corridoi del MIT fin quando un giorno, un noto problema di matematica viene pubblicato in una bacheca. Lui, trovandosi lì per pulire, decide di risolverlo in poco tempo.

Un’impresa impossibile, anche per i miglioristudenti e professori del MIT. Will crede di non essere visto. Il prof. Lambeau però, lo nota e lo segue, fin quando non verrà arrestato. A quel punto, promette al giudice di affidarlo. In questa occasione, Will conoscerà uno psicologo, Sean.

E' la storia di un giovane come Will, con un passato molto difficile, un presente triste e un futuro molto incerto. Durante le sue sedute di psicoterapia, instaurerà con Sean un rapporto quasi affettivo. I due, arriveranno a rispecchiarsi nell’altro e in un passato difficile molto simile. Il monologo dello psicologo al lago è il centro della storia, una critica all'insegnamento meccanico: “Se ti chiedessi sull'arte probabilmente mi citeresti tutti i libri di arte mai scritti: Michelangelo.

Ma scommetto che non sai dirmi che odore c'è nella Cappella Sistina. Se ti chiedessi sull'amore probabilmente mi diresti un sonetto. Ma guardando una donna non sei mai stato del tutto vulnerabile... non ne conosci una che ti risollevi con gli occhi". Un monologo che trasmette un messaggio chiaro; non basta riempire la mente di “libri del cazzo” in modo meccanico, citando l’espressione dello psicologo. Bisogna far sì che questa conoscenza venga utilizzata come una scintilla che faccia parte del nostro fuoco interiore.

Insomma, Will Hunting era un giovane ventenne dimenticato dal mondo in un quartiere povero di Boston.

Inesistente. Un “inserviente”. Passava le sue giornate a lavare i pavimenti e nei bar a fare a botte e ubriacarsi. Un genio ribelle, è vero, ma prima di tutto un genio mai notato. Un genio senza la possibilità di farsi strada nella società se non fosse stato per il suo “scherzo” di risolvere il problema. Molto più intelligente di tutti gli studenti del MIT ma senza la possibilità di frequentarlo. Una critica velata anche alla società e la posizione precaria dei giovani in essa.

#ANNAMARIA MARMO

La sensazione fisica era di avere dentro di me una figura a me estranea. Quasi ogni giorno sentivo sempre più spesso, un mostro, premere contro il petto, salire alla gola. Mi pareva quasi di vederlo. Lo psichiatra me lo mostrò da internet, era lui: braccia corte e appuntite, gambe ruvide e pelose. Un essere deforme che si aggira nel subconscio come se fosse casa sua... (Cesare Cremonini) La scorsa settimana è stata caratterizzata dalla dinamicità, creatività e spettacolarità di grandi cantautori del panorama italiano, sul palco del 72° Festival di Sanremo. Tra i tanti ospiti, un gradito ritorno per tutto il pubblico, è stato rappresentato da un’emozionante e coinvolgente performance di Cesare Cremonini, lontano dalla scene e in gran ripresa in seguito alla diagnosi, avvenuta per puro caso, della schizofrenia: un primo disvelamento di quanto gli fosse accaduto era già stato individuato in uno dei suoi testi, “Nessuno vuole essere Robin”, all’interno del quale il cantante cita una frase emblematica del suo vissuto interiore e psichico, «Fammi un’altra domanda che non riesco a parlare». Ma cosa significa essere affetti dalla schizofrenia? Il termine fa riferimento ad un disturbo psichico caratterizzato da grandi disfunzioni cognitive, comportamentali ed emotive.

La sintomatologia è varia ed include: deliri, ovvero false convinzioni irremovibili, che generalmente non fanno parte della cultura del paziente e che possono avere carattere persecutorio, ipocondriaco, religioso o di grandezza.

Seguono poi le allucinazioni capaci di coinvolgere tutta la sfera sensoriale: quelle uditive sono le più frequenti e si manifestano nella misura in cui il paziente afferma di sentire delle voci che possono indurlo a compiere determinate azioni o a mettersi al riparo da un imminente pericolo. Il paziente schizofrenico ha un pensiero disorganizzato caratterizzato da pensieri illogici, difficoltà di concentrazione ed incoerenza. Per quanto concerne il piano delle emozioni, la malattia determina disforia, ovvero uno

stato emotivo caratterizzato da risentimento personale, sensazione di sconfitta e irritabilità.

A questi si aggiungono l’abulia (mancanza o insufficienza nel prendere una decisione), l’apatia e la catatonia ovvero uno stato in cui il paziente non si muove e non risponde alle richieste altrui. I ricercatori sono oggi concordi nel definire la malattia come un disturbo a carattere familiare che si presenta nell’1% della popolazione generale, e che si osserva inoltre nel 10% delle persone che hanno un parente di primo o secondo grado con questa malattia. Attualmente la malattia può contare sul supporto di più di cinquanta farmaci antipsicotici, i quali sortiscono sul paziente un effetto antidelirante ed antiallucinatorio con una percentuale pari al 60% di riduzione del rischio di recidiva. L’ampio ventaglio di sintomi rende pertanto necessario un intervento tempestivo che potrebbe risultare centrale per una prognosi favorevole del paziente, così come è accaduto per Cesare Cremonini che, grazie ad una cura farmacologica e il costante contatto con il suo psichiatra, oggi sta riprendendo in mano la sua vita con grande consapevolezza, abbattendo ogni tabù sulle malattie mentali.

#CARMEN COSTABILE

nutrition facts a cura della Dott.ssa Carmen Costabile Biologa Nutrizionista

Le vitamine e i minerali fanno parte del più ampio gruppo degli integratori alimentari che, come dice la parola stessa, svolgono un ruolo importante quando l’organismo ha carenza di determinati nutrienti. Non hanno dunque proprietà curative, ma servono ad integrare una normale dieta, completandola. Una dieta che comprende una grande varietà di frutta, verdura, cereali integrali, quantità adeguate di proteine ed acidi grassi essenziali normalmente fornisce tutti i nutrienti necessari per una buona salute.

Ciò implica che, nella maggior parte dei casi, gli integratori alimentari sono superflui. Ovviamente, in ogni fascia d’età (in particolare in età pediatrica e senile), in specifiche situazioni fisiologiche (gravidanza e allattamento), in relazione a specifici trattamenti farmacologici ed in particolari contesti sociali (bassi livelli socio-culturali ed economici) esistono soggetti che non riescono ad assumere la quantità ottimale di sostanze nutritive. Gli integratori alimentari trovano un loro corretto uso in queste categorie di soggetti: Persone sopra i 50 anni: vitamina D, B12, Folati. Anziani più cagionevoli possono beneficiare anche di un’integrazione multivitaminica a basso dosaggio.

Donne in gravidanza: acido folico, vitamina D ed eventualmente Ferro.

Bambini sotto i 5 anni: Vitamina A, C, D. Donne che allattano: Vitamina D. Persone che coprono la pelle, hanno una carnagione scura o sono costrette a stare in casa: vitamina D. Vegani: vitamina B12 e D2.

In che momento della giornata è meglio assumere le vitamine?

Purtroppo non sipuò generalizzare; ogni vitamina, in funzione dei suoi effetti, ha un momento del giorno più adatto per essere assunta.

È necessario fare una brevissima spiegazione per poi focalizzarci sulle vitamine più ridondanti nelle varie categorie sopra elencate, e quindi più utilizzate dalla popolazione. Le vitamine si differenziano in idrosolubili e liposolubili: le prime si dissolvono in acqua ed il corpo non è capace di immagazzinarle, per cui bisogna assumerle ogni giorno; le seconde devono essere accompagnate a dei grassi affinché il corpo le assorba e le utilizzi al meglio e si accumulano nel fegato e nei tessuti grassi del nostro corpo. Le vitamine idrosolubili includono la vitamina C e quelle del gruppo B (compreso l’acido folico, ossia la vitamina B9); Vanno assunte a stomaco vuoto o pieno con un’eccezione: la B12 viene assorbita meglio con un pasto. In soluzione acquosa, la vitamina C potrebbe degradare la B12, per cui se si fa una integrazione di entrambe, meglio far passare 2h tra le due assunzioni.

La vitamina C, inoltre, aumenta l’assorbimento del Ferro, quindi è utile assumerla insieme ad alimenti ricchi di questo minerale. Le vitamine del gruppo B, avendo un’azione energizzante, invece, solitamente è consigliato prenderle al mattino. Le vitamine liposolubili sono la vitamina A, D, E, K. Con queste vitamine bisogna fare attenzione alle dosi perché possono diventare tossiche; hanno bisogno di grassi per essere assorbite, ma ne bastano pochi e non saturi, ed è bene quindi prenderle a stomaco pieno. La vitamina D stimola l’assorbimento anche di Calcio e Fosforo; tra la fine di marzo/inizio di aprile e la fine di settembre, la maggior parte delle persone può ottenere tutta la vitamina D di cui ha bisogno attraverso la luce solare sulla pelle e da una dieta equilibrata. Scegliere di non assumerla in questi mesi è comunque sempre da verificare in base ai livelli ematici.

La vitamina A è aiutata nel suo assorbimento dalla E, soprattutto per le capacità antiossidanti, per la protezione da alcune forme di cancro e per il supporto di un intestino più sano.

Di conseguenza risulta importante rivolgersi ad una figura sanitaria prima di assumere anche delle “semplici” vitamine, così da personalizzare la composizione, le dosi e il momento più adeguato alla somministrazione.

#MARIA PALMA GRAMAGLIA

Intelligenza e stile: questa è Drusilla Foer.

Dotata di un'ironia irriverente, ha incantato il pubblico all'ultimo Festival di Sanremo, palcoscenico che l'ha consacrata come icona di classe e di charme. Drusilla nasce dal genio di Gianluca Gori, attore fiorentino che ha vestito i panni di questa eccentrica ed eclettica donna della quale è l'alter ego. Gianluca Gori ha lavorato tanto per il cinema, per la televisione, per il teatro. Quando ha ideato Drusilla, ha in realtà creato un personaggio, con una vita propria, con le proprie attitudini e le sue caratteristiche. Nei panni di Drusilla, Gori ha partecipato anche a un film di Ferzan Ozpetek 'Magnifica Presenza’ nel 2012 ed è stato giudice a Strafactor, lo speciale di X Factor, ha preso parte al Maurizio Costanzo Show ed è stato ospite nel salotto di CR- La Repubblica delle Donne di Chiambretti. Drusilla è una nobildonna toscana, nata il 23 luglio 1945; ha tante passioni: la pittura, la musica, la fotografia e soprattutto i viaggi. Trascorre l'infanzia a Cuba e viaggia tanto, diventando cittadina del mondo. La sua una famiglia antiborghese, il padre, un diplomatico che sceglie di chiamare la figlia Drusilla dal nome di una storica barca di famiglia dove pare che i nonni abbiano trascorso una notte d'infuocata passione. Ha avuto due mariti, il primo, un texano che definisce “orrendo” che la tradiva, il secondo “un dolce belga”, l'amore della sua vita che muore dopo pochi giorni dal matrimonio.

Non ha figli ma ha dei nipoti, figli di due sorelle morte in un incidente aereo, con uno dei quali Giacomo, che fa il tautatore, condivide l'amore per l'arte. Vive con la sua domestica Ornella, vittima del suo divertente sarcasmo. Drusilla che ha settantasette anni, sull'onda del successo decretato dal Festival di Sanremo, sarà a teatro da fine febbraio con uno spettacolo dal titolo “Venere nemica”. Come un ciclone, Drusilla si è imposta sulla scena televisiva che l'ha resa nota più di quanto non lo era.

Già prima del Festival era seguitissima sui social, oggi i suoi followers sono aumentati a dismisura. Drusilla non è un trans, non è una drag queen, non è un travestito ma è semplicemente un personaggio che si racconta, ama definirsi una narratrice, che con leggerezza affronta temi molto

impegnativi come quelli della violenza sulle donne o del DDL Zan. Ha scritto diversi libri e ha sostenuto molte battaglie. Drusilla e Gianluca non hanno molti rapporti: Drusilla spesso umilia Gianluca come quando afferma “lui sostiene di avermi inventata, ma non è così geniale”. Gianluca non parla molto di Drusilla: la definisce un “travesti” ovvero un personaggio che in un'opera teatrale o lirica è interpretato da un attore o da un cantante di sesso opposto. Gianluca ammette che Drusilla è personaggio così chiaro, così limpido che “vorrei essere come lei”. A lei riconosciamo un grande merito: oltre all'indiscussa bravura ha saputo coniugare la persona e il personaggio, un lui e una lei ma non per diventare un altro ma per diventare uno e unico, in lei le distinzioni si annullano per far posto a un singolare esempio di umanità.

#GRAZIELLA TETTA

Sono, come ormai tutti sanno, orgogliosissima di essere nata e di vivere in questa città e dei Napoletani ho tutti i vezzi e tutte le virtù: sono allegra, comunicativa, adoro il sole, il mare, chiacchiero con la sconosciuta che mi precede in fila al supermercato e ci raccontiamo a vicenda “i fatti nostri”, uso con compiacimento un verbo come “schizzichea”, ma da donna del mio tempo che usa il web per conoscere e per comunicare, che riconosce alla scienza e alla conoscenza del reale un ruolo predominante nella sua vita, certe idee, proprio non dovrei possederle, idee che, sì mi vengono dalla tradizione popolare, ma che col tempo da credenze si sono mostrate come una scienza esatta, proprio così, lo affermo senza timore di essere smentita: la “sfiga” esiste e a sostegno di quanto affermo posso portare molte prove e testimonianze. Andiamo, però, per ordine: noi Napoletani per tradizione siamo superstiziosi e ne fanno le spese i gatti neri, l’olio versato, gli specchi che si rompono, portandoci all’acquisto di ammennicoli vari quali: cornetti di varia misura, ferri di cavallo e quadrifogli e alla recitazione di varie giaculatorie da pronunciare per scacciare via la sfortuna, imparate a memoria da bambini, ancor prima della poesia di Natale. Tutto questo è così lontano da ciò che sono che ho cercato tutte le spiegazioni pronte, precise per ogni cosa si pensi porti sfortuna, ma, allora perché mi sono rotti nell’ordine: la tapparella del bagno, uno scarico che perdendo ha bagnato il soffitto appena tinteggiato della signora del piano di sotto, la lavatrice che ha allagato di notte tutto il mio soggiorno? Casi, direte voi, ma non è così, io l’ho incontrata!

Chi? Mi domanderete, Lei! E, mi dispiace, pur volendo, per paura e per codardia non oso pronunciare il suo nome, anzi, come il cattivo di Harry Potter un nome lo ha: “Colei che non deve essere nominata”. Vi sento, vi sento mormorare: “che sciocchezze, nel 2022 credere che una persona porti sfortuna, che ignoranza!” E io vi darei anche ragione se non avessi a sostegno di quanto affermo molte prove. La incontro al mercato e mi domanda: “I ragazzi, tutto bene?”

Torno a casa, mio figlio ha la febbre, capita, vero? Vero! La rincontro: “Ti ho visto andare a scuola con l’auto l’altra mattina”...e il giorno dopo la macchina, revisionata da tre giorni, non parte, capita?

Capita! Varie e piccole cose simili che isolatamente sono poco importanti, ma che si ripetono con una certa regolarità e allora comincio a farci caso e, quando la incrocio per strada, io, che prendevo in giro tutti quelli che lo facevano, comincio a “fare le corna”, toccare ferro, vergognandomi come una ladra, sperando che nessuno se ne accorga, però niente funziona: altro incontro e si blocca il saliscendi della porta d’ingresso, un altro ancora e la metropolitana che mai è arrivata precisa, anticipa di 5 minuti e mi lascia a terra, coincidenze, coincidenze e ancora coincidenze, che però mi spingono a cambiare strada se la vedo da lontano, che mi spingono ad avvisare tutta la famiglia che ho incontrato “Colei che non deve essere nominata”, perché mi convinco che anche pronunciare il solo nome sia foriero di sventure. Alla fine, però, la ragione ha preso il sopravvento, anche perché mio marito alla mia ennesima esternazione e non citazione del nome, mi richiama dicendo che bisogna finirla che le persone non portano “sfiga”, che non ti “gufano” e allora, la prima volta che la ​r incontro, dopo tale conversazione, non cambio strada, la saluto, mi fermo, rispondo alle sue domande senza toccare né il quadrifoglio che ho come portachiavi, né muovere l’indice e il mignolo per fare le corna e molto soddisfatta di me torno a casa e dico al mio pragmatico marito: Sai chi ho incontrato? ****** (non posso dirlo) e in quel momento, abbassando lo sguardo, muta, vedo: l’acqua che zampilla dalla lavatrice, le pantofole che galleggiano nell’acqua saponata, la borsa della palestra lasciata a terra, zuppa, pesantissima con gli occhialini della piscina che sembrano sorridermi mentre si spostano tra la schiuma. Mi giro, guardo colui che filosofeggiando ha scatenato tutto ciò, e, senza parole, ma con un sorriso da iena inarco un sopracciglio, mi guarda anche lui e dice: “Bruciamo un po’ d’incenso?”

#ROSA CAPUTO

Anche se nell’immaginario collettivo resta la star che intona “vado al massimo” come un’entità senza età ,nella realtà anche per lui passano gli anni. L’icona del rock, il Blasco, il Komandante, che ha unito e messo d’accordo tre generazioni differenti a colpi di ribellioni, ma anche di romanticismo, un talento dal temperamento energico, ma con un animo sensibile e profondo, ha spento 70 candeline . Così il 7 febbraio , il rocker leggendario, la voce più imitata, amata ed idolatrata degli ultimi decenni ha tagliato un traguardo importante che sui social, rappresentando la sua vita come un viaggio a fumetti sull’ascensore della sua carriera, ha paragonato al raggiungimento del 70° piano, forse per ironizzare sul suo intercedere degli anni. Vasco che nelle sue canzoni ha spesso parlato di sé, ha da sempre “ lavorato” con le parole in maniera esemplare, riuscendo mediante il ritornello di una canzone a risollevare, dar forza e/o consolare la schiera dei suoi fan. Per lui , il vate per eccellenza della “ vita spericolata” , il teorico della libertà il 70esimo compleanno sarà un salto nell’ignoto , ma al contempo un momento di bilancio , infatti in un’intervista ha dichiarato “ Devo tutto alla musica che non fa distinzione di sorta, non è il passare del tempo che conta, ma come lo usi. Intrigante è il viaggio che la musica ti permette tra fortissime emozioni, splendide illusioni e tremende delusioni . Sono 70 volte che la terra mi fa girare intorno al sole e… la testa non mi gira ancora”. Il Komandante negli anni ha composto testi paragonabili a poesie messe in prosa, che si prestano a chiavi di lettura più grintose e alternative rispetto ai soliti stereotipi; tanto che l’amore e il dolore da lui cantante finiscono per essere emozioni da vivere al massimo della potenza, perché solo così si può raggiungere un equilibrio sopra la follia. Innumerevoli e memorabili i suoi brani , divenuti celebri proprio perché cantate da Vasco , con la sua voce inconfondibile e roca. Nel suo repertorio musicale c’è tutta la verità, i difetti, il talento e la determinazione di una star che non ha mai temuto di prendere una posizione. Nel suo inno “ vita spericolata” , ha raccontato di un mondo vero, senza sconti, un tema che affligge tutti: la paura di una vita piatta, tranquilla, priva di emozioni.

Divenendo così il manifesto esistenziale del rocker maledetto che lo ha definitivamente consacrato al grandissimo pubblico. Tra i progetti futuri, dopo due anni di stop forzato a causa della pandemia vi è il Vasco Live 2022 Tour , un evento che prevede un beneagurante tutto esaurito, come ogni qualvolta il cantautore di Zocca si è esibito al cospetto di un trepidante pubblico, pronto a cantare con lui

#LELLO CONSOLO

#HASTAGDELLASETTIMANA

Pensavate fosse fi ni ta, ma gl i strasci chi di Sanremo vanno ol tre l a cl assi ca setti mana e Twi tter non si sottrae a questa regol a.

L' account @rostokki o ci i nforma che c' è stato un vi nci tore anche tra gl i abbonati : “ A Sanremo hanno ri servato un posto i n pri ma fi l a ad un abbonato RAI. Pare si a l ' uni co che si a ri usci to a pagare l a bol l etta del l a l uce”. L' accounti di @Devi s si prepara per i l prossi mo, componendo un brano per i l Festi val , a modo suo: ” Ho sbattuto i l mi gnol o del pi ede contro i l l etto e ho scri tto un pezzo per Mahmood. ” sarà un successo.

Chi ude questa tornata l ' account di @Darkl adymouse, ri portandoci al l a real tà: ” Dopo due setti mane monopol i zzate dal l e el ezi oni del presi dente del l a Repubbl i ca e dal festi val di Sanremo si torna fi nal mente a parl are del l o sport nazi onal e: i l curl i ng. ” Da vi rol ogi ad esperti di curl i ng è un atti mo.

Pare che Facebook non se l a cavi troppo bene e qual cuno pensa possa chi udere, l ' account di @bettybl u si pone una domanda i mportante: ” Ma se Zuckerberg chi ude, l e l auree gi à consegui te su FB conti nueranno ad essere val i de?”

Vero cosa faranno tutti quei laureati di internet? Risposte inevase.

D'altra parte oggi è difficile trovare persone ignoranti, anzi di solito, chi studia su Internet è l'unico che ha la verità in tasca ed è l'unico che si sente autorizzato a controbattere i veri luminari, perché ormai siamo tutti scienziati. ” Sui social come nella vita reale, tutti filosofi, virologi ed economisti. Non si trovano più quattro ignoranti per fare due chiacchiere” Belli tiémpe 'e 'na vota. Vi lascio con un po' di nostalgia, alla prossima settimana.