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LETTERE (IM)POSSIBILI
Bucha, 31/03/2022 Caro Mykola, Spero tu stia bene. Qui in città le cose non sono mai andate meglio di così: Io e tua madre finalmente stiamo riuscendo a riposare, non si sente più il chiasso delle sirene e pensa, domenica scorsa siamo riusciti anche ad andare a messa. Padre Juri durante la predica ha citato il salmo di Isaia che dice “Quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi” . Mykola, quando abbiamo sentito queste parole io e tua madre abbiamo pensato subito a te! Ti ricordi di Padre Juri? Ora è un po’ invecchiato, ma organizza ogni febbraio lo spettacolo in piazza per la Maslenica . Ricordo ancora quando, giocando con la neve, lanciasti una palla di neve e colpisti Irina in pieno volto. Ti rifugiasti dietro le bancarelle perché voleva dartele di santa ragione. Che bei ricordi! Spesso vorrei tu tornassi bambino, così da poterti prendere sulle spalle come quando eri piccolo e troppo stanco per camminare, ma ormai sei un uomo. Pensando a te posso dire che sei la nostra aquila mai stanca, il nostro spirito libero. La guerra ti ha portato via da noi e tu sei ancora a combattere, patendo la fame, il freddo e separandoti da chi ami di più. Come padre ho il dovere di rassicurarti, ma ahimè non ci riesco e ti chiedo scusa: La preoccupazione è troppa e non abbiamo tue notizie da quando sei partito. Ti bastano le coperte che ti abbiamo dato? Purtroppo l’inchiostro nella mia penna è poco, perdonami se la lettera ti arriverà sbiadita. In realtà non so neanche quando ti arriverà questa lettera, è tutto così imprevedibile ma tu ragazzo mio, non spaventarti: Ci basta sapere che sei vivo. Qui scatta il coprifuoco alle 17, la locanda di Irina è chiusa da un po’ e mi auguro riapra al più presto, così potrò far vedere a Sasha, Vasyl e sua moglie Angelina che uomo è diventato il mio Myk! Irina ha chiuso la locanda ma negli ultimi tempi è
molto attiva, e cerca come può di riscaldare le minestre e preparare brodi vegetali: Sono poca cosa ma è necessario, almeno per i bambini e per chi, come tua madre, porta già lo straziante peso di avere un figlio lontano. Angelina le dà una mano come può, ma con la pancia che si ritrova non riesce a fare molto: Non ho mai portato in grembo un bambino e lei ne ha due, quindi non oso immaginare la fatica. Per fortuna, Vasyl con l’officina ha guadagnato abbastanza per poterle permettere di condurre una gravidanza serena. Si dice che i gemellini nascano a breve, ma io non ne sono troppo sicuro. Non vedo l’ora di abbracciarti, per dirti quanto sono orgoglioso di te. Sei un giovane valoroso. Come stanno i tuoi compagni? Riuscite a riposare? Quanto a me, caro figlio, sono al caldo da un po’ . Non so se la guerra sia finita, ma so che qui sotto terra si sta bene. La pelle non brucia più e c’è solo un grande silenzio. Non si sentono neanche le lacrime di tua madre, sempre state rumorose. Da padre ti ho insegnato tante cose, poi in alcuni casi l’allievo supera il maestro, ma se ad oggi dovessi insegnarti qualcosa sicuramente ti direi che morire è proprio semplice e non si muore mai da soli. Tutto il villaggio è attorno a me: Tua madre è qui che sorride beata, Angelina non ha più mal di schiena, Vasyl ha ancora qualche grivnia in tasca. La minestra di Irina, si è fatta fredda. Sentiamo solo, ogni tanto, il rumore di qualche passo. L’unico rammarico che ho, è quello di aver dimenticato come è fatto il cielo. D’altronde Myk , di questi tempi, meglio morti che vivi. Caro figlio, infondo, a conti fatti, morire è dolce. Non credere alle parole di chi dice che fa male, che fa paura. Anzi, morire è proprio bello: Non si sente più niente. Spero di vederti il più tardi possibile. Tuo per sempre, Papà.
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