#MAGAZINE

#magazine CORRIERE

NUMERO 7-6 GENNAIO 2022

COVID...

ANCORA INSIEME

INTERVISTA ESCLUSIVA AL PROFESSOR MASSIMO ZOLLO

PRINCIPAL INVESTIGATOR E COORDINATORE DELLA TASK FORCE COVID-19 DEL CEINGE

CHI SIAMO SUPPLEMENTO DE

IL CORRIERE DI PIANURA

Direttore Responsabile Antonio Di Maio

Coordinatore di redazione Augusto Santojanni

SOMMARIO

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INTERVISTA AL PROF. ZOLLO

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#MAGAZINE Diretto da Armando De Martino Con Antonio Di Maio REDAZIONE

Graziella Tetta, Carmen Costabile Rosa Caputo, Annamaria Marmo, Fulvio Feo, Emanuela Guarnieri, Luca Marsilia Roberta Luppino, Cristina Varchetta, Daniele De Falco, Matteo Esposito, Lello Consolo, Crescenzo Mele, Chiara Ferrante, Maria Palma Gramaglia 6 GENNAIO ANNO 1 NUMERO 7

FOCUS DEL DIRETTORE

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GIUSTIZIA PER MARIO

E SE FOSSE DONNA?

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DOVE ANDIAMO? 2022

# SOGNI! IL NUOVO CONCETTO DI FAMIGLIA

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GLI HASTAG DELLA SETTIMANA

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I REGALI DI ZIA NINI'

ESCLUSIVE

MAGAZINECORRIERE@LIBERO.IT

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LE VININTERVISTE DI CRISTINA LA PAGINA DELLA DOTTORESSA CARMEN COSTABILE

#COSENZA EDOARDO

L'INTERVISTA

#ARMANDO DE MARTINO

PROF. ZOLLO DOCENTE DI GENETICA DELLA UNIVERSITÀ FEDERICO II DI NAPOLI E COORDINATORE DELLA TASK FORCE COVID19 CEINGE CHE STUDIA L’EVOLUZIONE DEL VIRUS AL CEINGE DI NAPOLI,

Omicron Può essere l'ultimo stadio?

Molto probabilmente no. È probabile che emergano più varianti con la capacità di Omicron di eludere l'immunità e diffondersi con successo, tra l’altro Omicron non credo si è evoluta per causare malattie gravi, ne è

stata sottoposta a pressioni selettive negative

dal vaccino, visto che la sua comparsa in Sudafrica la campagna vaccinale era sotto la soglia del 5%. Potrebbe essere più mite di Alpha e Delta, la sua evoluzione è dall’albero genealogico prima di Alpha e Delta, non sappiamo se è meno cattiva delle altre varianti, siamo in attesa di vedere i dati e quelli prevalentemente nelle cliniche tra i ricoverati in sub-intensiva e intensive, afferma Zollo. Omicron ed il suo genoma è molto diverso da Sars-Cov-2 Delta. Sono trascorse solo 6 settimane dall’identificazione di Omicron in Sud-Africa. Studi recenti dicono che Omicron si replica meno bene delle altre variati Alpha e Delta ed hanno suggerito un meccanismo su come entra Omicron nelle cellule umane. Sars-Cov-2 ha due vie di ingresso, una attraverso l’interazione con ACE-2 il recettore cellulare al suo contatto un’altra proteina TMPRS22 taglia la proteina Spike del virus sulla superfice della cellula dopo la fusione del virione e dopo la interazione ne permette l’integrazione in cellula. In alternativa una altra via è ACE2 indipendente, c’è una fusione con la membrana e si generano delle vescicole endosomiali per far entrare il virus direttamente in cellule e delle proteine chiamate catepsine che tagliano le Spikes del virione e generano l’ingresso in cellula. Due studi recenti in versione pre-print dicono che TMPRS22 taglia meno la Spike di Omicron verso Alpha e Delta e quindi Omicron non entra attraverso quel meccanismo, quindi Omicron entra attraverso la via endosomiale.

Altri ricercatori hanno sostenuto la tesi che Omicron può risparmiare i polmoni perché TMPRS22 è più comune nelle cellule delle vie aeree inferiori ma non ci sono molti dati a supporto di questa ipotesi. In ultimo si parla che Omicron se non usa ACE-2 per entrare potrebbe formare meno sincizi (fusione cellulari) causa di malattia grave.

Per ora i dati vanno nel quadro clinico meno grave, forse anche perché Omicron dal punta di vista molecolare è molto diverso da Alpha e Delta. Ma ci vogliono dati robusti a supporto di ciò. In ultimo non dimentichiamo che una variante di virus Sars-Cov-2 per entrare e replicarsi ha bisogno di una cellula umana e l’interazione con la cellula umana, con il proprio genoma, è influenzata dall’ambiente che li circonda, e la variante stessa fanno del virus Sars-Cov2 un successo o un insuccesso evolutivo.

Quanto è dura fare ricerca e stare sui social? Voglio dire, lavorare in un caos di disinformazione quanto può essere complicato?

Vede, fare ricerca in questo momento, in Italia è davvero difficile, credo che tutti sanno che la ricerca è poco finanziata in Italia, e che siamo sempre il fanalino di coda in Europa.La Regione Campania invece ci ha visto giusto, ha aperto un bando per idee di ricerca nel campo Covid19. Un altro punto importante è il fatto che c’è chi sostiene che i lavori scientifici su questo argomento siano più facili da ottenere, il mio punto di vista invece è l’opposto. Ci sono tanti laboratori di eccellenza nel mondo che producono dati e la competizione sull’ottenimento dei risultati “nuovi ed innovativi” e la capacità di pubblicarli è davvero difficile, e come se il livello si sia alzato tutto di un tratto. E’ ovvio che io parlo di lavori soggetti a “peer-review” laddove il comitato dei revisori sia davvero costituito da scienziati altamente qualificati, ci sono anche eccezioni in questo, ma vi assicuro che la competizione è enorme nel mondo e la fanno ancora da padrone gli Stati Uniti, l’Inghilterra, la Germania, il Giappone e la Cina. Poi ci sono dati prodotti che sono difficili da pubblicare, perché rilevano inadempienze di altri o errori di valutazione dovuti alla troppa velocità nell’ottenimento del dato stesso ed infine e direi addirittura dati che sono contro esigenze di marketing. Stare sui “social” spesso non paga, bisogna esserne consapevoli, occorre essere sempre moderati nelle affermazioni e soprattutto confrontarsi con i dati,

Noi al CEINGE siamo stati fortunati, molti dei laboratori e dei loro scienziati hanno la possibilità di validare dei risultati, siamo infatti stati i primi a sostenere la tesi che i tamponi rapidi non erano di qualità e contrari al loro utilizzo per un tracciamento dei positivi (visto l’alto numero dei falsi negativi identificati e la loro bassa

sensibilità alla carica virale). Prima, nei

primi mesi della pandemia, molti centri nella comunità scientifica italiana “del nord” ci hanno attaccato perché forse sponsorizzati dalle stesse aziende fornitrici e contrari alle loro osservazioni. Ora tutti ci danno ragione.

Chiariamo una cosa. Faccio l'avvocato del diavolo. I vaccini perché funzionano? E perché i contrari alle dosi insistono sul fatto che non limitano i contagi?

Sui vaccini preferisco non discutere oltre, la tecnologia utilizzata è allo stato dell’arte addirittura sarà utilizzata nei prossimi 5 anni per curare forme di Cancro di cui sono noti i meccanismi, ma di che parliamo? Le persone vaccinate nel mondo non sono esperimenti, la domanda sul funzionamento dei vaccini non ha alcun dubbio di esistere o di essere posta. Dico solo ai NO-VAX, “ma fatemi il piacere” come disse Antonio de Curtis in arte “Toto’”.

Palu ha dichiarato che "Nessuna pandemia è durata più di due anni poiché il virus finisce per adattarsi all'uomo" immunità di gregge dunque è possibile?

Credo che è difficile da prevedere a questo stadio. Noi siamo abituati a vedere il bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Certo che mi farebbe piacere che “scoccata” la mezzanotte del secondo anno tutto finisce, ma oggi ho vissuto la Pandemia, ed i morti e quanto ancora si deve conoscere di questo organismo, io non me la sento di dire “finirà tra pochi mesi”.

Che ruolo ha avuto il Ceinge. Napoli è stato il centro nevralgico della lotta al covid...

Diciamo così, il CEINGE sia per vocazione che per tipologia delle attività di ricerca è il miglior istituto in Campania e direi anche in Italia a poter sedere al tavolo delle scoperte sul Covid19. Siamo entrati in sordina nella cabina di regia regionale

Decimi nelle proposte scientifiche presentate e poi risultati al primo posto in un anno di attività e di pochi mesi ancora, oltre 30 pubblicazioni scientifiche alcune pubblicate su importanti riviste editoriali e di impatto quali Science, Nature e nuove ancora scoperte sono ora in valutazione, 4 brevetti prodotti da 15 team di ricerca. Non si era mai visto tanta attività scientifica in questo campo prodotta in così poco tempo da un istituto napoletano di ricerca parte della nostra Università federiciana.

Saremo destinati a vaccini periodici? Ad altre battaglie del genere? Il covid è stata anche una possibilità per la scienza di arrivare a strumenti che prima richiedevano maggior tempo a disposizione ?

Molto probabilmente SI, a meno che non si trovi una chiave nel produrli in fretta e sull’ultima variante in circolazione, ma saremo sempre alla corsa del miglior vaccino. La scienza è stata messa in gioco , ha avuto pantoloncini e magliette e finalmente ha potuto dimostrare che senza di essa non si va da nessuna parte ed ha segnato diversi goals e credo proprio, ha vinto. Ci ha insegnato che è meglio pagare la ricerca che comprare un giocatore famoso per far vincere un campionato. La Scienza ha battuto il tempo nel generare i risultati, frutto della competizione mondiale, oggi i dati non si tengono più nel cassetto degli scienziati e sono lasciati a “maturare”, ma si mandano subito alla rivista per la pubblicazione per avere feed-backs dai revisori e produrre qualità scientifica subito.

La competizione è enorme. Semmai qualcuno dall’altro capo del mondo ha trovato le tue stesse cose e se non sei rapido lui le pubblicherà prima di te e tu non potrai pubblicarle le tue scoperte, mancando quindi il presupposto della novità della pubblicazione. Quindi il ricercatore ha cambiato il suo essere atleta da “fondista” è diventato un “velocista”.

Dove ci sta portando questo virus? Di variante in variante di città in città per scimmiottare Fossati, si fermerà?

Io credo che diventerà un virus con cui dovremo imparare a convivere, non sarà che endemico. Grazie alla Scienza, oltre che faremo altri errori ma sapremo fronteggiarlo sempre con l’acquisizione delle nuove conoscenze.

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#focusdeldirettore

#ANTONIO DI MAIO

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Draghi, missione compiuta” titolavano i giornali all’indomani della conferenza stampa di fine anno del Premier: ma è veramente così? Proviamo a tracciare un primo bilancio del governo presieduto dall’ex Presidente della BCE. L’esecutivo Draghi è nato a febbraio scorso dopo la crisi del “Conte II”, crisi dovuta alla fuoriuscita dei “renziani” dal governo giallorosso. Il Presidente Mattarella ha conferito quindi a SuperMario l’incarico di formare il nuovo governo che ha ottenuto la fiducia di larga parte del nostro Parlamento. Hanno votato a favore il MoVimento 5 Stelle, il PD, Italia Viva, Forza Italia e la Lega ed il Gabinetto Draghi è passato a larghissima maggioranza sia alla Camera (535 su 630) sia al Senato (262 su 315). La “mission” del governo è chiara: dare una forte accelerata al piano vaccinale per portarci fuori dalla pandemia e rassicurare la UE sul Recovery Plan. A quasi un anno dall’insediamento di Draghi a Palazzo Chigi, possiamo considerare compiuta la sua missione? Non proprio. Il piano vaccinale sta andando bene ma purtroppo non abbiamo ancora riconquistato la normalità ed il Covid è ancora fortemente presente nelle nostre vite. I contagi continuano a salire e poco o nulla è stato fatto per potenziare la sanità pubblica e la medicina territoriale. Anche per ciò che concerne il PNRR, il governo ha posto le basi progettuali ma resta da compiere la parte più difficile: realizzare le opere nei tempi e nei modi previsti. Se poi allarghiamo la prospettiva, vediamo che il governo “dei migliori” si è dimostrato mediocre su molti altri punti: è vero che si sta registrando una ripresa economica che va oltre le aspettative ma tale crescita non sembra in grado di risolvere i problemi strutturali del nostro paese. Il costo delle bollette e del carburante sta salendo, la legge di Bilancio e la riforma dell’Irpef premiano i ceti più agiati mentre salari e stipendi sono fermi ai livelli di 30 anni fa, il lavoro è sempre più precario ed il numero delle persone in povertà assoluta è cresciuto di oltre 1 milione. Per non parlare dei morti sul lavoro che nell’anno appena concluso sono stati oltre 1.40.

E’ di questi giorni la richiesta di alcune forze politiche di maggioranza di aumentare il deficit per fronteggiare gli aumenti delle bollette, per dare sostegni economici ai settori in crisi a causa della pandemia e per finanziare la cassa integrazione. Anche in questo, il governo “dei migliori” si dimostra simile a tutti gli altri: si aumenta il deficit (che graverà su tutti noi) pur di non chiedere un sacrificio ai ceti medio-alti. Purtroppo, anche con il governo Draghi, la “finanziaria” non è stata discussa in Parlamento che ha potuto solo ratificare decisioni prese in altre sedi, nelle trattative tra governo e partiti. É una tendenza che si sta delineando già da qualche anno ed è un gravissimo colpo alla democrazia: si sta istituendo un nuovo equilibrio di poteri, tutto sbilanciato a favore dell'esecutivo. Camera e Senato vengono progressivamente svuotate delle loro funzioni: il governo è diventato il centro esclusivo di tutte le decisioni. Il ricorso ​e ccessivo ai decreti legge e alla “fiducia” è una prassi consolidata ed il previsto taglio del numero dei parlamentari renderà ancora meno incisivo il ruolo delle Camere. Non è un mistero che Draghi punti al Quirinale ma la sua corsa è tutt’altro che in discesa: per non destabilizzare il quadro politico, i maggiori partiti stanno lavorando per farlo restare a Palazzo Chigi. Si sa che in Parlamento può succedere di tutto ed è forte il rischio che i leader politici non riescano a controllare il voto dei singoli parlamentari. Ad ogni votazione ci potrebbero essere decine di “franchi tiratori” che potrebbero impallinare questo o quel candidato. Molti peones temono che Draghi al Colle porterà alla fine anticipata della Legislatura: un rischio che quasi nessuno dei parlamentari in carica è disposto a correre.

Secondo me, per SuperMario è stato un errore scendere in campo ed accettare l’incarico di Primo Ministro: se si fosse tenuto fuori dai giochi, sarebbe stato il candidato ideale per la Presidenza della Repubblica. Ora, invece, per liberare la poltrona di Premier e salire al Quirinale deve trovarsi un successore di alto profilo, gradito ai partner europei e che riesca ad ottenere la sua stessa (larga) maggioranza per arrivare alla naturale conclusione della Legislatura. Una soluzione tutt’altro che facile e se non riuscirà a trovarla sarà condannato a restare a Palazzo Chigi. Insomma la partita è solo all’inizio e sicuramente non mancheranno i colpi di scena: non ci resta che aspettare il prossimo 24 gennaio! ​

#CRESCENZO MELE

Edoardo Cosenza da due mesi e mezzo è stato scelto dal neo sindaco Gaetano Manfredi per far parte della giunta comunale in veste di assessore ai trasporti e ai lavori pubblici.

Decidiamo di intervistarlo a distanza di quasi 100 giorni dalla sua nomina per un primo bilancio della sua attività.

Lei è stato nominato assessore da due mesi e mezzo. Quali sono state le priorità che ha dovuto fronteggiare?

Ho trovato gravissime patologie nel sistema dei trasporti. Certamente le più gravi erano le chiusure delle Galleria Quattro Giornate e Vittoria. Due collegamenti cruciali per la vivibilità e la sicurezza dei cittadini. Abbiamo subito risolto, almeno provvisoriamente, il problema della galleria Quattro giornate e quindi del collegamento fra Fuorigrotta e Chiaia. Poi, nonostante le difficoltà emerse in corso d'opera, quelle della Galleria Vittoria, ripedonalizzando per le giornate natalizie il lungomare.

Come è stato per lei tornare all’ esperienza di assessore ai lavori pubblici dopo 6 anni dalla sua esperienza, con le stesse deleghe, in Regione?

E' stato molto piacevole,Una nuova sfida,con il vantaggio di essere più vicino ai problemi dei cittadini. In Regione si faceva più programmazione, al Comune si è più operativi. Certo fa strano vedere che problemi che avevo impostato da Assessore regionale, come ad esempio il finanziamento per l'acquisto di dieci treni per la Linea 1, ancora non avevano trovato soluzione facendo viaggiare adeguatamente i cittadini. Vuol dire che risolveremo in questo nuovo ruolo nel 2022! E lo stesso posso dire per il sistema fognario e stradale di San Giovanni a Teduccio.

Ci sono progetti nel breve e medio periodo per le periferie?

Ci sono moltissimi progetti. Cito solo il più simbolico: l'approvazione in Giunta del Progetto di Fattibilità Tecnico Economica della Linea Bus rapida e in sede propria, cosiddetto BRT (Bus Rapid Transit) per collegare la zona della stazione centrale ed il centro Direzionale con Ponticelli, attraverso Via Argine, e con l'Ospedale del Mare e il sito dove nascerà il nuovo Polo Pediatrico. Un enorme investimento, 37 milioni di euro più un gran numero di bus elettrici che unisce in modo efficiente questa periferia con il centro.

il Comune di Napoli ha incluso nel PNRR circa 6 mesi fa il progetto di 40 mln di euro per il risanamento dei versanti del cratere dei Pisani e per la realizzazione di un impianto fognario totalmente assente. Il suo assessorato, di concerto con il Sindaco che ha la delega per il PNRR e che in campagna elettorale ha assunto questo impegno con i cittadini in visita al quartiere , intende proseguire in questa direzione o vi sono altre priorità?

Contrada Pisani dovrà essere interessata da un intervento che è sia fognario che di sistemazione idrogeologica che coinvolge anche il comune di Quarto e Pozzuoli visto che il recapito finale delle acque è il canale di Quarto. Abbiamo un progetto definitivo del 2004, inserito nella piattaforma nazionale Rendis (Repertorio Nazionale degli interventi per la DIfesa del Suolo) del Ministero dell'Ambiente, oggi MITA. L’importo aggiornato di quadro economico è di circa 50milioni di euro e il servizio comunale aveva avviato un’interlocuzione con Quarto e Pozzuoli in modo da concordare le opere a farsi e avanzare alla Regione una richiesta di finanziamento congiunta che comprendesse anche interventi di interesse dei comuni di Quarto e Pozzuoli. L’ultimo incontro è stato poco prima del lock down. Nei prossimi giorni chiederemo ed organizzeremo un nuovo incontro per ripartire con la soluzione della importante e complessa questione.

Cosa l’ ha spinta ad accettare l’incarico di assessore ai lavori pubblici della città di Napoli? lo so che è difficile crederci ma i motivi sono unicamente due: una profonda affettuosa amicizia con il Sindaco Mandredi che è stato mio allievo universitario e devo dargli il massimo aiuto in questa straordinaria avventura. Soprattutto mi ha spinto un enorme amore per la mia città. Ho avuto tante offerte davvero rilevanti per andare via ma tutte le mie energie le spenderò solo ed unicamente per Napoli.

#CHIARA FERRANTE

All’ alba dei 17 mesi ancora non siamo riusciti a sapere la verità sul caso di Mario Paciolla, un cooperante ONU di 33 anni deceduto in Colombia, a San Vincente del Caguan, in circostanze ancora troppo ambigue. E’ assolutamente comprensibile l’ appello della madre, Anna Motta che chiede nuovamente chiarezza sulla morte del figlio, in difesa della figura dei giovani italiani che partono per portare in alto il nome dell’ Italia nel mondo.

L’ Onu, organismo che si occupa della difesa dei diritti umani nel mondo, è stata incapace nel difendere la figura del nostro connazionale anche post mortem, appoggiando l’ autopsia effettuata in Colombia che dichiara il suicidio di Mario, ma che è stata prontamente smentita da una seconda autopsia che ipotizza, dati gli evidenti segni sul collo, l’ omicidio. Troppe incongruenze e troppe ombre rendono così l’ autopsia fatta in Italia realtà tangibile. Analizzando il caso e partendo dal principio, Mario si trovava a San Vincente del Caguan, zona pericolosa della Colombia, per una missione di vigilanza sui trattati di pace del 2016 tra le Farc e il governo sudamericano. Qualche giorno prima di morire Paciolla confessa ai genitori di avere paura e di voler rientrare a casa, a seguito di un brusco litigio sul luogo di lavoro. La partenza è prevista per il giorno 15 luglio 2020: Tutto pronto, tutti felici, soprattutto la madre che già aveva avuto ordini dal ragazzo su cosa cucinare.

Ma quell’ aereo Mario non lo ha mai preso.

Qualche ora dopo si precipitarono a casa del ragazzo gli agenti locali, una collega spagnola e Christian Thompson, capo della sicurezza delle Nazioni Unite, trovando la salma di Mario impiccata, ma alcuni dettagli lasciano spazio al dubbio.

Era presente un lago ematico, distante però dalla zona incriminata e la sedia utilizzata come appoggio era perfettamente in piedi.

Tutto era poco chiaro, ma in poche ore la morte del 33enne fu bollata come suicidio. La Procura di Roma però, alla luce delle tante incongruenze, aprì un’inchiesta per omicidio, anche a seguito della scelleratezza delle azioni di Thompson che, 48 ore dopo l’omicidio fece ripulire tutto, facendo sparire le ciotole macchiate di sangue, nella discarica adiacente a San Vincent. I segni sul collo secondo la procura, sono troppo evidenti per essere stati provocati da un lenzuolo.

Nessuno dunque crede al suicidio ed ecco che l’ipotesi di un omicidio prende forma, anche a seguito delle dichiarazioni di Claudia Julieta Duque, giornalista investigativa colombiana vicina al ragazzo, la quale sostiene che Mario stava indagando su un bombardamento in cui erano morti numerosi bambini. La classe politica colombiana e le forze dell'ordine, tuttavia, continuano a non dare risposte esaustive, a dimenticarsi quasi che Mario c’era, figlio di Napoli strappato alla vita, agli amici e a tutto il genere umano. A non dimenticarsene, ci pensano i ragazzi del gruppo "Giustizia per Mario Paciolla” che insieme alla sapiente arte di Luca Carnevale hanno dedicato un murales al ragazzo presso i giardinetti di via dell’ Erba all’Arenella, quartiere dove è cresciuto con la famiglia. Appassionato di Basket, laddove sorge il murales dedicato a Kobe Bryant, Mario è stato rappresentato con una maglia di corto maltese e, con alle sue spalle il mare, come se quell’acqua riuscisse per un attimo a lenire e cullare le ferite di un giovane troppo umano.

Attendendo la verità, continuiamo a sperare che la giustizia faccia il suo dovere. Nel frattempo però, ci impegneremo, affinché questa vicenda non cada nel dimenticatoio.

Perché Mario non va dimenticato. Perché Mario era il sale della terra e perché una promessa è tale solo se mantenuta: Non smarriremo, né ora né mai, la sua verità.

#DANIELE DE FALCO

E’ possibile che venga eletta una donna al Quirinale? Le proposte da parte delle forze politiche non mancano e diverse figure femminili di spicco sarebbero disposte a ricoprire questo incarico. Le ipotesi di Conte vertono su Paola Severino, fautrice della Legge sulla corruzione intestata a suo nome, Letizia Moratti, attualmente vicepresidente a assessore del Welfare in Lombardia, e Emanuela Belloni, segretaria generale del Ministero degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale. Risuona con insistenza il nome dell’attuale Presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, proposta dal centrodestra e da Italia Viva, le uniche forze politiche che in questo momento potrebbero garantire i voti necessari per il raggiungimento del quorum. Una donna a capo dello Stato rappresenterebbe senz’altro una svolta per la nostra storia repubblicana. A ribadirlo è anche l’appello di alcune artiste e intellettuali italiane, tra cui spiccano i nomi di Dacia Mariani e Fiorella Mannoia.

Il Pd, invece, ha chiesto ai Cinque Stelle di accordarsi su Anna Finocchiaro, ex parlamentare dem, per un’eventuale nomina a presidente. Le proposte non mancano, i nomi ci sono e le varie fazioni sembrano fare sul serio. Il copione, però, sembra uguale a quello delle scorse elezioni. In passato noi italiani siamo stati abituati a dichiarazioni di questo tipo, provenienti da esponenti della politica di sesso maschile. Ce lo ricordano, ad esempio, le dichiarazioni di Bersani nel 2013. L’ex capo del Pd optò inizialmente per l’elezione di Anna Finocchiaro, riproposta dai democratici per le prossime elezioni, ma la scelta ricadde su Franco Marini, all’epoca senatore. Insomma, le parole se le porta via il vento. l’Italia è uno dei paesi europei che meno tutela la parità di genere. Un paese che conta sette ministri donne su ventuno contro gli otto su diciotto dei Paesi Bassi, i quattro su dieci dell’Islanda e i tre su sei della Svizzera. I numeri parlano chiaro, non abbiamo nulla di cui vantarci, specie se si tratta l’argomento disparità retributiva.

Con 19.6 punti percentuali, Il bel paese si posiziona terz’ultimo nella classifica europea per la differenza nel numero di occupati tra uomini e donne, dietro di noi solo Grecia e Malta.

Nonostante l’articolo 37 della nostra costituzione tuteli i diritti delle donne sul lavoro e garantisca parità di retribuzione, all’atto pratico risulta necessario colmare quello che viene definito il gender gap. Le donne riscontrano notevoli difficoltà per gli avanzamenti di carriera. Se pensiamo che il tasso di occupazione delle donne italiane tra i venti e i sessantaquattro anni è del 53,8%, il secondo più basso in Europa, allora sì che dovremo preoccuparci, visto che la pandemia potrebbe solo peggiorare la situazione. Nonostante un sondaggio di Almalaurea indichi che le donne ottengono risultati migliori negli studi rispetto agli uomini e in tempi più brevi, queste ultime risultano maggiormente occupate in lavori part – time e a basso reddito e meno impiegate in lavori dirigenziali e di spicco. Facendo affidamento su questi dati, i presupposti per l’elezione di una donna al Quirinale non ci sono. Ancora oggi in Italia la fa da padrone una mentalità maschilista e pregiudizievole. Sono i paesi dell’Europa meridionale e dell’Europa dell’Est a registrare una percentuale nel divario occupazionale di genere maggiore rispetto ai paesi del Nord Europa. Questi ultimi non solo registrano una differenza di pochissimi punti percentuali, ma ci mostrano come le donne possano ricoprire ruoli più importanti a livello dirigenziale politico e istituzionale. Dal 24 novembre 2021, la prima premier e guidare la Svezia è Magdalena Anderson. Kaja Kallas, invece, è stata eletta primo ministro estone, mentre Katrin Jakobsdòttir è la seconda donna islandese ad essere eletta Primo ministro.

Menzione speciale per l’appena trentaseienne finlandese Sanna Marin, la più giovane leader di governo del mondo. Tale nomina è segno distintivo di un paese che confida molto nei giovani e che tutela dignitosamente la parità di genere. Come non ricordare l’ex Cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha ricoperto il ruolo di capo del governo per sedici anni, dominando la scena politica europea. Il suo carisma e la forza prorompente hanno contribuito a delineare i dettami e le scelte politiche operate dall’Unione Europea, rendendola una delle figure più imponenti della storia politica dell’ultimo ventennio. Dunque, In Italia una donna come capo dello Stato potrebbe rappresentare un monito per una crescita culturale non indifferente, e noi ce lo auguriamo fortemente

#MATTEO ESPOSITO

Assistiamo ogni giorno di più a corse verso lo spazio infinito, alla scoperta di nuovi pianeti ed un nuovo turismo spaziale (per pochissimi eletti data l’ingente somma per parteciparvi!) Ma la storia non è solo un insieme di eventi letti e subiti a caso, ma delineano una direzione verso la quale il genere umano si sta dirigendo. Ma allora, dove siamo diretti? Gli eventi del 2021, sebbene si abbia difficoltà a scinderlo dal 2020, descrivono un’umanità abbastanza distratta ed impegnata sempre di più nella lotta contro le discriminazioni razziali.

Dopo un milione di anni, il semplice colore de l l a p e l l e r a p p r e s e n t a a n c o r a “ d e f a c t o ” un problema evolutivo. Una nostra impossibilità di accettare il diverso nella nostra così sapiente comunità...

Ma è stato anche l’anno dove la comunità internazionale ha (parzialmente?) cacciato la testa fuori dalla sabbia ed ammesso che il riscaldamento climatico è una spada di Damocle pronta a cadere sulle nostre teste.

La sola Cina inquina più di tutta l’Europa, ma quest’ultima pare ancora non aver deciso da che parte stare. Ed intanto Xi JinPing viola ogni giorno norme ambientali e diritti umani. Abbiamo conosciuto l’approccio neoliberista e realista (avevate dubbi?) di Joe Biden, nuovo presidente degli Stati Uniti d’America, il quale dopo cinque giorni dal suo insediamento ha festeggiato bombardando ed annientando un sospetto terrorista a Baghdad. Solo successivamente si scoprirà che in quello strike hanno perso la vita anche la moglie ed un bimbo di 4 anni. Ma nulla di nuovo sotto la bandiera stelle e strisce. La Russia si sta riappropriando dei territori ex Urss per una vera rinascita dello stato Sovietico.

La guerra fredda è ricominciata. Ed intanto nel freddo gelido della terra di Putin, essere omosessuale è ancora un crimine.

Nessuno osa condannarlo perché approvvigiona il 70% del gas con il quale noi la mattina prepariamo la moka.

E cosa sarebbe una giornata senza il caffè!?

Intanto l’Europa è spaccata in tre; mentre il Nord procede inesorabile verso una conoscenza elfica della vita tutta, il centro è alle prese con la dura crisi post pandemia e dalla irreperibilità dei semi conduttori.

Noi, al sud Europa/Italia/Mondo, ci aggrappiamo ad un PNRR che pensiamo possa cambiare le sorti dell’umana stirpe, ma abbiamo ancora difficoltà ad impiegare meno di 5 ore di treno per raggiungere la Calabria, letteralmente tagliata fuori da ogni processo produttivo che conti. Si punta tutto sull’export, insomma.

Quindi, dove stiamo andando? Il futuro è un bivio e noi siamo sotto il cartellone logoro che indica le direzioni e le conseguenze. Basterà seguire il cuore o, per una volta, dovremmo affidarci al buonsenso? Questo non è dato saperlo; almeno non a stretto giro. Limitiamoci ad accontentarci ed aggrapparci a quelle piccole cose che sembrano dare un senso ai nostri giorni: famiglia, lavoro (chi è così fortunato da averne uno dignitoso), hobbies ed amici. In attesa che la nostra coscienza sociale si risvegli (o nasca?) ci gustiamo un bel caffè mentre loro “ S'aizano e' palazze fanno cose e' pazze"

Buon 2022 a tutti!

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#GIULIA COMPAGNONE

OGGI ANCHE SOGNARE È DIFFICILE, A DIFFERENZA DI QUANTO SI POSSA PENSARE. SI PERCHÉ SE SI PENSA AL SOGNO SI PENSA A QUALCOSA CHE TUTTI POSSIAMO FARE, IN QUALSIASI MOMENTO. QUALCOSA CHE DOBBIAMO FARE. SEMBRA FACILE PERCHÉ SI PUÒ FARE DOVUNQUE, PRIMA DI DORMIRE, MENTRE SI GUARDA FUORI LA FINESTRA, MENTRE SI GUARDA UN FILM, MENTRE SI LEGGE UN LIBRO, MENTRE SI GUARDA IL MARE O UNA PARETE BIANCA.

Si può sognare praticamente in ogni istante. Facile, no? Forse è facile quando si sogna qualcosa che apparentemente riportiamo a noi, ma che in realtà è degli altri. La casa degli altri, il lavoro degli altri, lo smartphone degli altri, la cabina armadio degli altri. Sogniamo addirittura le vite degli altri, senza rendercene conto.

Sogniamo quello che i nostri sensi percepiscono, quello che va a corroborare la nostra sete di desiderare qualsiasi cosa. Basta che l’oggetto del desiderio sia migliore di quello che la vita attualmente ci offre. La collezione di ultimo grido che passa in TV, la crema anticellulite della modella di cui ogni giorno vediamo la pubblicità, l’elettrodomestico che pulisce la casa e ti fa anche i letti. Oggi sogniamo i sogni degli altri. È meno faticoso, ci mettiamo lì e tramite i social network sogniamo. Diventa difficile quando quei sogni invece sono nostri, sono frutto del nostro animo più profondo.

Quei sogni che traggono origine dai nostri desideri intimi che solo noi conosciamo. Quelli che sono nati con noi e quelli che si sono sviluppati nel tempo, crescendo. I primi, sono quelli che dicevamo quando ci chiedevano cosa volessimo fare da grande, quelli frutto della ingenuità e frutto della condivisione con i tuoi amici. Quella condivisione pura, scevra da qualsivoglia influenza dannosa. I secondi, invece, sono frutto della crescita personale. Frutto della conoscenza delle proprie abilità e di ciò che il mondo man mano ci ha dato l’opportunità di conoscere. Frutto della conoscenza delle proprie abilità e di ciò che il mondo man mano ci ha dato l’opportunità di conoscere. Frutto di una esperienza vissuta che ti cambia la vita. Di un trauma dopo il quale si decide di voler diventare qualcuno, di voler aiutare qualcuno. Frutto di quelle sensibilità scoperte vivendo. Cosicché, quella sensibilità, quel punto debole, diventa il nostro punto di forza: il nostro sogno. Però, i sogni veri, quelli che nascono dentro di noi, fanno soffrire.

Perché comportano un lungo percorso affinché si possano realizzare. All’inizio è entusiasmante, perché devi decidere che strada intraprendere.

In quale direzione andare, mentre ti circondano mille voci, che man mano diventano grida. Lungo il tragitto il percorso diventa tortuoso perché si incontrano ostacoli e molto spesso la percezione del sogno cambia. Proprio quel sogno il cui solo pensiero ti faceva essere felice, può diventare difficile. Magari perché quella strada non la puoi percorrere più. Magari perché tu stesso non sei più sicuro di avere l’attrezzatura giusta per poterla percorrere. Magari perché sono cambiate le regole del gioco. E quelle regole non ti piacciono più, perché non sono più corrette.

Oggi accade spesso che un giovane decida di perseguire un sogno, un sogno proprio, uno di quelli veri, di quelli che tremi anche solo quando lo pronunci. Proprio questa scelta di perseguire questo sogno, però, diventa una condanna. Come il sogno di voler aiutare le persone più deboli o di poter lavorare e tornare vivo a casa la sera.

Magari anche senza essere sfruttati solo perché si è giovani e si “deve fare esperienza”. Il sogno di ricercare la verità, di mettere un punto a tutte quelle storie irrisolte. Quelle i cui nomi hanno perso anche di significato. Ecco. Il voler vivere cercando di raggiungere la propria ambizione è così difficile che spesso ci si rinuncia. Ci si rende conto che pur desiderandolo a tutti i costi quel sogno non si realizzerà e, quindi, decidiamo di sognare i sogni degli altri. Anche se magari non si realizzeranno mai, ma questo non importa.

L’importante è che abbiamo qualcosa da sognare, qualcosa da idolatrare. Qualcosa da comprare per poi stare bene, qualcosa di cui fare uno screenshot e mandare agli amici, qualcosa da postare sui social un istante dopo averla fatta. In modo tale che poi sarà anche degli altri.

Gli altri potranno vederla e la potranno sognare anche loro. E così all’infinito. L’ostentazione che diventa parametro di legittimità dei nostri sogni.

Fino a che i sogni degli altri non diventeranno i sogni di tutti. Pertanto bisogna andare controcorrente, bisogna rompere le barriere e ritornare a sognare ciò che di più profondo desideriamo, condividendolo con noi stessi e pochi altri. Senza avere paura o vergogna di sognare magari qualcosa che nessuno desidera, qualcosa che per gli altri non conta. Sporcandoci le mani e mostrando la nostra anima. Cadendo e rialzandoci per quel sogno nostro e di nessun altro.

#ANNAMARIA MARMO

Molti anni fa, la famiglia era rigorosamente tradizionale, composta da un marito, una moglie e dei figli. Prima dell’approvazione del divorzio nel nostro Paese, si poteva eventualmente pensare ad un secondo matrimonio solo in caso di vedovanza. La società moderna ha però nel tempo sottolineato quanto il concetto di famiglia abbia perso il carattere “nucleare” tipico della famiglia tradizionale, lasciando posto e spazio ad una nuova configurazione della stessa : le famiglie allargate. Ci troviamo davanti ad una famiglia ricostruita, che nasce in seguito alla rottura di una precedente relazione, dove spesso ci sono dei figli che inevitabilmente potrebbero ritrovarsi a relazionarsi o convivere con i figli del nuovo partner del genitore, o con quelli nati dalla loro unione. Queste famiglie sperimentano in primis una serie di compromessi atti ad affrontare nuove dinamiche e situazioni, soprattutto per i figli. Risulta estremamente importante che il “lutto” della cessata relazione precedente , sia stato sufficientemente elaborato sia dai genitori che dai figli, così da permettere ad entrambi i partner di poter ricostruire una nuova vita senza rancori o guerre. Per quanto, per un figlio vedere la propria famiglia d’origine sgretolarsi, rappresenti un vero e proprio dramma, è pero altrettanto vero che vivere con dei genitori continuamente in lite,ancorati in una relazione nociva, alla lunga può produrre danni peggiori rispetto all’accettare un divorzio e la nascita di una nuova famiglia.

Ci si chiede allora: può una famiglia allargata considerarsi una risorsa oppure è un fallimento? La risposta a tale quesito è strettamente dipendente dalle risorse messe in atto nel nuovo nucleo familiare ,dalla comunicazione ed apertura che in essa vengono a manifestarsi. Gestire una famiglia allargata non è un compito semplice. Pur non essendoci un manuale d’eccezione, esiste però un presupposto fondamentale, che è quello di mettere al primo posto il benessere dei figli, rispettando i loro tempi, senza pretendere che accettino sin da subito la nuova situazione.

La comuni cazi one del cambi amento deve essere fatta i n modo chi aro , natural e e gradual e, favorendo così una pi ù spontanea accettazi one.

Chi ari e netti dovrebbero essere i confi ni dei ruol i , ad ognuno i l suo: i l nuovo partner dovrebbe comportarsi i n modo mol to mi surato ed equi l i brato senza mai sosti tui rsi al geni tore bi ol ogi co, scredi tarl o né agl i occhi del partner né con i fi gl i , e soprattutto senza mai entrare i n competi zi one con l ui /l ei . In tal e di rezi one, ri sul ta i nol tre necessari a l ’ accettazi one di una di fferenza educati va dei fi gli al trui , che possa però accordarsi al l e regol e da segui re nel nuovo nucl eo fami l i are, che dovranno essere val i de per tutti i n caso di una convi venza protratta . Al tro compi to degl i adul ti è quel l o di gesti re i confl i tti che possono presentarsi tra i propri fi gl i e quel l i acqui si ti , o i futuri nasci turi . Una buona comuni cazi one e un’ attenzi one costante, può ai utare a preveni re eventual i mal esseri , l addove si svi l uppi no, ad accogl i erl i e i mparare a gesti rl i . Creare una fami gl i a al l argata può qui ndi rappresentare una grossa ri sorsa, ri cca di opportuni tà e rel azi oni , ma essendo i n di veni re bi sogna tener conto del l e di verse vari abi l i i nterveni enti . Nel caso i n cui dovessero sorgere del l e di ffi col tà, oppure ci si dovesse accorgere che si stanno ri presentando di nami che si mi l i a quel l e che hanno portato all a rottura del l a vecchi a rel azi one, sarebbe opportuno contattare un professi oni sta esperto, che possa accompagnare l a fami gl i a nel l o svi l uppo di questa nuova esperi enza, facendo emergere i n l oro l e potenzi al i tà di questa nuova rete di connessi oni .

#CARMEN COSTABILE

I micronutrienti chiave identificati dall’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) sono invece 6 vitamine (D, A, C, Folato, B6 e B12) e 4 minerali (zinco, ferro, rame e selenio); sono infatti disponibili prove scientifiche sull'impatto di uno stato nutrizionale ottimale di questi micronutrienti sul corretto funzionamento del sistema immunitario.

2. Attività fisica. Questa è in grado di dare il I l si s t e m a im m u ni t a r i o p u ò e sser e giusto stimolo, determina proprio un co n s i d erato l ’a rma c h e l’o r g a n i s m o ha a allenamento del sistema immunitario; nella di sp osiz i o ne contro i micr o b i r es p onsabili giusta misura, senza creare fonte di d i m a la t t i e. In i z i a a f orma rs i n e l neon at o, s i stress e infiammazione per il corpo, permette sv i lu p p a duran te l ’i nfan zi a, q ua nd o s i h anno di mantenere il sistema immunitario più l e p r ime esp o s i z i o n i a pa t oge n i, c i b i, recettivo. L’ideale è mantenere l’esercizio a nt ige n i ambi e ntali e v ac ci n i, per po i fisico di una certa intensità (troppo blando, comi nci are a ind e b o l i r s i n el la t a rda e tà, infatti, non è in grado di generare stimoli qu a ndo si ha u na rid u zion e d e ll ’eff i c i en za adattativi) ma facendo attenzione a non nota con il nome di “im mun o s e ne s ce n z a ” . Le renderlo troppo frequente e prolungato (ad cau se pr in ci p a l i del l ’i ndeb ol ime nt o d el le esempio, la maratona se ripetuta troppo d ife se im m u ni t ar ie s o n o d iv e rs e : al c un e frequentemente può portare addirittura p a t ologi e, l ’u s o ec cess ivo d i a nti b i ot i ci, alla depressione del sistema immunitario). s va ria ti f at t or i l e g ati al l o s til e di v i t a , u n a

p redisp o s izion e gen e tic a .

3. Sonno e recupero. Durante la notte Quello su cui voglio soffermarmi e che l’organismo si ricarica, rielabora le proprie possiamo noi tutti modulare è lo stile di funzioni e si rigenera. Si ha la produzione di vita. Quali sono quindi i fantastici 4 per determinati ormoni, come il GH in grado di potenziare il sistema immunitario? stimolare il sistema immunitario, e l’abbassamento invece di altri, 1.Alimentazione e Integrazione. come il cortisolo.

I nutrienti chiave che supportano il sistema

immunitario possono essere ottenuti 4. Gestione dello stress. Una situazione di attraverso componenti dietetici che stress protratta nel tempo, sia di tipo includono vegetali freschi (frutta e verdura, psicologico che di tipo fisico, porta ad un ricchi di antiossidanti e fitonutrienti), pesce abbassamento delle difese (evitare quello di allevamento e prediligere immunitarie; il cortisolo, prodotto a livello quello azzurro: branzini, sogliole, sarde, surrenalico, infatti, è un potente acciughe, sgombri), carne magra, latticini e immunosoppressore. uova (da alternare per garantire la giusta

varietà e quantità) acqua e altre bevande Ciò che ne consegue è la necessità di adottare non zuccherate (lo zucchero semplice ha la buona abitudine di una dieta varia ed un’azione infiammatoria: un solo cucchiaio equilibrata in tutte le fasi della vita – già un di zucchero è in grado di alterare la allattamento al seno è in grado di aiutare il funzione dei nostri globuli bianchi per sistema immunitario del bambino, qualche ora), grassi salutari (prediligere proteggendolo da virus e infezioni batteriche – l’olio extravergine d’oliva come fonte in modo da assicurare al nostro organismo principale di grassi, limitando fortemente tutti i nutrienti necessari; mantenersi sempre quelli animali e trans, derivanti da attivi, dando all'organismo anche i giusti trasformazioni nei cibi lavorati e tempi di recupero; mettere al primo posto la preconfezionati). propria serenità, riconoscendo l'enorme influenza della psiche

#GRAZIELLA TETTA

"Graziè bella de zia ma che stai facendo, perché fai le fotografie alle scarpe che zio Mario e zia Anna ti hanno regalato?”

-Ahia e ora come glielo spiego? Ci provo a parole semplici “Zietta a me non piacciono, ora metto la fotografia sul telefono e se a qualcuno piacciono se le comprano, così non le butto e ci guadagno qualcosa? “ “ Ma davvero??? E quanta fatica mi sarei risparmiata in questi anni, voi siete proprio fortunati” Ora qui serve proprio una spiegazione su quest’ultima affermazione perché chi non conosce zia Ninì non sa a quale improba fatica faccia riferimento. Chi non ha avuto in famiglia una zia di solito anziana, ma non troppo che trascorreva il Natale con la vostra famiglia perché senza marito e figli che “poverella” non poteva essere lasciata sola proprio durante le varie festività che, puntualmente rovinava a causa del suo pessimo carattere che la portava a criticare qualunque abito voi aveste indossato, qualunque nuovo taglio di capelli vi foste fatti, anche se... nemmeno quello precedente era esente da critiche, per non parlare, poi, del cibo che risultava nell’ordine sciapo, troppo cotto, salato, unto, fuori della tradizione? Tutte queste cose la rendevano unica e, dopo aver digerito i vari commenti con una buona dose di pazienza ti permettevi di esclamare “Non cambia mai!” Ma in realtà quello in cui la zia non cambiava mai e che era oggetto di scommesse accanite che si ripetevano ogni anno tra noi nipoti era una sua particolarità: zia Ninì era un’esperta del riciclaggio. Preciso non” lavava” i soldi della malavita, né riutilizzava in modo creativo gli oggetti da buttare, no no, la zia riciclava i regali di Natale che le venivano fatti. Mai, dico mai, in tanti anni le ho visto indossare un maglione o gli orecchini che le abbiamo regalato.

Ogni 27 dicembre la zia posava sul tavolo tutti i doni ricevuti su cui aveva con accuratezza salvato il bigliettino di accompagnamento, li osservava con attenzione, scuoteva la testa e iniziava quello che per lei era un duro lavoro: disfaceva tutti i pacchetti piegando accuratamente la carta regalo dalla quale levava, sempre con grande attenzione, il nastro adesivo, poi iniziava a riorganizzare per l’anno successivo i regali, in modo da non restituire il regalo a chi lo aveva fatto, perché, poi certe brutte figure non si possono fare, inoltre era obbligata anche a non fare confusione tra le famiglie, così il regalo di Silvana doveva andare ad Alessandra, o, alla fidanzata di Massimo, ma non a Graziella che era la sorella di Silvana e nemmeno a Rosaria che era la madre e così via per circa 15 regali che si intrecciavano l’anno dopo e l’anno dopo ancora, fino a tornare, avvolti nella carta riutilizzata più volte, dopo circa un quinquennio a chi li aveva comprati. Sì perché, dopo aver capito che la zia mai avrebbe utilizzato uno dei nostri acquisti per lei, noi nipoti abbiamo cominciato a riciclare ogni anno gli stessi regali che le facevamo, scommettendo in un suo riconoscimento o in un suo errore. Vi confesso che l’errore aveva quotazioni che aumentavano di anno in anno e che tale errore non si è mai verificato, mai che uno di noi abbia avuto l’anno dopo il regalo acquistato l’anno precedente. Le abbiamo provate tutte a metterla in difficoltà: numero di regali dispari, tutti oggetti decisamente femminili, quindi non riciclabili per i nipoti maschi, ma zia Ninì aveva dei jolly datati anni nella sua cassapanca, regali neutri ricevuti chissà da chi, chissà quando e quindi eccoli spuntare fuori all’occorrenza. Quest’anno mio fratello ha ricevuto la sua sciarpa del 2003, io il maglione che mia cugina ha acquistato 6 anni fa, anche se aspetto il prossimo natale per riavere la collana che le ho regalato nel 1999 e che ora è ritornata di moda, ma facendo la gnorri le chiedo “ Quale fatica zia ti saresti risparmiata?”

“Quello di far girare i vostri regali per non farvi prendere collera” Risponde serafica

L’alto casertano negli ultimi 10 anni sta facendo parlare di sé con la riscoperta del Pallagrello sia bianco che nero, insieme al Casavecchia. Il Pallagrello ad oggi non ha una Doc, ma rientra nella IGT Terre del Volturno, istituita nel 1995 e comprende all’incirca 80 comuni in un territorio abbastanza vasto che attraversa la provincia di Caserta e alcuni comuni della provincia di Napoli quali Giugliano, Qualiano, Sant’Antimo.

Nonostante il vasto areale possiamo affermare che gli ettolitri prodotti per l’intera denominazioni sono pochissimi.

Da un’ultima fonte di Dati Agea-Sian nel 2018 sono state rivendicate con questa denominazione circa 6120 ettolitri che in ettari si traduce in circa 125 Il Pallagrello è diffuso solo nella zona di Castel Campagnano, Caiazzo, Castel di Sasso, Piedimonte e Alife. Il Pallagrello nero invece in passato era diffuso nel Molise precisamente a Venafro, lungo il fiume Volturno e in minima parte in Calabria.

Il Pallagrello Bianco per anni è stato accomunato ad un altro vitigno campano: la Coda di volpe. Questo nome venne dato dai contadini locali in quanto il grappolo ha la forma della coda della volpe, ma solo le recenti analisi del Dna hanno permesso di fare entrare di diritto questo vitigno nel Registro Nazionale delle uve.

Stessa sorte per il Pallagrello Rosso che veniva identificato come Coda di volpe per il medesimo motivo. Questa varietà agli inizi del novecento subisce un declino importante, anche perché nella zona del Casertano si puntava molto di più sul Ager Falernum e Aversa, solo alla fine degli anni 90 troviamo una riscoperta di questo vitigno.

In questo numero intervisteremo una pioniera del Pallagrello: Paola Riccio che da oltre dieci anni si dedica a tempo pieno nella valorizzazione e promozione del territorio. Chi non ha mai bevuto un bottiglia del suo Riccio Bianco ?

Chi è Paola Riccio ? Da dove nasce il progetto Alepa ?

Sono una ex cittadina che ha trovato in questa dimensione rurale il suo posto. Il progetto non nasce come progetto commerciale ma dal desiderio di mio padre di replicare la sua esperienza di bambino quando trascorreva le vacanze estive dai nonni paterni nella campagna calabrese.

Qual è l'anima del progetto Alepa ?

L'anima di Alepa è mutevole, direi che in questo momento il focus è la sostenibilità ambientale e la ricerca di essa percorrendo tutte le strade possibili, dall'agricoltura rigenerativa, alla gestione ottimale del cotico erboso, al recupero di pratiche tradizionali come la legatura con il salici, con l'obiettivo di migliorarsi sempre di più sotto questo aspetto introducendo altre pratiche virtuose..

Quante etichette producete?

Alcune sono prodotte ogni anno e sono 4 , le altre seguono le esigenze di magazzino o l'intuizione del momento , comunque parliamo sempre di piccole tirature 1000/1500 bottiglie per anno.

Qualche anno fa sono venuta in azienda da te e ricordo ben preciso della tua famosa mappa in cui andavi a spiegare il territorio.

Quindi la domanda mi sembra legittima: poi spiegare anche ai nostri lettori il tuo territorio ?

E' collina, dolce, ma collina. Non c'è un mq di superficie pianeggiante, e ne sanno qualcosa le mie articolazioni , il Volturno abbraccia queste alture con la grande ansa che fa nel suo medio corso e caratterizza fortemente il paesaggio e anche il clima.

Dal crinale si vede il mare guardando verso sud e le montagne innevate del matese guardando verso nord. Un territorio magico difeso strenuamente dai guerrieri sanniti, testimone degli ozi cartaginesi per più di 10 anni, ricco di storia.

Ci racconti del pallagrello che fino a qualche anno fa era un vitigno completamente dimenticato ?

Il pallagrello ha un passato molto nobile, è stato il vitigno ufficiale della corte borbonica come testimoniano i documenti delle produzioni delle vigne reali, il progetto sperimentale della vigna del ventaglio e la vigna del Monticello per la produzione personale di Ferdinando IV protetta dall'editto reale. Dopo aver subito l'oblio legato alla decadenza della società meridionale ha incontrato una rinascita a partire dagli anni '90 del secolo scorso, quidni sono più di 25 anni che è iniziata l'epoca moderna del pallagrello.

Cosa manca al vostro territorio per poter far emergere ancor di più il pallagrello ?

Una maturità imprenditoriale e le idee più chiare. Anche aumentando la superficie vitata non si potrà mai raggiungere una massa critica per competere in certe logiche di larga scala e quindi sarebbe il caso di abbandonarle. Una maggior conspevolezza da parte dei produttori nella ricerca di espressione qualitative molto più incisive con poltiche di branding adeguate , utilizzare gli strumenti consortili e delle stra del vino in maniera appropriata e in genere muoversi in modo coeso.

#LELLO CONSOLO

#HASTAGDELLASETTIMANA

Buon anno da Twi tter, ebbene sì , anche questo soci al non è esente dal tri pudi o di meme e foto per augurare buon anno.

Non a tutti è pi aci uto l ' auguri o, qual cuno ha twi ttato “ che si a un anno veramente posi ti vo per ognuno di voi ” l a ri sposta è stato un hashtag i n tendenza per un bel po' l a notte del 31: “ #mavaffancul ovà”.

I tamponi l a fanno da padrone, tutti tamponati , l e assi curazi oni gongol ano, negati vi che fanno i l tampone per aver i ncontrato un posi ti vo che i ntanto si è negati vi zzato e al l ora vai di tampone, mol ecol are o rapi do?

Grazi e, preferi sco una vodka l i sci a.

L' account di Serpe l oco twi tta “ In farmaci a, per i tamponi , c' è una fi l a così l unga che quando arri va i l tuo turno hai fi ni to l a quarantena”.

Tamponatevi se necessari o, ma al meno fate un CID. Intanto abbuffatevi comunque, tanto non si butta vi a ni ente, l ' account di Marco Noel pubbl i ca una di scussi one tra parenti : “ -Ancora due anni e tutto sarà fi ni to – Mal edetta pandemi a -No, parl avo degl i avanzi ” Ri cordatevi di mettere l a mascheri na, e qui ndi al za l a mascheri na, abbassa l a mascheri na e metti l a mascheri na, i o gl i e' a tagl i erei quel l a mascheri na, per ci tare Verdone.

Ma deve essere FFP2 e al l ora non si trovano, l ' account di Ci cci o Rosi na parl a al suo spacci atore:

“-ehi amico cos'hai? -Erba, fumo, coca, FFP2 FFP2 a quanto? -50 centesimi al pezzo – OK, dammi 10 pezzi, muoviti”. Le nuove droghe.

Anche il Green Pass è occasione di discussione e @ominostanco twitta l'affermazione di un attore natalizio: “ Massimo Boldi: smetterò di recitare fino a che non verrà ritirato il green pass. Le notizie, quelle belle” Intanto in Afghanistan, i Talebani distruggono 3000 litri di alcol buttandoli al fiume, @Cicciorosina è perentorio: “Questo è troppo.

Bombardiamoli”

Buon anno a tutti. @lelloconsolo.