Conoscere italiano

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NOTE

4. COMPARATIVI E SUPERLATIVI «SPECIALI» Gli aggettivi grande, piccolo, buono, cattivo, oltre i gradi di comparazione regolari (più grande, il più grande, grandissimo), hanno delle forme «speciali» per il comparativo (di maggioranza) e il superlativo (assoluto). Esse presentano le seguenti caratteristiche: • sono organiche, cioè costituite da una parola sola; • sono tratte da radici diverse da quelle degli aggettivi di grado positivo.

grado positivo

grande piccolo buono cattivo

comparativo

maggiore minore migliore peggiore

superlativo assoluto

massimo minimo ottimo pessimo

• Massimo e minimo si usano anche per il superlativo relativo: il massimo, il minimo (in alternativa con: il più grande, il maggiore; ecc,). Ottimo e pessimo esprimono, invece, solo superlativi assoluti (sup. rei.: il migliore, il più buono; ecc.). • Le quattro coppie di comparativi e superlativi «speciali» ricalcano forme latine. Sono di provenienza latina anche alcune altre coppie, il cui valore originario, comparativo o superlativo, è però quasi interamente svanito (e si tratta quindi, in pratica, di aggettivi di grado positivo): (alto) superiore supremo, sommo (basso) inferiore infimo (interno) intcriore intimo (esterno) esteriore estremo Lo stesso si dica degli originar! comparativi anteriore, posteriore, ulteriore, citeriore, viciniore, seniore e dei superlativi prossimo, postremo. • II fenomeno dei gradi di comparazione concerne esclusivamente l'aggettivo (e inoltre l'avverbio: vedi capitolo 24, § 4). Tuttavia, nell'ambito del linguaggio familiare, pubblicitario, sportivo, troviamo sostantivi modificati col suffisso -issimo: padronissimo, salutissimi, campionissimo, partitissima, poltronissima, occasionissima, canzonissima, ecc.

L'ITALIANO, LE ALTRE LINGUE, I DIALETTI I gradi di comparazione Nel formare i gradi di comparazione l'italiano usa in prevalenza espressioni «analitiche», nelle quali l'aggettivo rimane intatto e l'indicazione del comparativo o del superlativo è fornita da altri elementi autonomi (un avverbio, l'articolo e un avverbio, ecc.: più forte, il più forte). L'italiano però presenta qui anche una forma «organica» o «sintetica», il superlativo assoluto in -issimo, e inoltre per eccezione, come si è visto, alcuni comparativi (maggiore, ecc.).

In latino prevalevano largamente le forme «sintetiche». Non vi troviamo infatti solo il superlativo in -issimus (con funzione anche di superlativo relativo: fortissimus = sia «fortissimo», sia «il più forte»), ma anche, regolarmente, il comparativo formato con suffisso: fortior, «più forte», col suffisso -/or aggiunto al tema di fort-is, «forte». Nella formazione dei gradi di comparazione, tra le lingue romanze, lo spagnolo non diverge dall'italiano. Invece il francese (tranne i corrispondenti dei nostri maggiore e minore, cioè majeur e mineur, peraltro riser-

vati ad usi particolari) ha esclusivamente forme analitiche, perché i superlativi in -issimus non vi hanno lasciato traccia. Quindi: riche plus riche ricco più ricco très (o bien, o fort) riche molto ricco, ricchissimo II tedesco e l'inglese, lingue germaniche, presentano anche forme sintetiche, ereditate da una fase antica di questo sottogruppo linguistico e, se risaliamo più indietro, dall'indoeuropeo, proprio come è accaduto per il latino. Per l'inglese ciò


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