ANTONIO GUERRINI E LA POETICA DEL DONO

ANTONIO GUERRINI

E LA POETICA DEL DONO

ANTONIO GUERRINI

E LA POETICA DEL DONO a cura di Gioele Melandri

Museo civico Luigi Varoli Cotignola

ANTONIO GUERRINI

E LA POETICA DEL DONO a cura di Gioele Melandri www.museovaroli.it museovaroli@comune.cotignola.ra.it 0545 908879 | 320 4364316 museocivico_luigivaroli Museo Civico Luigi Varoli Luigi Varoli museovaroli

Indice Ringraziamenti.................................................................................7 Per una poetica del dono e una scuola della gentilezza.......8 Gioele Melandri Antonio Guerrini: una maestro affezionato, una guida artistica evocatrice di affetti.................................................................................10 Raffaella Zama Antonio Guerrini 1926-2011 | opere scelte.........................14 Acquisizioni e donazioni............................................................48

Ringraziamenti Si ringraziano: La famiglia Guerrini, Aldo Savini, Emanuele Tonini e la famiglia Medri per la concessione delle opere Raffaella Zama per il suo contributo al catalogo Massimiliano Fabbri Direttore artistico Museo civico Luigi Varoli Michela Fanelli, Daniela Foralosso Area Cultura e Comunicazione e Urp Comune di Cotignola La giunta comunale, in particolare il sindaco Luca Piovaccari e l’assessore alla Cultura e Istruzione Federico Settembrini Ana Hillar e Michele Pagani per i restauri Per le donazioni si ringraziano la famiglia Guerrini, Anna e Mauro Bartolotti, Luisa Liverzani.

Si ringrazia inoltre l’Avv. Giovanni Corelli Grappadelli prematuramente scomparso alcuni mesi fa.

Marianna Bacchini e Cotignola Invita per il sostegno

Fotografie, grafiche e comunicazione a cura di Arianna Zama 7

PER UNA POE TICA DEL DONO E UNA SCUOLA DELLA GENTILEZZA

Questa mostra, dedicata al pittore cotignolese Antonio Guerrini nel decimo anniversario dalla sua scomparsa, rappresenta solamente un’appendice, seppur gradita e necessaria, ad un fenomeno ben più ampio che vede in Cotignola e nella sua storia un esito felice. Il vero fulcro di questo evento espositivo trova compimento nella prima sala della Mostra, ovvero lo spazio dedicato alle recenti donazioni e acquisizioni delle collezioni comunali d’arte.

In questo luogo il visitatore potrà fruire di diverse opere apparentemente di distanti tra loro; il travolgente “Vento di Araba” di L. Varoli, le dolcissime “ragazze che leggono” di Olga Settembrini, il trittico Capriccioso di Aristodemo Liverani, i ritratti ceramici della famiglia Bartolotti Mingarini ed infine altri tre dipinti di Antonio Guerrini raffiguranti due autoritratti e il ritratto della moglie. Non c’è una poetica precisa, una tecnica o una tematica d’indagine ad accumulare questa raccolta, ma la forza che ne tiene uniti i pezzi si basa su un sentimento più profondo e viscerale, ovvero il desiderio da parte dei precedenti proprietari che queste opere tornassero a fare parte di una realtà articolata quale solo un museo può offrire e che, seppur in maniera lacunosa e parziale, tenta di ricostruire il complesso intreccio di relazioni-incontri che ha caratterizzato il cenacolo varoliano e la vita di chi ne ha fatto parte.

A ben pensarci Cotignola non è estranea a questo tipo di avvenimenti, basti pensare all’invidiabile donazione di opere e documenti elargita alla comunità da Anna Cortesi Varoli su cui è stato costruito il cuore pulsante della collezione permanente di questo museo civico, oppure la più recente acquisizione della Collezione Savini.

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Tanta generosità è sicuramente frutto di ciò che prima della nostra presenza su questo dolce territorio era già stato piantato ed accuratamente coltivato dallo stesso Varoli all’interno della sua Scuola, dove attraverso la pittura, il disegno, la scultura e la musica si conferiva alle future generazioni la possibilità di costruirsi un futuro differente da quello che la sorte avrebbe probabilmente offerto ai futuri mezzadri che ne frequentavano le stanze. Nella Scuola della Gentilezza Varoli insegnava con fare austeramente paterno ed educava all’accoglienza e allo spendersi per gli altri, senza aspettarsi grandi premi o riconoscimenti. “l’ospite, anche quando non atteso, è sempre padrone della mia casa”; con questa frase posta in bella vista dinnanzi all’ingresso venivano accolti i bisognosi che bussavano alla porta del pittore Cotignolese, che si trattasse di ebrei in cerca di un rifugio o di bambini curiosi di giocare con le maschere in cartapesta.

Anche Antonio Guerrini, allievo di Varoli e suo più fedele discepolo, aveva riportato il medesimo motto di fronte alla propria abitazione, ad eterna memoria di quello che il suo Maestro gli aveva insegnato dell’arte e della vita. In virtù di questo trovo riduttivo etichettare Guerrini come il più tradizionalista e meno inventivo dei pittori cotignolesi, poiché questa prerogativa del suo fare pittorico non deriva da una mancata capacità tecnico esecutiva del pittore, ma bensì dalla profonda aderenza nei moventi etici, morali e solo infine estetici tra il Maestro e l’eterno allievo Guerrini. In virtù di queste comuni sensibilità fu quest’ultimo infatti a farsi esecutore testamentario della grande eredità immateriale tramandatagli da Varoli, eredità che cercò di condividere con i giovani del paese presso le istituzioni scolastiche in qualità di professore d’arte, le associazioni, e la direzione della Scuola Arti e Mestieri che lo stesso Varoli aveva tenuto viva. Questi luoghi, carichi di ricordi e Amore per chiunque sia cresciuto a Cotignola nelle ultime tre generazioni, continuano a donare alla comunità intera frutti genuini, coltivati con sapienza e pazienza da chi, dopo Luigi Varoli e Antonio Guerrini, ha saputo nuovamente ravvivarne lo spirito inesauribile di ispirazione.

Gioele Melandri

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ANTONIO GUERRINI: UN MAESTRO AFFEZIONATO, UNA GUIDA ARTISTICA EVOCATRICE DI AFFETTI All’odore intenso di olio di lino che si alzava nell’aria della grande stanza, si lega in modo indissolubile il ricordo dell’ingresso in quel luogo magico, entro il quale si poteva cogliere la sensazione di proiettarsi nel passato. Un odore che a distanza di quasi cinquant’anni, è rimasto identitario di quel locale, che racchiudeva in sé uno spazio unico e curioso, da esplorare a 360°: quello della Scuola Arti e Mestieri.

Oggi mi affido al profumo inconfondibile di quell’olio, ritrovato in una vecchia boccetta, per ricondurre la sensazione olfattiva agli altri sensi, sollecitando la memoria visiva e il ricordo del vissuto trascorso in quegli anni, da bambina.

Dentro la stanza si susseguivano file di vecchi banchi di legno dal piano inclinato, pronti per accogliere fanciulli e ragazzi interessati ad approcciarsi con l’arte nei pomeriggi dopo la scuola. Sui muri erano appesi calchi in gesso con antichi rilievi evidenziati dai depositi di polvere, su alcuni ripiani, davanti alla prima fila di banchi, sostavano senza un motivo apparente una serie di oggetti: vasi, brocche, bottiglie di vetro di varia forma e colore, un vecchio lume a petrolio e altro ciarpame.

Lateralmente, su un tavolo, si trovavano ammucchiate in disordine una moltitudine di vecchie cartoline colorate a stampa, che raffiguravano ignoti paesaggi e poco oltre un grande forno per la cottura della ceramica ingombrava e chiudeva lo spazio.

Tutto appariva grande, come le due alte figure poste contro la parete di fondo, in origine parte di carri allegorici eseguiti per la festa della Segavecchia. L’una piuttosto snella raffigurava Paganini con l’abito di tela grezza e la testa in cartapesta, intento a suonare il violino, l’altra ancor più monumentale, ritraeva in cartapesta variopinta il maestro Luigi Varoli con la tavolozza in una mano e il pennello nell’altra: figure di grande fascino con le quali interagire per gioco. Tirando una corda Paganini azionava il suo arco, mentre Varoli muoveva pennello e tavolozza.

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L’anima di questo contenitore fatto di persone e di cose intriganti, la figura capace di raccordarle tutte insieme, era un uomo buono, pacato e sensibile: il maestro e professore Antonio Guerrini.

Era lì per la sua missione, quella di appassionare all’arte chiunque varcasse la porta, ripetendo una scena che conosceva bene. La stessa da lui vissuta come allievo ultimo, fra l’ultima generazione di allievi del maestro Varoli.

Dinanzi alla composizione, che aveva predisposto sul cavalletto con oggetti scelti fra i vasi e le bottiglie oppure con i fiori messi in un vaso, si preparava la sfida sul tema della natura morta e se non era quella la lezione del giorno, spettava ad una cartolina il lavoro di copia su cui misurarsi.

In tutto ciò Guerrini riviveva se stesso, in quella stessa scuola tenuta un tempo da Varoli, attraverso l’addestramento principe dell’osservazione dal vero, la stesura del disegno preparatorio e l’applicazione del colore ad olio. Non era persona di troppe parole Guerrini e alla spiegazione teorica della pittura, preferiva quella dimostrativa, quella che parla da sé, proprio come il suo maestro gli aveva insegnato. Le molte opere degli allievi di Varoli, conservate nei depositi del museo a lui dedicato, mostrano infatti il suo frequente intervento, che si rivela attraverso la freschezza del tratto disegnato, la gestualità immediata del polpastrello nel modellato o la rapidità del tocco di colore ripetuto dal pennello.

Alla stessa maniera, la tela dipinta dall’allievo si completava con l’abile intervento di Guerrini e assumeva una pelle nuova, fatta di un susseguirsi di rapidi tocchi di pennello con una tecnica di impressionismo pittorico che il maestro aveva ereditato dal suo maestro.

Un tocco ai miei occhi irraggiungibile e infatti tale si rivelava ad ogni tentativo di emulazione. E così ogni quadro sperimentato, ogni copia eseguita, oggi conserva in superficie le peculiarità di Guerrini e l’eredità a lui lasciata da Varoli, come chiara espressione del concetto “da cosa nasce cosa”. Tutto si trasmette e si rinnova lungo un asse ereditario definendo un debito e una storia.

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La missione di Guerrini ripercorreva le strade del suo maestro anche presso la scuola pubblica e così almeno un’intera generazione di cotignolesi ha avuto un rapporto con lui nella locale Scuola Media, laddove il suo compito si faceva più arduo, a contatto con l’obbligo della frequenza e non con il piacere spontaneo dell’apprendimento. Il suo tentativo di coinvolgere, tuttavia, era lo stesso e grande è l’affetto di molti verso quell’uomo pacato e gentile. Credo che il suo lascito possa rivivere, in qualche modo, anche in quanti non hanno poi avuto la fortuna di seguire la via dell’arte, fra le scelte che la vita impone.

La carriera spesa nell’insegnamento e il temperamento un po’ riservato, non hanno visto Antonio Guerrini imporsi prepotentemente nel panorama della pittura romagnola del suo tempo, ma le occasioni nella sua città non sono mancate ed hanno rivelato il legame inscindibile con Varoli nell’affrontare un naturalismo pittorico di matrice tardo ottocentesca, con un certo distacco e con serena intimità, sensibile per scelta compositiva e delicatezza della gamma cromatica.

Cosi si presentavano agli occhi dell’osservatore, le opere esposte nell’Antologica del 1998 tenutasi in Palazzo Sforza, una mostra per la quale ho avuto il piacere di una minima restituzione di quanto avevo ricevuto, come parte della commissione operativa per le mostre di quell’anno. Ne conservo con affetto il catalogo firmato di suo pugno.

Una storia di affetti che si ripete, quando dieci anni più tardi ricorre il cinquantesimo anniversario della morte di Luigi Varoli e sto lavorando al catalogo generale per impostare la sua vita d’artista. Il mio maestro mi ospita nella sua casa e mi parla del Suo maestro con un vivo ricordo. Alle pareti osservo le opere di Varoli, che custodisce gelosamente e le osservo in un dialogare continuo con le opere sue.

Un dialogo senza fine. Osservo, così come mi ha insegnato a fare.

Raffaella Zama

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ANTONIO GUERRINI 1926-2011 | OPERE SCELTE

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Autoritratto | 1950 olio su tavola donazione Anna Cortesi Varoli 15

Ritratto delle nipoti Laura e Lucia | s.d. olio su tavola collezione fam. Guerrini 16

Ritratto della figlia Mirna Guerrini | s.d. olio su tavolozza collezione fam. Guerrini 17

Mia madre | s.d. olio su tela collezione fam. Guerrini 18

Ritratto della suocera | s.d. olio su tela collezione fam. Guerrini

Ritratto della moglie Iolanda Taroni 1952 olio su tavola collezione fam. Guerrini 19

Figura maschile con cappello | s.d. olio su cartone collezione fam. Guerrini 20

Segavecchia o Befana | 1971 olio su tela collezione fam. Guerrini 21

Il cerchio della vita | s.d. olio su cartone collezione fam. Guerrini 22

Nudo di spalle | 1970 olio su tela collezione fam. Guerrini 23

Nudo femminile | s.d. olio su tavola collezione Aldo Savini 24

Nudo alla finestra | s.d. olio su tela collezione fam. Guerrini 25

Nudo di spalle | s.d. olio su tela collezione fam. Guerrini 26

Nudo di spalle | s.d. olio su cartone collezione fam. Guerrini 27

Nudo di profilo | s.d. olio su cartone collezione fam. Guerrini 28

Nudo disteso | s.d. olio su tela collezione fam. Guerrini

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Nudo con libri | s.d. olio su cartone collezione fam. Guerrini 30

Bozzetto per Segavecchia con i boia | s.d. terracotta smaltata collezione fam. Guerrini 31

Quattro vasi | s.d. terraglia e terracotta smaltata collezione fam. Guerrini 32

Granchio | s.d. china su carta collezione fam. Medri 33

Venditore ambulante | s.d. olio su tavola collezione fam. Guerrini 34

Le bagnanti | s.d. olio su cartone collezione fam. Guerrini 35

La spiaggia | s.d. olio su tela collezione Aldo Savini 36

Giovani pescatori riparano le reti s.d. olio su cartone collezione fam. Guerrini 37

Giovane seduto | s.d. olio su tavola collezione fam. Guerrini 38

Bambino con cane | s.d. olio su cartone collezione fam. Guerrini 39

Bambino che legge | s.d. olio su tavola collezione fam. Guerrini 40

Paesaggio con scala | s.d. olio su tela collezione fam. Medri 41

Paesaggio con carretto | 1956 olio su tela collezione fam. Medri 42

Natura morta | 1968 olio su tela su cartone collezione fam. Guerrini 43

Veduta di canale con imbarcazioni | s.d. olio su tela collezione fam. Guerrini 44

Torre d’Acuto | s.d. olio su tela collezione Emanuele Tonini 45

Cotignola di notte | s.d. olio su cartone collezione fam. Guerrini 46

Tramonto sul mare | 2008 olio su cartone collezione fam. Guerrini 47

ACQUISIZIONI E DONAZIONI

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Luigi Varoli (1889-1958) Canto di Araba (ritratto di Olga Settembrini) 1931 | olio su tavola ex collezione Morsiani - collezione comunale 49

Olga Settembrini (1909-1999) Ragazze in lettura 1931 | olio su tela donazione Avv. Corelli Grappadelli 50

Antonio Guerrini (1926-2011) Autoritratto al lavoro s.d. | olio su tela donazione fam. Guerrini 51

Antonio Guerrini (1926-2011) Ritratto della moglie 1970 | olio su tavola donazione fam. Guerrini 52

Antonio Guerrini (1926-2011) Autoritratto 2005 | olio su cartone donazione fam. Guerrini

Aristodemo Liverani Chiesa del Pio Suffragio (rovine) 1958 | affresco su populit donazione Luisa Liverzani 53

Aristodemo Liverani Chiesa del Pio Suffragio (rovine) 1958 | affresco su populit donazione Luisa Liverzani 54

Luigi Varoli (1889-1958) Ritratto di Serafino Bartolotti e Rosa Mingarini 1956 | terracotta donazione Anna e Mauro Bartolotti 55

Augusto Bartolotti Ritratto del fratello Pilade 1959 | terracotta donazione Anna e Mauro Bartolotti 56

Prodotto nell’ottobre 2021 in occasione della mostra “Antonio Guerrini e la poetica del dono” a cura di Gioele Melandri.