Argo X / Questioni di gusto

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Confini Tommaso Gragnato

Languori d’Africa

Colloquio con il direttore di «Nigrizia» Nel corso del Millennium Summit promosso nel settembre del 2000 dalle Nazioni Unite, centottantanove capi di Stato e di governo si sono impegnati nella programmazione di un progetto per costruire un mondo più giusto e sicuro entro il 2015. Tra gli obiettivi è menzionata l’eliminazione della povertà e della fame estrema. Risultato: in un recente rapporto dell’Oxfam, un’organizzazione non governativa inglese, si legge che i dati analizzati nel 2000 rilevano dei peggioramenti negli ultimi quattro anni. L’elemento che risalta da tale studio riguarda i cosiddetti paesi ricchi che si sono impegnati a parole, firme e controfirme, commissioni e dichiarazioni e successivamente hanno dimezzato i fondi per gli aiuti ai paesi sottosviluppati. Le emergenze umanitarie nel Sud del mondo ci sono, permangono e anzi peggiorano. Porre un’analisi della relazione tra fame e marginalità dell’individuo, tra povertà e sottosviluppo culturale, impone una riflessione e un confronto diretto con personalità che abbiano conosciuto la concretezza del disagio, le difficoltà della cooperazione e della mediazione culturali.

La solidarietà con l’emergenza umanitaria può far risplendere le coscienze, pacificare la giornata nella quiete di una donazione telefonica, ma nasconde al senso comune una parte consistente se non fondamentale del problema: la necessità di affrontare questo tema da un punto di vista strettamente politico-economico; è su quel terreno che si misurano le forze. Se sta nascendo sotto i nostri occhi un Occidente estremamente generoso e solidale, ciò è molto bello, è umanamente corretto, ma non sufficiente. A volte questo ideale si è perfino rivelato fuorviante o si è prestato a veicolo di speculazione commerciale e di torbidi traffici internazionali. Si ripresentano alla memoria le esperienze di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin (giornalista e cameraman del tg3 uccisi in Somalia in circostanze dubbie mentre seguivano una pista sul traffico di rifiuti tossici dall’Italia), della Operazione Arcobaleno in Kosovo (sulla gestione scellerata degli aiuti italiani alle popolazioni della ex Jugoslavia); si ode la voce vibrante di Alex Zanotelli, la sua denuncia sui traffici di armi dall’Italia all’Africa, sulla «malacooperazione». «We must sell our past to other nation as their futu-

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