Tesi

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ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI RAVENNA

ANNO ACCADEMICO 2010/2011

Tesi di: Andrea Sala Relatore: Daniele Torcellini


LEGAMI DI ESISTENZA


INDICE

INTRODUZIONE

ANALISI DEI LEGAMI SOCIALI

LA MIA RICERCA ARTISTICA

STORIA DEL FENOMENO COMUNITARIO

IL MIO PROGETTO ARTISTICO COMUNITARIO

ESEMPI DI PROGETTI ARTISTICI E COMUNITARI

IL MIO PROGETTO ARTISTICO DI TESI

BIBLIOGRAFIA


LE PAROLE DEL FOLLE

Il Folle si era fermato nella piazza del mercato, senza rivolgere la parola ad alcuno. “Perchè non parli? Soffri forse di qualche malattia?”. “E con chi dovrei parlare? Qui non c’è nessuno!”. “Ma sei cieco? Guarda quanta gente c’è qui in piazza!”. “Quanta gente... Vuoi dire “quanti uomini” ?”. Dopo una breve pausa, il Folle aggiunse: “Come posso chimare “uomini” coloro che si trovano qui? Questi si affannano dietro ai loro affari e alle meschine beghe. Litigano e si danno sulla voce, imbattendosi nelle contrarietà. Gli uomini, invece, hanno un’unica preoccupazione: attingere il Divino. Capite ora perchè non dicevo neppure una parola?”.

Tratto dal libro “101 storie Sufi”, Leonardo V. Arena, 2003


INTRODUZIONE « L’arte è un frammento di contemplazione caduto nella materia. »

to nei prossimi anni.

André Frossard, da Il Vangelo Secondo Ravenna Concetti simili nella storia dell’arte sono già stati affrontati dal moLa mia ricerca personale e artistica è iniziata dalla neccessità di

vimento artistico Arts and Crafts ovvero il movimento per la riforma

esplorare le infinite relazioni e legami che si possono instaurare tra le

delle arti applicate, una sorta di reazione colta di artisti ed intellettuali

persone e tra i popoli nei diversi luoghi, paesi e città.

all’industrializzazione frenetica di fine ottocento.

Ho da sempre osservato con grande attenzione e curiosità le relazioni

Viene considerato il lavoro artigianale come espressione del lavoro

umane di tutte le persone che mi circondano e spesso ho potuto per-

dell’uomo e dei suoi bisogni, ma soprattutto come valore durevole

cepire aspetti di questi legami apparentemente invisibili.

nel tempo e vengono disprezzati i prodotti di bassa qualità distribuiti

Sono estremamente affascinato da quanto le persone e il luogo dove

dalla produzione industriale.

viviamo influenzino la nostra personalità, il nostro corpo e il nostro Io. Le mie opere e la mia ricerca artistica si propongono come una serie Il mio interesse ossessivo nell’esplorare e ascoltare i legami tra le

di analisi, con l’obiettivo di promuovere e inventare un nuovo spazio

persone nasce anche dalla mia esigenza di vivere in un ecovillaggio/

composto da legami alternativi dove sia possibile dare vita ad un pro-

progetto comunitario, un luogo dove i legami più consueti e tradizio-

getto artistico comunitario, che possa essere sostenibile e da modello

nali vengono messi in discussione per crearne di nuovi con l’obbietivo

per le generazioni future, sempre più instabili, disorganizzate e con-

e la finalità di favorire lo sviluppo di un determinato equilibrio perso-

flittuali nel rispondere ai nuovi problemi che il mondo ci sta porgen-

nale fisico, mentale, professionale e sociale.

do: crisi economica mondiale, gestione delle risorse, problematiche

Attraverso uno studio dei legami relativi alle antiche società e tribù,

ambientali, effetti culturali e sociali della globalizzazione.

in un costante confronto con i legami proposti dalle società contem-

Tutto quello che mi spinge a cercare una soluzione di vita sostenibile

poranee, l’obietto della mia ricerca è quello di gettare le basi per un

è una nostalgica avanguardia.

progetto comunitario e artistico che possa essere realmente realizza-

L’unico vero futuro è ri-imparare da capo.


ANALISI DEI LEGAMI SOCIALI

DEFINIZIONE DI GRUPPO:

GRUPPI RISTRETTI

“Due o più persone che condividono una qualche caratteristica che sia

“Proprio per il numero relativamente limitato dei loro membrti, poten-

socialmente significativa per loro stessi e per gli altri.”

zialmente consentono a tutti i partecipanti di conoscersi e influenzarsi personalmente, di interagire in presenza, anche se non necessaria-

(Smith e Mackie “Introduzione alla psicologia sociale”) “Ogni aggregato di persone nell’ambito del quale la presenza e l’azione di tutti siano necessarie per assicurare a ciascuno, ne sia questi consapevole o meno, determinate soddisfazioni, nel quale dunque

mente tutti insieme e continuativamente; il loro grado di strutturazione può essere elevato o all’opposto appena evidente.”

(De Grada “Introduzione alla psicologia sociale”)

l’esistenza di tutti, nelle reciproche relazioni, sia indispensabile per

“La semplice presenza di altre persone può produrre attivazione fi-

soddisfare qualche bisogno di ciascuno.”

siologica, o perchè ci sentiamo giudicati dagli altri oppure perchè essi costituiscono una fonte di distrazione. L’attivazione migliora le pre-

(De Grada “Introduzione alla psicologia sociale”) GRUPPI ESTESI

“Organizzazioni sociali fondate essenzialmente su comunanza tra i membri di interessi/intenti, con grado evidente di strutturazione orizzontale e verticale e dal fatto che, in specifiche occasioni, appaiono riuniti.”

(De Grada “Introduzione alla psicologia sociale”)

stazioni nei comportamenti facili e ben appresi (risposte dominanti), mentre le peggiora nei comportamenti complessi e nuovi (risposte non dominanti); vale anche il contrario.”

(Smith e Mackie “Introduzione alla psicologia sociale”)


MODELLI DI COMUNICAZIONE

I modelli di comunicazione raffigurano e spiegano le differenti modalitĂ di come circolano le informazioni tra diversi individui. In seguito vedremo delle reti di comunicazione usate come strumenti di indagine per descrivere la struttura comunicativa. Nella rete centralizzata tutti i dati vengono inviati da un singolo nodo al centro e quindi instradati verso la loro destinazione. Se il centro non funziona, collassa la comunicazione in tutta la rete che di fatto si distrugge. Nella rete decentralizzata invece aumenta il numero di

Schemna a cerchio

Struttura completamente aperta

centri nevralgici a cui i nodi fanno riferimento, una specie di rete di reti in cui però continuano ad esistere hub che fungono da filtro per un numero di nodi e da cui questi nodi di una sub-rete devono comunque passare obbligatoriamente per arrivare agli altri ed anche per mantenersi nel flusso della comunicazione. Reti centralizzate: Reti decentralizzate:

Schema a Y

Schema a catena

Schema a grappolo

Schema a ruota


LEADERSHIP

dopo aver valutato insieme agli altri i problemi e le soluzioni possibili.

“Funzione e attività di guida, sia con riferimento a individui od organi collegiali in quanto dirigano un gruppo o un’impresa sia, in senso po-

(Kurt Lewin “Introduzione alla psicologia sociale”)

litico-sociale, con riferimento a un partito o a uno Stato. Nell’ambito dei processi di socializzazione secondaria, designa il potere d’influenza riconosciuto al membro di un gruppo, capace di condizionare le decisioni degli appartenenti.”

RETI DI COMUNICAZIONE

(Enciclopedia Treccani) Una delle caratteristiche dei membri di un gruppo di stato elevato

La comunicazione è uno degli elementi costitutivi del gruppo. Le

è quella di proporre idee e attività nel gruppo utilizzando in questo

comunicazioni sono la trama , la causa e il riflesso della struttura

modo dei mezzi per influenzare i membri ad agore o pensare in deter-

interna del gruppo, perché determinano le relazioni interpersonali, le

minati modi. L’influenza sociale è comunque sempre un processo re-

amicizie, le inimicizie, gli accordi e i disaccordi.

ciproco, quindi quello che caratterizza i leader è che possono influen-

La comunicazione verbale e non, è il veicolo che realizza i processi di

zare gli altri nel gruppo più di quanto siano influenzati loro stessi. Per

gruppo quali l’influenza sociale, la collaborazione, la competizione, la

questo motivo il leader è colui che ha dei seguaci, senza seguaci non

coesione, e la produttività.

ci possono essere leader. Esamiamo ora i differenti tipi di leadership che esistono:

La discussione

Anarchica

La discussione è un rito di comunicazione che riunisce periodicamente

Siamo di fronte ad una funzione di comando inesistente: ciascun me-

i membri di un gruppo in un luogo idoneo secondo regole prescritte

mobro agisce liberamente nel gruppo che manca di qualsiasi forma di

“Partecipare a una discussione significa sentirsi membro del gruppo,

coordinamento.

parte del rituale e questo comporta un rafforzamento della coesione, anche se ci si scambiano pure i conflitti latenti e le rivalità.”

Autoritaria

(Moscovici Doise “Manuale di psicologia sociale”)

Il leder è forte e si impone attraverso decisioni che tengono ben poco

La discussione è quindi un canale sociale in cui si mescolano e si ag-

conto del contributo e delle opinioni degli altri membri.

gregano le opinioni individuali in un’opinione collettiva.

Democratica Siamo di fronte ad un “coordinatore” che orienta le scelte del gruppo,


La conversazione

preferisce possedere un concetto di sé positivo piuttosto che negati-

“La conversazione è il veicolo più importante della preservazione

vo. Dal momento che una parte di sé deriva dai gruppi a cui si sente

della realtà soggettiva e intersoggettiva poiché discutendo a fondo i

di appartenere, si ha un forte bisogno di valorizzarli e vederli pri-

vari elementi dell’esperienza si assegna loro un posto ben preciso nel

meggiare sugli altri anche a costo di sviluppare sentimenti negativi e

mondo reale. “

comportamenti discriminatori nei riguardi dei membri dell’outgroup.

(Berger e Luckmann “Teorie del simbolo. Studio sulla sociologia feno-

Anche le informazioni intergruppi vengono spesso distorte a favore

menologica”)

dell’ingroup. Così facendo ci si assicura una identità sociale positiva

Le conversazioni e comunicazioni sono alla base della Costruzione

riconducibile all’appartenenza a un gruppo apprezzato.

sociale della realtà. Senza comunicazione non esiste il gruppo. Anche

L’identificazione sociale si riferisce al fatto che in molte circostanze gli

se nell’epoca attuale dell’informatica si costruiscono reti comunicative

individui si definiscono come membri di una certa categoria sociale.

fra i cultori di internet. Persone che non si sono mai viste e forse non

Se questa identificazione è molto forte gli individui possono sentir-

si incontreranno mai perché abitano in luoghi molto lontani, o per una

si obbligati ad agire in quanto membri del gruppo, mettendo in atto

loro scelta, possono avere fitte comunicazioni a distanza sulla base di

comportamenti discriminatori intergruppi. L’aspetto più importante

un interesse comune o di fondare una comunicazione senza contatto

del processo di identificazione sociale è che le persone definiscono il

interpersonale.

loro sé in base all’appartenenza di gruppo sebbene le definizioni date da altri possano a lungo diventare la causa della definizione di sé.

LA TEORIA DELL’ IDENTITA’ SOCIALE

Il confronto sociale con altri gruppi serve per determinare il valore di

“Il confronto sociale attiva nei membri del gruppo un bisogno di spe-

certe caratteristiche del gruppo. Un’identità sociale positiva è il ri-

cificità positiva dell’ingroup verso l’out group. In quanto da tale spe-

sultato di un confronto positivo fra il gruppo cui si appartiene e altri

cificità positiva deriva una identità sociale positiva di sé e dei membri

gruppi. I risultati dei confronti si riflettono sulla posizione di status di

del proprio gruppo.

un gruppo. Quando un gruppo può essere distinto positivamente da

L’identità sociale di un individuo è legata alla conoscenza della sua

altri gruppi di rilievo ha uno status alto; mentre un gruppo di status

appartenenza a certi gruppi sociali ed al significato emozionale e va-

basso è presumibilmente il risultato di confronti interruppi prevalente-

lutativo che risulta da tale appartenenza.”

mente negativi.

(Tajfel e Turner “Teorie dei Rapporti Intergrupp”) In pratica l’identità sociale di un individuo consiste nella sua concezione di sé in quanto membro appartenente a un gruppo. La gente


STORIA DEL FENOMENO COMUNITARIO “Comuni”, “comunità”, “ecovillaggi”, tre termini per uno stesso biso-

sione più antica della socialità umana.

gno esistenziale: vivere una vita diversa.

Tutto ebbe inizio con il periodo neolitico, quando la dimensione comu-

Pensando alle comuni non possono non venire alla mente i colorati

ne di vita era il pagus, il piccolo villaggio.

anni ’60 e l’innocente retorica del “peace and love”. Sono meno im-

La dimensione esistenziale dell’uomo aiutava la natura a manifestarsi

mediate le associazioni quando si parla di comunità, termine franca-

in maniera più possibile generosa.

mente generico che indica “un gruppo di persone che hanno scelto di

Poi la storia ebbe inizio a Sumer, la Babilonia meridionale e portò con

lavorare insieme con l’obiettivo di un ideale o una visione comune”.

sé le città: Ur, Eridu, Lagash, Uruk.

(Manuel Olivares - “Comuni, comunità, ecovillaggi”)

Erano città-stato, a volte in reciproca esplicita ostilità.

In ultimo: “ecovillaggi”; senz’altro il termine più recente che si tende

A queste avrebbero fatto seguito molte altre, a partire dalle babilone-

ad utilizzare con una frequenza sempre maggiore, probabilmente per

si Sippar, Ninive, Assur, ciascuna con propri re ed eserciti e ambizioni

l’urgenza di una decisa conversione ecologica, mutuato dall’inglese

di espandersi per creare imperi.

“eco-villages”, utilizzato per la prima volta da Robert e Diane Gilman

La dimensione urbana ha portato con sé una moltiplicazione di de-

nel testo Eco-villages and Susteinable Communities.

sideri, un immaginario eccessivamente antropico, in cui gli elementi

“Gli ecovillaggi sono insediamenti umani che integrano varie attività,

naturali e la natura stessa hanno perso la centralità che avevano nel

non producono danni all’ambiente naturale, si basano sullo sviluppo

pagus. La città ha portato una progressiva perdita di controllo del

olistico e spirituale dell’uomo e possono continuare indefinitamente

singolo sulla vita della comunità perché questa si è accresciuta spro-

nel tempo”.

porzionatamente sotto ai suoi occhi.

(Manuel Olivares - “Comuni, comunità, ecovillaggi”)

La stessa dimensione del potere ha perso l’immediatezza che aveva

Da sempre l’uomo ha avuto un desiderio di vivere in piccoli gruppi,

nel pagus, data da un quotidiano confronto interumano. È divenuta

nella ricerca di un’armonia interumana inserita in un più ampio equili-

via via più astratta, meno controllabile dunque più totalitaria.

brio con la natura. Potremmo anzi dire che il vivere in piccoli gruppi in

A fronte di questo, diverse persone che volevano ritrovare il proprio

simbiosi più o meno armonica con l’ecosistema naturale sia l’espres-

essere più autentico non hanno potuto tollerare il caos crescente delle


dimensioni urbane, e si sono ritirati, in solitudine o in piccoli gruppi,

prenderla, pur se questo si viene a trovare in un contesto cittadino.

tra le braccia della natura.

Nella definizione di comunità intenzionale l’enfasi cade sull’intenzio-

Questo piccolo-grande esodo si è dipanato lungo i secoli.

nalità cioè sul fatto che vivere in comunità è la conseguenza di una

Un mito Hindu crede che nelle città si sono creati i presupposti perchè

scelta deliberata, di una intenzione.

si ispessisse il velo Maya, ovvero quel velo che preclude all’uomo la

Nella definizione di ecovillaggio, il fatto di essere un piccolo nucleo

visione autentica della realtà

di persone è invece vincolato alla scelta di uno stile di vita ecologico, dunque necessariamente inserito, in primo luogo, in un contesto

La prima “comunità internazionale” documentata, fu Homakoeion,

naturale.

fondata da Pitagora nel sud dell’Italia intorno al 525 a.C.

“L’ecovillaggio rappresenta dunque un importante momento di sin-

La comunità, vegetariana, aveva diverse centinaia di residenti, ma-

tesi di due istanze che, nei secoli, si sono affermate come antidoto

schi e femmine, i cui beni venivano divisi e si lavorava insieme divi-

all’alienazione urbana: il ritorno al materno grembo naturale e la vita

dendo i momenti dei pasti.

in piccoli gruppi possibilmente affiatati, cioè la scelta, l’intenzione, di

Sullo stesso filone troviamo, a partire dal secondo secolo a.C., le co-

essere comunità.”

munità essene, poco distanti dal Mar Morto, cui si sarebbero ispirati i

(Manuel Olivares - “Comuni, comunità, ecovillaggi”)

primi cristiani, organizzati nella Comunità Gerosolimitana.

Oggi gli ecovillaggi e le comunità intenzionali sono diverse migliaia

Il “ritirarsi” per “ritrovarsi”, in solitudine o in comunità, è stata una

nel mondo.

costante della storia umana.

Il fenomeno comunitario, in questi ultimi anni, sta conoscendo una

L’universo comunitario è sempre stato decisamente vario e sfaccet-

prudente fioritura, agevolato dal fatto che le grandi città sono pro-

tato, dunque se in genere la scelta di vivere in comunità e quella di

gressivamente meno vivibili, le condizioni economiche della maggior

ritornare alla natura sono andate e tendono ad andare di pari passo,

parte delle persone meno floride, e la crisi economica che sta attra-

ci sono stati e ci sono tuttora casi di comunità nelle città.

versando europa e U.S.A. ci spinge a riconsiderare il nostro modo di

La comunità implica difatti una prossimità interpersonale che la città

vivere, lavorare e produrre.

tende a negare.

Per alcuni vivere in una dimensione comunitaria ed avere garantiti i

Sulla dicotomia città-campagna si innesta una prima importante diffe-

prodotti dell’orto e degli animali e la legna dai boschi, in un’ottica di

renza tra comunità intenzionale ed ecovillaggio.

semplice sussistenza che abbini una ritrovata libertà da “bisogni in-

Difatti, se la definizione di comunità intenzionale non include necessa-

dotti” è un fuggire da condizioni umane private di libertà, come quella

riamente la “scelta rurale”, quella di ecovillaggio non può non com-

descritta da Herbert Marcuse:


“Una confortevole, levigata, ragionevole, democratica non-libertà prevale nella civiltà industriale avanzata, segno del progresso tecnico.” (Herbert Marcuse - L’uomo a una dimensione) L’autore denuncia il carattere fondamentalmente repressivo della società industriale avanzata, egli crede che appiattisca l’uomo alla dimensione di consumatore, euforico e ottuso, la cui libertà è solo la possibilità di scegliere tra molti prodotti diversi; e che la vita dell’individuo si riduca al bisogno atavico di produrre e consumare, senza possibilità di resistenza.

Ciò che la maggior parte delle persone vanno cercando in una scelta di vita in un ecovillaggio è una qualità della vita difficile da ritrovare nel mondo ordinario, nella cauta accettazione di quanto di buono i soldi e la tecnologia possono offrire. Altri ancora vivono in un ecovillaggio o in una comunità intenzionale perché coinvolti in uno stesso percorso iniziatico e/o spirituale o anche semplicemente ideologico o culturale. A fronte di questa classificazione generale, esistono molte realtà “miste” in cui, ad esempio, ritroviamo istanze di ecologia profonda “contaminate” con altre legate ad un preciso cammino spirituale o di ricerca politico-esistenziale e gli esempi si potrebbero moltiplicare.


ESEMPI DI PROGETTI ARTISTICI E COMUNITARI NEW ARMONY New Armony è una città statunitense nell’Indiana, situata sul fiume Wabash. Fondata nel 1814 dal pastore di origine tedesca George Rapp con il nome di Harmonie, i suoi terreni furono in seguito acquistati dall’industriale utopista britannico Robert Owen, emigrato negli Usa per fondare una comunità basata sul pensiero razionale, la cooperazione e l’educazione gratuita. Grazie all’aiuto finanziario e al supporto intellettuale del geologo e filantropo William Maclure, New Harmony assunse subito un ruolo di primo piano nella cultura statunitense: vi furono infatti creati il primo asilo, la prima scuola e la prima biblioteca gratuita della nazione. Fallì invece il progetto di economia cooperativa, anche perché gran parte delle 1000 persone che si insediarono a New Harmony non era disposta a svolgere tutti i ruoli previsti dal progetto di Owen che, avendovi perso oltre l’80 per cento della sua ricchezza, così abbandonò definitivamente il suo progetto nel 1828.


MONTE VERITA’ Il Monte Verità, il cui nome originale è monte Monascia, è una colli-

naturistica. Successivamente il luogo è stato visitato da numerose

na sopra Ascona nel Canton Ticino, in Svizzera. Il luogo ha assunto

personalità di fama internazionale, ed alcune risiedettero anche per

il nome Monte Verità nei primi decenni del XX secolo quando è stata

periodi piuttosto lunghi: Carl Gustav Jung, Karoly Kerényi, Erich Maria

fondata una comunità eterogenea di utopisti/vegetariani/naturisti/

Remarque, Hermann Hesse, Filippo Franzoni, Marianne Werefkin,

teosofi considerata, oggi, un’antesignana del movimento alternativo.

Alexej Jawlensky.

Nel 1899 Henri Oedenkoven, un olandese originario di Anversa figlio

Nel 1920 Ida Hofmann e il compagno Henri Oedenkoven emigrano in

di industriali milionari, decide con altri compagni tra cui Ida Hofmann,

Brasile per rifondare una nuova colonia del quale si persero le tracce.

insegnante di pianoforte e femminista del Montenegro, Karl Gräser

Lasciarono la gestione del luogo agli artisti Werner Ackermann, Max

ufficiale dell’armata austriaca, Lotte Hattemer e altri, di cercare un

Bethke, Hugo Wilkens e Williamo Werner.

posto più a sud per fondare uno stabilimento vegetariano nudista.

Nel 1926 il Monte Verità è acquistato dal barone Eduard von der

L’idea era di vivere in modo meno artificioso e più sano fisicamente e

Heydt, banchiere dell’ ex-imperatore Guglielmo II e uno dei più grandi

moralmente. Oedenkoven assicurò che avrebbe messo a disposizio-

collezionisti di arte contemporanea, orientale e primitiva.

ne i fondi necessari alla realizzazione del progetto e gli interessati si

Nel 1928 il Barone von der Heydt fece poi costruire il nuovo albergo

mossero per cercare il luogo ideale a piedi, adattandosi fin da subito

in puro stile Bauhaus dall’architetto tedesco Emil Fahrenkamp, dando

al nuovo stile di vita. I luoghi ideali furono trovati nella regione di

un nuovo corso al destino architettonico ed estetico di un luogo da

Ascona e vennero acquistati nel 1900. Qui vennero proposti soggiorni

sempre eterogeneo come i personaggi e gli influssi che vi sono gravi-

a quanti volevano cambiare stile di vita con un’attenzione terapeuti-

tati. Oggi il Monte torna a rifiorire e, soprattutto, ad essere attraente

ca rivolta al benessere del corpo e dello spirito. Gli ospiti si vestivano

per il pubblico, che sulla collina può respirare un’aria nuova e ritrova-

con una sorta di camicione, o saio.

re sentieri forse perduti.Parole come scoperta, solidarietà, ricerca in-

Predicavano la vita a contatto con la natura e spesso praticavano le

teriore, bellezza, riflessione, giustizia, piaceri, mondi lontani e vicini,

loro attività, tra cui la coltivazione dell’orto. Costruivano anche sem-

riti, tradizioni, contemplazione, gioia di vivere, spuntano sulla tenera

plici ed essenziali casette di legno dove potessero regnare “aria e

erba del Monte come primule. Progetti, inziative e relazioni si intrec-

luce”. Il regime alimentare era strettamente vegetariano. Avevano un

ciano cercando di ricucire un capo e l’altro del grande arazzo della

culto della vita rurale e primitiva che consideravano come una rivol-

memoria. Seminari e conferenze per esperti di provenienza da tutto il

ta anti-industriale, libera dalle convenzioni; una forma di religiosità

mondo, si susseguono regolarmente seguendo un nutrito calendario.


Foto dei primi abitanti che insediarono “Monte Verità”.


Alcune foto storiche dei vari personaggi che hanno ruotato intorno al progetto “Monte verità” tra cui Herman Hesse nella foto in basso a destra; oggi è possibile soggiornare in un rinnomato albergo.


ECOVILLAGGIO DI CHIESSO


All’inizio degli anni ‘70, un gruppo di giovani del Canton Ticino in Svizzera, decide di fondare una “comunità di ricerca” che desiderava “affrontare in modo nuovo e diverso i problemi di importanza generale, come le relazioni interpersonali, il guadagnarsi da vivere, l’alimentazione, il tempo libero, eccetera”. Per sviluppare e realizzare questo ambizioso progetto occorreva un “luogo fisico” e delle collaborazioni. Si trovò l’aiuto di un movimento scautistico e di Graziano Papa, presidente della Pro Natura Ticino. Fu grazie ad un suo consiglio che si venne a conoscenza dell’esistenza di questo piccolo borgo di una decina di case chiamato Chiesso. Si stampò un volantino per l’organizzazione di un “campo estivo internazionale della gioventù”, e questo era il testo:

“Chiesso: villaggio di montagna a 1450 m s.m; fino al 1946 abitato per 10-11 mesi all’anno: oggi deserto. Una chiesa, una fontana di paese, 20 case, fienili e stalle, nessuna strada - lontano dalla civiltà e dall’inquinamento dell’ambiente. Siamo intenzionati a ridare a questa regione nuovi impulsi, restaurando alcune case e fienili per fondare un centro internazionale di vita comunitaria, in una natura ancora intatta cercando uno stile di naturale e spontaneo. Si offre la possibilità di incontrare giovani di tutte le nazionalità e di scambiare liberamente le idee nelle lingue differenti.”

(Müller, Christoph - “Capelloni, balabiott e neorurali : i primi venticinque anni di un progetto alternativo” )


Panoramica delle case che compongono l’ecovillaggio svizzero di Chiesso.


IL CANTIERE MEDIEVALE DI GUÈDELON Il caso del progetto del Castello di Guédélon, è uno fra i più interes-

nicchia di pubblico di solito poco stimolata a partecipare in maniera

santi ed innovativi progetti scientifico-culturali di diffusione al pub-

più attiva alla fruizione del patrimonio culturale.

blico della cultura materiale medievale del XIII secolo in Francia.

Il cantiere, aperto dal 1998, è guidato dall’Association des Compagnons Bâtisseur de Puisayé il cui presidente è Michel Guyot, e da

L’ideatore del progetto del Parco, Michel Guyot, restauratore appas-

allora, un gruppo di mastri operai salariati in abiti tipici medievali, che

sionato dell’età medievale, ha inteso portare avanti con precisione

vivono in un villaggio di capanne poco distante dal cantiere, stanno

scientifica la costruzione di un cantiere edile della prima metà del

dando vita ad un possente castello medievale, con mastio, mura mer-

Duecento, utilizzando mezzi e tecniche proprie dell’epoca, predispo-

late e torri.

nendo a tal fine dei percorsi funzionali di visita per i turisti.

La realizzazione del castello di Guédélon si inserisce in un progetto di

Il progetto del castello di Guédélon si configura come un interessante

più ampio respiro che vede, una volta giunta a termine la costruzione

terreno di sperimentazione per convalidare o rettificare le ipotesi sulle

del castello comitale, la successiva messa in opera di altre componen-

costruzioni medievali e, nello stesso tempo, anche come mezzo attra-

ti qualificanti della società medievale quali: il monastero, la cappella,

verso il quale invogliare un pubblico quanto più eterogeneo possibile,

il villaggio, le masserie, etc.

ad accostarsi alla conoscenza delle tecniche costruttive del passato

L’esigenza più forte è quella di musealizzare le strutture realizzate e

attraverso una modalità di fruizione innovativa ed efficace.

di costituire un vero e proprio Parco Archeologico assimilabile, sec-

Il comitato scientifico per la realizzazione del castello non intende

ondo la definizione di matrice nord americana e nord europea, alla

portare avanti un’operazione atta a ripristinare la funzionalità di strut-

categoria dei “Theme Parks”.

ture preesistenti, ma creare dal nulla una grandiosa opera di architet-

“I “Theme Parks” rappresentano un nuovo modo di “fare cultura”

tura medievale, un luogo unico, dove si respira la storia, avvalendosi

realizzando in maniera piuttosto fedele ambientazioni del passato,

delle tecniche dell’archeologia sperimentale e perseguendo sia uno

allo scopo di presentare ad un pubblico di non specialisti i risultati

scopo fortemente didattico che turistico.

degli scavi e della ricerca scientifica, e predisponendo una modalità di

Il progetto di Guédélon dimostra come la cultura possa essere diffusa

fruizione più immediata e tangibile.”

al pubblico sia secondo forme di comunicazione propriamente tra-

(www.europamedievale.it)

dizionali che altamente innovative, attraverso strategie di marketing

Il progetto del Parco di Guédélon intende raggiungere sia un obiettivo

e di promozione turistico-territoriali, in grado di attirare anche quella

propriamente culturale, come quello di far comprendere la profondità


Veduta del cantiere relativo alla fortezza medievale situato nel mezzo di una foresta in Francia.


delle tradizioni, riscoprire le proprie radici e consolidare il senso di appartenenza a una cultura e a un territorio di cui è necessario avere rispetto, sia ludico, attraverso la periodica realizzazione di spettacoli di ambientazione medievale, ai quali partecipano attori travestiti da cavalieri e sbandieratori, al fine di favorire un incremento dei flussi turistici. Un parco in costante evoluzione che si alimenta continuamente anche di nuovi dati provenienti da altri contesti insediativi originali appartenenti alla stessa fase storica, i quali consentono di smentire o avvalorare le teorie storico-archeologiche elaborate nel tempo.

Alcune foto di persone che lavorano nel cantiere con i tipici vestiti medievali.


LES MOULINS PROGETTO ARTISTICO DI JORGE ORTA

A un’ora da Parigi, situato in un parco di rara bellezza, e che vanta un patrimonio industriale che risale al 12 ° secolo, il progetto artistico dell’artista Jorge Orta “Les Moulins” offre un contesto unico per esplorare le idee e creare progetti che risuonano con l’ambiente circostante e il suo significato storico.

Un centro di sperimentazione artistica, ricerca e produzione. Gli artisti residenti provenienti da tutto il mondo sono invitati a realizzare progetti straordinari e sprimentazioni artistiche, ricerche, e produzioni in situ. Il sito “Les Moulins” insieme alle relazioni di artisti e ricercatori agisce come un catalizzatore il cui scopo è quello di ripensare le priorità sociali e ambientali. Il progetto si propone di sfidare e trasformare le combinazioni culturali, ecologiche e politiche che ci circondano. Inoltre si conducono ricerche in due ambiti: riguardo l’arte contemporanea e in ambito del rapporto in costante mutamento tra patrimonio industriale e ambientale.


Varie foto del immenso progetto “Les Moulinsâ€?. In alto a sinistra è fotografato una panoramica di tutto il complesso industriale.


LA MIA RICERCA ARTISTICA Il misterioso rapporto tra infinitamente piccolo e infinitamente grande, tra unità e molteplice è ciò che del mosaico mi affascina maggiormente. La sperimentazione del mosaico mi da la possibilità di riflettere sul mio modo di sentire l’era contemporanea rapportandola continuamente al passato. La discontinuità dell’immagine per me è il tramite per creare un rapporto tra visibile e invisibile, per poter suscitare quest’ultimo attraverso la materia. La mia espressione musiva passa attraverso aspetti poetici e fantasiosi, che convivono con quelli più razionali e freddi grazie ad una continua ricerca materica.


MAPPE TEMPORALI Sei pannelli nel quale vengono rappresentati, con diversi materiali, delle possibili “mappe” che possono essere osservate sia come mappe reali ma anche come “mappe” della struttura mentale dell’uomo in relazione a determinati periodi storici. Le fasi vengono raffigurate in maniera cronologica e con l’utilizzo di differenti materiali a seconda dell’epoca storica. Il primo pannello raffigura la terra senza alcun tipo di città ed è stato realizzato utilizzando solo lana non trattata. Il secondo è un villaggio primitivo e i materiali utilizzati sono lana trattata e sassi. Nel terzo è presente una mappa di una cittadella medievale e sono stati usati marmi, mentre nel quarto viene raffigurata una città più moderna composta da tessere di plastica. Nel quinto prende forma una città post-contemporanea e per questo è composta da differenti tipi di materiali, da oggetti elettronici, a placche di metallo. Infine l’ultimo pannello è stato realizzato solo con l’accostamento di parti di legno bruciati, raccolti da un fuoco. Questo è stato il primo lavoro dove ho cercato di descrivere attraverso immagini musive differenti strutture mentali di differenti periodi storici. Nei pannelli che descrivono il passato troviamo forme e disegni semplici che poco a poco diventano sempre più complessi come le nostre società e tutto ciò che ci circonda nell’era contemporanea.


Mappe temporali 2009 5 pannelli di cm 50 x 50 tecnica mista


LEGAMI Ogni uomo è attore sociale, e come tale è condizionato in qualche misura dalle prescrizioni del “ruolo” determinate dal contesto sociale, dalla famiglia, dagli amici, dal lavoro, da una vita “tra” e “con” altre persone. Quanti tipi di legami distinti instauriamo nel corso delle nostre giornate e della nostra vita? Con questo insieme di mosaici ho cercato di rispondere a questa domanda, utilizzando vari fili e spaghi per legare distinti tipi di tessere. Al centro ho posto una tessera nera su sfondo bianco che sta a significare la nostra persona quando ci troviamo in completa solitudine, senza alcun tipo di legame e quindi senza spaghi e fili legati ad esso. Questo è stato il mio primo lavoro dove ho dato vita alla mia ricerca artistica utilizzando la tecnica di legare le tessere con fili e spaghi.

Legami 2010 cm 100 x 130 tessere di vetro e marmo tecnica mista



SLEGHIAMOCI Le persone, le nazioni, i continenti rappresentati da tessere colorate legate tra di loro. Fili colorati legano tessere che compongono la forma del planisfero. Un mondo fatto di colori misti legati tra di loro che vogliono rappresentare il fenomeno della globaliazzazione e teorie relative al futuro dell’umanitĂ . Ciò che appare come una conquista di globalizzazione per alcuni, rappresenta una riduzione alla dimensione locale per altri; dove per alcuni la globalizzazione segnala nuove libertĂ , per molti altri discende come un destino non voluto e crudele.

Sleghiamoci 2011 cm 130 x 100 tessere di vetro



INCONSCIO COLLETTIVO 683 tessere legate tra loro. una tessera rappresenta 100.000 persone; quindi 683 tessere rappresentano le 6 miliardi e 800 milioni circa di persone viventi sul nostro pianeta. I colori delle pietre sono divisi per continenti. Le tessere tagliate a mano e grezze rappresentano gli stati più poveri, mentre quelle lucide e regolari tagliate da una macchina rappresentano le persone dei paesi più industrializzati. La tessera nera contenente una parte di oro è emblema di Israele; trovo che questo paese in passato e nella storia contemporanea abbia condizionato il mondo intero; in particolare per l’importanza che le religioni monoteiste occupano su questa terra. Il titolo, l’inconscio collettivo, rimanda a un contenitore psichico universale, vale a dire quella parte dell’inconscio umano che è comune a quello di tutti gli altri esseri umani.

Inconscio collettivo 2010 cm 130 x 100 tessere di marmo



IL MIO PROGETTO Un luogo dove possano vivere le diverse capacità e passioni

cibo necessario e uno spazio per tutti gli animali.

di ogni membro. Una ragnatela di energie che possano essere

Un “eco-villaggio” aperto a tante relazioni con l’esterno e con la

intrecciate e scambiate con gli ospiti. Sogno un piccolo villaggio

società… senza il desiderio di rinchiudersi o isolarsi dal mondo

con una tribù che possa vivere all’ unisono con l’arte, l’ambiente

esterno, ma che vorrebbe essere un modello sostenibile sul pia-

e la purezza.

no economico, sociale, artistico ed ecologico. Un luogo abitato da una comunità intenzionale di persone affini

Un luogo composto da varie unità abitative che, a seconda del

che daranno vita a un’utopia concreta, a un modello di un nuovo

nucleo familiare, avranno diversa grandezza, vi saranno spazi

modo di vivere che si concretizzerà mediante progetti ed

comuni e condivisi per ottenere una maggiore coesione sociale,

esperienze volte al miglioramento dell’individuo, del gruppo e di

una cooperazione reale e concreta, un risparmio sui costi ed una

quante più persone sia possibile coinvolgere.

ottimizzazione dei ritmi della vita.

Si darà vita a nuove forme di convivenza, tali da rispondere al-

Sarà possibile dedicare varie settimane ad un tema particolare;

l’attuale disgregazione del tessuto familiare, culturale e sociale

a seconda delle capacità e abilità delle persone coinvolte. Ad

della condizione postmoderna e globalizzata.

esempio la settimana dedicata al feltro, al teatro, al mosaico,

Di fondamentale importanza sarebbe aprire un negozio in un

all’arte, alla meditazione, alla cura dell’orto, alla filosofia, alle

paese o città non troppo distante dove si possano vendere i pro-

ricette di cucina, ai corsi di musica, di scultura, di trekking, di

dotti alimentari, di artigianato e d’ arte auto-prodotti.

vendemmia, di danza ecc...

Un luogo dove ogni persona di qualsiasi nazionalità a seconda

Ci saranno delle case che potranno fornire vitto e alloggio a pic-

delle sue capacità, necessità e doti può giostrare il suo tempo,

coli e grandi gruppi di ospiti, il tutto con pannelli solari, stufe a

il suo spazio, il suo lavoro, esprimere sè stesso e il suo amore.

legna, gabinetti a secco e candele per far provare agli ospiti uno

Un grande laboratorio di ricerca e sperimentazione in continuo

stile di vita diverso e più ecologico. Ci sarà un grande orto cura-

movimento verso stili di vita alternativi all’attuale modello so-

to da tutti gli abitanti da cui poter prendere la maggior parte del

cio-economico.


MAPPA Spazi personali destinati ad essere utilizzati a seconda delle diverse abilitĂ e professioni di ogni abitante.

Abitazioni.

Negozio dove vengono messe in vendita i prodotti alimentari e artigianali di tutto il villaggio.

Piazza centrale dedicata a momenti di condivisione.

Area dedicata alle case degli ospiti con il loro relativo orto.

Un enorme tenda yurta denominata “Free space� dove avvengono gli eventi, i corsi e mostre d’arte.

Il grande orto dove tutti gli abitanti posso lavorare.


DESIGN DI INTERNI Che concept visivo dare ad un nuovo progetto per renderlo inte-

lavori agricoli, stalle, vita privata e comunitaria.

ressante e stimolante sia per gli abitanti che per i visitatori?

Uno spazio speciale era dedicato alla famiglia del proprietario

Un’idea originale sarebbe quella di pensare ad un design di in-

che poteva godere di molte comodità. Lo spogliatoio, il calida-

terni ispirato a quello dell’antica Roma.

rium per il bagno caldo e il frigidarium per quello freddo.

Osservando le ville rurali (chiamate anche residenze agricole)

Solitamente i locali erano riscaldati con il tradizionale sistema

che possedevano gli antichi nobili romani, possiamo notare che

dell’hypocaustum, ovvero attraverso la circolazione di aria calda

conservavano schemi organizzativi che potrebbero essere attuati

sotto il livello del pavimento, prodotta da un forno disposto nel-

ancora oggi dal punto di vista estetico, artistico e tecnico.

le vicinanze.

La vita nella villa si caratterizzava per la suddivisione del tempo tra l’otium (bagni alle terme, caccia e lettura) e il negotium (gestione dell’attività agricola e dell’allevamento); con luoghi per

Ricostruzione a computer dell’antica villa romana La Olmeda nei dintorni di Palencia in Spagna.


1,16- fauces (ingresso)

6- atrium (atrio)

2, 3- tablinum (studio)

4, 5- oecus tricliniare (sala da pranzo)

10- impluvium (cisterna per l’acqua)

13,14,15,17,18- tabernae (botteghe artigiane)

19,20- hortus (orto)

7, 8, 9,11,12- cubiculum (camera)


PROGETTO ESTIVO PARALLELO Al tempo dell’antica roma nel centro-nord Italia e nel resto dell’attuale europa esistevano diversi insediamenti di villaggi celtici. La loro cultura si distingueva da quella romana per essere più a contatto con la natura. Nel mio progetto l’ideale sarebbe creare parallelamente alla villa rurale romana anche un piccolo villaggio celtico raggiungibile dopo una o più ore di cammino, dove nei mesi estivi si possa avere la possibilità di raggiungerlo e creare altri tipi di workshop, laboratori, feste o semplicemente per fare delle vacanze legate al tema della natura e della cultura celtica. Stimolante e divertente sarebbe per i gruppi di bambini aver la possibilità di trascorrere dei giorni o delle intere settimane in questa sorta di villaggio celtico, dove si possa giocare in libertà, divertirsi, imparare la storia giocando comprendendo le differenze che nell’antichità dividevano l’europa, e allo stesso tempo imparare nozioni legate all’ecologia contemporanea.

Le foto di queste pagine sono state scattate in diverse feste celtiche che da anni vengono organizzate prevalentemente nel centro-nord Italia. Solitamente durano da un week-end a una settimana. Anche qui i visitatori si trovano immersi in una grande festa di tradizioni, sensazioni, musiche, lavori, e rievocazioni, tutte legate al mondo dei celti.


Alcuni momenti di festa tipici della vita in un villaggio celtico.


IL MIO PROGETTO ARTISTICO DI TESI Il mio progetto artistico di tesi è una ricerca visiva relativa ai

ghi di diverse zone del mondo composti da diversi tipi di abita-

vari legami sociali e ai contesti naturali che esprimono i tanti

zioni e strutture compositive di habitat. Il risultato è composto

differenti modi di vivere degli essere umani nel nostro secolo.

da varie mappe trasformate nel linguaggio musivo con l’utilizzo

Emblema e di forte influenza artistica è la mia voglia di vivere e

di infiniti materiali, dalle tessere realizzate frammentando tegole

realizzare un progetto artistico comunitario nel quale poter vive-

per rappresentare case tipiche italiane, all’uso di tessere di lana

re e che possa essere da modello per le altre realtà.

realizzate a mano con la tecnica dell’uncinetto per rappresentare campi e prati che convivono con i diversi tipi di abitazione.

Si tratta di due collezioni di opere musive: La prima realizzata disegnando relazioni sociali legando insieme

Di indispensabile aiuto per questa mia ricerca artistica è stata

tessere differenti, nel vuoto, attraverso l’uso di svariati tipi di

la possibilità che ho avuto di vivere seppur per brevi periodi in

fili e tessere. Cinque tipi diversi di relazioni sociali sono esplora-

luoghi molto diversi tra loro dove ho avuto modo di sperimenta-

ti e raffigurati attraverso una tecnica da me ideata che propone

re diversi tipi di legami sociali, e diversi contesti naturali.

nuovi schemi compositivi e visivi.

Ho ricevuto forti condizionamenti da ogni luogo con il quale ho

Un viaggio attraverso modi di definire, sentire e rappresentare i

avuto contatti; dal piccolo paese dove sono nato e cresciuto in

legami che uniscono le nostre vite a seconda delle persone che

provincia di Varese, alla città di Milano dove ho studiato quattro

si trovano nel nostro stesso luogo.

anni, fino a Chiesso un piccolissimo ecovillaggio nelle alpi svizzere raggiungibile solo dopo un ora e quaranta minuti di cammi-

La seconda collezione invece esplora il mondo dei contesti an-

no; successivamente la città di Ravenna dove ho potuto trovare

tropizzati nel quale ci ritroviamo a vivere, grazie ad una ricerca

una dimensione molto equilibrata, infine fuori dall’Italia hanno

realizzata con il sistema satellitare di Google Maps ho preso del-

avuto un indelebile impatto sulla mia ricerca le città di Damasco

le foto di alcuni paesi, città, quartieri, ecovillaggi, campi profu-

in Siria, Bilbao in Spagna e Parigi in Francia.


RELAZIONI

Dettaglio dell’opera “Relazioni Urbane”


RELAZIONI RURALI Questa opera vuole raffigurare e rappresentare i legami tra le persone che si instaurano nelle zone rurali e nei paesi di campagna. Le tessere usate sono tutte molto simili tra loro, molte delle quali hanno dei lati rovinati e consumati; così come le persone che vivono fuori dalle città solitamente sono più “vissute” a causa dello stile di vita più arduo e le condizioni climatiche più avverse. Lo spazio tra le tessere, e quindi tra le persone è abbastanza largo, e il filo di lana che ho utilizzato è solido, di grandi dimensioni e stabile, così come i legami sociali nelle zone rurali. Relazioni Rurali 2011 cm 70 x 70 tessere di marmo e filo di lana


RELAZIONI URBANE Questa opera invece raffigura i legami che ci sono tra le persone che vivono nelle città. A differenza delle relazioni delle zone rurali qui vediamo delle tessere tutte lucide, piene di colori, molto più vicine tra loro e percepiamo un certo caos. Tutte queste sono metafore della relazioni cittadine, a causa del gran numero di persone che incontriamo quotidianamente abbiamo interazioni più colorate e di differente tipo; allo stesso tempo però queste relazioni sono un pò più confuse, colorate e sottili, così come il filo di lana da me utilizzato. Le relazioni urbane risultano anche essere meno noiose e apatiche rispetto a quelle delle zone rurali.

Relazioni Urbane 2011 cm 70 x 70 tessere di vetro e filo di lana


RELAZIONI CLANDESTINE Le opere precedenti erano composte da una rete molto solida e abbastanza ordinata che collegava tutte le tessere; in quest’opera, dedicata invece alle relazioni sociali dei clandestini, troviamo diverse parti incomplete che tolgono staticità in alcuni punti. Trovo che questo modo di legare le tessere sia metafora delle situazioni che molti clandestini si trovano a dover affrontare; non avendo una società solida si trovano purtroppo sempre più spesso a perdere elementi degli stessi gruppi, questo causa delle mancanze e poca stabilità. Le tessere che qui ho utilizzato sono originali di un antico mosaico del medio oriente e sono ancora avvolte da strati di calce originaria.

Relazioni clandestine 2011 cm 70 x 70 tessere di marmo e spago


RELAZIONI VIRTUALI A volte le nostre relazioni sono anche virtuali e vivono attraverso Internet e i cellulari. Questi tipi di relazioni sono “luccicanti”, impalpabili, e affascinanti da osservare e da leggere. Questa opera ne vuole essere emblema; una rete di vetri trasparenti legati e in comunicazione tra di loro “connessi” attraverso fili di metallo, come se fossero delle pagine virtuali dei profili di Facebook tutti connessi tra di loro ma allo stesso tempo quasi invisibili.

Relazioni Virtuali 2011 cm 70 x 70 tessere di vetro e filo di ferro


MAPPE

Dettaglio dell’opera “Bologna, Italia”


Bologna ITALIA Antichissima città universitaria, ospita numerosissimi studenti che animano la sua vita culturale e sociale. Nota per le sue torri ed i suoi lunghi portici, possiede un ben conservato centro storico fra i piÚ estesi d’Italia.

Bologna, Italia 2012 cm 50 x 25 tessere di tegole e lana


Þjóðvegur ISLANDA Lontana sia dall’Europa che dall’America e lambita da mari particolarmente pericolosi, l’Islanda si conservò disabitata a lungo. Nel IX secolo l’isola fu raggiunta da alcuni monaci irlandesi seguiti, nell’874, dai primi colonizzatori norvegesi. Oggi la densità media è tra le più basse del pianeta, tanto più se si tiene conto che oltre un terzo degli islandesi vive nella capitale.

Þjóðvegur, Islanda 2012 cm 50 x 25 tessere di marmo e lana


An San Siria La repubblica araba di Siria è il paese che vanta siti archeologici tra i più interessante di tutto il Medio Oriente. L’attuale Presidente della Siria è Bashar al-Asad, figlio di Hafiz al-Asad, che ha mantenuto il potere dal 1970 sino alla sua morte nel 2000. Nel corso del 2011 sono scoppiate delle sommosse popolari, nel più ampio contesto della primavera araba.

An San, Siria 2012 cm 50 x 25 tessere di marmo e spago


Chexiuxiang Nepal Disteso ai piedi delle spettacolari vette dell’Himalaya, il regno del Nepal è una terra di paesaggi straordinari e antichi templi, percorsa dai sentieri più belli del mondo. È un paese povero, ma ricco di bellezze naturali, di storia e di cultura. L’Induismo e il Buddhismo in Nepal sembrano amalgamarsi in un sorprendente e singolare sincretismo, tanto da confondersi vicendevolmente.

Chexiuxiang, Nepal 2012 cm 50 x 25 tessere di marmo e lana pura


La Forèt FRANCIA La Francia possiede la più poderosa agricoltura dell’Europa unita. La sua grande produzione di cereali, realizzata tra la Beauce, l’Artois e la Piccardia, che la pone al primo posto della classifica mondiale per la produttività unitaria del frumento. Il paese è orgoglioso della propria agricoltura, alla quale il governo dedica sistematiche attenzioni.

La Forèt, Francia 2012 cm 50 x 25 tessere di marmo e lana


Dubai EMIRATI ARABI Osservandone i grattaceli ultramoderni, è facile dimenticare che un tempo Dubai, parte degli Emirati Arabi Uniti, è stata una piccola città di commercianti beduini. Adesso, vecchio e nuovo si intrecciano. Tutto è un immenso cantiere, dove si costruiscono, 24 ore su 24 e a 45 gradi all’ombra, grattacieli di vetro ed isole con ville faraoniche e alberghi a sette stelle.

Dubai, Emirati Arabi 2012 cm 50 x 25 tessere di plastica


BIBLIOGRAFIA Leonardo V. Arena “101 Storie Sufi”

Manuel Olivares “Un giardino dell’eden”

Il punto d’incontro, 2003

Vivere altrimenti 1999

Stephanie Kaza

Jan Martin Bang

“Consapevolmente verdi”

“Eco-villaggi - Come vivere bene in gruppo”

Feltrinelli, 2010

Il filo verde di Arianna 2007

Hewstone, Stroebe, Stephenson, Codol

Saul Succhi

“Introduzione alla psicologia sociale”

“La villa romana de la Olmeda ha un tappeto musivo di rara bellezza”

Il mulino, 1991

2010

Spreafico

SITOGRAFIA

“Le vie della comunità. Legami sociali e differenze culturali” Archeomedia – Rivista di Archeologia on-line Baumann Z.

www.archeomedia.net

“Dentro la globalizzazione. Le conseguenze sulle persone” La terza 1999

www.Villaromanaolmeda.com

Manuel Olivares

www.treccani.it

“Comuni, comunità, ecovillaggi” Vivere altrimenti 1998

www.europamedievale.it


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