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La gita scolastica

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E finalmente arrivò il giorno della gita scolastica. La partenza era fissata per le sei del mattino. Una levataccia, dunque, per gli scolari della quinta B. – E nessuno faccia ritardo perché alle sei in punto dirò all’autista di partire! – aveva detto la maestra Giovanna il giorno precedente. I ragazzi in verità furono superpuntuali, anche se sembravano degli zombie imbottiti di sonnifero. Chi, invece, fece ritardo fu Giacinto, il collaboratore scolastico. I genitori si accalcavano nei pressi del pullman, controllando ancora gli zaini dei loro figli e facendo mille raccomandazioni. – Stai attenta, segui sempre il gruppo e non perdere di vista la maestra Giovanna! – disse la mamma di Lucilla dandole un bacio sulla guancia. – E dai, mamma, me lo hai detto già cento volte. Lo so! – replicò la ragazza. – Hai caricato il telefonino? – chiese il papà di Vittoria a sua figlia. – Quando arrivi, chiama! Anzi, chiama anche quando sarai a metà strada! – Se vuoi, ti chiamo anche ora – ironizzò la ragazzina, – così stai più tranquillo. La maestra Giovanna, che anche in quell’occasione era elegantissima, nel suo tailleur di jeans con strass sul collo e sul risvolto delle maniche e scarpe da ginnastica alte da far paura, dopo l’appello, fece salire i ragazzini sul pullman e cominciò a tempestare Giacinto di telefonate, ma nessuno rispondeva. Il mento della maestra era diventato rosso fuoco perché lei continuava a tormentarlo con le unghie, mentre guardava nervosamente fuori dal finestrino. Niente. Il collaboratore non rispondeva. – Maestra, – le disse l’autista – alle sei e trenta, con o senza Giacinto, partiamo altrimenti troveremo un traffico pazzesco... – Maestra, maestra! – urlò Gianni. – Sta arrivando Giacinto. Ma… ma come si è vestito? A quella domanda Pamela, Vittoria, Lucilla, Mattia, Ettore e gli altri si precipitarono accanto a lui per curiosare sull’abbigliamento del collaboratore. Una fragorosa risata riecheggiò nel pullman. La maestra Giovanna raggiunse i suoi alunni per rimproverarli con la solita ramanzina sul rispetto degli adulti, ma quel che vide dal finestrino le fece scappare dalla bocca un “Uhmadonnamiabenedetta!”. E ne aveva ragione.

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Adatt. da: A. Baccelliere, Festa di Halloween con fantasma etrusco DOP, Ardea Editrice

1 Chi sono i personaggi del racconto? A. Gli alunni della quinta B B. L’autista e la maestra C. Giacinto e la sua gatta D. La maestra, la sua scolaresca, Giacinto e l’autista

2 Di che tipo di testo si tratta? A. È un racconto d’avventura B. È un articolo di cronaca C. È un racconto umoristico D. È un racconto di paura

3 Chi narra l’intera vicenda? A. La maestra Giovanna B. Gianni C. Giacinto D. Nessuno dei personaggi

4 A un certo punto l’autore del racconto descrive la situazione

della scolaresca prima di salire sul pullman, e, ogni tanto, si sente qualche genitore che si raccomanda al proprio figlio. Per quale motivo, secondo te, l’autore del racconto si sofferma su questa scena?

A. Perché cerca di coinvolgere ancora di più il lettore nell’atmosfera del racconto B. Perché cerca di guadagnare tempo prima degli avvenimenti veri e propri C. Perché non sapeva in quale modo dare inizio al racconto D. Perché cerca di spiegare per quale motivo Giacinto arriva in ritardo all’appuntamento

5 Per quale motivo il racconto, da riga 19 a 25, si sofferma sulla

descrizione, nei minimi particolari, dell’abbigliamento della maestra Giovanna e di come si comporta nell’attesa di Giacinto?

A. Per meglio rappresentare il carattere e gli atteggiamenti dell’insegnante B. Per far distogliere l’attenzione del lettore dai fatti che accadono dopo C. Per sottolineare la sua eleganza a differenza dei suoi alunni D. Per arricchire di descrizioni meno importanti il racconto

6 Il narratore a un certo punto dimostra di essere sorpreso,

esattamente come la maestra, alla vista di Giacinto. Da riga 33 a 39 quale frase lo conferma?

Ricopia le parole del testo.

Risposta: ..........................................................................................................................

7 Il personaggio di Giacinto è presentato dall’autore in modo da

suscitare nel lettore un senso di

A. paura e rabbia B. tenerezza e simpatia C. mistero e terrore D. tristezza e malinconia

8 Il racconto di cosa avviene sul pullman tra gli scolari alla vista di

Giacinto permette di

A. descrivere la profonda serietà della situazione B. descrivere la divertente confusione della situazione C. aumentare il mistero del ritardo di Giacinto D. definire meglio il luogo in cui è ambientata la situazione

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