MOTRIS - Turismo Relazionale Integrato

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rio stanno seguendo l’agricoltura in una stratosfera di produttività in cui la metà (o forse meno) del personale impiegato in passato è in grado di produrre il doppio dei beni (o forse più). Ciò che resta è uno strano assortimento di posti di lavoro mal pagati nel terziario, di numerose forme di disoccupazione nascosta, chiamate a volte “formazione” e altre volte “lavoro in proprio”» (Dahrendorf, 1995). Un nodo, considerato da molti ovvio e positivo, sta nella deterritorializzazione dell’economia che però diffonde la “incertezza endemica” del lavoro. La soluzione non risulta immediata proprio perchè nella stessa deterritorializzazione è innestata la globalizzazione di cui Stiglitiz dice, con ragione, che «abbandonarla non è fattibile né auspicabile». E’ però possibile, come si è già detto, uno “sviluppo di affiancamento” e con esso operazioni innovanti di ri-territorializzazione dell’economia a cominciare da certe aree che non sono nel pieno della crisi e tuttavia marginali al post-fordismo. Una di queste è la Sicilia. Le possibilità, che le sono proprie attribuiscono responsabilità a questa terra e alle sue genti, richiedendo innanzi tutto coscienza diffusa dell’attuale stato delle cose. Non si può infatti mantenere come orizzonte su cui misurare lo sviluppo, solo quello della attrazione dei “finanziamenti internazionali” e del Pil. Il problema è tale da far prendere in considerazione l’azione insieme manageriale e legislativa (in un nuovo welfare) per ripristinare nel territorio la gestione di parti congrue dei cicli risparmio-credito. Mentre la responsabilità di fondo va oltre e sta nell’individuare e attuare uno sviluppo innovante che ri-territorializzi l’economia e ricrei equilibri nuovi nei rapporti produzione occupazione. E’ necessario un uso nuovo del territorio con innovazione tecnologica e organizzativa. E qui si collocano le prospettive offerte dal Turismo Relazionale Integrato, con cui realizzare una vasta punteggiata di “microcentralità”, ponendo nelle mani di “operatori areali” (gestori delle microcentralità) il patrimonio ricchissimo e per ora pressocchè stagnante dell’interno dell’Isola. La riterritorializzazione della economia porta con se anche un’offerta compatibile e sostenibile per molte aree in una ritardata ascesa fordista, ma è inoltre utile in un modello di sviluppo di affiancamento per aree post-fordiste. La riterritorializzazione economica è un contributo anche culturale al cambiamento che esorcizza la tragica prospettiva di Huxley in “Mondo nuovo”. Il talento posizionale della Sicilia sospinge perché si maturi una complessa tendenza innovante per animare lo sviluppo di affiancamento e di ispirare, nell’asse Europa-Mediterraneo, le modalità per divenire area trainante capace di attuare il transito tra globalizzazione e mondializzazione. Ciò in fondo ispira la ma-

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