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ZACREPUBLIC!

N°2 giugno 2017

Un’energia senza fine


IN COPERTINA: Sorryba - Diatta Lamine


Un’energia senza fine

ZACREPUBLIC! Un buco nel tempo che per un istante fermi l’orologio, l’occasione per immortalare su carta l’universo di relazioni e storie che si costruiscono ogni giorno dentro e fuori le pareti dell’accoglienza. Zacrepublic! nasce così, per ricordare che i richiedenti asilo e i rifugiati sono persone e non numeri.


Zacrepublic di Coop. Soc. Arca di Noè è in edizione limitata (500 copie). L’obiettivo è limitare i costi di stampa, accrescerne il valore e rendere unica ogni copia.

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SOMMARIO 6

UN’ENERGIA SENZA FINE

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CARTOLINE DAL MALI

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OLTRE LE FRONTIERE: UN’OPPORTUNITÀ DI SCAMBIO

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CARTOLINA DALLA COSTA D’AVORIO

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UN TOUR PER LA CITTÀ DI BOLOGNA

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HELP DESK MIGRANTE

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CHI È BOLOGNA?

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I COLORI DELLE IDEE

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MOSTRA E LABORATORIO: L’ESPERIENZA DI LAMINE DIATTA

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LOVE SONG

ALLA MANIFATTURA SALTINBANCO

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L’AMORE NON HA LIMITI

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VIVA VOCE: STORIA DI UNA PERFORMANCE ARTISTICA

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INTERVISTA A PATRICK HENNEH

IN PIAZZA DEI COLORI

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VERSO UN CINEMA UNIVERSALE

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LA VITA NELL’UMANITÀ

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LEZIONI DI PRIMAVERA

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BELLA COME LA LUNA

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CUCINANDO S’IMPARA

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RITORNO ALLA PACE NELLE NOSTRE CULTURE

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VORREI...

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LA “PICCOLA SALA BORSA”: LIBRI LIBERI A VILLA ALDINI


Un’energia senza fine

Oltre un anno fa notammo che nell’impegno quotidiano, dentro e fuori i centri di accoglienza per richiedenti asilo, si stava rischiando di perdere un patrimonio che poteva essere raccontato attraverso la libera espressione di chi vive direttamente l’accoglienza come ospite, come figura professionale o come cittadino. Allo stesso tempo decidemmo di attivare un processo creativo, partecipativo poi comunicativo per allentare il forte rischio d’isolamento che corrono questi luoghi di accoglienza. Racconti, cultura, arte, cucina, sport e i tanti progetti realizzati insieme alla comunità bolognese dovevano essere impressi su carta per lasciarne traccia. Dall’incontro di quartieri, scuole, aziende, associazionismo e privati cittadini, ogni persona entrata e uscita dalle porte dei centri, indipendentemente che fosse lavoratore o studente, addetto ai lavori o volontario, ha colto proprio nell’accoglienza un terreno per esprimersi, vivendo questa esperienza come un punto di partenza e non un punto di arrivo. Crediamo che energia produca energia e che questa continuerà a mettere in relazione tante anime diverse attorno allo stesso tavolo con un’ottica di scambio e crescita collettiva, anche fuori i centri di accoglienza, allargandone i confini e uscendo dall’immagine qualunquista del migrante solamente destinatario di energia e non anche, a sua volta, fonte di energia propulsiva. E’ grazie a tutti, agli ospiti, alle operatrici e operatori di Arca di Noè, agli autori di queste pagine, alla Scuola dei Mondi Di-Mò e ai volontari di Associazione Prendiparte che ancora una volta abbiamo tante storie da raccontarvi. Tutto ciò che accomuna gli autori di Zacrepublic! è la convinzione che entrando in contatto con chi sta intraprendendo un viaggio è facile farsi contagiare da un’energia senza fine! Michele Cattani Arca di Noè

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ITALIA


Sorryba - Diatta Lamine


Oltre le frontiere: un’opportunità di scambio

Quattro ragazze e ragazzi del Liceo classico Minghetti hanno frequentato il Centro Zaccarelli e il Centro Cabrini per realizzare un percorso di Alternanza Scuola Lavoro. Abbiamo voluto valutare se fosse possibile utilizzare questo istituto nuovo e per molti aspetti discutibile per formare alla cittadinanza attiva e responsabile nella realtà del mondo del lavoro e per aprire lo spazio della scuola al mondo esterno, per far sì che studenti e studentesse mettano in discussione le cose che apprendono grazie alla concreta e viva esperienza “sul campo”. Abbiamo inserito l’esperienza all’interno di un più ampio progetto della scuola, “Oltre le frontiere”, che si propone di aprire il Liceo alla realtà e alle problematiche dei migranti, per realizzare concreti momenti di incontro e di scambio fra i ragazzi e le ragazze della scuola e alcune realtà di migranti che vivono nel nostro territorio, attraverso la mediazione delle Associazioni che si fanno carico del lavoro di accoglienza e di inclusione, con un riferimento particolare, anche se non esclusivo, ai e alle richiedenti asilo. Il progetto Oltre le frontiere innanzitutto nasce dal basso, attraverso la condivisione con le/gli studentesse/i su un piano orizzontale. In secondo luogo volevamo privilegiare l’esperienza diretta della conoscenza di persone e realtà piuttosto che limitarci a fornire prevalentemente elementi di conoscenza teorica, certamente utili ma, se ci si limita a questi, tali da isolare la questione in un limbo di astrazione in qualche modo inoffensiva. Infine ci piaceva l’idea di aprire un universo altrimenti abbastanza chiuso su se stesso, come quello di un liceo classico, alla realtà dei problemi sociali, dando l’opportunità a richiedenti asilo di entrare fisicamente a scuola, o comunque in contatto con la scuola, in modo strutturale e non episodicamente contingente. Il progetto Oltre le frontiere in questo primo anno si è articolato su vari fronti, entrando all’interno di numerose pratiche scolastiche. L’inserimento di Chiara, Ismaele, Jacopo e Matteo nell’ambito operativo di Zaccarelli e Cabrini va quindi letto all’interno di questo più ampio contesto, che ci pare ne accentui il carattere formativo. 8

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Possiamo dire che l’esperienza è stata molto positiva e che lascerà una traccia nella formazione dei ragazzi, poiché li ha messi a diretto contatto con le persone ospiti delle strutture, le loro storie di vita, la complessità e difficoltà della loro esistenza quotidiana, permettendo ai ragazzi di superare eventuali stereotipi o pregiudizi, frequentemente legati alla scarsa conoscenza della realtà concreta. Pensiamo poi che l’esperienza possa avere un valore di orientamento. Da un lato dodici giorni sono troppo pochi per potere fornire competenze e abilità in campo lavorativo; al tempo stesso, tuttavia, ci sembra importante che sia data l’opportunità di assistere e parzialmente partecipare a modalità lavorative organizzate per équipe, acquisendo consapevolezza dell’importanza delle relazioni umane nelle quotidiane attività di lavoro, e conseguentemente dell’abitudine al confronto e alla progettazione condivisa. In conclusione siamo veramente molto soddisfatti di questa prima esperienza pilota e grati alle operatrici e operatori dello Zaccarelli e del Cabrini di avercene data l’opportunità. Non possiamo che auspicare che l’esperienza si ripeta nei prossimi anni, implementandosi e divenendo una costante della prassi educativa per una cittadinanza attiva del nostro Liceo. Prof. Renzo Ricchi

Liceo Classico Statale Marco Minghetti - Bologna

Abbiamo avuto l’opportunità di conoscere i centri Zaccarelli e Cabrini tramite uno stage organizzato dalla nostra scuola, il Liceo Minghetti. Abbiamo conosciuto ragazzi provenienti da molti paesi diversi, ciascuno con la sua storia, il suo trascorso e le sue passioni. E’ proprio questo che rende l’aria che si respira dentro i centri così speciale, piena di rispetto e di umanità. È stata per noi un’esperienza estremamente formativa e “sconvolgente” in senso positivo, ci ha cambiato e aperto nuove prospettive. Siamo grati a tutti, ospiti e operatori, per il lavoro svolto e contiamo quindi che questo progetto venga portato avanti anche nei prossimi anni. ITALIA Grazie Ragazzi!! Chiara, Ismaele, Jacopo, Matteo Liceo Classico Statale Marco Minghetti - Bologna

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Un tour per la Città di Bologna Abbiamo visitato il centro di Bologna grazie al City red Bus Tour. Era una giornata di sole il tempo era bello e amichevole, abbiamo visto molte persone nel bus, probabilmente molte di loro erano turisti o persone provenienti da altre parti dell’Italia. Abbiamo visitato molti luoghi a partire dalla chiesa di San Petronio, è molto grande e bella, ci è stato detto che ci sono voluti molti anni per la costruzione e che non è mai stata completata. L’autobus è dotato di opzione di lingua multipla, e questo ci ha permesso di capire la guida e il nome di ogni luogo visitato. Non abbiamo visitato tutta la città perché ci sono davvero tanti monumenti molto antichi e alcune strutture che risalgono a prima della Bibbia! Ci sono anche numerosi monumenti in onore di diversi scienziati che hanno contribuito allo sviluppo della scienza moderna. Un’altra unicità della città è che a Bologna è sorta la prima università moderna d’Europa. Dopo diversi siti turistici, siamo stati molto felici di visitare la grande stazione dei treni che è un altro grande scenario. Ci è stato raccontato dell’attacco terroristico in cui hanno perso la vita 85 persone, oh! Durante l’ultimo periodo di visite è calato un grande silenzio a causa di questa notizia. Alla fine la musica è cambiata ed è diventata emozionante, grazie a questa siamo usciti da uno stato d’animo triste. La visita si è conclusa con un ultimo giro nel centro cittadino. Augustine Newton Robel Tesfaye NIGERIA

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ETIOPIA


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11 Future House - Ransford Asare



E’ la città da visitare vagando sotto i portici o la meta raggiunta dopo un lungo viaggio? Per superare la distanza e scoprire chi sono Raja,

Arta, Blessing, Rita, Sulayman, Ouattara, Akbar, Hakim, Gassim, Saran

basta un passo.

Chi è B olo gna? è una campagna fotografica di sensibilizzazione curata e realizzata da Coop. Soc. Arca di Noè e Il Maestro&Margherita, sviluppata per supportare una positiva integrazione dei richiedenti asilo nella comunità. Seppure nato sul territorio bolognese, il progetto veicola un messaggio universale che potrebbe essere portato in altre città italiane.

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Mostra e Laboratorio: L’esperienza di Lamine Diatta alla Manifattura Saltinbanco

L’Associazione culturale SALTinBANCO nel 2007 muove i suoi primi passi proponendo attività rivolte a partecipanti di tutte le età per sensibilizzarli su tematiche socio educative e di attualità, con l’obbiettivo di produrre Arte Educativa, realizzando sul territorio spettacoli e performance, eventi e percorsi laboratoriali nei diversi ambiti -teatrale, cinematografico, artistico, musicale-. Dal 2013 l’associazione gestisce la Manifattura SALTinBANCO in via della Battaglia 9 a Bologna, dove ospita e presenta le proprie attività, continuando a dialogare con gli enti pubblici, le associazioni, l’Università, le scuole di ogni ordine e grado e i cittadini. In questo contesto si è svolta la presentazione del numero 1 della rivista ZacRepublic, occasione arricchita dall’inaugurazione della mostra di Lamine Diatta e accompagnata dalla web radio Alta Frequenza. Il gruppo di bambini che frequenta settimanalmente un percorso di pittura in orario pomeridiano a cura di Saltinbanco, ha avuto la possibilità di conoscere Lamine attraverso le opere in mostra. Le volontarie dell’associazione hanno invitato i bambini a visitare e osservare la mostra per accendere i loro sguardi sulle tecniche pittoriche, i colori e le tinte, le ambientazioni, i soggetti dei quadri esposti. I bambini hanno accolto l’invito a fare osservazioni e pensare alle domande da porre all’artista. Durante l’incontro successivo hanno così potuto soddisfare, in presenza di Lamine, le loro curiosità sul tipo di pittura usato, il supporto, la scelta tematica, i paesaggi, gli animali ritratti, i colori dei vestiti, la scelta di disegnare talvolta volti ben definiti, altre volte silhouette appena accennate. Si è creato un vivace scambio di battute tra il gruppo, entusiasta di poter esporre quesiti e osservazioni

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direttamente all’artista, e Lamine che da subito li ha incoraggiati e invitati a mettersi alla prova perché, secondo lui, tutti possiamo disegnare e dipingere, ripetendo più volte di non essere migliore di loro. Ne è nata una sinergia che ha permesso a Lamine di condurre un ciclo di incontri di pittura a tempera: ha proposto loro un esercizio su un elemento floreale guidando il gruppo a seguire il disegno da lui tracciato su una lavagna, chiedendo poi di replicarlo autonomamente. I partecipanti hanno acquisito le nozioni dall’artista e sperimentato attraverso la nuova tecnica. Successivamente Lamine ha condotto il gruppo in un’attività più complessa, articolata in più incontri: ha adottato come modello uno dei suoi quadri esposti raffigurante due figure femminili con variopinti abiti senegalesi, e ha guidato i partecipanti nel disegno e nella resa pittorica. Ha raccontato la sua cultura attraverso le parole e le immagini, ha proceduto dando indicazioni al gruppo e, con grande attenzione e cura, ha dispensato consigli ai singoli, incoraggiandoli in questa nuova esperienza. Il percorso ha suscitato grande interesse nei partecipanti, in quanto hanno potuto misurarsi con tecniche e utilizzo dei colori che di certo caratterizzano una cultura diversa dalla nostra. L’arricchimento e la conoscenza è stata trasmessa ai più piccoli attraverso linee, tratti, forme e colori. Lamine, dal canto suo, si è potuto misurare con la propria capacità di trasmissione di un sapere, di un’arte, dimostrando una buona dose di pazienza e, in totale autonomia, ha comunicato con il linguaggio universale dell’arte, raccontando ITALIA qualcosa di sé e delle proprie origini. Roberta e Gianluca Manifattura Saltinbanco www.saltinbanco.it

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Viva Voce: storia di una performance artistica in Piazza dei Colori

Un francese un pò zoppicante e un video di arte contemporanea hanno caratterizzato il nostro primo incontro con Samou, Malick, Idris, Samba, Sane e Maguette. In un pomeriggio di novembre, grazie alla collaborazione con gli operatori della Cooperativa Arca di Noè, abbiamo incontrato i ragazzi nella cucina della struttura d’accoglienza “Casa Rivani” per raccontare loro il progetto artistico cui stavamo lavorando. Siamo infatti quattro giovani artiste che nel 2015 hanno vinto il Premio Roberto Daolio per l’Arte Pubblica, indetto dall’Accademia di Belle Arti di Bologna per promuovere l’ideazione e la realizzazione di progetti artistici che coinvolgessero la città e le persone. Questo dunque il motivo per cui è nato Viva Voce, progetto di cui siamo autrici: una proposta artistica a carattere partecipativo pensata per Piazza dei Colori, nella periferia nord-est di Bologna. In questo luogo è nata l’idea del progetto, che si è sviluppato in un continuo confronto con i suoi abitanti e con i suoi spazi così ampi e così silenziosi. Una lunga piazza frutto di un progetto edilizio degli anni ‘80, che con il passare degli anni ha perso la sua funzione di “grande cortile”, diventando un’area poco conosciuta dai bolognesi e poco frequentata anche da chi vive nei dintorni. Nell’assenza di voci umane, predomina un sottofondo di rumori di traffico dalla tangenziale. Viva Voce nasce con l’intento di rompere il silenzio di questa parte di città, di riempirla di persone e del suono delle loro voci. Una performance collettiva costruita insieme a coloro che hanno scelto di aderire al progetto. Quest’azione si è svolta il 27 novembre 2016 ed è stata una sequenza di poche semplici azioni: ogni partecipante ha portato la sua sedia da casa e ha preso posto nello spazio pubblico. In seguito, alzandosi uno dopo l’altro, ognuno ha pronunciato la vocale «aaa», mantenendo il suono sino a riempire la piazza di voci. I gesti della performance sono stati pensati come una struttura aperta al confronto e alla possibilità di essere messa in discussione dai partecipanti stessi. La fase precedente all’evento è stata un lungo processo di coinvolgimento delle persone del territorio, con una 16

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serie di incontri con i residenti della zona, le associazioni, i centri ricreativi, le scuole e le strutture di accoglienza. Un’occasione di confronto sul senso di un’azione collettiva per riunire tante voci in uno spazio pubblico, tra la nostalgia di chi ricordava le chiacchiere tra vicini, la paura di attraversare un luogo che sembra diventato troppo ampio e sconosciuto e l’incredulità di chi ha visto le piazze riempirsi solo in tv, quando ci sono le persone “importanti”. Senza dubbio l’incontro con Samou, Malick, Idris, Samba, Sane e Maguette è stato uno dei confronti più belli e più riusciti di tutto il progetto. In quel pomeriggio di novembre ci siamo presentate loro con un pò di timidezza, incerte sul senso che potesse avere presentare una proposta artistica a dei giovani abituati a gestire bisogni e difficoltà molto concreti. Per raccontare il nostro progetto abbiamo mostrato loro l’opera “When faith moves mountains” (“Quando la fede sposta le montagne”) di Francis Alÿs, il video di una performance artistica svoltasi nel 2002 nei pressi di Lima, in Perù, che ha coinvolto cinquecento volontari a cui l’artista aveva chiesto di scavare e spostare la sabbia di una duna larga quasi duecento metri con lo scopo di muoverla di dieci centimetri rispetto alla sua posizione originaria. La grandiosità e la spettacolarità di questo progetto ci sono servite per comunicare senza troppe parole, la sfida che anche noi ci proponevamo per Piazza dei Colori: l’unione di tante persone come mezzo capace di compiere azioni impensabili per il singolo individuo, facendo emergere il potere della collettività. Questa foto mostra la risposta dei ragazzi al nostro invito: domenica 27 novembre si sono presentati in Piazza dei Colori con la loro sedia per prendere parte, insieme a tutti noi, a Viva Voce. È uno scatto che ci piace molto, simbolo di una piccola sfida vinta, la conferma che nonostante le differenze culturali e le difficoltà di comunicazione questi ragazzi si siano voluti mettere in gioco e abbiano partecipato attivamente al progetto.

Barbara Baroncini, Laura Bisotti, Simona Paladino, Gabriella Presutto

Progetto Viva Voce www.facebook.com/azionevivavoce

ITALIA ZACREPUBLIC!

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La vita nell’umanità L’Africa, la mia Africa, Africa la culla dell’umanità l’Africa dei grandi guerrieri l’Africa dove la povertà e la miseria ci uccide ma io amo questa Africa e ne sono fiero come gli idoli africani: Sekou Toure, Nelson Mandela, Senghor, Patrick Lumumba, e Tomas Sankara. Come aveva dichiarato il Presidente Sekou Toure: “Noi preferiamo la povertà nella libertà piuttosto che l’opulenza nella schiavitù” Per me la vita è l’umanità, popolo d’Africa! Il passato storico cantato nell’inno della Guinea, fiera e giovane ci mostra l’epopea dei nostri fratelli morti nei campi d’onore liberando l’Africa Il popolo di Guinea predicando l’unità chiama l’Africa Libertà! E’ la voce di un popolo che chiama tutti i suoi fratelli della grande Africa Libertà! E’ la voce di un popolo che chiama tutti i suoi fratelli a ritrovarsi Benediciamo l’unità africana nell’indipendenza ritrovata! Il resto deve ancora succedere. Aryane Jising e Bah Abdoul Khadre

GUINEA CONAKRY

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Bella come la luna

Non c’è niente al mondo di più incantevole dell’essere donna. Cosa si può immaginare di più prezioso di una donna con la sua bellezza unica? Oh donna parlo con te che doni la vita a tutti noi. A te che sei bella come la luna Splendente come le stelle con la loro grande personalità, Oh donna non ti mancherò mai di rispetto. Tutte le donne del mondo hanno un cuore d’oro; per il rispetto che porto a mia madre mi sento fiero di essere nato dall’amore di una donna E come lei mi ha insegnato, porterò sempre rispetto ad ogni donna che incontrerò. A voi donne io dico che dovete essere fiere di essere state create donne da Dio Perché siete il cuore del mondo e senza di voi il mondo non esisterebbe. Ahmed Fofana

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COSTA D’AVORIO


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Affinità 2 - Diatta Lamine


Ritorno alla Pace nelle nostre culture Ho aderito alla guerra perché credevo che avrebbe messo fine all’ingiustizia. Non sopporto l’ingiustizia, e tutto il mondo è complice dell’ingiustizia, un’ingiustizia che io non posso perdonare. Sulla terra, col tempo, la nostra nobile battaglia è stata deviata dalla sua vocazione principale ed è stata trasformata in una guerra di interessi per gli sciacalli. Ora capisco che “in politica la cosa che viene ritenuta migliore sono i tempi bui” (“i potenti guadagnano dal malessere del popolo”). Questo è un proverbio che spiega molto bene la crisi ivoriana, vediamo la verità che scivola via, ma oggi il tempo di grandi discorsi è finito: oggi l’unico motto che dovrà alimentare tutto il nostro popolo è PACE! Con una visione nazionale e non settoriale ritorneremo alla pace, e daremo una spinta al processo di pacificazione. Dobbiamo ritornare a Man, a Korogo, a Bouakè (città principali della Costa d’Avorio) con la bandiera ivoriana, non con il kalashnikov. Ed è compito dei leader far funzionare la diplomazia africana per risolvere questa situazione, per non ingrandire la ferita già aperta e spianare il cammino della pace. Perché per noi la pace è una questione d’onore, di etichetta, di morale, di dignità, e di indipendenza. È solo in questo modo che potremo ritornare alla pace. Noel COSTA D’AVORIO

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Dance du soir - Diatta Lamine


La “Piccola Sala Borsa”: libri liberi a Villa Aldini

Nel CAS Villa Aldini di Bologna da un anno a questa parte circolano libri di lettura e manuali di italiano che vengono presi in prestito e restituiti con cadenza settimanale. E’ la “Piccola Sala Borsa”, così battezzata da Mohammed M., una piccola biblioteca che con una ventina di titoli ha iniziato a promuovere l’interesse per la lettura e per l’auto-formazione. L’idea è nata dopo varie visite organizzate in Biblioteca Salaborsa, dove molti studenti della scuola di italiano del CAS si sono entusiasmati per la grande libertà di scelta e per la gratuità del servizio. Di ritorno a Villa Aldini, noi insegnanti, insieme all’equipe della scuola Di-mò, abbiamo pensato di replicare su scala ridotta quello che accade in una grande biblioteca, acquistando libri e creando un sistema di moduli per la restituzione, con tanto di proroghe e solleciti. Da allora, all’interno della scuola di italiano di Villa Aldini, tutti i mercoledì e giovedì, a fine lezione ci si riunisce intorno ai libri disponibili o appena restituiti, che vengono sfogliati, soppesati, presi in prestito o prenotati, per continuare a leggere e studiare anche quando la scuola non c’è. L’autonomia di apprendimento, il senso di responsabilità, il riconoscimento del valore dell’oggetto-libro e l’indipendenza educativa sono i risultati che i lettori hanno raggiunto grazie all’attività di questa piccola biblioteca. Una biblioteca che poi tanto piccola non è, dato che i libri-pilota con cui è nata sono sembrati da subito troppo pochi per estinguere la sete di lettura della 24

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scuola ed abbiamo dovuto allora fare ricorso all’aiuto di colleghi e colleghe che hanno sostenuto il progetto donando libri, riviste, fumetti e tutto ciò che fosse leggibile ed in qualsiasi lingua. Al nostro appello hanno risposto in molti con tanta generosità e altrettanti scatoloni. Ad oggi, la biblioteca conta circa trecento libri, è allestita in uno spazio comune del Centro ed è aperta alla consultazione di ospiti ed operatori. Con un lavoro congiunto di insegnanti e studenti abbiamo catalogato tutto il materiale e lo abbiamo diviso in sezioni che vanno dalla letteratura italiana ai libri per lo studio, passando per i dizionari e la narrativa in francese e in inglese. La modalità di prestito è autogestita grazie ad un registro in cui con data e titolo ogni lettore formalizza la sua scelta ed è basata sulla responsabilità e sulla libertà di fruizione dei libri. La collocazione dei testi, attraverso un sistema di bollini colorati molto intuitivo, permette l’utilizzo in autonomia dello scaffale aperto, o meglio, cassetta aperta (dato che i libri sono ospitati da cassette della frutta decorate, risultato di un laboratorio di recupero svolto nel Centro). Possiamo dire a distanza di un anno che la “Piccola Sala Borsa” è un esperimento decisamente riuscito, che favorisce l’approccio consapevole al libro, il piacere della lettura, l’autonomia di studio e la responsabilità nei confronti della piccola comunità con cui si condivide un servizio. Ci stiamo già attrezzando per esportare il progetto in altre realtà scolastiche dell’accoglienza, per permettere a quante più persone possibile di sperimentare il piacere e la libertà di portare a casa un libro, senza dover passare per la formalità di una tessera. Alessandra Laurito e Carmen Pellegrino Di-Mò Scuola dei Mondi

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Mi chiamo Ebewa Ellong Christian vengo dal Camerun dalla città di Douala ho 27 anni, parlo francese, inglese, russo, douala e parlo un po’ di italiano. Sono in una scuola chiamata “Di-Mò” al Centro Interculturale “Zonarelli” dove imparo la lingua italiana e da quando ho cominciato nella scuola Di-Mò ho migliorato il mio livello di lingua italiana e mi sento bene qui perché ho incontrato dei buoni insegnanti e dei buoni compagni di classe. Durante il periodo delle lezioni ho potuto incontrare due giovani studenti italiani che si chiamano Jacopo e Matteo, sono dei bravi ragazzi e abbiamo dovuto fare una intervista in più lingue: italiano, francese e russo, è stato molto interessante. Le interviste in francese e russo hanno fatto capire a Matteo e Jacopo che non parlano queste lingue l’obiettivo: poter capire come la lingua italiana CAMERUN non è facile per gli stranieri che arrivano in Italia, mettendosi al posto degli stranieri che stanno imparando la lingua italiana. E’ stato veramente molto interessante e mi è piaciuta molto questa esperienza con questi due giovani studenti bolognesi. Ebewa Ellong Christian

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Mi chiamo Patrice e vengo dalla Costa D’Avorio. Abito in Italia e imparo la lingua nella scuola Di-Mò. Le insegnanti della mia scuola mi hanno fatto visitare la biblioteca della Città di bologna che si chiama Sala Borsa. Durante la visita nella biblioteca ho visto molte cose come dei vecchi libri e sono stato sorpreso di vedere una così grande biblioteca, è molto carina e dentro si trovano molte cose: libri di vecchi scrittori e antica musica africana e mi sono abbonato alla biblioteca per prendere in prestito i libri da leggere. Ho amato questa visita e ringrazio i miei insegnanti per la visita. Patrice


Roland Dieme Sono Yaya Drame e ringrazio infinitamente l’italia che è il mio Paese del cuore. Prego affinchè possa imparare presto la lingua italiana, per integrarmi velocemente nella società italiana e per imparare un mestiere che mi permetta di partecipare allo sviluppo di questo Paese. Dio benedica l’Italia! Grazie e arrivederci! Yaya Drame

Swax - Diatta Lamine

Mi chiamo Roland Dieme e sono nato il 3 3 76 in Senegal, parlo Djola, Wolof, Mandinca, Francese e un po’ di italiano. Amo il calcio e gli sport, la musica, leggere e la storia. Non mi piace litigare, mentire, rubare e il troppo rumore. Ora frequento la scuola di italiano Di-Mò al centro interculturale Zonarelli dove seguo molte attività per imparare a parlare e comprendere piano piano la lingua. E’ qui che ho incontrato due giovani studenti italiani con cui ho fatto uno scambio di lingua. A Jacopo ho provato ad insegnare la mia lingua Djola ma era difficile per lui perché era la prima volta che sentiva e imparava questa lingua. Per me era un po’ più facile perché la sua lingua, l’italiano, la stavo già imparando da qualche mese. Sono contento dei miei insegnanti Angela e Marco e dell’altra classe di Villa Aldini con Carmen, Alessandra e SENEGAL Eugenio. Li ringrazio molto.


Cartoline dal Mali Lui non aveva soldi, ma aveva fede in Dio e a lui chiedeva solo un pesce per nutrirsi la sera. Lui pensava che Dio che fosse fedele, e credeva che un giorno gli avrebbe dato il nutrimento risolvendo così il suo problema. Così durante l’ennesima sera, confidando ancora in Dio, si mise a pescare e catturò un grosso pesce. Una gioia immensa lo assalì: finalmente era riuscito dopo i tanti sacrifici e sforzi a ottenere una possibilità. Alla fine di quella giornata si sentiva felice, ma era anche molto stanco: avrebbe voluto riposare un po’ e dalla mattina successiva avrebbe pensato al suo futuro, avrebbe pensato a come potersi godere quell’opportunità che Dio gli aveva donato. Diarra Taihrou

Appena arrivato in Italia ero molto contento. Da quando sono qui non ho mai sofferto, ma mi è stata data l’opportunità di poter studiare la lingua italiana. Già, perché il mio più grande desiderio è quello di imparare l’italiano, perché quando imparerò la lingua potrò parlare con tutti, spiegare ciò che penso e ciò che sento, comunicare le mie gioie e sogni, ma anche le mie preoccupazioni e bisogni. “Buongiorno”, “Buonasera”, “grazie”, “come ti chiami?”, “va bene”, “ciao, come stai?” : queste sono le prime parole che ho imparato e che sono necessarie per iniziare un dialogo, una relazione con chi incontro. Ognuna di queste persone mi potrà poi insegnare delle altre parole che custodirò nel mio bagaglio. Diako Bajie 28

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MALI


Village Natale - Diatta Lamine


Cartolina dalla Costa d’Avorio Vengo da Odienné, una città di circa 50000 abitanti nel nord della Costa d’Avorio. La storia del mio Paese è piuttosto complicata. L’organo politico a cui facciamo riferimento è l’Assemblea Nazionale eletta da un Presidente. All’interno dell’Assemblea Nazionale siedono i tre partiti principali: i popolari, i repubblicani e i democratici. Il potere decisorio è in mano al Presidente, che gode del sostegno dei membri dell’Assemblea iscritti al suo stesso partito, la maggioranza dei partecipanti in ogni caso. Siamo arrivati a questa struttura politica, dopo una lunga e travagliata storia. Nel 1960 abbiamo conquistato l’indipendenza dai francesi e fino al 1963 siamo stati governati da Houphouetiste, primo e amatissimo presidente della Costa d’Avorio. Nel 1993, anno della sua morte, il Paese è precipitato in un periodo di grande caos. La guerra civile ha portato morte e disperazione fino a quando i militari non hanno preso il controllo dal 2000 al 2001, anno di nuove elezioni. Vinsero i popolari quell’anno ma, una politica corrotta e basata sull’odio razziale, li ha resi malvisti da tutto il paese. Così, nel 2010, grazie a una coalizione tra democratici (PDCI) e repubblicani (RDR) , il nuovo partito RHDP, fondato in memoria del nostro primo Presidente, ha vinto le elezioni. Oggi in Costa d’Avorio ogni città è governata da una pluralità di soggetti. C’è un’assemblea della città in cui tutte le parti sociali sono rappresentate. In particolare, c’è un anziano (il “saggio”) e ci sono due giovani che lavorano alternativamente, quando uno non può, ci sarà l’altro a sostituirlo. Le cariche nell’assemblea, durano a vita: l’anziano resta in carica fino alla morte e i giovani, arrivati all’età di 40 anni circa, passano allo stato di “saggio” e così via, in modo circolare. L’assemblea del villaggio comunica con il governo nazionale tramite un Prefetto, nominato e istituito dal governo nazionale.

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Per fare un esempio di come questi organi cooperino, circa un anno fa un grande conflitto è scoppiato tra due gruppi del villaggio proprio a Odienné, nella mia città. I coltivatori (i PEUL) si era scagliati contro gli allevatori (i LOBI) e per qualche tempo ne conseguì addirittura un conflitto armato, con morti e spargimento di sangue. La causa fu che gli allevatori, lasciando gli animali liberi, senza recinzioni, permettevano che questi rovinassero le colture degli altri, cibandosi di tutto quello che i coltivatori avevano seminato. Visto che il conflitto durò diversi giorni, le autorità militari dovettero intervenire e il Prefetto fu inviato in città. Nel frattempo i coltivatori si rivolsero all’assemblea del villaggio e furono ascoltati. Solo dopo numerose pressioni dell’assemblea e del prefetto, gli allevatori hanno accettato una conciliazione. Si decise che le bestie dovessero essere tenute al di fuori della città e allevato dentro recinzioni. Così, grazie alla cooperazione tra assemblea del villaggio e prefetto, la pace è tornata a Odienné. Fofana

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Help Desk Migrante L’H e l p D e s k M i g r a n t e della Cooperativa Sociale Arca di Noè promuove azioni di supporto e orientamento ai servizi destinati a migranti presenti sul territorio e che hanno concluso percorsi presso le strutture di Accoglienza. Lo sportello informativo fornisce orientamento e supporto legale per pratiche inerenti le richieste, conversioni e rinnovi dei permessi di soggiorno (protezione internazionale, motivi familiari, motivi umanitari, motivi di lavoro autonomo o subordinato, attesa occupazione), pratiche di richiesta di cittadinanza, permesso UE per soggiornanti di lungo periodo, ricongiungimento familiare, titolo di viaggio, passaporto. L’Help-Desk garantisce la possibilità di colloqui in lingua inglese e francese e, ove necessario, la presenza di mediatori culturali; può effettuare solleciti alle istituzioni competenti inoltre è in grado di mettere in contatto con avvocati del foro di Bologna. L’Help-Desk migrante riceve tutti i martedi dalle h 15:00 alle h 19:00 in centro a Bologna, in via Majani 2 (scala A c/o Arca di Noè), facilmente raggiungibile con i bus 21, 25, 30, 89, 94 (fermata Marconi). Per informazioni o appuntamenti si può contattare l’indirizzo l e g a l e @ a r c a c o o p . c o m

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Via Majani 2 Bologna scala A - Arca di Noè

Fermata Marconi bus 21 - 25 - 89 - 94 - 30



I colori delle Idee Molteplicità, coinvolgimento ed inclusione sono le tre parole cardine di un progetto che è nato dal desiderio di farsi ponte e connessione tra la sfera della cittadinanza e la realtà dell’accoglienza: Piazza dei Colori, ricchissima di molte e varie dimensioni, territorio che è comune a numerosi e diversi attori, fa della diversità quotidiana la propria potenzialità. All’interno del Quartiere San Donato-San Vitale e punto di riferimento per chi lo abita, è uno spazio che per posizione e conformazione invita allo scambio: a pochi passi dall’HUB regionale Mattei e molto vicina a diverse strutture di seconda accoglienza, è una piazza che per natura mette in relazione e che sulla relazione gioca la propria bellezza. Ed è da questa bellezza e dal desiderio di irrobustirne portata e vitalità che è nato il percorso “I colori delle idee”: sull’onda del più ampio progetto intitolato “Bolognaccoglie”

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e finalizzato a promuovere l’inserimento dei richiedenti asilo nel tessuto cittadino, promosso e sostenuto dall’Istituzione per l’inclusione sociale e comunitaria Don Paolo Serra Zanetti, “I colori delle idee” si propone come attività che possa coinvolgere cittadini italiani e nuovi ospiti nell’attenzione al territorio che tutti loro abitano. Con il sostegno e la collaborazione di molteplici realtà del territorio, tra cui il Centro sociale e culturale Croce del Biacco, l’Associazione Naufragi e l’Associazione Mattei Martelli, è andato istituendosi un gruppo di persone che, a partire da novembre 2016 e con la costanza di un incontro a settimana, si è impegnato in un’attività di riqualificazione delle aree verdi della piazza: l’idea alla base era quella per cui il giardinaggio, inteso come progetto comune di cura del proprio ambiente quotidiano, avrebbe fornito il momento, lo spazio e lo spunto per riconoscersi tutti ugualmente cittadini del proprio quartiere. Adolescenti e anziani, italiani e non, chi a Bologna ci è nato e chi ci è arrivato per traiettoria di vita, chi abita in Piazza dei Colori e chi semplicemente la ama e lavora per lei: “I colori delle idee” raccoglie identità e motivazioni, abilità e provenienze, universi culturali e dialetti dal mondo e si propone di mostrare quanto questa complessità sia profonda ricchezza. In poco più di sei mesi sono stati cinquantaquattro I volontari che hanno gravitato sul territorio di Piazza dei Colori per lavorare al progetto: trentasette richiedenti asilo e diciassette cittadini italiani. “E’ il mio modo di rispondere con un impatto concreto e locale ad un fenomeno grande e globale come quello delle migrazioni”, spiega ZACREPUBLIC!

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un diciottenne bolognese che insieme ai suoi amici ha deciso di unirsi al gruppo; “Facevo giardinaggio già nel mio Paese”, racconta invece un ragazzo del Senegal, “mi piace molto e mi serve per conoscere nuove persone qui in questa nuova città”. Laboratorio di scambio, dialogo, prossimità e relazione, “I colori delle idee” ha ricevuto una menzione speciale per il Premio Sterminata Bellezza promosso da Legambiente, in quanto “cantiere su cui costruire qualità della convivenza e integrazione, gettando le basi per una comunità multietnica e solidale”. Francesca Gorla Arca di Noè ITALIA

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Love Song Sì, so quello che ti ho fatto so che se non ti canto una canzone, non sarai felice con me cercherò di non fare nulla che ti faccia male, mi dispiace lo so che ti dispiace, ho rotto la mia promessa e qualunque cosa abbia detto mi dispiace, puoi fare a me qualunque cosa tu voglia. Posso fare per te qualsiasi cosa tu voglia in questo mondo. Non vedo una persona come Te in questo mondo non ho mai visto una persona come Te in questo mondo non ho mai visto una persona come Te e se guardo i tuoi occhi vedo che mi manchi perché mi innamoro di te ogni notte. Sono innamorato di te ora ti prometto che sarò sempre innamorato di Te. Sei sempre nella mia mente sono innamorato di te ora, sì sì sì, ooooh qualsiasi cosa tu mi faccia io io ti darò il mio cuore qualsiasi cosa tu mi dica, se mi menti se mi farai questo tu potrai farmelo ancora perchè idarò tutto il mio cuore spezzato a Te. Mi manchi, perdonami TOGO sono innamorato di te. Zakaria Ibrahim ZACREPUBLIC!

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L’amore non ha limiti

Ero innamorato di una ragazza, si chiama Charlotte e ci siamo amati molto fin dal primo momento in cui ci siamo incontrati. Dopo un po’ di tempo, mi ha chiesto di andare a vivere insieme a lei. Io non ho aspettato un attimo e sono subito partito per andare a casa sua; tuttavia, i miei amici mi chiedevano insistentemente come mai vivessi insieme a lei, dal momento che aveva più anni di me. Loro non la vedevano di buon grado e continuavano a dirmi che lei non avesse un buon comportamento nei miei confronti e che non fosse la ragazza giusta per me. Forse lo dicevano perché anche loro erano innamorati di Charlotte. Io non volevo ascoltare le loro parole, ma, dopo qualche tempo, mi sono fatto convincere e il mio atteggiamento verso Charlotte è cambiato. Lei non riusciva a capire questo mio cambiamento, mi diceva continuamente che erano stati i miei amici a mettermi in questo stato d’animo. Continuava a dirmi che mi amava, ma ormai io non la trattavo più come prima. Presi la decisione di lasciarla per questi motivi, ma, nel momento della sua assenza, non riuscivo a trattenermi dal pensare a lei. Dopo qualche mese, mi sono reso conto che tutto ciò che era stato raccontato su di lei era un’invenzione dei miei amici. Allora subito cercai di contattarla per scusarmi e lei, fortunatamente, riuscì a perdonarmi. La nostra storia è continuata per un po’ di tempo e tutto procedeva al meglio. Da quando sono partito ho perso i suoi contatti, è passato tanto tempo. Da quel giorno non sono riuscito a trovare ancora un amore come quello. Ma dico a tutti i miei fratelli che l’amore non ha limiti. Omar 38

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Seett - Diatta Lamine


Intervista a Patrick Henneh

Patrick, un ragazzo del Ghana, ci ha parlato brevemente della sua religione. Lui è cristiano pentecostale (come il 28,3% della popolazione del Paese, ci sono anche protestanti (18,4%), cattolici (13,1%), islamici (17,6%) e animisti (5,2%).

Qual è la tua religione Patrick? Sono cristiano, pentecostale Anche la tua famiglia lo è? Sì in famiglia lo siamo tutti, ma nel villaggio no, ci sono anche altre religioni. La mia chiesa si chiama Lighthouse, ci troviamo ogni domenica alle 10:00, un pastore spiega la Bibbia (in inglese) e poi si prega tutti insieme in Tongue. Che cos’è il “Tongue”? Il Tongue è la lingua del Paradiso, lì tutti parlano Tongue. Uno degli avvenimenti fondamentali per la nostra religione è la Pentecoste. Durante la Pentecoste, infatti, lo Spirito Santo è sceso sugli apostoli e ha dato loro questa lingua universale. Quindi tu ogni volta che preghi parli in Tongue? Sì, Tongue è la lingua che ti permette di parlare direttamente con Dio, con cui si prega e che il diavolo non è in grado di capire Come celebrate le festività? Con la musica, si suona la batteria, la chitarra e altri strumenti. Io suono la chitarra. Anche qui a Bologna vai in chiesa? si, vado ogni domenica, vicino al Dopo Lavoro Ferroviario. GHANA 40

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Verso un cinema universale

Il 22 ottobre del 1917 il pubblico assisteva per la prima volta alla proiezione di The adventurer (L’evaso) di Charlie Chaplin. Quella sera gli spettatori non potevano immaginare che, una volta spente le luci della sala, avrebbero visto uno dei film più longevi della storia. Cento anni dopo (100!) i ragazzi del Centro di Accoglienza Straordinario “Zaccarelli” sapevano che avrebbero visto il primo di una serie di film proiettati sul muro. Sapevano che sarebbe stato Chaplin, ma non potevano immaginare che avrebbero riso alle stesse scene e negli stessi istanti in cui rideva il pubblico in quella sala del 1917. In un’epoca di muri e divisioni, ripartire dalla capacità di raggiungere l’universale ci è sembrata la scelta migliore per iniziare il nostro viaggio. Ne L’evaso Charlot fugge dal carcere, corre più veloce di chi lo insegue, è più saggio e più astuto, salva la vita di due donne in mare e per nascondersi accetta di indossare i panni dell’eroe, fingendosi uno straniero facoltoso. Su di lui nascono velocemente i primi sospetti, assieme ai dubbi sulla sua vera identità. Ma Charlot è sempre Charlot, al di là dei vestiti. Gentile con gli onesti e beffardo coi prepotenti. È più che sufficiente. L’universale e la libertà non hanno tempo per documenti e problemi d’identità, morirebbe la poesia. Come finisce il film? Charlot riesce a salvarsi e facendolo, come sempre, salva il mondo intero, regalandogli la speranza. Ogni due giovedì ci troviamo al Centro Zaccarelli. Italiani, Nigeriani, Pakistani, Senegalesi, Ivoriani e Ghanesi. E’ iniziato così un piccolo viaggio per immagini attorno al mondo, alla ricerca di un sentire maledettamente universale, lungo e fraterno. Partiti dal cinema muto, stiamo percorrendo strade variegate, aggiungendo le voci del mondo. Perché, parafrasando Chaplin, il potere del riso e delle lacrime è l’unico antidoto all’odio e al terrore. Ecco, lo crediamo anche noi. ITALIA Z A C R E P U B L I C ! 42 Chiara, Enzo, Perrine e Tommaso


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Basin - Diatta Lamine


Lezioni di Primavera

Mi chiamo Louchè Kouroume e sono in Italia (Bologna) dal 18 dicembre. Sono arrivato a Villa Aldini il 30 marzo 2017, dopo essere stato 2 mesi e mezzo al centro Mattei. Così mi sono iscritto a scuola a Villa Aldini per imparare a parlare la lingua italiana. Un giovedì, giorno di lezione, noi abbiamo seguito la lezione nel parco. La lezione è stata magnifica, eccellente. L’attività del giorno consisteva nel disegnare il ritratto di un compagno e in più abbiamo fatto dei giochi complementari. In questo modo abbiamo potuto comprendere meglio la lingua, parlando e giocando. Usare il gioco per comprendere meglio le parole e le frasi e allo stesso tempo utilizzarle: questo è il metodo che le nostre professoresse hanno utilizzato. Io adoro fare lezione al parco, a noi tutti è piaciuto fare lezione al parco. Imparare la lingua italiana non è facile per noi, ma studiare al parco e farlo con dei giochi è più facile e divertente. Papa Kourouma GUINEA CONAKRY

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Cucinando s’impara Che ci fa un gruppo di quasi 15 richiedenti asilo e rifugiati assieme da Stefania e Andrea, tirocinanti presso la Residenza Sociale San Donato, tutti attorno ad un tavolo? Cucina, mangia e impara l’italiano attraverso un laboratorio linguistico in cui l’apprendimento dell’italiano diventa più…gustoso! I partecipanti, ai quali è stata consegnata una dispensa con diversi vocaboli relativi al cibo e alla Cucina, si sono cimentati nella preparazione di una ricetta tipicamente italiana: la pasta al pesto. Il cucinare per poi mangiare assieme ha creato un’atmosfera di condivisione che andava oltre il semplice corso di lingua: si è aperto uno spazio di ascolto e di sperimentazione linguistica plurilivello che ha chiamato in causa diverse abilità linguistiche: innanzitutto ascolto, lettura e produzione orale, secodariamente - e per chi voleva - anche scrittura. L’esperienza ha decisamente funzionato a livello sia didattico che di relazione e coesione fra i partecipanti. Imparare l’italiano attraverso le ricette e la loro applicazione ci ha impegnato per molto tempo la concentrazione, e alle 21.30 la pancia vuota ci ha ricordato che dopo tante parole era forse il caso di mettere qualcosa sotto i denti. Le abbiamo dato retta subito e con molto piacere abbiamo scoperto che i nostri discorsi si erano trasformati in ottimo cibo! Residenza Sociale San Donato ITALIA

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Vorrei...

Vorrei parlare della pace, della coabitazione e del vivere insieme, vorrei che la mia parola e le mie scritture vadano più lontano affinché possano sentirmi, vorrei una libertà di circolazione nel mondo, l’apertura delle frontiere, vorrei un mondo senza terrorismo, un mondo senza guerra per evitare morti e orfani, il mondo non può avanzare senza il vivere insieme e il perdono, nessuno ha il diritto di farsi giustizia. Impariamo a perdonare per vivere insieme, vorrei un mondo senza violenza ed una giustizia per tutti perchè abbiamo gli stessi diritti, chi vive in pace con sè vive in pace con gli altri. Ogni giorno è una nuova prova per noi per imparare a conoscere il mondo. La pace e l’amore sono la soluzione per un avvenire migliore. Vorrei ringraziare lo Stato e il popolo italiano per l’ospitalità. Ibrahim Traore

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Sarkodie - Ransford Asare



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Coordinamento Progetto MICHELE CATTANI Illustrazioni LAMINE DIATTA RANSFORD ASARE Partner DI-MÒ: SCUOLA DEI MONDI ASSOCIAZIONE PRENDIPARTE Media Partner WEBRADIO ALTAFREQUENZA Finito di stampare nel mese di giugno 2017 © COOP. SOC. ARCA DI NOÈ Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata All rights reserved



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