Natale 2009

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IL SEGRETO DI SANTA LUCIA di Leone Chilovi Uno degli inverni più freddi e crudi è stato sicuramente quello del 1935/36. La neve è caduta abbondantemente più volte. Nelle poche giornate serene si alzava spesso un vento gelido. Ad ogni alito di vento si udiva il fruscio tra le fronde dei pini nel bosco vicino. Erano anni di povertà ed indigenza generale. Le famiglie che consumavano il pane al posto della polenta erano considerate benestanti. La mancanza di giornali, di televisione (non ancora attivata) e di tutti i mass media odierni, rendeva i ragazzi ingenui a tal punto che a dodici anni si potevano paragonare a coloro che oggi ne hanno sei e forse meno. Era in atto la guerra d’Etiopia. Mussolini quando aveva ordinato le grandi manovre in Val di Non, già pensava all’aggressione dell’Etiopia. Il 5 dicembre 1934 a Ual Ual, centro dell’Etiopia al confine con la Somalia, ebbe luogo un piccolo scontro fra truppe etiopi ed il presidio Italiano, che aveva occupato la zona posta tra Etiopia e Somalia italiana. L’incidente fu preso a pretesto (un anno dopo!) da Mussolini per intraprendere la guerra di conquista dell’Etiopia. Un intervento moralmente spregevole in quanto aggrediva una popolazione innocente e quasi completamente disarmata. Ma a noi, scolari della prima elementare, interessava assai poco. Nella nostra memoria l’impero fu conquistato a suon di bandierine, che la maestra spillava sulla carta geografica come fossero farfalle da collezione. Nelle varie regioni d’Italia le “feste dei doni” si celebravano in date diverse. In alcune vi era San Nicolò, in altre Gesù Bambino (el Bambinel) che una strana metamorfosi ha poi tramutato in Babbo Natale, in altre infine la Befana. Da noi invece si festeggiava unicamente Santa Lucia. Era questa la giornata del giocattolo e dei doni tanto attesa. Sfortunatamente quell’anno nella mia famiglia ci furono delle gravi traversie. A Taio dove sono nato e dove ho trascorso la mia fanciullezza, mio padre aveva una fabbrica di manici da frusta che spediva all’estero, principalmente in Svizzera. Una spedizione a Oberbipp (Berna) alla P.BURKI-OBI Seilerwaren Fabrik non andò a buon fine. Mio fratello di cinque anni venne colpito da tifo addominale. A quei tempi non esisteva la terapia antibiotica, soprattutto per le complicazioni, vale a dire le emorragie intestinali che erano la causa di morte. Noi

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IL PONTE


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