Rossella Rispoli Spazio sensAzione 2017

Rossella Rispoli Segato

S p a z i o s e n zs A z i o n e a cura di Antonio E.M. Giordano

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con il Patrocinio del Comune di Orbetello

Un grande ringraziamento al Comune di Orbetello per la concessione del patrocinio per mostra Spazio sensAzione e per la stretta collaborazione nell’organizzazione di questa mostra; in particolare grazie all’Assessore alla Cultura e Turismo, Maddalena Ottali; all’Assessore ai Lavori Pubblici, Roberto Berardi; all’Assessore al Patrimonio, Stefano Covitto.

Si ringrazia inoltre la Proloco di Talamone, nella figura del Presidente, Carlo Laucci, per la perfetta ospitalità. Grazie a Toscana Tv per il bel servizio televisivo di Fabrizio Borghini e alle testate giornalistiche che hanno contribuito alla diffusione di questo evento culturale. Grazie infine, ma non ultimo, al Prof. Antonio E.M. Giordano per la critica e la presentazione della mostra, oltre che per la sua preziosa amicizia.

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S p a z i o s e n zs A z i o n e a cura di Antonio E.M. Giordano L’archeologia indistriale di

Rossella Rispoli Segato

Rocca di Talamone 15 luglio – 10 agosto 2017

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Spazio sensAzione di Antonio E.M. Giordano

La più recente serie pittorica di Rossella Rispoli Segato sul tema dell’archeologia industriale apre un nuovo capitolo nell’Oeuvre dell'artista orbetellana, sia nella forma sia nel colore. La materia cromatica è trattata infatti in modo completamente diverso dalla produzione pittorica del decennio precedente, giocando con la teoria dei colori, sovrapponendo velature a basi preparate e molto elaborate, riuscendo in tal modo a conferire effetti di leggerezza all’immagine, rendendola diafana, trasferendola in una dimensione onirica, sospesa tra sogno e realtà. Le tonalità dei colori sono più calde che in passato, l’immagine è sfumata, come filtrata dalla nebbia dei ricordi evanescenti. I supporti sono accuratamente preparati dall’artista con procedimenti personali, elaborati secondo tecniche raggiunte nel corso di anni di sperimentazioni, in un continuo divenire che rende il lavoro su questo tema sempre nuovo e sempre diverso. Lo studio cromatico ha dato luogo a sperimentazioni e ricerche che hanno prodotto combinazioni mai utilizzate prima. I contrasti complementari di rossi accostati ai verdi, di viola ai gialli, di blu agli arancio, donano a questo sito industriale un fascino vivo e inusitato, un’energia che torna a muovere questi luoghi ormai abbandonati, facendo riaffiorare la vita che lo ha animato.

Anche le tele talvolta assumono formati inconsueti, insolitamente stretti e allungati anche in verticale, mostrando contemporaneamente diversi scorci come un flashback 4

cinematografico di film surrealisti di Buñuel e Dalì. Arditi punti di fuga prospettici quasi irreali, tetti sfondati come strutture astratte, aperture circolari come oblò descritti da scrittori di fantascienza, luci abbacinanti come fari teatrali di un Teatro della memoria, squarciano ambienti tenebrosi dalle nuances terrose o color tabacco, rischiarate da una miriade di minute e rapide pennellate policrome. Il colore a volte è liquefatto oppure dato sapientemente per creare effetti suggestivi.

Ecco pertanto come un desolato spazio ormai senza azione (come quello della fabbrica di concimi e colle già Montecatini Montedison e poi S.I.To.Co. in Orbetello Scalo) possa essere trasmutato da un virtuoso pennello in uno spazio che evoca una nuova sensazione, in una sinfonia cromatica di accese note, riecheggianti un tempo passato, diffuse nella vastità di edifici diruti ma rivitalizzati dalla potente e alchemica energia dell'Arte e della memoria di Rossella Rispoli Segato.

Esposti trentacinque dipinti ad olio e sei incisioni 5

Immagini d’architettura e paesaggio

La produzione artistica di Rossella Rispoli Segato presenta elementi di sperimentalità, tradotti in una volontà di continuo rinnovamento di linguaggi e tecniche che, tuttavia, si confrontano con una forte stabilità tematica, relativa ai soggetti rappresentati: l’area industriale oggi dismessa della ex Montecatini, poi S.I.To.Co. di Orbetello Scalo. Area tutt’altro che ‘archeologica’ solo pochi decenni fa, quando costituiva ancora un elemento vitale per la comunità del luogo, tale da incidere profondamente sulle memorie visive, sulla formazione stessa e sui sentimenti dell’Artista, il cui padre proprio lì lavorava.

Oggi l’immagine della vecchia area industriale è segnata da un decadimento fisico progressivo ed apparentemente irreversibile, da un totale abbandono, da un silenzio irreale, da un rapporto difficile ed in parte compromesso con la laguna, la cui linea di costa si è allontanata dai vecchi magazzini, sacrificando anche la bellezza e il senso stesso del canale navigabile che li costeggiava.

Ma basta soffermarsi sui dipinti o le incisioni di R. Rispoli per cogliere con occhi nuovi quella realtà, resa in modo che quel medesimo degrado e quell’abbandono acquistino una carica poetica e vitale, capace di far godere d’una bellezza latente, imprevedibile e come nascosta (basti pensare a certi acquarelli o a certe vedute notturne del sito).

Da ciò emerge anche la prefigurazione d’un possibile riscatto del sito. È quello che l’attuale proprietà del complesso industriale, la società Laguna Azzurra, si propone tenacemente di suscitare, pur nella consapevolezza della difficoltà di sciogliere un nodo di problemi quanto mai complesso e intricato. Il tema, di autentica ‘archeologia industriale’, è talmente affascinante da potersi ben accostare a quello di Bacoli in Campania e da richiedere un serio impegno 6

innanzitutto pubblico e specificatamente politico, non tanto in termini finanziari quanto di solida definizione delle procedure amministrative.

In effetti, mentre nelle sue opere Rossella Rispoli mostra una vita interrotta, con edifici cadenti alcuni dei quali forniti ancora dei vecchi, ormai arrugginiti macchinari, d’altra parte, come Artista, ‘rilegge’ quelle preesistenze in modi a prima vista impensabili, per cui i capannoni, attraversati da violenti raggi solari, che improvvisamente penetrano dai tetti sfondati entro ambienti semibui, creano giochi di luce irreali e quanto mai suggestivi; così anche i vecchi materiali, con le loro sfumature tonali e le patinatissime coloriture che, in certi interni, ricordano quasi effetti da caleidoscopio, con tinte che variano dal rosso al blu, al verde e così via.

Il tutto è accentuato da una continua tensione alla ricerca di modi espressivi nuovi, sempre aderenti alla menzionata dialettica fra innovazione e mantenimento di un saldo punto di riferimento: l’antico complesso industriale assunto come fonte d’ispirazione, filtrata da ricordi giovanili e familiari ed anche rigenerata da una frequentazione attuale e, per così dire, dall’esterno, in cui gli opifici cadenti si stagliano come una realtà quasi di sogno, sospesa nel tempo, immobile e silente, sul paesaggio collinare retrostante e sulla laguna. Da qui anche il senso della presenza, in molte opere, di animali selvatici e domestici: da una parte, realisticamente, i volatili che frequentano la laguna, dall’altra, simbolicamente, alcuni cani raffigurati, come in attesa e in guardia, davanti ai vecchi capannoni.

Prima di concludere merita un accenno la pluralità di tecniche pittoriche di cui prima s’è detto, certamente espressione di curiosità sperimentale ma anche del 7

complesso cammino formativo dell’artista: dipinti ad olio su tele diverse, su legno, tavola, cartone; acquarelli; tecnica mista su tela, tavola, legno; affresco su legno; incisioni da linoleum; tecnica a ceramolle, acquaforte e acquatinta; incisione su cartoncino e stoffa, incisione a puntasecca e maniera allo zucchero o zucchero e acquatinta, infine anche matrici per stampa da incisione in linoleum o cartoncino e stoffa.

Come persona interessata al restauro apprezzo la capacità di guardare creativamente, ma col dovuto rispetto, al passato e di recuperarne gli elementi; come architetto sono sensibile alla rappresentazione del costruito e del paesaggio ma anche ai valori materici e simbolici delle opere d’arte, oltre che ai loro linguaggi espressivi.

Su quest’ultimo punto mi sembra di poter cogliere, nel lavoro di Rossella Rispoli, due principali filoni di ricerca. Il primo, per così dire, ‘realistico’ ma pur sempre trasfigurato poeticamente, in cui il paesaggio è predominante, pur se spesso focalizzato sugli antichi capannoni e sui loro interni, fantasticamente reinterpretati e visti, appunto, con occhi nuovi e sognanti, forse, una futura rinascita. Qui si notano anche ricordi della Scuola Romana, per il denso rapporto fra colore e spazio, poi di altri pittori italiani del Novecento (come Mario Sironi e Carlo Carrà) e di certo impressionismo francese (soprattutto nella ‘luce’ e nell’atmosfera rarefatta degli acquerelli). Il secondo più ‘simbolico’ ed ‘espressionistico’, nel quale rientrano sia alcune citazioni di dipinti famosi e carichi di significato (come Il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo, ma qui con le figure umane molto sfumate, semitrasparenti e quasi ricondotte all’architettura), sia modalità ‘iperrealistiche’ (come si può notare in alcuni dei 8

cani prima citati ma anche in una rara figura umana attentamente descritta nei suoi caratteri di assoluta contemporaneità), sia ancora di accentuazione materica, corrugata, sofferta e di approfondimento netto del segno, in chiave quasi ‘epressionistica’.

Ma questo è solo un accenno, proprio di un osservatore esterno non specialista.

Ciò che risulta opportuno sottolineare è che il lavoro figurativo di R. Rispoli, oltre che per i propri pregi intrinseci, vale più di molte parole al fine di richiamare la dovuta attenzione sulla necessità di riscatto d’una testimonianza di archeologia industriale collocata in una delle regioni più belle d’Italia ed, al suo interno, in uno dei paesaggi più noti e apprezzati.

Ne deriva l’impegno a fare tutto il possibile, unendo le forze del pubblico e del privato, per ridare vita, funzione, piena dignità e bellezza ad un sito straordinario da troppo tempo trascurato.

Prof. Giovanni Carbonara Architetto e Professore di Restauro architettonico presso la “Sapienza” Università di Roma

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Il possibile domani della ex S.I.To.Co.

Nel 2004 la società Laguna Azzurra acquista dal fallimento della Federconsorzi il complesso dismesso con la prospettiva di poter attivare un percorso di bonifica e di sviluppo. Purtroppo le cose si dimostrano molto più complesse del previsto e l’incombente congiuntura rallenta tutto il processo, e di li a poco alcuni dei soci di Laguna Azzurra entrano in crisi e la società deve rigenerarsi, fare nuovi investimenti in bonifica e messa in sicurezza e riorganizzarsi anche con l’ingresso di nuovi soci, nuove professionalità e nuove idee.

Oggi i soci di Laguna Azzurra sono essenzialmente tre cooperative: la CMSA di Montecatini Terme (nata nel 1944), impresa generale con oltre 100 milioni di fatturato; la CLEA di Venezia (nata nel 1959), impresa generale con oltre 40 milioni di fatturato; ed il CCC - Consorzio Cooperative di Costruzioni (nato nel 1921), il più grande consorzio nazionale.

La società, che vogliamo precisare, non è la responsabile dell’inquinamento, si è impegnata con altissimi investimenti, nel mettere in sicurezza tutta l’area e, in collaborazione con gli enti interessati, monitora l’ambiente per garantire il mantenimento in sicurezza del sito.

Nel contempo sta elaborando, con le tecniche progettuali più avanzate, un complesso progetto di bonifica che recuperi un pezzo di territorio, di grande valenza ambientale, che può e deve essere una grande opportunità di sviluppo per Orbetello.

Il tema centrale, sul quale è in atto un articolato confronto con tutti gli enti locali e centrali, è quello di trovare un progetto ed un percorso di sviluppo che nel rispetto dell’ambiente e del valore storico dell’area sappia coniugare le varie esigenze per trovare un punto di equilibrio che permetta di rendere 10

economicamente sostenibile l’intervento e quindi fattibile.

Siamo certi che, con l’impegno di tutti, si potrà trovare la soluzione ai vari problemi, perché il lasciare per altri decenni nell’oblio questa enorme struttura che sta cadendo su se stessa, non è certo nella volontà di nessuno.

Ci dobbiamo quindi preparare ad affrontare la certo non facile sfida di trasformare quella che è stata una fabbrica di veleni, e che oggi è un rudere fatiscente, tramite un progetto ecosostenibile, in una grande opportunità di sviluppo, di occupazione e di rivitalizzazione dell’intero territorio, con un mix funzionale che, assieme ad una quota di residenza, esalti le vocazioni turistiche dell’area.

Non dobbiamo solo pensare ad una trasformazione edilizia, ma lavorare su una idea più complessiva e più grande, in una visione più ampia di tutto il territorio e la sua laguna, facilitati anche dal fatto che la proprietà di Laguna Azzurra si estende per circa 45 ettari fatti anche di aree boschive e casolari, per pensare a spazi verdi a fruizione pubblica, e a strutture capaci di integrarsi con la laguna e le sue attività.

Ci auguriamo che, con il contributo responsabile di tutti, quello che oggi è un desiderio possa diventare presto un progetto concreto su cui confrontarsi.

Ing. Massimo Mucci Beltrami della Società Laguna Azzurra, attuale proprietaria del Sito

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All’ombra dei pilastri

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Architetture industriali

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Dentro il tempo

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L'evanescenza dei ricordi

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Le torri della macinazione

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Le vasche della criolite

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Luce e acqua alla glove

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Luci ed ombre fra i pilastri alla ex S.I.To.Co.

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Oltre gli spazi prospettici

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Pilastri prospettici

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Prospettiva di fabbrica

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Prospettiva onirica

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Ricordi tra i pilastri

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Schegge

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Spazio sensAzione

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Roberto Berardi, Assessore al Patrimonio del Comune di Orbetello; Rossella Rispoli Segato; Stefano Covitto, Assessore ai Lavori Pubblici; Maddalena Ottali, Assessore alla Cultura; Antonio E.M. Giordano 42

Rossella Rispoli Segato

Il lavoro dell’artista è focalizzato intorno a tre tematiche.

Prevalente è il tema dell’Archeologia Industriale, incentrato sulla fabbrica ex Montecatini-Montedison o ex S.I.To.Co di Orbetello Scalo, un luogo carico di suggestioni lette oniricamente, nel quale suo padre ha lavorato per quaranta anni in tutti i reparti.

Interni ed esterni, scorci industriali sono rappresentati in dipinti ad olio, incisioni, acquerelli e disegni, documentati in cataloghi e libri pubblicati dall’artista. Il secondo filone è il Femminino sacro in cui la donna è celebrata con un alone di sacralità, nei molteplici e importantissimi aspetti della gravidanza e del parto.

La serie Genius Loci celebra invece la splendida terra di Maremma nella quale vive l’artista.

Dopo un periodo giovanile dedicato all’apprendistato presso lo studio di pittori ed affreschisti, ha conseguito il diploma con il massimo dei voti all’Accademia di Belle Arti di Roma, prima in Anatomia artistica e poi in Affresco. Lavora prevalentemente nel suo studio di Orbetello, con un’attività di esposizioni in Italia e all’estero.

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Mostre personali 2011, L’anima persistente di una fabbrica, Palazzo del Frontone, Orbetello 2012, Ubi Sacrum est?, Palazzo del Frontone, Orbetello 2013, Sacrum, Sala de “I Pescatori“, Orbetello 2013, Nel segno dell’Arte, Polveriera Guzman, Orbetello 2013, Suggestioni di Archeologie Industriali, Polisportiva. Orbetello Scalo 2014, La grande opera “L’ultimo specchio”, omaggio a Caravaggio nel luogo dei suoi ultimi giorni di vita, è in esposizione presso l’Hotel Don Pedro di Porto Ercole e nella manifestazione Prosit.

2014, Femminino Sacro, Pittura ed Incisione, Corso Italia, Orbetello 2014, Genius Loci, Gustatus, Corso di Orbetello 2015, Luna e l’altra, Hotel Sole di Orbetello.

2016, Dalle Dee a Maddalena, Castello di Capalbio 2016, Archeologia industriale, Via Buonarroti 1-3, Orbetello 2016, L’eco del silenzio, a cura di Antonio E.M. Giordano, Fortezza Spagnola, Porto Santo Stefano 2017, Spazio senz/sAzione, a cura di Antonio E.M. Giordano, Rocca di Talamone Mostre collettive 2008, Professione dilettante, Castello di Capalbio, (GR) 2009, Che stai facendo?, Temple University, Roma 2009, 4° biennale dell’Illustrazione, Colmurano, (MC) 2009, Azzurro Donna, Sala Colleoni, A.B.A., Roma 2009, L’Acquatinta, Centro per l’Incisione, Formello

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2009, TÜYAP 19. Fiera dell'Arte, ARTİST 2009, Istanbul 2009, Università Anadolua, Eskisehir, Turchia 2009, Università Yasar, Izmir, Turchia 2009, 6° festival dell’incisione, Evora, Portogallo 2010, Mostra d’incisione, Accademia di Belle Arti di Roma 2010, Premio Nazionale delle Arti, Accademia di Belle Arti di Napoli 2010, Fiera dell’arte. ARTİST 2010, Istanbul 2010, Il lavoro è donna, Livorno 2011, Artexpò, Arezzo 2011, Gli Allievi dell’A.B.A. Roma, Palazzo Orsini, Pitigliano (Gr) 2012, Arte in Centro, Orbetello 2012, Concorso Primal Energy, Museo Guzman, Orbetello 2013, Rassegna Nazionale della Creazione Artistica, Varsavia 2013, La città visibile, Cassero Senese, Grosseto 2014, mostra di incisione degli allievi del Prof. Fatih Mika, Accadia (FG) 2014, La città visibile, Cassero Senese, Grosseto 2015, Primal Energy, Museo Guzman Orbetello 2015, Mostra degli Artisti Orbetellani, Palazzo del Frontone 2015, Mostra nella via degli Artisti per Gustatus, concorso, mostra a tema Laguna che vive, Orbetello

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pubblicato on-line luglio 2017 Š tutti i diritti riservati

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