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Contestarono l’affitto d’azienda e il sì della Provincia al trasferimento dello stabilimento

Cerere-Tandoi, ricorso rifiutato Il Tar dichiara inammissibile l’azione legale di 10 soci di minoranza INAMMISSIBILE. Così il Tar di Basilicata ha definito, il 9 aprile scorso, il ricorso presentato dai soci di minoranza della Cerere srl per chiedere l’annullamento del decreto della Provincia (sotto la presidenza di Carmine Nigro, ndr.) che approvava il trasferimento dello stabilimento alla società Tandoi. Si conclude, dunque, dopo cinqueanni,una vicendacheavevariguardato le sorti di due società e il futuro occupazionale di diversi operai materani. Le motivazioni di merito del Tar riguardano innanzitutto il piano industriale che fu elaborato dalla Tandoi che, si legge, “Risulta coerente con le finalità del contributo erogato di incrementare l’occupazione e di valorizzare il grano regionale di qualità pregiata”. In merito, poi, alle finalità del contratto di affitto d’azienda, la sentenza sottolinea alcuni elementi. “il subentro dell'azienda Tandoi non solo salvaguarda l'azienda Cerere sul piano finanziario, garantendo il soddisfo della platea dei creditori della stessa Cerere, ma riallineava gli impegni occupazionali a quelli previsti in origine, recuperando, nel contempo, le professionalità costituite dai lavoratori collocati in cassa integrazione dalla Barilla di Matera, che nel frattempo aveva cessato l'attività”. Infine l’elemento centrale della vicenda, che riguarda la legittimità della cessione del pastificio. “La proprietà poteva essere trasferita solo dopo la sottoscrizione del contratto di cessione d’azienda”. In particolare, in merito all’utilizzo della semola, il Tar si è pronunciato chiaramente: “La semola, prodotta

Lo stabilimento Cerere, al centro della vicenda che ha visto opporsi 10 soci di minoranza della Cerere, contrari al decreto della Provincia che approvava il trasferimento dello stabilimento

dal molino, realizzato con il contributo del Patto Territoriale della Provincia di Matera , poteva essere lavorata anche presso un altro pastificio, di proprietà dello stesso soggetto giuridico che gestisce in virtù di affittod'azienda il predetto pastificio di Matera, in quanto in tale situazione risultava sempre rispettato il rapporto di strumentalità tra produzione di semola e produzione di pasta prescritto dalla normativa comunitaria, poiché la semola veniva lavorata nell'ambito di un solo processo produttivo, per cui nella specie non ricorreva l'ipotesi della rivendita della semola a terzi”. La Cerere srl, nacque nel marzo 1995 con l’intento di svolgere attività di “trasformazione e commercializzazione delle produzioni agricole pregiate delle zone collinari e di realizzare e ristrutturare un mulino-pastificio in grado di esaltarecon idoneatecnologia le caratteristiche della materia prima, impiegata”. Tre anni dopo, la

società ottenne dalla Regione, nell’ambitodei Por 94-99 finanziamenti per la realizzazione di un pastificio e di un mulino con complessivi 44 posti di lavoro. Nel 2004 la società chiuse il bilancio con perdite per 781 mila euro (con perdite in bilancio per 1.881 mila euro e debiti per 4.729 euro di cui 3.290 verso le banche) con soli 10 dei 44 dipendenti previsti. Nell’aprile del 2005 la Cerere sottoscriveva un’intesa programmatica con Tadoi nell’ipotesi di un accordo quadro con enti locali esindacati perl’acquisizione dei cespiti produttivi in cambio dell’estinzione dei debiti, dell’assunzione delle maestranze e del rispetto degli impegni occupazionali. Le vicende successive, giungono fino al ricorso presentato da 10 soci di minoranza, nel 2006. La sentenza emessa qualche settimana fa, conclude dunque una vicenda durata quattro anni. Antonella Ciervo a.ciervo@luedi.it

BREVI

Vittima una donna vicino le Poste Polizia

Scippo in via Passarelli

Guida abusiva

ERA entrata nell’ufficio postale di via Passarelli per fare un grosso versamento, ma qualcuno probabilmente l’ha individuata e seguita, strappandole la borsetta da sotto il braccio. E’ accaduto nel pomeriggio di ieri, intorno alle 16. La vittima è una donna di circa sessant’anni, che con 1.500 euro nella borsa era uscita a fumare una sigaretta per ammazzare l’attesa della lunga coda agli sportelli. La donna ha avuto l’improvvida idea di fermarsi nel vicoletto adiacente al palazzo delle Poste, da dove si accede al vicino presidio del Sert. Secondo quanto raccontato dalla vittima, lo scippatore l’avrebbe raggiunta alle spalle, strappando in modo fulmineo la borsa con il “ricco bottino” per poi dileguarsi in pochi secondi. Immediata la telefonata di segnalazione in Questura da parte di alcuni passanti allertati dalla donna. Gli agenti hanno presidiato l’area per circa un’ora, ma dell’uomo nessuna traccia. La donna derubata non è riuscita a fornire alcuna descrizione agli agenti, che hanno perlustrato la zona nella speranza di notare qualche movimento sospetto, senza alcun riscontro.

IERI mattina, personale Polizia di Stato multato, per violazione della legge regionale n.35/1998 un uomo residente in un’altra regione e non iscritto nell'elenco regionale delle guide turistiche autorizzate. La multa è stato contestata nel corso dei controlli svolti dalla Squadra Amministrativa della Questura finalizzati a contrastare all'abusivismo delle guide turistiche nel centro storico del capoluogo. Analoga contestazione è stata rivolta venerdì scorso da personale della Polizia di Stato nei confronti di un'altra guida abusiva proveniente da fuori regione.

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Matera 27

Martedì 20 aprile 2010


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