FMIF Magazine 3

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18 alcuni screzi con l'allenatore Ulivieri, accusato di essere invidioso della sua fama, dato che spesso veniva esaltato il genio di Baggio per giustificare l'exploit della squadra rossoblu, lasciando in ombra il tecnico. A fine stagione si trasferisce all'Inter, completando il tris delle grandi squadre italiane. Primo anno martoriato: Simoni, Lucescu, Hodgson, Castellini. Troppi allenatori per trovare continuità di rendimento. Il secondo anno, la beffa: all'Inter arriva Marcello Lippi. Lo stesso Lippi che lo silurò alla Juventus. A fine stagione, dopo 41 presenze e 9 gol in nerazzurro, saluta tutti e se ne va a Brescia di Carletto Mazzone, rifiutando Real Madrid e Arsenal. Nonostante l'assenza dall'Europa e dalla Nazionale, viene candidato tra i 50 pretendenti al Pallone d'Oro 2001, arrivando 25°, gran traguardo per un giocatore del Brescia. Del resto nei suoi anni alle rondinelle ha un rendimento spaventoso, che riesce a mantenere in A la squadra per più stagioni consecutive. Si ritira dopo 95 presenze e 45 gol. San Siro è il teatro della dipartita, il 14 Maggio 2004 e gli 80.000 si affiancano a Paolo Maldini nell'abbraccio al grande campione con un applauso lunghissimo. A fine stagione il Brescia ritira la maglia numero 10, come tributo al fenomeno che l'ha indossata per quattro anni. Finisce la carriera con 643 presenze e 291 gol tra i professionisti, che lo eleggono uno dei migliori realizzatori di tutti i tempi. Una curiosità: nella sua carriera ha tirato 122 rigori, segnandone 108. Dei 14 sbagliati ne ha rimessi in rete 4, diminuendo la percentuale di errore al solo 8%. Per quanto riguarda i rigori in extra-time, ne ha tirati 4, sbagliandone solo uno, quello della finale di Pasadena. Ma del resto, come dice lui, «i rigori li sbagliano soltanto quelli che hanno il coraggio di tirarli» Che classe, che genio! Che 10...


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