N69 bis

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La rubrica delle due is (nè Isabelle nè genitivi) www mi piaci tu tututu ,I love you… e, come al solito, ti sei dichiarato all’amata/amato proprio mentre aveva il telefono occupato… eh già, non hai il coraggio di dire alla tua/tuo lei/lui ciò che veramente provi: mi sa che ti serve una mano :) Tranquillo, Loris e Doris sono qui per te! Benvenuto nella rubrica rosa (che per problemi tecnici uscirà in bianco e nero). Giusto in tempo, nel mese delle passioni. Che tipo di amante sei? Se non te lo sei mai chiesto, fatti un test, il nostro, o fallo al tuo ragazzo. Bene, penna in mano e caterpillar sotto il libro di latino, pronti partenza… via ;)

Test 1. Il giorno di S Valentino la porti: a) al ristorante per una cenetta a lume di candela b) al cinema con i pop corn c) c’ è la partita Atalanta-Brescia, che domande…

b) scusa ho capito che non possiamo più funzionare, siamo troppo diversi (ti giri, te ne vai) c) sei retrocessa alla serie B (sciogliendoti in lacrime perché il Brescia ha appena segnato)

2. Quale regalo le hai comprato: a) un anello b) un cuscino a forma di cuore c) Pro evolution soccer, poi sarò sempre da lei

7. Incontri i Suoi per strada: a) corri verso di loro e chiedi la mano della figlia con un “ho la ferma convinzione che sua figlia è il sole e non un raggio” b) rispettosamente saluti con un “salve” c) dipende da quale squadra tifano: se sono bresciani ti volti dall’altra parte, se atalantini li inviti in curva nord

3. Quale frase accompagnerà il regalo: a) mi vuoi sposare? b) cucciola, ti amo c) sicura di avere la ps3 ?!, con un dolce sorriso 4. Cosa è per te l’amore: a) Amor è desio che vien da core (Petrarca) b) intensa attrazione reciproca c) quello che provo quando segna Doni

Profili

(non girate il volto, non vogliamo vedere il vostro naso)

5. Qual è la tua ragazza ideale: a) Capei d’ oro a l’ aura sparsi (che vi devo dire, Petrarca m’ispira) b) la mia c) la bigliettaia dello stadio 6. Per lasciarla: a) e non ci lasceremo mai… però prendiamoci una pausa (massimo un minuto XD) 4

a) maggioranza di A: Aaaa… molto molto bene, direi troppo. Che brava ragazza devi avere, per volerla sposare a quest’ età; ma ce l’ hai davvero o sogni ad occhi aperti? Diciamo che sei molto passionale e romantico. Tu sorridi all’ amore. Ma Amore non è detto ti sorrida o almeno riesca a sopportarti per 10 minuti: forse sei troppo mieloso anche per lui…Consiglio: bevi acqua e sale, togli


zucchero dalla tua vita. b) maggioranza di B: BBBBMamma bbmia… Diciamo sei un ragazzo normale, nella media, non ti distingui, facciamo anche banale, per non dire ameba, cioè la tua ragazza se non è la prima volta che uscite saprà già che farete, cosa le dirai, insomma non sai stupire, un po’ di immaginazione non ti farebbe male, dovresti cogliere la magia dell’ amore e dei suoi attimi più intensi, parlando più col cuore che con la mente. Consiglio: usa la fantasia c) maggioranza di C: CCGoooal, chiudi gli occhi e rivedi Doni segnare: per te non esiste altro, calcio calcio calcio. Sei proprio nel pallone! La tua ragazza, per quanto tifosa di calcio, non sopporterà tutti i replay delle varie partite: forse dovresti venirle incontro.. Consiglio: fai un test di astinenza e, se non superi i 5 minuti prima di parlare di calcio o di vedere partite, beh, recati in una clinica per cercare di smettere… ……………………………...............Loris and Doris

LETTERE

Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce* Questa è la lettera di una ragazza che ci ha scritto. Ricordate che potete farlo anche voi e che sono invitati a farlo anche i professori. «Credo che ci si possa innamorare non solo di uomini, ma anche di emozioni. Sì, lo so, l’amore per una persona è di per sè un’emozione. Ma quello che io intendo con “innamorarsi di emozioni” è il modo in cui noi percepiamo l’arte: quella sensazione da quel vera e perfetta che ci coinvolge, che ci trasmette tanta energia e ci dà forza. Non si può vivere senz’amore per le persone, ma nemmano senz’amore per l’arte che aiuta ad esprimere chi con le parole non se la cava, ma vuole lo stesso comunicare qualcosa agli altri, vuole condividere le sue amozioni, donando così felicità. Per me esistono quattro forme d’arte per comunicare: la danza, il disegno, la musica e la poesia. Ma se ci si pensa bene in fondo sono tutte collegate dal filo invisibile dell’arte. (sono di fatto arti, riconosciute come tali) La danza infatti è musica, è una poesia ed un disegno, perché questa forma di comunicazione è l’armonia di un corpo, di gesti che aspettano solo di essere capiti e si perfeziona con la musica, che dà il ritmo giusto alla vita. E’ come riuscire a provare tutte insieme centinaia di emozioni in perfetta armonia, e tutte con un proprio senso, tutte che aspettano di essere vissute, tutte che dicono: vivi!» Giulia Alla prossima, innamoratini, <3 * Pascal

Caterpillar sulla Luna... Le lacrime e i sospiri degli amanti, l’inutil tempo che si perde a giuoco, e l’ozio lungo d’uomini ignoranti, vani disegni che non han mai loco, i vani desideri sono tanti, che la più parte ingombran di quel loco: ciò che in somma qua giù perdesti mai, là su salendo ritrovar potrai […] …sol la pazzia non v’è poca né assai; che sta qua giù, né se ne parte mai.

www.francescocampanoni.com

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Ludovico Ariosto L’Orlando furioso XXXIV, 75, 81


Messaggeria x Lorenzo 3^C dimentica Michela, ci sono io ad aspettarti in un letto coperto di petali! by Your secret lover x Mastercard palloncino all’elio, 5 euro; fare i cretini a Monza, non ha prezzo by Beltra x tutti TROVATONA X IL CATER...CONTATTATEMI… by Il Grafico x il Berry 4^D vedrai che macine poi! by Ale x Paolo e Marco 4^F ciao belli mi portate una pizza stasera? ahah... by “La tipa del vostro piano” x Fruittella 6 bellissimo... ti penso sempre... sono totalmente persa x te... anche se stai quasi con la mia migliore amica by XD x la 3^B cercate pure il berillio, voi che siete paini forever! by Monta x tutta la 2° F affrontate italiano e storia con coraggio! DON’T WORRY, BE HAPPY!!! by xxxx (hihi!) x tutti if I am to go in my heart you grow and that’s where you belong by … x Sgombro sul camion trasportavo armadi; ho inchiodato: sono diventati tutti comodini, capà by Vongola Verace x tutti cercasi corista/e per gruppo Rock Blues possibilmente con esperienza. Contattare Matteo 5F 3331064276 by The Drummer x tutti cercasi vocalist per gruppo Pop per seconde voci e un duetto (Lista intorno alle 15 canzoni) Contattare Tony 5F - 3467133177 by the Guitarman x tutti cercasi tastierista per gruppo Pop con buona esperienza (Lista intorno alle 15 canzoni) Contattare Tony 5F - 3467133177 by the Guitarman x tutti gli economisti ottimo investimento! vecchia auto contro suocera che correva... by Il vostro dolce babbù x Rainman per sempre nei nostri cuori! by I tuoi scagnozzi x babudoio! eh? by chupa x Sissi 3^B hai le scarpe slacciate! by Luca Nervi x Michi bar 6 il miglioreee by the denny’s 3M x i diretti interessati se c’è qualche fan degli HIM, dei Theatres des Vampires o di gruppi goth, batta un colpo!!! by la fumettista x tutti sappiate che tra non molto soggiogherò l’intero orbe terracqueo grazie ai poteri divini e miracolosi della mia barba irsuta! by Taro x Narsete di Feiez non capisci proprio niente... a rovinare la letteratura è il tuo articolo by una fan di Twilight evidentemente “irrecuperabile” x Giò 3^G avevi ragione! Monkey Island è davvero il più bel gioco del mondo! by P.B. x Zappa 1^G non rompere più il cazzo a quella di 1^B!! grazie!! by ... x tutti ma funziona la messaggeria via internet?? by anonimo x anonimo qui sopra sì, anche perché tu hai inviato il tuo messaggio usando la messaggeria online… (per maggiori informazioni guardate su forum.liceomascheroni.it) by l’admin x zio Gianki con le tue palle ci si gioca al massimo a ping pong by Miki x Sanga 5E come hai fatto a comprare il 10 in condotta?!? by l’universo x Taro vogliamo tanto distruggere i tuoi occhiali indistruttibili by La Redazione x Alfo ma che foto metti su facebook?!? by una ragazza a te vicina x chi va a sciare chi porta con sé?? ho bisogno di un passaggio intanto che non ho la patente... non disturbo, ascolto il mio ipod in un angolo by vincenzo cali 5E x Luca viva i geen bricks by i fan dei green bricks x Dani è buona la mela? by il tuo vicino di banco x Paolo Vassalli 4L 10 in condotta! Mitico! by ... x dotto 3A w intercurra ahah…nn avevo nnt da scrivere ma volevo inviare un messaggio…ihih by.. x Vera 3D un giorno o l’altro ti ammazzo x tutte le figure di merda che mi fai fare… vedi in 5E… by la missy pissy pussy… x tutti se vi piace scrivere, mandateci vostri articoli, saggi e racconti by la Redazione

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Ipse dixit

imparante».

Tosetti: «Non tutte le frittate escono col buco!»

Bernuzzi: «Se non ci fosse stato Lepanto, oggi noi saremmo qui col turbante e voi donne col chador… anzi voi donne sareste a casa a badare ai fornelli e a un sacco di figli».

Mattina: «E è uguale a...» Alunna: «Sigma fratto epsilon zero». Mattina: «Guarda che hai scritto un teta! Come si scrive il sigma?» Alunno: «Scrivi SIGMA!» Barachetti: «Ma Giulia hai usato Bellissima di Imetec?» De Giampaulis: «No, solo Imetec!» Mattina: «Ci sputano tutti in faccia!» Alunni: «Ma chi?» Mattina: «Tutti, a cominciare da Brunetta... ah no, quello sputa ad un’altra altezza!» Cogi: «Riferirò tutto ai vostri genitali!» Cogi: «Ma vai piano Beretta, che sembri morso da un pitbull nel culo!» Pezzotta: «Faccio l’appello, gli assenti non dicano niente!» Cogi: «Oggi sono nervoso perché ho le mie cose». Gae: «Ha visto profe? Questo disegno è tutto centrato sulla fisica nucleare...» De Giampaulis: «Sì... sai dove vorrei centrartelo?»

Colombo: «Posso dirvi che siete proprio dei pifferai?»

Cogi va da Mascaro e legge sul suo quaderno degli appunti «Amor, che null’amato amar [amor, ndr] perdona» e dice «Ah, Paolo e Francesca! quel Dante! Mi sembra ovvio ciò che è successo: Francesca era una giovane ragazza, suo marito un brutto storpio e Paolo un bel figo… mi sembra ovvio che lei abbia deciso di darla a questo! E Dante se ne va in giro a pontificare sull’amore intellettuale…» Cogi (poco dopo, parlando della riforma luterana): «…quindi non esistono più preti, ma pastori che possono avere famiglia… non c’è più quindi un don Abbondio che si accontenta della sua perpetua, ma si può sposare… ah, come si chiamava la perpetua di don Abbondio? Ma, secondo voi, quel furbastro non se la faceva? ma figuriamoci se quel mezzo prete di Manzoni ce l’avrebbe detto…» Colombo: «Chi è stato?» Tutti: tacciono. Colombo: «Siete camorristi!» Algeri: «Ma profe, si potevano elevare numeratore e denominatore alla quinta?» Previtali: «Sì certo… e poi ti spari un colpo!»

Curto: «L’annichilazione è l’annullazione della materia».

Mismetti: «Autocondizionaterete… l’ho detto giusto?»

Meli: «Ti sento, perché sono sorda».

Previtali: «Ed ecco che abbiamo una bella indecisione zero su zero… che cosa facciamo?» Jacobelli (sotto voce): «La mandiamo a cagare…» Previstali: «Ahah… che finezza!»

Ricupito: «Hanno eletto Obaoma!» Ricupito: «Leopardi scrive, nel frattempo legge, nel frattempo compone... la domanda sorge spontanea: ma al bagno quando ci andava?» Trieste: «Alberto mi stai seguendo?» Pellicioli: «Sì profe». Trieste: «Perché?» Sestito: «La maleducazione in questa classe è

Degiampaulis: «Eeh, giovani, aprite la finestra, se no le minchiate di Paravisi non riescono ad uscire!» Claudia: «Oddio». Degiampaulis: «Eh, vale la battuta dell’altra volta… a scuola chiamami solo Prof…»

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Depetroni: “Si parlava la lingua d’oc...” Bonacorsi: “...di origine controllata!” Depetroni: “Perché Dante ha scelto come guida Virgilio e non, ad esempio, Omero?” Barachetti: “Pòta, era cieco e andava a sbattere!” Depetroni: “Questa era pessima...” Depetroni: “Ma è la costruzione di DIGNO!” Bonacorsi: “Primo, io non l’ho tradotta così, secondo, Dinho è al Milan...” Cogi: “O sei coglione tu, o sono coglione io”. Bertino: “Ma profe, i coglioni sono sempre due!” Curto: “Ti devo legnare?” Lau: “Profe, dove ha i legnetti?” Curto: “Valagussa, mi chiedo se quello sia il tuo posto”. Lau: “Eh profe, me lo chiedo anch’io...” Rampi: “Siete in uno?” Catta: “Raffo guarda le dite!” Giannone: “Come diventa vocativo?” Mazzo: “Opossum!”

POSSUM

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Mattina: “Domani interrogo!” Alunna: “Profe, aprile è ancora lontano per fare il pesce d’aprile...” Alunno1: “Profe, davvero esiste la sesta declinazione?” Profe: “No, macchè!” Alunno1 (ad Alunno2): “Vedi?” Alunno3: “Certo, l’ha inventata mio nonno”. Alunno2: “Quasi ci credevi, era bella però, is-karorum-karei”. Studente 1: “Per il progetto alternanza scuola - lavoro andrò all’Ateneo di Bergamo…” Professoressa: “Sapete, no?, cosa è un Ateneo???” Studente 2: “Sì, ma dai… è una persona…”

S t u d e

Falli di portarvi in visita al kilometro rosso…” Studente 1: “Cos’è? un centro commerciale???” Professoressa: “Ma perché siamo qui?!” Alunno: “Profe, una persona “opulenta” è una persona che produce tanta polenta?” Alunno: “X è una città dell’Abruzzo. Se x è Pescara, la proposizione è…, scusi profe, ma dov’è Pescara?” Vitali: “Profe, ma Vasari non muore mai? chi è, Matusalemme?” Sestito: “Ma no, Vasari è nato morto vivo!” Sestito: “Guardate il volto di Adamo e Adeva…”

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Sestito: “Adamo ed Eva non sono stati cacciati dal Paradiso perché avevano mangiato la mela, ma perché avevano fatto gli ZOZZI!”

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Moreni: “Ravasio, avrai anche tu fra qualche anno un conto corrente e dovrai calcolare gli interessi…” Ravasio: “Ma profe, avrò anche una moglie che servirà a quello!”

o r U m

Professoressa: “Sì, va beh… Avevo pensato

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Grassi: “Se prendete una foglia di insalata rossa e la immergete nell’ammoniaca, proprio come la cartina al tornasole, diventerà blu!” Tenaglia: “Ma poi l’insalata si può ancora mangiare?” Profe: “Inventa un esempio riguardante la trasmissione del calore”. Buzzo: “Una vecchia… ehm… una femmina scalda un foglio di carta con un phon…” Profe: “Buzzetti, questo sarebbe da 4 in condotta… un po’ di rispetto verso di me e le tue compagne”. Buzzo: “OK… una vecchia signora…” Pezzo: “Partenza da là alle 21 e mezza… ehm, cioè alle 21 e 30!!”


LA TIPICA MATTINA DELLO STUDENTE DOPO L’ODISSEA IN AUTOBUS...

Abito a Bergamo da cinque mesi, e la cosa che mi ha traumatizzato di più sono gli autobus la mattina... Non so se vi è mai capitato di imprecare contro l’ Atb. A me sì, tutti i giorni. Suona la sveglia e ovviamente sei in ritardo. Ti vesti in fretta e furia. E la mamma dalla cucina: “Hai fatto colazione?”. Sì, come no. Ma al momento non ti viene niente di meglio da dire che la pura verità. Non importa, con una scusa dici che non hai fame e ti fiondi fuori di casa. Vai, sei libera con la tua musica. Nessuno ti ferma. Anche perché sei in ritardo. Meno dieci metri dalla fermata, meno otto, meno sei, meno quattro, meno due e... il primo autobus ti passa davanti!!! Pazienza, aspetterò quello dopo... Dopo dieci minuti arriva il secondo. È talmente pieno che non riesci a salire, ma ti fai coraggio e spingi tutti quelli che ti stanno davanti: non puoi arrivare - ancora - in ritardo. Finalmente sei sul maledetto mezzo e non hai idea di come sei riuscito ad arrivare fin lì. Speri di girarti e vedere un tipo stra-figo, invece era meglio che non ti girassi... Beh, guardiamo a destra: niente. A sinistra: niente di niente. Sei in mezzo a due fidanzati che ti guardano male, perchè li hai separati, e cercano di spingerti, per riuscire a baciarsi. Non solo non c’è nessuno di interessante. Ma hai anche rovinato la dolce e romantica mattinata a qualcun’altro. L’uomo alla guida è talmente simpatico che lancia occhiate acide agli studenti e urla “Andate più in fondo!!!”. E anche tu sei costretta a spingere tra la folla per accontentare i desideri mattutini di un autista. Ad un certo punto il mezzo frena: tutti si ribaltano. E tu schiacci i piedi a qualcuno, dai una gomitata alla ragazza che cercava il suo fidanzato, per così dire, perso al momento dell’imbarco, cadi addosso a quel cesso dietro di te e ti penti di non essere rimasta sotto le coperte. Ancora pochi minuti e sei a scuola, per fortuna. Ora comincia il dilemma: “Come cazzo faccio a scendere?”. Provi a farti strada tra la folla e percepisci telepaticamente una serie di “insulti mentali”; te ne freghi. Si apre la porta. Quelli che vi erano appoggiati quasi cadono fuori; tu dai qualche gomitata e non sai come riesci ad uscire. Finalmente a scuola... E la giornata non è ancora cominciata. Così, nell’ora di storia , ti chiedi perchè l’ Atb non manda in circolazione altri “mostri” a quattro ruote: risparmierebbe molte sofferenze. IRENE

...LA FILA ALLE MACCHINETTE

10.45 gli alunni sono in postazione nei propri banchi. Appena suona la campanella inizia la corsa alle macchinette!!!!!!!! Le scale si affollano e diventano luogo di una gara che non risparmia nessuno. Le persone che tranquillamente vagano per i corridoi vengono travolte; un fiume di parole poco adeguate alle mura scolastiche escono inconsapevoli dalla bocca dei “tranquilli studenti” travolti dalla mandria di macchidipendenti. Finalmente, all’orizzonte, la loro “droga”. Ho voglia di bermi qualcosa di caldo, mi avvio alle macchiette, arrivo e… no!!!!!!!!!!!!!!!! Come al solito sembra di essere in autostrada: l’impazienza attanaglia tutti. Come quando sei in banca e c’è una fila che non finisce più. Alcuni parlottano sotto voce mezzi intontiti, ancora addormentati da quando sono scesi dal letto; un tipo abbastanza nervoso tiene il tempo…1,2,3,4…ticchettando con i soldi sulla spalliera delle scale; altri canticchiano quelle canzoncine assurde della pubblicità che non riesci a dimenticare, anche se sono del tutto prive di senso; altri ancora osservano le tacche della macchinetta che sta preparando la bevanda con lo sguardo vuoto di coloro per cui sembra che il tempo non passi mai. Addirittura, un tipo gocciola di sudore, si accorge, sorride. L’intervallo diventa un momento di tensione nel quale tu vorresti stare tranquillo. Impossibile. Ovviamente una soluzione c’è: immaginare di essere nei panni della persona che hai davanti e fantasticare sulla sua vita. Avete mai pensato al significato della parola “storia”? Beh, questa parola può avere un solo grande significato che in sé racchiude miliardi di sfumature (basta pensare a tutte le persone che vivono su questa terra). Ebbene, ognuna di esse ha la propria storia interessante o meno, pur sempre unica. Non vi è mai capitato di guardare fuori dal finestrino di un auto e di avere provato a immaginare a che cosa una persona qualsiasi stesse pensando in quei tre secondi in cui l’avete osservata, e di averlo magari anche indovinato? Questo succede perché tutte queste storie viaggiano su uno stesso filo conduttore, tutte hanno stesse condizioni, stessi limiti e stessi ostacoli, ma diverse persone, diverse anime e diverse teste, che creano la proprie storie. Anche se adesso come adesso è difficile crederlo, è così. Ognuno di noi nella propria vita ha un vantaggio, una qualità non in tutti uguale. L’importante è che tutti prima o poi nella propria vita riescano ad usare e sfruttare quel vantaggio per essere felici. Ecco invece che, guardando fuori dal finestrino, osservi queste persone che sono nella stessa situazione, ti dimentichi della fila e sorridi… perché la vita è bella!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! GIULIA

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LA COGESTIONE Dall’inviato Definizione ufficiale: termine che si riferisce alla partecipazione attiva degli studenti nei processi decisionali delle scuole (fonte: Wikipedia). Definizione reale: termine che si riferisce a quel lasso di tempo di due/tre giorni compreso tra le settimane di recupero e le vacanze di carnevale per eliminare le restanti ore di lezione normali (fonte: pensiero generale degli studenti). “Il privilegio che ci offre la Cogestione è quello di potere, almeno per una volta, confrontarci fra studenti e insegnanti su temi proposti sia dalla componente studentesca, sia dal corpo docenti; inoltre, l’intervento di esperti provenienti da realtà culturali esterne all’istituto arricchisce ulteriormente il progetto proposto. Alla base della Cogestione, come suggerisce il nome stesso, rimane quindi il rapporto collaborativo tra ragazzi e insegnanti, un rapporto fondamentale per la buona riuscita di un progetto che ha come fine ultimo quello di valorizzare lo studente e i suoi interessi più eterogenei.” (dal sito internet del Liceo ginnasio Ugo Foscolo di Pavia). Questo il nobile principio che sta alla base della creazione della Cogestione nelle scuole. Ma al Mascherù è sempre stato così??? Anno scolastico 2005/2006 (io non frequentavo ancora questa scuola, quindi le notizie mi sono state

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date dall’esimio signor Michael Papini, allora in 1^H): D: Com’è stata la tua prima cogestione?? R: Fantastica!! Tutti gli studenti che giravano per scuola con macchine fotografiche per il corso d’immagine, persone che si imbucavano al corso di latino-americano in palestra, ragazzi che facevano tornei di Quake nei laboratori di informatica!!! Anno scolastico 2006/2007 (annata in cui sono arrivato io): D: Com’è andata la mia prima cogestione? R: Una 3 giorni no-stop di vagabondaggi per visitare tutti i corsi (sì, anche quelli di tango e dama…), di fughe dai rappresentanti d’istituto (che cercavano di riportare gli studenti ai corsi di fotomontaggio quando volevano fare murales o arrampicata), di appostamenti per eludere la sorveglianza dei tutor(s) ed entrare nel magico mondo colmo di ragazze del latino-americano. Anno scolastico 2007/2008 come sopra: tre giorni separati previsti ufficialmente - l’ultimo dei quali mai effettuato causa scarsezza studentesca nei due precedenti - di: sguardi furtivi gettati ai rappresentanti d’istituto e ai tutor(s) per entrare (ancora una volta!!) nel paese delle meraviglie (alias palestra) dove si teneva il corso di ballo, …, …, basta così perché tutti gli altri corsi erano un po’ pallosi e nessuno li voleva seguire. Eccoci all’anno 2008/2009 (l’attuale, per chi vivesse


tra le nuvole): un anno pieno di promesse incarnate dai nuovi e promettenti rappresentanti d’istituto…, che saranno all’altezza dell’ancestrale missione di creare un nuovo ordine su cui stabilire il breve periodo precarnevalesco?? Lo scopriremo assieme! Venerdì 7 febbraio ho posto una breve quanto semplice domanda alle cinque persone di prima - quattro ragazze e un ragazzo - della redazione del Caterpillar: cosa ne pensi della cogestione? Ecco le risposte: 1. “E’ una cazzata: non s’impara niente” [che ottimismo, ndr] 2. “E’ divertente dai…” [aggiunge l’amica, rendendosi conto che quest’articolo sarà alla portata di tutti i suoi avversi insegnanti, ndr] 3. “Si fa solo per saltar lezione” [hai capito tutto, cara mia…, ndr] 4. “E’ un momento per staccare la testa da qualcosa” [da che cosa resta un mistero, ma finalmente un pensiero non fancazzistico!!!, ndr] 5. “Giorno di cazzeggio vivente” [viva la sincerità…, ndr] La principale innovazione di quest’anno è costituita dalla presenza di macrocorsi seri (grida ed ole di entusiasmo!!) come medicina, economia e politica, affiancati a corsi leggeri (meglio noti come scialli). Ogni macrocorso ha dei sottogruppi, ad esempio per

medicina si hanno: 1. primo e pronto soccorso [utile per aiutare un incidentato] 2. trapianto di organi [per prendere coscienza sul fatto che è possibile salvare delle vite dando le proprie parti vitali al momento del proprio decesso [corna]] 3. ginecologia [e urologia?] 4. massaggi [vabbè, ma che c’entra??? Beh, almeno c’è una bella ragazza che ti massaggia le mani e ti dice, con voce suadente, “rilasssssssati”… ahhhh, bei momenti…]. Personalmente ho frequentato due corsi utili e divertenti: quello sopracitato e quello di economia, diviso in due parti. La prima ha trascinato gli studenti in un gioco, in cui ogni gruppo di persone rappresenta uno Stato - Stati Uniti d’America, Germania, India, Bangladesh e Costa d’Avorio - e si prefigge lo scopo di guadagnare più soldi degli altri (inutile dire che USA e Germania possono vincere più facilmente delle altre nazioni). La seconda invece ha coinvolto gli studenti a capo di un progetto mirato a vendere copie di un prodotto per giovani tramite l’utilizzo di giornali, radio (a proposito ringraziamo Francesca di 2^L per averci fatto scoprire l’esistenza della sconosciuta radio Manila fm 100.8) e siti internet. E’ giunta l’ora di un bilancio… certamente positivo!! Perché i nuovi rappresentanti sono riusciti nell’immane impresa di trasformare la cogestione in un momento serio, ma con molti momenti di svago e divertimento… TANTO DI CAPPELLO!! Ehi, ma che corsi avranno seguito i primini del Cater? e cosa penseranno ora? (Essendo il loro primo anno di permanenza qui, non sanno che aria carnascialesca tirava durante le scorse cogestioni…) 1. “Non serve a niente, giri per la scuola e ti diverti” (moda, gastronomia) 2. “Non è molto ben organizzata, ognuno può far quello che vuole” (ballo, gastronomia) 3. “E’ organizzata male, ma dipende dai corsi” (arte, --) 4. “Fa schifo! E’ organizzata male!” (arte, --) 5. “E’ una cosa geniale!! Perché non la fanno tutti i giorni??” (informatica, economia). Delizia del genere umano

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...Vidi l’eccelso / Stato e il valor delle terrene cose, / E tutto fiori il corso umano, e vidi / Come nulla quaggiù dispiace e dura. / Né men conobbi ancor gli studi e l’opre / Stupende, e il senno, e le virtudi, e l’alto / Saver del secol mio. / […] Memorande sentenze! ond’io solenni / Le risa alzai... Giacomo Leopardi, Palinodia al marchese Gino Capponi, vv. 22-28

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Chi siamo noi, chi è ciascuno di noi se non una combinatoria d’esperienze, d’informazioni, di letture, d’immaginazioni? Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario d’oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili. Italo Calvino, Lezioni americane

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Quelli che non la Un’assemblea per dire: mai più Darwin Alla prima ora di martedì 25 novembre si è tenuta un’assemblea studentesca nella palestra al pianterreno del Liceo Scientifico Mascheroni. A quanto ricordo, non avevo mai preso parte a niente di simile nei tre anni passati e credo che un tale evento non si verifichi da molto tempo nel nostro istituto. L’assemblea è nata come momento di riflessione sulla tragica morte di Vito Scafidi, studente diciassettenne del Liceo Darwin di Rivoli (Torino), a seguito del crollo del soffitto dell’aula in cui stava trascorrendo l’intervallo, il 22 novembre. I rappresentanti d’istituto - Filetti in particolare hanno ritenuto doveroso organizzare un incontro che coinvolgesse tutti gli studenti, un’assemblea in cui chiedersi come si possa, oggi più che mai, trovare la morte a scuola mentre esercitiamo il nostro diritto-dovere di studenti e invitare i presenti a dire la propria opinione al riguardo. Nel corso dell’assemblea sono emerse alcune questioni di carattere politico, che ritengo molto interessanti e che meritano un’approfondita analisi, ma non in questo articolo. Vorrei, invece, concentrarmi sul messaggio che l’assemblea ha lanciato, ma che, a causa anche di problemi tecnici e logistici, forse non è ben passato: si è molto discusso sull’utilità di quest’iniziativa, che è stata un evento straordinario, una grande mobilitazione, una reazione che anche il Mascheroni ha finalmente dato in risposta ai fatti che accadono intorno a noi. Perciò rispondo ad alcune obiezioni. Da migliorare… L’assemblea è stata organizzata male, senza dubbio. L’idea è nata da Filetti, che lunedì sera stava “leggendo il blog di Vito” ed ha trovato doveroso, dopo essersi consultato con il militante del Movimento studentesco di Bergamo Olmo Ronzoni, organizzare qualcosa per riflettere sull’accaduto. È cominciato quindi un veloce passaparola via sms, che ovviamente non è potuto giungere a tutti e, se giunto, ha lasciato piuttosto perplessi. Ci si è dunque ritrovati il lunedì mattina in mezzo ai corridoi, senza sapere dove andare, cosa fare, a chi rivolgersi, con Filetti che urlava 14

S I A M O S P A L A N C A T O R I D I F I N E S T R E

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al megafono di uscire dalle classi. Sembrava in effetti un’iniziativa un po’ rivoluzionaria: questo può aver sviato o scoraggiato molti dal partecipare. Poi si è trovato l’accordo con il Preside, che ha concesso la palestra come luogo di raduno, con il disappunto di chi voleva giocare una bella partita di pallavolo. Di certo spiace per chi non ha potuto svolgere l’ordinaria lezione; di certo sarebbe stato meglio organizzare una vera e propria assemblea d’istituto, in Aula Magna magari, con tanto di circolare che avvisava i docenti coinvolti e spiegava i temi dell’incontro. Ma bisogna considerare che mercoledì e giovedì i rappresentanti d’istituto sarebbero stati impegnati nella “Due Giorni” della Consulta e che l’assemblea senza di loro, ossia senza le cariche istituzionali che ci rappresentano, avrebbe perso quel senso d’unità e d’identità mascheroniana che ha invece avuto. Si guardi all’intenzione e alla sostanza, non alla forma: l’assemblea era da fare ed è stata fatta e la prossima volta, sicuramente, s’organizzerà meglio. … ma utile Non sono d’accordo con chi sostiene che l’assemblea non è servita a niente, che era soltanto un modo per saltare un’ora di scuola, che sarebbe stato meglio fare una riflessione in classe o limitarsi ad un minuto di silenzio (proposta, quest’ultima, interessante e che può essere presa in considerazione in altre occasioni). Ma il particolare fatto di Rivoli ci chiamava in causa come istituto, non come singole classi: è stato giusto confrontarci a tale livello. Di qui, l’invito che mi sono proposto di trasmettere nell’assemblea stessa, ma che è meglio chiarire disponendo di un mezzo più utile allo scopo, un articolo. Forse alcuni studenti hanno partecipato all’assemblea per saltare un’ora di lezione, senza veramente credere in quello che si stava facendo: è inevitabile e succede anche in caso di attività extra-curricolari proposte dalla scuola. Altri erano forse ignari di quello che era successo, ma si sentivano attratti da quella che poteva essere una nuova esperienza. Agli uni e agli altri studenti, e a coloro che nell’assemblea ci credevano veramente da tutti i punti di vista, vorrei rinnovare lo spirito


vogliono...“casta” e il messaggio dell’assemblea, come io l’ho interpretato, senza la pretesa di insegnare niente a nessuno, semplicemente raccontando quel che ho provato in tale occasione in mezzo a molte persone e restituendo soprattutto la speranza emersa alla fine della riunione. L’assemblea in quanto tale non cambierà il mondo, non impedirà ad altri soffitti di cadere, non realizzerà tutti i nostri sogni, anche i più nobili e giusti, con un tocco di bacchetta magica. Ma può servire a cambiare noi stessi, a modificare la nostra sensibilità verso le cose che ci accadono intorno, a farci nascere la consapevolezza che siamo noi giovani il futuro di questo mondo e che dobbiamo prendere coscienza delle dinamiche che si sviluppano al suo interno. Ci ricorda che non si è mai troppo giovani per sentirsi responsabili di ciò che accade. L’assemblea non è l’arrivo, bensì l’inizio di un percorso che ognuno può intraprendere. L’auspicio è quello di sentire, grazie all’assemblea, una nuova indignazione e un nuovo desiderio di continuare ad informarci su tali questioni: cambiamo noi stessi, cambiamo il nostro modo di vedere e sentire le cose, così cambieremo la realtà che ci circonda. Ognuno può farlo, in modo proporzionato alla sua posizione. È chiaro che il Ministro dell’Istruzione ha molte più possibilità di noi di incidere sulla scuola in Italia, ma noi possiamo trasformare, in primo luogo, la nostra di scuola e poi, gradualmente, aprirci oltre i confini della stessa. Alla fine credo che il contributo che può dare Mariastella Gelmini e quello che possiamo dare noi abbiano lo stesso valore. Solo che lei, quantitativamente parlando, ha più potere. Quale via percorrere? Il collettivo Il primo passo è acquisire coscienza di quel che ci sta attorno, ossia comprensione di ciò che accade e del perché accade, attenta e problematica, volta alla sensibilizzazione: in una parola, informazione. Ma da sola la coscienza non basta: serve l’impegno, ossia la parte concreta del metodo, la fase che occupa fisicamente il nostro tempo, ma è anche quella più bella, perché tutte le conoscenze apprese vengono condivise e discusse con gli altri, per poi sviluppare un pensiero originale.

U O M I N I N U O V I I N U N A V E C C H I A S O C I E T À

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Un gruppo di studenti ha dunque pensato di formare un collettivo, sogno di vecchia data, per aiutare a intraprendere un percorso individuale nel modo che ritiene più semplice ed efficace, ossia collettivamente. Ma cos’è questo fantomatico collettivo? Nulla di fazioso, anche se può evocare organizzazioni di studenti di sinistra. Non siamo pregiudizialmente né di destra né di sinistra, siamo solo studenti interessati alla politica e alla sue dinamiche; siamo forse l’espressione del messaggio stesso dell’assemblea, cioè un gruppo di riflessione e di lavoro, cosciente di quanto accade e impegnato, magari nell’organizzazione di alcune iniziative. L’invito è rivolto a tutti/e. Può partecipare chi non capisce un acca di politica e vuole iniziare a capirla, chi ha voglia di dire la sua opinione e di confrontarsi con altri, nonché i militanti di tutte le fedi politiche. Anzi, quanto più le opinioni sono diverse, tanto più il confronto sarà plurale ed interessante. Unici requisiti: il rispetto e la voglia di mettersi in gioco, anche perché uno dei nostri obiettivi è che ognuno diventi protagonista, nel senso buono del termine, possa offrire il suo contributo, unico, ed esercitare il proprio dirittodovere d’arricchire la conoscenza di tutti. Con l’atteggiamento giusto di quel ragazzo di prima che, dopo soli due mesi di scuola, ha avuto il coraggio di dire la sua all’assemblea, davanti a circa seicento persone, la maggior parte delle quali più grandi di lui. Grande cuore, direbbe qualcuno. Se qualcuno volesse già collaborare a questo progetto, ci contatti senza paura! Ai recapiti: 3803436469 mike1991@hotmail.it (Michele 4G). Se qualcuno è indeciso, provi a partecipare le prime volte, senza impegno. Non appena organizzeremo una riunione ufficiale, volantineremo o troveremo un altro modo per informare tutti gli studenti. Le problematiche intorno a noi sono molte e complesse; alcune ci riguardano o ci riguarderanno direttamente. Proviamo a capirle insieme per esser pronti ad affrontarle. Michele Brignoli *Quesiti liberamente tratti da Ardendo Soffici e Giuseppe Parini.

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Tremate, tremate… le streghe son tornate! Nel panorama hard rock e metal mondiale sono sottovalutate e screditate, ma non per questo le donne si arrendono di fronte all’evidente maschilismo che le circonda! Sono infatti sempre più numerose e, soprattutto, apprezzate le band che scelgono di avere vocalist o componenti femminili! Ma non si può parlare di una “moda” recente… Nel 1975 infatti nascono le Runaways, una all-female band con la cantante Joan Jett e Lita Ford al basso. Quando la band si scioglie, Lita (classe 1958) continua la carriera solista dopo aver preso lezioni di canto e diventa una delle cantanti rock più apprezzate degli anni ‘80. Negli stessi anni si formano i Warlock con la front woman Doro Pesch (classe 1964). Ma ben presto i membri della band prendono strade diverse e la cantante dà vita all’omonimo gruppo, i Doro. Al contrario di Lita, che recentemente è quasi scomparsa dalla scena musicale, Doro ha da poco festeggiato i 25 anni della sua carriera con un mega concerto a Dűsseldorf, a cui ha preso parte un gran numero di ospiti come Tarja Turunen, ex Nightwish, e Klaus Meine degli Scorpions. In questi anni uno fra i gruppi rock più conosciuti per la bella voce e il bell’aspetto della loro cantante è sicuramente quello degli Evanescence. Grazie alla loro leader Amy Lee, questa gothic band si è fatta largo sulla scena mondiale grazie al suo sound sperimentale che, combinando elementi di più generi musicali, ha conquistato fans in tutto il mondo. Con l’uscita di «Fallen», il loro primo album dopo due EP, ottengono sette dischi di platino ma vengono erroneamente etichettati come band cristiana per il pezzo Tourniquet, una cover dei Soul Embraced. Nel 2006 pubblicando il loro secondo album, «The open door», perdono questo appellativo a causa delle nuove canzoni, caratterizzate da testi carichi di erotismo al limite del necrofilo e da melodie tendenti al dark. Innegabile è il fascino esercitato dalla Lee nel video «Call me when you’re sober», dove veste i panni di una Cappuccetto Rosso (leggermente osé) circondata da lupi ululanti e affiancata da un giovane ‘di bella presenza’ (e bisogna ammettere che lo sguardo del suddetto era più lupesco di quello dei lupi veri e propri). Ma torniamo nella nostra bella patria, dove non mancano di certo band famose. Sto parlando dei milanesi Lacuna Coil, che hanno riscosso molto successo sia all’estero sia in Italia grazie alla loro front woman, Cristina Scabbia, dalle indiscutibili doti vocali che si adattano al lirismo gotico del gruppo. Tralasciando la bellezza che per quattro anni di seguito le ha fatto guadagnare il titolo di “bella del reame” della rivista inglese Terrorizer, la nostra regina del gothic metal non teme alcun confronto con le ‘colleghe’ straniere: numerosi album di successo, singoli come «Enjoy the silence» (cover dei Depeche Mode) o «Our truth» in testa alle hits di tutti i Paesi e collaborazioni con molti pezzi grossi della musica. Purtroppo questa band è misconosciuta dalla maggior parte degli Italiani, i quali sembrano non apprezzarla forse per la scelta dell’inglese come lingua “veicolare”, che però li ha resi famosi e popolari nel resto d’Europa. Certamente il mondo femminile non si è arreso a queste poche, ma elogiate componenti: si potrebbe quasi dire… dietro ogni grande band c’è sempre una grande donna!!! Miki

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In cerca di un pezzo d’autore Così inizia una consueta storia per dementi in più puntate, strutturata come una piéce o pezzo di sterco teatrale. Questa emanazione petale del grande teatro racconta di Dildo, giovane e pacifico Sgorbio, la cui vita viene turbata dall’arrivo del mago sordo Barbagianni e di una combriccola di nani (chiamati Wafer), i quali lo trascineranno in una spettacolare avventura alla ricerca del classico tesoro difeso dal classico drago scannamaroni… E nel corso delle sue smeriglianti avventure Dildo troverà Atto primo Dildo, Barbagianni, Torni, i nani

Mentre Dildo riposa nella sua squisita casa del quartiere perbene della Landa Dei Giovani Storpi, qualcuno bussa alla porta. Dildo apre e sull’uscio trova un mago, che riconosce come tale a causa della M scritta a caratteri cubitali sul cappello a punta, altrimenti l’avrebbe scambiato per un enorme wurstel con un poncho al rovescio e con un naso simile a quello di un condor andino; ma la cosa davvero strana è che, sebbene nessuno stia battendo alla porta, si sente ancora il rumore del bussìo… B. Mi dispiace per l’Incantesimo Bussante che ho praticato alla tua porta, è una magia poco usata, ma molto potente, seconda solo all’Incantesimo Assiro Che Ingrossa Lo Scroto; l’ho adoperato perché di questi tempi sono troppo debole per menar colpi alle porte. D. E può bloccarlo per cortesia? Fa un casino indemoniato. B. Grazie, ho trovato subito la via e non mi sono stancato, devi sapere che io sono sordo da un orecchio… forse ti sei domandato come si fa a spegnere questa magia, ma io sono in grado di interromperla? La risposta è… ce l’ho in quel posto. D. Va bene, ho capito… ma Lei chi accidenti è? B. Io sono il mago Barbagianni; oggi sono vecchio e ho una sacca da nuoto al posto degli zebedei, ma una volta, quando ero un famoso Eremita e Patriarca di Aquileia, ero venerato come un dio; tra i Nippomani ero definito come il Grande, il Magnifico, il Basileus… oggi nei paesi d’occidente sono ricordato come il porco, il ciencioso e così via… (il mago termina il discorso con un possente rutto che lascia Dildo tanto allibito quanto scazzato) D. Io sono un gentilsgorbio che vive del suo: vuole del tè? B. Troppo gentile. Con due cucchiaini di zucchero per Alberto Savinio, Armida, 1952; me, ma senza hashish (dopo aver bevuto il tè, il mago si pagina prima, Adolfo Hohenstein, Falstaff, 1893 prepara ad esporre la ragione della sua venuta) 18


D. Tutto a posto? Io… B. Oh, sei un vero tipo tosto, ma non c’entra nessun dio: è una cosa fisiologica, devi alzare un po’ la voce, il mio udito non è più quello di un tempo in cui avevo un udito migliore di quello di un’aquila e la mia vista era più acuta di quella di un… beh… un animale con la vista acuta, che ne so… un’aquila. Poi una volta ho tentato una magia meravigliosa con un Incantesimo di Amplificazione del Suono: riuscivo a sentire gli uccellini cinguettarsi l’un l’altro su alberi lontani oltre l’orizzonte, distinguevo il fruscio delle nuvole che si sfioravano in cielo, intuivo il frusciare delle banconote che mi sfilava dalla tasca la prostituta dopo l’amplesso, percepivo il suono dell’arcuarsi di un arcobaleno e il rumore dell’erba che cresce… Poi un giorno, mentre ascoltavo il fremere delle ali di una farfalla, un boato squassò l’aria…: dietro di me un cane randagio Andaluso aveva scoreggiato con fragore assordante, mi aveva fatto saltare un timpano! In effetti mi viene ancora da pisciarmi addosso, immaginati cosa penserebbero le forze del male e compagnia bella… Comunque i Wafer saranno qui tra poco. Del resto il 5B è passato 45 minuti fa da Waferlandia. Poi stileremo il contratto e domani partiremo… (il mago si addormenta improvvisamente; il suo russare è seguito dall’arrivo dei nani e dalla distruzione della porta di Dildo, il quale si dirige a verificare l’accaduto). T. Loacker che bontà! Loacker che bontà! Scusa se abbiamo abbattuto la porta, ma c’era uno stronzo che continuava a bussare senza farsi vedere, comunque io sono Torni, un nano, trallallà! Questo è mio cugino Pirulin e dietro ci sono Sifili e Frilli (che nel frattempo stanno saltando vigorosamente sul torace del mago dormiente) e più in là ci sono Sten, Pirlor e Wub. Ooh! Ci devi scusare, ma devi sapere che per noi un mento spoglio è una visione rara. E fatevi la barba, dirai tu! Ma essa fa parte del nostro status, benché noi la odiamo perché puzza, e spesso ci troviamo dentro mutande o cosce di pollo… beh, che ne dici di offrirci qualche superalcolico? (ne segue una grande bevuta che conduce Dildo in quello stato di ebbrezza in cui risulta difficile non solo mettere il pollice della mano destra sul mignolo del piede sinistro, ma addirittura sembra un’impresa far combaciare labbro inferiore e superiore). D. (ubriaco) I miei nuovi amici, i miei nuovi amici a cui serve il mio aiutoo.. T. A rigor di termini si tratta di un contratto d’affari Sg. Dildo, perciò stai all’occhio e non dimenticare che c’è di mezzo un drago, che custodisce un tesoro, che noi dobbiamo fottergli in tranquillità. Per cui, abbiamo pensato di arrivare sul luogo del furto e di distrarlo con un bel canto baritonale armonnizato a più voci, mentre tu rubi tutto l’oro, perché tu sei un diavolo di ladrone.. Senza offesa, ma il nostro piano per te è ok? Ricorda: l’unico problema è che il tesoro è in mano a un drago incazzato come un tedesco, capito? D. (ubriaco) Ah! I draghi non mi fanno paura, tanto sono insettivori, vero? T. Eee... sì, anche se non userei la parola insettivoro per descrivere la sua dieta (dopo la possente bevuta tutti iniziano una fumosa fumata con tanto fumo da oscurare i fumatori stessi; ah, per la cronaca, il mago si sveglia). B. Ehi Torni, ma perché non diciamo al giovane sgorbio che ci mettiamo in cerca di oro? Non sarebbe una figata? T. La soddisfazione di dirti cavolate è davvero grande, vecchio spaccapalle! CONTINUA… a cura di Narsete di Feiez 19


PLACEBO EFFECT Londra, 1994. Due ragazzi che avevano frequentato la stessa scuola privata in una piccola località lussemburghese si incontrano casualmente dopo anni di lontananza. Il primo, Brian Molko, è un giovane introverso e problematico, appassionato di teatro; l’altro, Stefan Olsdal, è un talentuoso musicista che ha appena completato gli studi nel suo Paese natale, la Svezia. Il caso vuole che Brian debba esibirsi quella sera stessa in un bar come cantante insieme ad un amico batterista, Steve Hewitt. Dopo lo spettacolo i tre decidono di formare un gruppo. Forse qualcuno di voi starà pensando: “Embè? E a me che me frega?”. Ma spesso le grandi storie cominciano così, come questa, in silenzio. Un silenzio che, in questo caso, non durerà a lungo: esploderà in un onda sonora inedita e travolgente che risponde al nome di…Placebo! Aggressività, amore, droga, sesso, insomma trasgressione sono solo alcuni degli innumerevoli temi sviluppati dalla band nella sua musica, largamente influenzata anche dall’esperienza personale del cantante, chitarrista fai-da-te e frontman Brian Molko, sottoposto in gioventù alla discriminazione dei classici bulletti della scuola, i quali ritenevano i suoi atteggiamenti, per così dire, leggermente “gai”. I suoni distorti e profondi - ora cupi e penetranti nei pezzi d’ispirazione punk, ora dolci e avvolgenti nelle ballate romantiche - sono tratti inconfondibili della band, che è stata in grado, in una carriera poco più che decennale, di evolversi continuamente, pur non smentendo in alcun modo la propria identità di gruppo, fino ad affermarsi con prepotenza sulla scena rock alternativa europea. Nel 1996 esce «Placebo», album di debutto della band, contenente pezzi di grande energia, molto gradito dal pubblico e cestinato dalla critica. Ma è nei due anni seguenti che si giunge a una vera e propria svolta: esce «Without You I’m Nothing», l’album capolavoro che prima o poi ogni grande gruppo arriva a creare e che riesce a cogliere le più svariate sensazioni, rabbia, malinconia, dolcezza, ilarità attraverso armonie impregnate di una sonorità non più punk, non più grunge, ma - finalmente - in puro stile Placebo. L’affermazione definitiva avviene con «Black Market Music» del 1999, accompagnata da un’ondata di aspettative, droga e gossip sulla vita privata dei componenti del gruppo. L’incredibile popolarità raggiunta traghetta i Placebo anche in Italia, in qualità di ospiti ospiti al Festival di Sanremo 2001: forse qualcuno ricorderà uno scatenato Molko che lancia la propria chitarra sugli amplificatori dell’Ariston, dopo aver eseguito «Special K», per omaggiare gli spettatori delle prime file - compresi nel proprio

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ruolo, in un certo senso perbenisti e probabilmente amanti del melodico tradizionale - che, a parere del cantante, si stavano addormentando nelle poltroncine durante l’esibizione. Successivamente pubblicano altri album di studio, «Sleeping With Ghosts» nel 2003 e «Meds» nel 2006 - lavori caratterizzati sia da un largo uso di suoni elettronici che da un ritorno alla cara vecchia schitarrata degli esordi - e una raccolta di singoli, «Once More With Feeling» del 2004. Vale davvero la pena di lasciarci trasportare dai Placebo in un mondo parallelo e accarezzare dalle loro melodie magiche e surreali, di guardarci dentro e riconoscerci nelle emozioni descritte con tanta bravura da Molko e compagni, di lasciarci caricare dalla forza sprigionata da questo cocktail di voce e ritmo capace di travolgere tutto ciò che incontra, di lasciare che le loro armonie accompagnino alcuni dei nostri momenti più intensi. Perché, in fondo, è proprio questo che contraddistingue una grande band: è come una droga, crea assuefazione, ma non uccide. Vi proponiamo una serie di canzoni da ascoltare per addentrarsi eventualmente nell’universo Placebo: «Nancy Boy, You Don’t Care About Us, Every Me and Every You, The Bitter End, This Picture, Special Needs, Pure Morning, Special K, Twenty Years, InfraRed, Song To Say Goodbye, Johnny and Mary». Per ulteriori info forci.placebo@live.it Dr. Raicky con la partecipazione di Ceego e Ghisa


I fantastici 4 eletti

Ora che potEtE conoscere qualcosa in più della loro personalità, aspettiamo commenti nella cassetta della posta del Cater… per dirci se le interviste vi PIACCIONO!!! ale e giulia disegni dell’artista enrico baj

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Nome: Bianca Cognome: Poletti Classe: 4G Compleanno: 12/03/91 Contento della tua elezione? Sì, perché mi sento orgogliosa e speranzosa nel poter soddisfare quelli che mi hanno eletto! Quanti voti hai preso? 144 Cosa pensi degli altri rappresentanti? [daiiiiiiiiiiiiiiiiii a noi lo puoi direeee, ndr] File: è un ragazzo deciso e determinato. Fra: è uno con i piedi per terra. Ema: è un ragazzo sveglio e attivo.

Hai intenzione di mantenere le tue proposte??? Già che ci sei ripetile così rinfreschiamo la memoria ai nostri cari lettori! Sì, avevo pensato a più comitati. E ci sono stati dei miglioramenti, e per quanto riguarda il Bangladesh. Avevo anche pensato che come rappresentanti dovremmo avere un buon rapporto con il Preside! E la cosa sta funzionando. Dici che farete un buon lavoro come rappresentanti?? Sì, perché ci siamo conosciuti e siamo ben informati. Descriviti in tre parole: eeeeeeh non sooo Difetti: testarda. Pregi: determinata. Sei una persona sportiva? Pratico arrampicata e sono un’ex pallavolista! Fumi? Se sì, cosa? Poi, quando sei ben rifornito, passa qualcosa! Sì, Lucky Strike, ma poco. Come vai a scuola? E non ci rispondere in moto o in macchina o a piedi o in biciiiiii. Bene, ma non sono una secchia! Hobby nascosti? tipo collezionare francobolli?? Mi piace molto fare fotografie. Visto che noi siamo del Cater devi confessarci almeno uno dei tuoi innumerevoli segreti!! Non ho nessun segreto [eddai che ci crediamooooooo =D, ndr] Fidanzata/o? Se sì, quanto sei innamorato da 1 a 10? Sì, 8. Come immagini il tuo futuro? Lo immagino con un lavoro che mi piace e con una bella famiglia! Film preferito? Arancia meccanica. Colonna sonora della tua vita o di questo momento della tua vita? Wonderwall Oasis, No stress. Come mai hai deciso di candidarti? Perché mia sorella me lo ha consigliato. Il tuo motto: “la vita è come un albero di natale... c’è sempre qualcuno che rompe le palle”. Sei più un sognatore o uno con i piedi per terra? Sognatrice. Pessimista o ottimista? Ottimista. Prof preferito? Prof Rota di Mate, Prof Gervasoni Giorgio di Ita, Prof Gervasoni Ugo d’Inglese. Userai la tua posizione per avere + successo con le donne o gli uomini e per saltare + ore di lezione????????????????????????? CONFESSAAAAAAAAAAAAAA Per saltare ore di lezione bisogna essere bravi a inventare scuse e avere fantasia. Ti aspettavi dall’intervista una domanda che non ti è stata posta? a tutto c’è rimedio!!! Te la facciamo ora! No =) Un commento al Cater. Lo adoro. Ma manca il tempo per leggerlo! Un saluto ai tuoi lettori. E’ importante sentirsi profondamente appartenenti a questa scuola, quindi rendersi attivi e partecipare ai progetti proposti!

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Nome: Francesco Cognome: Ravasio Classe: 4L Compleanno: 6-04-91 Contento della tua elezione? Sì, perché mi sono anche impegnato a candidarmi! =) Quanti voti hai preso? 161 Cosa pensi degli altri rappresentanti? [daiiiiiiiiiiiiiiiiii a noi lo puoi direeee] File: un tipo tosto! straserio! Bianca: una ragazza seria, simpatica e che si organizza bene. Ema: un ragazzo serio anche se di 3^.

Hai intenzione di mantenere le tue proposte??? Già che ci sei ripetile così rinfreschiamo la memoria ai nostri cari lettori! Le proposte devono essere integrate; rispettiamo le cose che abbiamo detto, cioè la cogestione e l’annuario! Dici che farete un buon lavoro come rappresentanti? Penso di sì, perché lavoriamo bene. Descriviti in tre parole: disponibile socievole simpatico. Difetti: impulsivo. Pregi: tenace. Sei una persona sportiva?? Se briscola chiamata è diventato uno sport olimpico, sono anche campione! =D Fumi? Se sì, cosa? Poi, quando sei ben rifornito, passa qualcosa! No. Come vai a scuola? e non ci rispondere in moto o in macchina o a piedi o in biciiiiii. Bene. Hobby nascosti? tipo collezionare francobolli?? Rubare le torte della nonna. Visto che noi siamo del cater devi confessarci almeno uno dei tuoi innumerevoli segreti!! No comment. Fidanzata/o? Se sì, quanto sei innamorato da 1 a 10? Sì,10. Come immagini il tuo futuro? Positivo: cercherò di abbattere i progetti politici di Filetti… Spero di avere un buon lavoro! Film preferito? Iron Man [in verità… IO SONO IRON MAN] Colonna sonora della tua vita o di questo momento della tua vita? Up and Down colonna sonora de I pirati dei Caraibi 3 / Madworld dei Tears for Fears Come mai hai deciso di candidarti? Perché mi interessava occuparmi della scuola: apprezzo questa carica come responsabilità. Il tuo motto: “Citius, altius, fortius.” Sei più un sognatore o uno con i piedi per terra? Un sognatore che crede nella realtà. Pessimista o ottimista? Ottimista. Prof preferito? Mi vanno bene tutti i prof tranne quelli che iniziano con PMLZRSB. Userai la tua posizione per avere + successo con le donne o gli uomini e per saltare + ore di lezione????????????????????????? CONFESSAAAAAAAAAAAAAA “Il fine giustifica i mezzi” Ti aspettavi dall’intervista una domanda che non ti è stata posta? a tutto c’è rimedio!!! Te la facciamo ora!! Questa domanda. Un commento al Cater. E’ un buon giornalino, lascia spazio agli studenti, ma dovrebbe avere una rubrica di gastronomia intitolata: “I panini del Miki!!!!!!” Un saluto ai tuoi lettori. Vorrei salutare tutti i lettori, votati o meno. Aspetto una partecipazione + attiva ai progetti proposti dai rappresentanti e dalla consulta.

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Nome: Emanuele Cognome: Sangaletti Classe: 3^D Compleanno: 8/01/92 Contento della tua elezione? Sì, perché non me l’aspettavo. Quanti voti hai preso? 67 Cosa pensi degli altri rappresentanti? [daiiiiiiiiiiiiiiiiii a noi lo puoi direeee] File: il mio opposto, ma si lavora bene con lui. Bianca: una persona magnifica, ci vado molto d’accordo. Fra: una gran bella persona, ci siamo trovati subito bene.

Hai intenzione di mantenere le tue proposte??? Già che ci sei ripetile così rinfreschiamo la memoria ai nostri cari lettori! Mi sono già attivato per proporle in consiglio [tettoia motorini e macchinette in più]. Dici che farete un buon lavoro come rappresentanti?? Sì, avverranno cambiamenti… è un’aspettativa, visti il team e le nostre idee. Descriviti in tre parole: egocentrico determinato rispettoso. Difetti: troppo schietto, a volte non è un bene. Pregi: riesco a vedere il lato positivo delle cose. Sei una persona sportiva?? Abbastanza, praticavo pallavolo. Fumi? Se sì, cosa? Poi, quando sei ben rifornito, passa qualcosa! Non fumo! Come vai a scuola? e non ci rispondere in moto o in macchina o a piedi o in biciiiiii. In prima andavo benissimo, ora me la cavo e tiro avanti. Hobby nascosti? tipo collezionare francobolli?? Non credo - se non lo sai tuuuuuuuuuu!!!!!!!!!!!!, ndr - di avere degli hobby particolari. Visto che noi siamo del Cater devi confessarci almeno uno dei tuoi innumerevoli segreti!! Vado nel wc accanto all’aula c dei pc [=D] perché quelli accanto alla mia classe fanno chiffo. Fidanzata/o? Se sì, quanto sei innamorato da 1 a 10? Sì, 25 =) Come immagini il tuo futuro? Da buon medico. Film preferito? Seta. Colonna sonora della tua vita o di questo momento della tua vita? Fix you Coldplay. Come mai hai deciso di candidarti? Per mettermi alla prova e per gioco. Non credevo veramente nella mia elezione. Il tuo motto: “be prepared” [speriamo lo legga la Carrara!!!] Sei più un sognatore o uno con i piedi per terra? Sognatore. Pessimista o ottimista? Ottimista. Prof preferito? La Michieletto, perché è un esempio da seguire e ti fa venire voglia di studiare! Userai la tua posizione per avere + successo con le donne o gli uomini e per saltare + ore di lezione????????????????????????? CONFESSAAAAAAAAAAAAAA Magari per saltare qualche ora di lezione: sono fedeleeee. Ti aspettavi dall’intervista una domanda che non ti è stata posta? a tutto c’è rimedio!!! Te la facciamo ora!! […] La domanda quanto te la tiri da 1 a 10?? 9.75 Un commento al Cater. E’ fantastico per la prima ora di lezione, anche per la seconda e la terza…), ma alla quarta è già finito =’( Un saluto ai tuoi lettori. Saluto tutti e mando un abbraccio. Vedrete che ci sarà questa tettoia entro il 2020.

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Nome: Andrea Cognome: Filetti [Findus: un nome una garanzia!] Classe: 5^H Compleanno: 09/03/90 Contento della tua elezione? Sì, perché era dall’anno scorso che volevo candidarmi e quest’anno sono stato pure eletto! Quanti voti hai preso? 152 Cosa pensi degli altri rappresentanti? [daiiiiiiiiiiiiiiiiii a noi lo puoi direeee] Fra: serio, con cui si può lavorare. Bianca: seria, però è semper fò. Ema: un brav’uomo.

Hai intenzione di mantenere le tue proposte??? Già che ci sei ripetile così rinfreschiamo la memoria ai nostri cari lettori! Spero di poter realizzare la maggior parte delle proposte. Ma è il consiglio d’istituto che le approva. Dici che farete un buon lavoro come rappresentanti? Sì, perché siamo affiatati. Descriviti in tre parole: sincero simpatico impaziente. Difetti: impaziente. Pregi: amichevole. Sei una persona sportiva?? Pratico calcio. Fumi? Se sì, cosa? Poi, quando sei ben rifornito, passa qualcosa! Non fumo sigarette, fumo tutto il resto! [si vede!!, ndr] Come vai a scuola? e non ci rispondere in moto o in macchina o a piedi o in biciiiiii. Me la cavo in tutte le materie, tranne mate e scienze, prof VVB. Hobby nascosti? tipo collezionare francobolli?? Colleziono magliette hard rock. Visto che noi siamo del Cater devi confessarci almeno uno dei tuoi innumerevoli segreti!! No comment. Fidanzata/o? Se sì, quanto sei innamorato da 1 a 10? Sono single in cerca. Come immagini il tuo futuro? Sex, drug and rock an roll, nella politica, sperando di rinnovare il sistema. [D’altronde, sono un nostalgico]. Film preferito? La saga di Starwars. Colonna sonora della tua vita o di questo momento della tua vita? Should I stay or should I go de the clash / Stairway to heaven Led Zeppelin. Come mai hai deciso di candidarti? Perché mi piaceva come carica. Il tuo motto: come dissero i Beatles “siamo pià famosi di Gesù Cristo”. Sei più un sognatore o uno con i piedi per terra? Sognatore consapevole. Pessimista o ottimista? Ottimista. Prof preferito? Re cogi, prof moro [so dove abita], prof trieste, prof verzieri, prof lazza [le voglio bene, il suo serpente], prof cervo, prof previ [grazie perché mi sopporta sempre]. Userai la tua posizione per avere + successo con le donne o gli uomini e per saltare + ore di lezione????????????????????????? CONFESSAAAAAAAAAAAAAA Mi sembra più che ovvio dato che sono il single del gruppo! Ti aspettavi dall’intervista una domanda che non ti è stata posta? a tutto c’è rimedio!!! Te la facciamo ora!! No, non direi, a meno che non vogliate sapere il mio codice fiscale, il luogo e la via della persona che ho ucciso! Muahah Un commento al Cater. Non cambierete mai! Un kiss alle ragazze e un saluto ai ragazzi: la mano ve la stringerò quando mi sarò tolto la stecca al dito! =) Un saluto ai tuoi lettori. Ciao a tutti, ci becchiamo a scuola per i corridoi dell’immenso Mascherù. Un saluto speciale ai miei compagni di 5^H.

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agenda caterumoristica 1909-2009 Anniversario del Futurismo Filippo Tommaso Marinetti Gerardo Dottori

Lavori in corso redazione del Caterpillar venerdĂŹ ore 14.00 - 15.30 www.francescocampanoni.com

Festa della donna, 8 marzo 2009 Silvia Manfredini, PaternitĂ , 2008

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Mai fatto una follia per amore? Buondì gente! Tanti auguri di buon San Valentino a tutte le coppiette e buon non San Valentino ai single! Eccovi una domanda tosta, che magari vi farà pensare un po’ più del solito! Molti definiscono l’amore come follia. Ma che cos’è veramente la follia? Sfogliando il nostro libro di filosofia abbiamo trovato cosa ne pensa Erasmo da Rotterdam: «Esistono infatti due ostacoli che, più di altri, si oppongono all’acquisto della conoscenza del mondo, e sono la VERGOGNA, che offusca l’intelligenza, e la TIMIDEZZA, che esagera i pericoli, distogliendo così dall’azione. Ora, c’è uno splendido modo per liberarsi dell’una e dell’altra, possedere un granello di FOLLIA. Pochi sono gli uomini che riescono a capire che non star sempre a vergognarsi ed essere pronti a osare tutto producono altri infiniti vantaggi. Ma se c’è chi crede preferibile a tutto quella specie di prudenza che si acquista con un retto giudizio delle cose, state a sentire, di grazia, quanto ne sian lontani coloro che vanno raccomandando se stessi sotto questo aspetto. Anzitutto è noto che tutte le cose umane hanno due facce completamente diverse una dall’altra, talchè ciò che a prima vista è morte, a ben guardare più addentro si presenta come vita.» Vi raccontiamo in breve la fine: agendo con prudenza le cose vengono conosciute in maniera superficiale, ci si ferma all’apparenza poiché si ha paura di quello che si può trovare dopo. Vi è mai capitato di incontrare una persona e di affibbiarle subito un’etichetta? Conoscendola meglio spesso notate di esservi fatti un’idea sbagliata, che non si avvicina alla sua reale personalità. Erasmo vede la vita come una sorta di commedia, dove gli attori siamo proprio noi, che - come personaggi di uno spettacolo - veniamo riconosciuti per un particolare, per un modo di essere che ci viene attribuito, così facciamo ruotare tutte le nostre scelte attorno ad esso, quasi per paura di andare contro quell’etichetta, quell’ “ideologia” che ci ha sempre accompagnati. In questo grande teatro, ossia la vita, «gli attori fanno la loro parte, sino a che il direttore li fa uscir di scena». Forse quest’ultimo è proprio la follia, che in un istante è in grado di sconvolgere tutte le certezze avute fino a quel momento. Allo stesso modo l’amore può smascherarti e far vedere chi sei realmente, riuscendo così a tirar fuori quella parte di te, che fino ad allora è stata nascosta dalla timidezza o dalla vergogna, ma che la follia è riuscita a svelare. Magari anche per questo, quando si è DAVVERO innamorati, si dice che si farebbero follie per l’altra persona!! =D Dunque perché non cogliere questa ricorrenza per testare la vostra follia?! Anche se siete già “fidanzati”?! Stupite il vostro compagno o la vostra compagna con qualcosa di speciale: solo un consiglio, che potrebbe esservi utile!! =) Buon riSan Valentino a tutti! Un abbraccio, Giulia e Alessandra con un aiutino da parte di Riccardo

[****** Ti amoooooo!! :P]

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Cercare l’ago in un pagliaio e trovarci la figlia del contadino

Ora che sono riuscito ad attirare la tua attenzione con un intrigante titolo ad effetto che non ha alcun senso dal punto di vista concettuale, posso parlarti di un fenomeno che ci accomuna, per esempio, con la scoperta della radiazione cosmica di fondo a microonde dell’universo o con la scoperta degli effetti psichedelici dell’Lsd. Ciò prende il nome di serendipità. Consultare il dizionario per credere, in italiano esiste davvero questa parola, anche se non viene molto utilizzata nella sua forma italiana, ma si preferisce l’uso del suo omologo inglese serendipity.

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EXCURSUS Durante il ’700 lo scrittore Horace Walpole stava tenendo un carteggio con l’amico Horace Mann, un inglese che ai tempi risiedeva a Firenze. In una delle lettere che gli scrisse, Walpole coniò il termine “serendipity”, che egli riprese da una fiaba persiana di Cristoforo Armeno: «I tre principi di Serendippo», dall’arabo Serendib, antico toponimo dell’attuale Sri Lanka. È l’avventura di tre principi, che riescono a superare gli ostacoli sul loro cammino grazie a degli indizi. La storia descrive le scoperte dei tre principi come intuizioni dovute sì al caso, ma anche allo spirito vigile e alla loro capacità di osservazione. Ed è da questo concetto che Walpole elabora l’idea di serendipità. Serendipità è lo scoprire una cosa non cercata mentre se ne sta perseguendo un’altra. È questo che ci accomuna alla scoperta dell’Lsd o della penicillina. Quante volte è successo che, mentre cercavi qualcosa, ne hai trovata una completamente diversa? Quella è serendipità. Quante volte è successo che, mentre ti arrovellavi nel ricordare un nome, hai smesso nella speranza che emergesse da sé dalla memoria? Ecco, anche quella è serendipità. Solo che, nel primo caso, l’evento in sé è qualcosa che noi subiamo in modo passivo; nel secondo, siamo noi che ci affidiamo attivamente a questo fenomeno. La serendipità può essere considerata come fenomeno ed, estendendone il significato, come atteggiamento: viene praticata consapevolmente più spesso di quanto non si creda. Proprio per questo il termine non indica solo fortuna: per cogliere l’indizio che porterà alla scoperta occorre essere aperti alla ricerca e attenti a riconoscere il valore di esperienze, sia nostre sia altrui, che non corrispondono alle originarie aspettative. In ambito filosofico la serendipità ha avuto una certa

influenza: si è soliti distinguere tra pensatori sistematici, come Cartesio e Hegel, e pensatori asistematici o serendipici, come Montaigne. EXEMPLA Volete qualche esempio di scoperte effettuate grazie alla serendipità? Cristoforo Colombo cercava le Indie, ma trovò un altro continente; Ivan Pavlov stava svolgendo delle ricerche sulla salivazione dei cani, ma scoprì il riflesso condizionato di questi animali (scoperta che poi venne applicata in fisiologia e psichiatria); Roy Plunkett stava sperimentando l’uso del politetrafluoroetilene (Ptfe) come sostanza refrigerante e notò che resisteva alle alte temperature, non si poteva incollare ed aveva un coefficiente di attrito bassissimo: il chimico della Du Pont aveva inventato ciò che poi avrebbe assunto il nome commerciale di Teflon e che si rivelò un materiale straordinario per l’invenzione delle pentole anti-aderenti; Spencer Silver, ricercatore della 3M, stava cercando un adesivo potente, ma ottenne solo una colla debole, che però non lasciava tracce: qualche anno dopo, nel 1974, il suo collega Arthur Fry ne intuì l’utilità, e ideò i Post-it; Friedrich Kekulé teorizzò la forma ad anello della molecola del benzene bene interpretando un suo sogno, in cui un serpente si mordeva la coda; Alexander Fleming, quando notò che della muffa verde dalla sua arancia era passata nella coltura batterica che aveva preparato, non buttò via tutto e ricominciò, ma istintivamente osservò cosa fosse accaduto e registrò che non proliferavano batteri attorno alla muffa: il biologo inglese aveva scoperto la penicillina, antibiotico che, a distanza di ottant’anni, viene largamente utilizzato per curare infezioni batteriche; ultime ma non meno importanti, le scoperte degli effetti psichedelici dell’acido lisergico (Lsd), del ruolo del pancreas nel diabete mellito e della dinamite da parte di Alfred Nobel. Questi sono solo gli esempi più noti; ne esistono moltissimi altri, ma non voglio assolutamente sottrarre spazio prezioso alla messaggeria e all’ipse dixit ;). Ora tutto è più chiaro, tranne il significato del titolo che ho scelto e che, alla luce delle considerazioni fatte, assume un significato diverso: è la definizione che il ricercatore biomedico americano Julius Comroe durante una conferenza ha dato della serendipità. sat5

L’arte è l’espressione del pensiero più profondo nel modo più semplice. Albert Einstein

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DAVIDE vs GOLIA Interrogazione - interrogatorio al campione di matematica del Liceo Mascheroni

Nome? Davide Torlo Età? 16 Classe? 3G Cosa sei? Primo classificato ai giochi di Archimede del triennio nel Liceo Mascheroni. Quanti erano i punti totali? 125 Quanti ne hai fatti? 111 Quante ne hai spar ate a caso? 2, di cui 1 azzeccata (che culo!, ndr) Quante opzioni avevi per risposta? 5 (un’enorme botta di culo, allora!, ndr) Qual è la probabilità con cui potevi azzeccarle? 20% (se è riuscito a calcolarlo è davvero bravo!, ndr) Sparandole tutte a caso quale sarebbe stata la probabilità di prenderle tutte? 1/298023223876953125 In percentuale? Approssimiamo - per eccesso - a 0. Come fai a raggiungere questi risultati? Non lo so, non mi preparo in nessun modo. Ma lo sai che in questo momento sei registrato? e che tutto quello che dirai potrà essere usato contro di te dal tuo Profe di Matematica? No. Quanto ti piace Golia, ops, la Matematica? Tanto! Mi diverto a risolvere problemi e rompicapi.

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Che media hai? 7.4 E nelle altre materie come vai? In quelle scientifiche bene, nelle altre così così. Ma allora non sei un secchione? (sconcerto, ndr) No! (stretta di mano, ndr) Quanto ti piace l’informatica da 1 a 10? Quella che si fa a scuola = 5. Il resto = 9. Cosa pensano i tuoi compagni della tua vittoria o, più in generale, del tuo profitto scolastico? Sono contenti, mi sostengono nelle gare. Quindi hai una curva tutta per te, con striscioni e ultrà? Non proprio… Cosa pensi del Mascheroni? Mmm… - 6 minuti dopo - …è una bella scuola. Ma si potrebbe cambiare qualcosa. Cosa cambieresti? Boh… Farei sistemare le perdite dal tetto nella palestra e nel laboratorio

di informatica C. Ma lo sai che teniamo una copia per la Presidenza? e che ne pagherai le conseguenze? No. Spero di non dover cambiare scuola! Meglio il Preside o Mourinho? [vana riflessione o ammutolimento?, ndr] Cosa pensi del Caterpillar? e della super-redazione? È un bel giornalino, ma sarebbe bello se uscisse qualche numero in più. Dove sta l’accento su Wikipedia? In teoria sulla “i” finale, in pratica sulla “e”: Wikipèdia :) E si dice Vichipedia o Uichipedia? Vichipedia! Qual è il tuo colore preferito? Rosso. E il tuo numero preferito? 7 Perché? È il giorno del mio compleanno (e noi che ci aspettavamo qualcosa di stracomplicato…, ndr). Che musica ascolti? Di tutto; evito l’house (ti stimiamo fratello!, ndr), preferisco i cantautori italiani. Artista musicale preferito? De Andrè (ti ristimiamo fratello!, ndr). Che squadra tifi? Atalanta! Risolvici l’equazione: (Gervasoni Giorgio)² + log(Dante) = CO2/intervallo. Qual è il numero medio di petauri ottenibili rispettando il rapporto stechiometrico? 45 (stavolta non ci caschiamo…, ndr) Quant’è la pressione del campione, che dovrà portare il vessillo del Mascheroni in giro per il mondo? Poca: faccio del mio meglio. E chi vivrà vedrà (trallallà!, ndr). Hai un’occasione che non si ripeterà mai più: fai una domanda alla redazione! Usti… perché fate domande che non c’entrano nulla? L’occasione però non comprendeva la risposta, grazie e arrivederci! Cip & Ciop

Costantin Ciosu, senza titolo, 1975

PS: In bocca al lupo, Davide, che ci hai anche sopportato per un intero pomeriggio!, ndr.

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Un buongiorno a tutti i favolosi lettori del Caterpillar e soprattutto agli accaniti sostenitori dell’Atalanta! In seguito al cambio di caporedattore abbiamo iniziato un nuovo ciclo di lavoro, colmo di interviste a personaggi interni ed esterni al Mascherù. In particolare in questo spazio dedicato al calcio abbiamo deciso di piazzare una serie di domande a un pezzo grosso che gioca nella Dea, il centrocampista Diego De Ascentis. Come ti trovi nella città di Bergamo? meglio o peggio che a Torino, dove hai giocato fino alla stagione scorsa? «Diciamo che io e la mia famiglia ci siamo sempre trovati bene ovunque siamo stati. Per quanto riguarda Bergamo, dato che sono di Como, non vedo grandi differenze rispetto alla mia città: le abitudini sono più o meno le stesse». Che cosa hai provato dopo la grandissima vittoria (3-1) contro l’Inter-corazzata di Mourinho? Ci interessa il tuo parere anche come ex-milanista… «Vincere contro grandi squadre è sempre entusiasmante, ma quel che conta di più non è tanto la soddisfazione personale quanto la felicità dei tifosi che riesce a coinvolgerti: anche dopo la vittoria con il Napoli il tifo allo stadio era davvero scatenato, perché la partita era particolarmente sentita. Contro l’Inter al 90’ ho visto addirittura la tifoseria interista partecipare alla ola avviata dagli atalantini; il che è abbastanza eccezionale». Cosa ne pensi dell’esclusione dallo stadio dei gruppi ultras e dei non abbonati da parte della dirigenza atalantina? «A dire la verità questa cosa non la sapevo. Credo che sia piuttosto un discorso politico… Personalmente ammiro il calcio inglese, ma anche altri sport come 32

basket, rugby etc., ai quali è possibile assistere con tranquillità in un’atmosfera diversa. Purtroppo in Italia lo stadio è spesso luogo di violenza: forse fa parte della nostra mentalità, ma spero che un giorno ci si possa andare con i propri figli senza paura di trovarsi in tafferugli. La gente lo merita, e anche il calcio». Il vivaio dell’Atalanta è uno dei migliori di tutta Europa. Cos’è secondo te che lo rende così competitivo da affermare, ieri come oggi, grandi campioni? «A 10 anni ho conosciuto Mino Favini, responsabile del settore giovanile dell’Atalanta. Grazie a lui e alla società i ragazzi crescono bene sotto tutti gli aspetti: tecnico, tattico, ma anche scolastico. Con questa politica l’Atalanta è stata e sarà in grado di sfornare campioni che valgono milioni. Come quando ero a Como, anche ora che sono a Bergamo, constato che Favini ha sempre fatto un ottimo lavoro». A tre anni dallo scandalo di calciopoli pensi che sia effettivamente cambiato qualcosa o che i vari errori arbitrali degli ultimi tempi siano l’ombra lunga di un calcioscommesse che non si è mai arrestato? «Non ci metterei la mano sul fuoco che sia tutto risolto: quello del calcio è un ambiente difficile. E credo che ci sia ancora un po’ di soggezione, un po’ di tensione quando si scende in campo, nei confronti dei tifosi, verso l’ambiente in generale… Gli arbitri possono sbagliare, ma ciò che mi da più fastidio è la diversa valutazione che viene data di fronte a episodi identici». Dopo una domanda “mattone”, un quesito ironico: parlando di colleghi centrocampisti, trovi che… sia più bello Gattuso o Beckham?!? «Mah… Conosco Gattuso di persona e posso assicurare che non è poi così brutto. Ma sicuramente, vedendo le foto, credo che Beckham sia un pochino avvantaggiato!!!» a cura di Narsete di Feiez Dr. Raicky The Be(a)st of Rasphuis Paolo


E tu cosa metti ai piedi?????????? Ti sei mai accorto che quando qualcuno ti dice ”che belle scarpe che hai!!!!!” e tu come se non sapessi quali sono (facendo una figura del cavolo…) ti guardi i piedi e dici:” ah grazie… :D”. E così ho pensato di fare una classifica sulle scarpe più portate… Questa è la scelta: __All Star; __Kawasaki; Penso che il 90% delle persone abbia almeno un paio di All Star… poi ci sono certe persone a cui piacciono a tal punto da averne 14 paia o alcune persone come la sottoscritta che ne ha cinque, chiaramente originali e non volgari imitazioni come quelle che girano… Esistono vari modelli: alte, medie, basse e anche a “ballerina”, quelle estive, di normale tela o quelle invernali con il pelo. Si può passare dalle normali a un colore fino ad arrivare a modelli sempre più strani, sempre quasi tutte belle… Ricordo anche che all star = converse => crea anche felpe magliette, borse stupende e abbigliamento vario… ihih Passando ora alle Kawasaki… avete mai pensato al perché c’è una linguetta grigia??? Perché sono state create per andare in moto: cambiando la marcia…, queste scarpe speciali a differenza delle altre non si sporcano…, sinceramente non so quanto sia vera sta cosa.. visto che me l’aveva detto il furla, quindi …boh… diamola per buona… Cmq anche se non le avete x questo motivo… cm la sottoscritta… non importa, xchè sono talmente belle e comode da poter essere usate ovunque… Ecco alcuni modelli. È una dura decisione da prendere… sinceramente non saprei quale sono le migliori.. Quindi il risultato è questo: 49% alle Kawasaki e 51% alle all star… alla prossima… ciauuuuuuuuuuuuuuuuu XD CLOOD =)

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TOP 5 MANGA DEATH NOTE Death Note è un manga giapponese ideato e scritto da Tsugumi Ohba e disegnato da Takeshi Obata. E’ incentrato su un ragazzo che decide di liberare il mondo dal male con l’aiuto di un quaderno dai poteri soprannaturali: il Death Note. Il manga è diviso in dodici volumi prodotti da Placet Manga, più il tredicesimo How to Read, nel quale viene spiegato tutto ciò di cui non si viene a conoscenza nei precedenti. TRAMA Light Yagami è uno studente modello, annoiato dal suo stile di vita e stanco di essere circondato da crimini e corruzione. La sua vita prende una svolta decisiva quando, nel 2003, trova per terra un misterioso quaderno con la scritta “Death Note”. Le istruzioni del Death Note asseriscono che qualsiasi persona il cui nome venga scritto sul quaderno morirà. Inizialmente scettico sull’autenticità del Death Note, che ritiene uno scherzo, Light si ricrede quando assiste alla morte di due criminali di cui aveva scritto il nome sul quaderno. Dopo aver incontrato il vero proprietario del Death Note, uno shinigami (Dio della morte) di nome Ryuk, Light cercherà di diventare il “Dio del nuovo mondo”, mondo di cui lui stesso decide leggi e punizioni. In breve, il grande numero di morti inspiegabili cattura l’attenzione dell’Interpol e di un misterioso detective conosciuto solo come Elle. Elle scopre in breve tempo che il serial killer, soprannominato dai media Kira (dalla pronuncia giapponese della parola inglese Killer), si trova in Giappone. Elle conclude anche che Kira può uccidere solo conoscendo la faccia e il nome delle persone che vuole eliminare. Light capisce subito che Elle sarà il suo più grande nemico, e da qui ha inizio una sfida fra i due per provare la propria superiorità. 34

Death note è un manga molto interessante,ricco di colpi di scena e battaglie psicologiche tra i personaggi; lo consiglio a tutti…, come consiglio di vedere l’Anime che viene trasmesso durante l’Anime Night di Mtv (martedì alle 22.00)!

VAMPIRE KNIGHT Vampire Knight (Vanpaia Naito) è un manga shōjo ideato da Matsuri Hino. Pubblicato nel 2006 in Italia da Planet Manga. TRAMA Vampire Knight è ambientato principalmente nella Cross Academy, una prestigiosa scuola privata con una quanto meno insolita struttura delle classi. Gli studenti sono infatti divisi fra la Day Class, che è composta da normali studenti e svolgono le loro lezioni di giorno, e la Night Class, un’élite di geni bellissimi che in verità sono vampiri. Solo tre persone della Day Class sono a conoscenza di questa seconda faccia della Night Class: il Preside e i due “Guardian”, Yuki Kurosu (Cross), la protagonista e Zero Kiriyū. Il compito di Yuki e Zero è di assicurare una convivenza pacifica fra le due classi. Consigliato a chi ama le storie d’amore e di vampiri. Sono di recente uscite le puntate della seconda serie, Vampire Night Guilty: chi sceglierà Yuki? Zero o Kaname? leggete e lo scoprirete! (abbasso gli spoileratori!)


D-GRAY MAN

CUORE DI MENTA

D-Gray-man (Dī Gurei-man) è una serie manga creata dalla mangaka Katsura Hoshino, da cui in seguito è stata tratta una serie animata dal titolo omonimo, prodotta da Tokyo Movie Shinsha. Il manga cominciò la sua pubblicazione sul mensile Shōnen Jump nel luglio del 2004. La versione italiana è a cura della Panini Comics.

Cuore di menta (Mint na bokura) è un manga per ragazze scritto da Wataru Yoshizumi. In Italia è stato pubblicato in 12 volumi da Planet Manga.

TRAMA In una misteriosa Europa ottocentesca vagano sulla Terra dei misteriosi esseri, nati dalla disperazione e dalle tenebre del cuore umano: gli Akuma, mostri che spargono morte e distruzione. Proprio per far fronte a questa piaga viene creata una congrega di speciali guerrieri, gli Esorcisti. Tra questi troviamo Allen Walker, protagonista di questo racconto dai toni gotici. Ragazzo innocente, ma allo stesso tempo maledetto dal padre quando era piccolo, si ritroverà a poter “sfruttare” la propria maledizione nel suo lavoro di esorcista. Ancora prima di entrare a far parte a tutti gli effetti dell’Ordine Oscuro (nome della congrega degli Esorcisti) Allen aveva già ben chiari i suoi obiettivi: distruggere tutti gli Akuma e sconfiggere il Costruttore o Conte del Millennio, colui che approfittando della tristezza nel cuore umano corrompe gli umani con la falsa speranza di resuscitare i cari defunti e crea gli Akuma dalle anime dei morti richiamati dall’Aldilà. Fu allievo del Generale Marian Cross, anch’egli esorcista appartenente all’Ordine Oscuro. Dopo tre anni di “tirocinio”, Cross decide di mandare Allen al Quartier Generale, per permettergli di fregiarsi della qualifica di Esorcista. E, poiché trovare il Castello dell’Ordine non è facile, gli affida un golem di nome Timcampi, che lo aiuterà a raggiungere la meta. Una volta giunto al Quartier Generale, Allen scopre qual è il vero scopo degli Esorcisti: ritrovare tutti i pezzi dell’Innocence, un oggetto dai formidabili poteri che contrasta la Dark Matter usata dal Conte del Millennio per creare gli Akuma. Belli i disegni, spesso ricchi di particolari. E molto affascinante la figura della famiglia Noah… insomma, in questo manga non si sa se tenere per il bene o per il male!

TRAMA La storia gira attorno a due gemelli Noel (maschio) e Maria (femmina). I due fratelli sono molto legati e assuolutamente identici tanto che è impossibil distingurli (se non fosse per i capelli). Un giorno Noel e suo padre fanno un viaggio alle Hawaii, Maria decide di restare a casa per partecipare ai tornei estivi di pallacanestro, Al suo ritorno Noel non trova più la sorella che, senza dirgli niente si è trasferita in un altro istituto scolastico dove hanno anche i dormitori. Al solo pensiero di non vedere più Maria Noel va in panico, soprattutto dopo aver saputo il motivo del suo trasferimento: una cotta per un ragazzo più grande! Noel fa la scelta più assurda, decide di trasferirsi anche lui per riporatre a casa la sua amata sorellina; peccato che i posti nel dormitorio maschile siano finiti e che Noel decida di frequentare la scuola come una ragazza! Una parrucca e il gioco è fatto Noel si trasforma in una ragazza. La sua scelta esagerata lo porta ad affrontare situazione imbrazzanti, come essere baciato da un suo amico! Intanto Maria si dichiara al suo amato ma scopre che lui è già fidanzato, decide però di aspettarlo finché non li lascieranno. Subito dopo Maria conosce il fratello minore di Hirobe (il ragazzo che le piace), il quale le chiede di fidanzarsi: lei, non conoscendolo, accetta. Ora che Maria ha perso interesse per Hirobe suggerisce a Noel di tornare alla vecchia scuola. Ma Noel si rifuta, pensando di perdere il suo buon amico Sasa e la ragazza di cui si è innamorato, la sua conquilina di stanza Miyu. Come se non bastasse un ragazzo si è innamorato di Noel (credendola una ragazza): Chris, considerato da molte ragazze il più bello della scuola. Egli fa di tutto per conquistare Noel, fino a quando lei gli dice apertamente che non gli piaccioni i maschi, ma le femmine. Sconvolto Crish pensa che Noel sia omosessuale. Poi s’insinua in lui il dubbio che Noel sia proprio una maschio. E se ne convince quando Noel cambia voce. Quindi Chris punta gli occhi su Miyu, lasciando Noel nella gelosia. 35


Un simpaticissimo manga! nonché economico… (il che conta davvero), molto adatto alle ragazze, ma non per questo vietato ai ragazzi, che anzi, leggendolo, potrebbero farsi un bel po’ di risate.

In alto a sinistra, Cuore di Menta Sopra e a fianco, Princess Princess

PRINCESS PRINCESS Princess Princess (Purinsesu Purinsesu) è il titolo di un manga scritto e illustrato dall’autrice giapponese Mikiyo Tsuda e tratta delle vite di tre studenti e della scuola particolare che frequentano. Princess Princess si evolve sulle vite di tre ragazzi che sono stati scelti,per il loro aspetto,per vestirsi da donne nel loro istituto totalmente maschile,che è il migliore di tutta la zona.il protagonista, Toru Kouno,si è appena trasferito in questa scuola,dopo aver vissuto con lo zio per 36

un po’ di tempo.Lui è uno dei ragazzi scelti per fare le Hime (principesse),essendo questa una tradizione dell’istituto per rompere la monotonia di un luogo interamente popolato da maschi. All’inizio della storia ci sono già due principesse Yuujiro Shihodani e Mikoto Yutaka,ovvero la principessa dell’ovest e quella dell’est. Toru,inizialmente dubbioso sul fatto di accettare o meno scoprirà presto che il lavoro di “principessa” puo’ essere più divertente di quanto si fosse aspettato.

AKIKO


Racconto d’appendicite

Il crepuscolo Correvo lungo le strade della città, mentre i lembi della giacca seguivano le pieghe del vento. Le indicazioni fornitemi da Icar puntavano dritte al di fuori della città, verso i monti al di là dei campi della periferia. La fatica della lunga corsa non era un problema: nel corso degli allenamenti che mi ero autoimposto avevo affrontato ben peggio. Rapidamente mi trovai ad affrontare i leggeri pendii incespicanti dei monti. Giunsi di fronte ad un complesso di torrioni d’avorio: la sede ufficiale dei Cacciatori luce. Le guardie mi osservavano avvicinarmi incuriosite e allarmate. I Cacciatori ombra solitamente non osavano avvicinarsi alle grandi fortezze fisse dei Cacciatori luce a causa delle enorme sorveglianza che era posizionata intorno e della palese inimicizia che c’era fra i due ordini. Ma io non ero comune: io rinnegavo l’associazione dell’ombra e il fatto che fossi lì, da solo, lo dimostrava. I due mi si avvicinarono e mi chiesero se avessi documenti identificativi. Io risi e mostrai la pelle dell’avambraccio destro dove ,rosso, si distingueva dalla carnagione chiara il segno impresso a fuoco ai rinnegati dell’ordine oscuro. I due si guardarono meravigliati per poi spostarsi e lasciarmi passare. Camminavo lungo i corridoi luminosi e perlacei della struttura, mentre i suoi ospiti mi squadravano da capo a piedi. Giunto in una sorta di reception la donna dietro il banco mi guardò come chiunque altro avrebbe guardato una cane randagio: con un misto di indifferenza e di noncurante superiorità. “Desidera?” Risposi: “Cerco informazioni su una cacciatrice luce…” “Mi dispiace ma le informazioni sui nostri agenti sono altamente riservate; credo lei possa comprendere che è nostro dovere tutelare…” “Si che posso... Ma io ho bisogno di sapere. E ho bisogno di parlarle…” “Non sono autorizzata a trasmettere certi dati. E’ il protocollo…” Decisamente seccato, cominciai a passo pesante ad allontanarmi, quando, ormai all’ ennesimo corridoio di avorio,un gruppetto di tre giovani Cacciatori

Premessa Il discorso è lo stesso dell’altra volta… è solo una prova… non prendetelo come un capolavoro ma divertitevi a leggerlo… E se volete darmi consigli… mandatemi messaggi al cater o cercatemi durante l’intervallo (o anche non… sono in 5A... XP)

luce mi si avvicinò; sembravano allo stesso tempo tesi e stranamente accomodanti. “Siamo addetti all’organizzazione dei dati… Potremmo essere a conoscenza delle informazioni che cerca… Ci segua” Li osservai un po’ stranito: come era possibile ci fosse corruzione in una organizzazione così importante e trasparente da essere diventata un simbolo di giustizia nell’ intero mondo Oscuro? Li seguii ugualmente; mi servivano le informazioni, al diavolo il “protocollo”. Uscimmo dal complesso e ci dirigemmo nel bosco. Dopo alcuni minuti di cammino spedito ci trovammo di fronte ad una radura polverosa. A quel punto, guardandosi intorno, mi dissero: “ Ora apriremo l’entrata al laboratorio… Stai indietro” A quel punto i tre si disposero ai vertici di un immaginario triangolo equilatero e iniziarono a cantilenare. Un cerchio luminoso comparve in terra e con un rimbombo una porta si spalancò nel suo centro esatto . Mi avvicinai con cautela e guardai la buia entrata. “Si può scendere tranquilli?” “Ovvio… Anzi, se vuoi, ti facciamo strada…” Scendemmo lungo una scalinata a chiocciola e giungemmo in un ampio spazio circolare in pietra, con il pavimento ricoperto di tappeti, l’arredamento costituito da oggetti necessari allo studio scientifico, ma anche da minacciosi strumenti di tortura posti a guardia di un’ oscura prigione . Strano, pensai, che abbiano questi strumenti… Portai istintivamente le mani alle impugnature delle armi nascoste sotto la giacca. Mentre guardavo le gabbie mi accorsi di due paia di occhi rossi sangue, intensi come mai ne avevo visti, immersi in un viso che sembrava essere stato orgoglioso e ribelle, ma che ora trasmetteva

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Arnold Bocklin, L’isola dei morti, 1880 (immagine con inversione di colore)

tristezza, anche a causa del suo aspetto trascurato. Mi persi nei suoi occhi e lei nei miei, poi, come se nulla fosse accaduto, lei distolse lo sguardo e ringhiò sommessamente, mostrando i suoi lunghi canini. Mi voltai verso gli altri tre e sentii sbattere la porta di entrata che fu poi serrata rumorosamente. “Cosa volete? Perché mi avete bloccato qui? Non dovevate darmi informazioni?” Il più alto dei tre disse: “Tanto non ti serviranno più informazioni su quella rinnegata! Da qua non uscirai mai! Tu non te lo ricorderai… I cacciatori ombra non ricordano bene la vita precedente… Ma quando ancora eri uomo,hai ucciso un’innocente, uno che poi è diventato, per tua sfortuna, un cacciatore luce…” “Non dire idiozie! Vita precedente?! Che vuoi saperne tu? Non hai alcun diritto…” “Oh sì che ne ho! Quell’innocente ero io! Voglio vendetta per la mia vita negata! Anche se tu non ti ricordi niente sei sporco e colpevole!” Durante il discorso, di cui avevo già intuito il fine, non avevo perso di vista gli altri due cacciatori, che si erano accinti ad armarsi e impugnavano ora una lancia bipunta per il loro compagno:stringevo le mie spade ormai certo dell’ imminente scontro. Dalla gabbia sentii un ringhio profondo e una violenta scossa. Estrassi rapidamente le due spade, richiamando le ombre da dentro, proiettai parte delle stesse ombre

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nella guardia dell’arma, emanando così le lame nere. Le catene che collegavano le impugnature ciondolarono. Mentre quello più basso mi attaccava, spazzando il terreno con un’enorme spada, quello con cui avevo parlato mi calò contro la sua lancia. Agilmente saltai, schivando lo spadone e andai a bloccare con una delle due spade la lancia che si abbatteva su di me, mentre con l’altra mano lanciai la spada verso il terzo nemico. Il lancio era fiacco, e lui si scostò con facilità. Ma il mio obbiettivo era un altro: la spada colpì la serratura della gabbia e spalancandola, liberai la vampira. Come un povero animale maltrattato appena può, attacca il padrone crudele, così la notturna si avventò sul cacciatore luce che si era scostato dalla traiettoria del lancio. Decisi che avrebbe potuto farcela da sola: in fondo sebbene fosse fisicamente distrutta, era infuriata con il suo avversario e sembrava avere una preparazione al combattimento molto più avanzata. Diedi uno strattone alla catena che mi collegava alla spada più lontana e , ancora in volo, ruotai su me stesso colpendo con la lama, usata precedentemente per parare la lancia, il volto dello spadaccino che cominciò a zampillare sangue come una fontana. Il lanciere riprovò nuovamente a colpirmi, credendosi avvantaggiato perché volto verso la mia schiena, ma con una rapida torsione del braccio, portai la catena attorno all’asta della lancia e tirai. Senti una leggera


resistenza e poi un sonoro schiocco. Lasciai il mio avversario a inorridirsi per la sua arma rotta e mi concentrai nuovamente su quello che avevo sfregiato: con la spada già sporca di sangue, portai avanti un affondo che lo colse impreparato e gli perforò il ventre. Cadde a terra gorgogliando e mentre cadeva scorsi alle sue spalle il cacciatore luce, che avevo “lasciato” alla vampira urlare di terrore e cadere a terra, schiacciato dal peso della sua avversaria, che voracemente gli azzannava il collo. “Non avresti dovuto farlo, cane rognoso!” Udendo queste parole mi voltai di scatto e vidi che il cacciatore che aveva parlato con me, il lanciere, si era allontanato qualche metro e, arrotolate la maniche della veste, fissava un tatuaggio che aveva sul braccio, con molti simboli arcani e mistici. “Disintegrerò te e quella succiasangue, con un colpo solo!” Stranamente il fatto che volesse distruggermi non mi importava quanto il fatto che volesse uccidere la vampira; evidentemente provavo un innaturale senso di protezione verso quella creatura malridotta. “Non lo farai…”

René Magritte, Il castello stregato, 1950

“Invece credo proprio di sì… Evoco gli spiriti di…” Le ultime parole che stava pronunciando gli si spensero in gola nell’osservare il suo braccio, quello con i tatuaggi. Gli si spensero in gola nell’osservare il suo braccio staccato dal corpo, stretto nella mia mano destra. Con un ghigno crudele gli dissi: “Io ti avevo avvisato che non l’avresti fatto…” Mentre lui urlava di dolore, gettai a terra l’arto reciso e con un colpo secco a livello del cuore spensi la sua, ormai debole, scintilla vitale. Rinfoderai le spade, dopo averle pulite dal sangue in un tappeto, e mi voltai verso la vampira: aveva finito il suo banchetto (il cadavere del terzo cacciatore sembrava letteralmente svuotato) e ora era in piedi e guardava alternamente me e i suoi vestiti

stracciati. La osservai e le lanciai la mia giacca “Metti questa: è lunga abbastanza per non mostrare i tuoi vestiti mal ridotti. Tornati in città vedremo di coprirti…” Prese la giacca e la indosso in silenzio. Poi mi guardò di sottecchi e sibilò: “Chi sei? Perché mi hai salvato? Cosa vuoi? E soprattutto, perché credi che ti voglia seguire?” Sorpreso dal fatto che non mi ringraziasse, risi. “Beh… Io sonoVirgil, un Cacciatore Ombra… Rinnegato sostengono alcuni… Non ho idea del perché ti abbia salvato in realtà… Ne so cosa voglio da te… Vedremo poi… E perché mi dovresti seguire?... Ti ho dato la mia giacca… La rivorrei indietro sai… E questo accadrà solo quando avrai vestiti decenti…” risi ancora un attimo e poi ripresi… “Ti ho detto il mio nome… Il tuo qual è figlia della notte?” Guardandomi stralunata disse: “Il mio nome… Lilith, questo è il mio nome… Ma forse il nome non avrei dovuto dirtelo. Un nome è fonte di potere…” “In tal caso… Tu hai il mio… Adesso saliamo che qua non posso chiamare la mia fonte…” Frugai sul cadavere del “lanciere” e trovai ciò che cercavo: le chiavi della porta. Mentre salivamo le scale mi accorsi che mi osservava incuriosita ma non ci feci caso: non era la prima. Usciti all’aria aperta mi accorsi che era il crepuscolo. Mi voltai verso la vampira e cominciai: “La luce del…” ma lei prontamente rispose: “…Del sole? Credi davvero a questa leggenda?… L’unica cosa che il sole ci fa è schiarirci la pelle…” Rise fra se e uscì anche lei nella radura mentre la porta svaniva alle sue spalle. La osservai e stupefatto mi sembrò di osservare una perfetta statua in marmo: la sua bellezza era considerevole, non c’era niente da discutere. Mi ripresi ed estrassi dalla tasca il cellulare, composi un numero e lo accostai all’orecchio. “Pronto Ich… Perché non mi hai mai accennato al fatto che esistessero altri rinnegati?” “…” “… Oh… Sì hai ragione è palese che non sia l’unico… Dove dici che trovo le informazioni che cerco?... Ok, tappa in città e mi ci dirigo subito…” Chiusi la comunicazione, riposi l’apparecchio al suo posto e mi voltai verso Lilith: “Dai… Vediamo se in città hanno qualcosa che si addica ad una vampira…” Wild con la cortese collaborazione di Ale

(thanks per tutto)

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Amici del Cater, fans dei Guns N’ Roses, è giunto il momento che più o meno tutti aspettavamo da anni: l’uscita di Chinese Democracy dei Guns N’ Roses, o di ciò che ne resta. La band, decimata dalla dittarura del cantante Axl Rose, unico membro superstite della line up originale, ha fatto il suo ritorno vendendo per ora solo 1 mln di copie circa dopo 3 mesi dall’uscita. La produzione del disco è costata circa 13 mln di dollari e ha coinvolto una lista interminabile di musicisti (circa 256), tra membri della band e collaboratori. Tuttavia durante questi anni Axl Rose non è stato in studio con il solo scopo di realizzare Chinese Democracy: ha scritto materiale per altri due album che saranno pubblicati nel 2010 e 2012 (ma di questo passo, secondo i miei calcoli, vedranno la luce nel 2025). L’album comincia con la title track - Chinese Democracy - che si apre con riff tagliente e distorto che sfocia nell’urlo di Rose , impetuoso e ancora virile, che sembra dire “eccomi, sono tornato”. L’elemento più rilevante del brano è sicuramente il testo, che risulta molto interessante in alcuni punti: «If they were missionaries / Real time visionaries / Sittin’ in a Chinese stew / To view my disinfatuation» «And if you beat them enough they’ll die / Its like a walk in the park from a cell». La seconda traccia, Shackler’s Revenge, piuttosto rabbiosa e intensa, risente dell’influenza di Buckethead. Better è uno dei pezzi migliori dell’album in cui l’espressività di Axl non sembra troppo peggiorata col tempo. Ottimi anche gli scambi di battute durante l’assolo tra Robin Finck e Buckethead. Questa parte iniziale dell’album risulta la migliore perché è legata allo stile del passato. Con Street of Dreams e una intro alla Elton John iniziano i nuovi Guns N’ Roses caratterizzati da canzoni in cui un piano alla Axl Rose è più importante di una chitarra alla Slash per creare la melodia. In If The World anche i sintetizzatori cominciano a diventare una presenza ingombrante. There Was A Time, unica e molto coinvolgente, è un pezzo puramente rock, senza nessuna influenza moderna; potrebbe tranquillamente essere uscito da una session di registrazioni di Use Your Illusion, ultimo album di materiale originale pubblicato nel 1991. Segue Catcher In The Rye, brano con qualche veduta pop. Il messaggio di Scraped è uno solo: faccio quello che voglio come e quando mi pare. E la pluriposticipata uscita di Chinese Democracy dimostra che Axl ancora una volta, fregandosene delle critiche, ha fatto ciò che voleva. I Guns N’ Roses con Riad N’ the Bedouins ci vogliono dire che a loro non interessano le guerre mediorientali: “I don’t give a fuck ‘bout them cause I am crazy”. La decima traccia è Sorry, dal ritmo troppo lento e melenso, a cui partecipa anche l’ex frontman degli Skid Row Sebastian Bach. I.R.S. appare interminabile, perchè i continui rallentamenti rendono difficile l’ascolto. Madagascar invece rimanda vagamente ai vecchi tempi di Civil War con l’interludio in cui sentiamo un discorso di Martin Luther King e alcuni dialoghi tratti dal film Mississipi Burning (ah, dimenticavo! il suono che si sente in sottofondo sarebbe l’assolo di chitarra). This I Love, scritta e suonata da Rose, è la canzone “al piano” di Chinese Democracy. Prostitute, pezzo molto leggero e orecchiabile, chiude questo progetto lungo 14 anni. Il New York Times ha definito l’album come “il Titanic degli album rock” intendendo la nave e non il film, mentre Rolling Stone l’ha premiato con 4 stelline su cinque. A mio avviso merita un 6 ½. Perché se sentissi una di queste canzoni alla radio non mi verrebbe voglia di spegnere e perché è un prodotto nettamente superiore alla media di ciò che propone MTV. Però la sufficienza è stretta, perché dopo aver trascorso 71 minuti ad ascoltare un egocentrico malato d’orgoglio che raglia accompagnato dal suo gruppo di tirapiedi, ho capito chi erano i veri Guns N’ Roses. Questo album dimostra che 6 chitarristi non sono stati degni, come prevedibile, di rimpiazzarne due. Come i Led Zeppelin non valgono nulla senza Jimmy Page o gli AC/DC senza Angus Young, così i Guns N’ Roses senza Slash e Izzy. Se Mr.Axl avesse voluto preservare la dignità dei Guns, avrebbe iniziato una carriera da solista, invece di sfruttare un nome che ormai non ha più significato, e magari avrebbe venduto anche più copie; ma quando mai Axl Rose e la dignità sono state la stessa cosa? Tanto più che egli non ha partecipato alla promozione del suo disco: il frontman dei Guns è sparito nel nulla per oltre due mesi, proprio nel periodo in cui il disco era appena uscito. Tra i fan c’è agitazione: cosa sta combinando Axl? Secondo alcune indiscrezioni la sua sparizione non avrebbe nulla a che fare con un’avversione a promuovere il disco. Al contrario nei blog si vocifera che l’eccentrico cantante stia lavorando alla reunion della band con la sua formazione originale: Steven “popcorn” Adler, Izzy Stradlin, Duff “king of beers” McKagan e Slash. Dobbiamo crederci? Non credo proprio. E chi ha letto la fantastica biografia di Slash, che consiglio a tutti, sa bene il perché. Scommetto che a molti Chinese Democracy piacerà. Quindi leggete la recensione, ma non fidatevi troppo di ciò che scrivo forse più per rabbia che per altro, ascoltate il disco e giudicate voi stessi!!! MTN

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Dritti al cuore del Corriere Morra: «I giornali sono più veloci anche di internet, ma meno interessanti per i giovani che hanno meno strumenti per capire e cambiare il mondo»

Il giornalismo spesso e volentieri è stato contestato da nessuno, grazie all’onestà nel autoreferenziale: parla di sè e fa notizia. Non è riportare le parole altrui». questo il caso, in quanto il Caterpillar non è un Quando, come e perché ha scelto di diventare giornale tout court, ma una delle testate di lungo giornalista? corso della multiforme e peculiare tradizione «Ho scelto questo mestiere quasi per caso e delle riviste studentesche: approccio informale, con l’aiuto della fortuna - ricorda Morra - Avevo taglio umoristico, quindi anche autoironico, diciannove anni ed ero uno studente di Lettere alla licenze di stile e linguaggio, fine di divertire facoltà di Storia della Statale di Milano, quando anche informando e commentando - autori e conobbi il direttore di un piccolo giornale senza lettori di uno stesso target. giornalisti. Così mi ritrovai a fare il corrispondente Per definire quest’intervista ad Antonio Morra, dalla mia città, Sesto San Giovanni, e poco dopo caporedattore del Corriere della Sera e già docente passai all’Avvenire, dove si era liberato un posto universitario di Teoria e tecnica del giornalismo, come corrispondente. si potrebbe in certo modo scomodare un termine Iniziavano gli anni ’70, i cosiddetti anni di come metagiornalismo: la bimestrale rivista piombo. E il clima già cominciava ad essere studentesca si apre al quotidiano pesante. I terroristi cercavano e chiama il Corriere. di finanziarsi con rapine; la Alfin per entro il fumo Alle ore 14 dello scorso venerdì politica era impreparata a questi De’ sigari onorato, al romorio 6 febbraio, in sala mensa crescenti crimini senza ancora De’ crepitanti pasticcini, al grido tra briciole e chiacchiere di una precisa fisionomia; la Militar, di gelati e di bevande Ordinator, fra le percosse tazze sottofondo, due studentesse gente nutriva per questi attivisti E i branditi cucchiai, viva rifulse e un giornalista intavolano un’apparente simpatia, assurda Agli occhi miei la giornaliera luce un’intervista… per noi che conosciamo i fatti Delle gazzette. Ma come si affronta che seguirono. Nel complesso, un’intervista? la protesta era ritenuta un po’ Giacomo Leopardi, «Un’intervista deve dirigersi Palinodia al marchese Gino Capponi, eccessiva, ma sottovalutata». vv. 13-20 verso un obiettivo, avere un «Il mio compito - precisa Morra tema preciso - spiega Morra - m’imponeva di cercare notizie - E’ fondamentale focalizzare presso le fonti ufficiali: per la l’argomento da trattare, poi messo in evidenza cronaca nera, i Carabinieri, la Polizia, i Vigili nel titolo: le peggiori interviste sono quelle che Urbani e del Fuoco, per la cronaca bianca, il parlano dell’ “universo mondo”, cioè di tutto Comune e i sindacati, in quanto Sesto era sede e di niente contemporaneamente. E non ci si di molte aziende. Ogni mattina s’iniziava a dovrebbe tanto impuntarsi sulle esatte parole telefonare, per poi sviluppare e approfondire dell’intervistato, ma sul senso generale del i fatti del giorno. L’indagine era diretta, sul discorso, esponendo correttamente il pensiero di campo, e dinamica: allora che cominciavano a colui che parla. verificarsi i primi attentati dei gruppi terroristici “Mettere in piazza” una persona intervistandola di estrema sinistra, la tendenza generale era è un’esperienza in qualche modo traumatica per quella di depistare le indagini per non allarmare lei. E’ importante andarci piano, anche perché la la popolazione. correttezza premia: in 36 anni non ho mai usato Ricordo l’episodio di un vigilantes ferito da un registratore per le interviste e non sono mai membri di questi gruppi di estrema sinistra: 41


secondo la versione ufficiale, una vendetta per motivi passionali. Ma mia madre, che lavorava nell’azienda in cui la guardia prestava servizio, mi disse che erano apparse rivendicazioni del gesto su muri interni all’edificio. Quindi scoprii la verità e feci uno scoop». Ed è approdato al Corriere? «Nel ’76 divenni corrispondente per Il Giornale da Monza, territorio complesso con un tribunale e la sede di Confindustria, e cominciai a seguire anche la cronaca giudiziaria. Allora conobbi Indro Montanelli, con cui mi trovai molto in sintonia e progettai la creazione di pagine di cronaca provinciale. Poi divenni cronista per il Corriere da Monza negli anni tra il ’78 e l’85, quando i criminali calabresi dovevano soggiornare in Brianza e si verificarono numerosi sequestri di industriali e imprenditori della zona». «Dal giornalismo d’indagine passai in redazione, dove sono tutt’ora: - conclude Morra - prima lavorai alla cronaca nera sulle pagine della Lombardia, poi alle cronache italiane, dove svolsi un ruolo nell’organizzazione del lavoro, insieme a molti giornalisti di talento come Stella e Merlo, e seguii ad esempio la vicenda di Mani Pulite e la lotta alla mafia». Com’è organizzato un giornale come il Corriere? «Come una piramide, molto gerarchizzata: in cima il direttore, sotto il quale i tre vicedirettori seguiti dai capiredattori centrali con i propri staff. Ogni settore ha un capo con un vice e i propri giornalisti».

Com’è cambiato il giornalismo dagli anni ’70? «In quarant’anni - constata Morra - è divenuto soprattutto più veloce. E la varietà attuale dei mezzi d’informazione fa sì che la gente si rechi dall’edicolante non per conoscere le notizie, già apprese da internet e tele o radiogiornali, bensì per approfondirle. La globalizzazione rende il mondo connesso in ogni sua parte, quindi molto più complicato. Per esempio, la borsa di Tokio è la prima che comincia a lavorare, quando in Italia sono le due del mattino, mentre Wall Street è l’ultima a chiudere, alle cinque del pomeriggio: il ciclo economico mondiale è continuo e complesso. Il ruolo del giornalista è quello di semplificare la realtà, fornendo anche interpretazioni. Il giornale ha proprio questo vantaggio: il tempo limitato del Tg permette solo di riportare la notizia senza approfondirla, l’articolo lascia lo spazio necessario per esprimere una posizione con onestà e correttezza, un pensiero che possa aiutare il lettore a crearsi un personale punto di vista». Quindi i giornali non sono imparziali? «Nell’informazione l’importante non è l’imparzialità, ma l’onestà e la correttezza che il lettore deve pretendere e che il giornalista deve offrire: ogni informazione va verificata e ogni opinione è solo un aiuto al lettore per farsi una propria idea. D’altra parte sarebbe impossibile dire bugie: la fonte è confrontabile con altre di ogni tipo. E ciò è un vantaggio rispetto al passato, quando la presenza di pochi mezzi d’informazione, come

Antonio Morra al simulatore della Ferrari all’autodromo di Monza

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un solo canale tv, permetteva un più parziale controllo dell’informazione». Con quali criteri vengono scelte le notizie? «Per il clamore che suscitano e soprattutto per l’interesse da parte della gente: fanno notizia i fatti che condizionano la vita delle persone, dagli incentivi anticrisi, all’elezione di Obama. Mentre i criteri sono gli stessi per qualsiasi testata, il modo in cui le notizie vengono trattate varia: un giornale di partito seguirà una linea volta a difendere e promuovere le proprie idee presso un lettore che, comprando un certo tipo di giornale, si aspetta un certo tipo d’informazione. Il giornalista non informa per convincere della propria opinione, anche se è inevitabilmente influenzato delle sue esperienza di vita». La trasparenza del giornalista è limitata dalla costante eventualità di querele? «Un giornalista deve verificare fino alla certezza le proprie fonti d’informazione: solo se ha in mano elementi che ritiene sicuri può liberamente, senza paura, esprimersi. Altrimenti, la querela sarebbe più che giustificata». Perché i giovani hanno poco interesse per la lettura dei quotidiani? «In genere i giornali sono fatti da persone non più giovani, quindi con interessi diversi rispetto a questa categoria: è difficile che i temi trattati siano d’interesse per tutti. Inoltre il giornale è un mezzo d’informazione apparentemente lento, serve del tempo per leggerlo. Quest’idea corrisponde al pensiero comune, ma non alla realtà: il quotidiano è più veloce rispetto ad altri mezzi, in quanto l’impaginazione, la titolazione e la forma grafica forniscono rapidamente un’idea d’insieme, mentre per esempio l’informazione su internet comporta perdere molto più tempo nella ricerca che nella raccolta di notizie. Infine il giornale permette un immediato confronto tra idee diverse: vantaggio che non si nota perché non si è abituati a confrontare i media». «In passato, - prosegue Morra - essendoci meno strumenti d’informazione, anche i giovani compravano i giornali, come io prendevo Il Giorno. Era un modo di “disturbare il manovratore”: si sentiva per così dire l’esigenza di aprire la società,

che negli anni ’70 era più semplice da analizzare (anche attraverso gli strumenti del marxismo) e più chiusa, e di entrare nel dibattito politico, visto come mezzo per modificarla. Oggi invece i giovani, come tutti, dispongono di pochi strumenti per analizzare una società complessa come l’attuale e hanno meno motivazioni per provare a cambiare la realtà: senza poter capire bene il contesto in cui si vive, vengono meno i motivi per documentarsi, approfondire, discutere. E la gente non si appassiona più alle grandi cause. Se un libro come La casta. Così i politici italiani sono diventati intoccabili (libro-inchiesta dei giornalisti Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo del Corriere della Sera edito da Rizzoli nel 2007, ndr) fosse uscito negli anni ’70, il Parlamento sarebbe stato ribaltato. Mentre oggi cos’è successo?» Qual è il suo libro preferito? «La Variante di Lűneburg di Paolo Maurensig, un libro davvero eccezionale che ho letto qualche tempo fa. Ambientato durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale, racconta di un gerarca nazista che gioca a scacchi con un detenuto ebreo di un campo di concentramento e che reincontra il suo sfidante a guerra finita. I due giocano una nuova partita a scacchi, senza che il tedesco conosca la vera identità dell’ebreo: quando egli capisce dalle mosse del gioco chi ha di fronte, non riesce a resistere al rimorso e si suicida». Ma come? i libri preferiti dai giornalisti trattano di giornalismo! «Oh no! Al di fuori del lavoro i miei interessi non si limitano al giornalismo…». Giulia e Roby 43


Un po’ di storia… Fender è una casa di strumenti musicali fondata nel 1946 da Leo Fender ed è uno dei più famosi brand nel mondo dei costruttori di chitarre, bassi elettrici ed amplificatori. Tra gli anni Quaranta e Cinquanta Leo Fender fu tra i primi a progettare e costruire le chitarre “Solid Body”, cioè senza cassa acustica: il primo modello fu battezzato Esquire, da cui poi fu generata la Telecaster. Le più grandi sedi di produzione dei prodotti di questa serie avvengono in California, in Messico e in Giappone, Cina e Corea. Negli ultimi due stabilimenti vengono prodotti gli strumenti a marchio Squier, per così dire le Fender dei poveri, che in effetti costituiscono il mercato “Low-Badget” della compagnia. Nel corso degli anni la Fender ha continuato a produrre i suoi modelli di spicco in tutto il mondo: le chitarre Fender sono le più popolari fra i migliori chitarristi di tutto il globo, da Syd Barrett con la sua Black Telecaster a Hendrix (Woodstock Olympic White), Santana, Gilmour (Mary Kay), Clapton (Blakie), Knopfler (Red) con la mitica Stratocaster. Fender si distingue da Gibson Un fattore che ha favorito la popolarità del marchio Fender è stata appunto la produzione di pezzi che andavano contro la tradizione costruttiva degli inizi: la

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ricerca era infatti volta a conferire agli strumenti una qualità migliore, mediante l’uso di alcuni espedienti, come la doppia bobina per i pickup (i cosiddetti HumBuckers) ed il manico incollato al body. La Gibson ha effettivamente mantenuto una politica volta a garantire questo tipo di qualità; invece la Fender ha scelto di costruire dei pezzi di minor qualità, quindi con la bobina singola per i pick-up e con il manico avvitato al body. Per quanto riguarda il suono dello strumento si ottiene un diverso impatto sul sustain e sulla tipologia di suono. Il marchio Fender negli anni Nel 1965 Leo Fender vendette la società alla Columbia Broadcasting System (CBS), principalmente per sviluppare l’impianto industriale e potenziare il mercato musicale, grazie alle dimensioni economiche di Cbs. La reazione fu negativa, poiché si riteneva che la Cbs fosse interessata al profitto piuttosto che alla qualità dei prodotti. Infine Leo Fender vendette la società ai suoi dipendenti, per poi fondare la Music Man (si ricorda Steve Morse, che ne possiede una completamente personalizzata da lui) e per ultima la George & Leo (G&L). Oggi la Fender produce ancora gli stessi modelli.


Ma come essere sicuri che la qualità sia la stessa? Ad esempio io, da buon chitarrista, posseggo una Fender Stratocaster 1989. Di recente ho provato Un’Highway del 2005, cioè un modello che ricalca le fattezze della Stratocaster 1952 sia nelle meccaniche sia, teoricamente, nei materiali che la compongono: nel manico si riconosce facilmente l’Acero, così come nella tastiera, su cui la mano può scorrere in modo superbo… Anche se devo ammettere che i tasti non mi hanno convinto appieno, visto che sul modello Fender ’52 i tasti dovrebbero essere un poco più spessi. Il dubbio più grande sorge sul Body, che dovrebbe essere in frassino o al massimo ontano, ma, confrontato con quello della Stratocaster ’89, sembra più leggero: l’effetto purtroppo è di svuotare leggermente il suono. Quindi l’esito finale non mi è sembrato di qualità Fender (teniamo conto che l’ampli è un modello Marshall pre-valvolare di altissima qualità), prima di attivare il Di Marzio con interruttore, che è stato messo al posto dell’Hum-bucker. Un problema personalmente riscontrato riguarda le “Made in Mexico”: questi modelli hanno pur sempre il manico in si sarebbe ricevuta anche solo vent’anni fa. Quindi un consiglio spassionato per i lettori del Caterpillar: chi di voi è alla ricerca di una chitarra come si deve farebbe meglio a puntare sul “vintage”, anche se questo vuol dire fare riferimento ad un budget molto più alto (una vintage del ’60 può costare più di € 4000). Se avete opinioni al riguardo, non esitate a scrivere alla redazione del Caterpillar. Guitarman acero come le “original”, ma hanno il body in pioppo e tre single-coil come pickup, vale a dire gli stessi che si usano per costruire le Squier, che come è risaputo hanno qualità molto inferiore ai pezzi Fender. Ne ho dedotto che l’acquisto di una Fender oggi non ti dà la stessa garanzia che

È classico ciò che tende a relegare l’attualità al rango di rumore di fondo, ma nello stesso tempo di questo rumore di fondo non può fare a meno. Italo Calvino, Perchè leggere i classici, 1981

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Saggio tratto dal periodico studentesco «N.C. non classificato», numero 13, febbraio 1993 Dopo Aristotele, per parecchio tempo non ci furono grandi filosofi, ma solo tanti copiatori dei precedenti. Come Aristarco, Aristogitone, Aristogatto, Arieccolo, Telemaco, Telefono e Telegrafo, importanti per le applicazioni scientifiche delle loro scoperte; Termosifone di Tubo, che sosteneva che il caldo fosse il principio di tutte le cose, Arachide di Burro, Iride di Ciglio, Apolide di Dove, Anice di Succo, Antifone di Salmo. Poi vennero gli Scettici. Il fondatore della scuola era Pirrone e sosteneva che non si può dir nulla di nulla. Ancor oggi gli studiosi si domandano come potesse dirlo, dal momento che non si poteva dire nulla di nulla. Il concetto di Pirrone, comunque, è sopravvissuto ai secoli, e tuttora è spesso citato durante i maxiprocessi. Allievo di Pirrone fu Missile di Ustica, che capì alla perfezione la massima del maestro. Coerente con la sua filosofia, Pirrone, che non era certo di niente e dubitava di tutto, un giorno stava spiegando tutto questo a un suo discepolo, quando questi cadde in una pozza di fango profondissima. Pirrone, come se nulla fosse successo continuò a spiegare le sue teorie camminando innanzi, dove però un’altra pozza lo attendeva. Da allora i suoi discepoli si domandarono se Pirrone fosse scettico o semplicemente miope. Insieme agli Scettici, cominciarono a farsi un seguito anche gli Stoici e gli Epicurei. Gli uni dicevano che non bisognava attaccarsi ai piaceri della vita, come mangiare e bere, gli altri il contrario (secondo la vulgata medioevale del pensiero epicureo, ndr). Molti Stoici morirono di fame, molti Epicurei d’indigestione. Dopo il crollo dell’Impero Romano, si dovette aspettare parecchio, fino al periodo medioevale, prima di trovare altri filosofi. Dopo il grande insegnamento di S. Agostino, Dottore della Chiesa, ci fu Severino Boezio. Egli scrisse il «De Consolatione Philosophiae», dove narra come la sua unica consolazione, mentre era in prigione perché sospetto al re Teodorico, fosse la filosofia, che gli apparve addirittura in cella e lo liberò da tutte le sue sofferenze. Il suo maggiore discepolo attuale è Renato Vallanzasca, vera e proprio esperto della liberazione. Comunque, tutta la filosofia medioevale voleva dimostrare che basta sapere far funzionare il cervello e ci si accorge che Dio esiste. Ecco spiegato perché il politico Claudio Martelli si è dichiarato ateo. In questo periodo S. Tommaso d’Aquino fondò la filosofia Scolastica, il cui patrono era S. Apollinare in Classe. Poi, per i filosofi, furono tempi duri. Giordano Bruno fu bruciato vivo; Tommaso Campanella si fece ventisette anni di prigione e ne uscì fingendosi pazzo: sulle prime, le autorità non gli credettero, poi lessero i suoi trattati

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filosofici e, impietositi, lo scarcerarono subito. Ma il più grande filosofo e scienziato di quei tempi fu Galileo Galilei. Egli si divertiva a lanciare pesi di diverse dimensioni dalla torre di Pisa, mentre un folto pubblico osservava sotto di lui. Così teorizzò che la forza di gravità fa venire il mal di testa. Un giorno si sporse troppo dalla torre e cadde anche lui, fu ricoverato all’ospedale come malato grave. Teorizzò allora la caduta dei gravi, con la felice formula: quando uno cade dal primo piano è poco grave, quando cade dal terzo è grave, quando cade dal sesto e più è un peso morto. Ripresosi, Galileo studiò a lungo il funzionamento del pendolo: stava in casa sua e per ore e ore fissava il pendolo che si muoveva avanti e indietro… Scoprì così l’ipnosi. Dopo molti anni di studi sul pendolo, Galileo morì cieco. Ma la filosofia aveva già trovato un nuovo campione: Cartesio. Egli fondò tutta la sua filosofia su un unico principio - «Penso, dunque sono» - che sarà definitivamente smentito ai nostri giorni, con la venuta al mondo della ballerina Lorella Cuccarini. Un altro grande francese di quel periodo fu Pascal. Egli cercò d’indagare la sua interiorità, scavando nel profondo di se stesso, descrivendo la sua ricchezza e complessità interiori. Ne ricavò pagine e pagine di scritti filosofici: i suoi «Pensieri» raccolti in diversi volumi. Analogamente, al giorno d’oggi, Marina Lante della Rovere Ripa di Meana ha raccolto in un libro tutti i ricordi del suo passato, la gente che ha conosciuto, gli uomini che ha amato: il libro s’intitola Pagine gialle. Contemporaneo di Pascal fu Benedetto Spinoza, filosofo acuto e pungente (lo dice il nome), che sosteneva che esiste una sola sostanza, che essa è eterna e non cambia mai, anche se ha molti attributi. I critici odierni hanno identificato la sostanza spinoziana con Giulio Andreotti, in quanto, oltre a non cambiare mai, riceve spesso i più disparati attributi. Mike Diegoli Ho sempre desiderato di fondare un bel museo filosofico dove vorrei raccogliere o riprodurre in buoni fac-simili la caverna di Platone, la cella di Socrate, il giardino di Epicuro, la botte di Diogene, la tartaruga di Zenone, l’asino di Buridano, la testa parlante di Bacone, le catene di Campanella, il torracchione di Montaigne, il bischetto di Boehme, la stufa di Descartes, gli occhiali di Spinoza, il rogo di Bruno, una bottiglia d’acqua di catrame di Berkeley, i pantaloni di Kierkegaard, la pistola di Weininger, la rosa di Ardigò, il cane impagliato di Shopenhauer e altre reliquie e cianfrusaglie della stessa specie. Sono sicuro che riuscirebbe – se visitato e meditato da veri saggi – assai meno noioso e insieme più istruttivo di molti trattati e sistemi di filosofia. Giovanni Papini, Mostra personale, Morcelliana, 1941


Borgognografia

(ossia: L’ode al Tacchinaggio)

Alessandro Borgogno (nato il 32 di ottembre dell’85 a Severoskopskaja*) è figlio di Filippo, re di Macedonia e di Maria di Borgogna, duchessa di Cassata, e grandissima coltivatrice di Marijuana. La vita di Borgogno prende presto una brutta piega quando il padre, dopo aver vinto la medaglia d’oro nel Lancio del Tronco alle Olimpiadi autunnali di Bassano del Grappa (con conseguente squalifica per doping), viene “sniffato vivo” dalla madre, la quale patisce un’atroce fine per overdose, lasciando il figlio unenne orfano. In seguito Alessandro, che sarebbe dovuto divenire un noto ghiottone con il nome di Magno, viene raccattato da Battista Panseri, famoso barbone/santone italiota, che lo fa sbarcare clandestinamente in Italia. Qui il giovin Alessandro viene addestrato dal suo nuovo Guru ad un numero molteplice di pratiche autolesioniste, come il tifo per l’Inter di Cùper della stagione 2001/02, ed il successivo vagabondaggio nel tentativo di annunciare la buona novella della Vittoria dell’Internazionale Football Club in grandi città come Bottanuco, Roccacannuccia e Vergate sul Membro. Dopo queste mirabolanti vicende il Nostro viene infine abbandonato da Panseri, il quale lo fa rinchiudere nel Carcere di Massima Sicurezza (conosciuto anche come Liceo Scientifico Statale L. Mascheroni). Qui può vivere finalmente la spensierata esistenza che tanto aveva vagheggiato; ciò nondimeno, in seguito alla sua partecipazione al colossale progetto mascheroniano denominato Großes Projekt für die Verbesserung der menschlichen Linie zu seiner Herrschaft über die Land und zu Wasser (o più semplicemente Caterpillar) è costretto ad imbattersi nuovamente nel santone Panseri, che detiene il 50,1% delle azioni del Caterpillar stesso (che tanto per la cronaca equivalgono a circa 5 euro canadesi). Al Caterpillar il nostro eroe scrive e firma titanici articoli che resteranno nella storia del giornalismo italiano (basti citare Come conquistare l’Inghilterra in tre piccoli passi e la recensione del film Il Gods of Metal raccontato dalla Pimpa); accanto ad essi sforna anche articoli di poco conto (ad esempio Intervista con Giulio Andreotti riguardo ai suoi (presunti) rapporti con la mafia fino al 1980). La sua fama si amplifica maggiormente grazie alla sua destrezza nei fotomontaggi (celebre quello in cui Berlusconi sembra raggiungere l’altezza di 2,16 metri); in poco tempo diviene abbastanza popolare da riuscire a farsi la ragazza. Tutto sembra andare per il meglio, finché proprio la sua bella decide che è ora di finirla con tutta sta fama e decide di venderlo come schiavo alla migliore offerente. Viene quindi comprato da due sbarbine un anno più grandi di lui (una delle quali è mia sorella, e me ne rammarico), che trattano il povero Borgo con lo stesso rispetto che si dà ad uno zerbino. Ciònonostante il nostro eroe riesce a liberarsi dal suo giogo mandando affanbrodo rispettivamente la ragazza, le sbarbine ed il Santone, da cui rileva la totalità della azioni della Caterpillar & Co. trasformando la sua nuova azienda giornalistica in un vero e proprio Tempio del Cazzeggio. Si sa però che le cose belle non son fatte per durare, ed infatti il buon vecchio Ale ha deciso di lasciare per il momento il Cater e sfidare la sorte laureandosi (nel tentativo di rimpinguare le schiere dei disoccupati italioti) in ingegneria idraulica fognaria applicata… *In italiano Un-Posto-a-Caso.

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a cura di Narsete di Feiez


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