SMART CITY PER IL SUD. UN QUARTIERE SMART A BARI

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Antonia Filomeno

Smart city per il

sud un quartiere smart a bari

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Tesi: “Smart City per il sud. un quartiere smart a bari” Magistrale in Architettura per la Sostenibilità Facoltà di Architettura Università IUAV di Venezia A.A. 2011/2012 Stud.ssa: Antonia Filomeno Relatore: Prof. Giuseppe Longhi Discussa il: 28.03.2013 Con votazione: 110/110 Contatti: antofilomeno@gmail.com

Quest’opera è distribuita con licenza Creative Commowns Attribuzione - Non commerciale Condividi allo stesso modo 3.0 Italia. Stampato in Italia il 28 Marzo 2013 GRAFICHE BIESSE SAS, Andrea Battanoli & C Via Enzo Ferrari, 11 30037, Scorzè (Venezia)

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Antonia Filomeno

Smart city per il

sud un quartiere smart a bari

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indice c-map

ABStrACT Pag. 009

La città:il nostro futuro come specie

la città: il nostro futuro come specie

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Pag. 013

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Principi della progettazione generativa

Cos’è una Smart city

SMART CITY PER IL SUD

Come leggere le Smart Cities

02 La Puglia attraverso i Programmi UE 2007-2013

COS’È UNA “SMART CITY” Pag. 027

Bando MIUR: Smart Cities e Communities and Social Innovation Il progetto Metropoli terre di Bari

Il PAES della città di Bari ed il progetto Bari Smart City

Analisi del Metabolismo Urbano

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SMART CITY PER IL SUD Pag. 053

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Le risorse naturali

La città e le Circoscizioni di Bari Analisi Swot di Bari


Bibliografia Verifica

Pag. 183

Obiettivi di Sviluppo Sostenibile Rio +20

Pag. 177

08 07

Vision al 2050 Opportunità e dematerializzazione Inclusione e creatività Produzione di energia Produzione di cibo

06

I luoghi del progetto smart Il progetto smart

Accountability del progetto

alla madonnella Pag. 143

Scopi del progetto

Modelli di riferimento per progettare con l’Agenda Linee guida per il progetto Smart

05 progettare con

Progetto Smart per il quartiere Madonnella

l’Agenda Pag. 115

04 Database Pag. 101

Tactical Urbanism

Modelli di riferimento

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indice lineare

00 ABSTRACT

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LA CITTÀ: IL NOSTRO FUTURO COME SPECIE

Pag.

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Pag.

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01.1 La città:il nostro futuro come specie

01.2 Principi della progettazione generativa

02

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COS’È UNA “SMART CITY”

Pag.

027

Pag.

053

Pag.

101

02.1 Cos’è una Smart city

02.2 Come leggere le Smart Cities

SMART CITY PER IL SUD

Città del meridione all’interno dell’UE e del quadro Nazionale

03.1 La Puglia attraverso i Programmi UE 2007-2013

03.2 Bando MIUR: Smart Cities e Communities

and Social Innovation

03.3 Il progetto Metropoli terre di Bari

03.4 Il PAES della città di Bari ed il progetto Bari Smart City

Analisi della città di Bari

03.5 Analisi Swot di Bari

03.6 La città e le Circoscizioni di Bari

03.7 Analisi del Metabolismo Urbano

03.8 Le risorse naturali

03.8.1 Il Clima in Puglia 03.8.2 La bioticità di Bari 03.8.3 Catalogo della biodiversità 04 Database 04.1 Modelli di riferimento 04.2 Tactical Urbanism

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progettare con l’Agenda

Pag.

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Pag.

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05.1 Progetto Smart per il quartiere Madonnella

05.1.1 Risorse fische, naturali e umane del quartiere 05.1.2 L’impronta ecologica 05.2 Linee guida per il progetto Smart 05.2.1 Il Decoupling 05.2.2 Europa 2020 05.2.3 Connecting Europe Facility 05.2.4 Il Backcasting 05.2.5 L’Agenda

05.3 Modelli di riferimento per progettare con l’Agenda

05.3.1 Orti Urbani 05.3.2 Tamponamenti verticali biotici 05.3.3 Guerrilla Gardening 05.3.4 Smart Grid 05.3.5 Change by Us 06 Il progetto smart alla madonnella 06.1 Scopi del progetto

06.2 Accountability del progetto

06.3 I luoghi del progetto smart

06.4 Produzione di cibo

06.5 Produzione di energia

06.6 Inclusione e creatività

06.6 Opportunità e dematerializzazione

06.6 Vision al 2050

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Verifica 07.1 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile Rio +20

Bibliografia

08.1 Bibliografia

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Smart City per il Sud nasce dalla riflessione sul ruolo della progettazione urbana, la quale ha molteplici compiti: far fronte al fenomeno dei cambiamenti climatici e dell’aumento esponenziale della popolazione mondiale; aumentare la vivibilità e le qualità di un luogo; generare un nuovo sviluppo attraverso i moderni strumenti della tecnica, tra cui le Smart Cities. La tesi di ricerrca propone una Smart City a Bari, sulla base delle iniziative dell’Unione Europea, stanziate per le regioni dell’obiettivo 1 che presentano ritardi nello sviluppo. Tali iniziative promuovono lo sviluppo armonioso, equilibrato e duraturo delle attività economiche, lo sviluppo dell’occupazione e delle risorse umane, la tutela e il miglioramento dell’ambiente, l’eliminazione delle ineguaglianze e la promozione della parità tra uomini e donne. Nello specifico a Bari viene individuato un quartiere pilota nel quale applicare un modello di Smart City basato sulla progettazione per scopi. Viene proposta così una agenda che ha come scopi principali: l’autosufficienza alimentare ed energetica del quartiere; l’aumento del sapere, della creatività, della coesione e dell’inclusione sociale; la creazione di nuove opportunità di lavoro e la dematerializzazione di oggetti e servizi della pubblica amministrazione. Gli scopi dell’agenda puntano al raggiungimento di una gestione urbana smart e, in generale, a un futuro più sostenibile. Per soddisfare tali obiettivi si investe in risorse umane, tecnologia e tutela degli ecosistemi naturali. Il risultato è un “quartiere smart” aperto, inclusivo e generativo che può divenire un modello esportabile in quanto connesso.

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1.

la cittÀ

1 il nostro futuro come specie Le città hanno un ruolo fondamentale nel nostro millennio:

“2% è la superficie terrestre occupata dalle città,

50% della popolazione mondiale vive in territorio urbano, 75% dell’energia globale è consumata nei centri urbani, 80% delle emissioni sono prodotte dalle città

FONTE: Alberto Cottica, Cosa vuol dire “smart” in smart city?, http://www. chefuturo.it/2012/10/ cosa-vuol-dire-smartin-smart-city/ 29/10/2012

Per far fronte a questa realtà si parla moltissimo di smart cities e per questa grande attenzione ci sono due motivi. Il primo è strutturale: le città sono il nostro futuro come specie. Ha molto senso che applichiamo la nostra intelligenza al nostro habitat numero uno. Il secondo è contingente: il Governo italiano ha stanziato oltre 600 milioni di euro per progetti di ricerca e intervento volti a “risolvere problemi di scala urbana e metropolitana” in ambiti come sicurezza, invecchiamento, tecnologie per il welfare, domotica, smart grids eccetera. L’interferenza tra i due fa sì che l’espressione “smart cities” venga intesa nei modi più diversi. Semplificando un po’, ma neanche troppo, le proposte più importanti sono due: La prima è associata ad alcune grandi imprese: IBM, Cisco, ma anche Google con progetti come Latitude. L’idea è quella di usare sensori collegati in rete per aumentare la densità del flusso di informazioni che le città ci passano, adattandovi i nostri comportamenti e usandoli per riprogettare e migliorare i luoghi in cui viviamo. La riprogettazione doterà il territorio di nuove infrastrutture, ad esempio: le colonnine per la ricarica delle batterie delle auto elettriche, a loro volta collegate a nuovi sensori. I sensori più importanti sono a bordo dei nostri smartphone, che riversano in continuazione in grandi basi dati informazioni sul mondo che ci circonda. Al centro di questa visione stanno tecnologie e interdipendenza: il suo simbolo è la famosa Copenhagen Wheel del MIT. La seconda proposta è associata alla cultura hacker e al mondo dell’innovazione sociale. L’idea è quella di riprogettare le città per renderle più comode, semplici, sostenibili anche

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http://ec.europa.eu

Sintesi della valutazione dei risultati conseguiti nei primi 6 mesi di applicazione del provvedimento ed effetti della ospensiva disposta a seguito dell’ordinanza del Consiglio di Stato, AGENZIA MOBILITÀ AMBIENTE E TERRITORIO Comune di Milano

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economicamente. Qualche volta questo implicherà l’introduzione di tecnologie più avanzate di quelle attuali (per esempio il microsolare, illuminazione pubblica a LED); altre volte spingerà soluzioni low tech (la bicicletta, l’agricoltura urbana). Al centro di questa visione stanno relazioni sociali, costruzione di comunità e consapevolezza della fragilità dell’ambiente naturale che circonda le città costruite da homo sapiens. La prima proposta schiera tecnologie avanzate, design curato, ricercatori di riconosciuta eccellenza. Tutti i pezzi, presi singolarmente, sono smart. Eppure accade una cosa strana: una volta messe insieme, le parti danno vita a un intero (la città) che non pare così smart. Ad esempio le auto elettriche sono silenziose e non emettono gas di scarico. Ma: • l’energia elettrica con cui ricaricarle deve venire prodotta in qualche modo e aggiungere potenza installata vuole dire bruciare idrocarburi. Le emissioni delle auto, quindi, non vengono eliminate, ma solo spostate. Le emissioni possono diminuire o aumentare a seconda delle caratteristiche delle centrali esistenti e della rete; le centrali a idrocarburi disperdono in calore il 50% dell’energia derivante dalla combustione; un altro 5% viene disperso nella rete elettrica durante il trasporto1. Dunque, di 100 KW imprigionati nel gasolio, solo 45 arrivano alla batteria dell’auto elettrica; • richiedono una costosa infrastruttura; • le auto elettriche sono auto: ripropongono l’idea che occorre associare a ogni essere umano una scatola di latta di quattro metri per uno e mezzo per uno, che viene usata in media un’ora al giorno e occupa prezioso territorio urbano per le altre ventitré. Quindi non risolvono i problemi di mobilità – anzi, li aggravano, visto che possono entrare nelle zone a traffico limitato. • sono una tecnologia non permissiva. Non puoi modificarle, non puoi caricarle in altro modo che non collegandoti alla rete elettrica. Ci confinano in ruolo passivo – lo stesso che abbiamo con le auto a combustione interna. Prendiamo, invece, una soluzione alla mobilità apparentemente meno innovativa: le congestion charges, cioè quei provvedimenti che obbligano chi accede in auto al centro cittadino a pagare una tariffa. L’esempio italiano più noto è quello dell’Area C del Comune di Milano. I risultati di Area C parlano da soli: riduzione degli ingressi del 34% (49% per i mezzi più inquinanti), aumento della velocità commerciale dei mezzi pubblici del 5%; riduzione degli incidenti stradali del 24% dei ferimenti del 24%; riduzione dei principali agenti inquinanti dal 15% al 23%2. Ma il più grande vantaggio dell’Area C, a ben vedere, è che crea spazio invece di occuparlo. In prospettiva, rende disponibili le vie del centro come piattaforma per l’interazione sociale, il gioco, il commercio, la ristorazione, l’innovazione negli stili di vita. Non dovendo dedicare la maggior parte della loro superficie alle auto, veloci e pericolose, le persone possono provare a spostarsi con le biciclette, i rollerblade, di corsa. Hobbyisti di talento e artigiani della meccanica possono dare vita a nuovi ecosistemi attorno alla mobilità urbana leggera: nei paesi che hanno già fatto questa transizione si vedono biciclette con trailers, biciclette con pianali di carico per il piccolo trasporto merci. Si vedono bambini che possono andare a scuola da soli, liberi dalla minaccia delle auto.


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Quindi, cosa vuol dire smart in smart city? Le due visioni raccontate non sono chiaramente distinte nel dibattito corrente, ma sono contrapposte.

La smart city del primo tipo ha una vocazione centralista: tutta l’intelligenza è concentrata nei tecnologi delle imprese e delle università, e ai cittadini resta il ruolo di consumatori dei vari gadget. Usa algoritmi di profilazione e il tuo smartphone per segnalarti che sei vicino a un negozio che vende abiti del tuo stilista preferito. Fa grandi investimenti in telefonia cellulare ultraveloce. gli studenti vanno a scuola con i tablet delega le attività produttive (agricoltura, industria, finanza) a grandi imprese strutturate per sfruttare i vantaggi di scala.

La smart city del secondo tipo guarda alla decentralizzazione spinta: crea spazio, e promuove la creatività di tutti. È piena di gruppi di acquisto solidale, orti urbani, sewing café, hackerspace, fablab. Evoca reti wi-fi cittadine utilizzando come hotspot i router delle case, dei bar, delle biblioteche. Gli studenti usano materiali didattici in creative commons e probabilmente possono scegliere se ascoltare la lezione dal loro professore in aula o dalla Khan Academy o OilProject in video Distribuisce le attività, almeno in parte, tra tante piccole esperienze: permacoltori, makers, community lending Pare allora che sia più smart e più moderna l’idea di decentrare. Ma c’è un problema: quasi tutto quello che è smart in questo senso riduce il PIL. Se i mezzi pubblici funzionano meglio, più gente li usa: il traffico si riduce, ma si riduce anche il consumo di automobili e di benzina. Se le persone fanno più sport e si ammalano di meno il PIL si riduce. La discussione sulle smart cities costringono a farsi delle domande che contano davvero. Cosa misura davvero il PIL? Cos’è veramente questa crescita che si cerca di stimolare? Come si vuole vivere insieme nelle città? Per cogliere pienamente questa occasione, bisogna che i primi sensori delle nuove smart cities siano sensori di ascolto della voce dei cittadini (intendendo gli individui, non solo gli stakeholders); e che le loro prime tecnologie abilitanti siano ambienti accoglienti e orientati all’argomentazione razionale, collocati sia online che offline, in cui prendere insieme le decisioni del caso. Il primo spazio da decentralizzare è proprio quello della decisione pubblica, dove la decentralizzazione si chiama democrazia.

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I principi della

.2 progettazione generativa L’avvio di una fase importante della progettazione moderna è profondamente segnata dalla conferenza “Computer Graphics in Architecture and Design” alla Yale School of Art and Architecture nel 19681. Essa è contrassegnata dal passaggio dalla “machine à habiter” di Le Corbusier, basata sulla supremazia del rapporto manufatto-impianti ingombranti e passivi ad un’architettura basata sul rapporto fra architettura e computer, sugli impianti miniaturizzati e interattivi della rivoluzione informatica. Lo scopo di questa nuova generazione di architetti e tecnologi è quello di avviare processi di progettazione egualitari, tesi a superare il ruolo di sovraimposizione del ruolo del progettista sulla gente, ossia a superare il “genious role” dell’architetto e la standardizzazione formale dell’International style, a favore di processi di progettazione consapevoli, guidati dai cittadini. Sostiene Gordon Pask in “La rilevanza architettonica della cibernetica”:

“...ribaltiamo il paradigma di progettazione, mettendo al

centro l’interazione tra l’ambiente e le persone che lo abitano, al posto della consueta interazione tra il progettista e il sistema fisico che disegna.

” Ma con questo filone inizia anche una nuova dimensione dell’architettura tesa alla dematerializzazione, contrassegnata dal rapporto fra atomi e bit, per dirla con Negroponte. Inizia così il declino della visione “vittoriana” dell’architettura, basata esclusivamente sul prelievo di materia, a favore di un dialogo progettuale che sfrutta le opportunità delle nuove tecnologie, come le nano e le biotecnologie, che nascevano proprio in quegli anni. Il risultato è l’avvio, all’inizio degli anni ’70, di una moderna architettura, sostenibile, in quanto tesa alla crescita delle risorse umane, grazie all’”intelligenza aumentata” dalla disponibilità delle nuove macchine e alla diminuzione del livello di carico degli interventi sulla terra, grazie alla dematerializzazione. Il nuovo processo progettuale è in continuità con il pensiero del movimento metabolico2.

Fonte: Giuseppe Longhi, La computer graphic e la nascita della progettazione moderna. La conferenza di Yale è parte di una serie di conferenze e pubblicazioni avviate a partire dalla seconda metà degli anni ’60, fra cui: Architecture and the Computer al Boston Architectural Center nel 1964, Computer Graphics in Architecture and Design alla Yale School of Art and Architecture nel 1968 e il numero doppio del Design Quarterly, “Design and the Computer” nel 1966.

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2 Architetto fondatore dei laboratori “The architectural machine” e “Media Lab” al MIT

L’origine del movimento metabolico risale alla Conferenza mondiale di architettura e disegno industriale tenutasi a Tokyo nel 1960. 3

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“ L’architetto non deve proporre modelli ideali per la società, ma ideare infrastrutture spaziali che gli stessi cittadini devono rendere operative

L’origine del movimento metabolico risale alla Conferenza mondiale di architettura e disegno industriale tenutasi a Tokyo nel 1960.

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sostiene Kisho Kurokawa3. Riguardo alla sinergia tra realizzazioni fisiche e metabolismo delle risorse naturali, a conferma del superamento del modello lineare di progettazione, tipico del pensiero occidentale, a favore della simbiosi, tipica del pensiero orientale, fra tutti gli elementi, biotici ed abiotici, che concorrono alla realizzazione di un progetto. Una simbiosi confermata da Christoper Alexander:

“ La città è data dall’interdipendenza tra le parti fisse che

costituiscono la morfologia urbana e le parti variabili costituite dalle risorse umane, la biodiversità (specie quella animale), i beni di consumo che vi circolano, gli effetti del funzionamento degli impianti. Il suo sviluppo non è dato dal procedere per grandi blocchi, quindi sull’idea di sostituzione, ma sulla crescita graduale, quindi sull’idea di riqualificazione.

Il rinnovo dell’architettura grazie alla cibernetica ha coinvolto, a partire dalla metà degli anni ’60, un vasto campo disciplinare, comprendente matematici, ingegneri, architetti, psicologi, educatori. Per quanto riguarda la progettazione urbanistica ed architettonica, si possono assumere quattro ’autori guida’, il cui lavoro è emblematico della complessità della rete interdisciplinare che si è sviluppata grazie alla disponibilità dei computer prima e delle reti informatiche poi. Gli scienziati in questione sono l’ing. Jay Forrester (a cui si devono i modelli World Dynamics e Urban Dynamics) e tre architetti: Christopher Alexander (fondatore del Center for Environmental Structure all’University of California, Berkley, e autore di importanti pubblicazioni fra cui “A pattern language”), Cedric Price (progettista di Fun Palace, Potteries Think Belt, Generator e Magnetic city), Nicolas Negroponte (fondatore dei laboratori “The architectural machine” e “Media Lab” al MIT ), che hanno intuito in anticipo le utilità sociali e le nuove opportunità progettuali aperte dalle nuove tecnologie.

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La visione generativa del progetto Secondo Christopher Alexander la tecnologia avrebbe sorpreso e sfidato la supremazia del progettista, grazie alla possibilità di decodificare e ricomporre gli alfabeti progettuali, rendendo possibile ad ogni cittadino maneggiare agevolmente la loro complessità. Secondo Negroponte grazie ai nuovi processi non sarebbe stato più l’architetto con la somma delle sue esperienze storiche e culturali ad imporre il progetto all’utente, ma sarebbe stato quest’ultimo, supportato dai nuovi strumenti e macchine che assurgono a mente collettiva, a condurre il progetto. La nuova fase dell’architettura è dunque condizionata da una serie di elementi: la disponibilità di nuove macchine, l’interpretazione delle loro potenzialità, l’elaborazione di nuovi modelli interpretativi, la volontà attiva dei cittadini di gestire in autonomia le loro scelte, senza più l’assistenza di operatori ‘istituzionali’. Questi sono gli ingredienti di una visione ‘generativa’ del progetto, ossia di un progetto che non soddisfa solo bisogni pregressi in un luogo grazie ad operatori istituzionalmente e gerarchicamente predefiniti, ma sviluppa creativamente processi destinati ad implementare la felicità dei cittadini, consapevoli e responsabili delle loro scelte. Jay Forrester

Jay Forrester fu fra i primi a ideare nuovi modelli di progetto, complessi ed interattivi, resi possibili dai grandi computer, che proprio in quegli anni (1969-1972) iniziavano ad esprimere le loro potenzialità. Inizia così la fine del progetto inteso come sistema di pensiero lineare, a favore del progetto inteso come sistema complesso, dominato dal feedback fra diversi agenti, rappresentato attraverso mappe mentali. Il risultato è la proposta di modelli dinamici che Forrester applica a scale spaziali assai diverse: da Urban Dynamics, applicato al contesto urbano, in occasione del piano per il centro storico di Boston, a World Dynamics, applicato a livello planetario per il Club di Roma in occasione della Conferenza sullo sviluppo umano di Stoccolma del 1972, con lo scopo di valutare la dinamica delle risorse del pianeta. Con “Urban Dynamics” entrano in crisi le metodologie di progettazione urbana basate su intuizionee linearità; scrive Forrester:

“Urban dynamics ci mostra la follia del tradizionale modo di

pensare sia la città che il mondo. I sistemi umani sono troppo complicati per essere gestiti in modo intuitivo. ll tradizionale pensiero causa-effetto non serve. Feedback e scarti temporali sconfiggono le politiche più convenzionali basate sulla linearità.

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Il modello proposto dalla Fundacion Bariloche, Buenos Aires diretta da Hamilcar O. Herrera e finanziato dall’International Development research Center, Ottawa (Canada) è pubblicato in: AAVV, Catastrophe or new society: a Latin American world model, International Development research Center, Ottawa (Canada), 1976

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Dagli archivi completi dell’opera di Donella Meadows http://www. sustainer.org/dhm_ archive/

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L’ondata di modellizzazione assistita da computer da luogo ad una serie di importanti riflessioni, fra le quali si possono ricordare quelle di Donella Meadows e l’importante lavoro del Gruppo di Bariloche, con il suo modello di interpretazione della dinamica delle risorse e dello sviluppo antagonista a World Dynamics.4

“ Lavorare con successo nel mondo dei sistemi richiede molte più capacità che il calcolare, perché coinvolge tutte le abilità umane –razionalità, intuizione, tolleranza, visione, moralità, capacità di districarci tra falsi indizi. 4

Christopher Alexander propone l’elaborazione di un alfabeto progettuale, chiamato pattern language, che può essere usato da ogni cittadino per generare un sistema infinito di opzioni progettuali, coerenti con la sua cultura. Il cuore della sua filosofia è l’enunciazione del processo progettuale da un punto di vista più umano, facendosi carico delle tradizionali domande funzionali, requisiti, bisogni, standard prestazionali, fatti, obiettivi, vincoli, ec...per inserirle in un sistema più ampio di elementi che vanno a costituire l’ecologia del sistema: il benessere umano, l’economia, lo stato della tecnologia, il clima politico, senza porre alcun limite agli elementi utili per descrivere le proprietà di un problema. La teoria di progettazione di Alexander è volta a formare un buon progetto che procede attraverso la scrittura degli scopi, la scomposizione delle sue componenti, l’analisi delle interazioni, la ricomposizione della struttura. Grazie al nuovo linguaggio computerizzato il progetto procede per fasi, è soggetto a frequenti interazioni e protopizzazioni, si sviluppa in modo collaborativo e partecipativo, attraverso gruppi di lavoro integrati che possono procedere anche in modo decentrato, genera processi di condivisione all’interno e fra comunità, collaborando ad un progetto che non è la sola soddisfazione di un sistema di requisiti tecnici, ma è il risultato dell’equilibrio fra forze endogene ed esogene al sistema. Il processo progettuale interdisciplinare che attiva Alexander, supportato dalla cibernetica e dall’intelligenza artificiale, è quindi: Dicotomico in quanto coniuga il processo razionale di codifica degli elementi di progetto con la soggettiva creatività di ogni cittadino;

Christopher Alexander


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Olistico in quanto il processo razionale di codifica degli elementi di progetto definisce il comportamento olistico dei singoli elementi che lo compongono, le parti all’interno degli elementi e le loro interazioni, che a loro volta generano comportamenti olistici, il modo in cui queste interazioni fra le parti causano i comportamenti olistici precedentemente definiti; Generativo, in quanto l’articolazione parametrica degli elementi che costituiscono l’architettura dà luogo ad un sistema infinito di soluzioni architettoniche. Cedric Price

Cedric Price è fra i grandi interpreti empirici delle nuove opportuntità offerte dalla cibernetica e dall’informatica all’architettura e all’urbanistaca, il quale propone un’architettura dell’improvvisazione, che, grazie alle sollecitazioni degli utenti, è in grado di adattarsi alla costante evoluzione dei programmi grazie all’apprendimento, all’anticipazione, alla capacità di adattamento. La proposta di Price si concretizza in soluzioni progettuali basate su provvisorietà, improvvisazione e interattività, altamente adattabili alla volatilità delle condizioni economiche e sociali, rispetto al tempo e allo spazio. Nel tempo dell’incertezza e dell’instabilità il lavoro di Price rappresenta un nuovo approccio alla progettazione, basato sul riconoscimento del valore dell’improvvisazione, quindi senza fine nel processo di costruzione, riassemblaggio, smantellamento. Per far fronte alla profonda crisi sociale ed economica, gli edifici e la progettazione territoriale che egli andava proponendo erano finalizzati all’aumento del sapere ed il suo modello di riferimento era l’organizzazione spontanea del teatro di strada, che era lo spunto per la proposta di: • edifici, ispirati al modello del carroponte, il Fun palace, in grado di modificarsi in relazione al variare degli obiettivi e dei programmi. L’input della trasformabilità erano le indicazioni sulle modalità d’uso e di occupazione degli spazi indicate dai cittadini, le quali, grazie ad una selva di sensori e computer erano in grado di fornire le indicazioni operative e i feed-back per la trasformazione in tempo reale degli edifici e degli impianti; • modelli organizzativi evoluti, basati sulla capacità del gestore di un progetto di elaborare una agenda complessa che illustrasse agli ignari cittadini le nuove opportunità offerte dai progetti. Con il progetto “Generator” nasce il moderno sistema

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di gestione degli interventi complessi, in quanto si basa su due ruoli, i “polarizzatori” e i “facilitatori”, per catalizzare on-site le dinamiche interpersonali e le esigenze logistiche degli utilizzatori. I “polarizzatori” avrebbero dovuto incoraggiare gli utenti a sfruttare le nuove opportunità del progetto e stimolare le loro interazioni, i “facilitatori” avrebbero dovuto dare istruzioni per rendere operativi i desideri degli utenti, addestrandoli ad usare i singoli impianti e a sensibilizzarli alle opportunità del luogo. • strutture territoriali complesse, come nel caso di Potteries Thinkbelt, in grado di sviluppare nuovi sistemi di organizzazione sociale, economica e produttiva. Le strutture erano articolate in elementi statici (la rete ferroviaria e le basi logistiche) destinati a gestire, grazie a una rete interattiva alimentata e controllata dai nuovi computer e dalle tecnologie emergenti delle informazioni, un sistema di unità didattiche mobili, che sfruttavano le opportunità dei carri container. La Potteries Thinkbelt definisce un nuovo genere di monumentalità architettonica, non un grande edificio statico, ma un articolato campo di oggetti discreti e di eventi diffusi, simile alla struttura di un circuito elettronico; Price intuì che le nuove modalità di sviluppo richiedevano un’architettura temporanea ed agile, capace di adattarsi non solo agli inevitabili cambiamenti, ma di favorire ed anticipare le trasformazioni sociali. Nicholas Negroponte, fondatore di Architecture Machine Group prima (1968) e del MIT Media Lab poi (1985), sviluppa il suo pensiero sull’architettura ispirandosi a modelli classici per rinnovarli radicalmente. La sua idea di “Architecture machine” si riallaccia idealmente alla “Machine à habiter” di Le Corbusier, in quanto a legittimazione della macchina come componente fondamentale del progetto di architettura; mentre dal punto di vista organizzativo il suo modello di riferimento è il Bauhaus, per la presenza di competenze disciplinari diverse, la cui intelligenza è aumentata dalla disponibilità delle nuove macchine. Negroponte vede nella tecnologia, alla pari di Alexander e Price, uno strumento per sviluppare un’ipotesi di architettura ‘spontanea’, in cui non è l’architetto con la somma delle sue esperienze storiche e culturali ad imporre il progetto all’utente, ma è quest’ultimo, supportato dagli strumenti dell’intelligenza artificiale, a condurre il progetto, grazie alle nuove macchine che assurgono a mente collettiva in grado di riconoscere la morfologia, le norme di gestione dello spazio e risolvere il dato estetico sulla base di una funzionalità che è culturale, di costume ed urbanistica. Sviluppa così un metodo di lavoro e di progettazione che fa un particolare uso della macchina, in modo che questa non si ponga sul piano dello scimmiottamento-emulazione del pensiero dell’uomo, ma fornisca la sua “assistenza” e la sua bravura nel campo informatico.

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Nicholas Negroponte


i principi della progettazione generativa / 01.2

“ A noi interessa semplicemente introdurre e promuovere

un’ intelligenza della macchina che stimoli una progettazione per una vita migliore e consenta tutta una serie di metodi autoevolutivi.

Nicholas Negroponte, 1969

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” ArcMac, nell’idea di Negroponte, avrebbe dovuto trasformare il processo di progettazione in un dialogo destinato ad alterare le tradizionali dinamiche uomo-macchina. Al fine di recepire gli obiettivi del progetto e di assimilare gli scopi degli utenti la macchina avrebbe dovuto essere dotata di intelligenza artificiale. Negroponte inoltre intuisce che i processi computerizzati non si sarebbero limitati ad aiutarci nella progettazione, ma, nella loro evoluzione da strumenti ad ambienti, si sarebbero fusi nella parte fisica delle costruzioni. Questo avrebbe aperto una serie di strategie progettuali: 1. I nuovi materiali da costruzione saranno finalizzati alla realizzazione di forme del passato riattualizzate; 2. I nuovi materiali simuleranno i processi presenti in natura, grazie alla loro capacità di assemblarsi e disassemblarsi continuamente; 3. Gli edifici saranno associati a processi di robotizzazione, per cui si qualificheranno non solo per le loro caratteristiche fisiche - livello tecnologico, processi di industrializzazione, livelli di automazione - ma anche per alcune proprietà soggettive, come livello di autonomia e desiderio. Di conseguenza la loro rappresentazione sarà sia materiale, legata alla loro fisicità, sia astratta, legata alla loro capacità di sviluppare processi casuali. Con quest’ultima osservazione si apre l’orizzonte della fusione materiale e immateriale, ossia della connessione di atomi e bit che Negroponte svilupperà nel programma di ricerca City of news (1975) e nel libro “Being digital: atoms and bits” (1995). Con questi ultimi contributi la morfologia degli oggetti, delle architetture e della città si definisce composta da materia – atomi – e risorse immateriali – bit. Così come nella precedente era delle macchine i progettisti pianificavano seguendo le regole della meccanica, secondo la metafora della catena di lavoro, nel tempo attuale, le reti globali di computer, le attività “time-shared”, le attività associative su internet definiscono un ambiente paragonabile a una membrana di spazi virtuali e attività. Di conseguenza Negroponte sostiene che il modello organico di sviluppo della città dovrebbe essere in grado di rappresentare, oltre che il suo sviluppo fisico, anche la vita generata dal web, riuscendo così a connettere operativamente la relazione fra atomi e bit, fra rappresentazione/progettazione fisica della città e rappresentazione dei sistemicognitivi espressi dai suoi cittadini.

025


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cOS’È UNA “SMART CITY”

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cos’è una smart city / 02.1

2

cos’è una

.1 smart city Origine ed evoluzione del concetto Sempre più spesso si sente parlare di smart city. L’espressione rischia tuttavia di restare generica e priva di una visione condivisa su scala mondiale. Difatti, il termine “smart” sta diventando una moda, una parola usata da addetti ai lavori per rappresentare la possibilità di una migliore qualità dei servizi. Possiamo ricondurre lo sviluppo della visione delle smart city all’humus del Rinascimento. Le città ideali del Rinascimento italiano (Pienza, Sabbioneta, Ferrara, Urbino, ecc.) nacquero esattamente con lo stessa portata di motivazioni delle città ideali che le smart city intendono rappresentare, rivoluzionando totalmente l’architettura e l’urbanistica moderna. Città in cui l’armonia e la bellezza dell’architettura urbana si sposano con la lungimiranza del governo politico e la vita associata della comunità civica, in un gioco di delicati equilibri che coniuga esigenze ed aspirazioni funzionali, estetiche, comunitarie. Il termine “SMART” nasce nella seconda metà degli anni ’60 e sta a indicare ”l’intelligenza accresciuta” dei cittadini e delle organizzazioni pubbliche e private che compongono la comunità, grazie alla disponibilità di strumenti telematici sempre più evoluti. Scopo della ”intelligenza accresciuta” secondo i suoi principali artefici, Christopher Alexander e Nicolas Negroponte, è di:

Fonte: Giuseppe Longhi, “Milano smart city, modello del rinascimento italiano” http://www. arcipelagomilano.org/ archives/14141

superare i rapporti gerarchici, a favore della realizzazione di una società perfettamente simmetrica o orizzontale grazie alla disponibilità di supporti tecnologici e di nuove reti di TLC che aumentano le conoscenze e le capacità decisionali sia dei singoli cittadini, sia delle organizzazioni che compongono il sistema metropolitano. Il termine “SMART” non prefigura quindi un’ennesima tappa della città delle macchine, una sorta di città robot, ma ispira un modello innovativo di organizzazione sociale che richiede una classe politica creativa capace di interagire in tempo reale con i cittadini, chiara nelle decisioni, paziente nella discussione e nella divulgazione, flessibile nelle realizzazioni, e consapevole che il governare la città non può più essere incentrato solo sulla soddisfazione dei bisogni dei residenti, ma

il governo della città è generativo, ossia capace di generare relazioni virtuose ovunque e in ogni momento.1

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2 Mochi Sismondi C., “Non facciamo diventare la Smart City una moda “vuota”, editoriale Forum PA, luglio 2012.

Caragliu A., Del Bo C., Nijkamp P., “Smart cities in Europe”, Series Research Memoranda 0048, VU University Amsterdam, Faculty of Economics, Business Administration and Econometrics, 2009.

3

La riflessione più recente sulle smart city nasce, però, negli anni Novanta del secolo scorso, perlopiù ad opera di tecnologi e uomini di marketing, in concomitanza con la liberalizzazione delle telecomunicazioni e l’ascesa dei servizi Internet. In particolare, il termine smart city si deve agli Stati Uniti: due note multinazionali hanno elaborato la visione di una città ideale dal forte contenuto di automazione, che vede le infrastrutture ICT come chiave di volta dell’intelligenza urbana. Con il tempo, l’espressione smart city è diventata sinonimo di una città caratterizzata da un uso intelligente ed esteso delle tecnologie digitali, ma in realtà, una città intelligente cattura molti più significati. E’ stato infatti sottolineato che:

“ Se le innovazioni tecnologiche non si inquadrano all’interno di una visione complessiva e sistemica della città e del suo futuro, rimangono frammenti, tessere di un mosaico di cui non si legge il disegno 2

Si deve al Politecnico di Vienna in collaborazione con l’Università di Lubiana e il Politecnico di Delft una delle definizioni di smart city che sembrano aver guidato il primo cambiamento di prospettiva: sei assi lungo i quali è possibile valutare il grado di smartness di 70 città europee di medie dimensioni. Non solo dati e informazioni, ma anche mobilità, qualità dell’ambiente, governance del sistema urbano, contesto economico, partecipazione alla vita sociale, vivibilità. Pur non rappresentando una novità sostanziale per chiunque si occupi di sviluppo del territorio, hanno il merito di costituire il primo tentativo di misurazione del grado di smartness e di evidenziare alle istituzioni le possibili leve su cui agire per modificarlo. Altrettanto caratterizzante sembra essere stata la nozione secondo cui:

“ Una città può essere definita smart quando gli investimenti in capitale umano e sociale e nelle infrastrutture tradizionali (trasporti) e moderne (ICT) alimentano uno sviluppo economico sostenibile ed una elevata qualità della vita, con una gestione saggia delle risorse naturali, attraverso un metodo di governo partecipativo 3

030


cos’è una smart city / 02.1

L’aspetto smart viene quindi progressivamente collegato non più solo alla presenza di infrastrutture digitali, ma anche e soprattutto al ruolo del capitale umano, sociale e relazionale come fattore importante di crescita urbana. Per piccoli passi si arriva dunque a quella che oggi è l’interpretazione dominante di smart city: un luogo che è il risultato integrato di aspetti “hardware” e “software”, in grado di combinarsi tra loro assicurando a chi lo vive una migliore qualità di vita. Inizio 2000

Metà 2000

2010

Smart city come città digitale

Smart city com e città socialmente inclusiva

Smart city come città con più qualità di vita

Focus su aspetti “hardw are” (infrastrutture tecnologiche ICT )

Enfasi su aspetti "softw are” (capitale sociale e umano, partecipazione)

Ora è chiaro che...

Evoluzione delle definizioni di Smart City

"hardware” & "software”

Principali definizioni di Smart City Le accezioni di smart city oggi esistenti sono quindi molteplici, per lo più declinate in base al punto di vista del singolo proponente. Volendo tentare una sistematizzazione per tipologia di stakeholder proponente (istituzionale, accademico o imprenditoriale) e per ambiti di focalizzazione, è possibile rilevare quanto segue: La Sostenibilità Ambientale

é l’unico aspetto comune a tutte le definizioni. Il tema è, trasversale per sua stessa natura e rispecchia l’inclinazione ad un corretto ed efficente uso delle risorse prioritario rispetto alle future generazioni che abiteranno nelle città.

La qualità della Vita

Così come gli aspetti più marcatamente sociali (quali istruzione, governance partecipativa, sanità), sono presenti in modo esplicito solo nelle definizioni provenienti dal mondo accademico, che paiono anche le più sistemiche.

Interpretazioni degli Enti UE

Sono tendenzialmente più restrittive. Il focus è sulle infrastrutture di rete (energia, mobilità e – negli ultimissimi strumenti varati – anche ICT) ipotizzando un modello di sviluppo urbano “wired” dove la connettività è considerata fattore di crescita nel breve periodo. Traspare l’idea che la città sia abitata da persone “evolute”, che apprendono, si adattano alle nuove soluzioni tecnologiche, partecipano anch’esse ai processi di innovazione e hanno un ruolo attivo nella cosiddetta democrazia partecipativa. LE TECNOLOGIE ICT sono un elemento comune a più interpretazioni, sebbene preponderanti presso quelle imprese per cui rappresentano un prodotto/servizio.

031


cos’è una smart city / 02.1

Principali definizioni di Smart City, per categorie di Stakeholders e ambito di focalizzazione

I nuovi bisogni Fonte: elaborazioni TEHAmbrosetti su Maslow A., 1943

Le smart city possono rappresentare un’opportunità, a patto che tecnologie, progetti, politiche vengano messi al servizio di un’idea forte e comune di futuro per il Paese. Tale visione deve tener conto del fatto che la società sta mutando. Infatti è in atto un progressivo passaggio dal soddisfacimento dei bisogni primari e materiali (bisogni biologici, sicurezza, affetti, rispetto), tipici delle società di mercato consumistiche, al soddisfacimento di bisogni più “alti”, tipici di società globali. Questo genere di bisogni può essere soddisfatto solo da città più evolute, da città smart.

Auto realizzazione Crescita personale e realizzazione Bisogni estetici Bellezza, equilibrio, ecc. Bisogni di consapevolezza Conoscenza (sé e mondo), sostenibilità Bisogni di stima Risultati, status, responsabilità, reputazione Bisogno di appartenenza e amore Famiglia, affetto, relazioni, gruppo, ecc. Bisogni di sicurezza Protezione, sicurezza, ordine legge, limiti, stabilità, ecc. Bisogni biologici e siologic i Bisogni di base - aria, cibo, acqua, riparo, calore, sesso, sonno, ecc. Nuovi bisogni strategici da soddisfare

Obiettivi strategici dell’800 e del ‘900

Piramide dei bisogni (Maslow) e relazioni con gli obiettivi strategici dei sistemi Paese

032


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Le Iniziative di Sistema per diffondere le Smart City Le iniziative per diffondere il concetto stanno proliferando, sia in ambito internazionale che in ambito italiano (sebbene con qualche ritardo). Tra le iniziative a livello europeo: Patto dei Sindaci

Patto dei Sindaci: iniziativa autonoma dei Comuni europei lanciata nel 2008 a cui aderiscono 4.200 Comuni (di cui oltre 2.000 italiani) finalizzata alla riduzione delle emissioni di CO2 di oltre il 20% entro il 2020.

SET Plan

Piano strategico per le tecnologie energetiche (SET Plan): strategia che individua le azioni prioritarie da porre in essere per accelerare lo sviluppo delle tecnologie energetiche a bassa emissione di carbonio.

Smart Cities and communities Initiative

Smart Cities and Communities Initiative: iniziativa industriale, inquadrata nel SET Plan, tesa a sostenere la realizzazione di progetti in 3 ambiti (reti elettriche, trasporti e efficienza energetica nell’edilizia) presso alcune decine di città europee che si impegnino a giungere ad una riduzione del 40% delle emissioni di gas ad effetto serra entro il 2020.

Smart Cities and communities European Innovation

Smart Cities and Communities European Innovation Partnership: nata per contribuire alla creazione di partnership strategiche multisettoriali tra aziende e città europee, interessa i settori trasporti, energia e ICT. Tra le iniziative a livello italiano:

MIUR

Piano Nazionale per le Città ANCI

Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR): ha emanato due bandi specifici sulle smart city, per uno stanziamento totale di 920,5 milioni di Euro. Sono in fase di definizione anche le condizioni di contesto in cui i bandi dovranno inquadrarsi. Piano Nazionale per le Città: messo a punto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ad agosto 2012, che con una dotazione di 2 miliardi di Euro punta ad affrontare il tema della riqualificazione urbana. l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), attraverso le sue attività, si propone di fungere da capofila per un’azione di sistema, mettendo a fattor comune le esperienze di successo e supportando i Comuni su una molteplicità di aspetti.

033


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Caratteristiche e fattori di una Smart city secondo il progetto European Smart Cities Fonte: Smart cities Ranking of European mediumsized cities, final report 2007, http://www.smartcities.eu/download/ smart_cities_final_ report.pdf http://en.wikipedia. org/wiki/Smart_city

Le Smart cities possono essere identificate (e classificate) lungo sei assi principali, quali: smart economy, smart mobility, smart environment, smart people, smart living, smart governance. Questi sei assi sono in linea con le teorie tradizionali regionali e neoclassica della crescita e dello sviluppo urbano. In particolare, gli assi sono rispettivamente basati sulle teorie della competitività regionale, dei trasporti e dell’economia ICT, delle risorse naturali, del capitale umano e sociale, della qualità della vita, e della partecipazione dei cittadini nel governo della città. Una città può essere definita come ‘smart’ quando gli investimenti vengono effettuati in capitale umano e sociale insieme a quelli tradizionali (trasporti) e moderni (ICT), in sviluppo delle infrastrutture di comunicazione, in carburante economico e sostenibile e in qualità di vita elevata, con una gestione sostenibile delle risorse naturali, attraverso l’azione partecipativa e l’impegno. La seguente mappa illustra le 6 caratteristiche delle smart cities e dei loro fattori assegnati:

Smart Economy comprende fattori di competitività economica riguardo all’innovazione, all’imprenditorialità, ai marchi, alla produttività e alla flessibilità del mercato del lavoro e all’integrazione nel mercato (inter-) nazionale. Smart People è definito dal livello di qualifica e dell’educazione dei cittadini, dalla qualità delle interazioni sociali per quanto riguarda l’integrazione e la vita pubblica e l’apertura verso il mondo “esterno”. Smart Governance comprende gli aspetti della partecipazione politica, dei servizi per i cittadini, nonché del funzionamento dell’amministrazione. Accessibilità locale e internazionale sono aspetti importanti della Smart Mobility, nonché la disponibilità di tecnologie dell’informazione e della comunicazione e dei sistemi di trasporto moderni e sostenibili. Smart Environment è descritta da attraenti condizioni naturali (clima, spazi verdi, ecc), l’inquinamento, gestione delle risorse e anche per gli sforzi verso la tutela dell’ambiente. Smart Living comprende vari aspetti della qualità della vita, come la cultura, la salute, la sicurezza, l’alloggio, il turismo, ecc..

034


cos’è una smart city / 02.1

Cosmopolitanism/Openmindedness Affinity to life long learning

Innovative spirit

Social and ethnic plurality

Entrepreneurship Economic image & trademarks Productivity

Participation in public life

SMART ECONOMY

Flexibility of labour market

(Competitiveness)

International embeddedness

SMART PEOPLE

Level of qualification

(Social and Human Capital)

Flexibility Creativity

Ability to transform

Cultural facilities Individual safety

Education facilities

Public and social services

(Participation)

Housing quality Education facilities

Participation in decision making

SMART GOVERNANCE

Cultural facilities

Transparent governance

SMART LIVING

Political strategies & perspectives

(Quality of life)

Social cohesion

Attractivity of natural conditions Environmental protection Sustainable resource management Pollution

SMART ENVIRONMENT

SMART MOBILITY

(Transport and ICT)

(Natural resources)

Local accessibility (Inter-)national accessibility Availability of ICT-infrastructure Sustainable, innovative and safe transport systems

CARATTERISTICHE E FATTORI DI UNA SMART CITY

European Smart Cities è un progetto che ha indagato le ragioni per le quali città di medie dimensioni, che devono far fronte alla concorrenza delle metropoli più grandi su questioni corrispondenti, sembrano essere meno attrezzate in termini di massa critica, risorse e capacità organizzativa. Ancona, Perugia, Trento e Trieste le città italiane coinvolte.

035


come leggere le smart city / 02.2

036


come leggere le smart city / 02.2

2

COME LEGGERE LE

.2 smart city

Come leggere le smart city è una questione importante che porta a riflettere su quali sono i principali promotori dello sviluppo della città e su quali interessi basano le loro azioni. Abitualmente le politiche della città sono sempre stati pensate e proposte dalla Pubblica Amministrazione, ma nello scenario attuale sembra che tutto sia nelle mani delle politiche internazionali creando domande di internazionalizzazione. Infatti i maggiori investitori in ricerca e sviluppo sono le imprese (nazionali e internazionali) , società come ad esempio la Siemens, o la ABB Italia, o la Ericsson le quali attuano ricerche in tema di Smart City producendo statistiche dettate da indicatori che variano a seconda delle esigenze dell’ente che finanzia la ricerca. Nella recente conferenza “Urban Age Electric City”, l’unico tema condiviso da tutti i partecipanti è stato il cambiamento: come gestirlo, con quali obiettivi e nell’interesse di chi sono stati i principali punti di discussione. Gli oratori del convegno hanno risposto alla tormentata questione di come si possa usare la tecnica per risolvere i problemi e migliorare la qualità della vita, e di come essa ci abbia variamente delusi, sulla falsariga di temi come l’ottimizzazione, l’affidabilità e la scala della tecnica nella città. Ad esempio da una posizione di ottimismo Ricky Burdett e Philipp Rode hanno citato Cedric Price affermando che:

FONTE: Electric City Urban Age Conference London 2012, http://files.lsecities. net/files/2012/12/ the-electric-citynewspaper.pdf http://ec2012. lsecities.net/ http://www. domusweb.it/

è la risposta. “ LaMatecnica qual è la domanda? ”

Ne deducono una specie di promessa o di speranza che potrebbe essere implicita nell’uso della tecnica per risolvere problemi sociali e urbanistici, purché controllata. Altri interventi hanno sottolineato l’importanza del genius urbis: i processi sociali informali, casuali che diventano in modo economico fonte di innovazione e fondamento della vita sociale. La cosiddetta casualità è una conseguenza della complessità. Secondo Carlo Ratti le possibilità tecniche, comunicative e informative create dal web 2.0 forniscono l’ambiente adatto affinché l’articolato panorama costituito dai singoli cittadini e dalle imprese possa intervenire direttamente sulla formulazione delle politiche della sostenibilità e dell’ambiente locale.

037


come leggere le smart city / 02.2

Green City Index

fonte: http://www.siemens. com/entry/cc/en/greencityindex.htm L’Economist Intelligence Unit (EIU) è una struttura indipendente all’interno dell’Economist Group. 1

038

La metodologia del Green City Index è stata sviluppata dalla Economist Intelligence Unit (EIU)1 in collaborazione con Siemens. Le città sono state selezionate per loro dimensione e importanza. I dati sono stati raccolti indipendentemente dalle ricerche dei governi per poter essere inclusi o esclusi, per aumentare la credibilità e la comparabilità di ciascun Indice. The Green City Index misura la serie di città con circa 30 indicatori divisi in 8 macro indicatori. Circa la metà degli indicatori sono di tipo quantitativo, il resto sono valutazioni qualitative delle politiche ambientali della città. Gli indicatori quantitativi e qualitativi si basano sulle attuali prestazioni ambientali e le intenzioni della città a diventare più green.

Metodologia

L’obiettivo dell’indice è quello di consentire ai gruppi chiave di stakeholder - come amministratori, cittadini, politici, fornitori di infrastrutture ambientali, le organizzazioni non governative (ONG), esperti di sostenibilità urbana - di confrontare le prestazioni della loro città con quelle delle altre nel complesso, e all’interno di ogni categoria. L’indice permette anche il confronto tra le città per cluster determinati, ad esempio per area geografica o gruppo di reddito. Per rendere possibile il confronto, i risultati degli indicatori quantitativi sono stati “normalizzati”, su una scala da 0 a 10, in cui sono stati assegnati 10 punti per le città che hanno superato i criteri sulle prestazionali. Le città sono state segnate secondo dei target di riferimento che sono stati scelti dalle direttive internazionali o europee.

Obiettivo


come leggere le smart city / 02.2

Gli indicatori CO2 • CO2 intensity • CO2 emissions • CO2 reduction strategy Energy • Energy consumption • Energy intensity • Renewable energy consumption • Clean&efficient energy policies Buildings • Energy consumption of residential buildings • Energy-efficient buildings standards • Energy-efficient buildings initiatives Trasport • Use of non-car transport • Size of non-car transport network • Green transport promotion • Congestion reduction policies Waste & land use • Municipal waste production • Waste recycling • Waste reduction policies • Green land use policies Water • Water consumption • System leakages • Wastewater system treatment • Water efficiency and treatment policies Air quality • Nitrogen dioxide • Sulphur dioxide • Ozone • Particulate matter • Clean air policies Environmental Governance • Green action plan • Green management • Public participation in green policy

Risultati europei interessanti

Oslo utilizza la più alta quota di energie rinnovabili al 65%. La media dell’indice è del 7% A Copenaghen e Berlino gli edifici residenziali consumare il 40% in meno di energia rispetto alla media dell’Indice. Stoccolma, il 68% di persone vanno a lavoro a piedi o in bici. A Helsinki, un’altra città scandinava di dimensioni simili, solo il 16% lo fa. Riga offre la più ampia rete di trasporto pubblico a 8.6 km per km². A Kiev il 74% della popolazione usa i mezzi pubblici per recarsi al lavoro. Questo è il dato più alto dell’indice europeo e il miglior risultato per Kiev.Tallinn consuma la quantità minima di acqua - solo 138 l per persona al giorno, rispetto alla media Indice di 288 litri. Amsterdamhas ha il più basso tasso di perdita di acqua del 4%, a Sofia questa è del 61%. Helsinki ricicla il 58% dei suoi rifiuti, rispetto alla media Indice che è solo del 18%.

039


come leggere le smart city / 02.2

List of categories, indicators and their weightings Description

Normalisation technique

CO2 emissions

Quantitative

33%

Total CO2 emissions, in tonnes per head.

Min-max.

CO2 intensity

Quantitative

33%

Total CO2 emissions, in grams per unit of real GDP (2000 base year).

Min-max; lower benchmark of 1,000 grams inserted to prevent outliers.

CO2 reduction strategy

Qualitative

33%

An assessment of the ambitiousness of CO2 emissions reduction strategy.

Scored by Economist Intelligence Unit analysts on a scale of 0 to 10.

Energy consumption

Quantitative

25%

Total final energy consumption, in gigajoules per head.

Min-max.

Energy intensity

Quantitative

25%

Total final energy consumption, in megajoules per unit of real GDP (in euros, base year 2000).

Min-max; lower benchmark of 8MJ/â‚ŹGDP inserted to prevent outliers.

Renewable energy consumption

Quantitative

25%

The percentage of total energy derived from renewable sources, as a share of the city's total energy consumption, in terajoules.

Scored against an upper benchmark of 20% (EU target).

Clean and efficient energy policies

Qualitative

25%

An assessment of the extensiveness of policies promoting the use of clean and efficient energy.

Scored by Economist Intelligence Unit analysts on a scale of 0 to 10.

33%

Total final energy consumption in the residential sector,

Min-max.

33%

An assessment the extensiveness of cities’ energy efficiency standards for buildings.

Scored by Economist Intelligence Unit analysts on a scale of 0 to 10.

33%

An assessment of the extensiveness of efforts to promote Score City energy efficiency of buildings.

Score on a scale of 0 to 10.

Oslo 29%

8,71of the working 1 population Berlin travelling The total percentage to work on public transport, by bicycle and by foot.

9,44 to a scale of 0 to 10. Converted

Length of cycling lanes and the public transport network, 7,76 3 Oslo in km per square metre of city area.

2 and Min-max. Upper benchmarks of 4 km/km 9,22 3 Copenhagen 5 km/km2 inserted to prevent outliers.

Category Indicator CO2

Energy

Buildings Energy consumption of residential buildings

Overall City

040

Type

CO2

Score 87,31

Weighting

Quantitative

Energy-efficient buildings standards

Qualitative

Energy-efficient

Qualitative

per square metre of residential floor space. Energy Buildings

City buildings initiativesScore

1

Copenhagen

2

Stockholm

86,65

1 Transport 2

transport Stockholm

3

Oslo

83,98

3

Zurich

Quantitative 8,48 3

14%

4

Vienna

83,34

4

5

Amsterdam

83,03

5

Copenhagen Green transport

8,35 4 Qualitative

29%

6

Zurich

82,31

6

Congestion Paris

Qualitative 6 7,81

7

Helsinki

79,29

7

Rome

7,57

8

Berlin

79,01

8

9

Brussels

78,01

9

Vienna 7,53 8 Water system leakages Quantitative

10

Paris

73,21

11

London

12

Madrid

13

Water

Oslo Use of non-car

City

Size of non-car transport network

promotion Brussels

reduction policies Water consumption

9,58 Quantitative 1 8,99

2

8,32

5

Quantitative

7

Copenhagen

8,69

1

Stockholm

Vienna

Stockholm 7,61 4 Copenhagen An assessment of the extensiveness of efforts to increase the use of cleaner transport. Amsterdam 7,08

5

Helsinki

of efforts to reduce traffic 29% Zurich An assessment 6,92 6 vehicle Amsterdam within the city.

Rome

25%

6,40

7

Paris

Total annual water consumption, in cubic metres per head.

Brussels 6,19 8 Vienna Percentage of water lost in the water distribution system.

25%

Madrid Wastewater

7,51 Quantitative 9

10

treatment London

7,34

71,56

11

Water efficiency Helsinki

Qualitative 7,30 11

67,08

12

Amsterdam policies

7,10

Vilnius

62,77

14

Rome

62,58

15

Riga

59,57

13 Berlin Waste Municipal waste production and 14 Ljubljana land use Waste recycling 15

Riga

Quantitative 5,55 15

16

Warsaw

59,04

16

4,86

16

17

Budapest

57,55

17

Istanbul and policies Athens

4,85

17

18

Lisbon

57,25

17

Budapest Green land use

4,85 Qualitative18

19

Ljubljana

56,39

19

policies Dublin

4,77

19

20

Bratislava

56,09

20

Warsaw

4,65

20

21

Dublin

53,98

21

Bratislava Particulate matter

4,54 21 Quantitative

Bratislava 4,19 21 10 emissions. 20% Annual daily mean of PM

20%

Annual daily mean of O 3 emissions.

Bucharest

22

Athens

53,09

22

Sulphur dioxide Lisbon

Quantitative 4,05 22

20% Riga

Annual daily mean of SO 3,53 22 2 emissions.

Athens

23

Tallinn

52,98

23

Clean air policies Vilnius

Qualitative23 3,91

24

Prague

49,78

An assessment of the extensiveness policies 20% Bucharest 3,42 23 of Bratislava to improve air quality.

25

Istanbul

45,20

26

Zagreb

42,36

27

Belgrade

28

Air

quality

and treatment

Waste reduction

Nitrogen dioxide Ozone

10 12

10

London

of the comprehensiveness of measures IstanbulAn assessment 5,55 11 Lisbon

25%

to improve the efficiency of water usage and the treatment

Madridof wastewater. 5,52

12

Brussels

6,67

Warsaw

Qualitative

14

Quantitative Quantitative

24

Bucharest

3,65

24

Prague

3,44

25

26 gover-

Tallinn

3,40

26

40,03

nance 27

Green management 3,20 Qualitative27 Zagreb

Bucharest

39,14

28

Belgrade

29

Sofia

36,85

29

30

Kiev

32,33

30

Sofia 2,95 29 Public participation Qualitative in green policy Kiev

5,64

Berlin Total annual municipal 5,48 waste collected, 13 Vilnius in kg per head. 25%

25

Green action plan

London

6,75 13 Quantitative

mental

Environ-

Lisbon Percentage of dwellings 5,77 connected9to theZurich sewage system. 25%

Qualitative

3,15 2,49

28 30

5,29

14

Sofia

recycled. AthensPercentage of municipal 4,94 waste15 Rome

25%

An assessment of the extensiveness of measures 4,66 16 Warsaw to reduce the overall production of waste, Belgrade 4,65 17 Madrid and to recycle and reuse waste.

25%

Paris

Dublin An assessment of4,55 18 ofRiga the comprehensiveness policies to contain 25% the urban sprawl and promote the availability of green spaces. Helsinki

4,49

19

Ljubljana

Zagreb

4,34

20

Budapest

20%

Annual daily mean of NO 2 emissions.

Prague

33%

3,26

24

Dublin

An assessment of the ambitiousness and

Budapest 2,43 25to improve Zagreb comprehensiveness of strategies and Vilniusmonitor environmental 2,39 performance. 26 Prague

An assessment of2,23 the management 33% Ljubljana 27of environmental Belgradeissues and commitment to achieving international environmental Sofia 2,16 28 Istanbul standards.

Tallinn An assessment 1,70 29 Tallinn 33% of the extent to which citizens may Kiev

participate in environmental decision-making. 1,50 30 Kiev

Transport

Scored by Economist Intelligence Unit analysts

City

9,44 9,17

Score

1

Stockholm

2

Amsterdam

4

W

Vienna

Scored by Economist Intelligence Unit analysts on9,11 a scale of 0 to 10. 5 Oslo

Scored 9,01by Economist Intelligence Unit analysts 6 Zurich on a scale of 0 to 10.

C

8,81

1

8,44

2

8,29

3

8,00

4

7,92

5

7,83

5

7,49

7 8

8,96

7

Brussels

8,62

8

Bratislava

7,16

8,43against an upper benchmark of 9100%Helsinki Scored and a lower benchmark of 80%. 7,96 10 Budapest

7,08

9

6,64

10

Min-max. Scored against an upper target of 5%.

Scored by Economist Intelligence Unit analysts 7,34 10 Tallinn on a scale of 0 to 10.

6,64

11

6,60

12

6,91against an upper benchmark of13300 kg Ljubljana Scored (EU target). A lower 6,25benchmark of 1,000 kg inserted 14 to prevent Riga outliers.

6,17

13

6,16

14

Scored against an upper benchmark of 50% (EU target).

6,01

15

5,55

16

7,14

6,16

12

15

Berlin

Madrid

Scored by Economist Intelligence Unit analysts 5,99 16 London on a scale of 0 to 10.

5,68

17

Athens

5,48

16

5,31

18

Kiev

5,29

19

Paris

5,29

20

4,79against a lower benchmark of 19 3 Vilnius (EU target). Scored 50 ug/m

5,29

21

3 Zagreb (EU target). Scored 40 ug/m 4,36against a lower benchmark of 19

5,29

22

Scored analysts 3,54by Economist Intelligence Unit23 Istanbul on a scale of 0 to 10.

5,12

23

Scored by Economist Intelligence Unit analysts 25 Lisbon on3,29 a scale of 0 to 10.

5,11

24

4,73

25

4,71

26

Scored analysts 2,89by Economist Intelligence Unit27 Sofia on a scale of 0 to 10.

4,62

27

4,55

28

1,06 29 Belgrade Scored by Economist Intelligence Unit analysts

3,98

29

2,89

30

5,43by Economist Intelligence Unit18 Rome Scored analysts on a scale of 0 to 10. 5,20

19

5,01

19

3 (EU target). Scored against a lower benchmark of 40 ug/m

Scored against a lower benchmark of 120

3,39

3,14 1,51

on0,00 a scale of 0 to 10.

24

26 28

30

3 (EU ug/m

target).

Warsaw Prague Bucharest

Dublin


come leggere le smart city / 02.2

Sette step per una Green City 1. Buon governo e leadership a livello metropolitano

è necessaria l’interazione tra i governi nazionali e i governi local, poichè le normative ambientali nazionali a volte possono avere gravi conseguenze, e non essere sempre in grado di fornire la direzione strategica complessiva, ma anche a livello di città la leadership è altrettanto cruciale. Per questo è importante che le città ricevono una maggiore autonomia rispetto alle iniziatine nazionali, ma per impostare le proprie politiche è necessaria la fornitura di finanziamenti.

2. Un approccio olistico

La città deve adottare un approccio olistico ai problemi ambientali, riconoscendo che le prestazioni in una sola categoria, come ad esempio i trasporti, è collegato al successo in altre categorie quali ad esempio la qualità dell’aria.

3. le politiche giuste

Le città possono adottare politiche o progetti a basso costo per migliorare l’ambiente e la sostenibilità.

4. l’impegno civico

La prestazione ambientale è anche una questione di impegno civico. Da uno studio si è dimostrato che più alto è il livello di partecipazione volontaria delle organizzazioni, migliore il punteggio nell’indice.

5. La tecnologia giusta

La tecnologia gioca un ruolo importante nel ridurre gli impatti ambientali. Ad esempio, leve tecnologiche solo consentirebbe una riduzione quasi il 44% delle emissioni totali di CO2, al tempo stesso possono ridurre i costi per l’energia, acqua o smaltimento dei rifiuti.

6. Agenda green e brown

Si tratta della “brown agenda”, che si concentra sulla salute umana e la riduzione della povertà, e della ”green agenda”, che si impegna a migliorare la sostenibilità degli ecosistemi. I due ordini del giorno dovrebbero andare di pari passo.

7. Far fronte agli insediamenti informali

Affrontare gli insediamenti informali è la chiave per l’agenda dell’impatto ambientale perché esistono al di fuori di politiche di pianificazione formali e spesso portano a inquinamento attraverso fognature inadeguate e rifiuti malgestiti.

Fonte: www.siemens.com/ greencityindex

041


come leggere le smart city / 02.2

Confronti globali

US & Canada (UC)

Europe (EU)

1.4

Latin America (LA)

4.6

Africa (AF)

2.5

Asia (AS)

9.4

255 m2 LA

3.9

39 m2 AS

Average city population (in milion)

74 m2 AF

= 100 people 2

UC 3,100 persons/km

EU 3,900 persons/km2

Green spaces per person (in milion)

Green Spaces

2

LA 4,500 persons/km

AS 8,200 persons/km2

Latin American Index cities lead Asian and 2 African cities for the amount of parks, open spaces and other green areas.

14.5 t UC

4.6 t AS

5.2 t EU

2

AF 4,600 persons/km

Population density in person /km2

CO2 emissions per person (in metric tons)

Population Density

CO2 Emissions

Asian Index cities are by far the most dense among the regions; US & Canada cities trail the rest.

The US & Canada Index cities have higher per capita CO2 emissions than Europe and Asia combined.

$ 1.5 EU

$ 38,500 EU

042

$ 46,000 UC

$ 11,100 LA

6MJ

$1 AS

$ 18,600 AS

GDP per person in US $

Energy consumed per unit of GDP (in MJ per 1 US $)

Average GDP

Energy Intensity

As expected, cities in the US & Canada and Europe are the wealthiest among the regions.

Europe compares favourably with Asia for energy consumption per unit of GDP.


come leggere le smart city / 02.2

23% 13% 35% 22% 30% EU US&CA LA AS AF

288 l 587 l 264 l 278 l 187 l EU US&CA LA AS AF

Le akage r ate i n %

Total water con su mpti on i n l i tr e s pe r pe r son pe r day

Water System Leakage

Water Consumption

Latin American Index cities lose the most wateracross the five regions. US & Canada cities lead the rest on this metric. 37%

87%

EU

UC

63%

The US & Canada Index cities consume by far the most water among the five regions.

7 µg/m3 EU

15 µg/m3 LA

23 µg/m3 AS

13%

0

Share of workers traveling by car vs by public transport/bicycle/foot in %

Annual daily mean of SO2 concentrations in µg/m3

Modal Split

Sulphur Dioxide

Far more US & Canada Index city residents travel to work by car than in European Index cities.

Asian Index cities have higher sulphur dioxide concentration levels than European and Latin American Index cities combined.

511 kg EU

465 kg LA

375 kg AS

408 kg AF

18% EU

26% US&CA

Annual waste generated per capita in kg

Share of waste recycled in %

Waste Production

Recycling Rates

European Index cities produce the most waste per capita, followed closely by Latin American and African city.

On average, US & Canada Index Index cities outperform European Index cities when it comes to recycling.

35 µg/m3 EU

48 µg/m3 LA

108 µg/m3 AS

35 µg/m3 EU

38 µg/m3 LA

47 µg/m3 AS

Annual daily mean of PM10 concentrations in µg/m3

Annual daily mean of NO2 concentrations in µg/m3

Particulate Matter

Nitrogen Dioxide

Particulate matter pollution in Asian Index cities far outstrips levels in Latin American and European Index cities.

Asian Index cities have high levels of nitrogen dioxide, but there is a smaller gap between Europe and Latin American Index cities.

In generale, i dati utilizzati per ogni Green City Index regionale sono difficili da confrontare con altre regioni a causa di differenze nel modo in cui le statistiche vengono raccolte. Inoltre, molti indicatori specifici sono diversi per ogni Green CIty Index, che riflette la disponibilità dei dati e l’impatto ambientale specifico delle sfide di ogni continente. Solo due di gli indicatori quantitativi - il consumo di acqua e perdite d’acqua sono misurati in tutti gli indici. Tuttavia, una serie di indicatori sono stati raccolti in almeno 2-3 regioni.

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Smarter Cities

FONTE: http://www.ibm. com/

I governi della città di tutto il mondo sono alla ricerca di modi per migliorare le città. Molte città si stanno rendendo conto che la tecnologia può giocare un ruolo chiave nel miglioramento della città per i cittadini, le imprese e i visitatori. IBM crede fermamente che la tecnologia ha un ruolo vitale da svolgere nel trattare con molti dei problemi legati alla città. Infatti la visione di IBM per una città più intelligente utilizza la tecnologia per portare avanti le città in modo che possano raggiungere questi obiettivi: 1. Qualità della vita per i suoi cittadini e visitatori: . Buona gestione delle città . Città sana e sicura . Città con un buon governo . Città che include la cultura e gli eventi . Città che si focalizza sui suoi cittadini 2. Crescita delle aziende, costruzione della città dell’economia: . Città dell’innovazione digitale . Città del commercio . Città che attrae e mantiene un personale qualificato . Città con un flusso di traffico scorrevole

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Cosa significa essere più “intelligenti” L’IBM crede che l’intelligenza può essere introdotta nei sistemi e nei processi che fanno funzionare il mondo, all’interno di dispositivi che non potremmo certo considerare computer: auto, elettrodomestici, autostrade, reti elettriche, abiti, perfino sistemi integrati con la natura come l’agricoltura o le reti idriche. Oggi, il problema non è quello di avere a disposizione la tecnologia, ma il capire cosa farne. Come si può mettere l’intelligenza dentro un sistema di cui nessuna impresa e nessun ente è responsabile? Come si può mettere insieme tutto quello che serve? Come ottenere i finanziamenti necessari? Da dove incominciare? Negli anni scorsi è stato appreso tanto su cosa ci vuole per costruire un pianeta più intelligente, comprendendo che le aziende, le città e il mondo sono sistemi complessi, o meglio, sistemi di sistemi, che coinvolgono come leader, come lavoratori e come cittadini. Un pianeta più intelligente richiederà un nuovo approccio che va oltre la collaborazione. L’approccio di IBM Smarter Cities è ben allineato con gli strumenti dello Smarter Planet che definiscono un sistema: Tecnologico

Interconnesso

+

Intelligente

+

Tecnologico In quanto la tecnologia è ormai incorporata negli oggetti che ci circondano e rende possibile misurare la realtà. Stiamo arrivando a un miliardo di transistor per ogni essere umano. Dovunque troviamo sensori e dispositivi intelligenti: nelle auto, nei macchinari, nelle telecamere, nelle strade, negli oleodotti... persino nei prodotti farmaceutici e negli animali. Interconnesso In quanto viviamo in un mondo sempre più interconnesso. Tra poco su Internet navigheranno due miliardi di persone, ma anche i sistemi e gli oggetti “parleranno” tra loro. Si pensi ad un trilione di cose intelligenti e collegate in rete e alla quantità di dati che produrranno. Intelligente In quanto vi è una capacità di tutte queste realtà interconnesse di produrre intelligenza. Attraverso sistemi sempre più potenti e avanzati strumenti di analisi, l’enorme mole di dati che esse inviano in rete può essere trasformata in conoscenza operativa, in tempo reale. E in questo modo, tutto - oggetti, persone, organizzazioni grandi o piccole - può trasferirsi in un mondo digitale, interconnesso, intelligente.

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I cambi di lavoro IBM: Infrastruttura. Operatività. Persone. Di che cosa è fatta una città? La risposta è evidente: i tre elementi qui sopra. Una città è un sistema interconnesso di sistemi. Un lavoro dinamico in evoluzione, che ha come missione il progresso. Un organismo che ha bisogno di essere sostenuto e dare, allo stesso tempo, energia ai componenti su cui si fonda. Per diventare una città più intelligente. Per tutti.

Servizi per la Pianificazione e la Gestione Per pianificare e gestire una città i responsabili delle città devono guardare in profondità all’operatività e in modo olistico, rafforzare la sicurezza, gestire le emergenze, amministrare i beni pubblici e occuparsi della pianificazione urbana e di un’edilizia più intelligente. Sicurezza pubblica I responsabili della sicurezza pubblica possono raccogliere dati da fonti diverse – dai nodi stradali alle minacce alla sicurezza – e renderli disponibili in tempo reale agli utenti chiave: agli amministratori, a chi gestisce le decisioni in caso di emergenza, fino alle squadre di soccorso. Edilizia più intelligente e pianificazione urbana Gli edifici dotati di sensori intelligenti e di sistemi di sorveglianza possono essere gestiti da un unico punto di controllo e misurare, vedere e sentire le condizioni di ogni cosa al loro interno. Gli edifici intelligenti riducono i costi per la manutenzione, risparmiano energia e migliorano i livelli di affidabilità e sostenibilità. Amministrazione Pubblica Nelle città intelligenti i leader che hanno successo stanno individuando sistemi per ri-orientare l’Information Technology e le procedure per favorire lo sviluppo e rispondere alle necessità di cittadini e aziende.

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come leggere le smart city / 02.2

Infrastrutture Le infrastrutture e i servizi rendono vivibile la città. Questi servizi fondamentali sono una necessità e una comodità per cittadini e le aziende. Energia e acqua Le reti intelligenti utilizzano sensori digitali, network di comunicazioni avanzate e sistemi di analisi sofisticati per aiutare le aziende di pubblica utilità a capire la domanda quasi in tempo reale, gestire in modo più efficiente fornitura e domanda e aiutare gli utenti ad avere un migliore controllo nelll’utilizzo delle risorse energetiche. Ambiente Le città sostenibili adottano un nuovo obiettivo: ottimizzare l’operatività per ridurre al minimo l’impatto ambientale e migliorare i risultati per la società, in modo da ottenere il massimo delle prestazioni. Trasporti Sistemi di trasporto intelligenti potenziano la capacità, migliorano l’esperienza di viaggio e rendono gli spostamenti, di cose e persone, più sicuri ed efficienti. I responsabili del traffico acquisiscono una visibilità completa sulla città che aiuta ad alleviare le congestioni e a rispondere rapidamente agli incidenti.

Persone I servizi alla persona supportano le esigenze del cittadino, in quanto singolo individuo, per aiutarlo nello sviluppo delle sue capacità e tramite l’assistenza sociale. Programmi sociali I programmi sociali abilitano i cittadini all’accesso continuativo ai programmi più appropriati che vengono organizzati e comunicati in modo efficiente. Si occupano anche di incentivare risultati migliori ed assicurarsi che i cittadini ottengano i benefici promessi, tenendo i costi dei servizi sotto controllo. Sanità Per prendere le migliori decisioni sulla terapia e aumentare la produttività del sistema sanitario. Le organizzazioni più avanzate stanno collegando i dati della sanità, i sistemi e i processi per facilitare comunicazioni sicure e la condivisione delle informazioni. Educazione I progressi nel campo dell’educazione e la tecnologia — come gli analytics, i sistemi per l’identificazione precoce di studenti a rischio o il cloud computing— possono aiutare i nostri sistemi a ringiovanire infrastrutture datate con nuove funzionalità.

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Smart City in Italia

La ricerca ABB1 in 10 punti 1

Le smart city sono una risposta efficace ai bisogni emergenti, resi cruciali da dinamiche globali, rapide ed ineludibili.

2

L’innovazione è un fattore cruciale per rispondere ai nuovi bisogni e raggiungere più velocemente alcuni obiettivi, ma va interpretata in chiave abilitante.

3

4

5

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Smart city è per ABB un modello urbano che minimizza lo sforzo per i bisogni “bassi” e soddisfa efficacemente i bisogni più “alti”, per garantire un’elevata qualità della vita, ottimizzando risorse e spazi per la sostenibilità. La città smart italiana di domani è una scommessa di oggi, l’occasione per “reinventare” il territorio italiano recuperando un’idea forte di futuro, pur senza dimenticare il passato. Vincere le sfide richiede un Paese più smart, ma tante città smart non necessariamente rendono smart il Paese. Tecnologie, progetti, politiche, vanno posti al servizio di un’idea comune, pena il rischio evidente di affievolire le potenzialità del concetto e indebolire gli sforzi.


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6

7

6. La sfida chiama in causa il sistema centrale, per coagulare gli sforzi, dare un indirizzo a iniziative disperse, “strumentare” le autonomie locali ai vari livelli. 7. Il successo del progetto passa attraverso la sua gestione in ottica strategica e, in particolare, attraverso il monitoraggio del percorso evolutivo del Paese secondo un modello di riferimento unitario.

8

8. È necessaria e urgente una campagna informativo-conoscitiva nazionale che raggiunga un’ampia platea in tempi brevi, perché i temi smart sono dominio di pochi e rischiano di essere percepiti come “elitari”.

9

9. Per diventare “più smart” il Paese deve investire 3 punti di PIL ogni anno da qui al 2030, ma un Paese “più smart” vale fino a 10 punti di PIL all’anno.

10

10. Per questi obiettivi abbiamo formulato 7 proposte che costituiscono un piano di azione organico.

ABB, precedentemente denominata Asea Brown Boveri Ltd, è una multinazionale svizzera con sede centrale a Zurigo. Leader mondiale, rivolge la sua produzione principalmente alle tecnologie per l’energia e l’automazione. 1

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Sette proposte per far diventare “più smart” il Paese

1. Una strategia generale per l’italia

Proposta: Definire una visione a livello Paese (IL progetto politico, economico e sociale dell’Italia) e una strategia per realizzarla, riaffermando il ruolo di indirizzo del Governo Obiettivi: - Dotare il Paese di un’identità condivisa, che qualifichi l’Italia del futuro e traini l’azione - Riaffermare il ruolo del Governo come organo di indirizzo di sistema, oltre che promotore delle condizioni di contesto - Mobilitare e motivare il Paese verso una visione comune, che fornisca un obiettivo “alto” in cui incardinare eventuali sacrifici Perché: una visione accettata ed interiorizzata dalla stragrande maggioranza della popolazione, da cui discenda una strategia generale, è prerequisito essenziale per ottimizzare le risorse e le forze messe in campo, anche nelle scelte di politica urbana. Per l’Italia (come l’Europa, del resto) questi elementi non sono chiari. Proposta: Mettere a punto una governance nazionale per i temi smart che indirizzi l’azione e componga gli interessi trasversali Obiettivi: - Razionalizzare i soggetti che operano sui temi smart con funzioni di indirizzo, definendo ruoli e funzioni - Definire ed implementare regole condivise e priorità, fornendo agli stakeholder un quadro certo - Comporre gli interessi particolari di istituzioni centrali, locali e imprese Perché: una pluralità di attori, a vario titolo e senza apparente coerenza di sistema, oggi insiste sui temi smart, ciascuno portando avanti proprie visioni e iniziative. Un processo inteso pervadere il Paese deve avere un’unica regia, come unica deve essere l’interpretazione del concetto di “smartness”.

3. Italian smart city innovation partnership

050

Proposta: Lanciare la versione italiana del modello europeo di partenariato per l’innovazione rivolto alle smart city Obiettivi: - Incoraggiare lo sviluppo di partenariati strategici in logica win win tra imprese, Amministrazioni locali e istituzioni finanziarie - Concentrare le risorse disponibili su un numero limitato di progetti ad elevato potenziale (che fungano da traino per la replicabilità) Perché: occorre un impulso esterno per far triangolare imprese, territori ed enti finanziatori e sviluppare i sistemi urbani di domani, specie in un contesto in cui crisi economica, tagli alla spesa, Patto di Stabilità rischiano di trattenere ulteriormente gli stakeholder dal cooperare, rendendo al contempo le istituzioni finanziarie meno propense a fornire supporto.

2. governance della smartness


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4. premio smart city basato su un modello condiviso

Proposta: Istituire un premio per le prime 5 città che raggiungono il massimo livello di “smartness”. Obiettivi: - Mettere in competizione i territori, valorizzando e diffondendo le eccellenze naturali, per innescare processi emulativi - Offrire un plus distintivo al sistema italiano, accrescendo la sensibilità del Paese verso il tema smart Perché: per contribuire ad aumentare l’attivismo dei territori e la diffusione delle soluzioni. La proposta si contraddistingue per il fatto di: - Premiare la smartness a tutto tondo, non singoli aspetti. - Valutare il grado di smartness attraverso una metrica che esprima livelli di utilizzo/beneficio per i cittadini piuttosto che livelli. Proposta: Impegnarsi formalmente a portare a compimento o a chiudere definitivamente alcune iniziative avviate e mai concluse, direttamente/indirettamente legate alle smart city. Obiettivi: - Razionalizzare i processi in corso, ponendo fine allo spreco di risorse pubbliche e recuperando credibilità - Assicurare un’unica direzione di marcia ad azioni spesso arenatesi per il mancato coordinamento e/o comunicazione tra attori istituzionali Perché: portare a compimento iniziative di valenza significativa in ottica smart prima di avviarne di nuove, o vice versa decidere di abbandonarle una volta per tutte, è un doveroso atto di responsabilità nei confronti del Paese.

6. Quik win a breve

5. perfezionamento delle iniziative in atto

Proposta: Promuovere soluzioni smart (già disponibili) e a basso costo, che possano produrre progressi significativi a brevissimo termine Obiettivi: - Produrre velocemente risultati tangibili - Diffondere un chiaro segnale alla popolazione circa i benefici conseguibili, grazie a dimostrazioni concrete dell’arte del possibile (i fatti contano più delle parole) Perché: Investire esclusivamente nel cambiamento a lungo termine è poco lungimirante; per superare gli scetticismi dell’opinione pubblica e creare consenso a supporto del progetto “macro” occorrono risultati anche nel breve periodo. Proposta: Darsi un obiettivo sfidante per superare la percezione “elitaria” dei temi smart e creare consenso. Obiettivi - Dimostrare ai cittadini, in maniera concreta e tangibile, i possibili benefici del concetto smart per le loro vite - Dare prova della serietà dell’impegno istituzionale Perché: la qualità della vita è oggi il driver fondamentale e il tempo libero un fattore chiave, dunque potenziale metrica efficace per un impegno governativo serio ed ambizioso.

7. aumento del 10% del tempo libero

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programmi ue / 03.1

00

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SMART CITY PER IL SUD

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3

la puglia attraverso

.1 i programmi ue 2007-2013 I programmi dell-Unione Europea si dividono a piccola e grande scala. Di seguito i programmi in cui sono coinvoltr le regioni della convergenza ed in particolare la regione Puglia.

Fonte: http://ec.europa.eu/ regional_policy/

Programmi Nazionali Programma operativo ‘Reti e mobilità’ Il Programma operativo è destinato alle regioni interessate dall’obiettivo Convergenza: Puglia, Campania, Calabria e Sicilia. In conformità con il Quadro di riferimento strategico nazionale italiano (QRSN), il programma si pone come obiettivo di trasformare l’attuale svantaggio che caratterizza le regioni del sud d’Italia, in particolare la loro situazione geografica isolata, in un vantaggio strategico mediante una migliore gestione dei flussi logistici tra i paesi comunitari e non comunitari (asiatici e africani). Ciò implica il miglioramento delle reti ferroviarie e dei collegamenti marittimi.

Programma operativo ‘Ambienti per l’apprendimento’ L’obiettivo del programma è migliorare l’accessibilità e l’attrattiva del contesto scolastico per gli allievi e gli adulti. In tal senso il programma “Ambienti per l’apprendimento” integra il più ampio programma in materia educativa del Fondo sociale europeo (FSE). Entrambi i programmi si prefiggono di innalzare i livelli di competenze di base assicurando attrezzature e infrastrutture migliori, edifici scolastici di migliore livello e strutture migliori per gli allievi, gli insegnanti e gli adulti che usano le strutture scolastiche per le classi serali. La scuola svolge un ruolo particolarmente importante nelle zone isolate, al di fuori dei grandi assi di comunicazione. Un’attenzione particolare verrà riservata alla promozione della sostenibilità ambientale.

Programma operativo ‘Energie rinnovabili e risparmio energetico’ L’obiettivo generale del programma è accrescere la quantità di fonti energetiche rinnovabili nell’ambito dei consumi energetici ed assicurare una maggiore efficienza energetica.

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programmi ue / 03.1

Programma operativo ‘Governance e assistenza tecnica’ Il programma operativo intende aumentare l’efficacia delle politiche regionali migliorando le competenze tecniche e politiche degli organismi amministrativi ed esecutivi coinvolti. Il programma completa quindi i due programmi del Fondo sociale europeo (FSE) volti a rafforzare la capacità amministrativa, uno nell’ambito dell’obiettivo “Competitività regionale e occupazione” e l’altro nell’ambito dell’obiettivo “Convergenza”. Entrambi i programmi sostengono il ravvicinamento dei programmi di politica regionale dell’UE e nazionali e mirano ad aumentare l’efficienza delle amministrazioni pubbliche responsabili della programmazione, dell’attuazione, del monitoraggio e della valutazione delle politiche regionali. I principali beneficiari saranno le amministrazioni regionali, centrali e locali che fungono da autorità di gestione e da organismi di esecuzione per i programmi operativi regionali e nazionali. Inoltre, negli interventi nazionali di politica regionale saranno utilizzati i metodi di politica regionale dell’UE come mezzo per aumentarne l’efficacia e l’impatto. A tal fine, saranno organizzati anche scambi di buone prassi e gemellaggi tra le diverse amministrazioni.

Programma operativo ‘Ricerca e competitività’ L’obiettivo generale del Programma operativo è il sostegno alla ricerca e sviluppo (R&S) e all’innovazione aziendale nonché il rafforzamento del sistema produttivo in linea con la strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione. Gli investimenti interesseranno quindi la R&S, l’innovazione e la creazione di nuove imprese. Il Programma multiregionale intende sviluppare un’economia basata sul sapere migliorando la R&S, lo sviluppo di prodotti e processi e incoraggiando l’avvio di nuove imprese assicurando nel contempo un uso efficiente delle risorse finanziarie. Il programma può incoraggiare inoltre: • l’innovazione aziendale nel settore basato sui saperi; • i collegamenti in rete; • gli aiuti destinati alla creazione di nuove imprese innovative; e • i servizi alle imprese e il sostegno a strumenti di ingegneria finanziaria.

Programmi regionali Programma operativo ‘Puglia’ La politica di coesione in Puglia per il periodo 2007-2013 è intesa essenzialmente a promuovere la piena convergenza della regione in termini di crescita e occupazione, assicurando nel contempo la sostenibilità. Il programma operativo regionale per la Puglia, cofinanziato dal FESR, ha tre obiettivi:

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programmi ue / 03.1

La politica di coesione in Puglia per il periodo 2007-2013 è intesa essenzialmente a promuovere la piena convergenza della regione in termini di crescita e occupazione, assicurando nel contempo la sostenibilità. Il programma operativo regionale per la Puglia, cofinanziato dal FESR, ha tre obiettivi: • rafforzare i fattori di attrattività del territorio, migliorando l’accessibilità, garantendo servizi di qualità e salvaguardando le potenzialità ambientali. Ciò si realizzerà tramite un modello di sviluppo sostenibile basato su una maggiore efficienza nel consumo energetico e un aumento significativo della produzione di energie rinnovabili; • promuovere l’innovazione, l’imprenditoria e lo sviluppo dell’economia della conoscenza anche attraverso la valorizzazione del lavoro competente e dei distretti produttivi; • realizzare condizioni migliori di occupabilità, di coesione e inclusione sociale. Questi obiettivi del programma FESR verranno portati avanti di conserva con un certo numero di obiettivi macrotrasversali che rivestono un’importanza fondamentale per la Puglia. Questi interessano ciascuna grande linea d’intervento: • sviluppo sostenibile • pari opportunità • dimensione territoriale dello sviluppo.

COOPERAZIONE TRANSFRONTALIERA, TRANSNAZIONALE E INTERREGIONALE Programma operativo ‘Mediterraneo’ Il programma intende rafforzare l’economia della regione mediterranea per assicurare la crescita e l’occupazione nell’interesse delle generazioni future. Essa intende anche promuovere la coesione territoriale e intervenire a difesa della tutela dell’ambiente in una logica di sviluppo sostenibile.

Programma di cooperazione transfrontaliera IPA Adriatico Il programma di cooperazione transfrontaliera è una continuazione e un’estensione dei due precedenti Programmi di vicinato per il periodo 2004-2006: Italia-Adriatico e Italia-Albania. L’obiettivo generale resta sostanzialmente invariato: potenziare le capacità di sviluppo sostenibile nella regione adriatica tramite l’adozione di una strategia concertata da parte dei partner dei territori ammissibili. Tale obiettivo generale è stato suddiviso dai paesi partecipanti nei tre obiettivi specifici elencati di seguito: Promuovere la crescita economica sostenibile: fornire supporto

057


programmi ue / 03.1

allo sviluppo economico tramite il sostegno all’innovazione e alle nuove tecnologie, potenziare la ricerca e l’innovazione per dare una spinta decisiva alla competitività e promuovere lo sviluppo della regione adriatica tramite la collaborazione economica, sociale e istituzionale. - Aumentare l’attrattiva e migliorare la qualità della vita delle regioni marittime frontaliere: protezione e gestione condivisa delle preziose risorse naturali e culturali, prevenzione dei rischi tecnologici e naturali, salvaguardia della biodiversità ed espansione del turismo sostenibile.- Promuovere la coesione sociale e la collaborazione: promozione di un reale senso di condivisione tramite il sostegno allo sviluppo di risorse umane e mercato del lavoro, agli scambi culturali e alle reti transfrontaliere per incentivare e ampliare i trasporti e i servizi di informazione e comunicazione.

Programma operativo ‘Grecia - Italia’ Il programma intende collegare mercati e comunità migliorandone l’accessibilità. Esso intende agevolare il trasferimento di knowhow nelle aree interessate dall’intervento e si prefigge di porre le basi su cui creare strutture comuni per lo sviluppo sostenibile. La stimolazione del capitale umano ed economico nella regione frontaliera porterà a una più rapida integrazione nell’economia globale. Il programma migliorerà inoltre la coesione interna, renderà quest’area più attraente per gli investitori e contribuirà a proteggere l ‘ambiente. L’obiettivo generale del programma è il rafforzamento della competitività e della coesione territoriale nell’area in oggetto in un’ottica di sviluppo sostenibile da realizzarsi correlando le potenzialità delle regioni ad entrambi i lati della frontiera marittima. Ciò verrà realizzato rafforzando la competitività e l’innovazione e migliorando l’accessibilità, soprattutto in relazione alle reti e ai servizi regionali. Il programma intende inoltre promuovere la qualità della vita, contribuire a tutelare e a gestire l’ambiente e accrescere la coesione sociale e culturale.

Programma operativo ‘South East Europe (SEE)’ L’obiettivo generale del programma è migliorare “il processo d’integrazione territoriale, economico e sociale e contribuire alla coesione, alla stabilità e alla competitività” mediante lo sviluppo di partenariati transnazionali. Il programma si impernia su quattro priorità tematiche: innovazione, ambiente, accessibilità e sviluppo urbano sostenibile. Ciò costituirà un’opportunità concreta per i Balcani occidentali di avvicinarsi all’Unione europea e servirà anche ad approfondire le relazioni con i paesi viciniori dell’UE. L’area dell’Europa sud orientale è l’area di cooperazione transnazionale più diversificata, eterogenea e complessa in Europa, frammentata com’è in un gran numero di paesi aventi ciascuno le sue peculiarità. L’emergere di nuovi stati con la conseguente creazione di nuove frontiere ha modificato i modelli di relazioni politiche, economiche, sociali e culturali.

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programmi ue / 03.2 03.1

3

Bando MIUR:

.2 Smart cities and Communities and Social Innovation

“Smart Cities and Communities and Social Innovation” è il titolo del bando pubblicato dal MIUR (Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca) il 2 marzo scorso e dedicato a tutti i cittadini, le imprese e i centri di ricerca delle quattro Regioni ad Obiettivo Convergenza (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia). Si tratta di un’iniziativa, suddivisa in due linee di intervento distinte, e finanziata per circa 240milioni di euro (200 per le smart cities e 40 per la social innovation) attraverso il programma PON Ricerca e Competitività 2007-2013. In particolare la prima linea di intervento è dedicata a finanziare Idee progettuali per “Smart Cities e Communities” cioè interventi che puntano ad applicare soluzioni tecnologicamente avanzate o sviluppare modelli di integrazione sociale, per risolvere problemi di scala urbana e metropolitana. L’avviso individua 9 settori specifici di intervento che si focalizzano su un ambito di attività (health, mobility, education, turism, sustainable natural resources) o su una particolare tecnologia (smart grid, cloud computing, low carbon technologies, last-mile logistic). I destinatari sono le imprese, i centri di ricerca, i consorzi e i parchi scientifici e tecnologici che abbiano già una sede in una delle Regioni della Convergenza o che si impegnino a costituire una sede in una di esse in caso di approvazione del progetto. Un’occasione importante, quindi, per i territori del meridione che però rischia di essere un’uniziativa calata dall’alto che non tiene sufficientemente conto delle esigenze, dei bisogni, delle aspettative che provengono dal territorio. Obiettivo del contest è proprio di raccogliere suggerimenti che provengano dal basso e di metterli a disposizione di coloro che presenteranno delle proposte. Un contributo per dare voce al territorio stesso.

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Metropoli terre di bari / 03.3

3

il progetto

.3 metropoli terre di bari

Fonte: http://www.ba2015. org

Con quasi un milione di abitanti, pari ad un quarto della popolazione dell’intera regione Puglia, la Metropoli Terra di Bari ha intrapreso nell’estate 2007 un ambizioso percorso di pianificazione strategica. Trentuno Città che, assieme alla Provincia di Bari, alle istituzioni pubbliche e private, alle associazioni ed ai semplici cittadini, hanno pianificato - per la prima volta in maniera integrata - lo sviluppo sostenibile del territorio. Dai trasporti al sociale passando per le politiche industriali ed il turismo, le tematiche affrontate nel corso di questo ambizioso percorso si sono tradotte in un ricco parco progetti da presentare ad investitori pubblici e privati ma anche da candidare ai finanziamenti europei 2007-2013. I comuni della provincia coinvolti sono: ACQUAVIVA DELLE FONTI - ADELFIA - BARI - BINETTO BITETTO - BITONTO - BITRITTO - CAPURSO - CASAMASSIMA - CASSANO DELLE MURGE - CELLAMARE - CONVERSANO CORATO - GIOIA DEL COLLE - GIOVINAZZO - GRUMO APPLUPA - MODUGNO - MOLA DI BARI - MOLFETTA - NOICATTARO - PALO DEL COLLE - POLIGNANO A MARE - RUTIGLIANO RUVO DI PUGLIA - SAMMICHELE DI BARI - SANNICANDRO - TERLIZZI - TORITTO - TRIGGIANO - TURI - VALENZANO

70 è il numero dei km di litorale metropolitano che il Piano Strategico BA2015 ha deciso di reinventare. Le due “anime” della Metropoli Terra di Bari - la terra e il mare - si fondono attraverso un insieme di azioni volte ad arricchire il territorio rendendolo attrattivo a livello internazionale. Rinnovare il legame tra l’entroterra e il fronte mare, tra i centri storici e la costa rappresenta un’opportunità per promuovere un’offerta per i turisti e gli stessi abitanti. Le risorse culturali, storiche, archeologiche e ambientali, collegate e rese accessibili, acquistano nuova immagine recuperando appieno consistenza e identità originarie. Dal miglioramento dell’accessibilità alla valorizzazione dei centri storici, dai processi di riqualificazione a quelli di difesa del patrimonio naturalistico, il Piano ha previsto di connettere e valorizzare i centri storici e la costa della Metropoli. Ambiente e territorio, le sue risorse strategiche anche da un punto di vista culturale, in un’identità fatta di elementi tangibili e

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progetto Metropoli terre di bari / 03.3

Turismo

Assetto idrogeologico

Artigianato Industria

Intercultura

Commercio

Distretti sociali

Agricoltura

Siti contaminati Rifiuti

Ricerca e innovazione

Energia

Agenda sociale

Acqua

COESIONE

ECONOMIA

Educazione e formazione

Lavoro CONOSCENZA

Aria AMBIENTE

POPOLAZIONE TRASPORTI

31 COMUNI

Porto di Bari

ENTE COMUNE DI BARI

Paesaggio urbano

Aereoporto K. Wojtyla

ENTE PROVINCIA DI BARI

Nodo ferroviario

INTERNAZIO NALIZZAZIONE

Cooperazione decentrata Sistema produttivo

Città contemporanea

ENTE REGIONE PUGLIA

Coste Campagne

TERRITORIO ReCS RETE DELLE CITTÀ STRATEGICHE CAPITALE CULTURALE PIANO STATEGICO

Accessibilità e mobilità sostenibile Infrastrutture urbane e territoriali Sistema delle risorse naturali

Accessibilità Competitività Inclusione sociale Formazione e Lavoro

Creatività e spazi culturali Turismo e Marketing Migranti Politiche giovanili e conoscenza

Governance multi-livello, Funzionamento efficiente ed integrato di MTB Informazione e Comunicazione ai cittadini e a tutti gli stakeholders

intangibili, che nella fusione tra tradizione e innovazione trovano la loro perfezione. Il Piano Strategico prevede così di impreziosire le risorse del territorio in una prospettiva di sviluppo economico e culturale che la Metropoli persegue anche attraverso la capacità dei cittadini di manutenere e promuovere le proprie città.

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Metropoli terre di bari / 03.3

RESTAURO TEATRO COMUNALE CITTADELLA NICOLAIANA MUSEO DEL MARE

VILLA TRILUSSA MUSEO DIOCESANO

TEATRO MARGHERITA NUOVO MUSEO PINO PASCALI

MUSEO SANNICARDO POLO MUSEALE CONVENTO S. BENEDETTO

RISTRUTTURAZIONE TEATRO COMUNALE MUSEO CIVILTA’ CONTADINA

CASTELLO NORMANNO SVEVO

Progetto creatività INTERVENTI DI RISTRUTTURAZIONE DEI CASTELLI

NUOVI CONTENITORI CULTURALI E POLIFUNZIONALI

INTERVENTI DI RECUPERO TEATRI

LABORATORI DI CREATIVITA’ URBANA GIOVANILE

LA RETE MUSEALE

REALIZZAZIONE DI CENTRI POLIVALENTI INTEGRATI

INTERVENTI SU BIBLIOTECHE, PINACOTECHE, ARCHIVI STORICI

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REALIZZAZIONE DI PUNTI SPORT


progetto Metropoli terre di bari / 03.3

Progetto economia PROMUOVERE L’INNOVAZIONE E LA CONOSCIENZA FAVORIRE LA COLLABORAZIONE TRA RICERCA E IMPRESA

POLI INDUSTRIALI AREE ECOLOGICAMENTE ATTREZZATE

RAFFORZARE L’ATTRATTIVITA’ DEL SISTEMA DEL SISTEMA UNIVERSITARIO METROPOLITANO

AREE PRODUTTIVE

INTERVENTI SULLE SCUOLE

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Metropoli terre di bari / 03.3

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Progetto Mobilità

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ITINERARI CICLABILI VERDI

METROPOLITANA MTB

ITINERARI CICLABILI URBANI ED EXTRAURBANI

METROMARINA

RETE DELLE STAZIONI MULTIMODALI

COLLEGAMENTI AI PORTI DI MTB


progetto Metropoli terre di bari / 03.3

BARI

Progetto Turismo CONSOLIDARE L’OFFERTA PER TURISMO BUSINESS

SERVIZI INNOVATIVI DI ACCOGLIENZA TURISTICA

PROPORRE MODELLI TURISTICI SOSTENIBILI

SVILUPPO PORTUALITA’ TURISTICA

FAVORIRE INTERVENTI PER IL TURISMO ARCHEOLOGICO

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bari, una smart city europea / 03.4

064


bari, una smart city europea / 03.4

3

il paes della città di bari e

.4 il progetto bari smart city I cambiamenti climatici sono un fenomeno di portata globale, tuttavia le città possono contribuire in maniera significativa a ridurre le emissioni di gas serra: per le loro competenze e ambiti d’azione, gli enti locali possono realizzare progetti nei settori con un maggior impatto ambientale e coinvolgere attivamente cittadini ed operatori economici del territorio. Il Comune di Bari, riconoscendo questo ruolo attivo e propositivo degli enti locali nella lotta ai cambiamenti climatici, ha ritenuto di dover definire una propria strategia di riduzione delle emissioni. Il Comune di Bari si e’ già dotato dal 2006 di un Piano Energetico Ambientale comunale che prevedeva l’obiettivo di riduzione dei consumi energetici al 2012 pari al 12,8%, ma per conformarsi alla strategia europea 20-20-20 ha determinato di accrescere il proprio impegno per la riduzione delle emissioni inquinanti. Pertanto, nel luglio 2010 la Pa ha stabilito l’adesione al Patto dei Sindaci. Conseguentemente l’Amministrazione si e’ dotata di una Politica Energetica Ambientale. Questa politica energetica si è sostanziata nel documento programmatico preliminare al P.A.E.S. approvato con la deliberazione consiliare il giorno 5 maggio 2011 che è stato poi tradotto nel Piano di Azione per l’Energia Sostenibile. La visione strategica si sostanzierà in interventi e soluzioni puntuali volti a modificare ed orientare gli stili di vita e i consumi, pianificare le iniziative di miglioramento nell’uso dell’energia, rafforzare le infrastrutture per la produzione e la distribuzione di energia da fonti rinnovabili. Allo scopo di assicurare il massimo coinvolgimento di tutte le parti interessate nelle diverse fasi di attuazione, monitoraggio e verifica dei risultati conseguiti dal PAES, il Comune di Bari ha istituito 6 tavolipartenariali tematici, uno per ciascuno degli aspetti chiave per il miglioramento dell’efficienza energetica dell’Amministrazione: mobilità, energie rinnovabili e generazione distribuita, Edilizia sostenibile e pianificazione urbanistica, Modelli di Governance pubblici, Gestione sostenibile di acque e rifiuti, reti ed ICT). Questi tavoli sono aperti alla partecipazione di tutte le espressioni della società civile: istituzioni pubbliche, enti di ricerca, imprenditori e loro associazioni, organizzazioni del terzo settore, associazione di cittadini. Itavoli rappresentano un organo imparziale in grado di stabilire se i risultati attesi sono stati raggiunti e, sulla base delle esperienze

Fonte: Piano d’azione per l’Energia Sostenibile, http://www. comune.bari.it/ portal/pls/portal/ docs/1/256819.PDF

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bari, una smart city europea / 03.4

maturate, di proporre nuovi e migliori approcci per iniziative future. Il Comune di Bari, approvando il PAES si è posto un obiettivo ambizioso: ridurre del 40% le emissioni di CO2 entro il 2020 (per circa 450.000 tonnellate di CO2). Per raggiungere tale obiettivo sono state identificate 78 azioni che fanno riferimento alle seguenti aree: educazione, mobilità sostenibile, edilizia sostenibile, fonti rinnovabili, rifiuti e acqua, pubblica amministrazione sostenibile e Pianificazione energetica, infrastrutture di rete, tecnologie dell’informazione. Realizzare la vision e raggiungere gli obiettivi che Bari si è fissata richiede una chiara visione strategica ed un approccio che integri interventi “verticali” e “trasversali”.

Framework di riferimento per realizzare la vision

Educazione e modifica dei co mportamenti

Mobilità sostenibile

Edilizia sostenibile

Fonti rinnovabili e generazione distribuita

Rifiuti e Acqua

Pubblica ammin. sostenibile

Pianificazione energetica Infrastrutture di rete ICT / TLC Interventi verticali

Dal PAES a Smart City Il raggiungimento degli obiettivi del PAES richiede una attiva partecipazione di tutti i portatori di interesse che operano nell’ambito urbano: dai cittadini, alle imprese, agli istituti di ricerca, agli altri enti pubblici. Al fine di consolidare l’idea di un’unica “comunità di destino” in cui tutte le parti interessate collaborino fattivamente al raggiungimento degli obiettivi di miglioramento dell’efficienza del sistema urbano, nell’ambito dell’iniziativa si è costituita

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Interventi trasversali


bari, una smart city europea / 03.4

l’Associazione Bari Smart City che rappresenta il motore per le iniziative di promozione dell’efficienza energetica e per l’attuazione del PAES. Di questa Associazione fanno parte Enti , Istituzioni , Associazioni di categoria, Imprese ed Industrie del settore. L’associazione promuove lo sviluppo sostenibile della città di Bari con interventi ed azioni che migliorino la qualità della vita dei cittadini, coniugando la salvaguardia dell’ambiente e la crescita economica.

PAES Bari

Promozione dell’energia fotovoltaica Promozione delsolare termico

Nuovo regolamento edilizio

Promozione dell’uso dell’energia da biomassa

Incentivi per l’incremento dell’efficienza energetica degli edifici residenziali privati Mappatura delle prestazioni energetiche degli edifici

FONTI RINNOVABILI

EDILIZIA SOSTENIBILE

Rinnovo caldaie autonome negli edifici privati

Promozione della geotermia a bassa entalpia Fondo garanzia produzione di energia rinnovabile Distretto energetico del quartiere S. Paolo (fotovoltaico, cogenerazione, eleriscaldamento)

Incentivi per l’incremento dell’efficienza energetica degli edifici per attività terziarie e commerciali Nuovi edifici ad alta efficienza energetica Fondo Garanzia Edifici Sostenibili Porto verde

Miglioramento dei sistemi di monitoraggio e raccolta dati della rete di distribuzione di AQP

INFRASTRUTTURE DI RETE

Nuove stazioni Park & Ride Espansione parco biciclette Bike Sharing

Sistemi innovativi per la raccolta dei rifiuti Potenziamento della raccolta “porta a porta” rifiuti

RIFIUTI E ACQUA

Estensione area pedonale Introduzione elettric Car Sharing

Promozione di mini e micro eolico

MOBILITÀ

Razionalizzazione delle reti idriche e fognarie Ottimizzazione del ciclo dei rifiuti Progetto dispenser (es. vendita alla spina di prodotti)

Ampliamento della rete di piste ciclabili Stazioni di inter e multi modalità

Acquisti verdi Efficientamento energetico e R.E.S. negli edifici scolastici comunali

Potenziamento della rete Ferroviaria Metropolitana

Realizzazione impianto di trigenerazione nel Politecnico di Bari

Processi di pianificazione urbana

PUBBLICA AMM. SOSTENIBILE

Adesione dei comuni dell’area vasta al patto dei sindaci Ufficio di attuazione del PAES

Illuminazione stradale a basso consumo

PIANIFICAZ. ENERGETICA

Avvio attività Associazione “Bari Smart City”

Realizzazione della nuova sede comunale a basso consumo energetico Interventi di miglioramento dell’efficienza energetica eimpianti di produzione di energia rinnovabile negli edifici comunali pilota

Green Credits “progetto per la definizione di una fiscalità di vantaggio per il cittadino virtuoso” Sistema e-democracy in ambito ambientale

Copertura wireless del territorio comunale

Sportello informativo PAES Partecipazione a manifestazioni fieristiche Campagne informative di sensibilizzazione Formazione di specialisti

EDUCAZIONE

Formazione dipendenti pubblici su tematiche ambientali Formazione e sensibilizzazione delle nuove generazioni Fondo Garanzia Acquisti Sostenibili

Interventi per il risparmio energetico del Policlinico di Bari Efficientamento energetico degli edifici dell’Università

INIZIATIVE DI RIDUZIONE DELLE EMISSIONI

Control room dei consumi cittadini “MEMS” Municipal Energy Management System

ITC TLC

Infomobilità Rete di raccolta dati dai contatori Green ICT Dematerializzazione dei processi della PA

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bari, una smart city europea / 03.4

STAKEHOLDERS COINVOLTI

COS’È Associazione senza fini di lucro, istituita per seguire tutti i progetti e gli interventi utili alla città per candidarsi al progetto dell’Unione Europea “Smart Cities and Comunnities”.

. Istituzioni . Aziende private .Operatori interessati al processo di trasformazione della città

PRIMI PASSI

L’OBIETTIVO . INFORMARE, . COINVOLGERE . MOBILITARE (la comunità, i cittadini residenti, le associazioni, le organizzazioni pubbliche e private, al fine di sviluppare un efficace piano di azione in cooperazione con la Commissione Europea)

SMART HEALTH E CLUSTER OSDH SMART FSE STAYWELL

Gruppo di ricerca sui principali temi della sanità 2.0. Obiettivo: sviluppo di infrastruttura tecnologica innovativa a livello sovraregionale, locale e individuale con nuovi modelli di intervento a tutela della salute e del benessere dei cittadini. Si parte dall’area “preclinica” (benessere, stili di vita e prevenzione), per continuare con la gestione delle emergenze e delle acuzie (diagnosi mediante sensori innovativi, ottimizzazione dei percorsi sanitari) fino alla d e o s p e d a l i z z a z i o n e, all’home caring e ai servizi di telemedicina in cronicità. Sono coinvolte nella sperimentazione tutte le Regioni della Convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia). Il contributo complessivo è pari a 31.690.049,11 euro.

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I PROGETTI

Quattro sono i progetti finanziati dal MIUR che vedono Bari luogo di ricerca e sperimentazione:

PROGETTO PRISMA

Obiettivo: sviluppare una piattaforma “open” di cloud computing per i servizi di e-goverment, su cui realizzare una serie di applicazioni per la Pubblica Amministrazione Locale. Basandosi sui componenti già disponibili presso la PA, verranno sviluppate le componenti mancanti per realizzare una piattaforma open federabile, con prestazioni analoghe a quelle di sistemi proprietari. Le Regioni coinvolte nella sperimentazione sono Sicilia (Regione prevalente), Campania e Puglia. Il contributo assegnato è pari a 20.388.195,87 euro.

. Adesione al ‘Patto di Sindaci’ . Impegno a ridurre le emissioni di CO2, secondo gli obiettivi fissati dalla Ue al 2020. . Attuazione del progetto Paes . Accordo con Enel per l’utilizzo di: FONTI RINNOVABILI, SMART GRID (sistemi di distribuzione e gestione intelligenti dell’energia elettrica), MOBILITÀ ELETTRICA, EDILIZIA SOSTENIBILE.

PROGETTO EDOC@WORK 3.0

Obiettivo: offrire una soluzione strutturata e scientificamente solida a tutta la filiera dell’education, dalla scuola primaria sino alla formazione professionale, operando su modelli didattici e organizzativi, contenuti digitali multimediali e interattivi, infrastruttura tecnologica abilitante per l’erogazione di servizi didattici in cloud a docenti, studenti, famiglie, scuola e università, formazione professionale. Le Regioni coinvolte nella sperimentazione sono Puglia (Regione prevalente), Campania e Sicilia. Il contributo assegnato è pari a 21.310.980,12 euro.

“RES NOVAE”, “SINERGREEN” E “SEM-SMART ENERGY MASTER”

. Sistema di gestione dei flussi energetici a livello municipale, per ridurre i costi energetici, . Potenziamento della multi - generazione da fonti rinnovabili. . Sistema di monitoraggio, di supporto, gestione e programmazione della produzione/consumo di energia, acqua e gas . . Strumenti per la gestione efficiente delle infrastrutture critiche (reti elettriche, idriche e del gas) . Sviluppo di sistemi e modelli di analisi predittiva sui consumi, per migliorare l’efficienza energetica degli edifici pubblici. Sono coinvolte nella sperimentazione tutte le Regioni della Convergenza. Il contributo complessivo è pari a 38.699.312,97 euro.


bari, una smart city europea / 03.4

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Fonte: http://www. barismartcity.it/

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Grazie alla collaborazione dei cittadini e degli altri stakeholders, mediante politiche intelligenti nell’abito dell’uso efficiente dell’energia, della mobilità sostenibile e della pianificazione e riqualificazione urbana. Tra le prime iniziative che l’associazione Bari Smart City intraprende vi è la presentazione di una proposta progettuale sul bando Energy 2012 – 8.8.1: Strategic sustainable planning and screening of city plans nell’ambito del 7° Programma Quadro, come parte di un più vasto partenariato costituito dalle città l’Associazione sostiene l’Amministrazione Comunale nella candidatura all’iniziativa europea Smart Cities and Communities, che intende cambiare il volto della Città di Barcellona, Roma, Istambul. Con questo progetto il Comune di Bari potrà capitalizzare l’esperienza maturata in altri progetti nell’ambito della sostenibilità finanziati dall’UE già conclusi ( ad esempio MOST sul programma INTERREG Italia- Albania) o in corso (CiELo e SUMMIT, sul programma INTERREG ItaliaGrecia).

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analisi swot bari / 03.5

3

Analisi

.5 swot di bari

Università degli Studi di Bari, Politecnico di Bari e Libera Università Mediterranea Jean Monnet

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CNR - Istituto Agronomico Mediterraneo;CNR Istituto di studi sui sistemi intelligenti per l’automazione; CNR - Istituto di cristallografia; CNR - Istituto di scienze delle produzioni alimentari; CNR - Istituto di genetica vegetale; Istituto Nazionale di Fisica Nucleare; CEMeC Centro di Eccellenza in Meccanica Computazionale; Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari; Parco scientifico e tecnologico Tecnopolis-CSATA Novus Ortus.

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La definizione di una vision condivisa di Bari 2020 richiede una valutazione attenta dei punti di forza e di debolezza, delle minacce e delle opportunità che caratterizzano la realtà cittadina. Tra i punti di forza, è importante sottolineare la sensibilità e l’attenzione dimostrate dalla classe politica cittadina verso i temi energetici. Bari ha avviato nel 2001 la definizione del Piano Energetico Ambientale Cittadino (PEAC), secondo il quele il consumo sostenibile di energia e risorse non è una moda passeggera, ma è una priorità condivisa da tutta la compagine politica. Questa sensibilità ha favorito la nascita, la diffusione e il consolidamento in loco di distretti aziendali capaci di generare innovazione reale e supportare la crescita di aziende e competenze professionali all’avanguardia. Le tre università1 cittadine e i laboratori di ricerca2 presenti sul territorio contribuiscono alla generazione di idee e forniscono supporto nello sviluppo delle stesse, oltre a garantire lo sviluppo e la disponibilità di prezioso capitale umano. Un altro punto di forza cittadino è rappresentato dall’innovativo approccio alla mobilità, sviluppato dalle aziende di trasporto e dal Comune, che nel corso degli ultimi anni si è concretizzato nell’adozione di iniziative di smart mobility quali park & ride, sostituzione degli autobus a gasolio con quelli a metano, navette elettriche, bike sharing e piano della sosta per favorire un utilizzo più efficiente dei trasporti pubblici e privati. Il management dell’azienda municipale di trasporto (AMTAB) ha saputo combinare esperienze nazionali e internazionali per decongestionare il traffico e ridurre l’ingresso di auto private nelle aree centrali. Infine è utile ricordare che le condizioni climatiche di Bari favoriscono la diffusione e l’integrazione nel tessuto urbano delle fonti di energia rinnovabile, dal solare all’eolico, alla biomassa di piccola taglia.


analisi swot bari / 03.5

Il punto di debolezza più significativo è rappresentato da un parco edilizio costruito in larga parte negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso: palazzi e strutture abitative che sono caratterizzati da scarse prestazioni termiche e da elevate dispersioni di calore. Tale criticità è accentuata da un sistema di riscaldamento e di raffreddamento prevalentemente autonomo e di conseguenza intrinsecamente caratterizzato da livelli di efficienza inferiori a quelli dei sistemi con caldaie centralizzate. Altro punto di debolezza è costituito da una storica scarsa propensione delle istituzioni pubbliche e delle aziende locali a fare squadra, ad aggregarsi e a sviluppare congiuntamente progetti di lungo periodo in grado di valorizzare le potenziali sinergie e di mettere a fattor comune competenze e capacità.

FONTE: Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile, http://www. comune.bari.it/ portal/pls/portal/ docs/1/256819.PDF

Tra le opportunità più rilevanti è da annoverare il potenziamento della rete di distribuzione dell’energia elettrica: una rete smart sarà in grado, sia di abilitare una maggiore capacità di connessione per gli impianti alimentati a fonti energetiche rinnovabili, sia di consentire la gestione al meglio dei flussi di energia elettrica, riducendo al contempo le perdite di rete. Gli interventi che saranno realizzati sulla rete di distribuzione sono di diversa natura: interventi tradizionali (ad esempio la sostituzione di trasformatori con modelli a basse perdite, riclassifica da 9 kV a 20 kV della tensione di rete, sostituzione conduttori nudi con cavo aereo, ecc.); interventi smart (ad esempio tecniche evolute di automazione e controllo rete, telecontrollo interruttori BT, etc.); interventi abilitati dalla rete (ad esempio smart info e mobilità elettrica). La smart grid è il fattore abilitante della maggior parte degli interventi di risparmio energetico, che senza di essa rimangono episodici e non strutturali. Bari ha l’opportunità di continuare il cammino già avviato sulla mobilità, potenziando le linee di trasporto pubblico e la rete di park & ride, grazie anche alle risorse e alle competenze apportate da capitali privati. Trasporti più efficienti, domotica, integrazione delle fonti rinnovabili e sviluppo di nuovi servizi saranno abilitati da una rete TLC a banda larga che copra tutto il territorio, capace di integrare e processare volumi significativi di dati ed informazioni in tempo reale. Un altro contributo importante ad uno sviluppo cittadino sostenibile può derivare da una ridefinizione della logistica commerciale: centri di smistamento merci e piccoli furgoni elettrici possono liberare la città da traffico e inquinamento. La principale minaccia è allo stesso tempo una grande opportunità: i cittadini di Bari giocheranno un ruolo decisivo nel determinare il successo dell’iniziativa Bari 2020. Istituzioni e associazioni dovranno continuare a comunicare con trasparenza gli obiettivi del PAES, ascoltando le esigenze e le richieste del territorio, creando un consenso sempre più vasto

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analisi swot bari / 03.5

Sensibilità del mondo politico ai temi energetici Presenza di distretti industriali attivi su temi fondamentali (energie rinnovabili, informatica, …) Approccio innovativo ai temi di mobilità Eccellente rete di istruzione (università, centri di ricerca, …) Amministrazione pubblica già impegnata sui temi di consumo consapevole dell’energia Condizioni climatiche favorevoli Strengths (Punti di forza) Opportunities (Opportunità)

• • • • • •

• Parco edilizio datato ed energeticamente poco efficiente • Collaborazione tra istituzioni ed aziende localisuscettibile di miglioramento

S W O T

Potenziamento della rete elettrica per aumentare la quota di energia rinnovabile e ridurre le perdite Integrazione delle tematiche di risparmio energetico nello sviluppo dei piani regolatori Attivazione di incentivi ad hoc per il rinnovo e la riqualificazione di macchinari ed edifici Rafforzamento del servizio di trasporto pubblico Diffusione banda larga su tutto il territorio comunale Ultimo miglio elettrico

• • • • • •

Weaknesses (Debolezze) Threats (Minacce)

• Scarsa sensibilità e basso livello di coinvolgimento da parte dei cittadini • Incapacità di definire linee di indirizzo condivise. • Competizione politica volta solo allo scontro e non alla costruzione • Attenzione al particolare e non al quadro d’insieme • Rischio di allocazione non ottimale degli incentivi derivante da una errata valorizzazione delle proposte di intervento

ed allargato. A tal fine è indispensabile definire linee di azione condivise da tutti gli attori politici ed economici cittadini in modo da conferire carattere di unitarietà e condivisione di intenti sia in fase di pianificazione che di esecuzione. E’ inoltre necessario lo sviluppo di una maggiore consapevolezza e capacità di visione d’insieme da parte delle aziende locali: le ricadute sul territorio e sui conti economici aziendali saranno proporzionali alla capacità di fare sistema, di mettersi in gioco e di collaborare per garantire la piena attuazione del Piano. Sarà di cruciale importanza, infine, la capacità di allocare in modo ottimale i finanziamenti disponibili, evitando fenomeni di distribuzione a pioggia che non tengano conto dei reali contenuti delle iniziative proposte e dei ritorni attesi: solo una sfida al miglioramento delle soluzioni proposte consentirà di raggiungere gli obiettivi.

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analisi swot bari / 03.5

il percorso di analisi seguito L’analisi è stata condotta in due fasi: nella prima sono state identificate e analizzate singolarmente le aree di indagine rilevanti, nella seconda fase le informazioni e il quadro specifico per ciascun’area di indagine sono state combinate per definire il quadro d’insieme. Passaggio fondamentale della prima fase è stata l’esecuzione di sessioni di interviste con esponenti istituzionali, della società civile e di alcune aziende cittadine che hanno consentito di arricchire l’analisi numerica con i contributi di chi conosce Bari e le sue sfide.

Undici aree di Analisi Punti di debolezza: L’esercizio a 9 kV, differente dal più diffuso 20 kV, e la presenza di cavi elettrici con una vita media elevata determina una perdita in termini di efficienza energetica. Opportunità: Il passaggio a 20 kV consentirà una significativa riduzione dell’immissione di CO2 in atmosfera e un rinnovo adeguato e razionale delle infrastrutture di rete. Minacce: Con la rete attuale che esercita a 9 kV si vanificano in modo sostanziale gli sforzi di efficientamento energetico messi in campo, in particolare tenuto conto della crescita della generazione diffusa, specificatamente di origine rinnovabile (fotovoltaico integrato ed altro), e dell’aumento della domanda energetica.

rete eletrica

Punti di forza: Presenza sul territorio e investimenti in crescita. Punti di debolezza: Dimensioni aziendali ridotte possono essere di ostacolo in un settore ad elevata intensità di capitale e in cui il livello di competizione è in crescita. Opportunità: L’installazione di meter intelligenti può aiutare a migliorare il livello di qualità del servizio. Gli obblighi di risparmio energetico (certificati bianchi). Minacce: la normativa in tema di ambiti territoriali e l’atteso aumento del livello di competizione sono fonte di preoccupazione per AMGAS.

rete gas

Punti di forza: La qualità del management aziendale, la collaborazione consolidata con l’amministrazione pubblica (es. realizzazione park & ride), l’approccio innovativo e olistico alla mobilità. Punti di debolezza: I km di servizio minimo garantiti sono appena sufficienti alle necessità cittadine. Opportunità: Apertura del capitale a soci privati, realizzazione di nuove soluzioni park & ride, ridefinizione di alcune linee cittadine. Minacce: Lo sviluppo ulteriore di soluzioni alternative di trasporto pubblico / privato può essere rallentato da eventuali riduzioni dei finanziamenti disponibili.

mobilità

073


analisi swot bari / 03.5

Pubblica amministrazione

PA

acqua

Punti di forza: AQP è un player di livello nazionale, già impegnato in significativi investimenti volti alla riduzione delle perdite di rete. Punti di debolezza: la situazione delle infrastrutture di trasporto e di distribuzione richiede investimenti cospicui. Opportunità: La riduzione delle per dite ha effetti a catena: riduce icosti variabili a fronte di incassi stabili o in aumento, mentre un monitoraggio continuo della rete consente di identificare immediatamente frodi e perdite. Minacce: Evoluzione della normativa di riferimento.

tlc

Punti di forza: Buon livello di servizio, presenza di un operatore internazionale di primo piano. Punti di debolezza: penetrazione della banda larga. Opportunità: realizzazione di copertura WiFi su tutto il territorio comunale e sperimentazioni WSN (Wireless Sensor Network) di soluzioni specifiche. Minacce: rischio di esclusione di parte della popolazione dai servizi più avanzati, e difficoltà nel lancio di servizi innovativi.

TCL

educazione del cittadino

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Punti di forza: La collaborazione tra gli Energy manager di diverse istituzioni. Punti di debolezza: La difficoltà a identificare soluzioni comuni per sviluppare applicazioni o soluzioni di risparmio energetico condivise. Opportunità: Il consolidamento della collaborazione tra Energy manager ed enti diversi, attraverso la realizzazione di investimenti in comune, il rafforzamento delle politiche di green procurement e di ottimizzazione dei consumi energetici, la definizione di standard minimi condivisi per gli uffici pubblici locali. Minacce: Il taglio progressivo dei fondi da parte dell’Amministrazione Centrale potrebbe limitare la realizzabilità di interventi futuri.

Punti di forza: numerose strutture educative di ogni livello. Punti di debolezza: variegato livello qualitativo dell’istruzione fornita dalle diverse strutture. Opportunità: possibilità di far leva sulle strutture presenti per supportare azioni di cambiamento dei comportamenti del cittadino. Minacce: Basso livello di coinvolgimento e sensibilità ambientale da parte della popolazione residente.


analisi swot bari / 03.5

Punti di forza: presenza sul territorio e capacità di lanciare progetti innovativi. Punti di debolezza: bassa percentuale di raccolta differenziata, smaltimento in discarica. Opportunità: buoni margini di miglioramento dei quantitativi di raccolta differenziata e possibilità di ridurre le emissioni tramite l’introduzione di servizi di raccolta porta a porta su tutto il territorio, ottimizzando i percorsi di raccolta sulla base delle esigenze dei cittadini. Minacce: scarsa sensibilità del cittadino ai temi di raccolta differenziata.

rifiuti

Punti di forza: il settore costruzioni è attivo e sensibile alle tematiche energetiche. Punti di debolezza: scarsa prestazione energetica del parco edilizio e delle caldaie. Opportunità: l’introduzione di incentivi ad hoc per il rinnovo del parco edilizio e per la sostituzione delle caldaie vetuste potrebbe contribuire significativamente alla riduzione delle emissioni. Minacce: il cittadino potrebbe preferire spese variabili più elevate al posto di un investimento presente con ritorni nel medio periodo.

parco edilizio

Punti di forza: bassi consumi procapite, buona irradiazione / ventosità e presenza sul territorio del distretto delle fonti rinnovabili. Punti di debolezza: scarsa diffusione di soluzioni decentralizzate di generazione. Opportunità: favorire la diffusione di fonti rinnovabili e di elettrodomestici a basso consumo. Minacce: il basso reddito disponibile e l’alta incidenza della spesa alimentare potrebbero limitare la propensione dei cittadini ad investire in soluzioni e prodotti ad elevata efficienza energetica.

fonti rinnovabili

Punti di forza: presenza sul territorio di un sistema distrettuale e di realtà aziendali significative. Punti di debolezza: la dimensione media di impresa molto contenuta non favorisce gli investimenti in innovazione. Opportunità: favorire l’aggregazione delle imprese in associazioni temporanee d’impresa (ATI) per supportare la realizzazione del PAES. Minacce: difficoltà di aggregazione.

itc

ITC

075


la città e le circoscrizioni di bari8 / 03.6

3

la città

.6 Le circoscrizioni di bari

Fonte: http://www.comune. bari.it/portal/page/ portal/bari http://it.wikipedia. org/wiki/Quartieri_ di_Bari

076

La formazione urbanistica della città di Bari è piuttosto disomogenea ed in gran parte risalente al ‘900. Nell’antichità i confini di Bari erano limitati all’odierna città vecchia, sita su un’appendice di terra protesa sul mare e circondata dalle sue mura. Solo nel 1813, a causa dell’ampliamento del porto, la città cominciò a ingrandirsi e sorse il “borgo nuovo” in una zona pianeggiante a sud del vecchio centro. Ancora oggi è evidente il doppio aspetto urbanistico e stilistico del centro, diviso tra il borgo vecchio (di impianto medievale) -formato da vie strette ed intricate, che si sviluppano a corti e formano una specie di raggiera convergente verso le due chiese maggiori (San Nicola e San Sabino)- e l’ottocentesco quartiere murattiano, a maglia ortogonale. Al primo trentennio del ‘900 risale la costruzione dei rioni Libertà e Marconi, a Nord-Ovest del centro e Madonnella a SudEst. Proprio con la costruzione del quartiere Madonnella e del lungomare monumentale (con palazzi pubblici imponenti, in stile rigido ed autoritario) il regime fascista si proponeva di cambiare l’aspetto della città capoluogo secondo i propri dettami. Infatti nel quartiere rimane tuttora una concreta testimonianza dell’architettura ed urbanistica fascista. Nel 1928 il Ministro dei lavori pubblici decretò l’inclusione nella giurisdizione barese di comuni e frazioni (con storie e tradizioni generalmente poco legate al capoluogo) siti nel raggio di alcuni chilometri dal centro, tra le quali: Carbonara, Ceglie del Campo e Loseto (cittadine a Sud-Est di Bari, prima comuni autonomi); San Giorgio, Torre a Mare, Palese e Santo Spirito vennero invece, sottratte rispettivamente ai comuni di Triggiano, Noicattaro, Modugno e Bitonto: la pianta urbana diventava un’”aquila” con le ali spiegate (forma di ovvio riferimento fascista). Nel secondo dopoguerra si espansero i quartieri di Picone, Carrassi e San Pasquale, fu avviata l’urbanizzazione delle zone Fesca e San Girolamo (allora abitate da pescatori), e nell’interno e nei pressi di Palese e Modugno vennne avviata la costruzione della zona industriale e del quartiere popolare San Paolo. A sud di Santo Spirito vennnero edificati i quartieri popolari San Pio e Catino. Negli anni ‘60 ebbe inizio l’edificazione del quartiere Japigia, a sud venne edificato Poggiofranco, il rione più moderno e raffinato della città. Nel 1970, il Consiglio Comunale di Bari abolisce tutte le frazioni amministrative che divengono quartieri della città.


la città e le circoscrizioni di bari / 03.6 libertà - marconi San Girolamo - Fesca Superficie: 6,30 km2 Abitanti: 65.317 ca Densità: 10.368 ab/km2

VIIIo murat - San nicola Superficie: 1,05 km2 Abitanti: 16.978 ca Densità: 16.170 ab/km2

madonnella Superficie: 0,95 km2 Abitanti: 17.601 ca Densità: 18.527 ab/km2

VIIo Carrassi - San pasquale Superficie: 7,70 km2 Abitanti: 60.775 ca Densità: 7.893 ab/km2

IXo

VIo

Io Palese - Santo Spirito Superficie: 18,62 km2 Abitanti: 28.757 ca Densità: 1.544 ab/km2

IIo

Vo

San Paolo - Stanic villaggio del lavoratore Superficie: 20,14 km2 Abitanti: 35.516 ca Densità: 1.764 ab/km2

Japigia - Torre a mare Superficie: 18,77 km2 Abitanti: 35.891 ca Densità: 1.912 ab/ km2

IIIo picone - poggiofranco Superficie: 7,47 km2 Abitanti: 43.724 ca Densità: 5.853 ab/km2

bari

IVo Carbonara - ceglie - Loseto Superficie: 35,03 km2 Abitanti: 39.910 ca Densità: 1.139 ab/km2

Comune pugliese di 318.591 abitanti, capoluogo dell’omonima provincia e della regione Puglia. é la città più grande ed economicamente più importante che si affaccia sul Mar Adriatico. È il nono comune italiano per popolazione, terzo del Mezzogiorno dopo Napoli e Palermo e primo della regione. È il cuore di un’area metropolitana di circa 1.000.000 di abitanti.

077


metabolismo urbano / 03.7

3

Analisi del

.7 metabolismo urbano Il metabolismo urbano è un modello per facilitare la descrizione e l’analisi dei flussi di materia e di energia all’interno della città. Esso fornisce ai ricercatori un quadro metaforico per studiare le interazioni dei sistemi naturali e umani in regioni specifiche. Fin dall’inizio, i ricercatori hanno modificato e alterato i parametri del modello di metabolismo urbano dimostrando così la difficoltà di dare al metabolismo urbano una definizione universale . Con questo detto, C. Kennedy e colleghi ricercatori hanno prodotto una definizione chiara nel documento 2007 ‘’The Changing Metabolism of Cities’’ sostenendo che il metabolismo urbano è «l’insieme del processo tecnico e socio-economico che si verificano in città , con conseguente crescita, produzione di energia ed eliminazione dei rifiuti “. Con la crescente preoccupazione del cambiamento climatico e del degrado atmosferico, l’utilizzo del modello di metabolismo urbano è diventato un elemento chiave nel determinare e mantenere i livelli di sostenibilità e salute in città di tutto il mondo. Il metabolismo urbano fornisce una struttura unificata e un punto di vista olistico per comprendere tutte le attività di una città in un unico modello.

mobilità mezzi di trasporto Automobili Treni Bus Metro Navi Aerei

INFRASTRUTTURE Strade Ferrovie Porto Aereoporto Interporto Mobilità urbana Metropolitana Autolinee

078


metabolismo urbano / 03.7

Sono state prese in considerazione alcune delle tematiche responsabili dei flussi attivi della città, ovvero la sfera legata alla mobilità degli utenti di una città, pendolari e residenti, al numero degli utenti stessi divisi per età, sesso e provenienza etnica, ai luoghi della cultura e istruzione, alla economia e alla bioticità della città e del suo intorno.

utenti per età 0-9 anni 10-19 anni 20-29 anni 30-39 anni 40-49 anni 50-59 anni 60-69 anni 70-99 anni

26.663 30.303 34.597 42.147 49.537 44.061 39.541 33.012

TOT

315.933

per SESSO UOMINI DONNE

150.770 165.163 315.933

TOT

per PROVENIENZA ETNICA Europa Centro Orientale Unione Europea Medio Orientale Asia Africa America Settentrionale America Latina Oceania Apolidi Tot Italiani/Baresi TOT

2.021 1.751 1.451 2.536 749 300 68 3 2 8.881 307.052 315.933

079


metabolismo urbano / 03.7

cultura e istruzione luoghi per la cultura Biblioteche Centri di ricerca Musei Teatri Stampa Case editrici Televisione Radio TOT

9 10 13 17 11 3 3 5 171

scuole Scuola dell’infanzia Scuola primaria Scuola secondaria di I grado Accademia di Belle Arti Conservatorio di Musica Istituto Magistrale Istituto d’Arte Istituti Professionali Istituti Tecnici Liceo Artistico Liceo Classico Liceo Linguistico Liceo Scientifico TOT

137 67 30 1 1 1 2 12 26 2 4 1 5 289

universitÀ Università degli Studi di Bari Nº Facoltà Nº Studenti

13 52.907

Politecnico di Bari Nº Facoltà Nº Studenti

5 11.401

Accademia di Belle Arti Nº Studenti

080

600


metabolismo urbano / 03.7

economia macro-attivitÀ economiche Agricoltura, silvicoltura, pesca Industria Costruzioni Commercio, riparazioni, alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni Intermediazione monetaria e finanziaria; attività immobiliari ed imprenditoriali Altre attività di servizi Iva

3,46% 13,17% 7,33% 18,57% 21,3% 24,25% 11,92%

bioticità territorio Area Area Area Area Area Area Aree

provinciale comunale urbanizzata edificata edificabile agricola verdi

TOT

3.825,41 116,20 45,58 35,60 10,22 23,51 1,11

km² km² km² km² km² km² km²

4.057,63 km2

coltivazioni Cereali Legumi secchi Piante da tubero Ortaggi in piena aria Coltivazioni industriali Frutta fresca Agrumi Vite Olivo Erbai Prati avvicendati Prati Pascoli Ortaggi in serra TOT

56.850 1.840 1.080 16.947 16 33.945 16 20.300 99.500 103.500 1.550 40.000 40.000 34

ha ha ha ha ha ha ha ha ha ha ha ha ha ha

415578,5 ha

081


metabolismo urbano / 03.7

Mappa dei flussi urbani

082


metabolismo urbano / 03.7

legenda:

Mobilità/Treno Mobilità/Aereo Cultura Economia Università/ Ricerca Salute Sport Energia Bioticità

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metabolismo urbano / 03.7

Mappa viabilitĂ stradale

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metabolismo urbano / 03.7

legenda:

Autostrada A14 Strada Europea E55 Strade Statali Altre Strade Ferrovia Statale + Ferrovia Apulo Lucana

Suolo Urbanizzato

Area Biotica

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metabolismo urbano / 03.7

Mappa dei luoghi creativi

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metabolismo urbano / 03.7

legenda:

Musei Teatri/Cinema Luoghi d'incontro e ristorazione UniversitĂ e centri di ricerca Scuole Biblioteche Centri sportivi Fiera del Levante Centri direzionali Centri commerciali Centri ospedalieri Stazione Ferroviaria Aereoporto Bike Sharing

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le risorse naturali / 03.8

088


le risorse naturali / 03.8

3

le risorse naturali:

.8.1 il clima della puglia Il clima della Puglia è definito dalla media delle varie condizioni meteorologiche che interessano la regione nel corso delle stagioni. Le condizioni meteorologiche sono legate alla posizione in latitudine (distanza dall’Equatore) e dalle caratteristiche geografiche della Puglia. Nel complesso il clima pugliese nella classificazione più comune è definito mesotermico, cioè senza eccessi termici nelle varie stagioni, con cumulati di precipitazione più consistenti nel periodo autunno-inverno e con periodi siccitosi nel periodo estivo. Queste caratteristiche per grandi linee si riscontrano anche in altri Paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo e per questo il clima pugliese può essere definito di tipo mediterraneo.

FONTE: http://www. protezionecivile. puglia.it http://www.regione. puglia.it

Media dei valori minimi di temperatura del mese più critico (Gennaio)

089


le risorse naturali / 03.8

Media dei valori massimi di temperatura del mese più critico (Gennaio)

La Puglia, data la sua posizione latitudinale (estesa tra Lat. 39° 48’ N e Lat. 41° 53’ N), può considerarsi compresa nella fascia delle medie latitudini. Secondo lo schema della circolazione generale dell’atmosfera il bacino del Mediterraneo, e quindi la Puglia, rientra nel settore delle correnti atmosferiche occidentali (provenienti da ovest) definite westerlies che influenzano notevolmente il succedersi delle condizioni atmosferiche nel corso dell’anno. Per grandi linee possiamo dire che la circolazione media in area mediterranea è legata a due principali centri barici: la depressione d’Islanda e l’anticiclone delle Azzorre. Nel semestre freddo autunno-invernale è la depressione d’Islanda che genera i principali sistemi perturbati i quali, veicolati prevalentemente dalle correnti occidentali, giungono alle nostre latitudini. In molti casi le perturbazioni arrivate in Mediterraneo, essendo quest’ultimo più caldo dell’Oceano Atlantico ed a causa della complessa orografia delle terre emerse che lo delimitano, favoriscono delle ciclogenesi (formazione di cicloni extratropicali comunemente chiamate depressioni) secondarie di origine afro – mediterranea con conseguente formazione di perturbazioni. Spesso la frontogenesi (formazione di perturbazioni) in Mediterraneo è responsabile dei maggiori cumulati di precipitazione che si

090


le risorse naturali / 03.8

riscontrano nel periodo Ottobre-Marzo oltre che della maggior parte delle situazioni di marcato maltempo che interessano la Puglia nel corso dell’anno. Nel periodo tardo primaverile ed estivo la depressione d’Islanda tende a indebolirsi e spostarsi verso nord. Per tale ragione anche il flusso perturbato atlantico tende a migrare verso le alte latitudini europee lasciando il Mediterraneo e la Puglia sotto l’influenza dell’anticiclone delle Azzorre responsabile delle condizioni di stabilità atmosferica con periodi siccitosi che su vaste aree del territorio regionale possono durare alcuni mesi. Data l’origine atlantica dell’anticiclone delle Azzorre le temperature medie che caratterizzano la regione nel periodo estivo non sono eccessivamente elevate. Nelle mappe sono esposte brevi considerazioni sulle principali situazioni meteorologiche che hanno interessato la Puglia nel periodo temporale che va dal 1976 al 2005 nel mese più critico (Gennaio), e che hanno influenzato notevolmente il campo termico e pluviometrico sul territorio regionale.

Media dei valori di piovosità del mese più critico (Gennaio)

091


le risorse naturali / 03.8

3

le risorse naturali

.8.2 la BioTicità di bari

Fonte: http://www.comune. bari.it/portal/page/ portal/bari/temiBari/ itorio/DppBari/ elaboratiGrafici

Lo spazio della Puglia centrale è descritto nella tradizione degli studi geografici come formato da una piattaforma calcarea che degrada dolcemente verso la costa, mantenendo una direzione parallela ad essa. Vi è una discontinuità tra la l’Alta Murgia e la Murgia Sud-orientale; un sistema di trasversalità minori, costituita dalle lame. In questo quadro, il territorio di Bari, appare come un enorme anfiteatro, su cui si sviluppa un tessuto edificato sempre più fitto ed indistinguibile man mano che ci si approssima alla linea del mare. La configurazione morfologica è, ovviamente, il risultato di antichi e recenti processi di modellamento che ne hanno ammorbidito le superfici. Questa particolare conformazione morfologica definita come “Conca di Bari” è dunque una caratteristica peculiare di tutta la fascia costiera delle Murge e non ha uguali in nessuna altra parte del territorio regionale. La morfologia attuale è ovviamente frutto di lunghi e complessi processi evolutivi. In questa ‘conca’ convergono i terminali al mare del complesso regime idrico torrentizio proveniente dalla Murgia, che ha conformato i solchi erosivi, denominati “lame”.

Carta delle risorse latenti legenda: Aree dismesse di origine industriale Aree dismesse di origine militare Aree ferroviarie dismesse Attrezzature dismesse Aree ed edifici residenziali Attrezzature di interesse collettivo Aree ed edifici produttivi Aree residuali tra le infrastrutture Incolti urbani Suoli urbanizzati in abbandono Incolti

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le risorse naturali / 03.8

Carta degli Agroecosistemi legenda: Seminativi Frutteti e vigneti Oliveti Sistemi colturali e particellari complessi Aree naturali protette Aree urbani

Carta delle risorse della naturalitĂ legenda: Boschi cedui di latifoglie Boschi di conifere Pascoli arborati Pascoli nudi Cespugli e arbusteti Incolti Macchia mediterranea Gariga Aree a ricolonizzazione naturale Spiagge di ampiezza superiore a 50 m

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le risorse naturali / 03.8

3

le risorse naturali

.8.3 catalogo della biodiversità Biodiversità vegetale Colture principali

FONTE: http://www.sit. puglia.it http://wwf.org http://ecologia. regione.puglia.it http://www.agraria. org http://www.regione. puglia.it/ http://www.lipu.it

Olea europaea - Olivo Pianta longeva sempreverde che produce un frutto a drupa ovale dal quale si estrae direttamente un olio. Vitis vinifera - Vite Pianta con ottime capacità di adattamento al clima, produce frutti a bacca o acini dai quali si può ricavare il vino

Colture fruttifere Prunus armeniaca - Albicocco Pianta a fioritura precoce, soggetta a danni di ritorni di gelate primaverili e all’umidità del terreno, per questo è diffusa nel sud Italia Prunus avium - Ciliegio Pianta di medio vigore ha uan fioritura medio - tardiva. La maturazione del frutto avviene nella prima decade di giugno. Pyrus communi - Pero Pianta vigorosa di forma piramidale, ha una fioritura medio - tardiva e intensa. Il frutto è un falso frutto detto pomo. Malus domestica - Melo Pianta a chioma densa ed espansa, ha una fioritura primaverile ed un frutto detto pomo che è un falso frutto. Prunus dulcis - Mandorlo Pianta a medio sviluppo, alta 8-10 m, molto longeva. Condizioni climatiche ottimali sono le aree temperate. Utilizzato è il suo seme, la mandorla.

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le risorse naturali / 03.8

Prunus domestica - Susino Pianta di medio vigore, conmaturazione nell’ultima decade di Luglio e fruttificazione sui dardi e rami misti. Ficus carica - Fico Pianta molto resistente alla siccità e vegeta nelle regioni della vite, dell’olivo e degli agrumi. Citrus sinensis - Arancio Pianta a chioma compatta, simmetrica e rotondeggiante. La fioritura è primaverile, mentre i frutti arrivano a maturazione nell’autunno o nell’inverno successivo. Prunus persica - Percoco Pianta di medio vigore che produce un frutto che è una varietà della pesca a polpa gialla.

Colture da orto Brassica oleracea - Cavolo da foglia Ortaggio con periodo di raccolta generalmente da novembre a marzo. Può essere a foglia riccia o liscia. Brassica oleracea - Cime di cola Pianta erbacea con epoca di coltivazione in autunno-inverno. Fornisce le migliori produzioni in zone a clima fresco e umido. Daucus carota - Carota Pianta erbacea dal fusto di colore verde. Molto sensibile all’influenza del clima. Predilige terreni leggermente acidi (pH ottimale 6,5), freschi, fertili e sciolti. Cynara cardunculu - Carciofo Pianta erbacea perenne, di origine mediterranea. richiede un clima mite e sufficientemente umido, resiste abbastanza bene fino a temperature di 0°C

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le risorse naturali / 03.8

Cichorium intybus - Cicoria Composita molto comune allo stato spontaneo. Necessita di terreno fresco e molto fertile, ben concimato ed irrigato frequentemente. Solanum lycopersicum - Pomodori Pianta erbacea annuale, con elevate esigenze termiche, assai sensibile al gelo. Nei climi temperato-caldi trova la sua stagione di crescita nel periodo estivo. Ipomea batatas - Batata Pianta erbacea perenne, richiede temperature elevate (almeno 15°C per la germinazione e non inferiori a 20°C per l’intero ciclo) ed elevati fabbisogni idric Cucumis melo - Melone Pianta rampicante o strisciante annuale, largamente coltivata per i suoi frutti commestibili, dolci e profumati

Colture leguminose Lens culinaris - Lenticchia Pianta annuale erbacea, bassa (0,250,40 m di altezza), ramificata, gracile, semiprostrata. è una coltura diffusa nelle aree svantaggiate a clima temperato. Lathyrus sativus - Cicerchia Pianta annuale, ramificata, a portamento semiprostrato. Si adatta ai terreni anche molto magri e ciottolosi. Vicia faba - Fava Pianta leguminose appartenente alla tribù delle Vicieae. Germina con accettabile prontezza già con temperature del terreno intorno a 5 °C Phaseolus vulgaris - Fagiolo Pianta della famiglia delle leguminose. Data la sua origine tropicale il fagiolo è esigente in fatto di calore. La temperatura minima per avere nascite accettabilmente pronte e regolari è di 13-14 °C.

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le risorse naturali / 03.8

Biodiversità animale

Mammiferi Canis lupus italicus - Lupo Il peso di esemplare maschio è di circa 20-35 kg. La lunghezza media è di circa 120 cm, l’altezza media è di circa 50-70 cm. Il pelo è di colore grigio-marrone. Capreolus capreolus - Capriolo è un cervide di piccole dimensioni, dal mantello fulvo in estate. Il maschio possiede piccoli palchi (le corna dei cervidi) con tre sole punte. Sus scrofa - Cinghiale Gli esemplari adulti misurano fino a 180 cm di lunghezza, per un’altezza al garrese che può sfiorare il metro ed un peso massimo di un quintale circa Meles meles - Tasso Il più grosso dei mustelidi italiani, è lungo non più di 80 cm, compresa la coda di circa 18 cm, caratterizzato da testa piccola ed allungata. Il pelo è molto folto. Vulpes - Volpe Piccoli Canidi con il muso appuntito, cranio leggero e piuttosto appiattito, orecchie larghe e coda molto pelosa. La loro lunghezza totale del corpo di 60-80. Hystrix cristata - Istrice Dilunghezza media di 60–82 cm, possiede una coda lunga 8–17 cm e pesa dai 13 ai 30 kg. Mustela nivalis - Donnola Lunga circa 30 cm, di cui 4 cm di coda. Corpo snello con pellame soffice di colore fulvo sul dorso e grigio bianco sul ventre. Zampe corte, unghie aguzze e orecchie larghe. Sciurus vulgaris - Scoiattolo Lo scoiattolo comune è lungo circa 25 cm senza la coda; questa è lunga da 15 a 20 cm. Il peso va da 250 a 340 g.

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le risorse naturali / 03.8

Roditori Melanocorypha calandra - Calandra Ha la corporatura massiccia e lunghezza che oscilla tra i 17-20 cm. Ha un becco massiccio e giallognolo e una caratteristica larga macchia nera ai lati del collo. Tetrax tetrax - Gallina Prataiola Raggiunge una lunghezza di 42-45 cm ed un’apertura alare di 89-90 cm. L’esemplare adulto può pesare tra gli 800 ed i 1000 g. Falco naumanni - Grillaio è il più piccolo fra i rapaci, è lungo 27– 33 cm, con una apertura alare di circa 70 cm. È molto simile al gheppio ma ha un’apertura alare più corta. Phalacrocorax aristotelis - Marangone Simile al cormorano comune ma di dimensioni minori, con una lunghezza che raggiunge i 75 cm.Il becco è sottile ed allungato. Il corpo si presenta di un colore nero lucido.

Rettili Testudo hermanni - Testuggine terrestre Macchie mediamente scura e taglia ridotta. Peso fem. 750 g, maschio 450 g, presente fino a 600 m s.l.m. Dimensioni massime: fem. 15 cm, maschio 13 cm. Lacertilia - Lucertola A testa piatta e triangolare, il tronco piatto e una lunga coda. Sono per lo più quadrupedi, anche con zampe non evidenti Gekkonidae - Geco D colore grigio o beige, maculati finemente. Molte specie possono cambiare colore per mimetizzarsi o per altri scopi, adattandosi per esempio all’ambiente circostante. Lycosa tarantula - Tarantola La taranta o tarantola è il nome con cui nella tradizione popolare della Puglia viene chiamato un ragno comune nella regione, volgarmente detto “Ragno Lupo”

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le risorse naturali / 03.8

Triturus Rafinesque - Tritone Corpo gracile e allungato, concluso da una lunga coda compressa lateralmente e provvista di lamina natatoria. Bombina variegata - Ululone Lunghezza massima di 5 cm e può raggiungere i 20 anni di vita. Se viene disturbato si difende secernendo una sostanza biancastra volatile irritante per le mucose.

Fauna Ittica Epinephelinae - Cernia Pescedal corpo compatto e una grande bocca. Non costruito per il nuoto veloce sulle lunghe distanze. Dimensioni superiori al metro di lunghezza e ai cento chilogrammi di peso. Conger conger - Grongo Pesce che può raggiungere dimensioni gigantesche: fino a tre metri per 70 kg con un diametro del corpo pari a oltre 20 cm.

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modelli di riferimento / 04.1

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modelli di riferimento / 04.1

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Database 04

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modelli di riferimento / 04.1

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.1 MODELLI DI RIFERIMENTO BUSAN U-CITY

Il progetto per la città di Busan si sviluppa nell’arco di tempo che va dal 2006 al 2012 e si suddivide in tre fasi principali. Nella prima, che si è estesa dal 2006 al 2010 vengono sviluppati e potenziati i servizi in cinque settori: quello dei trasporti, del turismo, della sanità, del porto e della prevenzione da catastrofe naturali. Lo sviluppo della seconda fase si è estesa tra il 2008 e il 2012 e comprende lo sviluppo di servizi per le scuole e per il centri di controllo; la terza ed ultima fase si sviluppa negli ultimi due anni del progetto e conta di creare e potenziare in servizi in materia di ambiente ed intrattenimento. La finalità del progetto è di migliorare le industrie locali, stimolare l’economia e migliorare la qualità della vita dei residenti, integrando lo sviluppo dei cinque settori con tecnologie di ultima generazione, onnipresenti nelle infrastrutture più importanti; nasce così la prima U-City. Il porto è caratterizzato da un sistema di localizzazione in tempo reale, da un sistema di controllo dei terminali e da un avanzato sistema di scambio di informazioni (su merci, equipaggi, sdoganaggio e di carico e scarico). Anche i trasporti sono gestiti da un complesso sistema computerizzato intelligente, che controlla il traffico, i mezzi pubblici, la riscossione dei pedaggi ecc; per il settore del turismo vi è un servizio in tempo reale collegato tramite GPS e un servizio di accesso ad internet ad alta velocità; anche il settore della sanità è gestito tramite sistemi informatici che garantiscono una miglior efficienza nonché immediatezza nelle diagnosi, nel soccorso, nonché nella cura del paziente. Un altro settore che il progetto si impegna a migliorare è quello della prevenzione da disastri ambientali quali terremoti, maremoti e inondazioni, per i quali un sistema informatizzato ed istantaneo di allarme risulta addirittura vitale. Molti sono i benefici ai quali porterà la nuova u-City: aumento di competitività, diminuzione dei costi logistici, onnipresenza, maggiore sicurezza dei residenti, con diminuzione dei tassi di inquinamento, di morte per incidenti stradali, nonché migliori condizioni di vita, negli alloggi, nei trasporti e nell’assistenza medica;tutto questo con la creazione di 160000 nuovi posti di lavoro.

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modelli di riferimento / 04.1

Locast venezia

Locast è una piattaforma flessibile e all’avanguardia che sovrappone strati di informazioni generate collettivamente all’interno dello spazio fisico e le rende contemporaneamente usufruibili in rete, da qualsiasi parte del globo in cui arrivi una connessione internet. Lo spazio fisico della città aumenta esponenzialmente nella dimensione immateriale del Web, in tempo reale, permettendo agli utenti della città di partecipare al processo di generazione dei contenuti. L’interconnessione tra i contenuti, gli spazi e le persone è simultanea e onnipresente. La piattaforma Locast è progettato per essere facilmente combinato con hardware esterni, come dispositivi indossabili, sensori ambientali ed altri apparecchi elettronici. Una simile tecnologia può essere applicata e sfruttata nei più svariati contesti: mezzi di comunicazione urbana, turismo, apprendimento online, giochi urbani, e molti altri. E’ possibile accedere al server sia da pc che da cellulare, e se questo dispone di tecnologia GPS o altre tecnologie di rilevamento, tutti i supporti registrati (video, foto, note, ecc) e inseriti in rete vengono istantane amente georeferenziati, offrendo ad un navigatore del sito Locast, anche contemporaneamente connesso da cellulare, itinerari precisi e praticamente istantanei. La qualità dei contenuti multimediali, è garantita dalla RAI TV, che mette a disposizione i contenuti raccolti negli archivi storici, e partecipa assieme agli utenti al processo di produzione dei media. Uno dei fini di Locast è quello di migliorare l’esperienza turistica.

wiki city

SENSEable City lab

Wikicity rappresenta un’ideale di città in cui un complesso e preciso sistema di relazioni basate sulla rete virtuale mira ad aumentare l’efficienza di utilizzo della città stessa da parte dei cittadini.

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modelli di riferimento / 04.1

La base per tale obbiettivo risulta essere la mappatura delle dinamiche della città in tempo reale e la conseguente messa a disposizione di tali dati, ugualmente in tempo reale, agli utenti finali attraverso interfacce di semplice comprensione. Tale ideale individua quindi la città come un complesso rizoma in cui l’efficienza di fruizione urbana viene implementata dagli stessi utenti attraverso l’uso e la valutazione del sistema e delle opportunità, generando quindi una reciproca modificazione di mappa e contesto urbano. Il cittadino diviene per questo un attuatore diffuso del sistema. Tale scopo intende essere perseguito attraverso l’organizzazione di tutti i vantaggi della rete sulla base di un formato comune elaborato attraverso un apposito software e distribuito attraverso un sistema diffuso di piattaforme. Allo scopo diventa quindi indispensabile la messa in campo di una forte partnership con le autorità locali, gli operatori delle telecomunicazioni, le società di trasporto pubblico, le aziende di trasporto privato e tutte le imprese ed i privati che vogliano fornire servizi e/o prodotti soprattutto se collocati all’interno di un intervallo di tempo e di spazio definito. Da questa partnership nascerebbe dunque la fornitura dei dati utili al mappaggio e alla restituzione in tempo reale delle dinamiche della città. Il punto di applicazione del sistema diviene quindi l’incontro tra tre sistemi individuati nella città: quello degli agenti, dell’ambiente e della tecnologia. Il modo in cui questi dati divengono accessibili implica un complesso sistema di relazioni che portano infine le informazioni all’utente finale tramite sistemi di visualizzazione 2D come computer portatili, infototem, dispositivi a bordo di veicoli di trasporto o dispositivi sempre in contatto con l’utente come gli smartphones. La cosa più interessante del sistema risulta in fine essere la completa personalizzazione della ricerca sia nei parametri di distanza e tempo sia in quelli di visualizzazione finale con una conseguente selezione qualitativa spontanea generata dall’uso stesso delle risorse e posta in essere dagli stessi utenti.

wilde west side

WORKac

Il” Wild West Side Project” rappresenta un’innovativa proposta progettuale elaborata dallo studio WORK Architecture Company di New York per la riconversione di un’area industrial ferroviaria sul lato ovest di Manhattan per un nuovo brano di città.

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modelli di riferimento / 04.1

Il concetto a grande scala del Central Park ed il suo valore quale spazio vuoto in un tessuto molto denso viene amplificato in questo progetto, dove un parco in movimento crea un’infrastruttura urbana; una spina strutturale attorno alla quale si organizzano servizi, piattaforme e spazi collettivi. Dolci colline e giardini invadono le gerarchie della rigida griglia urbanistica dilagando lateralmente, divenendo corridoi di collegamento naturale tra il cuore di Manhattan e la riva del fiume Udson. Il progetto ha una forte matrice sostenibile: un ampio sistema ecologico permette di risparmiare e conservare acqua, cablaggio di potenza solare, allevamento, coltivazione di diverse specie vegetali che si estendono sulle pareti degli edifici inglobati nel parco. Elemento interessante è l’innovazione del modello variegato di spazi che si creano, percepiti attraverso esperienze tattili, cromatiche e sensoriali. La topografia newyorkese, apparentemente in contrasto con il sistema organico progettato, è invece in modo ottimale il layout su cui questa rete fisica di parco e concettuale di relazioni si basano. La piattaforma di relazioni immateriali che si crea è legata al sostentamento e alla gestione della struttura parco che si basa sull’energia generata dalla città aumentando i rapporti e le comunicazioni tra gli abitanti. Il ”Wild West Side Project” è un sistema integrato parco/città che si basa sull’energia stessa della città; esso mantiene le sue consuete funzioni ecologiche ed ambientali ma viene arricchito da una densità di relazioni che proviene dalla parte più vitale di New York.

eco boulevard

BFI Team

Il concetto di Eco-Boulevard trasforma le esistenti strade, marciapiedi e parchi (il cosiddetto “spazio pubblico”), che comprendono più di un terzo della terra di una città come Chicago, mediante un olistico, distribuitivo e passivo bio-sistema per il riciclo dell’acqua di Chicago che una volta trattata, mediante sistemi depurativi naturali, basati anche sulla fitodepurazione, è restituita ai Grandi Laghi, per la chiusura del ciclo delle acque di Chicago. La Ri-progettazione di infrastrutture idriche non-sostenibile di Chicago avrà un profondo impatto perché i Grandi Laghi sono una risorsa globale di partecipazione del 21% di quella mondiale, e l’84% di superficie del Nord America delle riserve di acqua dolce. La disponibilità di acqua sta diventando una questione chiave globale.

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Eco-Boulevard non solo connette l’ultimo tratto del ciclo delle acque reflue di Chicago, reimmettendole nei grandi laghi, ma fa dell’interconnettività la chiave per la crescita urbana sostenibile, in quanto questo sistema non solo media il rapporto tradizionale con l’ecosistema, ma comincia a guarire spaccature lungo i vecchi modelli di urbanizzazione aprendo spazi verdi in tutta la città, unendo insieme confini storici etnici ed economici. Lo spazio pubblico è creato per socializzazione, promuovere la mobilità promuovere la mobilità pedonale/bici “, nutrire le bio-diversità, promuovere la formazione di nuovi spazi di lavoro, aumentare il valore delle aree confinanti, riqualificare e soprattutto ridurre il consumo di energia. La chiave vincente di Eco-Boulevards è che non si tratta di sistemi così utopici perché in definitiva dovrebbero essere finanziati con lo stesso pool di dollari attualmente spesi per le infrastrutture convenzionali. Investire in infrastrutture, che riducono i costi a lungo termine sulla manutenzione, in sostituzione dei sistemi di infrastrutture convenzionali, se gestiti correttamente, può dare rendimenti elevati. Una componente significativa di questo progetto è la creazione dei disegni e lo studio dei parametri necessari per fornire agli enti pubblici/privati, responsabili delle decisioni, i dati necessari per investire in infrastrutture che sono finanziariamente, ecologicamente e culturalmente vantaggiose per tutti.

HUA QIANG BEI ROAD WORKac & ZhuBo

WORKac e ZhuBO presentano un progetto estremamente interessante per la ridefinizione formale ed operativa di Hua Qiang Bei road, importante tratto urbano di traffico di circa 1Km di lunghezza nella Metropoli cinese di Shenzhen. Il veloce successo e sviluppo del commercio e del traffico hanno compromesso la gerarchia che regola questo importante tratto urbano; i Work ac propongono in chiave contemporanea degli elementi generatori che imprimano forti gerarchie al sistema spaziale. Attraverso una strategia di “agopuntura urbana” vengono progettati cinque fulcri di interesse, denominati Lanterne, posizionati in modo omogeneo lungo la strada in modo tale da creare delle relazioni reciproche tra gli spazi caratterizzati da ogni lanterna.

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modelli di riferimento / 04.1

Ogni lanterna contiene speciali destinazioni pubbliche: un museo dell’elettronica, un hub informazioni un parco pubblico, un museo della moda e un belvedere. Questi sistemi formalmente neoplastici sono collegati mediante uno spazio pubblico pedonale che si dispiega attraverso un andamento nastriforme a diversi livelli creando interessanti ramificazioni spaziali anche con il boulevard commerciale sotterraneo che conduce alla metropolitana sotterranea. Osserviamo quindi due strati di spazio pubblico: il primo di superficie strettamente connesso con le attività informative ed educative delle Lanterne e un secondo più sotterraneo e commerciale che occupa l’intera superficie della strada essendo quindi versatile e configurabile anche per conferenze all’aperto, proiezioni interattive ecc.. Le lanterne di testa del sistema ospitano spazi espositivi e culturali, l’energia necessaria al loro funzionamento e alla loro scenografica illuminazione notturna è prodotta dai sistemi integrati di accumulo quali elementi fotovoltaici. Le ulteriori Lanterne ospitano sistemi integrati di raccolta dell’acqua piovana che viene filtrata e utilizzata per l’irrigazione degli spazi verdi. Interessante è la presenza di una Lanterna che ospita un parco pubblico sopraelevato all’interno del quale si coltivano ortaggi e frutti destinati al commercio. La strategia adottata dai Work ac propone un approccio architettonico attraverso elementi puntuali di interesse, il ruolo fondamentale di legante del sistema è affidato alla piattaforma pubblica e pedonale che riacquisisce un valore centrale nell’idea di strada contemporanea.

fiber city 2050

Ohno Laboratory

Fiber City 2050 è un modello urbano che si pone come alternativa alla metropoli “in calo” di Tokyo, attraverso l’uso di “fibre urbane”. Visti l’invecchiamento ed il decremento della popolazione, e previsto l’abbandono di svariate strutture, se non di intere aree della città, il modello si propone di risolvere questi spazi con quattro strategie, che si fissano come regola comune la minor spesa, per il miglior rendimento. GREEN FINGER è un piano urbano strategico che prevede la conversione in green belt, delle zone poste ad una distanza maggiore di quella raggiungibile a piedi, rispetto alle stazioni dei treni. Ridurre le dimensioni dei nuclei urbani a quelle della camminata, trasformando gli spazi restanti in parchi pubblici, terreni

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modelli di riferimento / 04.1

coltivabili, parchi di centri di ricerca o di educazione intenzionati a mantenere ampie aree verdi nei loro campus. GREEN WEB è una strategia di disegno urbano che intende convertire a parco lineare, i tratti delle autostrade che diventeranno superflui. Questo porterebbe il concetto della sicurezza ad un’ampia scala migliorando le condizioni delle vie di evaquazione principali, assicurando accessi e uscite di emergenza alla città, e ridurrebbe l’effetto di isola di calore fornedo gli abitanti di amene zone verdi. Si potrebbero costruire degli edifici alti collegati dalle passerelle ex autostrade-nuove vie verdi, aperte alla viabilità di biciclette, veicoli leggeri e pedoni. GREEN PARTITION è una strategia di progettazione dell’ambiente urbano che mira alla diminuzione dell’impatto delle catastrofi naturali come terremoti e conseguenti altrettanto devastati incendi, attraverso una compartimentazione delle aree sovrappopolate del centro di Tokyo. Nuovi spazi verdi, nati dalla riconversione delle aree spopolate, diventerebbero delle zone in cui evacuare la popolazione in pericolo, e ostacoli verdi fungerebbero da partizioni per il fuoco. URBAN WRINKLE è una stategia che mira a riqualificare gli spazi lineari di risulta di antiche strutture, come terreni lungo i viadotti, argini di canali o fiumi, o viali alberati poco sfruttati... aumentandone le potenzilità, considerandoli come “rughe della città” che essendo testimonianza della storia meritano di essere valorizzati e vissuti come importanti spazi attrattivi.

KALEIDOSCOPE CITY

Alison Brooks

Kaleidoscope city è il progetto che Alison Brooks Architects propone per risolvere i problemi che affligerrano le metropoli da qui al 2030. Sovraffolamento, densificazione urbana, mancanza di aree destinate al verde, inquinamento atomosferico, congestione dei trasporti metropolitani e scarsa mobilità vengono indicate come le cause principali della futura invivibilità delle conurbazioni urbane. Il caso studio è la città di Mumbai; città con una popolazione di 18 milioni di persone e una densità media di 55.000 persone per chilometro quadrato, Mumbai è destinata a crescere a 34 milioni entro il 2030. La proposta ABA per Audi Urban Futures 2030 è un progetto strategico di scambio culturale che cerca di

SCENARI AUDI AWARD 2030

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modelli di riferimento / 04.1

risolvere i problemi di trasporto per l’area metropolitana in espansione “NaviMumbai” e incrementarne correttamente la crescita urbana. ABA ridefinisce la mobilità del futuro attraverso l’adozione di una serie di strategie: l’utilizzo di auto elettriche compatte per il trasporto, car-sharing e la sostituzione delle attuali strade congestionate con delle infrastrutture verdi. Tutte queste strategie sono tenute assieme da un forte inserimento della tecnologia all’interno della vita metropolitana del futuro. L’utilizzo di smartphone in grado di personalizzare l’automobile, gestire via internet peer-to-peer cars e van-sharing e mezzi di trasporto in condivisione, creerà una nuova identità nel immaginario collettivo dei trasporti. Così facendo si ridefinirà la cultura della mobilità del 21° secolo permettendo alle megalopoli di crescere “in a sustainable way”. L’ intervenire sulla mobilità e sulle infrastrutture però non è sufficiente. ABA si concentra anche sulla ridefinizione dell’abitare del futuro, sostendendo che intervenire sull’housing è necessario per modificare l’indotto fisico e sociale che gli gravita attorno, come comunità, quartieri, parchi e strade. Alison Brooks Architects tiene a precisare che con questo progetto non si è cercato di prevedere una forma futura delle città, ma descrivere le caratteristiche di un potenziale di evoluzione urbanistica di adattabilità, di diversità culturale e di identità. “Kaleidosope City” di ABA è un futuro urbano per le città in costante movimento.

less in more

BIG

Il futurista e prolifico inventore Ray Kurzweil pone come scenario un’evoluzione esponenziale della tecnologia. La visione dei BigBjarke Ingels Group si basa quindi sulla profonda modifica delle autovetture e del sistema di guida: l’auto senza pilota diviene elemento di profonda modificazione dello spazio urbano. Si immaginano allora centri città che riaccolgono le macchine al loro interno attraverso sistemi di autoguida che trasformano così il concetto di strada e di carreggiata. Infatti le auto senza pilota occupano ¼ dello spazio rispetto alle auto tradizionali. Ciò significa rendere disponibile lo spazio rimanente a nuove funzioni e massimizzare la mobilità. Inoltre, la sempre minore capacità di inquinare delle automobili e la sempre maggiore silenziosità dei motori aumentano la possibilità di

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modelli di riferimento / 04.1

nuove promiscuità tra traffico pedonale, ciclabile e automobilistico. Il risultato è dunque uno spazio urbano elastico che può espandersi o contrarsi per accogliere traffico nelle ore di punta o accogliere liberamente le vetture a seconda delle esigenze di ogni singolo cittadino. I marciapiedi divengono superfici riprogrammabili, lo spazio della strada perde i suoi elementi caratteristici e risulta come grande superficie digitale animata. Se le strade vengono infatti rifatte ogni 15 anni circa, basterà aggiornare le superfici attraverso l’inserimento nel manto di sensori riprogrammabili per dare vita alla condivisione tecnologica tra strada e vettura senza pilota. La strada potrà anche essere vista come superficie captante capace di immagazzinare energia dal Sole e restituirla wireless, attraverso un’induzione elettromagnetica, alle stesse vetture e a tutti i dispositivi mobili portatili , rendendo quindi per la prima volta l’energia una cosa veramente mobile! Dato il nuovo scenario sarà poi necessario ripensare ai sistemi che rendono possibile la comprensione dell’uso dello spazio urbano, ruolo attualmente coperto da semafori, cartelli e strisce pedonali. Se la superficie della strada viene aggiornata sarà a questo scopo immaginabile pensare tali funzioni svolte da pixel luminosi parte della superficie stessa. Una scia luminosa potrebbe anticipare le direzioni in programma dei vari veicoli permettendo la reazione conseguente dei pedoni. Sempre alla superficie potrebbe essere assegnato il ruolo di comunicazione e di illuminazione urbana permettendo alla città una modificazione dinamica in tempo reale a seconda dei bisogni.

Locavore Fantasia

WORKac

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tactical urbanism / 04.2

4

database

.2 tactical urbanism

Per migliorare la vivibilità della città bisogna fondamentalmente cominciare con la strada, l’isolato, restando su scala edilizia. I piccoli miglioramenti sono sempre più visti come pretesto per poi mettere in scena investimenti più consistenti. http:// Questo approccio permette ad una serie di professionisti locali tacticalurbanismsalon. di testare nuove soluzioni prima di prendere importanti impegni com/ politici e finanziari. Queste azioni sono comunemente note come “guerriglia urbanistica”, “urbanistica pop-up”, “riparazione urbana” o “fai da te urbanistica”. Il Tactical Urbanism è un approccio consapevole al progettare la città, che presenta le seguenti cinque caratteristiche: fonte: http://www. streetplans.org/

• una deliberata e graduale istigazione al cambiamento; • un’offerta di idee locali per le sfide di programmazione locale; • impegno a breve termine e aspettative realistiche; • bassi rischi, con possibilmente un alto rendimento • sviluppo del capitale sociale tra i cittadini, e la costruzione di capacità organizzativa tra istituzioni pubbliche, private e no-profit. Grazie a queste attività, il cittadino si trova coinvolto in prima persona nella riqualificazione urbana. Anche piccoli interventi, come la possibilità di reinventare un parcheggio trasformandolo in un’area ludica di quartiere, fornisce un valore aggiunto allo spazio per la comunità, migliorandone la qualità della vita e la soddisfazione di chi ci vive. Il cittadino riesce in questo modo a riappropriarsi della città e dei suoi spazi, rendendola un luogo più vivibile in continuo cambiamento. decision tree.

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PARK(ING) DAY

GUERRILLA GARDENING


tactical urbanism / 04.2

POP UP CAFES

PAVEMENT TO PARKS (PARKLETS)

PAVEMENT TO PLAZAR

“... Al fine di fare qualcosa di grande, di pensare globalmente

e agire globalmente, si comincia con qualcosa di piccolo e con un inizio là dove serve. La pratica, quindi, è di rendere l’ordinario speciale e lo speciale più accessibile - allargando i confini della comprensione e delle possibilità con le visioni e il buon senso. Si tratta di costruire reti densamente interconnesse, creare legami tra i partner e le organizzazioni improbabili, e fare progetti senza la solita preponderanza della pianificazione. È necessario essere al tempo stesso tattici e strategici pensando in avanti. Non si tratta di previsioni, né di prendere decisioni per il futuro. Ma, per il lungo raggio, fare in modo di

Nabeel Hamdi Author, Small Change: About the Art of Practice and the Limits of Planning in Cities 1

disturbare l’ordine delle cose nell’interesse del cambiamento.1

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Progetto smart per il quartiere madonnella / 05.1

00

01

02

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Progetto smart per il quartiere madonnella / 05.1

08 07

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05

04

progettare con l’Agenda

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Progetto smart per il quartiere madonnella / 05.1

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Progetto smart per il quartiere madonnella / 05.1

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progetto smart per

.1 il quartiere madonnella Madonnella è un quartiere di Bari, appartenente alla VII circoscrizione. Il quartiere si trova nelle immediate vicinanze del centro cittadino a meno di 1 km di distanza dallo stesso. Nell'ultimo decennio dell'Ottocento cominciarono a sorgere, a est del quartiere Murat, numerosi agglomerati di case, soprattutto lungo la riva del mare, che ben presto costituirono un nuova quartiere. Il nome attribuito dall'uso comune fu quello di Madonnella, data la presenza di una rozza immagine di Madonna collocata all'interno di una piccola nicchia, dove vegliava da diversi secoli sui campi che circondavano l'attuale Largo Francesco Carabellese. Madonnella è uno dei quartieri di Bari dove la presenza di immigrati è più consistente. Chiusa da un lato dal teatro Petruzzelli e dall’altro dal mare, è una delle zone più vive della città. Le strade e i cittadini di Madonnella sono il lato positivo di un quartiere che è stato anche scenario di violenza e azioni criminali. Ora Madonnella vuole rinascere: ha partecipato al bando “Donne, integrazione e periferie” promosso dalla fondazione CON IL SUD e da Enel cuore onlus, con il progetto Communitas. L’obiettivo è di creare un centro polifunzionale socio-culturale, con spazi dedicati agli anziani e agli immigrati, oltre a uno sportello per il lavoro femminile. Il centro dovrebbe essere sede del coordinamento cittadino delle Banche del tempo.

Alcuni dati: Superficie • 0,95 km2 Abitanti • 17.601 ca Densità • 18.527 ab/km2

quartiere multietnico inclusivo creativo collaborativo 117


Progetto smart per il quartiere madonnella / 05.1

5

risorse del quartiere:

.1.1 fisiche, naturali e umane legenda mappa dei flussi urbani:

legenda mappa dei luoghi creativi: Musei Teatri/Cinema Luoghi d'incontro e ristorazione Scuole

MobilitĂ /Treno Cultura Salute

Biblioteche

Sport

Centri sportivi

BioticitĂ

Centri direzionali Centri commerciali

legenda mappa viabilitÀ stradale:

Centri ospedalieri

Strada carrabile

Stazione Ferroviaria

Ferrovia statale + Ferrovia Apulo Lucana

Bike Sharing

Mappa dei flussi urbani

P

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Progetto smart per il quartiere madonnella / 05.1

Mappa viabilitĂ stradale

Mappa dei luoghi creativi

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Progetto smart per il quartiere madonnella / 05.1

5

calcolo

.1.2 dell’impronta ecologica

FONTE: https://www.wwf.it/

La domanda umana nei confronti delle risorse del Pianeta eccede la loro reale disponibilità. L’impronta ecologica misura la domanda antropica nei confronti della biosfera, paragonando i consumi umani con la capacità rigenerativa della Terra - la biocapacità: la superficie di territorio realmente disponibile per produrre le risorse rinnovabili e assorbire le emissioni di CO2 prodotte. Sia l’Impronta Ecologica sia la biocapacità sono espresse in una unità chiamata ettaro globale (gha) - 1 gha rappresenta la biocapacità di 1 ettaro di superficie con la produttività media mondiale. L’impronta ecologica mostra un trend consistente di sovracconsumo. Nel 2008, la biocapacità totale della Terra ammontava a 12,0 miliardi di ha o 1,8 gha capite, mentre l’impronta ecologica dell’unità a 18,2 miliardi di ha o 2,7 gha. La superficie di territorio forestale necessaria all’assorbimento delle emissioni di carbonio (impronta del carbonio) è la componente principale dell’impronta ecologica (55%). Tale discrepanza indica che ci troviamo in una situazione di “sorpasso dei limiti ecologici”: la Terra impiega un anno e mezzo per rigenerare completamente le risorse rinnovabili che l’umonità utilizza in un solo anno.

I componenti dell’ impronta ecologica

Impronta del carbonio

Impronta delle terre coltivate

Impronta delle foreste

120

Impronta dei pascoli

Impronta dei terreni edificati

Impronta delle zone di pesca


Progetto smart per il quartiere madonnella / 05.1

Utenti

17.601

1.83 gha

Biocapacità

superficie dell’area

100 ettari

1.63 gha

DEFICIT ECOLOGICO

superficie bioproduttiva

30 ettari

3,45 gha

IMPRONTA ECOLOGICA

50 0

100

200

300

400

500 m

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linee guida per il progetto smart / 05.2

PROBLEMA: LIMITE DELLE RISORSE

IMPRONTA ECOLOGICA =1

PRELIEVO

EXERGIA DECOUPLING AGENDA METODO

SOLUZIONE: ATOMI & BIT

PROGETTAZIONE PER SCOPI

EUROPA 2020

PRIORITÀ

UE

PROGRAMMA CONNECTING

NUOVE IMPRESE

GRID ENERGETICHE

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FINANZIAMENTI

ISTRUZIONE INFORMALE


linee guida per il progetto smart / 05.2

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linee guida per

.2 il progetto smart

PRINCIPI DEL PROGETTO SMART

PRIORITÀ CAMBIAMENTI CLIMATICI

RISORSE NATURALI

BIODIVERSITÀ

VERIFICA PROGETTO

RISORSE UMANE COINVOLGERE 60.000 PERSONE

AUTOSUFFICIENZA DEL QUARTIERE

DEMATERIALIZZAZIONE AUTONOMIA ALIMENTARE

AUTONOMIA ENERGETICA IPER CONNETTIVITÀ

ORTI URBANI

SMART GRID

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linee guida per il progetto smart / 05.2

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priorità unione europea

.2.1 il decoupling Cos’è il Decoupling

Il concetto di ‘decoupling’ può essere applicata in molti campi, dall’algebra all’elettronica. Nell’Internationale Resource Panel (IRP) si applica tale concetto allo sviluppo sostenibile attraverso due dimensioni, il ‘Resource Decoupling‘ e ‘Impact Decoupling‘. Con Resource Decoupling si intende la riduzione del tasso di utilizzo delle risorse per unità di attività economica. Per Impact Decoupling si intende mantenere la produzione economica, riducendo l’impatto ambientale negativo di qualsiasi attività economica svolta. Sia con il Resources Decoupling sia con l’Impact Decoupling si intende diminuire il tasso di utilizzo delel risorse e il tasso degli effetti ambientali, in modo che la produttività delle risorse sia in aumento. La riduzione assolute dell’utilizzo delle risorse è conseguenza del decoupling quando il tasso di crescita della produttività delle risorse supera il tasso di crescita dell’economia.

Fonte: http://www.unep. org/

Human well-being Economic activity (GDP)

Resource decoupling Resource use Impact decoupling Time Environmental impact Figure 1. Two aspects of ‘decoupling’

• • • • •

Material extraction Billion tons

100

50

80

40

60

30

40

20

20

10

0 1900

0

1910

1920

Source: Krausmann etal, 2009

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Ores and industrial minerals Fossil energy carriers Construction minerals Biomass GDP GDP trillion (10 12 ) international dollars

1930

1940

1950

1960

1970

1980

1990

2000

Figure 2. Global material extraction in billion tons, 1900–2005


linee guida per il progetto smart / 05.2

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priorità unione europea

.2.2 europa 2020

Per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva L’Europa sta vivendo una fase di trasformazione. La crisi ha vanificato anni di progressi economici e sociali e messo in luce le carenze strutturali dell’economia europea. Nel frattempo il mondo si sta rapidamente trasformando e le sfide a lungo termine (globalizzazione, pressione sulle risorse, invecchiamento) si accentuano. L’UE deve prendere in mano il proprio futuro. Per ottenere buoni risultati l’Europa deve agire in modo collettivo, in quanto Unione. Abbiamo bisogno di una strategia che ci consenta di uscire più forti dalla crisi e di trasformare l’UE in un’economia intelligente, sostenibile e inclusiva caratterizzata da alti livelli di occupazione, produttività e coesione sociale. Europa 2020 dà un quadro dell’economia di mercato sociale europea per il XXI secolo. Europa 2020 presenta tre priorità che si rafforzano a vicenda:

Fonte: Documento Bruxelles, 3.3.2010 COM(2010) 2020, http://eur-lex.europa. eu/LexUriServ/ LexUriServ.do?uri=C OM:2010:2020:FIN:I T:PDFdo?uri=COM:2 010:2020:FIN:IT:PDF

• crescita intelligente: sviluppare un’economia basata sulla conoscenza e sull’innovazione; • crescita sostenibile: promuovere un’economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva; • crescita inclusiva: promuovere un’economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale. La Commissione propone per l’UE 5 obiettivi principali interconnessi tra loro: • Occupazione: il 75% delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni deve avere un lavoro; • Ricerca e Innovazione: il 3% del PIL dell’UE deve essere investito in R&S; • Cambiamento Climatico: i traguardi del “20/20/20” in materia di clima/energia devono essere raggiunti (compreso un incremento del 30% della riduzione delle emissioni se le condizioni lo permettono); • Istruzione: il tasso di abbandono scolastico deve essere inferiore al 10% e almeno il 40% dei giovani deve essere laureato; • Lotta contro la povertà: 20 milioni di persone in meno devono essere a rischio di povertà. Questi obiettivi sono fondamentali per il nostro successo globale. Per garantire che ciascuno Stato membri adatti la strategia Europa 2020 alla sua situazione specifica, la Commissione propone che gli obiettivi dell’UE siano tradotti in obiettivi e percorsi nazionali.

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linee guida per il progetto smart / 05.2

Questi obiettivi sono rappresentativi delle tre priorità (crescita intelligente, sostenibile e inclusiva), ma la loro portata è più ampia: per favorirne la realizzazione occorrerà tutta una serie di azioni a livello nazionale, europeo e mondiale. La Commissione presenta sette iniziative faro per catalizzare i progressi relativi a ciascun tema prioritario. Obiettivi principali • Portare il tasso di occupazione della popolazione di età compresa tra 20 e 64 anni dall’attuale 69% ad almeno il 75%; • investire il 3% del PIL in R&S, migliorando in particolare le condizioni per gli investimenti in R&S del settore privato, e definire un nuovo indicatore per seguire i progressi in materia di innovazioni; • ridurre le emissioni di gas a effetto serra almeno del 20% rispetto ai livelli del 1990 o del 30%, se sussistono le condizioni necessarie, portare al 20% la quota delle fonti di energia rinnovabile nel nostro consumo finale di energia e migliorare del 20% l’efficienza energetica; • ridurre il tasso di abbandono scolastico al 10% rispetto all’attuale 15% e portare la quota della popolazione di età compresa tra 30 e 34 anni in possesso di un diploma universitario dal 31% ad almeno il 40%; • ridurre del 25% il numero di europei che vivono al di sotto delle soglie di povertà nazionali, facendo uscire dalla povertà più di 20 milioni di persone.

crescita intelligente

INNOVAZIONE

Iniziativa faro dell’UE “L’Unione dell’Innovazione” per migliorare le condizioni generali e l’accesso ai finanziamenti per la ricerca e l’innovazione onde rafforzare la catena dell’innovazione e innalzare i livelli d’investimento in tutta l’Unione.

ISTRUZIONE

Iniziativa faro dell’UE “Youth on the move” per migliorare le prestazioni dei sistemi d’istruzione e aumentare l’attrattiva internazionale degli istituti europei di insegnamento superiore.

SOCIETÀ DIGITALE

Iniziativa faro dell’UE “Un’agenda europea del digitale” per accelerare la diffusione dell’internet ad alta velocità e sfruttare i vantaggi di un mercato unico del digitale per famiglie e imprese.

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crescita sostenibile

CLIMA, ENERGIA E MOBILITÀ

Iniziativa faro dell’UE “Un’Europa efficiente sotto il profilo delle risorse” per contribuire a scindere la crescita economica dall’uso delle risorse decarbonizzando la nostra economia, incrementando l’uso delle fonti di energia rinnovabile, modernizzando il nostro settore dei trasporti e promuovendo l’efficienza energetica.

COMPETITIVITÀ

Iniziativa faro dell’UE “Una politica industriale per l’era della globalizzazione” onde migliorare il clima imprenditoriale, specialmente per le PMI, e favorire lo sviluppo di una base industriale solida e sostenibile in grado di competere su scala mondiale.

crescita inclusiva

OCCUPAZIONE E COMPETENZE

Iniziativa faro dell’UE “Un’agenda per nuove competenze e nuovi posti di lavoro” onde modernizzare i mercati occupazionali agevolando la mobilità della manodopera e l’acquisizione di competenze lungo tutto l’arco della vita al fine di aumentare la partecipazione al mercato del lavoro e di conciliare meglio l’offerta e la domanda di manodopera.

LOTTA ALLA POVERTÀ

Iniziativa faro dell’UE “Piattaforma europea contro la povertà” per garantire coesione sociale e territoriale in modo tale che i benefici della crescita e i posti di lavoro siano equamente distribuiti e che le persone vittime di povertà e esclusione sociale possano vivere in condizioni dignitose e partecipare attivamente alla società.


linee guida per il progetto smart / 05.2

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priorità unione europea

.2.3 CONNECTING Europe Facility Meccanismo per collegare l’Europa: La Commissione europea ha presentato un piano di investimenti pari a 50 miliardi di euro destinato a migliorare le reti europee di trasporto, di energia e digitali. Gli investimenti mirati nelle principali infrastrutture contribuiranno a creare posti di lavoro e a rafforzare la competitività dell’Europa nel momento in cui ne ha più bisogno. Il programma “CONNECTING Europe Facility” finanzierà progetti che completano i collegamenti mancanti delle reti in questione e renderà l’economia europea più verde, grazie all’introduzione di modi di trasporto meno inquinanti, collegamenti a fascia larga ad alta velocità e un uso più esteso delle energie rinnovabili in linea con la strategia Europa 2020. Oltre a ciò, il finanziamento delle reti energetiche renderà più integrato il mercato interno dell’energia, riducendo la dipendenza energetica dell’UE e rafforzando la sicurezza degli approvvigionamenti. Grazie al meccanismo per collegare l’Europa sarà più facile reperire finanziamenti privati e gli strumenti finanziari innovativi, come le garanzie e i project bond, potranno ottenere maggiori ripercussioni attraverso questo apporto di fondi dell’UE.

Fonte: http://europa.eu/ rapid/press-release_ IP-11-1200_it.htm

I trasporti Il meccanismo per collegare l’Europa prevede un investimento di 31,7 miliardi di euro per ammodernare le infrastrutture di trasporto europee, costruire i collegamenti mancanti ed eliminare le strozzature. Ciò comprende 10 miliardi di euro accantonati nel Fondo di coesione per progetti di trasporto nei paesi della coesione, mentre i rimanenti 21,7 miliardi sono stati messi a disposizione di tutti gli Stati membri per investimenti nelle infrastrutture di trasporto. L’obiettivo è di migliorare i collegamenti tra le diverse parti dell’UE, per facilitare gli scambi di merci e la circolazione delle persone tra i paesi.

“...Concentrandosi sui modi di trasporto meno inquinanti, il

meccanismo per collegare l’Europa renderà il nostro sistema di trasporto più sostenibile, dando inoltre ai consumatori una più ampia scelta su come viaggiare.

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linee guida per il progetto smart / 05.2

In Europa i sistemi di trasporto si sono tradizionalmente sviluppati lungo assi nazionali, per cui, al momento della pianificazione, della gestione e del finanziamento dei progetti transfrontalieri l’UE dovrà svolgere un ruolo cruciale di coordinamento tra gli Stati membri. Una rete ben funzionante è fondamentale per il buon funzionamento del mercato unico e per promuoverne la competitività. La Commissione ha proposto di creare corridoi per coprire i più importanti progetti transfrontalieri, prevedendo che, entro il 2020, saranno necessari 500 miliardi di euro per realizzare una rete veramente europea, di cui 250 miliardi saranno destinati a eliminare le strozzature e a completare i collegamenti mancanti nella rete principale. TEN-T CORE NETWORK

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linee guida per il progetto smart / 05.2

L’energia Quanto all’energia, 9,1 miliardi di euro saranno investiti nell’infrastruttura transeuropea, il che dovrebbe consentire di conseguire gli obiettivi nel settore climatico e dell’energia fissati dall’UE per il 2020. Il meccanismo per collegare l’Europa consentirà inoltre di risolvere i problemi di finanziamento e di eliminare le strozzature nella rete. Il mercato interno dell’energia sarà ulteriormente sviluppato attraverso migliori interconnessioni, il che garantirà la sicurezza degli approvvigionamenti e la possibilità di trasportare energie rinnovabili a costi ragionevoli attraverso il territorio dell’Unione. I cittadini e le imprese devono poter contare sulla disponibilità di energia in ogni momento e a prezzi accessibili. I finanziamenti stanziati da questo meccanismo serviranno a mobilitare finanziamenti supplementari da parte di investitori privati e pubblici. Le telecomunicazioni e tcl Il meccanismo per collegare l’Europa prevede almeno 9,2 miliardi di euro per sostenere gli investimenti in reti a banda larga veloci e ultraveloci e in servizi digitali paneuropei. Il finanziamento del meccanismo potrà attrarre altri finanziamenti privati e pubblici, dando credibilità ai progetti infrastrutturali e riducendone i profili di rischio. Basandosi su stime relativamente prudenti, la Commissione ritiene che il finanziamento per le infrastrutture di rete promuoverà investimenti pari a oltre 50 miliardi di euro. L’agenda digitale europea fissa obiettivi per l’accesso universale alla banda larga nel 2020 di almeno 30 Mbps, prevedendo che almeno il 50% delle famiglie acquistino velocità superiori a 100 Mbps. Per quanto riguarda i servizi digitali, il meccanismo prevede sovvenzioni per costruire le infrastrutture necessarie per l’identificazione elettronica, gli appalti pubblici elettronici, le cartelle cliniche elettroniche, Europeana, eJustice e servizi doganali. I fondi serviranno a garantire l’interoperabilità e a finanziare i costi di gestione e di interconnessione delle infrastrutture a livello europeo.

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linee guida per il progetto smart / 05.2

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VISIONE 2050

.2.4 BACKCASTING 2012

2020

2030

2050

2040

10000 25000 50000 75000

ALFABETIZZAZIONE DIGITALE RETE VERDE DEI TRASPORTI

+∞ 2 km

3,5 km

6 km 8 km 10,6 km 10,6 km 2.500

QUARTIERE RESIDENZIALE COLLABORATIVO

5.000 10.500

17.500 20.000 persone

20%

50%

80%

100%

RICONVERSIONE BIOTICA

100 ha 5.000

10.00017.500

20.500

INCLUSIONE

+∞

2015

2025

2035

2045

Il concetto di “backcasting”è fondamentale per un approccio strategico allo sviluppo sostenibile. Si tratta di un metodo di pianificazione in cui un esito positivo viene immaginato nel futuro ed a cui fa seguito la domanda: cosa dobbiamo fare oggi per raggiungere un simile risultato positivo? Questo approccio è più efficace rispetto all’affidarsi alle previsioni, che presentano una gamma più limitata di opzioni, limitando quindi la creatività e riportando i problemi di oggi nel futuro. Il “backcasting” può essere pensato come un puzzle, in cui esiste un quadro condiviso di dove si vuole arrivare, e dove i pezzi vengono assemblati fino a giungere a destinazione. Ma bisogna fare attenzione agli scenari troppo specifici che possono limitare l’innovazione e distrarre la mente da soluzioni innovative e creative necessarie per uno sviluppo sostenibile. Il“backcasting” si basa sui principi di sostenibilità che sono radicati nella scienza e rappresentano qualcosa su cui tutti possono essere d’accordo. Per realizzare una società sostenibile, non bisogna violare tali principi. Non sapendo esattamente quale aspetto avrà tale società, si può definire il successo a livello di principio. In questo modo, il backcasting da principi è più come il gioco degli scacchi: non si sa esattamente che forma avrà il successo, ma conoscendo il principio dello scacco matto, bisogna giocando la partita in modo strategico, tenendo sempre in mente quella visione del futuro.

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linee guida per il progetto smart / 05.2

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progettare per scopi con

.2.5 l’agenda 21 locale

Dopo la Conferenza ONU su Ambiente e Sviluppo tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992, 178 governi di tutto il mondo, tra cui l’Italia, hanno adottato l’Agenda 21, un documento di intenti per la promozione di uno sviluppo sostenibile che tenendo conto degli aspetti sociali, ambientali ed economici può cogliere anticipatamente eventuali elementi di incompatibilità esistenti tra le attività socio-economiche e le politiche di protezione e salvaguardia dell’ambiente. L’obiettivo dell’Agenda 21 è quello di preparare il mondo alle sfide del prossimo secolo stabilendo:i criteri cui devono attenersi le politiche dello sviluppo a livello globale, nazionale e locale; l’obiettivi di carattere generale da perseguire entro prestabiliti limiti di tempo. L’Agenda 21 contiene proposte dettagliate per quanto riguardale aree economiche, sociali e soprattutto ambientali:

Fonte: http://www. agenda21.it

Lotta alla povertà, cambiamento dei modelli di produzione e consumo, dinamiche demografiche, conservazione e gestione delle risorse naturali, protezione dell’atmosfera, degli oceani e della biodiversità, la prevenzione della deforestazione, promozione di un’ agricoltura sostenibile. Il capitolo 28 della Agenda 21 invita le autorità locali a giocare un ruolo chiave nell’educare, mobilitare e rispondere al pubblico per la promozione di uno sviluppo sostenibile. Le autorità debbono intraprendere dal 1996, un processo consultivo con le loro popolazioni cercando il consenso su un’ Agenda 21 locale. Attraverso la consultazione e la costruzione di consenso, le autorità locali possono imparare dalla comunità locale e dalle imprese e possono acquisire le informazioni necessarie per la formulazione delle nuove strategie. I programmi, le politiche ed i piani assunti dalla amministrazione locale potrebbero essere valutate e modificate sulla base dei nuovi piani locali così adottati.

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linee guida per il progetto smart / 05.2

I principali elementi o fasi che costituiscono il processo di costruzione della Agenda 21 locale sono:

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Attivazione di un Forum

Tutti i soggetti rilevanti a livello locale ai fini di una strategia ambientale (istituzioni, amministrazioni, soggetti economici, associazioni, gruppi informali, ecc) devono essere coordinati all’interno di un Forum finalizzato ad orientare il processo di elaborazione dell’ Agenda 21 e di monitorarne l’applicazione.

Consultazione permanente

La consultazione della comunità ha lo scopo di riconoscere i bisogni, definire le risorse che ogni parte può mettere in gioco, individuare e istruire gli eventuali conflitti tra interesse diversi e definire una visione (Vision) dei punti critici e dei punti di forza di una comunità locale. Il Forum può essere organizzato per gruppi tematici o gruppi territoriali in modo da attivare tutte le risorse di conoscenza e di confronto disponibili in loco.

Audit territoriale e redazione di un Rapporto sullo stato dell’Ambiente

Raccolta di tutti i dati di base sull’ambiente fisico, sociale ed economico su scala provinciale. Un vero audit urbano che serva a costruire, attraverso indicatori ambientali, il Rapporto sullo stato dell’ambiente di una Provincia o di un Comune su cui si svilupperà la discussione per la redazione dell’Agenda 21 locale con l’aiuto del Forum locale.

Obiettivi e priorità (Target)

Nella definizione dell’Agenda 21 locale, la definizione degli obiettivi ambientali e di sostenibilità, quanto più concreti e quantificabili, deve essere integrata con la formulazione di un ordine di priorità. Gli obiettivi generali e le priorità si devono tradurre in programmi indirizzati a obiettivi specifici associati a precise scadenze temporali.

Piano di Azione Ambientale

Esso deve essere inteso come un programma di azioni concrete e necessarie per raggiungere gli obiettivi prefissati, con la definizione degli “attori” che saranno responsabili dell’attuazione, delle risorse finanziarie e degli strumenti di supporto.


linee guida per il progetto smart / 05.2

Monitoraggio, valutazione e aggiornamento del Piano di Azione

Devono essere attivate procedure di controllo sull’attuazione e sull’efficacia del Piano di Azione con rapporti periodici che individuino i miglioramenti e i peggioramenti della situazione ambientale. La valutazione della sintonia tra i piani tradizionali di organizzazione del territorio (PTP, Piani di sviluppo, Piani d’area, ed i PRG comunali, ecc) ed il Piano di Azione ambientale potrà essere fatta con la valutazione ambientale strategica (VAS) ossia la valutazione del grado di sostenibilità della pianificazione rispetto agli obiettivi di qualità fissati dal Piano di Azione Ambientale Il Forum Il Forum è un organismo autonomo di partecipazione della comunità locale che ha il compito di fissare e verificare in maniera condivisa condizioni di sostenibilità attraverso la selezione di indicatori e di obiettivi da conseguire nel medio-lungo termine. Sono invitati a costituire il Forum Agenda 21 i rappresentanti della comunità provinciale e del mondo produttivo - Associazioni di consumatori - Associazioni ambientaliste - Sindacati - Gruppi d’interesse - Ordini professionali - Associazioni di categoria - Aziende ed enti pubblici e privati. Il Forum interviene nelle fasi chiave di avanzamento del lavoro con funzioni consultive, propositive e di verifica.

Gli obiettivi del Forum: Garantire il dialogo e l’interazione con le parti sociali coinvolte • Promuovere la partecipazione di cittadini e la crescita di consapevolezza • Individuare le priorità ambientali, gli obiettivi e la struttura degli indicatori di sostenibilità • Definire possibili percorsi operativi e linee di intervento • Contribuire alla verifica, al controllo e alla valutazione dei risultati • L’Amministrazione pubblica promuove la costituzione del Forum e ne propone una possibile ipotesi organizzativa. Il Forum è comunque un organismo autonomo di rappresentanza ed è retta da un Presidente.

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Modelli di riferimento per progettare con l’Agenda / 05.3

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per l’aumento della biodiversità:

.3.1 gli orti urbani

FONTE: http:// enelgreenpower. liquida.it http://www. brooklyngrangefarm. com/ http://www. kickstarter.com/

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L’orto urbano è un modo per ritornare a coltivare in città. Si va dai vasi in balcone a pochi metri quadri dei terreni utilizzati nei quartieri fino a quello che attualmente è il più grande orto urbano del mondo: il Brooklyn Grange. Aperto nella primavera del 2010 su un tetto di un edificio del Queens a New York, è diventato in pochi anni un centro di richiamo per tutti i newyorkesi che cercano prodotti biologici e rifornisce vari mercati e ristoranti della città. Tutto questo grazie all’iniziativa di Ben Flanners, un ingegnere industriale che, nel 2009, ha partecipato al primo orto urbano su un tetto di New York e che è riconosciuto come esperto di agricoltura urbana. La coltivazione avviene senza pesticidi e prodotti chimici secondo le regole del biologico, la terra è la rooflite, un mix di terriccio e e composto bio prodotto in Pennsylvania appositamente per la coltivazione su tetto, ma è stato scelto di non richedere la certificazione biologica al Dipartimento agricoltura americano. La produzione attuale di Brooklyn Grange è sui 18.000 Kg e viene molto differenziata con la coltivazione di parecchie varietà di ortaggi: insalata, peperoni, cavoli, bietole, carote, ravanelli, fagioli e ben 40 varietà di pomodori. Vengono organizzate molte iniziative che coinvolgono le scuole, con lezioni sugli orti, e corsi di coltivazione aperti a tutti. Perché


Modelli di riferimento per progettare con l’Agenda / 05.3

aumento della superficie coesione conversione dei tetti in coltivabile superfici biotiche diminuzione creatività forum dell’impronta ecologica opportunità uno degli scopi di questo orto è fornire un’educazione ambientale e agricola alle persone che vivono in città, contribuendo allo stesso tempo a migliorare la qualità della vita permettendo l’accesso semplice a cibi sani e freschi. Che l’orto urbano sul tetto sia stata una scelta vincente lo dimostra il fatto che è stato impiantato un nuovo campo su un edificio storico, il Brooklyn Navy Yard, che ha permesso di aumentare di altri 13.000 mq la superficie di produzione. Brooklyn Grange è un’azienda agricola, finanziata mediante una combinazione di capitale privato, i prestiti, eventi di raccolta fondi di base e piattaforme di crowdfunding come kickstarter. com e ioby.com. Già dal secondo anno della sua attività Brooklyn Grange ha cominciato a essere in attivo, dimostrando che il modello adottato è vincente e può essere applicato anche da altri agricoltori in città, che la società vuole autare a diventare autonomi fornendo loro un salario di sussistenza e di sostentamento affidabile, in modo da creare un’agricoltura fiorente in un contesto urbano.

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Modelli di riferimento per progettare con l’Agenda / 05.3

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per l’aumento della biodiversità:

.3.2 tamponamenti verticali biotici

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Il Verde Verticale è uno sviluppo vegetativo su pareti esterne e/o interne, composto da un insieme armonioso di piante che vengono accuratamente selezionate, in base alle caratteristiche del clima e della posizione. La vegetazione si sviluppa su di un tessuto particolare e sfrutta le tecniche dell’idrocoltura. Un giardino verticale oltre che produrre un immediato, gradevole effetto estetico, produce una serie di benefici: - assorbe CO2 dall’atmosfera - assorbe raggi UV - assorbe calore mantenendo la costruzione più fresca, facendo così risparmiare energia - previene la perdita di calore durante le ore notturne, facendo ancora così risparmiare energia - non è così difficile e costoso da realizzare soprattutto in fase di nuova realizzazione di un edificio. Per realizzare ungiardino verticale bisogna fare una scelta delle colture da impiantare (resistenza della pianta, clima, studio della flora locale), avere un sistema di irrigazione (oltre che con l’acqua piovana dovrà esser previsto un bacino di raccolta per l’irrigazione del giardino verticale durante i periodi di siccità). Ancor più innovativa è poi la possibilità di portare tutto questo all’interno, fino al sottosuolo, nell’ombra, laddove la vegetazione è sempre stata bandita.


Modelli di riferimento per progettare con l’Agenda / 05.3

Isolamento termico E’ stato dimostrato da studi scientifici che la superficie di un muro verde esterno, è fino a 10 ° C inferiore a quella di un muro esposto, quindi la quantità di calore che viene irradiata verso l’interno è minore. In maniera inversa, nella stagione invernale, per effetto della intercapedine tra muro e parete vegetale, si ottiene una riduzione dell’irradiazione del calore verso l’esterno e del freddo verso l’interno. Con l’utilizzo di pareti vegetali all’interno, si riesce a ridurre ulteriormente la temperatura in misura di 3-7°C, grazie alla traspirazione delle piante che rinfrescano l’aria e grazie all’intercapedine della struttura che permette la circolazione dell’aria.

Griglia ad elevata resistenza per il verde verticale

Microclima urbano Sono inoltre efficaci nella riduzione dell’effetto “isola di calore” che è quel fenomeno che produce un aumento di calore nelle aree urbane a causa della sempre maggiore cementificazione e riduzione delle superfici verdi. Miglioramento della qualità dell’aria Salute e benessere Gli effetti del verde e della vegetazione riducono i sintomi di disagio e di stress nelle persone.

Fig. 1 Caixa Forum, Madrid, Herzog & de Meuron Fig. 2 Museo Quai de Branly, Parigi, Jean Nouvelle Fig. 3 Le Halles di Avignone

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Modelli di riferimento per progettare con l’Agenda / 05.3

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per l’aumento della biodiversità:

.3.3 guerrilla gardening

FONTE: http://www. guerrillagardening. org/

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Il primo termine coniato da Liz Christy e il suo gruppo nel 1973 fu Green Guerrilla, adesso Guerilla Gardening è ormai un movimento internazionale. Anche se ci sono molte permutazioni, guerrilla gardening è l’atto di fare giardinaggio su terreni pubblici o privati ​​senza autorizzazione. In genere, i siti scelti sono degli immobili vacanti o in disuso nelle aree urbane. Le dirette coltivazione della terra sono spesso destinate a sensibilizzare l’opinione pubblica per una miriade di problemi sociali e ambientali, compresi il sistema alimentari sostenibile urbano, il miglioramento della gestione delle acque piovane, l’estetica del quartiere, e la potenza di breve termine delle azioni di collaborazione locale. I giardinieri guerriglieri spesso agiscono sotto la copertura della notte, dove le verdure possono essere seminati o possono essere piantati giardini fioriti e curati senza correre il rischio di essere scoperti. Le fasi di organizzazione avvengono tramite web, attraverso forum, social network, ecc.. usati per aggregare più facilmente i cittadini interessati all’azione. Guerilla gardening è una tattica eccellente per migliorare notevolmente un quartiere urbano. Spesso i giardini sono curati illegalmente per anni dopo la loro prima creazione. Il primo giardino iniziato in un posto vacante della città di New York dai guerriglieri verdi è diventato così bello che i volontari e il New York City Parks Department lo mantengono ancora. Questo è un esempio di come una inflazionata azione a breve termine crea dei cambiamenti a lunga durata.


Modelli di riferimento per progettare con l’Agenda / 05.3

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Modelli di riferimento per progettare con l’Agenda / 05.3

5

per zero rifiuti - zero carbon:

.3.4 smart grid

Fonte: http://it.wikipedia. org/wiki/Smart_grid http://www.enel. it/it-IT/reti/enel_ distribuzione/qualita/ progetti_smart_grids/

La “Visione” della Commissione Europea definisce una Smart Grid come:

“Una rete elettrica in grado di integrare i comportamenti

e le azioni di coloro che sono connessi ad essa, al fine di assicurare l’economico funzionamento di un sistema sostenibile con perdite ridotte ed un alto livello di qualità e sicurezza di alimentazione

Da questa definizione discendono direttamente i principali obiettivi delle Smart Grid: • favorire la connessione e l’esercizio di impianti di generazione distribuita e di utilizzatori non convenzionali, es. veicoli elettrici (coloro che sono connessi); • mantenere e migliorare il grado di efficienza del sistema nelle condizioni ordinarie di esercizio (l’economico funzionamento); • supportare la pianificazione ottimale degli investimenti per lo sviluppo della rete (un sistema sostenibile); • mantenere e, se possibile, incrementare il livello di affidabilità del sistema e la qualità del servizio (qualità e sicurezza di alimentazione); • migliorare il funzionamen dei meccanismi di mercato ed i servizi per i clienti finali (integrare le azioni); • incrementare il grado di consapevolezza dei clienti finali sulle loro caratteristiche di consumo e la loro partecipazione attiva al sistema ed al mercato elettrico (i comportamenti). Le attuali reti di distribuzione costituiscono già un sistema sofisticato e provvisto di “intelligenza” in larga misura: il controllo in tempo reale, la disponibilità di misure e rilevazioni online, la connettività e la manovrabilità di elementi inseriti all’interno dei sistemi sono già una realtà consolidata nelle reti di media tensione di molti paesi. Ma tali sistemi necessitano di una evoluzione per una migliore fruibilità. Trasformare l’attuale sistema elettrico passando dal concept tradizionale a quello di Smart Grid è un’operazione che non necessita di una sostituzione completa della rete, bensì di una graduale integrazione di alcune tecnologie e dispositivi, che permettano a tutti gli attori dell’infrastruttura elettrica di scambiarsi reciprocamente informazioni, regolando i flussi di energia.

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Modelli di riferimento per progettare con l’Agenda / 05.3

Le componenti del sistema Smart Grid I componenti di una rete Smart a livello di generazione sono: Smart Inverter: inverter tradizionale a cui è aggiunta un’interfaccia a microprocessore che lo dota di diverse funzionalità: gestire da remoto le disconnessioni dalla rete (ad esempio lo stacco di alcune utenze in presenza di picchi di consumo pericolosi per la rete), limitare la potenza immessa in rete (per ridurre le fluttuazioni della tensione di rete) ed anche regolare l’assorbimento o la produzione di potenza reatttiva. Sistemi di ottimizzazione degli asset: sistemi Hardware/ Software che si occupano di monitorare gli impianti di produzione determinando il carico ottimale di produzione (in base a dati metereologici, allo stato della rete o degli altri impianti ed alle previsioni di mercato) e monitorando gli interventi di manutenzione. A livello di trasporto e distribuzione, i sistemi a supporto di una Smart Grid sono: Sistemi di controllo, automazione e sensoristica: sistemi composti da attuatori, sensori e appositi software, che si occupano di monitorare la rete elettrica di trasmissione e distribuzione (con le relative sottostazioni), al fine di ripartire ottimamente i carichi sulla rete e programmare la manutenzione della stessa. Demand Response Management System: sistema che si occupa di raccogliere ed elaborare in tempo reale le informazioni provenienti dagli altri componenti della Smart Grid per determinare il carico ottimale sulle diverse porzioni di rete (permettendo all’ente distributore di effettuare il dispacciamento locale). I dati raccolti riguarderebbero previsioni della domanda, previsioni della produzione degli impianti, stato di carico della rete di trasmissione e previsioni sullo stato della rete. A livello dell’utenza, si individuano invece i seguenti componenti: Advanced Metering Infrastructure: infrastruttura costituita da: un sistema di metering (contatore elettronico o smart meter) che permette un dialogo bidirezionale con la rete, oltre ad informare l’utenza dei propri consumi/produzione; un concentratore di dati che raccoglie le informazione provenienti da più utenze smart per inviarle al sistema centrale di elaborazione; una piattaforma di Meter Data Management che si occupa di elaborare le previsioni sulla domanda, oltre ad occuparsi della telelettura dei consumi e della diagnostica di eventuali guasti.

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Modelli di riferimento per progettare con l’Agenda / 05.3

Home Management System: sistema mediante il quale un software gestisce periferiche intelligenti, come elettrodomestici, permettendo ad esempio a questi di fornire una stima del consumo in base al programma impostato dall’utente.

Campo fotovoltaico

Vi sono poi, a livello sia di generazione che di trasmissione e distribuzione:

Campo Eolico

sistemi di Storage Time Shift di energia: ovvero l’acquisto di energia nelle ore in cui il prezzo è più basso, per consumarla o rivenderla nelle ora in cui il prezzo aumenta. sistemi di Storage di integrazione negli IAFR: per regolarizzare il profilo di generazione dell’impianto

Impianto Digestivo Anaerobico

Ac

Edifici attivi Centro di stoccaggio energia

Uffici Fabbriche

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+


Modelli di riferimento per progettare con l’Agenda / 05.3

Micro Grid

Autobus elettrici

Electricity Market Micro Generazione

ccumulatore

Mobile Service

SMART GRID

-

Monitoraggio

Contatore Elettronico

Abitazioni Automobili elettriche

Distribuzione Nazionale

Generazione combinata di calore

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Modelli di riferimento per progettare con l’Agenda / 05.3

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per l’aumento della connettività:

.3.4 change by us

fonte: http://nyc.changeby. us/ Pubblicato in Italia da IBL con il titolo “Governare con la rete” a cura di Stephen Goldsmith, pioniere dell’approccio locale al “reinventing government” ed ex sindaco di Indianapolis. 1

La piattaforma web su cui poggia Change by US NYC è stata creata da Local Projects – azienda di media design ed è gestita dalla Municipalità di New York, Ufficio del Sindaco.

2

Per i cittadini di New York è on line la piattaforma Change by Us NYC, una iniziativa dell’amministrazione comunale di New York City, città che più di altre - sul forte commitment di Bloomberg (il sindaco) - sta sperimentando il paradigma dell’open government attraverso un concreto e crescente connubio tra tecnologia e partecipazione. In questo senso la piattaforma Change by Us NYC aggiunge un tassello ad una strategia più ampia e decisamente innovativa dell’amministrazione newyorkese, il cui sindaco – non a caso - ha scelto tra i suoi più stretti collaboratori il co-autore del pluricitato “Governing by Network: The New Face of the Public Sector”1. Cosa è Change by US NYC Change by US NYC è un posto virtuale dove gli abitanti di New York possono trasformare le loro idee in azioni, creando dei progetti e costruendo dei team di lavoro per rendere la città un posto migliore in cui vivere. Per cominciare i facilitatori del processo chiedono ai cittadini come rendere la città più verde.2 Cosa permette di fare Attraverso la piattaforma ciascuno può seguire una serie di step in un processo semplice che gli permetterà di trasformare la propria idea in un progetto condiviso e utile per tanti. Lo strumento è un account di posta elettronica a cui chiunque abbia idee su come rendere Change by Us NYC più facile da usare e più efficace può scrivere. Condividere idee Dall’Ufficio del sindaco si dicono convinti che i newyorkesi sono da sempre ricchi di grandi idee su cosa potrebbe rendere migliore il proprio quartiere. Ora ciascuno può usare Change by Us NYC per comunicare agli altri cosa ha in mente. Nessuna idea è troppo grande, nessuna è troppo piccola. Partecipare o creare progetti. Ciascuno può cercare un progetto che gli permetta di fare qualcosa di utile nel proprio quartiere o in giro per la città. Una volta identificato il progetto che fa per sé, ciascuno può diventare un membro del team, entrando in rete con quanti vogliono impegnarsi nella stessa azione. Change by Us può essere usato anche per mettere in piedi e guidare un nuovo progetto…così che ognuno ha la possibilità di trasformare la propria idea in realtà.

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Modelli di riferimento per progettare con l’Agenda / 05.3

Change by Us New York CITY è un luogo dove condividere idee, creare progetti, scoprire le risorse, e rendere la città migliore. Costruire team di lavoro Ogni newyorkese puo usare Change by Us NYC per entrare facilmente e con rapidità in contatto con le persone che collaboreranno al progetto, dalla sua nascita al suo compimento. Capita infatti che qualcuno abbia l’idea, qualcuno il piano, qualcun’altro gli strumenti…e che insieme ci si completi. Trovare le risorse Change by Us NYC può essere utilizzato per venire a conoscenza ed entrare in contatto con i programmi di finanziamento pubblici e di enti del terzo settore che possono sostenere il progetto, aumentandone le chances di successo. In qualsiasi momento qualcuno avesse bisogno di accedere a un servizio del Comune o di trovare qualche informazione su scala locale troverà risorse pronte per fornire guida e tutoraggio.

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il progetto smart alla madonnella 147


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Scopi del progetto 1.0 Aumento della bioticità del quartiere: autonomia alimentare 2.0 Green energy: zero emissioni - zero rifiuti 3.0 Inclusione sociale 4.0 Aumento della creatività 5.0 Creazione di opportunità: green job 6.0 Dematerializzazione: infrastruttura

1.1 Corridoi biologici 1.2 Aumento della biodiversità 1.3 Uso sostenibile dell’acqua 1.4 Orti urbani 1.5 Guerrilla Gardening 1.6 Conversione dei tamponamenti in materiale biotico 1.7 Cibo locale 1.8 Smart Trade

2.1 Energia da pannelli fotovoltaici 2.2 Energia da pale eoliche 2.3 Sensori piezoelettrici 2.4 Cogenerazione 2.5 Gestione Smart Grid 2.6 Aumento dei percorsi ciclo-pedonali 2.7 Mobilità green 2.8 Raccolta pneumatica dei rifiuti

3.1 Coesione 3.2 Partecipazione attiva 3.3 Valorizzazione delle identità 3.4 Valorizzazione del mix interculturale 3.5 Aumento del sapere 3.6 Accesso alle tecnologie dell’informazione 3.7 Accesso ai servizi 3.8 Miglioramento dei servizi di integrazione culturale

148


xxx / 0x.x

4.1 Creazione di spazi artistici aperti e informali 4.2 Network tra luoghi della cultura 4.3 Sviluppo di un modello culturale basato sulla partecipazione 4.4 Mercati liberi ed equi 4.5 Attrazione e produzione di creatività 4.6 Molteplice geografia dei luoghi 4.7 Flessibilità degli spazi 4.8 Aumento della qualità di vita

5.1 Promozione dell’innovazione 5.2 Promozione della ricerca scientifica e tecnica 5.3 Educazione al modello di sviluppo equo e responsabile 5.4 Accesso al lavoro 5.5 Inserimento al lavoro di gruppi svantaggiati 5.6 Uso delle risorse secondo il Decoupling 5.7 Start-up 5.8 Cooperazione europea

6.1 Forum 6.2 Istruzione informale 6.3 Connessione internet free 6.4 Schermi interattivi 6.5 U-Transporto 6.6 U-Salute 6.7 U-Turismo 6.8 U-Sicurezza

149


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5.5 Inserimento al lavoro di grup pi svantaggiati

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1.1 Corridoi biologici

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2.8


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Il progetto di un quartiere smart, modello per lo sviluppo sostenibile della città di Bari, coinvolge la circoscrizione della Maddonnella attraverso la redazione di una Agenda. L’Agenda ha la caratteristica di progettare per scopi e presenta sei principali obiettivi che sono stati individuati dall’analisi delle risorse naturali, fisiche, immateriali e umane del quartiere. Gli obiettivi principali sono:

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2.5 Gestione Sm art Grid to dei perco rs

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1.0 L’aumento della bioticità del quartiere e quindi l’autosufficienza alimentare. 2.0 La green energy che comporta zero emissioni e zero rifiuti. 3.0 L’nclusione sociale e la coesione tra i cittadini e gli stranieri. 4.0 L’aumento della creatività. 5.0 La creazione di nuove opportunità di lavoro. 6.0 La dematerializzazione grazie alla nuova infrastruttura della rete internet veloce.

ere

Gli scopi individuati sono strettamente collegati tra di loro e interagiscono in maniera olistica. Infatti il progetto è composto da una serie di azioni che appaiono come frammenti e che a diverse scale coinvolgono i cittadini in prima persona. Il motore del progetto è la necessità di ridurre le emissioni di CO2 e quindi l’attenzione alla riduzione dell’impronta ecologica del quartiere. Per far fronte a tale necessità si predilige il coinvolgimento degli abitanti del quartiere attraverso un approccio botton-up che è gestito e supportato dal un grande forum in rete che mette tutti in relazione con tutto. Si crea così un network di cittadini attivi che in prima persona sono chiamati ad agire in prima persona ed in gruppo. L’azione e la cooperazione dei cittadini genera una forma di smart governance che presuppone il valore dell’inclusione sociale, che richiede la coesione, che stimola la creatività.

151


xxx / 0x.x

accountability del progetto input

strategia

Abbassamento* dell’impronta ecologica

output**

Autoproduzione alimentare Risorse naturali: Sole Vento Acqua Terra

Corridoi biologici

+++

+ 60%

Aumento della biodiversità

+++

+ 60%

Uso sostenibile dell’acqua

+++

+ 80%

Orti urbani

++

+ 30%

Guerrilla Gardening

++

+ 30%

+

+ 20%

+++

+ 50%

Smart trade

+

+ 50%

Coesione

+

+ 90%

Partecipazione attiva

+

+ 90%

Valorizzazione delle identità

+

+ 90%

Valorizzazione del mix interculturale

+

+ 90%

Aumento del sapere

+

+ 90%

Accesso alle tecnologie dell’informazione a tutti

+

+ 80%

Accesso ai servizi

+

+ 80%

Miglioramento dei servizi di integrazione culturale

+

+ 70%

Energia da pannelli fotovoltaici

+++

+ 60%

Energia da pale eoliche

+++

+ 60%

Sensori piezoelettrici

+++

+ 20%

Cogenerazione

+++

+ 30%

Gestione Smart Grid

+++

+ 80%

Aumento dei percorsi ciclo-pedonali

+++

+ 70%

Mobilità green

+++

+ 70%

++

+ 50%

Tamponamenti biotici Cibo locale

Inclusione sociale Risorse umane

Green energy Energia dal sole Energia dal vento Energia cinetica

Raccolta pneumatica dei rifiuti

152

* L’abbassamento

dell’impronta ecologica è valutata con una scala di valori che vanno da +++ a + che indicano la quantità di riduzione di CO2 emessa nel 2050 rispetto ai livelli attuali. ** L’output indica la percentuale di prodotto ottenuto dalla messa in opera delle rispettive strategie.


xxx / 0x.x

Aumento della creatività Risorse umane

Creazione di spazi artistici aperti e informali

+

+ 40%

Network tra luoghi della cultura

+

+ 50%

Sviluppo di un modello culturale basato sulla partecipazione

+

+ 70%

Mercati liberi ed equi

+

+ 60%

Attrazione e produzione di creatività

+

+ 60%

Molteplice geografia dei luoghi

+

+ 40%

Flessibilità degli spazi

+

+ 70%

Aumento della qualità di vita

+

+ 90%

Promozione dell’innovazione

+

+ 60%

Ricerca scientifica e tecnica

+++

+ 60%

Sviluppo equo e responsabile

+++

+ 80%

Accesso al lavoro

++

+ 70%

Inserimento al lavoro di gruppi svantaggiati

++

+ 80%

Decoupling

+++

+ 90%

Start-up

+++

+ 50%

Cooperazione europea

+++

+ 50%

Forum

+++

+ 80%

Istruzione informale

+++

+ 90%

Connessione internet free

+++

+ 100%

Green job Risorse umane

Dematerializzazione Infrastruttura digitale

++

+ 60%

U-Transporto

+++

+ 80%

U-Salute

+++

+ 80%

U-Turismo

+++

+ 80%

U-Sicurezza

+++

+ 80%

Schermi interattivi

153


xxx / 0x.x

luoghi dell´autosufficienza alimentare -

+

luoghi della produzione di energia verde 154

+


xxx / 0x.x

il progetto smart Il progetto smart necessita del coinvolgimento del maggior numero di persone nelle varie attivitĂ per lo sviluppo sostenibile. Ăˆ stata fatto una stima dei flussi di persone attive che potrebbero interagire attivamente nel progetto contribuendo al raggiungimento degli obiettivi prefissati. La rappresentazione si serve del concetto delle "bubble" che a seconda della loro concentrazione misurano l'intensitĂ del numero di utenti coivolti. i luoghi dell'autosufficienza alimentare I flussi dell'autosufficienza alimentare coinvolgono gli utenti in luoghi pubblici, tra cui piazze, parchi pubblici, vie carrabili e lungomare convertiti in vie ciclo-pedonali biotiche; in luoghi privati, tra cui tetti piani delle case convertiti in orti, partizioni esterne verticali degli edifici ed eventuali tetti spioventi convertiti in materiale biotico. i luoghi della produzione di energia verde I flussi nei luoghi della produzione di energia coinvolgono gli utenti in maniera attiva e passiva nelle zone dove l'energia viene prodotta da fonti rinnovabili quali: pale eoliche, turbine che sfruttano l'energia del moto ondoso (energia cinetica), campi di pannelli fotovoltaici, collettori solari e fotovoltaici sui tetti delle abitazioni, tappeti piezoelettrici. Il tutto gestito e reso consapevole agli utenti attraverso le smart grid.

luoghi dell'inclusione sociale -

+ 155


xxx / 0x.x

luoghi della creativitÀ -

+

luoghi delle nuove opportunitÀ 156

+


xxx / 0x.x

i luoghi dell'inclusione sociale I maggiori flussi dell'inclusione sociale sono individuati nei luoghi dove vi sono possibilità di interazione e collaborazione. Un quartiere attivo deve essere inclusivo, aperto e multiculturale, quindi deve gestire la diversità, che è fonte di ricchezza e spessore qualitativo. i luoghi della creativitÀ I flussi della creatività sono individuati nei luoghi in cui prevale l'espressione artistica, come teatri, cinema e piazze per le esibizioni all'aperto, ma anche nei luoghi in cui si necessita delle risorse umane per la buona qualità degli scopi precedenti. i luoghi delle nuove opportunitÀ I flussi delle nuove opportunità si concentrano in quei luoghi dove si necessitano nuove figure professionali per uno sviluppo di qualità degli scopi precedenti i dei luoghi della dematerializzazione I flussi della dematerializzazione si individuano in tutti quei luoghi dove è prevista l-interazione degli utenti, il loro lavoro, la loro espressione artistica, la loro governance. Quindi i luoghi di incontro fisico diventano anche luoghi di incontro virtuale poichè la comunicazione e la coesione può avvenire anche attraverso la rete internet, quidi attraverso il forum.

luoghi della dematerializzazione -

+ 157


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luoghi del progetto "smart" 158

+


xxx / 0x.x

i luoghi del progetto “smart” Il progetto di un quartiere “smart” risulta come la somma di molteplici operazioni che coinvolgono gli utenti a piccola e grande scala in luoghi fisici e virtuali del quartiere stesso. La gestione della complessità di tutti gli elementi è affidata alla piattaforma generativa che si viene a creare. La piattaforma è generativa perchè gestisce processi che a loro volta generano altri processi. Tale sistema può divenire un modello per altre comunità che necessitano una conversione smart del sistema, e può inglobare in se parzialmente o totalmente altri modelli. Il progetto è esportabile il quanto connesso con il resto. I flussi in tutti luoghi del progetto tendono all'infinito perchè ad ogni abitante della terra è data la possibilità di intervenire in maniera passiva o attiva nel processo di sviluppo.

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xxx / 0x.x

Km 0

Km 0

160

Km 0


autonomia alimentare

xxx / 0x.x Tamponamento biotico lungo la ferrovia

Guerrilla Gardening Conversione dei tamponamenti in materiale biotico Corridoi biologici Orti urbani Aumento della biodiversità Uso sostenibile dell’acqua Km 0

Cibo locale Smart Trade

Km 0

Km 0

161 50

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100

200

300

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500 m


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green energy

xxx / 0x.x Energia da pale eoliche

Energia da pannelli fotovoltaici Sensori piezoelettrici Cogenerazione Gestione Smart Grid Raccolta pneumatica dei rifiuti Aumento dei percorsi pedonali MobilitĂ green: Ferrovia Strade carrabili (auto elettriche)

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100

200

300

400

500 m


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inclusione creativitÀ


xxx / 0x.x Spazi artistici aperti e informali

Coesione Partecipazione attiva

Network tra luoghi della cultura

Valorizzazione delle identità

Partecipazione

Valorizzazione del mix interculturale

Mercati liberi ed equi

Aumento del sapere

Attrazione e produzione di creatività

Accesso alle tecnologie dell’informazione

Molteplice geografia dei luoghi

Accesso ai servizi

Flessibilità degli spazi

Miglioramento dei servizi di integrazione culturale

Aumento della qualità di vita

165 50

0

100

200

300

400

500 m


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dematerializzazione opportunitÀ


xxx / 0x.x

Promozione dell’innovazione

Forum

Ricerca scientifica e tecnica

Istruzione informale

Sviluppo equo e responsabile

Connessione

Accesso al lavoro

Internet free

Inserimento al lavoro di gruppi svantaggiati

Schermi interattivi U-Transporto

Uso delle risorse secondo il Decoupling

U-Salute U-Turismo

Start-up U-Sicurezza Cooperazione europea

167 50

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vision 2030 del quartiere


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vision 2030 + preservazione biodiversitĂ

+ orti urbani

+ 35% autonomia alimentare + 60% nuove opportunitĂ + 100% inclusione

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+ energia rinnovabile

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vision 2030 + 60% autonomia energetica

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+ 70% dematerializzazione

+ 100% inclusione

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+ 80% creativitĂ

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vision 2030 + preservazione biodiversitĂ

+ orti urbani

+ 35% autonomia alimentare + 70% dematerializzazione + 100% inclusione

+ 60% nuove opportunitĂ

+ guerrilla gardening

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obiettivi di sviluppo sostenibile rio+20 / 7.1

00

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obiettivi di sviluppo sostenibile rio+20 / 7.1

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verifica 04

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obiettivi di sviluppo sostenibile rio+20 / 7.1

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obiettivi di sviluppo sostenibile rio+20 / 7.1

7.

Obiettivi di

1 Sviluppo Sostenibile Rio +20 Con la Risoluzione RES/64/236 del 23 dicembre 2009, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha stabilito di organizzare nel 2012 la conferenza sullo sviluppo sostenibile (UNCSD), denominata anche Rio+20, in quanto cadeva a 20 anni di distanza dal Vertice della Terra di Rio de Janeiro UNCED del 1992. La conferenza si è svolta dal 20 al 22 giugno 2012 a Rio de Janeiro. Dal 1972 a oggi i governi di tutto il mondo hanno sottoscritto nel corso delle precedenti conferenze delle Nazioni Unite alcune importanti dichiarazioni sullo sviluppo sostenibile: la Dichiarazione di Stoccolma (1972), la Dichiarazione di Rio sull’ambiente e lo sviluppo (1992), la Dichiarazione di Johannesburg (2002), e hanno adottato alcuni importanti documenti programmatici: l’Agenda 21 di Rio de Janeiro (1992) e Il Piano d’azione di Johannesburg (2002). Queste dichiarazioni e questi documenti hanno consentito di tracciare un percorso importante per indirizzare i Governi a definire scelte programmatiche verso la sostenibilità dello sviluppo. A partire dal primo Vertice della Terra del 1992 è stata richiesta la partecipazione di tutti i settori della società perché lo sviluppo sostenibile non può essere raggiunto dai soli governi ma necessita anche la presenza della società civile (Major Groups): “business e industria, bambini e giovani, agricoltori, popolazioni indigene, amministrazioni locali, organizzazioni non-governative, comunità scientifica e tecnologica, donne, lavoratori e sindacati”. A questi gruppi è chiesto di partecipare in modo attivo e di contribuire concretamente al raggiungimento degli obiettivi della conferenza. Secondo quanto previsto dalla Risoluzione 64/236, la Conferenza si è posta l’obiettivo generale di rinnovare l’impegno politico per lo sviluppo sostenibile verificando lo stato di attuazione degli impegni internazionali assunti negli ultimi due decenni. Ha rappresenta una sfida importante che mirava, attraverso uno sforzo congiunto da parte dei governi e della intera società civile, a raggiungere obiettivi comuni e tutelare gli equilibri del pianeta, verso un nuovo assetto per lo sviluppo sostenibile globale e per l’umanità. Gli obiettivi della conferenza sono stati principalmente tre: • Rinnovo dell’impegno allo sviluppo sostenibile. • Valutazione delle lacune. • Riconoscimento delle nuove sfide.

179


obiettivi di sviluppo sostenibile rio+20 / 7.1

Rio+20 ha evidenziato sette settori che richiedono un’ attenzione prioritaria: #1. #2. #3. #4. #5. #6. #7.

180

Green Job, occupazione giovanile e inclusione sociale: Green Energy, efficienza, sostenibilità Sicurezza alimentare e agricoltura sostenibile Acqua Città sostenibili Gestione degli oceani, della pesca e delle altre risorse marine Miglioramento della capacità di recupero e prevenzione delle calamità

#1. Green Job

La crisi economica ha colpito la quantità e la qualità dei posti di lavoro. Il concetto di “green jobs” è il tentativo di affrontare contemporaneamente e sinergicamente i problemi dello sviluppo sostenibile con le questioni del lavoro, dell’energia e dell’ambiente, che richiedono un’azione coordinata, che contribuisca a mantenere o ristabilire e preservare o ripristinare laqualità dell’ambiente.

#2. Green Energy

“L’energia è il filo d’oro che collega la crescita economica, una maggiore equità sociale, e un ambiente che permette al mondo di prosperare” . Sustainable Energy for All è il principale programma che le nazioni unite hanno lanciato e che tramite la conferenza di rio ha avuto un ulteriore slancio. Esso si fonda su tre pilastri. L’accesso all’energia elettrica, l’aumento dell’efficienza delle tecnologie che producono e che utilizzano l’energia, e infine la produzione di energia attraverso fonti rinnovabili e non dannose per l’ambiente, oltre che alla definizione degli obiettivi da raggiungere nel 2050.

#3. cibo

L’obiettivo principale in questo settore è l’accesso universale a cibi nutrienti, prodotti in modo sostenibile, conservando la biodiversità, utilizzando meno acqua, energia, terra e pesticidi, creando così posti di lavoro. A Rio viene fatto tesoro dell’esperienza brasiliana di FOME ZERO. Si auspicano l’intervento e la cooperazione tra gli stati o le regioni affinché vengano trasferiti conoscenze e tecnologie a basso costo alle regioni più in difficoltà.

#4. Acqua

Quasi un miliardo di persone non ha accesso all’acqua potabile e circa tre miliardi non hanno accesso ai servizi sanitari basilari. A Rio si è fatto notare il ritardo rispetto agli obiettivi stabiliti nei precedenti summit, è stato più volte chiesto un più equo utilizzo dell’acqua e delle tecnologie utili per minimizzare i consumi, eliminare le perdite,e gli sprechi massimizzando così i prelievi.

#5. Città

“Le città sono centri di idee, del commercio, della cultura, della scienza, della produttività, lo sviluppo sociale e molto altro ancora. Al loro meglio, le città hanno permesso alle persone di progredire socialmente ed economicamente.” Tutti i problemi sostenibilità, possono essere risolti con il motore primigenio della città stessa. Essere centro di idee. I documenti propedeutici alla discussione qui raccolti, saranno anche da volano per l’attività creativa e progettuale.


obiettivi di sviluppo sostenibile rio+20 / 7.1

#6. oceani

Continui sono i rapporti sullo stato della bio sfera marina e i programmi riguardano la tutela della biodiversità. Attraverso gli studi ambientali per quantificare la perdita di biodiversità, e i successivi programmi di recupero e sviluppo della bio sfera si è potuto fondare la Blu economy, che punta a uno sviluppo attraverso tecnologie biomimetiche, ossia che imitano il comportamento degli organismi naturali.

#7. disastri

Più di metà dell’umanità vive oggi in ambienti urbani, e la crescente concentrazione di popolazione, attività economiche e attività nelle aree urbane aumenta la possibilità di rischio di disastri e di rischio di cambiamenti climatici. Tutti i governi locali devono garantire la continuità di fornitura per i servizi essenziali durante e dopo le crisi.

valutazione del progetto attraverso i settori prioritari di rio+20

AUTONOMIA ALIMENTARE

AUTONOMIA ENERGETICA

#1

#1

#7

#2

#7

#2

+ 35% abitanti #6

#6

#3

#5

#3

#4

#5

#1

#1

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#2

#6

#7

#3

+ 80% abitanti

#2

#6

#3

#4

#5

OPPORTUNITÁ

100% abitanti

#4

DEMATERIALIZZAZIONE #1

#1 #7

#7

#2

#6

#3

#5

#4

INCLUSIONE SOCIALE

CREATIVITÁ

#5

+ 60% abitanti

#4

+ 60% abitanti

#2

+ 70% #6

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#5

#4

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sitografia / 08.1

00

01

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sitografia / 08.1

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sitografia 04

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sitografia / 08.1

sitografia

• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

184

http://www.abb.it/ http://www.agenda21.it http://www.arcipelagomilano.org http://www.ba2015.org http://www.barismartcity.it/ http://www.brooklyngrangefarm.com/ http://nyc.changeby.us/ http://www.chefuturo.it/2012/ http://www.comune.bari.it/ http://www.ceosforcities.org/ http://www.c40cities.org/ http://www.domusweb.it/ http://ec.europa.eu/regional_policy/ http://ec2012.lsecities.net/ http://ecologia.regione.puglia.it http://www.enel.it http://enelgreenpower.liquida.it http://europa.eu/ http://eur-lex.europa.eu/ http://www.guerrillagardening.org/ http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/ http://www.iaac.net/ http://www.ibm.com/


sitografia / 08.1

• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

http://www.improntaecologica.it http://www.smart-cities.eu/ http://ec2012.lsecities.net/ http://www.media.mit.edu/ http://www.nyc.gov/ http://www.kickstarter.com/ http://www.lipu.it http://www.oneplanetliving.org/ http://www.protezionecivile.puglia.it http://www.regione.puglia.it http://www.streetplans.org/ http://www.sit.puglia.it http://www.sei-international.org/ http://www.siemens.com/ http://smartercitieschallenge.org/ http://tacticalurbanismsalon.com/ http://www.unep.org/ http://www.u-tt.com/ http://www.vod.blogsite.org/ http://en.wikipedia.org/ http://wwf.org https://www.wwf.it/

185


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