2010 - 04 LUGLIO

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lutti mo amato i nostri partigiani e le loro tante storie che ci entusiasmavano, ci facevano commuovere e ci “caricavano come schioppi”); hai lottato da donna di politica e di azione, di parole (belle, sconvolgenti, sapienti, azzardate, dignitose, spietate) e di fatti (l’affido, la casa famiglia, i del ricovero che aspettano ancora una tombola automatica, e la tua cooperativa Coopselios...), una donna “contro” ha detto tuo marito, contro tutto quello che a noi, oggi, scivola via come le gocce di pioggia sul cappello dei suonatori di banda. Era lì, la tua Correggio (l’abbiamo sentita tua madre sussurrarti accarezzandoti prima di farti uscire da quella camera ardente satura di sospiri... ti aspettava all’imbocco

del viale di platani, tutti lì, con una rosa rossa in mano, a dirti che sei stata una grande compagna, una grande partigiana, una grande donna di politica, una grande sorella, una grande figlia e una grande moglie, sissignore. E una grande madre. Lo diceva la tua bambina, bellissima, composta anche nel suo pianto aggrappato alla nonna. E la tua Correggio è stata lì fino in fondo, a vederti calare “intla tèra mòia” con le funi eh, mica col muletto, e te l’ha cantato “oh bella ciao”, lì, mentre ti coprivano con quella terraccia bassa di fiume, e la tua bimba batteva le mani Bella, sì, grandissima strafiga, come sempre. C’è chi si è ricordato di lasciarti un lip gloss Lancome un secondo prima che tu

fossi coperta di terra e di addio. Noi, le tue amiche, le tue compagne, svuotate dal dolore, chi piange, chi bestemmia, chi non riesce più a parlare ma comincia ad osservare tutto perché poi te lo deve raccontare, chi sorride e dentro quel sorriso c’è tutto il tuo ricordo che adesso fa così male, ma che non ci lasceremo mai scivolare via; perché insieme abbiamo lottato, sperato, abbiamo esultato e poi pianto, abbiamo resistito, e insieme, sempre insieme, continueremo a farlo. E vorrei che quei nostri pensieri / quelle nostre speranze di allora / rivivessero in quel che tu speri / o ragazza color dell’aurora”... Le amiche e le colleghe Coopselios

“Pistelli” di Santa Croce. Ma Bruna non è stata solo questo, ma è anche stata una grande sostenitrice dell’associazionismo democratico e di tutte le associazioni e delle iniziative in difesa delle lavoratrici, dei lavoratori, dei più deboli e dei più bisognosi. La Redazione del Notiziario esprime le più fraterne condoglianze all’amico Bruno e ai suoi familiari.

alla sua partecipazione alla Resistenza come partigiano garibaldino in provincia di Parma. Documentazione che aveva ritenuto prudente, in precedenza, non inserire nel suo fascicolo personale. L’essere stato partigiano, e per di più nelle Brigate Garibaldi, non era un credito apprezzabile per le autorità competenti negli anni di Scelba e di Tambroni. Ma di mezzo c’era stato il Sessantotto, con tutto ciò che aveva significato in termini di cambiamenti di mentalità all’interno dei cosiddetti “corpi separati” dello Stato. Cambiamenti che avevano reso politicamente corretto, in polizia, anche l’essere stato partigiano garibaldino. Dalla documentazione presente negli archivi dell’Istituto storico Resistenza di Parma risulta che Saviano fu partigiano nella 78a Brigata SAP pianura fino al gennaio 1945. In seguito ai pesante rastrellamenti nazifascisti in pianura, la Brigata si trasferì sull’Appennino, zona sponda sinistra dell’Enza, con la denominazione di 178a Brigata SAP montagna. Saviano vi ebbe il ruolo di comandante di distaccamento. Dopo le esequie celebrate nella chiesa di San Pietro, qui a Reggio, Saviano è stato inumato nel cimitero della Villetta, in quella Parma dove era stato studente universitario e dove si era laureato in Legge nei primi anni del dopoguerra.. Alle figlie Maurizia e Patrizia, colpite anche dalla dolorosa scomparsa della madre, Romilda Lusetti, avvenuta un settimana dopo quella del marito, in seguito alle gravi ferite riportate nell’incidente, le condoglianze dell’ANPI e della nostra redazione (a.z.).

In ricordo di Giovanni Saviano

vicequestore ed ex partigiano

LUIGIA BRUNA MAMMI in Menozzi 25/06/1929-22/04/2010

Il 22 aprile scorso è scomparsa Bruna Mammi, moglie del “nostro” Bruno Menozzi. Bruna proveniva da una famiglia di contadini, da sempre democratica e antifascista, e nella memoria aveva sempre vividamente impressi gli episodi di violenza di fascisti e tedeschi commessi a Villa Sesso (RE), dove risiedeva. Avvenimenti che lei, giovanissima, aveva vissuto e che, in alcuni casi, avevano riguardato anche parenti stretti. Bruna era presente assiduamente alle commemorazioni e alle altre iniziative organizzate sia in provincia sia altrove, anche in altre regioni, fino a quando le condizioni di salute glielo hanno permesso. Non solo partecipava però, ma contribuiva personalmente ad organizzarle, coinvolgendo i compagni e le compagne della zona del

44 giugno-luglio 2010

notiziario anpi

Il 28 maggio u.s. è deceduto, in seguito a incidente stradale (nel quale è rimasta gravemente ferita anche la moglie) alla periferia della nostra città, il dott. Giovanni Saviano, classe 1925, che fu capo della squadra mobile della Questura di Reggio dal 1°giugno 1960 al 1974. Successivamente, nominato vice questore, fu in servizio nel veneto fino alla pensione, quando tornò a vivere a Reggio, in Via Alai. Un delle sue due figlie, come si è letto sulla stampa locale, ha dichiarato che il dott. Saviano amava ricordare che nessuno dei suoi uomini partecipò alle sparatorie che il 7 luglio 1960 provocarono la morte di cinque reggiani e il ferimento di decine di altri manifestanti contro il governo Tambroni. Negli ultimi tempi della sua permanenza in servizio a Reggio – sono passati quasi quarant’anni ma ne ho un vivo ricordo -, ebbe occasione di dirmi che, accingendosi a ricostruire l’intera sua carriera a fini della futura pensione, stava recuperando la documentazione relativa


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