Fuorifuoco si sviluppa a partire dalla correlazione tra fotografia e realtà, dall’idea che nella percezione della realtà esista una profondità di campo, e dunque un fuorifuoco, come nella composizione fotografica.
Ciò che esce dal contorno o il cui contorno è confuso, in una fotografia o in un film, viene qui evidenziato per far nascere un dubbio, far vedere che una storia diversa è possibile. Fuorifuoco mette in luce il nascosto, mostra ciò che non siamo soliti vedere, riguarda l’escluso, il dietro le quinte del mondo, l’invisibile. Diventa quindi nuovamente essenziale l’atto del guardare, inteso come riconoscimento, per riuscire a superare quell’insostenibile profondità di campo che confina l’attenzione su un solo piano.
L’analisi si compone anche di una parte di video intervista che racconta con rispetto e profonda empatia la storia di un individuo, simbolo di molti altri fuorifuoco e indaga le relazioni sociali e intime tra gli invisibili abitanti di una città fantasma.