2001-1 Oratorio di Anghiari

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sa, nel mondo contemporaneo. Non dobbiamo dimenticare che il Giubileo del Duemila non si è svolto solo a Roma intorno al papa, ma anche in tutte le chiese diocesane intorno ai vescovi e ai parroci. Chi potrà conoscere la storia intima e segreta di tante anime in tutto il mondo che hanno ritrovato o intensificato in Cristo e nei suoi sacramenti, la grazia e la pace dei cuori? Solo il Signore, che scruta le menti ed i cuori, conosce i frutti di conversione e di progresso spirituale operati dal Grande Giubileo. Abbiamo iniziato queste personali riflessioni giubilari con l’immagine di una porta “aperta” per terminarle con quella meno stimolante di una porta “chiusa” che può rappresentare quella del nostro cuore che troppo spesso rimane chiuso o socchiuso all’amore di Dio e dei fratelli più bisognosi. Questa porta che si è chiusa deve essere uno stimolo a decidere in tempo la nostra conversione, considerata la precarietà e la brevità della nostra esistenza. Presto, Cristo-Sposo verrà per chiudere definitivamente la Porta dell’eterno Convito. Ma non perdiamo la speranza, se almeno nell’ultimo istante della vita faremo in tempo a bussare a quella Porta, ci sarà aperto, perché possiamo entrare e cenare con Cristo Glorioso e tutti gli eletti alla divina mensa del Regno dei Cieli.

La vignetta: L'obbedienza è il primo dovere del marito!

In una chiesa di Innsbruck

IN MEDIO CIVITATIS ECCLESIA ILLIBATA Una Chiesa pura in mezzo alla comunità

Un anno è passato Quando al cimitero trovo la tomba del mio tesoro in un tripudio di colori, di fiori e di ninnoli lasciati per lo più da ignote mani amiche, mi sento un po’ consolata da tanta partecipazione al mio soffrire. Spesso le stesse piccole cose lasciate a Roberto sono anche accanto a Stefano: sembrano rappresentare così la loro amicizia che continua attraverso gli amici comuni e così li posso pensare insieme. Fino ad ora non avevo avuto la forza, o il pensiero, di approfittare di un po’ di spazio sull’ “Oratorio”, per ringraziare tutti coloro che continuano a ricordare con rimpianto il “Pocchio”, ma penso che, in occasione delle feste natalizie mi sia forse venuta proprio da lui l’ispirazione a ricorrere a questo simpatico giornale per esprimere al paese tutto, la mia gratitudine. Voglio però in primo luogo ringraziare, e non mi stancherò mai di farlo, quelle persone che hanno avuto sempre il coraggio di schierarsi dalla parte di Roberto, anche quando era in vita, come Gianfranco e Fernando. Ringrazio anche chi ha scritto la poesia “Uomo e donna li creò” perché ha saputo esprimere in chiare, semplici e sentite parole un concetto profondo e sublime interpretando e traducendo così l’angoscia di tanti genitori stravolti dalla disperazione. E grazie poi a tutti quei giovani che lasciano commoventi biglietti. Il vento e la pioggia hanno sempre pensato poi a spazzarli via o a cancellarne le scritte. Ne ho salvati due. Non conosco gli autori ma so che dovevano apprezzare e amare Roberto e io li abbraccio con tanta riconoscenza, come abbraccio tutti quelli che hanno voluto e vogliono ancora bene e non dimenticano il mio passero. La mamma “Sei sempre nei miei pensieri” Sara (Arezzo)

“Caro Roby, perdonami, il mio non capire o non voler capire la tua sofferenza, i nostri incontri brevi non potevano farmi supporre questa tua sofferenza, questo mondo corre troppo, noi corriamo troppo e non ci accorgiamo delle persone che ci stanno intorno, e nel tuo caso soffrono. Perdonami caro Roby. Avrei voluto essere tuo amico, perché eri una persona d’oro, buona, gentile, e simpatica. Averti perso così mi fa star male, non ti dimenticherò mai. Massimo

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