ANGAISA
INFORMA 1 | 15 giugno 2020
Notizie e informazioni per le aziende del settore ITS
Consumi sul territorio Stime variazione % reale 2020/2019 Alimentari bevande tabacchi +3,6% Elettrodomestici/mobili/manutenzione casa -8,5% Abbigliamento/calzature -9,3% Servizi culturali, libri e giornali -26,5% Alberghi e ristoranti -37% Totale consumi famiglie -8% Ufficio Studi Confcommercio – 30 aprile 2020
L’appunto Negli ultimi cinque anni sono cresciute di 10mila unità le imprese che vendono sul web, a fronte di un calo di quasi 45mila operatori dell’intero comparto del commercio al dettaglio. A puntare sul negozio online sono stati soprattutto gli imprenditori del Sud, forse per ovviare alla carenza di infrastrutture. Infatti se la Lombardia si distingue per il numero più elevato di imprese che vendono su internet (4.406), tra il 2015 e il 2020 Campania e Basilicata si posizionano al top per i ritmi di crescita rispetto al resto d’Italia (+25,4% contro +14,5% medio annuo). Un segno del cambiamento delle abitudini di consumo che, soprattutto in epoca di coronavirus, permette agli imprenditori che commerciano sulla “rete” di potere contare su una marcia in più. Fonte: Unioncamere / Infocamere
Associazione Nazionale Commercianti Articoli Idrosanitari, Climatizzazione Pavimenti, Rivestimenti ed Arredobagno Via G. Pellizza da Volpedo, 8 20149 Milano Tel.: 02-43990459 | Telefax: 02-48591622 www.angaisa.it | info@angaisa.it
Emergenza Covid-19: le conseguenze economiche del lockdown, le attese e le paure Nei giorni scorsi l’Ufficio Studi Confcommercio ha diffuso i dati relativi alle stime dell’impatto economico dell’emergenza Covid-19. Il completo lockdown di aprile ha avuto conseguenze che il sistema economico italiano non ha mai sperimentato dopo la seconda guerra mondiale. Infatti, dopo la flessione del 30,1% di marzo, nel mese scorso i consumi sono crollati, rispetto ad aprile 2019, del 47,6%. Pochissimi i segmenti che sono riusciti a registrare un segno positivo (alimentazione domestica, comunicazioni ed energia), per molti altri, invece, soprattutto quelli legati alle attività complementari alla fruizione del tempo libero, la domanda è stata praticamente nulla. Cifre quasi inverosimili che, purtroppo, testimoniano gli effetti derivanti dalla sospensione, non solo di gran parte delle attività produttive, ma anche di quelle sociali e relazionali dirette. E la ripartenza, iniziata già dopo Pasqua e in via di rafforzamento nella prima settimana di maggio, come risulta sia dai consumi giornalieri di energia elettrica che dalle percorrenze dei veicoli leggeri, si presenta ancora densa di difficoltà. La questione più grave è la concentrazione delle perdite su pochi importanti settori, come il turismo e l’intrattenimento, che sono anche quelli più soggetti a forme di distanziamento e rigidi protocolli di sicurezza, ma anche la mobilità e l’abbigliamento. Pertanto, la fine del lockdown non sarà uguale per tutti. Ma soprattutto, dopo la riapertura si avvertiranno anche dolorosi effetti su reddito e ricchezza che si protrarranno ben oltre l’anno in corso. Anche per queste ragioni, il rimbalzo congiunturale del 10,5% del Pil, stimato per il mese di maggio, appare
modesto se confrontato alle cadute di marzo ed aprile e, nel confronto annuo, la riduzione è ancora del 16%. Non basteranno gli ulteriori recuperi di attività attesi da giugno in poi per cambiare significativamente la rappresentazione statistica di una realtà fragile e profondamente deteriorata. Una realtà in cui l’eccesso di burocrazia, male endemico di cui soffre il nostro Paese, ha presentato il suo conto anche durante la pandemia e nella quale anche l’efficacia dei provvedimenti messi in cantiere dalle autorità nazionali e internazionali rimane un’ulteriore incognita. A causa della crisi sanitaria e del conseguente lockdown il 42,3% delle famiglie ha visto ridursi l’attività lavorativa e il reddito, il 25,8% ha dovuto sospendere del tutto l’attività e il 23,4% è finito in Cig. Sono alcuni dei dati più significativi contenuti nell’outlook Italia 2020 Confcommercio-Censis su fiducia, consumi e impatto del Covid-19. Dallo studio emerge inoltre che quasi sei famiglie su dieci temono di perdere il posto di lavoro e che resta molto ampia la fascia di chi, dopo la riapertura del Paese, guarda al futuro con pessimismo: il 52,8% vede “nero” per la propria famiglia, percentuale che sale al 67,5% con riferimento alle prospettive del Paese. Quanto ai consumi, il 23% ha dovuto rinunciare definitivamente all’acquisto di beni durevoli (mobili, elettrodomestici, auto) già programmati e il 48% a qualunque forma di vacanza (week end, ponti, Pasqua, vacanze estive). A quest’ultimo proposito, oltre la metà delle famiglie non ha programmato nulla e circa il 30% rimarrà a casa non avendo disponibilità economica (percentuale che sale al 57% per i livelli socio economici bassi).
ANGAISA Informa del 1 giugno 2020
1