Scopri la tua Fiaba nel Quotidiano

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Fiabe per un mese Nives Fedrigotti

Proprio tutte fiabe non sono queste trenta scritture tematiche di vari autori, frutti creativi del recente concorso letterario indetto da ANFFAS “Scopri la tua fiaba nel quotidiano”. Non solo di fiabe si tratta, ma anche di raccontini, poesie, pensieri autobiografici, dialoghi con l'altro: piccole storie di vita che in forme espressive alterne esplorano il valore delle diversità e, insieme, della solidarietà e dell'affettività. E comunque c'è sempre una fiaba alla radice di ogni racconto. Già nella fiaba primeva c'è la concezione e la descrizione del mondo, della sua creazione, dell'uomo e della donna in esso, con il cosmo, con le piante, con gli animali, con le cose e con il loro nome. Appunto “Il pesce senza nome” è il titolo della prima fiaba di questa raccolta. È la storia di un pesciolino anonimo e grigio che, malgrado il tradizionale inizio “c'era una volta”, si colloca nel quotidiano dove si confrontano due mondi attuali e diversi: uno artificiale, un acquario brulicante di pesci coloratissimi, qui mirabilmente illustrati da una mano infantile fortemente espressiva; una casa moderna, l'altro, abitata dai proprietari dell'acquario, una famigliola come tante, composta da padre, madre, bambini, zia, tutti quanti indaffarati e frastornati, come oggi accade. Questa fiaba arguta, di carattere educativo e comunicativo, come molte di questa raccolta, può servire da guida etica per la vita reale, muovendosi verso il riconoscimento della contiguità tra i due nomi, fra la specie umana e quella animale; un legame che nasce dall'appartenenza a una casa comune, la Terra. Nella prefazione alle “Fiabe Italiane” Italo Calvino (Einaudi, 1956) scrive: “Le fiabe sono vere. Sono prese tutte insieme, nella loro sempre ripetuta e sempre varia casistica di vicende umane, una spiegazione generale della vita, nata in tempi remoti e serbata nel lento ruminio delle coscienze contadine fino a noi: sono il catalogo dei destini che possono darsi a un uomo e a una donna, soprattutto per la parte di vita che appunto è il farsi di un destino: la giovinezza, dalla nascita che sovente porta in sé un auspicio o una condanna al distacco dalla casa, alle prove per diventare adulto e poi maturo, per confermarsi come essere umano”. E in questo sommario disegno, tutto: la drastica divisione dei viventi in re e poveri, ma la loro parità sostanziale; la persecuzione dell'innocente e il suo riscatto come termini di una dialettica interna ad ogni via; l'amore incontrato prima di conoscerlo e poi subito sofferto come bene perduto; la comune sorte di soggiacere a incantesimi, cioè d'essere determinato da forze complesse e sconosciute, e lo sforzo per

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