Brochure Fondazione Bambini in Emergenza

Il Nostro Viaggio, la Loro Speranza

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Chi siamo La Fondazione Bambini in Emergenza nasce alla fine degli anni ‘90, per volontà e con l’impegno del giornalista e conduttore televisivo Mino Damato, per soccorrere i minori in difficoltà.

Presente in prima linea sul campo, in territori aspri ed ostili, lotta contro l’emarginazione e la deprivazione affettiva, cognitiva e relazionale dei bambini abbandonati, per restituire loro il diritto ad una vita dignitosa e l’opportunità di viverla al meglio.

La Fondazione ha sede legale a Roma.

Presidente del Consiglio di Amministrazione, direttore esecutivo e responsabile scientifico dei progetti è Silvia Saini Damato, moglie di Mino Damato, al suo fianco, per oltre quindici anni, nella direzione e nel coordinamento degli interventi di solidarietà.

Membri del Consiglio i figli di lui, Gian Paolo e Donatella Damato.

Presidente Onorario è il Prof. Mauro Ferrari, Presidente e CEO del ‘Methodist Hospital Research Institute’ di Houston (Texas, U.S.A.), scienziato italiano impegnato, principalmente, nella ricerca sulle nanotecnologie e nel campo della bioingegneria applicata in medicina.

Da vent’anni Bambini in Emergenza è presente ed operativa anche in Romania, mediante il corrispondente ente di diritto locale (la Fundatia Bambini in Emergenza), al quale è affidata la gestione del Centro Pilota Andreea Damato per l’accoglienza, la cura e l’ospitalità dei minori abbandonati.

Gli interventi in favore dell’infanzia in difficoltà vengono interamente finanziati da contributi liberali di soggetti privati, persone fisiche e giuridiche, e supportati dall’amichevole partecipazione di amici (dentisti, otorini, pediatri, infettivologi, fisioterapisti, professori e studenti dell’Accademia dei Belle Arti di Firenze, artigiani, avvocati, notai, trasportatori, etc.) che, ciascuno dei quali, secondo possibilità, mette a disposizione, gratuitamente, la propria professionalità ed il proprio tempo per portare un aiuto concreto ai bambini in emergenza.

Cosa facciamo In particolare in Romania, Bambini in Emergenza interviene in favore del minore che, per povertà, incuria e/o malattia, sia stato abbandonato e dunque privato, spesso fin dalla nascita, dei propri diritti inviolabili (cura, affetto, istruzione, gioco, etc.) a partire da quello primario, naturale ed essenziale: il diritto di essere figlio e di avere, accanto a sé, una mamma ‘famiglia’ per essere protetto, amato e aiutato a crescere. L’intervento di Bambini in Emergenza in questo caso è dunque finalizzato alla rimozione, o comunque al contenimento, degli effetti che il trauma dell’abbandono ha determinato sulle capacità psico-motorie ed intellettive del bambino che è stato lasciato solo e di regalargli, se possibile, una nuova famiglia con cui crescere e attraverso la quale inserirsi nella società.

Aiutando il bambino emarginato, Bambini in Emergenza si prende cura anche dell’uomo di domani e partecipa così, attivamente, alla costruzione di una collettività sana e di un mondo migliore.

Affrontando direttamente sul campo situazioni di sofferenza e di disagio, Bambini in Emergenza inoltre testimonia, documenta e denuncia il dramma che colpisce collettività di minori, facendosi strumento di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, dei media e dei giovani su temi quali l’integrazione, la cooperazione, la solidarietà e di pressione sulla Pubblica Autorità, affinché intervenga in soccorso dei minori in caso di maltrattamenti, trascuratezza, violenza e abuso.

“Scopo principale della Fondazione è la cura e l’assistenza dei bambini che vivono in condizioni disagiate e/o di emergenza, in Italia ed in ogni parte del mondo, la tutela dei loro diritti, la prevenzione dell’abbandono, il loro recupero per il reinserimento sociale” (rif. art. 2 Statuto)

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Come lo facciamo L’esperienza ventennale maturata sul campo, accanto ai bambini in difficoltà, ha consentito a Bambini in Emergenza di elaborare e di consolidare nel tempo, un modus operandi di successo, grazie al quale la Fondazione è riuscita a raggiungere risultati significativi sia in termini di vite salvate, che di rinascita alla vita dei bambini soccorsi. Tre i dogmi su cui si fonda l’azione:

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Fare bene e farlo rapidamente

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Fare bene e farlo bello

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Piccoli numeri, per grandi risultati

L’intervento di Bambini in Emergenza è rapido, affinché all’emergenza affrontata sia offerta una soluzione tempestiva; l’inerte passare del tempo può segnare profondamente il destino di un bambino e la sua possibilità di affrancamento da una situazione di disagio, rappresentando poi, nelle situazioni limite, il fattore discriminante tra la sua sopravvivenza e la morte.

La rapidità non deve però andare a scapito del risultato: ogni azione è studiata per risultare efficace, ovvero risolutiva della specifica problematica, anche in un’ottica di lungo periodo e di autonoma sostenibilità, ed efficiente, in quanto volta ad ottenere la migliore combinazione tra mezzi impiegati e obiettivi conseguiti.

Nella convinzione che la bellezza sia curativa e che ogni bambino abbia diritto al meglio, viene prestata massima attenzione alla cura dell’ambiente: gli spazi realizzati per i piccoli sono colorati, gioiosi e confortevoli, arricchiti di immagini, illustrazioni, disegni, che insegnano ad amare ciò che è bello e a sentirsi parte di questa bellezza; i beni che vengono acquistati per loro sono di qualità e gradevoli, affinché l’armonia delle cose possa partecipare al processo di recupero delle loro capacità fisiche ed intellettive, alleviare la sofferenza e donare speranza.

Da sempre Bambini in Emergenza si occupa, per scelta, di numeri contenuti, in termini di bambini assistiti, curati, accolti, al fine di garantire la qualità del proprio intervento. In ogni iniziativa umanitaria avviata, Bambini in Emergenza assicura inoltre il contatto diretto ed immediato con/tra tutti i soggetti coinvolti, a diverso titolo (i destinatari degli aiuti, i donatori, i volontari, i responsabili delle altre organizzazioni che si sostengono, etc.), garantendo il successo e la rapidità d’azione, oltre al corretto e trasparente utilizzo delle risorse di volta in volta raccolte ed impiegate ed al monitoraggio costante dell’esito degli interventi.

Dove interveniamo Il Viaggio di speranza dell’Arca di Bambini in Emergenza è iniziato in Romania, per soccorrere oltre cento bambini sieropositivi e malati di AIDS abbandonati nell’ospedale lager della capitale (Victor Babes, Bucarest, 1997). Affrontata questa prima esperienza con successi straordinari questa prima emergenza, il Viaggio dell’Arca è andato avanti e si è esteso anche geograficamente.

In vent’anni di attività sono state percorse molte rotte, sono saliti a bordo migliaia di bambini in difficoltà e per ciascuno di loro è stata cercata la migliore soluzione per un tangibile miglioramento delle condizioni di vita.

Bambini in Emergenza ha aiutato l’infanzia disagiata in:

Sud America ∞∞ Sostegno ai bambini del dipartimento di La Guajira, Colombia, per la loro alimentazione e istruzione.

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EUROPA

Africa

ITALIA

ROMANIA

REP. DEM. DEL CONGO

∞∞ Ristrutturazioni di reparti e di aree di gioco e di attesa ospedalieri; del reparto di oncologia pediatrica del Policlinico Umberto I; degli ambulatori e degli uffici dell’Ospedale San Gallicano di Roma; della sala d’attesa del reparto di otorinolaringoiatria dell’Ospedale di Monselice e della sala d’attesa della cardiochirurgia e della terapia intensiva dell’Ospedale San Bartolo di Vicenza. ∞∞ Acquisto di mobili e di arredi per la scuola paritaria per l’infanzia ‘F. Budri’ di Mortizzuolo di Mirandola (Modena), distrutta dal sisma del 2012. ∞∞ Organizzazione e sostenimento delle spese per gli interventi chirurgici di minori affetti da patologie e malformazioni. ∞∞ Acquisto di attrezzature sanitarie per bambini disabili. ∞∞ Costituzione e coordinamento di un gruppo di acquisto solidale per l’approvvigionamento di prodotti per l’infanzia. ∞∞ Sostegno finanziario ad iniziative di organizzazioni non profit impegnate sul territorio in favore dei bambini in difficoltà. ∞∞ Istituzione del ‘Premio Mino Damato’, per sostenere la ricerca medico-scientifica.

∞∞ Ristrutturazioni dei due padiglioni pediatrici dell’Ospedale ‘Victor Babes’ di Bucarest. ∞∞ Realizzazione e gestione del ‘Centro Pilota Andreea Damato’, per l’accoglienza e la cura dei minori abbandonati e/o malati. ∞∞ Istituzione della prima ‘Ambasciata dei Bambini’, per la difesa dei diritti inviolabili dei minori. ∞∞ Fondazione della ‘Casa dello studente’, per garantire il diritto allo studio ai bambini del Centro Pilota, divenuti adolescenti e poi ragazzi. ∞∞ Realizzazione del progetto ‘Ritorno a casa’, per il reinserimento nella famiglia di origine dei bambini ospitati nel Centro Pilota. ∞∞ Organizzazione delle vacanze estive in Italia per i bambini del Centro Pilota. ∞∞ Avvio del progetto ‘Una mamma anche per me’, per l’affido famigliare dei bambini del Centro Pilota.

∞∞ Lotta alla malnutrizione nella Diocesi di Luebo. ∞∞ Approvvigionamento di farmaci, macchinari e materiale sanitario in favore dell’Ospedale Pediatrico di Kimbondo. ∞∞ Partecipazione al sostenimento del costo del personale dell’Ospedale Pediatrico di Kimbondo. ∞∞ Contributo per il sostenimento delle spese di gestione di ‘Casa Patrick’, che all’interno dell’Ospedale di Kimbondo accoglie i bambini con gravi disabilità fisiche e/o mentali.

KENYA ∞∞ Partecipazione alla costruzione del Villaggio di Nyumbani, per l’accoglienza, la cura e la formazione degli orfani malati di AIDS. ∞∞ Costruzione di un padiglione pediatrico del North Kinangop Catholic Hospital. ∞∞ Ristrutturazione di due aule scolastiche della Ol’Kalou Disabled Children’s Home.

UGANDA ∞∞ Acquisto di letti di degenza per l’Ospedale di Urussi.

BURUNDI ∞∞ Acquisto di mobili e arredi per il Gasorwe Orphanage Center.

Il nostro SISTEMA di intervento Il principale progetto operativo in favore dell’infanzia in difficoltà in cui Bambini in Emergenza è impegnata da più di vent’anni, senza soluzione di continuità, è in Romania. Qui, la Protezione dei Minori affida a Bambini in Emergenza che poi provvede a reinserirli in società (da cui sono stati esclusi in seguito all’abbandono) attraverso Mamme e Papà speciali disposti ad accoglierli nella propria famiglia.

La metodologia che sottintende a questa operatività prende il nome di ‘’Sistema Bambini in Emergenza’’: il Sistema è unico nel suo genere, di grande impatto sociale e replicabile in contesti che presentino la medesima emergenza (abbandono minorile). Il Sistema Bambini in Emergenza si articola in fasi concatenate e imprescindibili le une dalle altre, finalizzate all’obiettivo ultimo del rientro del bambino in società, ovvero:

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Segnalazione

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Accoglienza

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Normalizzazione

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Inserimento

La Protezione dei Minori segnala a Bambini in Emergenza un caso di abbandono. In genere, il bambino ha pochi mesi di vita ed è stato lasciato in ospedale dalla madre dopo la nascita

Bambini in Emergenza accoglie il bambino nel Centro Pilota Andreea Damato di Singureni

All’interno del Centro Pilota il bambino viene ‘normalizzato’ ovvero, opportunamente seguito da un equipe di professionisti, viene aiutato a recuperare i traumi conseguenti all’abbandono

Ultimato il percorso di recupero, il bambino viene inserito in una nuova famiglia affidataria e con essa re-introdotto nella società

Il Sistema ha un significativo impatto sociale essendo in grado di cambiare il destino del bambino abbandonato. Esso è tanto più efficace quanto prima venga attivato, ovvero quanto più breve sia la permanenza del minore in ospedale, quanto prima venga inserito nel Centro, avviato alla normalizzazione ed affidato ad una famiglia.

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Il Centro Pilota Andreea Damato Il Centro Pilota nasce nel 1997. Caduto il regime dittatoriale di Ceausescu, la stampa internazionale entra in Romania e trova un Paese provato e alla deriva. Denuncia, tra gli altri drammi, quello dell’abbandono di centinaia di migliaia di bambini; tra questi, decine di migliaia infettati colpevolmente con il virus dell’HIV. Mino Damato, il fondatore di Bambini in Emergenza, decide coraggiosamente di intervenire, per portare loro un aiuto concreto. Dopo aver ristrutturato i due padiglioni pediatrici dell’Ospedale Victor Babes di Bucarest, Casa Doru e Casa Andreea, dove erano ricoverati in condizioni disumane un centinaio di bambini in stadio di AIDS conclamato, realizza un intero centro residenziale di accoglienza e cura, il Centro Pilota Andreea Damato onde evitare il rientro dei bambini negli orfanotrofi lager di provenienza, una volta che fossero stati dimessi dall’ospedale.

L’eccellenza del Centro Pilota Nei suoi vent’anni di attività, il Centro Pilota ha saputo adattarsi alle mutevoli condizioni del contesto in cui è inserito, dando una risposta concreta alle contingenti emergenze che negli anni hanno colpito l’infanzia romena.

Nato come polo residenziale e di cura per minori abbandonati sieropositivi e malati di AIDS, l’assistenza è stata poi estesa ai piccoli nati da madri HIV+/ AIDS e, successivamente, anche a bambini abbandonati non malati.

A tutt’oggi, è una delle due strutture private autorizzate, su tutto il territorio rumeno, ad accogliere e ad assistere bambini sieropositivi abbandonati.

Il Centro Pilota collabora con le autorità locali (Protezione dei Minori, municipalità, ispettorati) e nazionali (Ministero del Lavoro, della Famiglia e della Protezione Sociale, Ministero dell’Educazione, Ambasciata d’Italia), con gli ospedali della capitale (Victor Babes e Matei Bals) e con le altre organizzazioni umanitarie presenti sul territorio.

Il Centro Pilota è costituito da case famiglia che ospitano bambini di età compresa tra zero e sedici anni (ogni casa può accogliere dai sei agli otto bambini), un polo operativo di raccordo e di coordinamento delle attività, una Chiesa di legno, un laboratorio di stomatologia, due serre, un ampio orto, un meleto con 1400 piante e 30 arnie.

Nel Centro ogni dettaglio è curato con attenzione, affinché anche l’ambiente possa essere di conforto, di aiuto e di stimolo ai piccoli ospiti, per il recupero delle loro capacità psico-fisiche ed affettive, fortemente compromesse dallo stato di deprivazione sperimentato con l’abbandono (avvenuto, nella maggior parte dei casi, alla nascita). Anche al bello - dei colori, dei disegni, dell’armonia delle forme - voluto in ogni ambiente del Centro Pilota, è affidato il compito di curare e di restituire ai bambini la capacità e la gioia di ammirare, di fantasticare, di scoprire e di recuperare la perduta fiducia nel mondo esterno ed in se stessi.

Per l’accoglienza, la cura e l’assistenza dei bambini ospitati, il Centro Pilota si avvale di: • una delegazione di Suore Francescane Missionarie di Assisi, che dal 1999 collaborano con Bambini in Emergenza (ognuna delle quali è referente di una casa); • personale (locale, dei vicini villaggi) addetto alle mansioni domestiche ed alla manutenzione, alla logistica ed all’approvvigionamento del Centro; • personale altamente qualificato (assistenti sociali, psicologi, psicoterapeuti, infermieri, educatori), provenienti dalle vicine città di Giurgiu e di Bucarest; • gruppi di volontari italiani che raggiungono il Centro per effettuare visite mediche specialistiche ai bambini e per la manutenzione straordinaria delle strutture.

Ai piccoli ospiti del Centro Pilota viene garantito il meglio, in ogni ambito, affinché possano non solo recuperare lo ‘svantaggio’ di essere stati abbandonati, ma addirittura acquisire un quid pluris che consentirà loro un reinserimento, di successo, nella società.

Le cure medico-sanitarie La maggior parte dei bambini del Centro è nata da madre sieropositiva. Molti di loro sono stati abbandonati subito dopo la nascita, nei reparti di maternità.

Fino al compimento del diciottesimo mese di età (quando si chiarirà se il minore sia stato, o meno, infettato dal virus dell’HIV), il bambino: • è costantemente monitorato da personale medico specializzato, del miglior ospedale universitario di malattie infettive della capitale, mediante accurati esami (ematici) e visite (ecografie addominali, controlli cardiaci, dermatologici, ortopedici, etc.); • assume una terapia antiretrovirale, scelta tra le possibili di ultima generazione.

Successivamente, solo in caso di diagnosi negativa, i controlli medici proseguono con cadenza annuale, anziché trimestrale.

A garanzia della qualità delle cure ricevute, i bambini possono altresì contare su una supervisione medica esterna costante da parte di uno staff di infettivologi dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.

Nel Centro Pilota sono presenti inoltre due infermieri, che assicurano un intervento immediato h24 in caso di necessità.

L’educazione e la formazione Per favorire lo sviluppo cognitivo del bambino, consentendogli una crescita equilibrata e massimizzandone le proprie e personali capacità di apprendimento, nel Centro Pilota è stato adottato il metodo Montessori.

Quest’ultimo, conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo perché in grado di accrescere l’autonomia, l’autostima e la sicurezza del bambino - elementi essenziali per colmare il vuoto generato dall’abbandono - è stato introdotto sia in ambito residenziale, che didattico (con un nido interno al Centro Pilota). Le case famiglia, ampie, colorate ed accoglienti, sono arredate e preparate con il materiale di gioco/lavoro ispirato e suggerito dalla filosofia Montessori, per offrire ai bambini l’ambiente e gli strumenti più adatti per la loro crescita, per il potenziamento delle abilità manuali e delle capacità cognitive e sensoriali.

All’interno del Centro Pilota un nido Montessori per i bambini dall’anno e mezzo ai tre anni, con una educatrice Montessori ed una sua assistente, assicura un avvio al metodo già in tenera età. Il nido è anche aziendale, accessibile ai figli dei dipendenti.

L’assistenza psicologica La maggior parte dei bambini che vengono ospitati nel Centro Pilota sono stati abbandonati alla nascita, spesso direttamente in ospedale, nel reparto di maternità, dove rimangono in genere per 6-12 mesi in attesa che dai servizi sociali statali (Protezione dei Minori) venga data loro un’altra ‘destinazione’.

Il Centro accoglie anche bambini allontanati coattivamente dalla famiglia, perché vittime di violenza, o rifiutati dalle famiglie di origine, perché affetti da patologie fisiche e/o psichiche.

Ogni bambino del Centro porta con sé un ‘bagaglio’ pesantissimo, che solo alcuni riusciranno ad alleggerire e, forse, a lasciare nel tempo.

I bambini del Centro sono seguiti dalle psicoterapeute di Bambini in Emergenza, che grazie ad un’esperienza ventennale nel campo dell’abbandono minorile, sono in grado di monitorare e di intervenire, con sedute/incontri, ogni volta lo reputi necessario.

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Il Centro Pilota per la comunità locale Nonostante l’integrazione del Centro Pilota nel territorio in cui è inserito e nel quale opera sia stata ostacolata da ripetuti tentativi di ‘sabotaggio’ (furti, danneggiamenti, restrizioni su autorizzazioni, discriminazione ed emarginazione dei bambini, etc.) e tutt’ora si lotti, quotidianamente, per tutelare i diritti dei suoi piccoli ospiti e per poter continuare a lavorare in loro favore, il Centro ha rappresentato e rappresenta un importante strumento di cooperazione allo sviluppo: • per il lavoro offerto alle persone del posto; • per le attività educative e formative (doposcuola) organizzate in favore dei bambini con famiglia (disagiata) dei villaggi limitrofi, con insegnanti della scuola primaria pubblica; • per l’esempio di solidarietà che viene dato ogni giorno, da vent’anni.

L’impegno finanziario annuale di Bambini in Emergenza per la gestione del Centro è di circa euro 200.000,00. La spesa per una singola casa famiglia (con 6-8 ospiti) è stimata in euro 40.000,00.

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Oltre il meglio: la Famiglia Una volta accolto nel Centro Pilota, il bambino inizia un percorso di riabilitazione alla Vita finalizzato al recupero dei deficit cognitivi e dei disturbi affettivi causati dal trauma dell’abbandono subito.

Ma il recupero potrà essere completo e duraturo solo nel momento in cui il bambino verrà affidato alle cure di una Mamma e di un Papà e per il tramite della sua nuova Famiglia verrà dunque reinserito in società.

Per questo motivo a partire dal 2013 Bambini in Emergenza ha avviato il progetto ‘Una Mamma anche per me’ di inserimento familiare realizzato grazie alla partecipazione di donne speciali, che hanno avuto il coraggio di accettare una grande sfida emotiva, affettiva e sociale: quella di accogliere in affido un bambino abbandonato e in alcuni casi, anche malato (HIV+/AIDS).

Le nostre mamme straordinarie sono assistenti maternali qualificate, che possono ospitare il bambino (o i bambini, sino a due contemporaneamente, o tre, ma solo se fratelli) ricevuto in affido, inserendolo nel proprio nucleo famigliare, beneficiando di una copertura delle spese affrontate per prendersi cura del minore (un contributo mensile in denaro), determinata dalla specifica legge che disciplina il rapporto contrattuale che si instaura tra la mamma affidataria e l’ente affidante.

Per diventare assistente maternali è necessario superare una rigida selezione e frequentare, con successo, un corso di formazione, al termine del quale inizia un periodo di affiancamento dei minori. La fase di abbinamento ‘mamma-bimbo’ è la più delicata tra quelle in cui si articola il progetto, perché deciderà il buon andamento dell’affido e segnerà profondamente il futuro del bambino (ed anche della mamma e dei suoi famigliari).

L’interazione tra i soggetti coinvolti, ivi compresi i famigliari dell’assistente maternale, viene quindi valutata con massima attenzione dalle assistenti sociali e dagli psicologi di Bambini in Emergenza.

Se e quando il bambino viene giudicato ‘pronto’ a lasciare la vita di comunità del Centro Pilota, viene accomodato in famiglia e se l’inserimento ha esito positivo, inizia l’affido vero e proprio.

Nei successivi dodici/ventiquattro mesi, con visite ed incontri, alternati a valutazioni psicologiche del minore, dell’assistente e degli altri famigliari, si controlla il buon andamento della convivenza.

Per sostenere le assistenti maternali nel delicato e non sempre semplice percorso di integrazione del bambino in famiglia, Bambini in Emergenza mette a disposizione delle mamme la reperibilità telefonica, h-24, sette giorni su sette, delle proprie assistenti sociali.

Inoltre, una volta al mese, viene offerta loro la possibilità di confrontarsi, tutte insieme, in presenza di un’equipe di esperti (assistente sociale, psicologa e psicoterapeuta), per condividere le esperienze e discutere delle problematiche, comuni e/o specifiche, emerse nel periodo di accomodamento, o durante la convivenza con i bambini loro affidati.

Il recupero delle capacità relazionali, affettive e psico-motorie di ciascun bambino che vive in famiglia è stato sorprendente e miracoloso: una vera e propria ri-nascita alla vita.

La spesa annuale media per la permanenza di un bambino in affido è stimata in euro 5.000,00. Il corso per formare dieci nuove mamme-assistenti maternali è di euro 2.000,00. Il costo annuale complessivo degli affidi in corso è di c.a. euro 100.000,00 (20 affidi).

Perché siamo (ancora) in Romania La Romania è il secondo Paese più povero dell’Unione Europea: si stima che oltre il 40% della popolazione viva al limite della soglia della povertà. è al primo posto, invece, nella classifica dei Paesi in cui si registrano più casi di abbandono minorile: sono circa 100.000 i bambini ed i ragazzi residenti presso istituti statali disseminati nei distretti territoriali.

Secondo fonti ufficiali (Unicef), in Romania i bambini abbandonati ogni anno sono oltre 9.000 (circa 25 al giorno, più di un bambino all’ora); la metà di loro ha meno di tre anni.

Il fenomeno dell’abbandono in Romania è un retaggio del passato che non riesce ad essere estirpato, che persiste anche per le condizioni di miseria e di degrado in cui vive una intera popolazione di giovani e giovanissimi, soli ed allo sbando, spesso vittime che perpetrano quanto subito.

Durante la sua dittatura, per ottenere e dominare un Paese popoloso, Ceausescu vietò l’aborto e invogliò alle nascite assicurando la partecipazione dello Stato alla spesa per il mantenimento dei nascituri. La Romania fu così invasa dai ‘decrezei’, i figli concepiti per decreto dittatoriale, non desiderati, cresciuti senza affetto, non abituati ad una genitorialità presente, lasciati negli orfanatrofi o a vivere in strada.

L’avvento delle droghe, la miseria, l’assenza di educazione, la mancanza di valori quali maternità e famiglia, hanno generato genitori ‘distratti’, capaci di dimenticare il proprio figlio, appena nato, in ospedale, o addirittura in strada. E andare via.

La situazione è resa ancor più gravosa dal perdurare del blocco (iniziato nel 2005) alle adozioni internazionali; quelle nazionali sono troppo contenute e non riescono ad assorbire un numero, via via crescente, di minori abbandonati.

Alle file sterminate di questo esercito di bambini, si uniscono poi i c.d. ‘orfani bianchi’, i ‘left behind’, adolescenti lasciati in Romania da genitori emigrati all’estero per lavorare, che vengono affidati alle cure (spesso inesistenti) di zii, nonni e vicini di casa. Sono ragazzini che sovente si perdono nell’alcool, nelle droghe o finiscono in giri di prostituzione o, ancora, compiono il gesto estremo di togliersi la vita (il numero dei suicidi di bambini di 10-12 anni in Romania ha ormai raggiunto livelli allarmanti). è proprio qui che c’è (più) bisogno di Bambini in Emergenza, in un Paese europeo, che non viene più considerato ‘in via di sviluppo’, ma dove i bambini sfioriscono, ed anche muoiono, per assenza di amore. E la malattia che riempie il loro cuore vuoto è persistente, difficile da estirpare, non ci sono pillole o vaccini da prescrivere: c’è solo un lento, accurato, paziente, appassionato, tenace, coraggioso, lavoro di tante persone che, con capacità e dedizione, dedicano la loro vita a tentare di curarlo.

Bambini in Emergenza non abbandona la Romania e prosegue i suoi progetti in favore dei tanti, troppi, bambini ‘dimenticati’.

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La nostra Arca non deve fermarsi L’Arca di Bambini in Emergenza ha percorso un lungo Viaggio e ad ogni tappa ha affrontato un’emergenza, con coraggio, competenza e fiducia nella Provvidenza (che non ha mai abbandonato l’equipaggio).

All’inizio ha offerto soccorso a bambini abbandonati in pericolo di vita, perché denutriti e malati.

Poi ha raggiunto bambini abbandonati, sani, che comunque erano (e sono) in pericolo di vita per assenza di accudimento parentale, che hanno fame e sete di amore, che non hanno mai ricevuto una carezza dalla propria madre, che sono stati lasciati al mondo senza un nome e che, pertanto, per il mondo, non esistono.

Per tutti i bambini in difficoltà, per quelli che sono ‘a terra’ ad aspettare il passaggio dell’Arca che li metta in salvo, per chi è a bordo e sta ricevendo protezione, amore e un’opportunità di vita, Bambini in Emergenza vuole e deve proseguire il suo Viaggio.

Ma per continuare a riaccendere la speranza di un bambino che, senza chiederlo, è nato e, senza colpa, nell’istante successivo, è rimasto solo, Bambini in Emergenza ha bisogno di aiuto.

Del Tuo aiuto.

Sali anche Tu sulla Arca della solidarietà, offrendo un gesto d’Amore ai nostri bambini speciali.

Grazie per aver dedicato attenzione alla presente brochure e per il sostegno che potrà essere offerto ai bambini della Fondazione Bambini in Emergenza.

Da oltre vent’anni siamo impegnati per offrire un presente e un futuro migliore ai bambini abbandonati di cui ci prendiamo cura. Contribuisci anche tu! banca

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Conti correnti intestati a: Fondazione Bambini in Emergenza Onlus.

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Fondazione Bambini in Emergenza Piazzale delle Belle Arti, 1 00196 Roma - Italia C.F.: 97143260582 Tel.: +39 06 32 20 611 Email: fondazione@bambiniinemergenza.org Pec: fondazione@pec.bambiniinemergenza.org

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