Lettera a Renzo Piano e per conoscenza a Matteo Renzi Egr. Prof. Renzo Piano, sono Andrea Ciabocco, un passato di successo da allenatore di giovani tennisti per poi trovarmi nelle vesti di imprenditore a “costruire” con la mia sensibilità una realtà sociale che purtroppo sta rischiando di morire. Riporto una Sua dichiarazione che mi vede totalmente d’accordo poiché si riferisce alla mia realtà : ”La missione dell’architettura in questo secolo è salvare le periferie. Se non ci riusciamo sarà un disastro, non solo urbanistico, ma anche sociale”. I recenti accadimenti di Venerdi 13 Novembre , purtroppo, mettono in luce tutta la crudeltà del Suo pensiero. Costruire periferie nelle quali si perde completamente la possibilità di “creare” rapporti sociali, dovedisoccupazione, povertà, scarsa integrazione, esclusione sociale, degrado fisico la fanno da padrone, contribuisce a rendere sempre piu’ problematica la vita di chi le abita. “Ovunque ci sono grandi buchi neri da recuperare e trasformare, in modo che questi sobborghi diventino luoghi di civiltà, e non solo posti dove si va a dormire”. E ancora…” E' dal rammendo delle periferie che bisogna partire .Nelle periferie ci sono delle perle. Sono nascoste, bisogna cercarle e lucidarle e bisogna aiutarle a crescere. ….c'è bellezza nelle periferie, lì c'è il cuore”. E ancora…”Ma che cos’è allora la bellezza, è possibile educare a conoscerla, a praticarla? Sarebbe migliore il mondo se le persone venissero educate alla bellezza?”. Mi scusi se mi dilungo nelle Sue citazioni ma mi trovo in totale accordo con Lei e ora Le spiego perché. Nella mia vita ho fatto, come già ho detto sopra, due cose che potrebbero sembrare totalmente diverse, ma che hanno molto in comune. Da maestro di tennis ho avuto la fortuna di essere protagonista di un sogno e da imprenditore anche. Ho contribuito col mio lavoro alla creazione di una esperienza irripetibile e cioè quella della Virtus Roma Tennis Club. Pensi che ad Acilia, periferia degradata di Roma, conosciuta per essere il piu’ grande centro di spaccio di eroina e per essere una delle piu’ grandi periferie abusive di Roma, dal 1978 al 1985, c’era una delle scuole tennis piu’ importanti d’Italia dalla quale sono sbocciati numerosi giocatori di livello nazionale e internazionale. Ragazzi di periferia, di Acilia, di Ostia, che si battevano con i figli della borghesia dei Circoli romani d’élite. Questo accadde perché esisteva un’isola felice di sport, di integrazione, di cultura, visto che il “maestro” a capo di tutto era un ingegnere, mio fratello, capace di “tirar fuori” le potenzialità da ognuno. Fu così che il figlio di un maresciallo dell’aereonautica diventò n°3 d’Italia e 100 del mondo, che il figlio di un agricoltore divenne n° 30 d’Italia e oggi sia un apprezzato giornalista