Acustica

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Interior & Exhibit Design Andrea Maffei A.A. 2019-2020

3 Presentazioni 7 Piccoli Piaceri Domestici 15 Geografia del Tavolo 21 Nel Paesaggio Domestico 39 Your Very Own Houselife 47 Atlante 67 Guida



Presentazioni Artista preferito Brian Eno Steve Reich Ryoji Ikeda Designer preferito Otl Aicher Massimo Vignelli John Maeda Architetto preferito Andrea Palladio Buckminster Fuller Libro preferito Walden - Thoreau Il Dottor Živago - Pasternak L’armata dei Sonnambuli - Collettivo Wu Ming Libro di design/arte/architettura preferito Night Fever - Designing Club Culture, Jörg Heiser & altri, Vitra Design Museum Konstantin Grcic - Abbildungen/Figures, Friedrich Meschede, Lars Müller Publishers Handbook of Tyranny, Theo Deutinger, Lars Müller Publishers



Una mostra visitata che mi è piaciuta particolarmente ADAM - Punk Graphics / Too Fast to Live, too Young to die Un museo visitato che mi è piaciuto particolarmente Pergamonmuseum, Berlino Un’architettura visitata che mi è piaciuta particolarmente Philarmonie, Berlino Un’architettura che davvero vorrei visitare Diogene, Renzo Piano



Piccoli piaceri domestici Esercitazione n°1


L’aria fredda della mattina raffredda più velocemente il caffè bollente


La curvatura del bracciolo risulta perfetta per sgranchirsi la schiena


Le maniglie della barra per trazioni sono un ottimo appendino


Il vicinato si lamenta del contrabbasso jazz e viene prontamente ignorato


La luce del mezzogiorno inonda perfettettamente le poltrone per la siesta




Geografia del tavolo Ex Tempore n°2


23.3.2020 17.00


26.3.2020 11.00


Le aste per il microfono e la lampada ricordano una tenda




Nel paesaggio domestico Esercitazione n°2



















Your very own houselife Esercitazione n°3









Musèe Domino Atlante Esercitazione n°4



Piano phase Steve Reich La composizione minimalista esplora le quasi infite permutazioni che si possono ottenere sovrapponendo due elementi identici. Ăˆ stata scritta per essere suonata da due strumenti identici, pianoforte o marimba, per eliminare ogni possibile differenza data dal timbro che due diverse tipologie. Il singolo frammento melodico viene ripetuto perfettamente all’unisono, se non per un impercettibile differenza in tempo. Le due linee torneranno sincronizzate solo alla fine del pezzo, dopo essersi sovrapposte in ogni configurazione possibile. Talvolta, le relazioni che vengono a formarsi fra le due linee, crea quasi la sensazione che un terzo strumento si unisca alla performance. Sebbene non vi siano riferimenti ad una dimensione spaziale, le analogie immediate fra musica e rumore portano facilmente a trarre paragoni con l’ambiente domestico. Inoltre, la rappresentazione di queste permutazioni aiuta a comprendere la vastitĂ di composizioni ottenibili volutamente forzando una limitazione.



Cava di Fertőrákosi Ungheria Il materiale, inusuale nell’ambito di un teatro chiuso, conferisce all’intero spazio delle qualità soniche uniche. Le lisce superfici lapidee creano riverberazioni molto squillanti e direzionali, che conservano fedelmente la sorgente originale. Questo crea delle illusioni sonore, nelle quali è possibile stabilire una direzionalità sonora, anche se molto distanti dalla vera fonte. La fruizione dello spazio architettonico, intesa come l’utilizzo dello stesso per svolgere le attività per cui è stato concepito, è principalmente dettata da due caratteristiche, ovvero geometria e materiali. I teatri vengono tradizionalmente costruiti con materiali lignei per le loro proprietà acustiche in grado di amplificare le caratteristiche degli strumenti stessi. Cambiando l’aspetto materiale, l’esperienza del costrutto cambia radicalmente. In questo caso la gerarchia è invertita, dove il teatro e le sue proprietà vengono amplificate dagli strumenti, e non viceversa.



I am sitting in a room Alvin Lucier L’opera sonora incapsula le risonanze che caratterizzano le stanze. L’artista, registrando la sua voce, riproducendola attraverso un diffusore e catturandola diverse volte in successione, espone la dimensione spaziale in cui si trova. Il dialogo viene lentamente soppresso dalle caratteristiche sonore della camera, ed ogni riferimento viene sommerso dal tono costante prodotto dalla stanza. Il parlato non solo introduce gli obiettivi e la metodologia operistica, ma ne è anche l’unico ruolo attivo. “L’obiettivo è che ogni riferimento alla mia voce, eccezion fatta forse per il ritmo, venga distrutto. Ciò che verrà udito saranno le frequenze risonanti della stanza, articolate dal mio parlato”. Sebbene l’intento non sia quello di rappresentare un fenomeno fisico, si può interpretare in questo un modo di visualizzare una sorta di carta d’identità invisibile. Al suo interno, questa rappresentazione sonora contiene la geometria ed i materiali che descrivono univocamente ogni stanza.



Serbatoi Inchindown Invergordon Costruiti in Inghilterra durante la seconda guerra mondiale, questi serbatoi di carburante sono stati ricavati dal ventre di una collina. Ogni cisterna misura rispettivamente 9, 13.5 e 237 metri in larghezza, altezza e lunghezza. Le pareti in cemento armato, spesse mezzo metro, sono a diretto contatto con la roccia dura del luogo. La forma consente di sperimentare le riverberazioni più lunghe del mondo, arrivando a 112 secondi a 125 Hz. Il riverbero è una caratteristica totalmente assente in natura. Questo fenomeno, quasi un artefatto dell’artefatto costruttivo stesso, conferisce ai serbatoi una dimensione alientante, oltre che un contrasto molto accentuato fra la dimensione divina (nel senso di religioso e “sovrannaturale”, come sperimentato nelle grandi cattedrali) del riverbero e il luogo in cui viene sperimentato. Inoltre, dimostra come il riverbero venga generato con più facilià in uno spazio dove il suono si propaga in una direzione specifica, e non in un volume più semplice come un cubo.



Swiss Sound Pavilion Peter Zumthor, Hanover Questo padiglione dalla struttura in legno e dalle dimensioni di 50 metri in largezza e lunghezza per 9 di altezza, venne concepito non solo come un semplice luogo di informazione, ma come un rifugio per visitatori iperstimolati, un posto dove rilassarsi e scappare dall’isteria. Peter Zumthor crede fermamente nella fenomenologia dello spazio architettonico, per questo motivo ha introdotto nel padiglione diversi elementi, quali suoni, parole, cibo, bevande, usi e costumi della cultira svizzera, per stimolare ogni aspetto sensoriale del visitatore. Per tutta la durata della mostra, la sala diventa una sorta di cassa di risonanza. Il suono del crepitio del legno che si asciuga, le melodie dei musicisti e le voci dei solisti che improvvisano e reagiscono ai cambiamenti. La musica cambia ritmo, melodia, dinamica e timbro secondo regole di composizione. Il padiglione diventa cosĂŹ una cassa di risonanza, un enorme strumento attraverso il quale si può camminare.



Organo Marino Zara Progettato da Nikola Bašić durante il periodo di ricostruzione del dopoguerra, l’opera architettonica e musicale assume la forma di una scala digradande verso il mare. Sotto questi gradini, che proteggono e invitano a sedersi, si nasconde un sistema di tubi in polietilene e una cavità risonante che trasforma il sito in un grande strumento musicale, suonato dai risultati casuali del vento e delle onde del mare. 35 canne d’organo, di diversa inclinazione, forme e lunghezza, producono suoni modulati secondo sette accordi e cinque tonalità. Poichè il mare è sempre mutevole, l’organo marino produce suoni costantemente unici. In questo esempio di spazio aperto, l’esperienza sonora viene ulteriormente incorporata nell’architettura stessa, che ne nasconde la sorgente. Inoltre, il prodotto sonoro è ulteriormente connesso al sito in cui si trova, dove il rumore naturale delle onde viene resta un fenomeno ricorrente.



Ipogeo di Hal-Saflieni Malta Caratterizzato da una struttura alveolare, questo ipogeo viene costantemente studiato per le sue proprietà acustiche, in parcolare la stanza dell’Oracolo. Di forma rettangolare, è una delle più piccole stanze laterali. Su una delle sue pareti è presente un foro in cui un uomo, infilandovi la testa e parlando, può far udire la propria voce per tutto l’ipogeo, come l’equivalente sonora di un’illusione ottica. Stare nell’ipogeo è come stare dentro una campana gigante. In certi punti, si sente il suono vibrare nelle ossa e nei tessuti tanto quanto nell’orecchio. Percepisce qualcosa che proviene da un altro luogo che non si può identificare, si è pietrificati. La frequenza di risonanza di 110 Hz è ricorrente in molte altre camere antiche in tutto il mondo. Diversi studi hanno dimostrato che questa specifica frequenza influenzi la percezione del linguaggio e làelaborazione emotiva. Queste alterazioni non si manifestano ad altre frequenze.



Tvísöngur Islanda Adagiato sul fianco di una montagna che domina un fiordo, il ‘Tvísöngur” è una scultura sonora composta da cinque cupole di cemento che si combinano a formare una rete di volte. Ognuna è progettata per amplificare una risonanza distinta dall’altra, in modo che lo spazio complessivo riecheggi la tradizione musicale islandese dell’armonia a cinque toni. È costituito da cinque cupole in cemento armato collegate tra loro sul pendio della collina sopra Seyðisfjörður, nell’Islanda orientale. È un omaggio al patrimonio culturale islandese di duetti polifonici. Le cinque cupole, che raggiungono un’altezza tra i 2 e i 4 metri, amplificano e risuonano secondo il circolo delle quinte, che formano la struttura di base della teoria armonica e melodica della musicale occidentale. Sebbene lo spazio interno risulti essere aperto, le diverse risonanze riescono comunque a manifestarsi, anche in modo isolato, in quanto gli armonici di ogni nota crescono naturalmente per quinte.



Complesso di Denge Inghilterra Questo sistema di specchi acustici, eretti nel sud dell’Inghilterra, vennero costruiti poco dopo la prima guerra mondiale. Servono per per catturare e focalizzare in un punto molto preciso suoni molto distanti. In questo caso, decenni prima dell’avvento del radar, potevano individuare il rumore prodotto dai motori degli aerei bellici fino a 35 kilometri. Lo specchio più grande e imponente è la parete acustica di 60 metri. Curvata per raccogliere il maggior numero possibile di onde sonore e allineata verso est, questa massiccia struttura è piuttosto unica sia nel design che nel concetto. Presumibilmente inteso come un dispositivo di ascolto ad ampio campo, il suo angolo avrebbe dovuto coprire l’intero orizzonte. Tutt’ora funzionanti, svolgono una funzione radicalmente diversa rispetto agli altri esempi. Il costrutto posiziona fisicamente il visitatore nel suo centro, ma invece che manifestare un fenomeno attraverso la persona, questa diventa un utente completamente passivo.



MusĂŠe Domino Guida della Mostra



Acustica L’esposizione “Acustica” si costruisce attorno all’esperienza del suono, e dall’osservazione di alcune pratiche nel contesto domestico. Vengono trattati 3 aspetti, che insieme costruiscono la narrazione di questo spazio: attivo, passivo, inesorabile. Gli spazi di passaggio sono progettati per indirizzare l’attenzione alla dimensione sonora, attutendo altre distrazioni. Questi vengono realizzati costruendo un corridoio all’interno del corridoio. In questi spazi il pavimento, costituito da diversi materiali (parquet, gres porcellanato, verdello di Trento e battuto alla Veneziana) a diversi stati di usura, si deforma al passaggio delle persone, producendo rumori costantemente diversi. L’esposizione non è progettata per mostrare semplicemente una serie di oggetti, ma cerca di costruire un’esperienza sensoriale che complementi ed amplifichi le tematiche rappresentate.



Costruzione Gli spazi vengono isolati tramite la costruzione di un secondo corridoio in compensato di pioppo. Questo è alto 2,10 m, largo 75 cm in corrispondenza delle porte e 90 cm lungo il rettilineo e la porta che conduce al balcone. Alti 3 metri, larghi 87 cm e profondi 30 cm, i monoliti vengono installati all’interno degli spazi espositivi. Questi contengono degli eccitatori acustici che trasformano l’intera superficie in un diffusore. Queste sorgenti riproducono una collezione di suoni inerenti al tema della stanza, diventando anche un ulteriore punto di esperienza sensoriale. Le vibrazioni sonore vengono emanate da queste superfici, rendendo possibile toccare il suono.






8.0 284.0

87.0

71.0


Monoliti I monoliti vengono costruiti con lo stesso materiale del corridoio, multistrato di pioppo. Per mantenerli fissi al pavimento, delle zavorre vengono messe al loro interno per garantirne la stabilitĂ statica. I due pannelli vengono fissati al telaio, e al loro interno sono fissati gli eccitatori acustici e la batteria per alimentarli. In caso questa si scarichi, è sufficiente svitare uno dei due pannelli per accedere all’interno.



Materiali Gli spazi espositivi e di passaggio presentano dei pavimenti di diversi materiali a diversi stati di usura. Questi sono parquet in rovere, gres porcellanato effetto pietra, verdello di Trento e battuto alla veneziana posato a mano.



Stanza 1 - Attivo Questa stanza, contenente l’omonima serie di oggetti, manifesta il suono come una conseguenza delle attivitĂ quotidiane. I 3 oggetti, strettamente collegati fra loro, vengono collocati sopra degli altari, composti da una pila di ceppi di legno, alti 1 metro. Le rispettive didascalie sono posizionate in sequenza lungo la parete a 1,4 m di altezza dal pavimento. Il monolite riproduce una collezione sonora del vivere domestico montano. Per esempio, appoggiandosi ad esso, si può percepire il crepitio del legno che brucia come una vibrazione che attraversa il corpo.





Serie 1 - Attivo Ogni oggetto richiama ad una o più attività. Queste a loro volta sono una collezione di gesti ed azioni svolte con specifici strumenti. La collezione di paiolo, mantice e pinza a molla ha molteplici riferimenti sensoriali, prodotti sia dal funzionamento dello singolo strumento, che dalle pratiche per cui sono stati concepiti. Ognuno di questi ha applicazioni ben definite, ma è nell’unione che nascono altre attività. La pinza organizza la legna per il fuoco, il mantice lo tiene vivo, e il paiolo raccoglie il calore per la cottura. L’insieme riconduce ad un immaginario di suoni e rumori, dove gli attrezzi diventano estensione e parte dell’uomo.



1/1 - Pinza a molla Ferro battuto con dettaglio in ottone 1960 ca. Pozza di Fassa



1/2 - Mantice Legno, cuoio, ferro battuto 1960 ca. Pozza di Fassa



1/3 - Paiolo Rame battuto, ottone, ferro battuto 1960 ca. Pozza di Fassa





Stanza 2 - Passivo Questo spazio vuole fare sperimentare un aspetto passivo del suono, l’ascolto, attraverso l’apertura verso l’ambiente urbano. La serie qui esposta, rappresentante un’evoluzione del mezzo, raffigura un momento di pausa e riflessione. Le 3 sedute sono collocate su una piattaforma che estende il balcone, stagliandosi sulla strada sottostante, una di fianco all’altra. Gli oggetti sembrano così sospesi nel nulla, ma al contempo avvolti da tutti gli altri elementi sonori che caratterizzano la vita urbana. Le pareti laterali conducono lo sguardo in avanti, scollegando la dimensione sonora e quella visiva. I suoni provenienti dalla città sono gli unici rumori percepiti, mentre la sedia, orientata verso l’esterno, suggerisce ulteriormente la narrativa della “stanza”: l’attenzione non va rivolta verso gli oggetti, ma verso ciò che essi guardano.





Piattaforma La piattaforma viene costruita in multistrato di pioppo da 2cm, alta 2,1 m e profonda 3. Per conferire rigidità alla struttura, questa appoggia su due tondini di metallo tassellati all’interno della parete esterna, e viene tenuta in tensione da due tiranti, anche questi tassellati al muro esterno Sulla faccia esterna, per conferire rigità alle pareti, viene costruito un piccolo controtelaio, per non appesantire troppo la struttura.



Serie 2 - Passivo Queste 3 sedute, insieme alla modalità espositive, vuole rappresentare il gesto di sedersi come un momento di riflessione, un momento in cui si interrompono altre attività e ci si concentra solo su stimoli esterni. La serie ha anche una dimensione evolutiva: il tappeto rappresenta il sedersi per terra, il tronco tagliato un tentativo primordiale di sollevarsi, la sedia l’ultimo passaggio, dove il materiale grezzo viene trasformato in forme più complesse e dettagliate, ma che soddisfano sempre la stessa funzione. La sedia è l’unico oggetto dove è possibile identificare un verso, una direzione. Orientandola verso l’esterno, viene ulteriormente suggerito il tema della stanza: l’attenzione non va riposta verso gli oggetti, ma ciò che essi simboleggiano nel contesto.



2/1 - Sedia impagliata Legno di abete, paglia intrecciata 1960 ca. Pozza di Fassa Recuperata da una chiesa in disuso



2/2 - Tappeto Kilim Lana 1980 ca. Ex Jugoslavia



2/3 - Tronco di abete Sezione di tronco di abete rosso 1970 ca. Raccolto in Val di Fassa





Stanza 3 - Inesorabile L’ultima stanza racchiude un aspetto singolare che caratterizza il suono: l’udito è l’unico senso a non poter essere “soppresso”. Se per attenuare la vista copriamo gli occhi con le mani, l’udito percepisce sempre qualcosa. I 3 oggetti riconducono ad un immaginario fatto di suoni costanti ed incontrollabili. Questi vengono posizionati su 3 piedistalli alti 1 metro collocati a 40 cm dalle pareti. L’unico monolite, posizionato davanti alla finestra, amplifica i suoni della stanza stessa. Così facendo si forma un tappeto sonoro di piccoli dettagli persistenti, quali il respiro delle persone, lo strisciare dei piedi sul pavimento o la frizione dei vestiti mentre si cammina.





serie 3 - Inesorabile Questa serie vuole rappresentare un aspetto del suono che lo differenzia dagli altri fenomeni. L’udito è l’unico dei 5 sensi che non si può attutire tramite alcun mezzo. Possiamo smettere di guardare chiudendo gli occhi o coprendoli, ma per quanto cerchiamo di tappare le orecchie, non è mai possibile smettere di ascoltare. La serie raccoglie oggetti che rappresentano un immaginario di rumori e suoni costanti, ripetitivi e invadenti. Il nido simboleggia il lungo e fastidioso comunicare della fauna urbana, oltre che raddoppiare l’analogia di abitazione come spazio rumoroso. La radio traduce letteralmente l’universo costante di informazioni che vengono propagate tramite il suono. Le ciaspole amplificano ulteriormente l’immaginario sonoro del camminare su diverse superfici, sperimentato nel passare da una stanza all’altra.



3/1 - Nido Ramaglie Raccolto in val d’Ega nel 2002



3/2 - Radio Philips 780 Scocca in policarbonato, elementi in alluminio e ferro, gomma 1978



3/3 - Ciaspole Legno di balsa piegato a vapore, nylon 1970





Totem - Contrabbasso L’oggetto totem unisce le tematiche delle 3 stanze, tracciando una conclusione personale. La musica non è che un susseguirsi organizzato di suoni e rumori. Questa serie produce un’esperienza uditiva che va oltre la semplice somma degli elementi che la compongono. Essa prevede che ci sia una parte attiva, il musicista, ed una passiva, l’ascoltatore. Il contrabbasso racchiude completamente le idee rappresentate nelle stanze. Ha l’estensione in frequenza più alta di ogni strumento ad arco e può essere utilizzato come percussione, andando oltre la funzione preimpostata dello strumento. L’aspetto che trovo più calzante sia l’impercettibile differenza che i piccoli dettagli provocano sul suono finale. Spostare la mano sull’archetto di solo un centimetro è la differenza fra un tono piacevole e un grido di terrore, così come spostare le dita di un millimetro risulta in una nota stonata. L’oggetto totem viene posizionato nello spazio interstiziale fra la stanza 1 e 2. Qui verrà suonato da un musicista, che alternerà momenti di rumore a momenti di musica.


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