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Intervista a Santo Prandelli
Santo Prandelli, nell’ultimo periodo si è sentito parlare di NEET Generation, acronimo inglese che identifica i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non seguono corsi di formazione o aggiornamento professionale. Perché il fenomeno è in crescita e cosa si può fare per contrastarlo?
È difficile per me pensare come un giovane scelga di restare impassibile in un periodo così pieno di opportunità. Ho iniziato a lavorare a soli diciassette anni nell’azienda di famiglia e l’ambizione e la fame di conoscenza mi hanno permesso, con soddisfazione, di fare la mia parte ed espandere l’impresa. I giovani nell’età adolescenziale devono essere guidati dai genitori verso il percorso più adatto alle specifiche capacità e passioni, senza proiettare su di loro i propri desideri o speranze. Ascoltare i figli è la prima mossa da fare. Inoltre, occorre cambiare la concezione diffusa che ci siano lavori di serie b e di serie a. Il settore dell’edilizia è diverso da quello di quarant’anni fa. Ad oggi il comparto è pieno di stimoli che arrivano dall’implementazione della tecnologia e della digitalizzazione, le opportunità per i giovani preparati che vogliono lavorare sono infinite basta avere la voglia.
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Quali sono i profili professionali più ricercati in cui consiglieresti di specializzarsi ad un giovane che vuole intraprendere la carriera nel settore edile?
Il capocantiere è senza dubbio l’apice al quale ambire, ma si raggiunge dopo tempo ed esperienza sul campo. Devi essere davvero preparato per poterlo fare. Per un giovane che sta iniziando ad approcciarsi al settore, consiglierei di specializzarsi nella guida degli automezzi. È un profilo ricercato e davvero interessante. Infatti, con la digitalizzazione il comparto degli automezzi ha fatto passi da gigante e le macchine oggi sono sicure, automatizzate, efficienti e altamente tecnologiche. Per il giovane che desidera fare un lavoro più tecnico, invece, consiglierei di specializzarsi nel ramo ambientale. I profili dei tecnici ambientali sono pochi e ambitissimi, soprattutto in un periodo in cui la sostenibilità assume un’importanza sempre più rilevante. Inoltre, le soddisfazioni anche a livello remunerativo sono molto alte.
Quali sono gli ostacoli più grandi al quale il settore sta andando incontro?
La prima più grande è la burocrazia complessa che non solo fa allontanare gli imprenditori ma anche gli investitori. Una problematica che spegne l’entusiasmo delle imprese e non permette al territorio di progredire. Altra problematica accen-
Santo Prandelli
un messaggio per i giovani: il settore edile è una terra promessa piena di opportunità
di Valentina Epifani
Il presidente dei giovani costruttori di Ance Brescia Santo Prandelli, in un bilancio del suo primo anno alla guida del gruppo, punta l’obiettivo sulle nuove generazioni, la problematica della Neet generation e le azioni da svolgere per coinvolgere i ragazzi nel settore edile, un comparto pieno di opportunità e proiettato verso la transizione digitale

Prandelli è un giovane imprenditore che ricopre il ruolo di responsabile commerciale e direttore organizzativo dell’impresa di famiglia Prandelli Srl. Per il mandato 2022/2025 è presidente del Gruppo Giovani di Ance Brescia, di cui fa parte dal 2011 nata prima è la carenza di manodopera. C’è stato un periodo storico dell’edilizia in cui le conoscenze e i segreti del mestiere venivano tramandati da padre in figlio, ma adesso non è più così e i giovani sono veramente rari. Eppure, il lavoro non manca, anzi le imprese fanno a gara per assumere i ragazzi preparati. Nella mia azienda, infatti, la maggior parte dei giovani lavoratori presenti hanno frequentato l’Eseb.
Sei il responsabile commerciale dell’impresa Prandelli Santo Srl, che da tre generazioni opera nel settore delle demolizioni speciali e bonifiche ambientali. Hai iniziato da giovanissimo a lavorare e oggi sei anche l’amministratore unico di altre due società legate al recupero rifiuti inerti non pericolosi e recupero di cave dismesse. Quale consiglio daresti ad un giovane che ha intenzione di intraprendere la carriera da imprenditore?
Non guardare mai l’orologio, impegnarsi a capire quello che si dice e cercare di apprendere ciò che ci viene detto. Il settore dell’edilizia è complesso e finanziariamente devi avere anche un budget in grado di sostenere l’impresa. Però è un settore remunerativo in cui se investi risorse nel modo corretto, sicuramente avrai un ritorno. Ma è necessario restare sempre aggiornati, il settore cambia di frequente così come le normative, occorre saper gestire anche la base della contrattualistica e avere alle spalle una conoscenza data dalla famiglia ti permette di farlo con più facilità. Per l’imprenditore è importante capire dove va il mercato ed essere lungimirante verso le tendenze future. Non bisogna fare tante cose, ma offrire opzioni complementari fra loro in grado di fornire un servizio completo al committente. L’idea di partecipare a nuove società di legate al mondo del trattamento rifiuti e del recupero di cave dismesse è nata dopo un’analisi sul mercato per individuare il settore più interessante e necessario nella nostra area di riferimento.
Come vedi il settore da qui a 20 anni?
La tecnologia che verrà sarà molto più efficiente di quella che immaginiamo al giorno d’oggi. Nel movimento terra, ad esempio, immagino che le macchine potranno divenire totalmente autonome, anzi in parte lo fanno già, con i sistemi di livellazione semi-automatica 2D e 3D. Se si è arrivati sin qui in pochi anni, credo che tra venti anni le macchine potranno divenire realmente autonome in certi tipi di settori.
Come incide l’esperienza associativa nel lavoro di ogni giorno?
Può incidere parecchio, perché crea connessioni che aprono opportunità di business. Con i cambiamenti repentini che caratterizzano il nostro settore, parlandone insieme e facendo massa critica sulla risoluzione di un tema si possono risolvere grandi problemi. La vita associativa è anche divertente, perché ti permette di condividere le esperienze confrontandoti con quelle degli altri, che possono servire da spunto per superare alcuni ostacoli lavorativi. Inoltre, frequentando i giovani imprenditori di tutta Italia puoi conoscere soluzioni applicate in altri territori e che potrebbero essere condivise anche nella tua area.
Quali sono le azioni sulle quali il Gruppo Giovani sta lavorando?
Stiamo lavorando tanto sulla scuola e sui giovani, perché vogliamo diventare parte attiva nel processo di avvicinamento al settore. Abbiamo dato inizio ad un ciclo di incontri negli istituti tecnici e geometri, inclusi gli open day di Eseb, per portare un esempio dell’edilizia e far capire come si è evoluta. Un altro obiettivo è la sostenibilità che ha assunto ormai un ruolo di centralità nell’economia globale e diventerà un fattore imprescindibile per le imprese. Per questo ci stiamo attivando per conoscere le buone prassi dell’edilizia sostenibile presenti sul nostro territorio. Siamo stati nei cantieri più innovativi della Provincia, come quello dell’alta velocità, per scoprire pratiche e sviluppi del concetto applicato nel cantiere. Ne organizzeremo altri ben presto. Infine, solo per concetto ma non per importanza, continua il nostro impegno nella digitalizzazione delle imprese. Affianchiamo Eseb per lo sviluppo e l’implementazione di Check, la piattaforma che aiuta a gestire e organizzare il cantiere in modo digitale. In questo è importante anche l’azione di diffusione nel territorio provinciale ma anche nazionale. La piattaforma gode ad oggi del supporto di Ance a livello nazionale e anche di altre casse territoriali che hanno scelto di acquisirla. Il suo utilizzo potrebbe permettere a molte imprese di velocizzare e semplificare la gestione della documentazione e ridurre notevolmente le tempistiche burocratiche.
Infine, tre caratteristiche che deve avere un giovane per avere successo nel settore?
Determinazione, fame e fortuna.