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FOTO A. BAFFELLI

Certosa di Padula complesso religioso di pregio nel cuore del Cilento

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di Adriano Baffelli

Capacità costruttiva e bellezza architettonica da ammirare

Se davvero Cristo si fosse fermato ad Eboli, come evocato da una celebre opera letteraria di Carlo Levi, si sarebbe perso la visione di un’opera architettonica di grandissimo rilievo. Percorrendo l’autostrada Salerno- Reggio Calabria, uscendo al casello Padula-Buonabitacolo, quindi viaggiando sulla Strada Statale 19, a circa un’ora di strada, un’ottantina di chilometri più a sud della dinamica città agricola adagiata nella piana del Sele si trova la Certosa di San Lorenzo, comunemente conosciuta come Certosa di Padula, dal nome del borgo che la sovrasta, magnifica struttura che dal 1998 è stata inserita dall’Unesco nel patrimonio dell’umanità. Siamo al vertice meridionale del Cilento, in provincia di Salerno, al confine sia a est sia a sud con la Basilicata. La visita ci ha lasciato letteralmente senza parole, confermando quanto avevamo letto su una delle mete di maggiore rilievo del Cilento. Tra le sue mura ci si rende conto del perché risulti essere la più frequentata meta del turismo religioso in Campania, nonché uno dei più preziosi tesori del patrimonio artistico nazionale. L’aspetto prevalentemente barocco dello stile architettonico che la caratterizza nasconde quasi totalmente le esigue tracce risalenti al quarto secolo. Adagiato su una superficie di oltre cinquantunomila metri quadrati, il complesso contiene circa 350 stanze e offre la vista del chiostro più ampio del mondo, con un’estensione di quindicimila metri quadrati. Per gli esperti si tratta della seconda Certosa più vasta in assoluto, dopo quella francese di Grenoble. Fu il primo monastero certosino ad essere eretto in Campania, e la sua fondazione si deve a Tommaso di San Severino, che nel 1306 lo dedica a San Lorenzo. L’insieme della Certosa è suddiviso fra tre chiostri, un giardino, un cortile e una chiesa. Due le zone architettoniche principali che caratterizzano l’immensa struttura: i luoghi di lavoro e la zona di residenza dei monaci, impegnati a seguire la regola certosina che coniuga lavoro e contemplazione. Attività facilitate dalla

FOTO A. BAFFELLI

Il complesso contiene circa 350 stanze e offre la vista del chiostro più ampio del mondo, con un’estensione di quindicimila metri quadrati. Per gli esperti si tratta della seconda Certosa più vasta in assoluto, dopo quella francese di Grenoble

FOTO A. BAFFELLI suddivisione del complesso nei vari spazi che compongono nella loro differenza funzionale l’insieme cel centro spirituale e della pregevole struttura architettonica. Con il chiostro, la biblioteca e la cappella, ricca di decorazioni, convivono una cucina ricca di fascino per la disposizione e i materiali utilizzati; le cantine e le lavanderie. La struttura è abbracciata dal verde di orti, prati e campi coltivati. La dedica a San Lorenzo della Certosa è legata alla preesistente chiesa dedicata al santo che era qui presente, appartenente all’ordine benedettino, che sarebbe stata successivamente abbattuta proprio per consentire la costruzione della Certosa. A fine del sedicesimo secolo presero avvio corposi interventi sulla struttura caratterizzati dal barocco. Attraversato l’atrio d’ingresso, la visita inizia ammirando il chiostro della foresteria, quindi la chiesa impreziosita da decorazioni in barocco napoletano e pregevoli finiture sia nei pavimenti sia nelle pareti. Spettacolare il coro ligneo dei Padri con intarsi lignei.

Molte bellezze, mille emozioni

Ci vuole tempo per ammirare tutte le bellezze della Certosa di San Lorenzo. Ogni passaggio tra i molteplici spazi che compongono un insieme di notevole fascino artistico e bellezza architettonica, regala emozioni. Succede attraversando la sala delle Campane, del Capitolo e del Tesoro. Per non parlare della grande sala del refettorio, impreziosita dall’affresco delle Nozze di Cana di Francesco d’Elia e, davvero splendida, della ampia cucina, nella quale spicca una grande cappa centrale, decorata da mattonelle maiolicate. Emozioni che continuano ammirando il chiostro del priore e il grande chiostro centrale, iniziato nel ‘500 e terminato alla fine del ‘700, si caratterizza per due ordini di portici con ottantaquattro archi. Non c’è tempo per metabolizzare lo stupore, già si offre al nostro sguardo sempre più incuriosito un monumento di notevole rilevanza per il visitatore: lo scalone ellittico. Tra facciate barocche e prospettive di grande impatto è possibile visitare anche gli spazi dove erano attive le scuderie, le officine, la farmacia e le cantine. Interessanti anche le vivaci decorazioni della chiesa, arricchita fra il resto anche da affreschi e da preziosi dettagli lignei artistici, entrambi databili al Cinquecento. La Certosa è di proprietà dello Stato italiano e ricade sotto la gestione della Direzione regionale Musei Campania.

La visita guidata

Il prezioso gioiello spirituale, architettonico ed artistico, vera e propria perla del Cilento, può essere visitato autonomamente oppure con visita guidata, accompagnati dalle guide che conoscono e trasmettono ogni più piccolo dettaglio dell’immensa Certosa di Padula. In tal caso i visitatori iniziano il tour con la guida turistica dalla corte esterna della Certosa, per apprezzarne la fantastica facciata per poi proseguire, attraversando la biglietteria, nel chiostro della Foresteria, nelle cappelle, nella Chiesa e nella sacrestia. Si continua con la sala delle Campane, la sala del Capitolo e la sala del Tesoro. Dal chiostro del cimitero antico si accede alla Cappella del Fondatore e al Refettorio per poi soffermarsi nella cucina. La visita guidata prosegue verso il Quarto del Priore, la famosissima scala elicoidale e il chiostro più grande d’Europa. Si conclude nel suggestivo scalone ellittico vanvitelliano. Alcuni ambienti come la Biblioteca e le cantine sono visitabili solo previa autorizzazione all’accesso da parte della direzione del monumento. È, inoltre, possibile visitare liberamente il Museo archeologico provinciale della Lucania occidentale, usufruendo dell’accesso gratuito.