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Editoriale / 1 Incentivi da stabilizzare e bollette da abbassare

Alla fine di ogni anno si è pronti a tirare le somme dei risultati ottenuti e a delineare le prospettive per il futuro. A partire dall’estate, però, il 2022 è stato messo in pausa, prima per la crisi del governo Draghi, poi per le nuove elezioni, che hanno spostato l’attenzione nazionale sul futuro politico del Paese. Il caro di energia e materiali da produzione è stato uno dei temi scottanti della campagna elettorale, ma le imprese chiedono che alla parte propagandistica facciano ora seguito soluzioni concrete da parte del nuovo Governo, con aiuti ad attività produttive e famiglie provate dai pagamenti delle ultime bollette di luce e gas. Il settore delle costruzioni è colpito in questa fase su due fronti: direttamente, per gli elevati costi di produzione e reperimento del materiale; indirettamente, perché si evidenzia la difficoltà di privati e sfera pubblica nel voler continuare a investire nella riqualificazione del patrimonio edilizio. Intervento che si rende sempre più urgente e imprescindibile per raggiungere gli obiettivi di riduzione dell’impatto energivoro delle abitazioni e dei gas climalteranti, promuovendo al contempo sostenibilità e comfort dell’abitare. Per questo Ance Brescia ha più volte ribadito l’urgenza di dare stabilità e continuità nel tempo agli incentivi per la Casa per garantire gli investimenti, anche ridimensionando l’aliquota. L’edilizia ha registrato due anni di crescita record, del 20% nel 2021 e del 12% nel 2022, ma nel 2023 i dati diffusi dalla nostra Associazione a livello nazionale prevedono un ritorno del segno negativo, con una flessione degli investimenti del 5,7%. Un dato che non va letto negativamente, vista la forte impennata del biennio passato, purché non si aggravi con una mancata partenza degli investimenti del Pnrr nel 2023. Alla richiesta di dare continuità alle agevolazioni sul costruito, si aggiunge l’appello a intervenire subito per assicurare alle imprese liquidità e un sistema di regole chiaro in grado di far funzionare un settore strategico per la crescita economica e l’occupazione. A livello nazionale le opere del Pnrr costano sempre di più — si stima un aumento del 50% — e le imprese stanno ancora aspettando cinque miliardi per lavori realizzati negli ultimi mesi. Senza lo sblocco di queste somme sono a rischio circa 23 mila cantieri per un valore di 162 miliardi. E mentre da Bruxelles arrivano proposte legislative per contenere i rincari, incombe minacciosa la possibilità di una recessione economica e i cantieri italiani — per restare in tema di energia — sono a rischio blackout. Tutte istanze, preoccupazioni e sollecitazioni a cui abbiamo dato voce durante gli incontri con i candidati delle diverse fazioni politiche in vista delle elezioni dello scorso 25 settembre. Momenti di confronto sulle questioni più delicate per il settore e l’economia del Paese che vorremmo poter riproporre in futuro per dare continuità al dibattito, senza confinarlo ai soli periodi antecedenti le votazioni. La nostra Associazione è pronta a mettere sul tavolo, con spirito propositivo, ragionamenti e strategie utili al nuovo esecutivo. Nel frattempo, ci rivolgiamo ai parlamentari bresciani eletti alla Camera e al Senato, complimentandoci per il risultato ottenuto, auspicando possano fare proprie criticità e richieste del comparto emerse nei diversi incontri e riportarle nelle aule di Palazzo Montecitorio. Le imprese hanno bisogno di poter programmare gli investimenti e al governo Meloni, a cui indirizziamo i nostri migliori auguri di buon lavoro, la nostra Associazione chiede una politica industriale per il settore edile che garantisca un orizzonte di stabilità e crescita. Ance è già al lavoro per elaborare una proposta articolata, seria, responsabile e finalizzata al raggiungimento di questo obiettivo. A LIVELLO NAZIONALE LE OPERE DEL PNRR COSTANO SEMPRE DI PIÙ – SI STIMA UN AUMENTO DEL 50% – E LE IMPRESE STANNO ANCORA ASPETTANDO CINQUE MILIARDI PER LAVORI REALIZZATI NEGLI ULTIMI MESI. SENZA LO SBLOCCO DI QUESTE SOMME SONO A RISCHIO CIRCA 23 MILA CANTIERI PER UN VALORE DI 162 MILIARDI

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Massimo Angelo Deldossi