Una storia lunga 70 anni

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UNA STORIA LUNGA

Anav nasce come una scommessa sul futuro, nell'Italia spaccata in due dalla guerra, tra le rovine del Paese che può finalmente cominciare a piangere i suoi morti e le aziende che neppure riescono a contare i danni. E con le imprese di bus che sono rimaste senza mezzi, requisiti per scopi bellici, mentre quei pochi che circolano non hanno pezzi di ricambio, batterie, gomme.

ANNI

È il 5 agosto 1944. Le truppe americane del generale Clark sono entrate a Roma da appena due mesi, il 4 e 5 giugno, ma la voglia di riprendere una vita normale non lascia tempo: per riprendere il servizio, recuperare i mezzi confiscati, ricostruire la rete di trasporto, un gruppo di imprenditori si dà appuntamento da un notaio romano e si costituisce in associazione, l'Acast (associazione concessionari autolinee e servizi turistici), per trattare direttamente con il Governo provvisorio e con la Commissione alleata. Primo presidente viene nominato il cavalier Enrico Cianca, della società di autolinee Augusto Salvatori. La storia dell'Anav - che negli anni cambierà più volte nome, ma senza mai perdere l'intraprendente spirito fondativo - ha inizio. La grande Storia dell'Italia e del suo sviluppo deve molto, già dall'inizio del '900, ai pionieri dei bus - le antiche corriere - che univano per la prima volta, in una rete fittissima, le località più lontane. Le storie delle aziende Anav, la loro avventura, sono per questo un pezzo importante della crescita del Paese. Ma anche la storia di Anav, la loro associazione, in

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questi 70 anni, è stata una “avventura” che ha permesso a un settore vitale per le comunità come quello del trasporto viaggiatori di giocare un ruolo importante nelle istituzioni nazionali. Per accompagnare l'evoluzione del trasporto viaggiatori. E il lungo viaggio dell'Italia.

Una associazione per unire il Paese Ma torniamo a quel 1944, quando per far nascere l'Acast si riunirono come soci promotori il cav. Enrico Cianca (società autolinee Augusto Salvatori), Augusto Garbini (soc. Igino Garbini e C.), il cavalier Alberto Marchetti (della Società Autolinee Roma), Domenico Pompili (Gestione autolinee), Assuero Pompili (Autoservizi di Palombara Sabina), il cav. Giuseppe Albino Galante (ditta Augusto Salvatori), il cav. Virgilio Zeppieri (Soc. Aut. Virgilio Zeppieri), Valerio Nobili (soc. Cruciani e C.), Pompeo Ricci (Soc. Orviniense) e Lino De Bonis (società Atal). Oltre a rimettere in sesto le imprese, a recuperare i mezzi sequestrati e a trovare pezzi di ricambio - per cui faranno appello agli americani - c'è un altro problema da fronteggiare subito: ogni camion, camioncino, ogni mezzo era allora utilizzato per spostarsi, e nel caos del momento si erano create vere e proprie “linee” di fatto subentrate alle regolari concessioni. Che fare? “Organizzarsi”, come titola uno dei primi numeri di “Autolinea”, la nuova rivista di Acast: un organo di stampa per tenere informata e collegata la rete delle aziende associate. E la riorganizzazione del settore diviene scopo sociale. A dicembre già


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