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di sostenere il principio della resa incondizionata da imporre agli avversari: nessuna sorta di patteggiamenti; la guerra sarebbe continuata fino alla resa completa del Reich. Nell’autunno 1944 la Germania poteva considerarsi virtualmente sconfitta. Nella conferenza di Mosca, Churchill e Stalin abbozzarono una divisione in sfere d’influenza dei paesi Balcani che, in contrasto con la Carta Atlantica, non teneva in alcun conto la volontà dei popoli interessati. Questo portò all’incontro di Yalta da parte di Roosevelt, Churchill e Stalin dove stabilirono che la Germania sarebbe stata divisa in quattro zone di occupazioni e sottoposta a misure di “denazificazione” e che, per quanto riguarda la Polonia, il governo sarebbe dovuto nascere da un accordo fra la componente comunista e quella filo-occidentale. Con queste rassicurazioni, l’Urss si decise a muovere guerra contro il Giappone. In contemporanea all’incontro di Yalta, l’occupazione russa occupò tutto il territorio polacco. Poco dopo, in Aprile, crollò anche il fronte italiano mentre il Cln lanciava l’ordine dell’insurrezione generale contro il nemico in ritirata. 7 maggio 1945, venne firmato l’atto di capitolazione delle forze armate tedesche. Certamente i Sovietici, nei quattro anni di guerra contro i nazisti, compirono un’operazione enorme. Infatti, un’intera generazione venne stroncata, ci furono circa 26 milioni di morti. Quasi tutte le zone più ricche furono distrutte, in sostanza il contributo militare sovietico risultò superiore di quello di tutti gli altri stati. Ci si può chiedere le motivazioni che hanno portato a questo enorme sforzo. La propaganda sovietica rese noto il piano nazista in caso di vittoria (Generalplan Host). Questo piano prevedeva lo sterminio delle popolazioni slave nei territori europei dell’Urss e il ripopolamento di vaste aree con coloni tedeschi. Ma ancora molto lavoro deve fare la storiografia per comprendere lo spirito patriottico in un Paese dove ormai da tempo si era instaurata la feroce dittatura stalinista.8

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‘Russia in guerra 1941-1945’, R. Overy, Neri Pozza, Torino 2013

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