QE-MAGAZINE WEB # 2 - Anno 6 - Febbraio 2021
QE-MAGAZINE, FEBBRAIO 2021 #2 2021
L' editoriale by Maria BOLOGNA
Ho avuto l'onore di partecipare, per la seconda volta, al webinar organizzato dal Club Ambasciatori della destinazione Monaco con la benedizione del suo coordinatore generale, il dott.Gianmarco Albani. Ad ideare l'iniziativa è stato il Console Onorario di Monaco a Venezia, la signora Licia Balzan che, avvalendosi dell'ottima collaborazione del suo braccio destro, la dott.ssa Irene Galli e della Direttrice dell'U ficio del Turismo di Monaco a Milano, dott.ssa Gloria Svezia, ha coinvolto come platea i membri del Club degli Ambasciatori (Veneto e Friuli Venezia Giulia). Tra i partecipanti, molto apprezzato l'intervento di SEM Robert Fillon che ha accennato ai lavori preparatori in merito alle celebrazione dei 100 anni dalla morte del Principe Alberto I di Monaco - che vanta già un discreto profilo su Instagram - mentre, per la parte maggiormente promozionale legata alle attività dell'Università internazionale di Monaco. Quanto alla sottoscritta, invece, mi sono dedicata a proporre una sorta di passeggiata virtuale tra gli a freschi ra faelliti da poco scoperti sulle volte del Palazzo dei Principi di Monaco, sfiorando il legame tra Monaco e Trieste, stigmatizzata con le targhe poste in entrambe le città collegate dalla Via Alpina. E, spostando lo sguardo oltre il consueto, ho illustrato in sintesi la storia che lo chef caviste Gennaro Iorio mi ha raccontato in merito alle prestigiose 'cave' ossia cantine dell'Hotel de Paris. Devo ammettere che è vero, il Principato di Monaco è davvero un microStato ma, dalla sua, ha un prodigioso talento: quello di essere sempre diverso e sorprendente cambiando semplicemente punto di vista. Tuttavia, cari lettori, abbiamo deciso che approfondiremo, nel nostro QE-MAGAZINE di marzo, alcuni di questi aspetti meno noti del Principato. In questo numero, invece, troverete diverse interviste, curiosità ed un'ampia sezione dedicata al benessere perché, al tempo del coronavirus, bisogna imparare a prenderci cura di noi nel miglior modo possibile. E farlo grazie anche al nostro sfogliabile digitale è un regalo che, ancora una volta, vi o friamo. Ad maiora Fishow è la prima puntata di una serie di candid-camera realizzate a Monaco con lo scopo di educare, sorridendo, al rispetto dell'ambiente marino e dei suoi abitanti. Per accedere al video cliccare qui.
“Made in Italy” (www.madeinitalyradio.it) non è una stazione radiofonica e nemmeno una web radio: Diciamo che è un programma radiofonico in cui vengono presentati, con la formula del talk-show o infotainment, argomenti e tematiche raccontati da selezionati protagonisti delle eccellenze italiane del made in Italy. Ed è accessibile gratuitamente ma solo via web e sui profili social...
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QE#2 Febbraio 2021
SOMMARIO PAG. 4 Quando l'unione non c'è nemmeno durante la pandemia della Covid19 // Dispositivo CARE: ecco i nuovi aiuti alle imprese di Monaco in difficoltà PAG. 10 Croce Rossa di Monaco: continua la mobilitazione // Mitopoiesi PAG. 12 INCONTRI: Eva Bolognesi // MOiTO: Ingredienti di questa pozione: tu o virtuale, intensamente e solo a Torino Scintille
PAG. 20 Valogno: il borgo degli artisti e delle favole PAG. 24 Le amazzoni pop del MAMAC PAG. 28 Il metodo M.A.C. al tempo della Covid19
SALUTE
PAG. 32 L'uomo ed i suoi due cervelli PAG. 36 Monaco Run 2021: è record del mondo! PAG. 38 Il magico mondo glam di Laura PAG.40 Principessa Grace di Monaco, una musa ispiratrice
QE-MAGAZINE, testata indipendente edita nel Principato di Monaco, non è solo un periodico digitale sfogliabile in italiano ma anche un sito d'informazione con post giornalieri pubblicati su ww.qemagazine.com. La versione cartacea in PDF, invece, è distribuita solo agli abbonati e gli inserzionisti che ne facciano richiesta. Attualmente offerto agli uffici dell'Ambasciata d'Italia a Monaco e al CREM, QE-MAGAZINE si propone come medium per servizi video - YOUTUBE MonteCarloBlog, podcast ed interviste audio diffusi sulla pagina SoundCloud di AMP Monaco. QE-MAGAZINE è presente anche sui Facebook, Instagram e Twitter. Tutti i QE-MAGAZINE pubblicati fino ad ora sono sfogliabili sulla piattaforma dedicata issuu.com/ ampmonaco. Per maggiori informazioni scrivere a: ampmonaco@ampmonaco.com.
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Quando l'unione non c'è nemmeno durante la pandemia della Covid19
E' difficile credere che, nonostante siano trascorsi secoli, le istituzioni monegasche si sorprendano nel comprendere i limiti, non solo geografici, del Principato di Monaco. Il
territorio è da sempre un enclave tra i comuni francesi da cui provengono decine di migliaia di lavoratori pendolari al giorno, proprio grazie alle opportunità offerte nel regno del Principe Alberto II di Monaco. Tutto scontato forse, ma pare che la pandemia del coronavirus sia servita a farci capire che i governanti della terra di Voltaire, stringendo convenzioni ed accordi bilaterali particolarmente sofisticati, siano anche abbastanza scaltri da influenzare la normale quotidianità dei monegaschi. La reazione di qualche giorno fa, comunicata Urbi et Orbi per mano del Consiglio Nazionale di Monaco, replica alle limitazioni prescritte dalla Prefettura delle Alpi Marittime - tra cui la già accettata concessione del torneo tennistico Rolex Monte Carlo Masters ma solo a porte chiuse oggetto di scherno sui media francesi. Da quello che si evince, è evidente quanto, anche per i legislatori monegaschi, sia non semplice parlare di indipendenza nel momento in cui non ci sono risposte immediate alle supposte ingerenze francesi. Parliamo, in particolare, della libera circolazione delle persone nelle aree circostanti, tutta da interpretare nonostante sia evidente che si cerchi di contenere il cluster del coronavirus presente in tutta la Costa Azzurra. Se ora si parla di regole strette e di confinamento tutt'intorno a Monaco. Tuttavia, non serve che la terra dei Grimaldi si adegui a queste misure perché, indirettamente, ne subisce le conseguenze. L' abilità degli amministratori di Israele dimostrata nell'acquisto delle dosi della Pfizer o quella dei Sammarinesi - che si sono rivolti direttamente alla Russia per avere le vaccinazioni da somministrare alla propria popolazione - poteva essere un modello anche per Principato. Ed invece no. Così come la rinuncia monegasca alle 80 mila dosi sancita con un accordo con l'ASL 1 ligure è esempio di mancanza di strategia, del famoso piano B. Di questo abbiamo già scritto un articolo (cliccare qui per leggere l'articolo: https://qe-magazine.com/lavoratori-italiani-a-monacovaccinazioni-in-accordo-con-lasl1-ligure/) Comunque sia la prefettura delle Alpi Marittime, da cui dipende il Dipartimento 06, ha ignorato le richieste del Governo monegasco di chiarire la posizione dei suoi residenti ma si è adeguato chiudendo i ristoranti la sera. E pensare che, ancora qualche tempo fa, nei paesi limitrofi, si vedevano persone passeggiare all'aria aperta senza indossare alcuna mascherina perché non c'era alcun obbligo. Ed ora, che gli atteggiamenti irresponsabili che hanno causato danni a tutti non sono più tollerati, ci ritroveremo a passeggiare a Monaco mentre nessuno ci può raggiungere se non per motivare ragioni. Insomma, due pesi e due misure... .........................................................................................................................................................................................................................................................................................................
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Dispositivo CARE: ecco i nuovi aiuti alle imprese di Monaco in difficoltà Nel corso della recente riunione dei
membri della Commissione d'Accompagnamento della Relazione Economica (CARE), i rappresentanti del Consiglio Nazionale, Balthazar Seydoux, Presidente della Commissione delle Finanze e dell'Economia Nazionale, e Corinne Bertani, consigliere nazionale incaricato del dossier commerciale all'Assemblea, hanno chiesto al Governo di Monaco, a nome dell'istituzione da loro rappresentata, di fornire un sostegno supplementare alle imprese più colpite dalla crisi della Covid-19. In effetti, data la gravità e la durata della pandemia, è apparso essenziale agli eletti ricorrere ad aiuti supplementari a quelli già esistenti. Nella nota diffusa il 25 febbraio si legge infatti che 'questo sostegno è essenziale per preservare tutti i nostri attori
Balthazar Seydoux al Conseil National de Monaco
economici durante la crisi, in modo che possano riprendere la loro piena attività quando la situazione lo permetterà'. La richiesta del Consiglio Nazionale, nata anche dalle diverse sollecitazioni ricevute dai monegaschi in difficoltà 'è tanto più legittima in quanto gli eletti hanno votato stanziamenti significativi per combattere la crisi: 398 milioni di euro nel 2° bilancio rettificativo, di cui più di 100 milioni non sono stati utilizzati fino ad oggi'. 'È essenziale - continua il comunicato - che le somme votate vadano effettivamente a beneficio dei professionisti del Principato, che stanno affrontando difficoltà reali per superare questa crisi. Anche se dobbiamo mostrare discernimento negli aiuti assegnati, non è il momento di fare risparmi in un momento in cui alcuni attori economici hanno più bisogno di aiuti statali'. In risposta a queste richieste il Governo di Monaco, per voce di Jean Castellini, Consigliere del Governo, Ministro delle Finanze e dell'Economia, e Laurence Garino, Direttore del Welcome Office, hanno indicato le nuove misure nel corso di un incontro con la stampa organizzato nel pomeriggio di venerdì 26 febbraio, ad un anno da quando l'ex Ministro di Stato Serge Telle ha annunciato le prime iniziative anti Covid19. Da allora pare che la CARE, la Commissione d'Accompagnamento alla .........................................................................................................................................................................................................................................................................................................
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Relazione Economic - la cui missione è evoluta nel tempo - è passata ad essere un dispositivo ideato per tamponare l'emergenza a organismo di sostegno globale 'su misura'. Secondo quanto riferito, gli aventi diritto hanno ricevuto in totale 30 milioni in aiuti diretti, e dei circa 400 milioni di euro previsti per la gestione della crisi nei bilanci 2020 e 2021, quasi 260 milioni sono stati spesi, lasciando 140-150 milioni da impiegare nel 2021. Per questa ragione il Governo di Monaco ha accolto nuove domande, accolte solo se i criteri indicati sono perfettamente rispettati. "Bisogna reinventarsi, trovare nuovi modelli di business, immaginare - dice Castellini - di integrare altre formule commerciali a quelle già esistenti. Penso, ad esempio a paesi come Eze Village o Saint Paul de Vence, replicabili per l'offerta artistica e culturale a Monaco Ville, dove i negozi di souvenir sono in sofferenza per la mancanza di turismo". Per approfondire come aderire al Care, invitiamo i lettori a cliccare su sito del Governo (https://service-publicentreprises.gouv.mc) oppure qui, link utile per accedere direttamente al formulario emanato questo febbraio. Quanto invece ai nuovi strumenti
Copyright- Direction de la Communication-Stéphane Dana
offerti dal Governo di Monaco, Laurence Garino, direttrice di Monaco Welcome, ha elencato le varie attività in corso, come Monacoboost ed altre attività, tutte ideate a complemento ed integrazione delle offerte esistenti per invogliare nuove aziende ad installarsi nel Principato e rilanciare l'economia locale.
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Croce Rossa di Monaco: continua la mobilitazione Dall'inizio di gennaio, la Croce Rossa monegasca prosegue le sue attività, consolidando la pianificazione per il 2021, ispirandosi alle esperienze dell'anno precedente. Tra le azioni in corso attualmente il sostegno e conforto a chi ne ha bisogno, cosa che viene resa nota anche attraverso le chiare notizie diffuse attraverso i social media, il suo sito web o campagne locali, video, tutorial e altre iniziative. Inoltre, per proteggere i professionisti della salute, sempre la Croce Rossa monegasca, in collaborazione con il Governo di Monaco, distribuisce dispositivi di protezione individuale (DPI), istruendo gli operatori di primo soccorso, infermieri della Croce Rossa e paramedici sulla vestizione/svestizione e sul protocollo di disinfezione durante il trasporto o durante le visite a domicilio. In gennaio, ben 44 persone hanno beneficiato della formazione della Croce Rossa. A distanza, invece, attraverso l'Home Monitoring Centre, la Croce Rossa monegasca effettua visite a casa e consegne di materiale di prima necessità ai pazienti isolati. Anche presso in centro Covid19 sono presenti numerosi rappresentanti e volontari della Croce Rossa. Tuttavia il servizio sociale dell'associazione no-profit monegasca, durante tutto l'anno, si occupa di un alto numero di richieste, rimanendo permanentemente aperta dall'inizio della pandemia e sostenendo persone che sono state socialmente colpite dalla crisi sanitaria. Anche i bambini, che si sono trovati in difficoltà a scuola a causa del confinamento e la chiusura dei loro classi, qualora provengano da famiglie disagiate, sono assistiti da vicino. L'estate scorsa, ad esempio, sono state organizzate sessioni di sostegno durante l'estate, aiutando gli studenti per lo svolgimento dei compiti a casa a partire dall'inizio dell'anno scolastico 2020. Ed ora, durante queste vacanze di febbraio, la Croce Rossa si è assunta la responsabilità di fornire lezioni private, nel rigoroso rispetto delle norme sanitarie. Per maggiori informazioni sulle attività in corso o per donazioni ecco il link: www.croix-rouge.mc
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Le parole che curano
Mitopoiesi
a cura di Salvatore Dimaggio La mitopoiesi è l'attività umana volta a creare dei miti o ad interpretare la realtà ricorrendo agli stessi. Cultura greca classica e mitopoiesi sono legate a doppio filo, non solo per la mitologia famosa ancora oggi, ma per la trasfigurazione di semplici città, guerre, uomini, in miti. Atene e Sparta, infatti, più che essere due città nelle quali si viveva, si lavorava, si pagavano le tasse, eccetera, sono diventate due autentiche icone a disposizione di chiunque voglia elogiare uno stato democratico progressista oppure alternativamente le virtù di uno stato autoritario, conservatore e radicato nelle proprie tradizioni.
Immagine: copyright Michela Terzi
Perché queste due polis si sono trasformate in due oggetti culturali eterni ed intramontabili? Ciò è certamente dovuto ad una tradizione che ha ricordato il conflitto di queste due città, un tempo alleate, dipingendolo con i colori vivaci di una sorta di guerra dei mondi. Una guerra fantastica tra due mondi alieni tra loro e abitati da due razze pittoresche ed affascinanti, quanto sideralmente diverse, che si affrontavano in una guerra paradigmatica. Forse, in un certo senso, parte della responsabilità, seppure incolpevolmente, può
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ricadere proprio sul grande Tucidide che ha raccontato dettagliatamente la Guerra del Peloponneso nella sua omonima fondamentale opera: un autentico insuperabile capolavoro di letteratura storiografica. Tucidide usa un approccio totalmente laico, dunque per la prima volta non trovano alcuno spazio gli dei olimpici, ma a muovere la scacchiera della Storia sono le passioni umane, le pulsioni intime, la sociologia, l'economia e la strategia militare. Lo stile dello storico ateniese è raffinato e asciutto, secco, clinico a tratti addirittura spietato eppure tremendamente appassionante ed evocativo. Forse è stato proprio il suo sistematico voler sgombrare il campo da ogni mitologia ad aver fatto ricadere un certo crisma mitico proprio sul “carattere” delle due città. D’altra parte, com’è noto, la storiografia per Tucidide è κτῆμα ἐς αἰεί (un possesso per sempre), ciò implica che lui rifugge gli elementi esotici e favolosi usati da Erodoto, ma usa un approccio freddo e scientifico che renda l’opera un autentico documento per l’eternità. Consideriamo il seguente frammento tratto da La Guerra del Peloponneso: “Sono convinto che la motivazione più autentica, quella però che meno traspariva dai discorsi ufficiali, fosse la formidabile potenza conseguita da Atene e l’apprensione che ne derivava per Sparta: e la guerra fu inevitabile.” Più che un racconto di guerra, sembra di leggere un testo di termodinamica; una legge fredda e deterministica. Ciò è talmente vero che il politologo statunitense Graham Allison usa questa analisi, che ha ribattezzato “trappola di Tucidide”, per spiegare in modo meridiano le dinamiche della crescente tensione tra USA e Cina. Un recente pregevole saggio: “Sparta e Atene. Autoritarismo e democrazia” di Eva Cantarella, appena pubblicato per Einaudi Stile Libero, si occupa di indagare, per quanto possibile, la realtà oggettiva dei fatti e traccia un quadro delle due città piuttosto lontano dai miti che tutti abbiamo nella mente. Ciò che emerge leggendo questo stimolante testo, che mi permetto di consigliarvi, è la storia di due città molto più simili di quanto non si creda: due polis che parlavano la stessa lingua, adoravano i medesimi dei ed osservavano tradizioni sostanzialmente simili, ma soprattutto, non avevano poi delle grandi differenze in ciò che consideravano vizio e ciò che consideravano virtù ed, in definitiva, è questa la più efficace cartina di tornasole per capire se due comunità, ma anche due persone, sono diverse o simili. Ma, al di là, dell' indiscutibile qualità del libro, potremmo prosaicamente chiederci: ci interessa davvero conoscere le vere Atene e Sparta? Io risponderei: sì, ma fino ad un certo punto. Questo perché dal nostro punto di vista di uomini del XXI secolo, il mito delle due polis e tutta l'immensa bibliografia, fatta anche in buona parte da clamorosi travisamenti, che ne è derivata, pesa molto di più della reale vita di queste due cittadine dell'antichità. Il lascito della cultura ellenica costituisce una delle due gambe, insieme al cristianesimo, sulle quali si regge la cultura occidentale ed indirettamente tutta quella occidentalizzata. Come lucidamente spesso nota il filosofo Galimberti, dal cristianesimo abbiamo ereditato, (persino chi non ha la Fede) l'idea di una fiducia in un'età dell'oro posta nel futuro e non nel passato, che probabilmente è stato il più grande motore dello sviluppo occidentale. Al contrario in Grecia allignava un sardonico pessimismo e scetticismo sul destino del singolo e della comunità e la tragedia era ben più che un genere teatrale. Tuttavia è innegabile che la Grecia, i suoi dei, i suoi filosofi, le sue città, tutti indistintamente assisi nell'olimpo della mitologia, siano radici forti della nostra comune identità. “La maggior parte della gente non si preoccupa di scoprire la verità, ma trova molto più
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INCONTRI: Eva Bolognesi
a cura di Andrea Iannuzzi
E’ una delle influencer più di tendenza del momento. Il suo pubblico è sì formato da giovanissimi, ma si orienta anche molto sui grandi. Perchè lei, Eva Bolognesi (su Instagram @eva_labolofficial), è una donna elegante e di classe, e piace proprio per questo suo stile versatile: più giovane ma anche più donna. Molto presto la sua attività si orienterà a Monte-Carlo, in quanto alcune aziende per le quali lavora hanno sede nel Principato di Monaco. Tutto è pronto, manca solo una situazione pandemica più favorevole.
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L’abbiamo incontrata per farci raccontare questa novità e spiegarci come si sta orientando la moda in questo periodo. Eva, normalmente la moda segue un colore di stagione. In tempi di pandemia, gli stiliti si sono orientati sulla tradizione o per la prima volta ognuno ha fatto per se. E perché? L’impatto della pandemia ha cambiato moltissimo il mondo del luxury, uno dei settori che ha sempre seguito la tradizione, ma che ha dovuto evolversi per sopravvivere a questa crisi, utilizzando nuove tecnologie e sperimentando il più possibile sul web, basti pensare che la Milano Fashion Week si è svolta a porte chiuse (e in streaming). Quello che noto soprattutto parlando con le persone è che il periodo post primo lockdown è stato caratterizzato da acquisti sempre più mirati alla praticità, sicuramente lo smart-working utilizzato in modo massivo e la scarsissima, quasi nulla vita sociale porta tutti a cercare un abbigliamento pratico e comodo, con l’acquisto di capi casual e poco impegnativi. Per quanto riguarda la stagione autunno-inverno 2020 non troviamo un unico colore di stagione, ma una palette varia che passa dal blu con tonalità noir, fino a sfumare nell’azzurro, passando poi per il giallo pallido, anche lucido e dorato, alla nuance del beige naturale e neutro ed anche molto presente in questo periodo è il marrone che richiama il colore delle foglie, sia nella testa di moro che del nocciola. In definitiva ho notato meno orientamento alla tradizione ma anche nelle collezioni dei brand di alta moda una maggior attenzione all’aspetto della sostenibilità e l’idea che si possa
Foto: copyright Paola Malfatto .........................................................................................................................................................................................................................................................................................................
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andare sempre di più verso questa direzione. Il look delle donne si tinge di gioventù, come mai? Le donne amano esporsi più come ragazze e meno come signore? Non indossiamo mai qualcosa “a caso” anche se talvolta ci sembra così, ci dobbiamo ricordare che la “moda comunica”, già perché attraverso l’abito “comunichiamo” le nostre priorità, le nostre aspirazioni, il nostro progressismo, attraverso i colori diamo spesso forma ai nostri sentimenti. La società occidentale può considerare l’uomo over 50 come carismatico, affascinante, mentre guardando una donna, poiché siamo bombardati dall’idea di estetica e gioventù, se ne considera solo la freschezza giovanile e la bellezza, trascurando altre importanti caratteristiche. Ritengo che le donne che hanno una forte personalità e sicurezza possano indossare tubini neri, tailleur severi e magari tacchi vertiginosi sentendosi bene con loro stesse senza per questo tener conto dell’eccessiva pressione sociale. Come scegli il giusto outfit per ogni occasione speciale? Quando sono davanti al guardaroba, intenta a comporre un outfit mi chiedo se possa essere adatto ad
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una specifica occasione. Se decido di optare per il colormixes, rispetto il fashion-diktat che impone la “regola dei tre”. Mi capita di puntare su un’unica nuance, una tinta basica, non troppo forte né troppo particolare, magari un luminoso total-white o un total black impreziosito da accessori dorati. Per me il must-have del guardaroba femminile sono un blazer, tubino nero o pantalone nero abbinato ad una camicia in seta color pastello e non rinuncio mai a décolleté con tacco alto. Amo mixare accessori trend con capi estremamente classici. Parlando di tv, cosa pensi di tutte queste influencer tue colleghe come Giulia De Lellis, piuttosto che Chiara Nasti, che affollano i reality show? Penso che i reality siano il mezzo più immediato per arrivare al grande pubblico nel bene e nel male, un’occasione sicuramente importante per mettersi a nudo e far conoscere se stessi. Non credo sia semplice da affrontare sia per le dinamiche interne al gioco sia per il riscontro una volta usciti: haters, l’incapacità talvolta di gestire le eventuali ospitate etc.. La cosa importante è sempre sapere cosa si vuole raggiungere, cosa si vuole comunicare ma talvolta la voglia di popolarità può cogliere impreparati. Giulia De Lellis ha fatto un bellissimo percorso perché durante la sua partecipazione al GFVIP, non solo è stata autentica ma è diventata sempre più influente, una volta uscita ha raccolto moltissimi consensi, riuscendo ad aumentare la sua reputation e stringendo collaborazioni con importantissimi brand. Ora ti stai orientando verso Paesi stranieri con il tuo lavoro, è corretto? Sì, diciamo che a breve, quando le restrizioni per il Covid19 me lo permetterà, ho già pronto un viaggio a Dubai per alcune sponsorizzazioni. Inoltre sto per realizzare un .........................................................................................................................................................................................................................................................................................................
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traguardo importante, poiché concentrerò molto il ruolo di influencer anche a MonteCarlo. Sembra incredibile ma per i blogger italiani è ancora una realtà inesplorata, voglio essere fra le prime. Quindi sei pronta al grande passo per il Principato di Monaco? Sì era già tempo che ci pensavo, ma poi con la pandemia ho dovuto rimandare. Ho diverse aziende che sono su MonteCarlo, per le quali dovrò fare una serie di servizi. L’idea è quella di promuovere la loro sede di Monaco in Italia, poiché sappiamo quanto gli italiani amino la Costa Azzurra e specialmente il Principato. Io sono fra questi. Che cosa ti affascina della terra di Sua Altezza Serenissima il Principe Alberto II? Ecco, proprio la famiglia Grimaldi. Sono sempre stata affascinata dalle loro vicende, perché sono Principi e quindi hanno sicuramente una vita agiata, ma hanno conosciuto il vero dolore con vicissitudini che non tutti avrebbero superato. La morte tragica della Principessa Grace, quella altrettanto spaventosa di Stefano Casiraghi, il marito di Carolina. E le tante delusioni avute da persone che hanno gravitato attorno a loro. Certo il lusso che circonda Monte-Carlo è una favola, ma anche la storia che si perde nel tempo lo è. .........................................................................................................................................................................................................................................................................................................
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Ingredienti di questa pozione: tu o virtuale, intensamente e solo a Torino Gentili lettori del nostro MO i TO, perché non approfittare del vostro smartphone o del PC per accedere alla piattaforma online ed imparare a conoscere i segreti della GAM o di Palazzo Madama? Cosa, come dite? Non sapete come si fa? Ma è semplice, potete fare una visita digitale cliccando qui e...buona visione ovunque voi siate!
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Scintille
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a cura di Patrizia Ruscio
La nostra Patrizia Ruscio, per questo numero 2 di QE-MAGAZINE, ci porta con lei a Valogno, un paesino in provincia di Caserta, dove il colore vince su tutto, anche sulla malattia. Di questo miracolo è merito dei murales che trasportano i visitatori nel magico mondo delle favole.
Valogno: il borgo degli artisti e delle favole
Esiste un luogo nel Sud Italia dove i muri
raccontano storie di semina e rinascita. E' Valogno, uno scricciolo di mondo arroccato sulle colline di Roccamonfina, il vulcano sopito che osserva in silenzio il riscatto di un territorio. Con poco meno di cento anime in tutto, questo piccolo borgo è recentemente balzato alle cronache per un'iniziativa fuori dal comune. Le grigie facciate delle case sono state rivestite dal colore dei murales che ne hanno ridefinito l'identità. Disegni che inneggiano all'amore, che invocano la protezione di S. Michele Arcangelo, ricordano l'Unità d'Italia e accompagnano i visitatori lungo un percorso unico che si snoda fra vicoli, slarghi e cortili di palazzi nobiliari, in un concerto di colori sfavillanti e personalità eccentriche. C'è Alfredo Troise, l'artista napoletano che dipinge occhi e vulcani in eruzione: “La lava simboleggia la rinascita e la fertilità. Non a caso i quadri che ritraggono i vulcani sono tra i più richiesti”. Troise è affetto da una malattia rara, la Sindrome di Tourette, che fino a poco tempo fa non aveva neanche un nome. La sua infanzia è segnata dal pregiudizio che .........................................................................................................................................................................................................................................................................................................
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rivive negli occhi protagonisti delle sue opere: occhi severi che scrutano persone dal cammino incerto che soccombono sotto il peso del giudizio. La personalità di Alfredo riflette le tante sfaccettature di Valogno, spesso in contraddizione tra loro eppure così armoniose. Il Borgo d'Arte è innanzitutto un luogo del cuore dove la creatività confina con le grigie periferie dell'animo umano che conducono inaspettatamente al trionfo del colore e della gioia di vivere. C'è Silvio Fusco, il proprietario del RistorArt Zì Catarì, il ristorante solidale dove a chi non può permetterselo viene offerto un pasto gratis. Perfettamente accomodato in un cappello nero e in abiti vintage, Silvio è insieme chef creativo ed eclettico artista. Le sue opere spaziano dai primi piatti a base di pesce alla pitto-scultura per ipovedenti, dove pittura e scultura diventano materiche e sensoriali. Ha di recente maternità e albero della vita. E infine ci sono loro, Dora Mesolella e Giovanni Casale, marito e moglie, che si sono trasferiti qui tre anni fa, voltando le spalle alla Capitale e scommettendo su un piccolo comune a rischio spopolamento. Dora e Giovanni sono gli autori de “I colori del grigio” un progetto artistico autofinanziato che sta trasformando un .........................................................................................................................................................................................................................................................................................................
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paesino dormiente in un museo a cielo aperto: “Desideravamo dare ai nostri figli una qualità di vita migliore e ricca di relazioni autentiche.” - spiega Dora - “Io e mio marito amiamo l’arte in tutte le sue sfumature, così abbiamo chiamato a raccolta artisti da tutto il mondo che hanno ricoperto di murales le grigie facciate degli edifici valognesi”. Oggi Valogno conta più di 44 murales che racchiudono ciascuno un significato e una storia. “Prima si “scollocarmi” svolgevo la professione di psicologo.” - dice ironicamente Giovanni - “Oggi mi sono 'ricollocato' come psicologo di strada. Accolgo i gruppi e li accompagno alla scoperta delle vie del borgo e delle storie nascoste dietro i murales, ma soprattutto
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ascolto le loro di storie”. E' musica per le orecchie ascoltarlo mentre racconta
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l’incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II a Teano rappresentato da Salvo Caramagno, un artista catanese, oppure quello dedicato a San Michele
Arcangelo, situato davanti al “Pensatoio” uno spuntone di roccia dove ci si può riposare ma non troppo: “Perché rimuginare troppo provoca dannosi effetti collaterali” – sottolinea Giovanni. E una volta terminato il tour artistico inizia quello eno-gastronomico alla Bucolica, la splendida casa affrescata dove Dora organizza pranzi condivisi a base di
specialità locali. Un'ultima contraddizione: a Valogno manca tutto eppure c'è tutto. Mancano le scuole, i negozi, i bancomat, i bar e le palestre: “Ma la bellezza del posto, i suoi abitanti e la natura che la avvolge ci ripaga abbondantemente” conclude Dora, sorridendo.
www.CMB.mc .........................................................................................................................................................................................................................................................................................................
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Le amazzoni pop del MAMAC Alba La Calce, dalla vicina Nizza, si era entusiasmata nel sapere che per il 30 anni del MAMAC, era stata allestita « She-Bam Pow POP Wizz ! Les Amazones du POP » una mostra originale dedicata alle Amazzoni. Poi la scure della Covid19 non ha permesso l'apertura al pubblico di questa esposizione eccezionale. Tuttavia, attraverso una serie di video diffusi sul canale youtube del Museo , accessibili cliccando qui, è possibile vivere emozioni coinvolgenti, pressappoco quelle che la nostra Alba ci racconta nell'articolo...
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Anche, e forse ancor di più, in tempo di restrizioni personali e di allarme sanitario, l’arte ci offre una via di fuga, uno spazio incontaminato (è il caso di dirlo!) di libertà, un luogo alternativo in cui poter individuare una luce di speranza al di là della contingenza. In fondo, è questo il miracolo che compie l’artista. La capacità di proiettare la sua visione oltre il tempo presente e trasportare l’osservatore nel suo mondo di immagini, lontano dalla quotidianità, perfino nel mezzo di una drammatica pandemia. Fedeli a questa vocazione dell’arte sono le « Amazzoni » della pop art, le cui opere sono esposte al MAMAC di Nizza, in occasione del suo trentesimo anniversario, in seno ad una mostra tutta al femminile : « The Amazon of Pop. She-Bam Pow Pop Wizz ». La mostra è riconosciuta nazionale dal Ministero della Cultura e, a riprova del suo rilievo, un focus sulla vita delle artiste si trova sul sito comportamentista.com, grazie al partenariato con ARARE (Archive of Women Artists, Research and Exhibition). Ricca e ben strutturata, l’esposizione è dedicata all’opera di 40 artiste europee e nord americane della pop art, la cui attività si colloca tra il 1961 ed il 1973 e, nel rispetto di misure sanitarie relative al numero dei visitatori e della mascherina, resterà aperta al pubblico fino al 28 marzo 2021. « Tomorrow? will be better ? », si domandano le nostre guerriere riferendosi alle inquietudini del loro tempo, mentre noi facciamo loro eco dalle inquietudini del nostro. Niki De Saint Phalle, Yoko Ono, Kiki Kogelnik, Ulrike Ottinger, per citarne alcune, le artiste -pittrici, scultrici e visionarie- provengono da diversi .........................................................................................................................................................................................................................................................................................................
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paesi europei e del Nord America, ma, tutte, hanno in comune la voglia di esprimersi attraverso gli strumenti ed i materiali tipici della pop art. Dalla luce al neon di un arcobaleno accompagnato dallo slogan « Demain sera meilleur » di Martine Canneel, che, ironia della sorte, ci ricorda tanto il nostro « andrà tutto bene » nei disegni dei bambini nei giorni del lockdown, alle (deliziose !) bambole di plastica, gonfiabili ed in serie, di Niki De Saint Phalle, sono tutte opere che sottendono all’aspirazione ad un’arte fruibile, facilmente reperibile, profondamente legata all’attualità del boom economico di quegli anni e alla nascita della produzione e del consumo di massa. Tutta da scoprire, la sezione dedicata alle Amazzoni immaginarie dei fumetti e alle loro incarnazioni cinematografiche. Fra tutte, Barbarella/Brigitte Bardot/Jane Fonda o l’iconica Marylin, espressioni di un’emancipazione sessuale che è anche affermazione di libertà intellettuale, di diritti, di emancipazione tout court. Quello che, però, colpisce è che, a differenza dei colleghi uomini che nella .........................................................................................................................................................................................................................................................................................................
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pop art hanno sviluppato una forma d’arte acritica e di pura adesione alla realtà contemporanea, nel mondo femminile rappresentato al MAMAC, pur gioioso e positivo, esplosivo di forme e colori, si avvertono, forti, la contestazione ed il malessere di quegli anni. La sezione della mostra dedicata alla guerra del Vietnam e alla guerra d’Algeria è il piu vistoso esempio di una critica insieme corrosiva e poetica, potente ed ironica, davvero tutta femminile. Ulteriore ragione, per noi italiani, di visitare la mostra, è, poi, la presenza di tre interessanti artiste nostre connazionali, eclettiche e cosmopolite: Ketty La Rocca, Milvia Maglione e Giosetta Fioroni, autentico vanto all’interno della più popolare delle correnti artistiche contemporanee. All we need is love, canta questo coro di Amazzoni forti, sensuali, consapevoli di se stesse e del proprio tempo. Generatrici di amore, vitalità e gioia come nelle serigrafie della franco-americana De Saint Phalle, in cui la figura della « NANA » e la Natura sembrano le due facce della stessa vita che si rigenera . All we need is love abbiamo voglia di cantare anche noi, insieme a loro.
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Il metodo M.A.C. al tempo della Covid19
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Incontriamo nuovamente il Prof. Dario Apuzzo, dopo la recensione e l'intervista in merito al suo libro LA FORMA PERFETTA. edito da Rizzoli, che abbiamo pubblicato sul nostro Speciale Estate 2020. Lo facciamo perché, dato l'attuale contesto, riteniamo che occuparsi di salute nel senso più ampio del termine, sia importante se fatto con gli strumenti adeguati e le giuste indicazioni. Professor Apuzzo, è soddisfatto dei riscontri che ha avuto il suo metodo? Ci ricorda a grandi linee, di che cosa è il M.A.C., acronimo di MENTE-ANIMA-CORPO? "Sono particolarmente lieto di questa domanda perché mi offre l'occasione per dire che sì, sono molto contento del risultato ottenuto anche se le mie più grandi soddisfazioni sono quelle che mi danno direttamente i pazienti. Il metodo M.A.C., in realtà, mi consente di trasmettere loro l’energia necessaria per prevenire, affrontare e superare al meglio le problematiche da risolvere spiegandone direttamente l'impiego. Inoltre, utilizzando, a supporto, anche tecniche naturali come l'Ossigeno -Ozono Terapia, ritengo che questo approccio sia essenziale per raggiungere uno stato di benessere senza l'utilizzo di farmaci. Occupandomi infatti di patologie anche serie, dai problemi osteo-articolari a quelli estetici a quelli infettivi a quelli vascolari eccetera, il metodo M.A.C. risulta completo e di facile utilizzazione". Malgrado preoccuparsi della prevenzione sia divenuto quasi un'azione indispensabile per chiunque voglia mantenersi in salute, con questa pandemia pare che l'attenzione dei media, anche quelli generalisti, sia piuttosto veicolata solo su come arginare la diffusione del virus e sull'utilità della vaccinazione come strumento fondamentale per ritornare alle normalità. Non crede che questo approccio sia leggermente fuorviante visto che non esiste solo la Covid19 tra questioni da risolvere dalla sanità mondiale? "Beh, questo sarebbe un discorso molto lungo e complesso e richiederebbe molto tempo per essere correttamente sviluppato. Diciamo comunque che nella gestione della .........................................................................................................................................................................................................................................................................................................
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Immagine: copyrigh Michael Alesi: Direction de la Communication
pandemia sono stati fatti degli errori grossolani relativamente alla diagnostica ed alle terapie errate prescritte a marzo-aprile 2020. Le conseguenze le conosciamo tutti, visto che purtroppo hanno provocato la morte di numerosissime persone. In una condizione come quelle, forse, sarebbe stato fondamentale, oltre a proteggersi, rafforzare le proprie difese immunitarie, cosa che nessun media e nessun esperto ha mai indicato in maniera chiara e efficace. Trovo invece che quello che è stato fatto si sia limitato a circoscrivere esageratamente la nostra libertà imponendo comportamenti innaturali". In che senso? "Impedire di praticare esercizi fisici all'aperto, secondo me, ha compromesso anche la quotidiana e corretta respirazione ed ossigenazione di cui abbiamo bisogno. Inoltre è evidente che distruggendo il tessuto sociale e generando stati di ansia e di depressione nella popolazione il nostro sistema immunitario sia stato compromesso. Inoltre ritengo poi che sia stata fatta un'operazione di terrorismo mediatico che ha destabilizzato un po' tutti. Senza contare che, basandomi su .........................................................................................................................................................................................................................................................................................................
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evidenze pratiche scientificamente provate, i tamponi utilizzati per individuare i malati della Covid19 abbiano generato un altissimo numero di falsi positivi. Ed ora con vaccini, per i quali i lunghi tempi di sperimentazione richiedono mediamente 10 anni per testarne l'efficacia, ci siamo trovati ad accettarli così come sono proposti sul mercato. Infine, un altro grave errore è stato quello di cercare i pazienti positivi al Covid anziché quelli immuni. Succede ancora oggi, ahimé, perché si vuole vaccinare tutta la popolazione, quando in realtà basterebbe effettuare i test sierologici per andare ad individuare chi ha a anticorpi Ecg. Invece si è preferito ricorrere necessariamente al vaccino per tutti anziché utilizzare l'approccio appena illustrato. Avremmo così potuto risparmiare dosi e raggiungere con più facilità l'immunità di gregge. Ma ancora tanto si dovrebbe dire..." Abbiamo letto che l'impiego dell'ossigeno-ozono terapia è stata una delle scelte vincenti per curare il coronavirus. Purtroppo, però, se ne parla ancora poco: come mai, secondo lei? "Come presidente dell’A.I.R.O.- Accademia Internazionale Ricerca in Ossigeno-Ozono terapia ho più volte sottolineato l'importanza dell’Ossigeno-Ozono Terapia nel trattamento e nella prevenzione del Covid19. Se questa antica metodica non si è mai diffusa è perché, verosimilmente, non incontra i favori delle logiche di mercato a capo della grande industria farmaceutica delle multinazionali. L'Ossigeno-Ozono Terapia è da considerare efficace per la sua potente azione antivirale, antinfiammatoria, antidolorifica ed immunostimolante. Diverse strutture ospedaliere, mettendo a disposizione gratuitamente mezzi e uomini, lo hanno impiegato con successo. Eppure non c'è stato nulla da fare fino ad ora: secondo me è evidente che c'è qualcosa di poco chiaro nel non volerlo impiegare". Una sua considerazione su questa pandemia: cosa vede all'orizzonte? "Non credo che ci libereremo presto da questa situazione. L'unico modo per farlo sarebbe cambiare i parametri di valutazione, analizzare meglio le statistiche. Dai dati forniti dall' ISTAT, per esempio, il numero dei morti complessivi in Italia nel 2020 sembrerebbe essere non così dissimile da quello degli altri anni. Credo sia necessario e responsabile, da parte delle istituzioni e dei governi del mondo, spingere per favorire la cultura della prevenzione, della responsabilità e soprattutto dell'amore per la vita: solo così potremmo avviarci a riprenderci i nostri destini". .........................................................................................................................................................................................................................................................................................................
#26 - 2020 #2 - 2021
SALUTE & BENESSERE
L'uomo ed i suoi due cervelli
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SALUTE & BENESSERE
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SALUTE & BENESSERE
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SALUTE & BENESSERE
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Monaco Run 2021: è record del mondo!
Edizione straordinaria quella che, lo scorso 14 febbraio, sarà ricordata come la Monaco Run dei record. A partecipare, diversamente dal solito, c'erano solo podisti ed atleti professionisti (a causa delle rigide norme sanitarie anti - Covid19) e, forse anche perché più liberi di esprimere il loro talenti sportivi, pare che i campioni abbiano dato il meglio di sè. Sulla linea di partenza c'erano diversi medagliati mondiali e continentali, tra cui Béatrice CHEPKOECH del Kenya e Joshua CHEPTEGEI dell'Uganda, entrambi hanno avuto molto successo a Monaco negli ultimi anni. Alla fine della gara, Beatrice CHEPKOECH, che ha battuto il record del mondo nei 3000m SC allo Stade Louis II nel 2018, ha stabilito un nuovo record del mondo in 14:43 in una gara mista. Come dice un noto proverbio locale, Monaco è veramente una terra di record. Da parte sua, Joshua CHEPTEGEI, stella del NN Running Team, ha dichiarato aperta la sua stagione 2021, vincendo la gara con una performance di 13:13 ed averla condotta dall'inizio alla fine. Sulla scia di CHEPTEGEI, quattro uomini hanno stabilito record nazionali. Rispettivamente il quinto e sesto in gara, l'olandese Richard DOUMA e Il tedesco Samuel FITWI, hanno stabilito il record per i Paesi Bassi in 13:27 e la Germania in 13:32. Al nono e decimo posto, Andreas VOJTA (13:48) e Thijs NIJHUIS (13:48) hanno ripetuto la stessa impresa per l'Austria e la Danimarca. Nella categoria femminile, Aude CLAVIER ha stabilito il record per la Francia U23 in 16:15 e Agnès MCTIGHE ha firmato il record svizzero, completando .........................................................................................................................................................................................................................................................................................................
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la gara in 16:28. Prossima edizione della Monaco Run, la quarta per l'esattezza, è prevista domenica 13 febbraio 2022 e, se tutto sarà libero dal coronavirus, potranno essere nuovamente accolti non solo i gli sportivi professionisti ma anche gli amatori.
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Il magico mondo glam di Laura
©Manuel Vitali - Direction de la Communication
www.befashion.store .........................................................................................................................................................................................................................................................................................................
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In occasione del lancio del nuovo luxury eshop Befashion.store, contenitore esclusivo di capi nuovi d'abbigliamento donna-uomo e accessori di marca, la titolare dello showroom, Laura Seguret, ha deciso di lanciare una campagna promozionale su tutta la merce esposta, con prezzi scontatissimi a partire da 15 euro. L'obiettivo, come dichiarato dalla stessa Seguret, è di far spazio agli stock primaveraestate e, con l'occasione, unire il fashion alla beneficenza. Infatti una parte dei profitti raccolti saranno devoluti alle attività dell'associazione Besafe Monaco, presieduta da Camille Gottlieb che, proprio in questi giorni, ha animato una campagna di sensibilizzazione per una condotta responsabile al volante quando si è in stato di ebbrezza. Per vedere il video pubblicato su Facebook cliccare qui
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Principessa Grace di Monaco, una musa ispiratrice
©Direction de la Communication / Manuel Vitali
L'iconica Principessa Grace di Monaco continua ad essere musa ispiratrice di artisti e mecenati che, quando possono, contribuiscono a perpetuare il suo ricordo con eventi indimenticabili o opere d'arte di ogni foggia e natura. Tra coloro che arricchiscono le fila dei suoi sostenitori c'è l'ingegnere milanese Riccardo De Caria, imprenditore che del Principato di Monaco è innamorato da sempre, tanto da aver sponsorizzato, solo se vogliamo prendere ad esempio gli ultimi tre anni, altrettante iniziative che meritano di essere elencate. La prima si è svolta il 12 novembre del 2019: passerà nella storia per essere stato un lussuoso e fiorito - c'erano rose ovunque - galà di beneficenza organizzato .........................................................................................................................................................................................................................................................................................................
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dall'associazione Monaco Brasil Project in occasione dei 90 anni dalla nascita della Principessa. Ebbene questa serata non avrebbe avuto luogo se non fosse stata interamente sostenuta finanziariamente dall'ingegnere. La seconda, molto più Foto del galà del 12 novembre 2019: copyright Gaetan Luci/Palais Princier pratica, è stato un dono (offerto lo scorso anno) all'ospedale monegasco intitolato alla sposa del Principe Ranieri: si tratta di uno strumento per la diagnostica meccanizzato, concepito per analizzare gli esiti dei tamponi PCR. Ed infine, nuovamente nell'ambito del progetto "Grace for ever" ideato dalla Monaco Brasil Project presieduto da Luciana de Montigny, De Caria ha finanziato la realizzazione di una opera installata nella sala Maternità del Centro Ospedaliero Principessa Grace. Si tratta della scultura pop intitolata "Grace Forever", firmata dall'artista e pianista brasiliano Marcos Marin. Ad inaugurarla, lo scorso 9 febbraio S.A.S. il Principe Sovrano, affiancato da Didier Gamerdinger, Consigliere di Governo - Ministro degli Affari Sociali e della Sanità, André Garino, Presidente del Consiglio di Amministrazione del CHPG, Benoîte de Sevelinges, Direttore del CHPG. Per l'occasione c'erano, oltre all'artista e Luciana de Montigny, anche il rappresentare del generoso mecenate, il figlio Matteo De Caria, che lavora come general manager dell'azienda di famiglia. Ricordiamo che questa questa creazione pop, che illustra e valorizza il viso dall'ovale perfetto della Principessa Grace, era stata esposta durante il galà che abbiamo citato poco sopra. Come per l'ing. De Caria, anche i componenti della Monaco Brasil Project hanno voluto ancora una volta testimoniare l'attaccamento brasiliano a colei che ha lasciato un'impronta indelebile nel cuore dei monegaschi e di tanti altri nel mondo. .........................................................................................................................................................................................................................................................................................................
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