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Le violenze della polizia croata sui migranti

LE VIOLENZE DELLA POLIZIA CROATA SUI MIGRANTI

di Giuseppe Provenza

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Le segnalazioni di violenze perpetrate dalla polizia croata al confine con la Bosnia Erzegovina nei confronti dei migranti, costituiscono ormai una lunga la serie.

Secondo quanto è stato riferito da numerosi testimoni, gli episodi in cui la polizia di frontiera croata ha tenuto comportamenti vessatori ed umilianti nei confronti di migranti sono stati molteplici negli ultimi tempi e continuano a verificarsi. Alle persone, prima di essere respinte in Bosnia, sono stati tolti gli effetti personali e perfino vestiti e scarpe e, seminude e scalze, sono state costrette a camminare, a lungo, sulla neve.

Fra queste palesi violazioni dei diritti umani, alcune hanno avuto particolare diffusione mediatica.

Un grave episodio, su cui ha relazionato il Relatore Speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani dei migranti, González Morales, si è verificato il 26 maggio 2020.

16 migranti, di origini pakistane ed afgane, sono stati fermati da uomini in uniforme nera e passamontagna che hanno dichiarato di far parte della polizia croata. Dopo averli legati, hanno quindi iniziato a bastonarli e ad infliggere loro scariche elettriche.

L’umiliazione nei confronti dei migranti ha raggiunto il culmine quando sulle loro teste sono stati cosparsi ketchup, maionese e zucchero a loro stessi sequestrati.

Sono stati quindi fatti salire su un furgone, portati al confine con la Bosnia e costretti a riattraversarlo sotto la minaccia delle armi e con la promessa che sarebbero stati uccisi se avessero riprovato ad entrare in Croazia.

Un altro episodio è stato messo in luce e pubblicato dal Consiglio Danese per i Rifugiati (DRC).

Il 15 febbraio 2021 quattro persone afgane, fra cui due bambini, sono state fermate alla frontiera da un agente a cui hanno fatto presente che intendevano fare richiesta d’asilo. L’agente avrebbe però iniziato a perquisire la donna, che, secondo il suo racconto, si è ribellata: “Ho ripetuto che non doveva toccarmi. Lui mi ha chiesto perché. Gli ho detto perché sono una donna e una musulmana ed è haram [ndt. “proibito”]. L’ufficiale mi ha dato uno schiaffo e mi ha detto: Se sei una musulmana perché sei venuta in Croazia, perché non sei rimasta in Bosnia con i musulmani?”, tuttavia, continua il racconto della donna, “Ha continuato a toccarmi il seno e dietro ed ho pianto tanto. Mi ha detto di smettere di piangere mentre gesticolava che mi avrebbe strangolato se avessi continuato. Avevo paura, ma ho smesso di piangere.”

Il racconto della donna continua con l’aggressione sessuale dell’agente che avrebbe colpito anche gli altri del gruppo su viso, testa e gambe. Poi lui e gli altri agenti avrebbero ordinato loro di incamminarsi verso la Bosnia.

Le aggressioni sessuali, tuttavia, sarebbero tutt’altro che casi isolati. Il Border Violence Monitoring Network ha dichiarato che dozzine di donne e ragazze hanno riferito di essere state “perquisite ovunque” da agenti della polizia croata maschi.

In seguito a tali accuse mosse da varie organizzazioni al governo croato e alla richiesta di indagini imparziali ed approfondite, finora la risposta è stata: “dopo essersi feriti accidentalmente o in scontri fisici fra loro, i migranti dicono sempre che a colpirli è stata la polizia del paese in cui desiderano entrare”.

Peraltro, malgrado le sollecitazioni provenienti anche dal Parlamento Europeo, finora la Commissione Europea non è intervenuta nei confronti del governo croato.

I gravi episodi di violenza nei confronti dei migranti da parte della polizia croata sono stati severamente criticati da Amnesty International per bocca del vice direttore dell’ufficio per l’Europa Massimo Moratti, che, sollecitando l’Unione Europea ad intervenire, ha dichiarato: “L’Unione europea non può più restare in silenzio e ignorare deliberatamente la violenza e gli abusi da parte della polizia croata alle sue frontiere esterne. Questo silenzio sta permettendo ai responsabili di queste violazioni di proseguire senza conseguenze, addirittura è un incentivo. La Commissione europea deve svolgere indagini sulle recenti notizie di terribili violenze della polizia contro i migranti e i richiedenti asilo.”

L’auspicio è che, finalmente, nell’Unione Europea si riesca a razionalizzare l’accoglienza dei migranti e che, di conseguenza, da parte di nessuno, in ogni luogo e in ogni circostanza venga mai meno il rispetto dovuto alla dignità di ogni essere umano.

Giuseppe Provenza - Membro del Gruppo Amnesty Italia 233

Hammad, 17 anni, dal Pakistan, con le labbra ferite e gonfie, ferite riportate da un manganello utilizzato dalla polizia croata, 9 novembre 2018 © Alessio Mamo [Foto tratta da: PUSHED TO THE EDGE violence and abuse against refugees and migrants along the balkans route - Index: EUR 05/9964/2019 - amnesty.org]

Hammad, 17 anni, dal Pakistan, con le labbra ferite e gonfie, ferite riportate da un manganello utilizzato dalla polizia croata, 9 novembre 2018 © Alessio Mamo [Foto tratta da: PUSHED TO THE EDGE violence and abuse against refugees and migrants along the balkans route - Index: EUR 05/9964/2019 - amnesty.org]

Continua la lotta per la sopravvivenza dei rifugiati a Bihac, bloccati vicino alle tende dopo che il loro campo “Lipa” era stato bruciato. Bihac, Bosnia-Erzegovina, 02 gennaio 2021

Continua la lotta per la sopravvivenza dei rifugiati a Bihac, bloccati vicino alle tende dopo che il loro campo “Lipa” era stato bruciato. Bihac, Bosnia-Erzegovina, 02 gennaio 2021

Photo by AMAR MEHIC/ANADOLU AGENCY via Getty Images