AGENDA PER I DIRITTI UMANI IN ITALIA (aggiornata al 1 marzo 2015)
Nel gennaio 2013, un mese prima delle elezioni politiche che hanno portato alla formazione dell'attuale parlamento, Amnesty International Italia ha lanciato la campagna “Ricordati che devi rispondere”. L'Italia e i diritti umani. La necessità della stessa nasceva dalla constatazione che in Italia ampie fasce di popolazione subiscono o corrono il rischio di subire violazioni dei diritti umani, provocate da inadeguatezze del sistema giuridico e/o da scelte politiche sbagliate. Nel chiedere un impegno serio a chi si proponeva, candidandosi, alla guida del paese, Amnesty International Italia ha presentato un programma di riforme, contenuto in un’Agenda in 10 punti per i diritti umani in Italia, con una lista di richieste articolate per temi prioritari. Attraverso il lancio della campagna e la presentazione dell’Agenda, Amnesty International Italia ha chiesto ai leader delle coalizioni e dei partiti in lizza, e a tutti i candidati e le candidate, di esprimersi chiaramente su ogni punto, prendendo una posizione netta e impegnandosi davanti all’elettorato a realizzare, in caso di assunzione di responsabilità istituzionali dopo le elezioni, attività legislative e di governo nel senso richiesto dai 10 punti. L’Agenda ha ottenuto, alla vigilia delle elezioni politiche del 2013, molte importanti adesioni. Cinque leader dei partiti o delle coalizioni in lizza – Silvio Berlusconi, Pier Luigi Bersani, Antonio Ingroia, Mario Monti, Marco Pannella, oltre a Nichi Vendola, Paolo Ferrero – e più di 380 candidati (118 dei quali, corrispondenti a circa un ottavo del parlamento, sono stati eletti) hanno sottoscritto, integralmente o per la maggior parte, i punti dell'Agenda. Il presente documento dà conto delle risposte che governo e parlamento hanno dato nei primi 18 mesi della XVII legislatura alle richieste contenute nell’Agenda di Amnesty International Italia. Amnesty International Italia continuerà, per tutta la durata della legislatura, a chiedere a coloro che hanno un ruolo politico e/o istituzionale, e in particolare a coloro che hanno sottoscritto l’Agenda, di realizzare riforme finalizzate al pieno rispetto dei diritti umani nel nostro paese.
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