JuveToro n. 3 - anno XI - Torino-Napoli

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GIORNALE DEDICATO AI TIFOSI DI JUVENTUS E TORINO - Anno xI - N. 3 - 6 OTTOBRE 2019 - SETTIMANALE GRATUITO Il Punto

L'Intervista

Numeri e Statistiche

Squadra Ospite

Da linea-Maginot a colabrodo, che succede alla difesa granata?

Eraldo Pecci: “Napoli favorito ma il Toro ha nulla da perdere”

Azzurri a valanga sotto la Mole. Mertens a -1 da Maradona

Partenopei troppo altalenanti, Ancelotti non può più sbagliare

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SOLITA STORIA? TORINO-NAPOLI | DOMENICA 6 OTTOBRE ORE 18

I granata, nelle ultime 4 partite giocate in casa contro il Napoli, hanno subito 4 sconfitte e rimediato 13 gol al passivo. Ancelotti sempre imbattuto contro il Toro. E In campionato gli uomini di Mazzarri sono reduci da 3 ko negli ultimi 4 match. Non sarebbe ora di invertire la tendenza?

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Il Punto

Da linea-Maginot a colabrodo, che succede alla difesa del Toro? D

a linea Maginot a colabrodo: che succede alla difesa del Toro? Izzo-Nkoulou-Moretti erano un trio di acciaio inossidabile, mentre la difesa attuale si scioglie con un grissino. Eppure gli uomini sono gli stessi, in teoria. Ma Moretti ha smesso di giocare, pur rimanendo nello staff del Toro. Nkoulou si è ammutinato dopo la gara di andata contro il Wolverhampton, per tornare lunedì scorso a Parma. E con risultati non certo esaltanti. Izzo sembra tornato un giocatore normale, anziché il difensore implacabile della passata stagione. Lyanco ha sofferto col Milan e si è fatto uccellare (fallosamente) nel gol decisivo della Samp. Bremer ha lasciato i compagni in 10 per oltre un'ora al Tardini e nelle precedenti apparizioni non ha certo brillato. Lo stesso dicasi per Djidji ma con minore minutaggio. Bonifazi invece sembrava aver scalato le gerarchie nelle scelte mazzarriane, ma nelle ultime settimane è tornato nelle retrovie. È vero che solo Izzo e Bremer hanno svolto la preparazione senza intoppi fisici e con continuità. Ma rimane comunque un abisso tra la difesa dello scorso campionato (soprattutto nel girone di ritorno) e quella attuale. Anche se Sirigu rimane sempre il Super-Salvatore. Il miglior portiere che il Toro abbia mai avuto da 41 anni, ossia dall'addio di Castellini. E non ce ne voglia Marchegiani. AGOSTO DI ILLUSIONI, SETTEMBRE DI DOCCE FREDDE A fine agosto. dopo aver battuto Sassuolo ed Atalan-

ta (primo settembre) nelle prime due partite, tra i tifosi granata, nonostante la delusione per l'eliminazione europea, serpeggia un'incredibile e contagiosa euforia. Nelle 2 settimane di pausa per gli impegni delle nazionali, i Mazzarri-boys sono nel gruppo delle capilista, e siccome il Toro ha in calendario le partite contro le ultime 2 squadre in classifica tra i fans più ottimisti serpeggiano i seguenti quesiti. 1) Per quanto tempo il Toro sarà capolista? 2) Battendo il Lecce i granata andranno in fuga solitaria? 3) Il Toro potrà tornare quest'anno in Champions League, arrivando quarta? Un giornale sportivo nazionale redige un decalogo dei dieci motivi per cui il Toro può realmente puntare alla Champions. Il Presidente Cairo, invece, si dedica a spendere pubblici ed enormi elogi per Mazzarri (“Un grande allenatore che cura minuziosamente i dettagli e forse è arrivata 'ora di rinnovargli in contratto”). Fino al 2022 ovviamente. E Mazzarri risponde: “Ringrazio Cairo per la stima pubblicamente espressa. Non abbiamo ancora firmato, ma tra gentiluomini basta la parola, basta una stretta di mano”. E poi arriva il Lecce a far tornare tutti con i piedi per terra. Addio primo posto, addio euforia, addio voli pindarici. A Genova sotto la pioggia contro la Samp, gara discreta che lo scorso anno sarebbe finita 0-0. Ma quest'anno invece il Toro la perde, complice un (presunto) fallo sull'ingenuo Lyanco che partorisce il gol blucerchiato. Ed allora ecco critiche pesanti soprattutto per Mazzarri. Che però si ri-

scatta contro il Milan. Dopo un primo tempo orribile, che i rossoneri chiudono in vantaggio, sprecando più volte il raddoppio, Mazzarri nell'ultimo quarto di gara ribalta modulo e punteggio inserendo Ansaldi e giocando con la difesa a 4. Belotti si scatena con la doppietta del sorpasso, mentre Sirigu compie i soliti miracoli per difendere la vittoria. Ma 4 giorni dopo si torna al Tardini, dove il sogno era cominciato un mese prima con la vittoria sull'Atalanta. LA 'KRIPTONITE' PARMENSE Ed allora basterebbe vincere a Parma per tornare in zona Champions e far trascorre un bel compleanno a Mazzarri (58 anni compiuti martedi, Auguroni). Ma il rientro di Nkoulou non riporta solidità difensiva, anzi. 3 gol ingenuamente subiti, Gervinho che sembra il solito Speedy Gonzalez, Kulusevski imprendibile e pure Cornelius si infila indisturbato nel burro della difesa granata, prima del pasticcio sul gol di Inglese. Il Parma, per Izzo, sembra come la kriptonite per Superman. Vede le maglie crociate e si indebolisce. Nkoulou, al rientro dopo l'ammutina-

mento, non riesce a guidare la difesa come prima. Bremer invece, lo scorso anno sempre in panchina, dimostra di non meritare la qualifica di sostituto di Moretti. Ammonizione repentina per fallo a 60 metri dalla porta di Sirigu, ed altro giallo per gomito alzato su tiro di Kulusevski. Risultato: espulsione e compagni lasciati in 10 per oltre un'ora. E ovviamente rigore per il Parma sull'1-1. Poi in porta c'è Sirigu che para, e davanti Belotti che si procura e trasforma il gol del sorpasso. Ma il Toro non riesce ad andare al riposo in vantaggio, e nel finale Gervinho e Inglese buggerano ancora Nkoulou e Izzo per firmare la terza sconfitta granata nelle ultime 4 gare. La quinta sconfitta in 8 partite se includiamo anche il Wolverhampton. 10 gol subiti in 6 gare di campionato, 15 reti al passivo in 8 gare se aggiungiamo quelle inglesi. E questo nonostante SuperSirigu. IN CASA COL NAPOLI TRADIZIONE NEGATIVA Da quando il Toro è tornato in serie A, col Napoli, a Torino, la tradizione è tremenda. Una sola vittoria nel 2015, 3 giorni dopo l'impre-

sa di Bilbao: 1-0 firmato Glik. Per il resto 5 vittorie su 6 del Napoli. Ad iniziare dal 3-5 del marzo 2013: Mazzarri guida il Napoli e Dzemaili rifila a Ventura 3 gol, mentre Cavani si limita ad una doppietta. Meggiorini, Jonathas e Barreto gli autori delle reti granata. Nel settembre 2014 il Toro invece viene scippato dal Napoli in zona Cesarini. Higuain abbatte Glik e si invola verso la porta granata, infilando Padelli. L'arbitro Doveri di Roma convalida, tra i fischi e la rabbia del popolo granata. Glik si vendica sei mesi dopo, come già detto spezzando la serie positiva partenopea, che però riprende nel maggio 2017. Allorquando il Napoli di Sarri asfalta il Toro con un pesantissimo 5-0 (sulla panchina granata Attilio Lombardo sostituisce lo squalificato Mihajlovic). Nel dicembre 2017 altra pesante vittoria del Napoli a Torino: 3-1 per i campani, gol della bandiera di Belotti. Stesso destino la scorsa stagione: 3-1 per il Napoli (in gol anche Verdi) e gol granata ancora del “Gallo”. PARTENOPEI, DIFESA FALCIDIATA Stavolta Mazzarri deve invertire le stastistiche: perché non può andare alla pausa del campionato con 4 sconfitte nelle ultime 5 e perchè i tifosi granata, dopo le illusioni di agosto e le docce fredde di settembre, vogliono trascorre un ottobre sereno. Sirigu e Belotti le solite certezze, ma gli altri nove granata non devono fare danni. Le speranze sono fondate soprattutto sul fatto che il Napoli sarà reduce dalla battaglia di Genk

e sulla grande emergenza difensiva di Ancelotti. Koulibaly squalificato, Tonelli infortunato, Maksimovic e Manolas a forte rischio. Insomma il Napoli rischia di dover rinunciare a 4 difensori centrali su 4, e Ancelotti dovrebbe adattare al centro Hysay (se Manolas non dovesse farcela) e Luperto. Sembra davvero un invito al 'Salone della Feste' per Belotti. E il capitano granata indosserà sicuramente lo smoking adatto. MIGGIANO, CHI È COSTUI ? Nemmeno nei più rissosi campionati venezuelani o colombiani, accade che l'allenatore ed il vice- allenatore siano squalificati. Ma la battaglia di Parma ha indotto l'arbitro La Penna ad espellere nell'intervallo Nicolò Frustalupi, il vice di Mazzarri per aver proferito qualche “parolina” di troppo e non da educanda. E poi ad ammonire due volte per proteste Mazzarri: al minuto 83 e 3 minuti dopo il novantesimo. In attesa del ricorso, al Toro (al momento di andare in stampa) si fa l'appello su chi possa guidare la squadra dalla panchina. Appello rapido, perchè tra i collaboratori tecnici di Mazzarri solo Roberto Miggiano è abilitato per andare in panchina da capo allenatore. Salentino purosangue, un passato da difensore del Lecce, ha allenato anche il Napoli Primavera, oltre a Paganese, Pistoiese e Viareggio. Pur essendo un carneade per il grande pubblico, è comunque un collaboratore prezioso per Mazzarri. Sarà una notte da leone per Miggiano? Alessandro Costa


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L'Intervista al 'Doppio Ex': Eraldo Pecci

“Napoli favorito ma il Toro ha nulla da perdere” “Jorginho il calciatore che mi somiglia di più. La difesa granata concede troppo. Maradona campione sempre disponibile”

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na lunga ed esaustiva intervista fatta ad Eraldo Pecci, l’artista del pallone che in carriera ha militato nelle fila del Bologna, Torino, Fiorentina, Napoli e Lanerossi Vicenza. Nato a San Giovanni in Marignano in provincia di Rimini nel 1955, oggi è anche editorialista, scrittore e commentatore televisivo. Con lui abbiamo toccato diversi argomenti riguardanti soprattutto il prossimo incontro di calcio Torino – Napoli. Eraldo, prima di cominciare mi piacerebbe che tu facessi un ricordo del Prof. Bertolusso, presidente di Acuto e anima granata che è deceduto una settimana fa. “Ti ringrazio molto di farmi questa domanda e apprezzo il tuo impegno nell’aver dato al Prof. Antonio Bertolusso lo spazio che merita, dimostrando che per te come per noi è stato un grande amico. Detto questo, ribadisco che Antonio era una brava persona e che in questo specifico momento di lutto mi ha fatto riflettere cos’è la vecchiaia, che non è rappresentata dagli anni che si assommano fra loro, ma sono le persone vicine che vengono a mancare. Non voglio fare retorica, ma devo dire che Bertolusso è stato per me un grande amico, una persona perbene e piena di valori che ho avuto la fortuna di incontrare nella mia vita.” E veniamo a noi. Tu eri soprannominato l’artista del pallone per quel sa-

pere pennellare passaggi millimetrici, capaci di fare andare in gol gli attaccanti. Nel Toro e nel Napoli di oggi, c’è un giocatore che ti assomiglia? “Forse, quando giocava nel Napoli, mi assomigliava Jorginho. Tuttavia, credo che non ci sia un giocatore uguale all’altro da mettere a confronto, ma calciatori che hanno grandi qualità e altri un po’ meno.” È vero che quando andavi a scuola scrivevi bene ma andavi spesso fuori tema? “Sì, è vero. Sono sempre stato un sognatore, anche se mi accorgo spesso che quando parlo dico delle cose che vanno oltre l’argomento.” E poi il pallone, la tua vita...! “Il pallone è stato per me una grande passione diventata poi un lavoro a tutti gli effetti. Mi ritengo fortunato, e anche se nella vita non si vive di solo calcio, per me è stata una professione importante. È chiaro che nella vita ci sono delle cose più importanti come la famiglia, la società e tante altre cose, ma per me è stato un lavoro che ho amato in particolar modo. E’ una fortuna aver fatto un lavoro che mi ha dato l’opportunità di mantenere me e la mia famiglia.” Eraldo, tu che hai giocato nel Napoli, che ricordo hai di quel periodo? “Come quando giocavo nel Toro, ho trovato nel mio percorso professionale tanti ragazzi in gamba. Giocare a calcio è una cosa, ma tro-

vare delle persone a un certo livello è un altro aspetto della vita. A Napoli ho trovato dei ragazzi che erano capaci di giocare al calcio e, al contempo, dimostravano spiccate doti di maturità. Un po’ come dire che prima di essere un bravo calciatore devi misurare sempre lo spessore dell’uomo. E lì c’erano uomini veri. A Napoli sono stato soltanto un anno, ma quando sono venuto via la squadra partenopea vinse il campionato, a conferma che si trattava di una squadra pronta e matura” Che rapporto hai avuto con Maradona? “Bellissimo, pensa che abitavamo nella stessa palazzina e ho potuto conoscere una persona meravigliosa. Anche quando è andato oltre certe situazioni di vita personale, nessun compagno e neanche avversario ha parlato male di Diego. La sua umanità e la generosità

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erano ben presente in tutto, perché lui era un campione disponibile al cento per cento. Poi nella sua vita ha fatto un percorso difficile e tortuoso, a causa di una fragilità che non gli ha dato modo di gestire al meglio la sua popolarità.” Secondo te il Napoli potrà vincere lo scudetto e andare bene anche in Champions? “Penso che il Napoli si candidi sicuramente per vincere lo scudetto, loro e l’Inter sono pronte a vedere se la Juve molla qualcosa. Non dico nulla di nuovo se affermo che la Juventus ha due squadre titolari, tuttavia, ritengo che la squadra di Ancelotti e quella di Conte possono approfittare di eventuali passi falsi della squadra di Sarri. E anche per quanto riguarda la Champions, penso che il Napoli abbia ormai raggiunto la maturità per far bene.” Domenica prossima ci sarà Toro – Napoli. Che partita sarà? “Penso che sarà una partita interessante. Il Toro è tosto, ha un attacco valido e una difesa arcigna, anche se ultimamente sta concedendo troppo agli avversari. La squadra di Mazzarri resta sempre una squadra rognosa, anche se non è in un periodo brillante. Il Napoli, invece, è la squadra che in campionato è più pronta e gode del fatto che ha cambiato pochissimo rispetto all’anno scorso. Dunque, mentre il Toro deve ancora dimostrare le sue qualità, il

Napoli è compagine già rodata.” Ma cosa manca al Toro per avere continuità di gioco e risultati? “Centrare un filotto di risultati positivi non è cosa semplice. Il Toro l’anno scorso ha raggiunto una certa continuità, però quando si è trattato di fare il salto di qualità non l’ha fatto. È naturale che non si possa pensare di allestire una squadra in grado di potere lottare con la Juve, l’Inter e il Napoli. C’è troppo dislivello tecnico, anche se qualche volta squadre come l’Atalanta ci fanno ricredere su certe scuole di pensiero che danno sempre in prima fila le potenze calcistiche italiane di sempre.” Belotti, non ti sembra troppo solo in attacco? “È la famosa storia della coperta corta. L’equilibrio di una squadra lo trovi se hai giocatori di qualità e l’allenatore fa quello che può. Da quest’anno il Toro fa giocare spesso Zaza accanto a Belotti e vedo tanta buona volontà di far bene, anche se in difesa si prendono troppi gol.” Mazzarri è l’allenatore giusto per il Toro? “Mazzarri ha una grande esperienza e penso che sia un buon professionista, per cui va bene. Ma gli allenatori non fanno la differenza nel calcio, così come la fanno i calciatori. Penso che gli allenatori facciano la differenza soltanto con i bambini, perché lì, in quel contesto, i giovani devono essere diretti a conoscere la parte

tecnica e tattica. In Serie A è diverso, in quanto hai a che fare con professionisti che hanno determinate caratteristiche tecniche, alcuni di buon valore e altri di discrete qualità. Sono i giocatori che fanno la differenza e non gli allenatori. E poi, cosa può mai dire ad esempio Maurizio Sarri a Ronaldo, che lui non sappia già?” Eppure sono anni che si dice sempre che il Toro pecca di ingenuità. Ma tu, sei d’accordo? “Questo è il limite sul quale si deve lavorare. Prendere gol in contropiede è un fatto di cattiva organizzazione all’interno della squadra, si tratti del centrale di difesa, del portiere, del centrocampista o di qualsiasi altro ruolo. Ecco perché dico che meriti e demeriti non debbano essere imputati all’allenatore, ma alla squadra che ha saputo o non saputo mettere in pratica i movimenti e le situazioni studiate in allenamento durante la settimana.” Per finire Eraldo, mi dai un tuo pronostico su Toro – Napoli? “Credo che il Toro abbia tutto da guadagnare, visto che in questo momento i favori del pronostico sono tutti dalla parte del Napoli. Ma se i granata riuscissero a vincere questa partita, sarebbe sicuramente una iniezione di fiducia che aumenterebbe l’autostima per le prossime partite.” Salvino Cavallaro

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Numeri e Statistiche

di Massimo Fiandrino

Napoli a valanga sotto la Mole, Ancelotti imbattuto NAPOLI OK ULTIME 4 GARE E 13 GOL SEGNATI 08/05/2016 Torino-NAPOLI 1-2 (Higuain 12', Callejon 20', Peres 65') 14/05/2017 Torino-NAPOLI 0-5 (Callejon 7' e 76', Insigne 59', Mertens 72', Zielinsi 78') 16/12/2017 Torino-NAPOLI 1-3 (Koulibaly 4', Zielinski 25', Hamsik 30', Belotti 63') 23/09/2018 Torino-NAPOLI 1-3 (Insigne 4' e 69', Verdi 20', Belotti 51' r.) LE SFIDE DAL GIRONE UNICO IN SERIE A 18 le vittorie “corsare” del Napoli, le ultime 4 consecutive, il 5-0 del 14/5/2017 è la vittoria più vistosa del Napoli in casa Granata. 23 i pareggi, l’ultimo per

0-0 il 05/11/1995. 24 le vittorie del Toro in 65 sfide in A contro il Napoli, l’ultima il 1/3/2015 per 1-0 (Glik). BOMBER AZZURRI: MERTENS A 1 RETE DA MARADONA 121 Hamsik, 115 Maradona, 114 MERTENS, 107 Sallustro, 104 Cavani, 103 Vojak, 97 Altafini, 95 Careca, 91 Higuain, 80 INSIGNE, 79 CALLEJON. ANCELOTTI OK VS. TORO: 8 VITTORIE, 5 PARI 8 le vittorie di Ancelotti in 13 confronti contro il Toro sempre in A e in 8 match le sue squadre non hanno subito reti. Completano lo score 5 pareggi e 0 sconfitte 5 i pareggi di Ancelotti contro il Torino, il primo nella prima sfida contro i Granata (7 /11/99, derby di Torino) e l'ultimo il 17/02/2019,

Mertens

26 le reti delle squadre di Ancelotti al Toro, media 2 gol a gara e solo in 3 match non hanno trovato la via del gol. TORO PIÙ 3 E HA SEGNATO IL DOPPIO 26 i gol stagionali del Torino in 11 partite fra Serie A (10 reti ) ed Europa league (16): solo con la Sampdoria non hanno segnato. I Bomber: 11 reti Belotti, 4 Zaza, 3

Izzo, 2 Ansaldi, Bonifazi, De Silvestri, 1 Berenguer, Millico. 1 Mazzarri è il primo mister espulso per doppio cartellino giallo in A. Nel 2018/19 era stato allontanato ben 6 volte. Assente contro il Napoli per squalifica. 10 i gol realizzati dal Toro in questo Torneo, il doppio rispetto allo scorso Campionato. E nonostante il ko a Parma vanta 3 punti in più rispetto a un anno fa. BELOTTI 5 RETI AL NAPOLI 0 Nessuna vittoria per Belotti quando segna contro il Napoli. Un pareggio nella doppietta realizzata da giocatore del Palermo e 3 sconfitte nelle 3 reti da giocatore del Toro. 81 le reti ufficiali di Belotti in maglia Toro fra Campionati e Coppe, insegue al 9° posto Franco Os-

sola (85 centri). Il Gallo ha realizzato 11 gol in questa stagione (5 in A e 6 in Europa league). In serie A con il Toro, Belotti vanta 68 gol (43 in casa) con 3 triplette e 11 doppiette (l’ultima nella gara vinta a Torino in rimonta con il Milan). 5 i gol segnati da Belotti in questo Torneo, capocannoniere a pari-merito con Berardi, Immobile e Zapata. Belotti 5 reti

dopo 6 turni iniziali le aveva già realizzate nel 2016/17, il suo anno record quando chiuse con 26 centri. 5 i rigori calciati da Belotti in questa stagione e tutti realizzati: 3 in Europa league e 2 in Campionato (Lecce e Parma). 74 le reti di Belotti in A (68 Toro, 6 Palermo), ha segnato a 23 squadre diverse (5 reti contro il Napoli).

I Granata da qui a Natale Domenica 20 OTTOBRE (h. 15) Domenica 27 OTTOBRE (h. 15) Mercoledì 30 OTTOBRE (h. 21) Sabato 2 NOVEMBRE (h. 20.45) Sabato 9 NOVEMBRE (h. 15) Sabato 23 NOVEMBRE (h. 20.45) Sabato 30 NOVEMBRE (h. 18) Domenica 8 DICEMBRE (h. 15) Domenica 15 DICEMBRE (h. 12.30) Domenica 22 DICEMBRE (h. 15)

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Squadra Ospite

Napoli troppo altalenante, Carletto non può più sbagliare La vittoria contro il Liverpool aveva illuso l'ambiente azzurro. Ma in campionato e Champions i partenopei stentano alquanto

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orse la vittoria contro il Liverpool, all'esordio in Champions League, aveva illuso un po' tutto l'ambiente azzurro. Anche il Presidente De Laurentiis, stufo di rimediare figure barbine in giro per il Continente (vedi soprattutto l'Europa League della scorsa stagione, dopo l'eliminazione senza infamia e senza lode dalla Coppa più prestigiosa). Invece lo scialbo pareggio rimediato in settimana contro il Genk, squadra mediocre ma umile e ben messa in campo da Mazzu (sconosciuto ma intelligente trainer belga di origini calabresi) che per buoni tratti ha dato lezioni di gioco ai ben più quotati avversari, ha riportato sul pianeta terra anche i più

Di Lorenzo

Ancelotti

ottimisti. E, per fortuna, lo scivolone di Allan nei minuti finali del match di mercoledì scorso non ha causato ulteriori danni a Koulibaly e compagni, che, almeno per ora, guidano la classifica provvisoria del girone. Archiviata la deludente trasferta europea, affrontata senza il giusto

piglio, senza un guizzo di fantasia, e con scelte opinabili compiute dal tecnico di Reggiolo (Mertens, Insigne e Llorente fuori dagli undici iniziali, in una sorta di turn-over difficile da comprendere e comunque improduttivo) il Napoli si rituffa in campionato. La vittoria contro il Brescia, strappata con unghie e denti nell'ultimo turno, tra le mura amiche del San Paolo, è un altro esempio di quanto i partenopei siano, almeno per il momento, formazione poco affidabile. Ad un primo tempo dominato quasi in scioltezza dagli azzurri, si era contrapposta una ripresa dove sembrava di vedere in campo due squadre totalmente diverse. I lombardi infatti sono rientrati con una marcia in più costringendo Manolas e compagni a difendersi in trincea per quasi tutta la seconda frazione, sfiorando più volte il

clamoroso gol del pareggio. Ed il Brescia era reduce dall'impegno infrasettimanale contro la Juve, con relativo dispendio di energie fisiche e soprattutto mentali... Urge trovare il giusto equilibrio quindi, altrimenti anche quest'anno il rischio di flop, sotto il Vesuvio, rimane alto. All'Olimpico torinese gli azzurri hanno un solo risultato utile per accorciare le distanze dalla coppia regina del campionato, coppia che tra l'altro si sfiderà nel bigmatch in programma al Meazza proprio al termine di Torino-Napoli. Un'occasione ghiotta quindi, per i partenopei, per andare alla sosta molto più vicini alla vetta della classifica e per ridare slancio ad un ambiente che ha bisogno come il pane di esaltarsi. I problemi per Ancelotti giungono soprattutto dalla difesa, dove Koulibaly è squalificato e l'ex granata

Insigne

Maksimovic infortunato. Inoltre Manolas non è al meglio per noie muscolari. Insieme al greco dovrebbe giocare Luperto al centro della retroguardia mentre sulle fasce difensive Ghoulam dovrebbe sostituire Mario Rui, anch'esso alle prese con l'infermeria, con Di Lorenzo a destra. Allan e Ruiz in mezzo al campo,

Callejon

Callejon e Insigne larghi, Mertens e Lozano (o Llorente) in avanti. Con questi uomini il buon Carletto proverà a dare una sterzata alla stagione, espugnando la Mole granata (anch'essa in cattive acque) e zittendo i mugugni che dalla scorsa stagione gravano sul suo operato. Da Ancelotti e dal suo passato costellato di vittorie ci si aspetta molto di più. È stato ingaggiato da De Laurentiis per far compiere il definitivo salto di qualità (italiano ed europeo) ai partenopei e quest'anno ha a disposizione una rosa già rodata e rinforzata. La fiducia nei suoi confronti, sempre espressa dal patron esperto di cinema, non è eterna... Dario Santacroce


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Toro-Napoli Story

Quante sfide emozionanti in quasi un secolo

Maradona

GLI ALBORI Quando il Toro affronta per la prima volta il Napoli si è appena visto revocare il primo scudetto ma andrà a rivincerlo l'estate successiva. È l'11 dicembre 1927, si gioca sul campo dell'Ilva di Bagnoli e il Toro vince 1-0 con gol di Libonatti. Che ne segna 4, il 4 marzo successivo, quando al Filadelfia il Toro asfalta i partenopei 11-0: tripletta anche per Baloncieri. D'altronde il Napoli è stato appena fondato, il 1° agosto 1926, dall'industriale Ascarelli. E proprio nello stadio a lui intitolato il Napoli, nel novembre del 1929, ottiene la prima vittoria contro il Toro: 2-0. Seguiranno 4 vittorie consecutive del Toro e 2 pareggi prima che, nel 1933, il Napoli espugni il Fila con gol di Sallustro. Nel marzo 1934 la partita si gioca al "Littorio" di Napoli e i partenopei vincono 5-2. Il Toro si impone invece nel novembre 1935, 1-0 allo stadio "Partenopeo" (Sudati). Anche nel resto

del decennio il Toro ottiene solo vittorie o pareggi. ANNI '40 Sempre al "Partenopeo" il Napoli vince 3-1 nel marzo 1940 ma poi il Torino diventa "Grande" e per i granata contro i "vesuviani" saranno solo vittorie o pareggi. ANNI '50 Tra il 1951 ed il 1953 il nuovo Toro post-Superga invece perdono 4 gare di fila contro i partenopei tra Vomero e Filadelfia. Poi però i Granata si riscattano e le sfide del decennio vedono un sostanziale equliibrio. ANNI '60 Le sfide tra Toro e Napoli cambiano stadi: che sono gli stessi di oggi mezzo secolo dopo, anche se rinnovati. Comunale e San Paolo. A Fuorigrotta il Toro nelle prime 4 gare ottiene 3 pareggi ed 1 vittoria, ed anche a Torino il bilancio è più granata che azzurro.

ANNI '70 Il Toro nel decennio "tremendista" ottiene molte vittorie al Comunale e tanti pareggi al San Paolo. A parte un sonoro 0-4 nel febbraio 1970. Da segnalare però nel marzo 1978 il Toro corsaro a Napoli: 3-1 con gol di Pat Sala, Pulici e Graziani, bissato nell'aprile 1979 da una vittoria 1-0 firmato Iorio. Dal 1978 (e fino al 1985) a difendere i pali del Napoli c'è un certo Luciano Castellini. ANNI '80 Nel 1980-81 il Napoli lotta per lo scudetto: ma al San Paolo il Toro si impone 3-1 con doppietta di Pulici e rete di Volpati. A Torino vittoria partenopea firmata Musella. Equilibrio fino a metà decennio, quando il Toro vince in casa 2 volte nel 1984: a maggio con reti di Dossena e Beruatto mentre a settebre il nuovo Toro di Radice e Junior asfalta il Napoli di Maradona 3-0, con doppietta di Serena e sigillo di Francini. I granata arriveranno secondi. Junior e Maradona (con Caffarelli) firmeranno lo score della gara di ritorno. Maradona in rete anche nell'ottobre 1985 ma il Toro vince ancora grazie alle reti di Sabato e Comi. Poi 4 vittorie partenopee, ma nel marzo 1988 il Toro elimina i Maradona-boys nei quarti di Coppa Italia: 1-1 al Comunale (Comi e Renica) e 3-2 per il Toro al San Paolo (reti di Gritti, Comi e Polster).

ANNI '90 1 pareggio e vittoria Napoli nel 1990/91, ma la stagione dopo (quella della finale Uefa) il Toro pareggia 0-0 al Delle Alpi ed espugna il San Paolo con rete di Fusi. Nel gennaio 1993 l'ex granata Policano segna la rete della vittoria partenopea a Torino, poi 5 pareggi consecutivi. Nell'aprile 1996 il gol di Boghossian collabora alle retrocessione granata. Nel 1998-99 Toro e Napoli si riaffrontarono in serie B. Reti bianche al San Paolo, 3-2 per il Toro a 3 giorni dai 50 anni di Superga: reti di Bonomi e doppietta di Ferrante: la seconda rete al 93° sancisce vittoria e virtuale promozione in serie A. ANNI 2000 Toro e Napoli hanno iniziato a fare ascensore tra serie A e B. Si ritrovano avversari nell'ottobre 2003 allo stadio neutro Romagnoli di Campobasso: finisce 2-2 doppietta di Ferrante e reti di Dionigi e Vieri Junior. Al ritorno vince il Napoli al Delle Alpi 2-1. Seguono altri 3 anni e mezzo senza affrontarsi. Il 23 dicembre 2007 al San Paolo finisce 1-1: rigore di Rosina e pareggio di Hamsik. Il Toro scende in campo con la terza maglia a strisce arancioni e nere. Al ritorno, stavolta stadio Olimpico, vince il Toro 2-1: ancora Rosina e sigillo di Di Michele. Altre 2 vittorie granata nel 2008-09: a di-

Schachner e Junior

cembre a Torino, Rolando Bianchi firma il gol vittoria. Al ritorno il 17 maggio il Toro ribalta il gol di Pia', con le reti di Bianchi e Rosina. Prima vittoria esterna stagionale e Toro che sembra salvo. Ma poi perde 2-3 in casa col Genoa e tornerà in cadetteria per 3 anni. GLI ANNI '10 La prima del ritorno in A si gioca a novembre 2012: Cavani per il Napoli, clamoroso pareggio granata al 91° firmato Sansone. Il 30/3/2013, 8 reti all'Olimpico. 1 a testa per Barreto, Jonathas e Meggiorini. Ma Cavani segna una doppietta e l'ex granata Dzemaili una tripletta. Nel 2013-14 Ventura soffre Higuain. Doppietta dell'argentino a Napoli e rete del "Pipita" al 90° a Torino con un evidente fallo su Glik non sanzionato. Nell'ottobre 2014 altra doppia vittoria napoletana: Quagliarella segna un rigore per il Toro ma Insigne e Callejon ribaltano il punteggio. Ma il 1° marzo

2015 il Toro appena tornato dal trionfo di Bilbao batte il Napoli 1-0 grazie al gol di Glik. Il 6 gennaio 2016 segna Insigne ma pareggia Quagliarella su rigore. Fabio però si scusa troppo platealmente con il pubblico partenopeo e i tifosi granata non glielo perdoneranno. Il gol decisivo è di Hamsik. L'8 maggio 2016, ultima gara casalinga di Ventura, Napoli vittorioso per 2-1: Higuain, Callejon e Peres. Nella stagione '16-'17 doppia "manita" del Napoli: 5-3 al San Paolo (poker di Mertens) e 5-0 al Grande Torino. Nella stagione '17-'18 otto reti in due gare. A Torino vinse il Napoli 3-1, invece sotto il Vesuvio i granata riuscirono a pareggiare clamorosamente 2-2 tagliando le ultime speranze azzurre di scudetto, ormai comunque ampiamente compromesso. Nell'ultima partita giocata all'Olimpico, ancora Napoli vittorioso 3-1 con reti di Insigne (doppietta) e di Verdi ora approdato sotto la Mole. Alessandro Costa

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Toro-Napoli Story

Quando il Toro batteva Maradona Il fuoriclasse argentino ha patito sovente la squadra granata. Quel rigore parato da Copparoni...

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opo la travolgente vittoria sul Milan nell'ultima gara giocata tra le mura amiche, domenica altra sfida di prestigio: all'Olimpico arriva il Napoli che negli ultimi ha spesso maramaldeggiato a Torino. Stavolta, ovviamente, Mazzarri cercherà di impedirlo. Ma la storia che vogliamo raccontare oggi è dedicata soprattutto agli Under 30, ai giovani che hanno sentito raccontare di Diego Armando Maradona, uno dei 2 più grandi calciatori della storia del calcio. Giovani che però forse non sanno che quando affrontava le maglie granata, Maradona spesso usciva dal cam-

po a testa bassa. Questo perché il Toro dal 1984 al 1990, pur non essendo una squadra ricca o di livello assoluto, contro il Napoli di Maradona non aveva mai

aveva mai sbagliato un rigore. Nel 1986-87 il Napoli è quasi irresistibile, vince lo scudetto e batte 2 volte il Toro, ma ad inizio 1988 il Toro infligge un altro dispiacere al Napoli di Maradona. Quarti di finale di Coppa Italia: a Torino Comi e Renica firmano l'1-1, in cui i granata giocano veramente bene. E al ritorno al San Paolo il Toro si impone 3-2 e passa il turno. Maradona segna una doppietta, ma Gritti, Comi e Polster paura, sebbene i partenopei in quel periodo abbiano vinto 2 scudetti (gli unici della loro storia) e 1 coppa Uefa. TORO VS DIEGO 3-0 La prima sfida per Maradona a Torino è una scoppola tremenda. È il 30 settembre 1984: il Napoli di Marchesi schiera il fuoriclasse argentino, ma il Toro di Radice ha nelle sue fila un certo Leo Junior. Aldo Serena dopo un minuto porta già in vantaggio il Toro, Francini raddoppia, ancora Serena triplica. Il portiere del Napoli si chiama Luciano Castellini ed è ancora amatissimo dal popolo granata, ma per Castellini quello non è stato certo un bel pomeriggio... Al ritorno al San Paolo segnano sia Junior che Maradona: il 2-1 finale per il Napoli è firmato Caffarelli. Il 27 ottobre 1985 Maradona

torna al Comunale di Torino e perde di nuovo: Antonio Sabato e Antonio Comi firmano la doppietta granata, Maradona segna solo il gol della bandiera. In questa gara, come un anno prima, il mastino di Diego è Giacomo Ferri: marcatura asfissiante ma corretta. Tanto che Maradona elogierà pubblicamente “Big Jim” e stringerà con lui una grande amicizia. Al ritorno a Napoli, il Toro passa in vantaggio con Pietro Mariani ma subisce la rimonta partenopea. Il Napoli vince 3-1, ma per Maradona è comunque un giorno sportivamente triste. COPPARONI LO BEFFA Perché Diego batte un rigore a botta sicura, ma il portiere granata Copparoni lo para. Il pubblico del San Paolo è sbigottito, Maradona pure. Lui non

firmano il colpaccio granata. Il Toro poi nel 1989 retrocede, ma ritorna subito in Serie A e fa in tempo a giocare l'ultima sfida con il Napoli targato Maradona. È il 2 dicembre 1990 e si gioca a Napoli. Maradona sblocca la partita al minuto 80, pareggia Bresciani, chiude Incocciati. Ma a fine campionato i granata di Mondonico arriveranno quinti a 38 punti (e da li la cavalcata Uefa '92), mentre il Napoli finirà un

punto sotto, ma ottavo. Maradona non farà in tempo ad affrontare il Toro al Delle Alpi, ma nello stadio costruito per i mondiali di 'Italia '90' sarà protagonista nella celeberrima sfida Argentina-Brasile degli ottavi di finale, in cui Maradona servì a Caniggia il gol della vittoria. Alessandro Costa (Nella foto a sx Maradona con il giornalista RAI Franco Costa, sotto sempre Diego in una sfida contro il Toro)

Ex Granata

Coppitelli già esonerato, Zanetti capolista

Federico Coppitelli

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nizia male l'avventura tra i “grandi” di Federico Coppitelli che fino a pochi mesi guidava la squadra Primavera del Toro. Cairo e Bava volevano tenere ancora almeno un anno il mister al Toro, ma Coppitelli aveva avuto diverse richieste da squadre professionistiche. Tra cui l'am-

biziosa Imolese. E Coppitelli si era fatto tentare lasciando la Primavera granata a Marco Sesia. Ma l'avventura ad Imola è già finita: il deludente avvio di stagione ha spinto i dirigenti emiliani ad esonerare Coppitelli. Al suo posto hanno scelto un altro ex ragazzo del Filadelfia: Atzori che nel Toro vinse la Mitropa Cup nel 1991. Atzori lo scorso anno ha allenato la Pro Vercelli. Procede invece molto bene l'avventura in panchina di Paolo Zanetti quest'anno alla guida dell'Ascoli. I piceni sono in testa alla classifica delle serie B ed il lavoro di Zanetti, centrocampista del Toro tra il 2007 ed il 2010, sta riscuotendo grandi consensi. Zanetti lo scorso anno avevo allenato il Sudtirol, affrontando in Coppa Italia proprio il Toro. Vittoria granata per 2-0, ma con molta sofferenza. (al.co)

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Almanacco della Settimana

Il compleanno di Mazzarri e le sfide infuocate contro i teutonici Il tecnico granata ha compiuto questa settimana 58 anni. Quanti match europei indimenticabili ai primi di ottobre

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l 1° ottobre Walter Mazzarri ha compiuto 58 anni. Non un compleanno sportivamente felicissimo per il mister granata, visto che la sera prima il Toro si è buttato via a Parma. Il tecnico di San Vincenzo (praticamente il paese di Aldo Agroppi, di cui Mazzarri è grande amico) da giocatore debutta a Pescara nel 1981. Attaccante esterno, segna 4 gol nella prima stagione in B. Passa al Cagliari in A, dove colleziona in mezza stagione appena 4 presenza e 0 reti, prima di andare alla Reggiana. Ma è ad Empoli che Mazzarri esplode: in 5 stagioni, di cui 2 in A, gioca 91 partite segnando appena 4 reti ma diventando una bandiera empolese. Poi Licata, Nola, Acireale, Viareggio e chiude la carriera a Sassari. Ben altro curriculum da allenatore. Inizia nel 2001 ad Acireale in C2; l'anno dopo Pis toia in C1. Nel 2003-2004 allena già in B e porta, da profeta in patria, il Livorno allo storico ritorno in A dopo 55 anni. Dal 2004 al 2007 compie un capolavoro mantenendo la Reggina per 3 stagioni in serie A, l'ultima nonostante 9 punti di penalità post-calciopoli. Dal 2007 al 2009 allena la Samp del bizzoso Cassano: ottiene un 6° posto e gioca una finale di Coppa Italia. De Laurentiis se ne infauta sportivamente e lo porta a

➊ Napoli: dove al 1° anno da subentrato arriva 6°. Nel 2011 arriva 3°, nel 2012 5° e chiude in bellezza nel 2013: 2° dietro la Juve. Nel 2013 passa all'Inter: 1° anno 5°, poi esonerato in un periodo di cambiamenti societari nerazzurri. Quindi nel 2016-17 Pozzo lo chiama al Watford dove ottiene la salvezza, obbiettivo dichiarato. Poi a gennaio 2018 inizia l'avventura al Toro. Il 1° ottobre è anche data di ben 3 qualificazioni europee del Toro. Nel 1980 per la Coppa Uefa a Torino arriva il Moleenbeek (oggi il quartiere più

multietnico, e forse malfamato, d'Europa). A Bruxelles il giovane Toro si è imposto 2-1, quindi il ritorno al Comunale sembra una formalità. Anche perché Vincenzo D'Amico segna dopo 2 minuti il vantaggio granata. Ma nel finale i belgi ribaltano la partita. De Bolle al minuto 69 e un'auorete del granata Van De Korput (con Terraneo in pessima serata) portano la sfida ai supplementari. Al primo minuto dei quali, Ciccio Graziani segna il gol del 2-2 e della qualificazione. Il 1° ottobre di 6 anni dopo, 1986, stavolta la qualificazione in Uefa è davvero una formalità. Contro il fortissimo Nantes dei neo campioni del mondo argentini Burruchaga ed Olarticoechea, il Toro pareggia al Comunale 1-1. Rigore di Kieft e pareggio del francese Anziani. Ma all'andata il Toro aveva maramaldeg-

➌ giato 4-0 in una notte da leggenda e si qualifica senza affanno. Passano 6 anni e stavolta la qualificazione è più sofferta. Sempre Uefa, 1° ottobre 1992. Contro il Norkkoping il Toro

➋ aveva perso 1-0 all'andata. Al Delle Alpi riesce a ribaltare gli svedesi e vince 3-0. Un'autorete scandinava nei primi minuti pareggia i conti, nel finale Casagrande e Pato Aguilera firmano i gol qualificazione. Il 2 ottobre 2014 il Toro sconfigge in casa in Europa League il Copenaghen 1-0. Rete di Quagliarella (subentrato al 28° della ripresa a Martinez) su rigore al 94°, al termine di una gara scorbutica. Una vittoria fondamentale in chiave qualificazione agli ottavi, quando il Toro eliminerà l'Athetic Bilbao. Beffa e rabbia invece il 3 ottobre 1979. Il Toro affronta la gara di ritorno Uefa contro i fortissimi tedeschi dello Stoccarda. In Germania i teutonici si erano imposti 1-0 (autogol di Danova), ma una rete di Claudio Sala porta la sfida ai sup-

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plementari. Graziani firma il 2-0, ma al minuto 121 lo Stoccarda segna il gol qualificazione. Gol viziato da un nettissimo fallo di mano. I tifosi granata non gradiscono: alcuni invadono il campo e aggrediscono Majer, vice allenatore dello Stoccarda. Tafferugli tra ultras e polizia in Corso Agnelli a fine gara: lacri-

mogeni, e bilancio finale di 6 feriti. Il 3 ottobre di 6 anni prima, nel 1973, altra eliminazione granata ad opera di una squadra tedesca. Ma siamo in Germania Est, a Lipsia, dove il Toro perde 2-1, come all'andata. In questa gara si registra il debutto in granata di Graziani ma la rete la segna Claudio Sala. Il 4 ottobre è giorno di molti debutti: nel 1925 debuttano infatti in granata i 2 grandi bomber Baloncieri e Libonatti. 17 anni dopo debuttano in granata 3 giocatori del Grande Torino: Valentino Mazzola, Loik e Grezar. Il 4 ottobre 1975 nasce a Livorno Cristiano Lucarelli, bomber del Toro dal 2001 al 2003. Il 4 ottobre 1996 si spegne a Gattinara il mitico Silvio Piola, che indossò la maglia granata in tempo di guerra. Infine il 5 ottobre 1965 nasce a Lucca Silvano Benedetti, mentre il 6 ottobre 2003 ci lascia Joe Baker. (al.co.)

1. Francesco Graziani con la maglia granata 2. Claudio Sala, Paolo Pulici e Francesco Graziani a GRP TV 3. Il biglietto della partita Torino-Stoccarda 4. Joe Baker


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'Toro Club degli Imperiali', ecco la Puglia granata Nella provincia di Brindisi un sodalizio nato nel 2015. L'idolo assoluto è ovviamente Pasquale Bruno...

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n sodalizio di appassionati tifosi granata della non vicinissima Puglia: ci stiamo riferendo al “Toro Club degli Imperiali” di Francavilla Fontana, cittadina ubicata in Provincia di Brindisi. Per avere un quadro completo del club, abbiamo intervistato il relativo presidente, Luca Nardelli. Un club granata nella non vicinissima Puglia: questo è un vero e proprio esempio di “Cuore Toro”. “Senza dubbio: la passione granata è presente in ogni angolo d'Italia. Il Toro Club degli Imperiali, sorto nel 2015, è il centro d'aggregazione dei tifosi granata non solo di Francavilla Fontana, ma anche delle cittadine limitrofe (ad esempio, Martina Franca)”. Si tratta, dunque, di un club relativamente giovane, ma molto attivo. “Essendo stato fondato nel 2015, è un sodalizio relativamente recente. Siamo attivi nel sostenere il Toro, tant'è che i nostri iscritti provengono anche dalle località vicine. Siamo un gruppo attivo e molto unito: tra di noi ci consideriamo “fratelli”, fratelli granata. Ecco, la nostra intenzione è quella di unire, di fare gruppo, di tifare Toro con passione e sportività”.

A proposito di fratelli, un vostro “fratello maggiore” è Pasquale Bruno: anch'egli pugliese (di Lecce), nonché ex “alfiere” torinista, uno degli autentici esempi di “granatismo”.

re della Mitropa Cup nel 1991 e della Coppa Italia nel 1992-'93), Pasquale è per noi un caro amico, un autentico “fratello maggiore”: ci accompagna sempre nelle nostre iniziative, ap-

l’amore per la maglia granata, che lo connotavano in campo, li abbiamo ritrovati tutti nel Pasquale Bruno attuale. Siamo davvero orgogliosi di avere un amico, un fratello come lui”. In conclusione, due parole sul club, che si riconduce alla storia. “Il nostro club si chiama, appunto, degli Imperiali in onore dei principi Imperiali, che governarono Francavilla Fontana (tuttora soprannominata “Città degli Imperiali”) per circa due secoli”.

“Esatto! Oltre ad essere stato un forte difensore di quel bel Torino dei primi Anni Novanta (finalista della Coppa UEFA nel 1991-'92, nonché vincito-

poggiando il nostro operato, condividendo le nostre scelte e stimolando nuove avventure. Possiamo indubbiamente affermare che la passione, l'orgoglio e

Quindi, forza Toro anche dalla non vicinissima Francavilla Fontana! “Sempre forza Toro! Da Francavilla Fontana, certo, ma anche dagli spalti, poiché nei limiti del possibile cerchiamo di essere presenti anche allo stadio”. Giuseppe Livraghi


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Martina, Miss 'Orgoglio Granata' La Miss 'Orgoglio Granata' per questo numero di 'JuveToro' è Martina Anna Vannini. Nata a Torino il 7 novembre 1987 Martina è impiegata e studentessa di legge. Fa anche la fotomodella. Sport praticati: danza classica, jogging, nuoto, yoga e arti marziali. I suoi interessi principali sono il cinema, gli animali, cucinare, il ballo, la musica e gli sport all’aria aperta. La potete ammirare ad ogni puntata di 'Orgoglio Granata' la domenica sera su '13 TV' e il lunedì sera su 'GRP Televisione'.

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Ogni domenica ore 20.45 su 13 TV, canale 13 ogni lunedì ore 20.45 su GRP, canale 114 Conduce Alessandro Costa

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