JuveToro n. 19 - anno VI

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amcsrls@yahoo.it GIORNALE DEI TIFOSI DI JUVENTUS E TORINO - Anno VI - N. 19 - 18 MARZO 2017 - Copia omaggio 3 domande a BB

Il Punto/La Partita

L'Intervista

Squadra Ospite

“Toro, hai sopravvalutato le tue forze? Forte calo di tensione. Belotti da solo non può bastare”.

I granata non battono da 23 anni l'Inter in casa. Stadio gremito. Si confida nell'aiuto del 'fortino' Olimpico

Natalino Fossati: “Al Torino serve un bagno di umiltà, allenatore compreso. Proverei Maxi insieme a Belotti”

11 vittorie nelle ultime 13 gare. Pioli ha trasformato tante potenziali individualità in una squadra vera

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ph Marchisciano/ONE+NINE IMAGES

SUPERBOMBER CONTRO

CONTRO L'INTER I TIFOSI GRANATA CONFIDANO NEL CAPOCANNONIERE del torneo E CHIEDONO ALLA SQUADRA UNA PROVA D'ORGOGLIO. I NERAZZURRI VOGLIONO PROSEGUIRE IL SOGNO-CHAMPIONS TORINO-INTER | SABATO 18 MARZO ORE 18.00

Il RE delle COZZE a TORINO 12 euro dal martedì al giovedì Giro Cozze "ne mangi quante vuoi" (bevande escluse) Prenotazione il giorno prima

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3 domande a... Bruno Bernardi

“Toro, hai sopravvalutato le tue forze?” “Forse i granata hanno peccato in presunzione. Belotti da solo non basta. Inter, Pioli sa il fatto suo...”

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runo Bernardi, è una stagione, quella granata, che dopo le grandi aspettative relative al buon inizio di campionato si sta invece spegnendo nel limbo di un anonimo centro classifica. Dopo l'ennesima delusione partita in trasferta contro la Lazio i tifosi possono almeno aspettarsi una prova d'orgoglio al cospetto dell'Inter tra le

mura amiche dell'Olimpico Grande Torino? Io ritengo che il Toro abbia trovato delle difficoltà dopo una brillante partenza in campionato per una forma di presunzione e di sopravvalutazione delle proprie forze. Un Toro che aveva divertito e ottenuto buoni risultati ad inizio stagione, divertendo soprattutto il proprio pubblico in casa. Ma sin dall'inizio è stato un Toro double face che in trasferta non riusciva ad avere lo stesso rendimento proposto tra le mura amiche. Immaturità, mancanza di personalità? Una risposta più precisa a queste domande credo che se la ponga lo stesso Mihajlovic quando ha visto il gruppo dei giocatori a sua disposizone difettare di continuità da una partita all'altra e addirittura nella stessa partita. Il Toro ora ha perso slancio, c'è stato un netto calo di tensione, questo è inutile negarlo. E ha visto ormai sfumare alcuni sogni che sembravano alla

sua portata. Però c'è ancora tempo per trovare un passo più adeguato alla situazione, non tanto di classifica quanto di qualità che è sicuramente superiore a quella vista nell'ultimo periodo. Basti pensare all'exploit di Belotti, bomber che molte squadre invidiano al Toro, bomber che è appetito da squadre europee importanti. Ma da solo Belotti non può trasformare la squadra, da solo non può fare sempre la differenza: ha bisogno di essere aiutato dai compagni e dal pubblico granata. A proposito di Belotti. Toro-Inter mette di fronte il granata, capocannoniere del torneo (22 gol) con il secondo in 'classifica', l'interista Mauro Icardi. L'argentino, in gran spolvero, è a sole due lunghezze dal bergamasco. Una sfida nella sfida... Belotti ha dimostato di essere forte, ora deve dimostrare di non essere una 'meteora' ma di avere i connotati

per diventare campione con la 'C' maiuscola. È un elemento ricco di determinazione e contro l'Inter sarà certamente stimolato dalla presenza del 'collega' Icardi tra i nerazzurri. Il bomber argentino ha ritrovato la vena realizzatrice e naturalmente punterà a vincere almeno la classifica cannonieri oltre a cercare di dimostrare che la fascia di capitano la merita. Icardi è un giocatore che a Genova con la Samp aveva dimostrato di avere le qualità per imporsi anche in

Italia dopo aver avuto una buona scuola come quella del Barcellona. A Milano ha trovato difficoltà legate anche alle vicende societarie nerazzurre che hanno visto l'Inter trasformarsi e passare da Moratti sino ai cinesi. Piano piano ha conquistato la fiducia non solo dei compagni ma anche del pubblico che vede in questo giovane ma talentuoso goleador un elemento che ha le qualità per conquistare definitivamente San Siro. Riuscirà l'attaccante di lontane origini piemontesi a portare l'Inter nell'Europa che conta? Il terzo posto è ancora alla portata dei nerazzurri? Oltre a Icardi c'è un altro 'acquisto' importante per l'Inter: Ever Banega. Che era stato accantonato e non compreso quando invece ha numeri da autentico leader. L'avvento di Pioli ha permesso a questo regista atipico di offrire scampoli di giocate che ne avevano fatto un punto di riferimento al Siviglia. A Milano lo hanno

Roberto Grossi

Giornale sportivo per i tifosi di Juventus e Torino

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riscoperto tardi altrimenti con ogni probabilità l'Inter sarebbe molto più vicina al terzo posto. Un traguardo che comunque, seppure difficile, è ancora a portata di mano. Pioli ha dovuto recuperare il terreno perduto dalla sua società, la quale, prima di ingaggiarlo, ha operato scelte molto discutibili con gli allenatori. Ma l'ex tecnico della Lazio ha dimostrato che sa il fatto suo.

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CHIUSO IN REDAZIONE ALLE ORE 17 DI GIOVEDÌ 16 MARZO 2017


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Il Punto/La Partita

Granata nel limbo, Inter verso la Champions Nerazzurri lanciatissimi e non perdono a Torino da 23 anni. Gli uomini di Miha cercano però una prova d'orgoglio

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ertamente il Toro non ha scelto la notte migliore per affrontare l'Inter. Da una parte per il cammino granata in netto calo: nelle ultime 14 partite disputate. 3 sole vittorie in casa contro Pescara, Palermo e Genoa, ossia ultima,

terzultima e quintultima. Un cammino davvero deludente che ha fatto sprofondare i granata al decimo posto con 46 reti subite, una distanza notevole dall'ottavo posto (6 punti) e siderale dalla zona Europa League (13 punti). Inoltre i granata, dopo esser stati scavalcato dalla Sampdoria, sentono il fiato sul collo del Chievo, oggi nettamente più continuo dei Sinisa-boys. Dall'altra parte invece i Pioli-boys hanno appena segnato 12 reti a Cagliari ed Atalanta, e da quando è arrivato il tecnico parmense, i meneghini hanno perso solo contro Juve e Roma (ossia le prime due in classifica).

Condizione fisica e mentale sbilanciata a favore dei nerazzurri. INTER IMBATTUTA A TORINO DA 23 ANNI Inoltre a Torino i nerazzurri vantano una tradizione eccellente, visto che non perdono da 23 anni. In effetti quando il 27 febbraio 1994 Poggi e Cois trafissero Zenga ed il Toro di Mondonico sconfisse 2-0 l'Inter, nessun tifoso del Toro poteva' immaginare che per almeno 23 anni i granata non avrebbero battuto a Torino l'Inter. Non ci sono in questa statistica solo meriti nerazzurri: in realtà il Toro proprio nel 1994 inizio ì il declino, con il risanamento economico (ma anche smantellamento tecnico) calleriano che condusse alla retrocessione del 1996. Fino al 2012 saranno ben dieci gli anni in cadetteria del Toro, prima della stabile permanenza in serie A dell'ultimo lustro. TORO CORSARO A SAN SIRO In verità il Toro si è recentemente consolato espugnando San Siro per ben 2 volte: il 25 gennaio 2015 con gol di Moretti al 94'. Il 3 aprile 2016 con rete di Molinaro e penalty trasformato da Belotti (con l'Inter ridotta in nove). BELOTTI ED IL FORTINO OLIMPICO E proprio su Belotti, Sinisa Mihajlovic (una vita nell'In-

ter da giocatore e vice-allenatore) confida per tornare a battere l'Inter anche in casa. Dopo Pulici, che il Toro congedò nel 1982, i tifosi granata non hanno mai potuto contare di un attaccante tanto decisivo, nemmeno ai tempi dei 126 gol di Ferrante, dei 77 di Rolando Bianchi, e dei 22 di Immobile nel 2013-14. Belotti ed il fattore Olimpico, dove il Toro ha perso solo contro la Juve (in quel modo beffardo) e dove il “Gallo”riceve continui rifornimenti ed assist dai compagni, sono le grandi speranze di Mihajlovic per ottenere un risultato di prestigio che consenta anche di vivere con maggiore serenità le 2 settimane di pausa, visto che nel prossimo week-end la serie A riposa. MINI PANCIA. MAXI GOL Inoltro il ritorno al gol di Maxi Lopez (a segno contro Roma e Lazio) può aiutare Belotti ad avere marcature meno asfissianti. Sia per Belotti che per Maxi Lopez, la motivazione di oggi è soprattutto far passare una brutta serata ad Icardi. Il “Gallo” per motivi professionali, la lotta per il titolo di “pichichi”del campionato. Maxi per gli arci-noti motivi familiari. SI odiano e non fanno nulla per nasconderlo. Quando ci sono di mezzo le (ex) donne e soprattutto i figli, è giusto così. GOL SUBITI, CENTROCAMPO SENZA PESO Se la difesa ha subito 46 reti in 28 partite, la colpa è solo parzialmente dei difensori. Castan, oggi disponibile ma non ancora in condizione, ha disputato un eccellente girone di andata. Rossettini, accolto con molta diffidenza dal popolo granata, ha dimostrato partita dopo partita la sua affidabilità, anche se molto spesso i bomber che marca-

va hanno segnato. Moretti che va per i 36 anni sta disputando una delle migliori stagioni della sua vita, stavolta in una difesa a 4. Joe Hart ha dimostrato perché è il portiere della nazionale inglese, e oltretutto garantisce molta sicurezza a tutti i sui compagni. Ajeti per fortuna è tornato a vedere la gare in panchina. Ma in realtà il problema della difesa è la scarsa copertura garantita dal centrocampo: discretamente tecnico, scarsamente muscolare. Mihajlovic chiese Kucka in estate, ma Cairo non riuscì ad accontentarlo. Benassi e Baselli sono alquanto discontinui, pur avendo mostrato buoni lampi; ma giocano di fio-

retti, non di sciabola. Obi è quasi sempre infortunato, Acquah viene utilizzato poco da Mihajlovic, Gustafson è promettente ma forse ancora acerbo. Valdifori e Lukic sono registi di

discreto spessore qualitativo, ma non sono né frangiflutti, né procacciatori di molti palloni. Delle punte solo Belotti lotta a tutto campo, anche in fase di non possesso, Ecco perché la difesa è spesso sguarnita, soprattutto lontano da Torino. Servirebbe servito eccome Gazzi, ceduto quest'estate e titolare fisso al Palermo. Alessandro Costa

(In alto da sx a dx in senso orario: il tecnico granata Mihajlovic, Maxi Lopez, il tecnico neroazzurro Pioli e Kondogbia, Handanovic)



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Interviste Granata: Natalino Fossati e Piero Gay

L'ex terzino: “Pioli ha rivitalizzato l'Inter” “Al Toro serve invece un bel bagno di umiltà, allenatore compreso... Maxi? Lo proverei al fianco di Belotti”

C

’è stato un tempo in cui Toro-Inter era una grande classica del calcio italiano. Tra i protagonisti di quei tempi c’era Natalino Fossati, indimenticabile terzino granata a cavallo fra gli anni Sessanta e Settanta. Natalino non ha certo bisogno di presentazioni: oltre a poter vantare una significativa carriera da allenatore, Fossati è attualmente un popolare opinionista te-

levisivo ed è una presenza fissa a “Toro scatenato”, la trasmissione condotta da Gino Strippoli, in onda tutti i mercoledì sera su Rete 7 Piemonte. Natalino, come vedi il prossimo impegno del Toro con l’Inter? Sarà ovviamente una partita molto difficile per il Toro, dal momento che incontrerà una squadra molto forte come l’Inter. I nerazzurri

hanno campioni in grado di risolvere la partita in ogni momento, come Icardi e Perisic. L’arrivo di Pioli ha trasformato l’Inter in una squadra più compatta ed equilibrata. Con quale atteggiamento il Torino dovrà affrontare la sfida con i nerazzurri? Servirebbe un bel bagno di umiltà, allenatore compreso. Non dico che il Toro debba pensare soltanto a

difendersi, ma affrontare questa gara con troppa spavalderia equivarrebbe ad un suicidio sportivo, che esporrebbe la squadra di Mihajlovic al rischio di un’altra goleada simile a quella subita dall’Atalanta contro i nerazzurri. Dopo un buona partenza, il Toro ha perso smalto, finendo con l’allontanarsi in modo ormai quasi inesorabile dalla zona Europa.

Cosa non ha funzionato e cosa c’è da migliorare nella squadra granata? Una casa la si comincia a costruire incominciando dalle fondamenta, che nel calcio significa partire dalla difesa, passando quindi al centrocampo e all’attacco, che è obiettivamente il reparto con più qualità e risorse nella rosa a disposizione di Mihajlovic. Purtroppo le partenze di Glik e Maksimovic hanno privato in un colpo solo la retroguardia granata di due pilastri. Spesso, poi, i reparti sono sembrati scollegati fra loro e questo è stato finora un altro limite nella stagione del Toro. Da ex allenatore, al posto di Mihajlovic proveresti qualche soluzione alternativa?

Personalmente farei un tentativo con Maxi Lopez al fianco di Belotti, con uno fra Ljajic o Iago Falque nel ruolo di trequartista dietro le due punte. Al posto di Mihajlovic prenderei in considerazione anche questa ipotesi. Giovanni Rolle Qui sopra e a sx Fossati ai tempi in cui era calciatore; in alto a sx nei panni dell'opinionista televisivo (Foto Facebook 'Toro Scatenato')

Piero, un mito della curva Maratona

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edichiamo il consueto spazio riservato al tifo granata di questo numero ad una figura mitica: Piero Gay. Sono in pochi a non conoscerlo, Piero. Fondatore, nel 1952, a soli 16 anni, dei Fedelissimi Granata, il primo gruppo organizzato ufficiale d’Italia, è poi rimasto un’icona per tutti i tifosi con le sue pionieristiche trasmissioni televisive e le rubriche storiche curate su Alè Toro negli anni '90, testi davvero completi e ben scritti, in cui Piero ripercorreva campionato dopo campionato le vicende granata, arricchendo il tutto con

interessanti approfondimenti su quanto accadeva nel mondo nella stagione raccontata nell’articolo. Oggi Piero segue il Toro assieme ai soci del Toro Club Antonino Asta di Torino, del quale è Presidente Onorario. Piero, raccontaci gli albori dei Fedelissimi Granata. Toro-Novara del 1950, vinciamo 4-1. Dopo la partita ci troviamo io e gli altri amici, eravamo una decina. Dissi: “Perché non fondiamo un circolo?”. Nei giorni successivi distribuimmo dei volantini di invito per la prima riunione,

che si tenne al bar in Corso Martino qualche giorno dopo; l’adesione fu eccezionale e intervennero una cinquantina di persone. Il passo successivo fu: “Perché non facciamo anche le trasferte?”. Non eravamo da soli, però. Chiesi infatti, ed ero un ragazzo di 16 anni, di essere ricevuto dal Presidente Novo. Il Presidente era una persona eccezionale e mi ricevette subito, nella vecchia sede di Via Alfieri 6. Novo accettò di aiutarci per tutte le trasferte, comprandoci ogni volta 5 biglietti. Il primo presidente dei Fedelissimi fu Angelo Quaresmini, poi portai avanti io il gruppo finché non passai la mano a Gino Trabaldo. So che hai tantissimi ricordi legati al Toro. Ma se ti dovessi chiedere quello più bello e quello più brutto cosa mi rispondi?

Il ricordo più brutto, ma forse anche quello più intenso, sono i funerali del Grande Torino, il 6 maggio 1949. Ero in piazza Castello con mio padre. Piansi per tre giorni di fila. La partita più bella che ora mi viene in mente così su due piedi è il derby del 3-2, una goduria assoluta. Un altro ricordo per me esaltante è rappresentato dalla “rivoluzione” per Meroni. Quando uscirono le voci che lo volevano alla Juve ci organizzammo per andare in massa in Corso Marconi dove abitava Agnelli. Ho ancora a casa il volantino “Agnelli giù le mani dal Torino”. E quell’affare non si fece. Oltre all’esperienza con i Fedelissimi sei stato anche conduttore e divulgatore… Sì, esatto. Con Ezio Colli abbiamo realizzato la pri-

missima trasmissione dedicata al Toro, su Tele Vox. Trasmettevamo da uno scantinato sotto una chiesa, il punto di forza erano le telefonate da casa. Poi ovviamente “Tutto Toro” a TeleTime con Colombo e Gambucci. Ci seguivano 100.000 persone a sera. Che significato ha per te l’imminente rinascita del Fila? Un significato enorme. Da ragazzo ero al Fila 5 pomeriggi alla settimana. Mangiavo un panino e correvo al campo. Il Fila era il Toro, uno straordinario punto di incontro. Deve risorgere così, come famiglia. E’ la base di tutto. E colgo l’occasione per ringraziare Mecu Beccaria e Cesare Salvadori, che è un grand’uomo, per il loro impegno. E’ merito loro, non certo del presidente Cairo se il Fila sta per rivedere

la luce. Non ti piace il presidente? Poco. Riconosco che ci ha salvato, ma deve fare di più. Non ha passione, ogni anno vende i migliori ed è sempre la solita solfa. Vedremo il prossimo anno, ma ormai non ho più grande fiducia. Non è questa la dimensione che voglio per il mio Torino. Per chiudere, Piero cosa rappresenta il Toro per te? Il Toro è stato la mia vita. 62 abbonamenti, stadio anche con 39 di febbre. Bandieroni, amici, tifo incandescente. Se il Toro non vince mi demoralizzo. Fa parte di me. In settimana seguo tutte le trasmissioni che parlano della squadra, che anche alla mia età non riesco a smettere di amare come 60 anni fa. Alessandro Muliari


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Squadra ospite

Espugnare Torino per proseguire il sogno-Champions 11 vittorie nelle ultime 13 gare per la Pioli-band. Il tecnico ha trasformato tante potenziali individualità in una squadra vera

Icardi

ter al secondo posto, dietro

la

alla sola Juventus. Questi

di cui l’ex stella nerazzurra

successi

regalato

segue personalmente gli al-

all’Inter una minima spe-

lenamenti: nelle ultime 13

ranza di raggiungere il ter-

gare di campionato l’Inter

zo posto, utile per la qualifi-

ha subito più di un gol sol-

cazione in Champions, dove

tanto nella sfida persa con-

al momento si trova il Na-

tro la Roma, mantenendo

poli di Maurizio Sarri, con 6

inviolata la porta difesa da

lunghezze di vantaggio: per

Handanovic in ben 7 parti-

ridurre il gap e per conti-

te. A centrocampo gioche-

nuare a sognare un ritorno

ranno invece Gagliardini,

nell’Europa che conta, la

sempre più una certezza di

hanno

retroguardia

interista,

Pioli

squadra nerazzurra dovrà

questa Inter, e Kondogbia,

’Inter arriva a Torino

re emiliano, che sembrava

obbligatoriamente

uscire

che potrebbe lasciare spa-

ha collezionato quattro gol

cui oggi andrà in scena una

L

con un entusiasmo che

destinato semplicemente a

da Torino con i 3 punti, in

zio a Brozovic, dall’inizio o

e tre assist. L’unica pun-

vera sfida nella sfida: i due

non si vedeva da tempo. Le

traghettare la squadra ne-

quella che è una delle tra-

comunque a partita in cor-

ta sarà, ovviamente, Mau-

attaccanti hanno segnato

11 vittorie collezionate nel-

razzurra fino a giugno, ha

sferte più difficili del cam-

so. Sulla trequarti agiranno

rito Icardi, reduce dalla

complessivamente 42 reti,

le ultime 13 partite hanno

trasformato tante potenzia-

pionato. L’Inter infatti in-

Candreva, Perisic ed Ever

tripletta contro l’Atalanta

più di quanto realizzato da

riportato i nerazzurri in

li individualità, in una squa-

contrerà un Toro ferito, che

Banega, migliore in cam-

e secondo nella classifica

ben 12 squadre di Serie A in

corsa per la qualificazione

dra vera, capace di vincere

ha raccolto molto meno di

po nelle ultime due partite,

cannonieri, a due reti di di-

tutta la stagione.

alle coppe europee e han-

con continuità e di esaltare

quanto si aspettasse a inizio

dove il fantasista argentino

stanza dal gallo Belotti, con

no rilanciato un ambiente

il pubblico interista. Dome-

anno e che cercherà sicura-

che si era già abbandonato

nica scorsa a San Siro, si è

mente di riscattare questa

all’idea di aver buttato via

toccato l’apice di questo ri-

stagione interlocutoria con

l’ennesima stagione. Questa

trovato entusiasmo, con la

una prestazione orgogliosa

serie di successi, pensando

goleada che l’Inter ha rifila-

davanti al suo pubblico: un

all’Inter disastrosa di inizio

to all’Atalanta, rivelazione

motivo in più, dunque, per considerare la sfida contro i granata come una prova di maturità fondamentale per questa Inter in crescita e per affrontare la partita con la giusta determinazione. Pioli schiererà, verosimilmente, gli stessi 11 che hanno rifilato 5 gol al Cagliari e 7 all’Atalanta. Il modulo prescelto è quindi il 4-2-3-1, che sicuramente esalta al meglio le caratte-

Banega

ristiche dei giocatori nerazzurri: l’allenatore dell’Inter

campionato, ha dell’incre-

del campionato, davanti a

ha provato in passato anche

dibile: un girone fa, prima

60 mila spettatori: la Curva

a giocare con la difesa a 3,

della gara d’andata tra In-

Nord, anima del tifo orga-

con un 3-4-2-1, che però

ter e Torino, i nerazzurri

nizzato interista, ha into-

non ha convinto fino in fon-

arrancavano addirittura al

nato anche un coro per l’al-

do, soprattutto nel match

quattordicesimo posto, con

lenatore nerazzurro, come

contro la Roma. Davanti ad

sole 3 vittorie in 9 giornate

non accadeva dai tempi in

Handanovic, giocherà quin-

e con un ambiente spacca-

cui, a guidare l’Inter, c’era

di una linea a 4, composta

to dall’improvviso esone-

un certo Josè Mourinho. Del

da D’Ambrosio e Ansaldi

ro di Mancini ad agosto e

resto i numeri di Pioli parla-

sugli esterni, con Miranda

dalla gestione fallimentare

no chiaro: 37 punti collezio-

e Medel al centro della di-

di Frank De Boer. Se oggi

nati su 48 totali, 12 vittorie

fesa. Dopo la vittoria con

la situazione in casa Inter

e 1 pareggio su 16 incontri

l’Atalanta, Pioli si è com-

si è capovolta radicalmen-

complessivi, e una media di

plimentato pubblicamente

te, il merito è soprattutto

2,31 punti a partita, che in

con Walter Samuel per il

di Stefano Pioli: l’allenato-

proiezione, porterebbe l’In-

grande miglioramento del-

Alessandro Casali


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ControCorrente

Macché Toro, è una squadra di cotechini La definizione è d’impronta modenese, ma dopo la prestazione con la Lazio riesce difficile raffigurare un’immagine diversa di ENRICO HEIMAN

erosimile che i tifosi del Torino non gradiscano questo titolo. Anzi scontato. Ancor meno tale raffigurazione. Ma è indubbio che dopo la prestazione offerta all’Olimpico di Roma (l’unico vero Olimpico) contro la Lazio, l’immagine tradizionale della squadra granata risulti non solo compromessa ma addirittura sbriciolata. Non tanto per l’entità della sconfitta (il 3-1 non

corpo a corpo spesso va in difficoltà. A centrocampo nessuno dei tre prediletti dal prode Sinisa (per la cronaca si pronuncia Sìniscia, con l’accentro sulla prima sillaba) è in grado di farsi valere: Benassi, il più attivo, il serbo Lukic e il piede dolce Baselli sono tutti e tre alti e sottili. In mezzo servirebbe almeno un Gattuso, che in organico non c’è. Vi sarebbero i due 'neroni', Obi e Acquàh, che forza fisica ce l’hanno, ma per infortuni o scelte tecniche discutibili non giocano quasi mai. Errore. Lukic poi, sembra che giochi in pantofole. Dicono che abbia talento. Vedremo. Neppure davanti la

è catastrofico) ma per la clamorosa manifestazione d’impotenza dimostrata dalla banda di Mihailovic. Abbiamo assistito a un festival di errori (meglio orrori) inammissibili in calciatori professionisti. Uniti ad autentica debolezza fisica. Assurdo parlare di parte atletica: tra i granata, definibili come atleti, non ve ne sono più di tre o quattro. Vogliamo nominarli? Il portiere Hart, quantomeno alto e sufficientemente robusto. In difesa il forzuto De Silvestri, che non sarà Messi e neppure velocissimo, ma regge l’urto con chiunque. Si salva Rossettini, anche sul piano del gioco, che non viene travolto nei contrasti. Una certa abilità, specie di testa, va riconosciuta al non più verde Moretti, altro difensore centrale, ma nel

situazione migliora. A parte il fatto che presentarsi in trasferta con tre attaccanti equivale a suicidio tattico, il Torino ha subìto 5 gol a Napoli, 4 a Roma (sponda giallorossa), 3 dalla Lazio e non dimentichiamo gli altri 3 dal Milan a San Siro nella partita inaugurale del campionato. Ha una della difese più battute della serie A. Situazione non invidiabile. E all’attacco il solo Belotti, attuale bomber con 22 reti, per quanto non bellissimo di fattezze, possiede forza fisica per affrontare le durezze dei difensori avversari. Che spesso raddoppiano o addirittura ne triplicano la marcatura. E fuori casa spesso rimane solo, con tutto il resto della squadra rintanata a difesa negli ultimi trenta metri. Dai due esterni, scomparso il terzino-ala

V

Zappacosta per infortunio e rivisto solo adesso in panchina, che garantiva corsa continua e cross di discreta pericolosità, non arriva granché. In casa Iago Falque qualcosina regala, ha segnato anche alcuni gol, ma fuori tende a scomparire. La delusione maggiore, per non dire totale, è il riccioluto Ljajic, giovane di piacente aspetto ma completamente privo dei “cosiddetti”. Capriccioso e individualista, testardo e ostinato nel voler dribblare anche i fili d’erba, spesso vanifica le sue qualità penalizzando la squadra e soprattutto Belotti che attende invano qualche pallone giocabile. Per restare in argomento, né Iago Falque né tantomeno Ljajic possono vantare potenza atletica devastante. Dovrebbero supplire col sacrificio, ma non sembra sia nella loro natura. Comunque da salvare c’è soltanto Falque, che in gioventù pare sia passato dai ragazzi della Juventus, prima di vagabondare da altre parti e rifarsi una verginità calcistica nelle file della

Roma. Urge tornare un attimo nei ranghi difensivi per non dimenticare il giovane Barreca, prodotto del vivaio granata e nota lieta per buona parte della stagione. Contro la Lazio è stato travolto anche lui nella crisi generale. Anzi, più che crisi dovremmo dire disfatta, anche se maturata compiutamente nei minuti finali con le reti del neretto Keita (un fulmine allo scatto) e del diabolico Felipe Anderson. Questo folletto brasiliano, tra i più veloci attaccanti del campionato con lo spagnolo del Milan dal nome impronunciabile (mi rifiuto di scriverlo) e l’egizianoromanista Salah, ha creato mille problemi alla difesa del Torino. E soprattutto al povero Barreca, incaricato di seguirne le tracce. Purtroppo abbiamo visto tutti il dramma esistenziale del difensore granata, lasciato quasi sempre sul posto dalle accelerazioni di Felipe Anderson. In alcune occasioni Barreca veniva non solo saltato in dribbling, ma non riuisciva neppure ad aggrapparsi al corpo sfug-

gente del brasiliano. Non solo abilità tecnica, ma allarmante differenza atletica. Spesso venivano in aiuto Moretti o qualcuno dei mediani, quasi sempre Benassi, ma tutta la difesa subiva sbandamenti paurosi. Bastava guardare la faccia di Mihajlovic in panchina per rendersi conto della situazione. In realtà Barreca, ragazzo educato e di buone maniere, non ha la potenza muscolare per reggere il confronto con certi attaccanti. Il suo lato debole. Per il resto ha discrete capacità di palleggio e corsa veloce. Nel derby di andata venne ingiustamente criticato per non essere riuscito a impedire a quel satanasso di Higuain di scaraventare in rete il pallone del secondo gol della Juventus. Quello che in pratica decise le sor-

presidiare il centro della difesa? Volendo tirare le somme il Torino sconta una cifra tecnica approssimativa, che riflette una classifica sinora accettabile che però è destinata a peggiorare. Sabato sera arriva l’Inter in un momento di splendore. Anzi nel miglior momento della stagione. Difficile prevedere scatti d’orgoglio da parte granata, se non a livello individuale. E rispetto al passato, ai cosiddetti bei tempi andati, non c’è neppure la forza fisica in grado di ridurre il gap con le squadre più titolate. Il famoso “tremendismo” scaturito dalla penna di Giovanni Arpino, che esaltava un Toro che vinceva i derby e sfiorava gli scudetti (poi nel ’76 lo vinse) è rimasto un vago ricordo. Un’appendice letteraria. Adesso è cambia-

ti della gara. Così urlarono nelle varie televisioni alcuni sedicenti tifosi “vip”, avvocati e non, senza rendersi conto che nella circostanza l’unico incolpevole era proprio lo sfortunato Barreca. Lui, con la cosiddetta diagonale, cioè spostandosi da sinistra al centro appena visto che il “pipita” stava per ricevere la palla, ha cercato invano di opporsi. In quell’attimo si sono scontrati un uomo di 90 chili, con spiccato senso del gol, e un giovanotto che ne pesa a stento 70. L’esito non poteva essere diverso. Ma dov’erano in quel momento i titolati Castan e compagnia bella, che avrebbero dovuto

to tutto. Solo nella fantasia dei tifosi “d’antan” ci può essere spazio per rimembranze di questo tipo. I giovani non sanno nulla né di Arpino, che tra l’altro tifava Juve ma aveva la sensibilità culturale per apprezzare anche valori diversi, né di ciò che significava il Torino nell’immediato dopoguerra per una città semidistrutta dal conflitto mondiale e subito protagonista nel gigantesco sforzo della ricostruzione. Un passato incancellabile. Non solo sportivo. Adesso siamo al paragone dei cotechini. Non è un miglioramento.


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Il Ritratto

Auguri 'Mondo', uomo leale e 'filosofo' granata! È stato proprio il 'suo' Toro a battere per l'ultima volta l'Inter tra le mura amiche

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iovedì 9 marzo Emiliano Mondonico ha compiuto 70 anni. Per l’amatissimo tecnico di Rivolta d’Adda si è trattato di un compleanno molto particolare, e non solo per la cifra tonda raggiunta, festeggiata alla grande con gli amici di sempre. L’anniversario, infatti, ha di poco seguito l’ intervento chirurgico per rimuovere la “bestia” che era tornata nuovamente a bussare. Non è la prima

de ancor più pertinente un omaggio a Emiliano, visto che è stato proprio il suo Toro a battere l’Inter per l’ultima volta fra le mura amiche, il 27 febbraio 1994 al Delle Alpi (2-0, gol di Poggi e Cois). Sarebbe facile, nonché scontato, ricordare il terzo posto, il Bernabeu, il Real domato, i derby vinti, Amsterdam e la sedia, la Coppa Italia del 1993. Sono imprese, quelle, che sono patrimonio della memoria

volta che accade, e nemmeno la seconda: un’ulteriore testimonianza della tempra, del cuore e dello spirito battagliero del Mondo, nonché dell’affetto che lo circonda, senza il quale certe battaglie non si potrebbero combattere neanche una sola volta, figuriamoci più di una. Ecco perché gli dedichiamo con piacere queste righe di amarcord, nel giorno di una sfida, quella contro i nerazzuri, che ren-

comune di tutti gli appassionati di calcio, non solo di noi tifosi granata. Ma c’è molto di più, nell’Emiliano allenatore e nell’Emiliano uomo. Per quanto riguarda l’Emiliano allenatore, se tutti ricordano quanto citato poco fa, non sempre si da il giusto peso ad altri traguardi. Pensiamo ai campionati ’92-93 e ’93-94. Due stagioni assolutamente allucinanti dal punto di vista ambientale e societario

con indagini, azioni sequestrate, due cambi alla presidenza, stipendi non pagati e fallimento evitato per un soffio, con giocatori venduti e sostituiti da colleghi validi ma sempre meno forti di ogni illustre partente. In quei due anni Emiliano fu sostanzialmente tutto: allenatore, direttore, presidente, uomo immagine, addetto stampa, ed anche, si è saputo con 20 anni di ritardo (a proposito del Mondonico uomo), sponsor con la sua carta di credito di alcune trasferte, perché le casse granata non consentivano nemmeno quelle spese minime. In quel contesto delirante e precario, Emiliano fece miracoli: Toro secondo alle spalle del Milan fino a novembre, terzo fino a marzo, poi un calo fisiologico in vista della finale di Coppa Italia e dell’addio di numerosi giocatori. Stesso spartito l’anno seguente con il Toro in zona UEFA sino all’ultima giornata, eliminato in semifinale di Coppa Italia ed ai quarti di Coppa Coppe dall’Arsenal, con un punteggio di misura. Sarebbe un errore anche quello di pensare ad un allenatore in grado di far bene in un solo contesto cittadino: parlano per lui l’impresa del 1988 con l’Atalanta di Serie B guidata in semifinale di Coppa Coppe, le due qualificazioni Uefa consecutive del 1989 e 1990 (primato mai più eguagliato a Bergamo), la finale di Coppa Italia del 1996, il campionato 9697 a lungo al terzo posto; e poi ancora, in tempi più recenti, la promozione della Fiorentina del 2005 (che gli valse anche il recordtutt’ora imbattuto- di promozioni dalla B alla A, ben cinque) e le salvezze con l’Albinoleffe. Oltre alle vittorie ed ai piazzamenti, le grandissime doti dell’Emiliano allenatore sono state saper valorizzare al meglio i proprio giocatori (sono tantissimi quelli che con lui hanno realizzato le mi-

gliori stagioni della carriera o che sono stati da lui lanciati, chiedere anche ad un certo Pippo Inzaghi capocannoniere con l’Atalanta) e il saper leggere, cambiandole, le partite in corsa, qualità che lo ha visto per anni primeggiare in Italia in modo unanimemente riconosciuto. Ma, dicevamo, non esiste solo il Mondonico allenatore; c’è anche, soprattutto, il Mondonico uomo, fatto di lealtà, amicizia e valori. Oltre a queste qualità indiscusse, e fortunatamente ben note a tutti, per noi tifosi si aggiunge un altro aspetto umano di Emiliano che non possiamo

dimenticare: il suo essere a tutti gli effetti teologo e filosofo della fede e degli ideali granata. Frasi come “tanti sono DEL Toro, pochi sono DA Toro”; “il Toro è un’Idea e come tale va affrontata, se smettesse di essere un’Idea smetterebbe di essere Toro”; “essere del Toro vuol dire essere fuori dal gregge e fuori dal gruppo” non sono solo grandi verità, ma fanno trasparire un grande attaccamento a questi colori ed una comprensione assoluta di cosa significhi amarli e difenderli. Parole, cosa fondamentale, a cui Emiliano ha sempre fatto seguire i fatti, come quando

nel novembre 2010 portò tutta la squadra dell’Albinoleffe in visita al Museo del Toro, in occasione della trasferta a Torino “per far conoscere ai miei ragazzi la grande realtà e la storia di questo club e per sapere cosa andiamo realmente ad affrontare questa sera. Giocare contro il Toro è un privilegio, devono capirlo”. Grazie, Mondo! Alessandro Muliari

(In alto Mondonico intervistato da Franco Costa, a sinistra Emiliano mangia la torta del suo compleanno avvenuto il 9 marzo scorso; in basso calciatore ai tempi della Cremonese Foto Fabio Milano ed Ermanno Vittorio)


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Toro-Inter Story

Centonove anni di sfide appassionanti! GLI ALBORI E LE GOLEADE GRANATA Il Toro viene fondato nel 1906, l'Inter due anno dopo. Tra il 1908 e il 1910 si sfidano 5 volte, e vincono sempre i nerazzurri. Ma il 5 marzo 1911, all'Arena Civica di Milano, il Toro coglie la prima delle 63 vittorie sull'Inter: 1-0 rete di Bollinger. Tanti successi granata, ben prima del Grande Torino, sono addirittura goleade: 6-0 nel 1922, un 5-2 e 5-0 per il Toro nelle 2 sfide a Milano del 1925. E anche un altro bel 6-0 al Filadelfia contro l'Ambrosiana-Inter nel 1930. Da segnalare anche due rocamboleschi pareggio 6-6 nel 1920 al campo stradale di Stupinigi, e un 5-5 nel 1941 al Filadelfia. Grandi attacchi o difese distratte?

IL GRANDE TORINO E LA PICCOLA INTER L'Inter al Filadelfia esce spesso umiliata dal Grande Torino: nel 1947 perde 5-2 a marzo (reti di Grezar, Gabetto, Menti e doppietta di Mazzola) e 5-0 a dicembre (Menti, Loik, Mazzola, Fabian, Gabetto). Segnaliamo anche un 6-2 per il Toro nel 1944 ( tripletta di Piola, sigilli di Gabetto,Mazzola, Ferraris) ma e' il campionato di Guerra e si gioca al Motovelodromo di Corso Casale. L'ultimo Toro-Inter del Grande Torino al Filadelfia finisce 4-2 nel 1948 (doppietta di Menti e gol di Mazzola e Ossola). InterToro del 30 aprile 1949 è l'ultima gara ufficiale degli Invincibili che sancisce il quinto scudetto di fila, prima di volare a Lisbona. TORO-INTER NEL DOPO-SUPERGA Dopo Superga il Toro al Filadelfia sconfigge ancora 3 volte di fila i nerazzurri, poi tanti pareggi e qualche vittoria meneghina. Al Comunale per l'Inter negli

anni 60, il bilancio contro il Toro migliora, ma già a fine decennio i tifosi nerazzurri vivranno molte pomeriggi sofferti a Torino. ANNI '70: DOMINIO GRANATA Nel febbraio 1972 il Toro batte 2-1 l'Inter. Segna Pulici, pareggia Boninsegna, decide l'autogol di Sandro Mazzola, figlio di Valentino, per cui questa partita ha sempre avuto ovviamente un sapore speciale. Nel 1973 il Toro ne rifila 4-0 alla malcapitata Inter: stoccata di Claudio Sala e tripletta di Pulici. Nell'anno dello scudetto il Toro alla quarta giornata vince 2-1 contro i nerazzurri (reti di Pulici e Gorin, inutile il gol di Boninsegna). A Milano pero' vittoria interista con

rete di Pavone. Ma l'Inter si farà perdonare sconfiggendo anche la Juve nel giorno del sorpasso granata. Ma gli anni 70 vedono il Toro maramaldeggiare sull'Inter al Comunale: nel novembre 1976, Pulici firma la vittoria granata a 5 minuti dalla fine su rigore . Nell'ottobre 1977 il successo granata porta il segno di Ciccio Graziani. Nel 1978 due pareggi (0-0 e 3-3), nel 1979 altro pareggio a reti bianche ANNI '80 Gli anni '80 tra Toro-Inter vedono prima 2 successi meneghini ed un pareggio. Ma nel gennaio 1984 il Toro di Bersellini sconfigge l'Inter di Radice per 3-1 con doppietta di Pato Hernandez e sigillo di Schachner. Sempre nel 1984, ma ad ottobre, finisce 1-1 reti di Bergomi e Aldo Serena. Nel 1986 il Toro arriva quarto grazie anche all'1-0 sull'Inter firmato da Comi. Combattuto 1-1 nel 1987 con una spettacolare sforbiciata di Giacomo Ferri. L'ultimo Toro-Inter al Comunale

si gioca nel giugno 1989. Il Toro di Vatta sconfigge l'Inter dei record del Trap per 2-0 con gol di Skoro e Muller, la settimana prima della fatal Lecce. ANNI '90 Nel 1990 il Toro torna in serie A e sconfigge ancora 2-0 l'Inter. Stavolta al Delle Alpi, con reti di Martin Vazquez e Lentini, sotto la guida di Mondonico. Pareggio a reti bianche nel 1991, 2-1 per l'Inter nel 1993 ( reti di Sosa e Fontolan) , ancora vittoria granata nel febbraio 1994 con reti di Poggi e Cois. È l'ultima vittoria granata a Torino. Le restanti sfide del decennio nel 1994, 95 e 99 sono appannaggio meneghino. ANNI 2000 Il Toro sale spesso sull' ascensore tra serie A e cadetteria. Quando torna definitamente in serie A, dal 2012 torna a far soffrire l'Inter. Nell'ottobre 2013 si registra un bel 3-3 all'Olimpico con reti di Farnerud, Immobile e al 90' Bellomo.

Nell'agosto 2014 pareggio a reti bianche ma Handanovic pare un penalty calciato (male) da Larrondo. Ma il Toro si consola espugnando San Siro per ben 2 volte: il 25 gennaio 2015 gol di Moretti al 94'. Il 3 aprile 2016 con gol di Molinaro e penalty trasformato da Belotti (con l'Inter ridotta in nove). Sabato sera è ora di tornare a vincere in casa dopo 23 anni. Alessandro Costa (Foto sopra Grazioni e Pulici; a sx l'Inter 1964-65; in basso a sx il Toro 1946-47 Foto Ermanno Vittorio)

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Marzo Granata

La tripletta-derby di Virgili, l'esordio di Pulici 15 marzo 1959 Incredibile Virgili che quasi da solo batte la Juventus nel derby. Tutti i suoi gol nel primo tempo: 8° 31° e 34°. Al termine della partita i supporter granata assediano lo spogliatoio per festeggiare i giocatori che si sono imposti nel 125° derby, l’uscita di “Pecos Bill” Virgili è salutata con un’ovazione e squilli di tromba.

16 marzo 1958 Vittoria granata al Filadelfia (2-0) sul Padova, gol della mezzala Pellis e di Arce, espulsi al 57° dal severo arbitro Maurelli di Roma il granata Tacchi e il patavino Blason. Maurelli era stato già molto discusso in passato: Napoli-Bologna, 6 Novembre 1955, invasione di campo e Maurelli, protetto dai poliziotti, guadagnava gli spogliatoi ma uno dei guardalinee veniva percosso. Di fronte alle centinaia di tifosi entrati in campo, la Polizia commise l’errore di ingaggiare una guerriglia con lanci e rilanci, da entrambe le parti, di pietre e lacrimogeni. La situazione diventò tragica quando i tutori dell’ordine cominciarono a sparare in alto a scopo intimidatorio. Oltre un’ora di assedio, 140 feriti (7 gravissimi), 92 medicati e curati nell’infermeria azzurra, 30 fermi, 15 arresti. Un’inchiesta fu predisposta dal ministro degli Interni, Tambroni. Maurelli dichiarò di essere pronto a ritirarsi. Cosa che poi non fece continuando ad arbitrare sino al 1958.

17 marzo 1955 Lello Antoniotti, il fine attaccante del Torino, è un ragazzo di cultura, la sua passione è la lettura, possiede una fornitissima biblioteca con più di settemila volumi,

i suoi scrittori preferiti sono Pirandello e Dostojewski. Raccoglie anche dischi di musica classica ed ha una piccola galleria d’arte con opere di De Pisis e Casorati. 18 marzo 1962 Splendida giornata di sole al Comunale, Torino in affanno dopo il vantaggio giallorosso per opera di Manfredini su rigore, pa-

reggia Locatelli, potrebbe essere vittoria se Law non sprecasse un rigore. Esordio stagionale per il terzino granata Giancarlo Versolatto. 19 marzo 1958 Amichevole per il Torino che affronta al Filadelfia i bulgari dello Slavia, nonostante l’amichevole la partita è combattuta, s’impongono i bulgari per 4-3, gol granata di Ricagni e doppietta su rigore per Armano.

22 marzo 1964 Granata perfetti a Bari dove impongono la loro forza travolgendo (3-0) la squadra barese, doppietta di Ferrini e gol di Crippa. Una violenta grandinata poco prima della partita che si ripete anche a metà del primo tempo non incide sul terreno di gioco che rimane lo stesso agibile. 23 marzo 1969 Edmondo Fabbri, allenatore del Torino, fa esordire in A un giovane attaccante di appena 18 anni che diventerà il goleador più prolifico di tutti gli anni '70. Il suo nome è Paolo Pulici e legherà quasi tutta la carriera alla maglia granata. In A Pulici ha giocato 401 partite segnando 142 gol, 134 con il Torino, 5 con l'Udinese e 3 con la Fiorentina. Pulici forma con Francesco Graziani una delle coppie più forti della storia del calcio italiano. Ribattezzati i "gemelli del gol" hanno fatto grande il Torino degli anni '70 segnando tra il 1974 e il 1978 ben 126 gol in appena 4 campionati, 120 partite. Con il Torino Pulici vince lo scudetto 1976, 2 coppe

20 marzo 1966 Amichevole del Torino a Firenze contro la Fiorentina, nonostante il forte vento di tramontana le due squadre si danno battaglia, vincono i granata 1-0 grazie ad un gol di Schutz nella ripresa. Ottima la prova del giovane portiere del Torino Gennari. 21 marzo 1954 Il Toro scende in campo al Filadelfia contro il Genoa indossando la maglia tipo River Plate con striscia trasversale granata. Partita emozionante, rossoblù in vantaggio di due reti poi la rimonta granata (3-2) con i gol di Antoniotti e la dop-

pietta di Buthz. Alla vigilia della partita era mancato Guido Gastoldi, socio fondatore del Torino e stimato avvocato del foro torinese, la squadra scese in campo con il lutto al braccio.

Italia e 3 volte la classifica cannonieri risultando il secondo granata più presente nella storia della serie A dopo Giorgio Ferrini e il primo tra i goleador con 134 reti. E' l'unico giocatore italiano (portieri esclusi) che ha partecipato a due fasi finali del Mondiale senza mai scendere in campo. Chiuso prima da Bettega e poi dallo stesso Graziani, il suo bilancio azzurro si chiude con 19 presenze e 5 gol. 23 marzo 1995 Il brasiliano Aparecido Marcao è ceduto in prestito in Svizzera al Neuchatel Xamax, in granata raccoglierà 4 presenze in campionato. Quando arriva in prova i dirigenti granata non sono in grado di fornire né il nome della squadra di provenienza né l'età esatta. Arriva a novembre: triste,

Sono tre i granata in campo: Baloncieri, Libonatti e Rossetti, vanno anche in gol sia Rossetti sia Baloncieri che sigla il gol della storica vittoria a cinque minuti dal termine. Questa partita fu anche la prima radiocronaca di calcio in Italia, il radiocronista era Giuseppe Sabelli Fioretti. Si trattò anche della prima partita della nazionale disputata a Roma. “Saudade” in Italia. Non è il migliore inizio. Fa il suo esordio, l'11 dicembre 1994 contro il Bari. Entra al 90'. Viene riproposto a gennaio 1995, contro la Reggiana, giocando meno di mezz'ora. La critica lo stronca: "In Brasile giocava in serie C. Vedendolo, non è difficile intuire perché". La settimana successiva gioca 7 minuti col Genoa. L'ultima apparizione con la Lazio, a febbraio, dal primo minuto per assenza del titolare Rizzitelli. Il Toro vincerà 2-0, la prova di Marcão è anonima, il calciatore è spaesato fa quasi tenerezza. Incredibile la storia dei primi mesi del giocatore: in attesa del primo stipendio Marcão non ha casa ed è costretto a dormire nei locali della sede granata. A dargli una mano almeno nei vestiti ci pensa Andrea Silenzi. Marcão ha moglie e figlio piccolo in Brasile, soffre la situazione, non lega con nessuno. Il Toro non aspetta la fine della stagione, a marzo lo presta al Neuchatel Xamax. Dopo poche apparizioni l'addio. Marcão torna in Brasile al Mogi Mirim. Rientra nel calcio che conta nel 2000 in Champions League, attaccante dello Spartak Mosca, contribuisce al passaggio al turno nella prima fase a gironi. Siglerà 4 reti, poi l’ ingaggio al St. Pauli. Due anni in Germania poi il ritorno in Brasile e di nuovo in Svizzera, prima del ritiro nel 2009 a 36 anni. In pochi a Torino si ricordano di lui. Fosse arrivato dopo, la sua storia nel calcio italiano forse sarebbe variata.

30 marzo 1947 Marcia trionfale del Torino che stritola l’Inter al “Filadelfia”, finisce 5-2 con doppietta di Valentino Mazzola, le altre marcature sono di Greazer, Menti e Gabetto. Con questa vittoria il Torino mantiene salda la vetta del-

26 marzo 1996 Sull’orlo della Serie B, il presidente Calleri cambia ancora la panchina: dopo aver esonerato Sonetti, esonera anche Scoglio passando il timone della squadra al fido Lido Vieri. 27 marzo 1960 Esordio in granata con gol per il giovane centravanti Gualtieri (classe 1941), la partita è Torino-Parma 2-0, da ricordare anche l’espulsione del parmense Sentimenti V° al 74° per aver colpito in pieno viso con una gomitata il centravanti Virgili. 28 marzo 1992 L’anticipo di campionato Inter-Torino termina 0-0 ma questa partita sarà ricordata per un record difficilmente eguagliabile: l’arbitro Stafoggia di Pesaro riesce ad espellere i due portieri per falli di gioco. Prima espelle Marchegiani al 39° sostituito da Di Fusco poi nel secondo tempo (70°) espelle anche il neroazzurro Abate

24 marzo 1969 Si sprecano gli elogi nell’ambiente granata per l’esordio avvenuto Domenica 23 in Torino-Cagliari del 19.enne Paolo Pulici proveniente dal Legnano. 25 marzo 1928 Italia-Ungheria 4-3, è la prima vittoria contro la nazionale magiara che negli anni venti inflisse severe lezioni di gioco agli azzurri.

no del Torino dal 1952 al 1955, raccoglie in granata 111 presenze corredate da 11 gol. In Nazionale le presenze sono tre.

la classifica, 41 punti contro i 36 di Milan e Modena. La partita sarà commentata dal giornalista Renato Amore così: “La partita è un continuo fuoco d’artificio di colore granata”

31 marzo 1983 Il Torino in allenamento s’impone all’Orbassano (50), rientra Ferri assente per infortunio dai campi di gioco dal 3 di Gennaio. Tripletta di Borghi, chiudono le marcature (Dezio aut.), Comi. Festeggiato l’allenatore dell’Orbassano, un granata 'doc', Natalino Fossati. Foto e testi di ERMANNO VITTORIO

29 marzo 1990 Muore a Genova a soli 62 anni Gigi Moltrasio, media-

(Da sx a dx: Virgili, copertina Calcio Illustrato con l'arbitro Maurelli, Dennis Law, Paolo Pulici, Nazionale italiana del 1932, Moltrasio, Mazzola padre e figlio, Fossati e Ferrini)


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Miss Orgoglio granata - Chiara Castellucci

Miss Orgoglio Granata per Toro-Inter è Chiara Castellucci, 22 anni modellastudentessa torinese, con tante passioni. Chiara, innanzitutto che facoltà frequenti? Sono al secondo anno di Psicologia, e voglio laurearmi in psicologia dello sport, un mondo che mi ha sempre affascinato. Tra le mie passioni, spicca il giornalismo sportivo. Ho già collaborato con parecchie testate giornalistiche, il più delle volte parlando proprio del Toro. Tu che, essendo tanto giovane, non hai certo vissuto i momenti d'oro della storia granata, come sei diventata tifosa del Toro? L'amore per questa maglia mi è stato trasmesso dai miei genitori, che fin da piccolina mi hanno portato allo stadio. Ormai dopo tantissimi anni non potrei mai immaginare un week-end senza Toro. Ormai fa parte della mia vita. Allora tu sei aspirante psicologa e giornalista, oltre che tifosa. Ma anche modella.

Si, la mia vita è intensa ed impegnativa. Da 2 anni sono entrata nel mondo della moda e mi ritengo molto fortunata perché è il sogno di ogni ragazza. Ho già partecipato a molti concorsi di bellezza tra cui Miss Italia e Miss Mondo e ho calcato numerose passerelle della realtà piemontese per rappresentare la moda emergente. E oggi sei anche “Miss Orgoglio Granata”: ed allora parliamo del Toro. Tu che frequenti sempre lo stadio e la Sisport, come giudichi la stagione granata? Situazione strana. Gli ottimi propositi di inizio campionato non si sono concretizzati e questo ha fatto perdere l'enorme entusiasmo del popolo granata. Ma Sinisa Mihajlovic è un uomo carismatico e determinato, certamente non si farà abbattere da questo periodo non felicissimo. Chi sono i tuoi idoli del Toro di oggi? Hart e Belotti rappresentato in tutto e per tutto il vero Toro. Sono i pilastri

della squadra e come tali sono sempre più acclamati dai propri supporters. L'idea che a giugno Joe e Andrea possano intraprendere una strada diversa rispetto a quella granata, è un colpo al cuore per qualsiasi tifoso. Sono diventati ormai l'orgoglio di una città intera. Penso che la caratteristica che permette ad entrambi di esser tanto acclamati sia l'amore per il proprio lavoro e per la maglia, oltre che ad un talento innato. Ultima domanda: tu sei nata nel 1994, pochi mesi dopo l'ultima vittoria del Toro in casa contro l'Inter. Sabato sera il Toro sfaterà il tabù? Ricordo con grande gioia le due recenti vittorie a San Siro contro l'Inter nel 2015 e nel 2016. Sono convinta che, proprio in virtù delle parate di Hart ed i gol di Belotti, sabato sera il Toro tornerà a battere l'Inter in casa, 23 anni dopo. Alessandro Costa

(In questa pagina Chiara Castellucci è fotografata anche insieme a diversi giocatori del Toro)


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Spettacoli e cultura

Al Salone del Libro l'omaggio ai 'divi' King e Tolkien Per entrambi gli scrittori di culto il 2017 è un anno di celebrazioni. Previsti numerosi rendez-vous

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a prendendo forma il programma del XXX Salone Internazionale del Libro di Torino. Fra le tessere già collocate dal direttore Nicola Lagioia vi è il duplice omaggio a due veri e propri "divi" della letteratura internazionale, quali Stephen King e J.R.R. Tolkien. Per entrambi il 2017 rappresenta un anno di celebrazioni: King compirà 70 anni a settembre, mentre sono diversi gli anniversari per Tolkien, fra cui il 125° della nascita e l'80° dello "Hobbit". Autori di culto nel mondo, accomunati non soltanto dalla dimensione fantastica della propria produzione letteraria ma dal fenomeno edito-

riale rappresentato. King e Tolkien sono fra gli scrittori con il più alto numero di libri venduti su scala planetaria: centinaia di milioni di volumi in tutte le lingue. Inoltre, si è sviluppata intorno a loro nel tempo una dimensione che va al di là della mera sfera editoriale. Ciascuno vanta infatti veri e propri fan da ogni continente, comunità di appassionati che oltre riunirsi virtualmente attraverso una fitta rete di newsgroup, mailing list, forum, webzine, promuovono costantemente l'organizzazione di incontri, seminari, mostre, raduni, feste, cosplay. Questi fans sono attesi in massa al Salone del Libro per prendere parte agli appuntamenti in programma, come nel caso del grande rendez-vous europeo per i seguaci di Tolkien organizzato, nella serata di sabato 20 maggio in riva al Po, fra le mura del Borgo Medioevale del Valentino. Una festa in costume corredata da un concerto di Arturo Stalteri con musiche ispirate

Al MAO i mantelli monastici Sino al 15 ottobre il Museo d'Arte Orientale di Torino propone una nuova rotazione di tre kesa e di altre opere. I kesa sono preziosi mantelli rituali indossati dai monaci buddhisti, che si compongono di diversi pezzi di stoffa uniti da cuciture sovrapposte. Hanno un ruolo molto importante nella pratica buddhista, poiché il dono di un tessuto conferisce merito all'offerente e la sua confezione è intesa come un atto di devozione per il monaco. La rotazione al museo prevede l'esposizione di 3 esemplari del XIX secolo. Anche i classici paraventi esposti nella sezione giapponese del

museo, hanno bisogno di essere messi periodicamente a riposo, come tutti i materiali più delicati. Nella stessa sala che ospita i kesa, il paravento verrà sostituito da due opere. La prima è un grande kakemono (dipinto su rotolo verticale) realizzato nel XIX secolo: protagonista il Buddha storico ritratto in Parinirvana, ovvero nell'attimo in cui cessa la sua esistenza fisica per estinguersi nel nirvana. Completa la rotazione un raro contenitore per sutra (scritture buddhiste) in pietra con iscrizione datante 1127. (p.r.) (Foto Museo d'Arte Orientale)

al Signore degli Anelli che condurrà a Torino schiere di appassionati della saga. Sempre il 20 maggio, ma alle ore 18,30 e all'interno della fiera, è previsto un momento speciale curato da Loredana Lipperini, in collaborazione con l'Associazione Italiana Studi Tolkieniani, già presente nella serie di Radio3 in onda a gennaio-febbraio per Pantheon. Nell'occasione a Tolkien, di cui Bompiani pubblicherà a giugno Beren e Luthien (curato dal figlio Christopher), il Salone dedica la lectio magistralis di Wu Ming con l'intervento

del presidente Aist, Roberto Arduini. L'associazione porterà inoltre al Salone Off una mostra di illustratori italiani dedicata all'autore e i cosplayer tolkieniani, grazie a Torino Comics, saranno presenti nei padiglioni del Lingotto. Riflettori puntati anche su Stephen King, le cui opere hanno appassionato e forgiato intere generazioni superando il concetto del "fantastico" in senso stretto. Nella serata di venerdì 19 maggio, il Salone prevede un lungo omaggio condotto da Giovanni Arduino, profondissimo conosci-

tore di King, e da Loredana Lipperini. Si alterneranno testimonianze, musiche, filmati, fumetti, fan scatenati, cosplayer in tema, appari-

zioni a sorpresa e 6 scrittori leggeranno le pagine kinghiane che più hanno amato. Paolo Rachetto

Dentro il triplo cofanetto di Liboni c'è 'una maglia sognata da bambino' “Ancora Toro” è il nuovo progetto di Valerio Liboni, storico leader insieme a Paki Canzi de ‘I Nuovi Angeli’, gruppo beat-pop della musica italiana divenuto celebre con successi quali ‘Donna Felicità’, ‘Ragazzina’, ‘Singapore’ che quest’anno festeggia il traguardo dei 50 anni di attività. Un triplo cofanetto, prodotto da Mauro D’Angelo per ‘Atmosfera’, che contiene: il nuovo libro “Io questa maglia sognavo da bambino”, scritto da Valerio Liboni con il giornalista radiotelevisivo e press agent di personaggi famosi Maurizio Scandurra, in cui una porzione importante della storia della musica italiana si unisce alla narrazione di aspetti inediti legati alla tragica fine del ‘Grande Torino’ il 4 maggio del 1949 sinora mai

svelati prima. Completano il box un cd contenente gli inni ufficiali del Torino dal 1989 a oggi, tra cui proprio il popolare ‘Ancora Toro’ (che su Youtube ha superato il tetto del milione di visualizzazioni) scritto a quattro mani da Valerio Liboni con Silvano Borgatta (pianista di fama internazionale con all’attivo prestigiose collaborazioni con PFM, Stadio, Phil Collins, Lucio Dalla e molti altri), e interpretato dallo stesso Liboni. Nel disco, anche una raccolta di canzoni dedicate alla maglia granata cantate da artisti famosi tra cui l’inno ‘Ancora Toro’ intonato da Valerio Liboni a più voci con gli storici campioni del ‘Torino Calcio’ Ezio Rossi, Walter Bianchi, Roberto Cravero

e Roberto Policano, oltre ad altri brani interpretati quale omaggio alla squadra da artisti quali Little Tony, Mal, Dino, La Strana Società, Vittorio de Scalzi dei New Trolls, gli Statuto, il poeta Ermanno Eandi e la coppia di noti attori di rivista e avanspettacolo Nuccio Cippo e Gianni Liboni, quest’ultimo ultima spalla dell’indimenticato comico torinese Erminio Macario. A corredo del progetto, un dvd ricco di interviste ai personaggi che hanno fatto grande la storia granata, con un il video inedito della storica formazione de ‘I Nuovi Angeli’ che giocano a pallone con i campioni granata Luca Marchegiani, Giorgio Bresciani, Roberto Policano e Roberto Cravero.


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