Non è casuale che quest’intellettuale sensibile e multiforme, in conflitto con il suo tempo, con le sue corse e il suo alienante consumismo amasse i luoghi in cui poteva camminare: «per una stradina rocciosa abbandonata dal progresso tecnologico.
È tra gli uomini di questa terra un po’ dimenticata che riesce a dedicarsi a uno dei temi a lui più cari: la solitudine dell’uomo contemporaneo. Bellezza vive sartrianamente il suo tempo e sartrianamente lo soffre, abbandonandosi a struggenti lacerazioni interiori che alimentano il suo distacco dalla società dei consumi. Troppe differenze tra le classi e troppa poca equità lo spingono a provocare la coscienza borghese e il suo falso perbenismo.