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La Madonna del Don protettrice degli Alpini

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Anniversari

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La Madonna del Don è un’icona di provenienza russa, giunta in Italia grazie a frà Narciso Crosara, cappellano del battaglione alpini “Tirano”. A lui era stata donata nel 1943 da una donna cosacca che l’aveva rinvenuta sotto le macerie di una isba bombardata. A sua volta il frate cappuccino l’aveva consegnata ad un alpino che rientrava in Italia per la licenza, prima della ritirata dalla Russia, affinché la consegnasse alla propria madre residente a Montecchio Maggiore (VI). Solo nel 1967 è stata posta definitivamente nella chiesa dei frati Cappuccini a Mestre, dove ogni anno (tra i mesi di settembre e ottobre), viene festeggiata a turno da una Sezione Ana. Successivamente nel 2002 è stata proclamata protettrice degli alpini. Quest’anno è stata la volta della nostra Sezione, unitamente alla Sezione di Como, visto che da un paio d’anni la cerimonia veniva rinviata causa Covid. La nostra delegazione, al seguito del presidente Dante Soravito de Franceschi, era composta da un centinaio di alpini accompagnati dalla fanfara sezionale. Dopo il ricevimento in municipio da parte delle autorità locali e lo sfilamento in piazza Ferretto, per assistere all’alzabandiera, c’è stato il trasferimento nella chiesa dove è posizionata l’icona. Qui è avvenuta la parte ufficiale della cerimonia con l’intervento anche del nostro Presidente sezionale che riportiamo. “È un privilegio per me portare il saluto della Sezione Ana di Udine e mio personale alle autorità civili, militari, religiose, al consigliere nazionale Daniele Bassetto, al revisore dei conti nazionale Mauro Ermacora e a tutti voi. Alla Sezione di Como, al Gruppo alpini di Mestre e alla Sezione di Venezia che ringrazio per questa grande opportunità nell’offrire l’olio per le lampade votive alla Madonna del Don nei 150 anni di costituzione del Corpo degli Alpini. Una offerta che viene dal cuore per ricordare e non dimenticare i tanti alpini che sono partiti e pochi sono tornati. Quest’anno ricorrono gli 80 anni che dalla stazione ferroviaria di San Giovanni al Natisone, vicino a Udine, le tradotte cariche di alpini partivano per la Russia e dove il 22 maggio scorso abbiamo ricordato questo evento. Vogliamo fare memoria. Cosa vuol dire fare memoria; vuol dire riportare alla luce fatti, episodi e volti, quei volti che smarriti per un paese così lontano che molti di loro neanche sapevano dove si trovava la Russia. Siamo qui a ricordarli, siamo qui, come sta scritto sulla Colonna Mozza in Ortigara “Per Non Dimenticare”, siamo qui affinché queste anime, questi alpini, intercedano presso la Madonna del Don affinché i territori che ora sono in guerra e che i nostri alpini hanno conosciuto e combattuto, possano ritrovare la pace. Se padre Crosara ha creduto in questa sacra icona, dobbiamo farlo anche noi perché solo con la preghiera possiamo pensare di aiutare a risolvere i fatti che oggi giorno ci tengono col fiato sospeso. Grazie ai padri Cappuccini che tengono vivo questo ricordo, mantenendo fede alla volontà di padre Crosara, che ringrazio di cuore. Permettetemi, inoltre, di ringraziare la mia fanfara sezionale che con la sua presenza ha reso più solenne questo momento di condivisione per questa giornata di così grande valore”. In chiusura della celebrazione si è svolta la tradizionale offerta dell’olio per le lampade votive perpetue poste al suo cospetto.

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