Coronavirus: l'occasione di un tempo nuovo

Valentina Carretta (a cura di)

Coronavirus: l’occasione di un tempo nuovo La possibilità di trasformare una minaccia in un’opportunità preziosa Dinamiche psicologiche dalla quarantena al nuovo mondo Prefazione di Roberto Pozzetti

Collana i Territori della Psiche diretta da Doriano Fasoli Board Scientifico: Alberto Angelini, Andrea Baldassarro, Nicoletta Bonanome, Marina Breccia, Carla Busato Barbaglio, Nelly Cappelli, Giuseppina Castiglia, Domenico Chianese, Cristiana Cimino, Antonio Di Ciaccia, Roberta Guarnieri, Lucio Russo, Marcello Turno, Adamo Vergine

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© Copyright Alpes Italia srl Via G. Romagnosi, 3 – 00196 Roma, tel./fax 0639738315 I edizione, 2020

Valentina Carretta Psicologa Psicoterapeuta, Specialista in Psicoterapia Psicoanalitica lacaniana.

Cultore della Materia in Psicologia Clinica dello Sviluppo presso l’Università Cattolica di Milano.

Docente Università Meier di Milano. Partecipante della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi. Dottore in Lettere Moderne e in Psicologia Clinico-Dinamica. Socia della Società Scientifica per la riabilitazione nei DCA SIRIDAP, si occupa da anni di disturbi del comportamento alimentare.

Già Presidente di C.I.D.A. (Centro Italiano Disturbi Alimentari e Dipendenze) onlus. Docente e relatore all’interno di congressi e seminari, convegni e corsi di formazione. Vive e lavora a Cernusco sul Naviglio (MI).

Pubblicazioni: “Obesità, sovrappeso e disturbi alimentari: una lettura psicoanalitica. Patologia dell’oralità, patologia della dipendenza, patologia del legame con l’altro” (Alpes Italia, 2019), “Sport e psicosi: un connubio possibile?” in ‘Guida alla psicologia dello Sport’ (Libreria dello sport, 2011).

Ulteriori articoli disponibili su www.dottoressacarretta.it

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Indice generale Prefazione di Roberto Pozzetti......................................................... XV Introduzione..................................................................................... XIX

Il ponte di Langlois di Vincent Van Gogh................................... XIX Un progetto ambizioso: trasformare una minaccia in un’opportunità XXI Diventare soggetti attivi del cambiamento................................... XXII

Mille arcobaleni di Ivan Villa.......................................................... XXIII

Parte 1 Vita ai tempi del Coronavirus: la quarentena traghetta al nuovo mondo

1. La scuola primaria ai tempi del Coronavirus

di Roberta Miele........................................................................

3

Maestra, non ho capito............................................................... 3 Un adulto mancante................................................................... 7 Criticità di una identificazione.................................................... 8

2. Genitori e bambini con disturbi del neurosviluppo ai tempi del Coronavirus: quale supporto possibile? di Barbara Lucchini ........................................................... 11 Esserci… a distanza!................................................................... 11 Costruire una nuova routine....................................................... 13 Perché strutturare? ..................................................................... 13 Cosa può fare l’educatore a distanza?........................................... 14 Comprendere i comportamenti................................................... 16 Genitori ed equipe riabilitativa: una collaborazione possibile ...... 17 Conclusioni................................................................................ 19

III

Coronavirus: l’occasione di un tempo nuovo

3. Lezioni dal Coronavirus

di Alessandra Maggio................................................................

21

Imparare da un virus................................................................... 21 L’inizio di tutto........................................................................... 22 Un tempo diverso....................................................................... 22 Ascoltare il silenzio..................................................................... 24 Dal presente al futuro................................................................. 25 L’avvio della didattica a distanza.................................................. 25 Nuove modalità per istruire ed educare....................................... 26 I docenti e la didattica a distanza: lavori in corso......................... 28 Gli studenti e l’uso della tecnologia a scuola: una questione aperta. 29 Il processo di valutazione: alcune riflessioni................................. 30 Responsabilizzazione e motivazione allo studio........................... 31 Bisogni educativi: speciali o di tutti?........................................... 32

4. Il lavoro smart ai tempi del Coronavirus

di Simone Ferri..........................................................................

33

Dal Milanese Imbruttito al girone dantesco................................. 33 La distanza................................................................................. 34 I servizi...................................................................................... 35 Il lavoro smart............................................................................ 35 Alcuni studi................................................................................ 36 Gli effetti.................................................................................... 37 Conclusioni................................................................................ 38

5. #Iorestoacasa… senza amici

di Valentina Carretta................................................................

41

Alle radici dell’amicizia............................................................... 41 Il valore dell’amicizia nelle diverse fasi della vita.......................... 42 L’amicizia fra i bambini......................................................... 42 L’amicizia in adolescenza........................................................ 43 L’amicizia fra adulti............................................................... 43 L’amicizia in età avanzata...................................................... 44

IV

Indice generale

La prova della distanza................................................................ 44 Solo “amici di quarantena”?........................................................ 46 Il valore dell’interazione: mantenere vivo il legame...................... 46 Holding amicale.......................................................................... 47 Il desiderio umano di socialità.................................................... 48 La solitudine contemporanea...................................................... 49 Amicizia e social: una nuova sfida ai tempi del Coronavirus........ 50 Vicini nella distanza: isolati, ma non soli..................................... 51

6. L’amore ai tempi del Coronavirus: coppia, famiglia e amanti di Filomena Soldano e Federico Ferrari....................................

53

Riflessioni sulla coppia di F.F................................................... 53

La coppia in mezzo alla tempesta................................................ 55 L’amore coniugale................................................................... 55 L’amore a distanza, l’amore extraconiugale e le relazioni compensative 58 La sessualità ai tempi del Coronavirus..................................... 60 Riflessioni sulla famiglia di F.S................................................ 63 La famiglia e la quarantena......................................................... 63 Raccontiamo le storie di famiglia................................................ 65 Le storie di famiglia sono importanti per tutti........................... 65 E le storie difficili?......................................................................... 66

7. Il tempo, il vuoto e la solitudine

di Roberta Miele e Valentina Carretta.....................................

69

Il tempo..................................................................................... 69 Ma cos’è il tempo?...................................................................... 69 Il tempo cronologico al divampare del Coronavirus è messo in pausa 70 Il tempo logico di Lacan............................................................. 71 Il tempo dell’amore e del desiderio.............................................. 71 Non ho tempo............................................................................ 72 Il tempo del lockdown................................................................ 73 Il nulla dell’epoca moderna......................................................... 73 Autenticità del tempo pre-Coronavirus....................................... 74

V

Coronavirus: l’occasione di un tempo nuovo

Il vuoto...................................................................................... 75 Assenza, vuoto e mancanza......................................................... 75 Il tempo vuoto .......................................................................... 76 La solitudine.............................................................................. 77 Nutrirci di relazioni.................................................................... 78

La ‘squola’ ai tempi del Coronavirus di Ivan Villa......................... 81

Parte 2 L’eredità del Coronavirus:

l’occasione di costruire un tempo nuovo

8. Un nuovo inizio.

Come tornare alla normalità senza dimenticare

di Alessandra Maggio...............................................................

85 Gestire il rientro......................................................................... 85 Il grande tabù............................................................................. 86 La malattia della solitudine.......................................................... 87 Il profondo legame tra due generazioni....................................... 89 Da dove cominciare?................................................................... 90

9. Incontrare se stessi e i propri valori profondi: un’occasione nei tempi del post-Coronavirus

di Paola Barzaghi......................................................................

93

Buoni propositi.......................................................................... 93 I valori.................................................................................. 94 Incontrare sé stessi e i propri valori.................................................. 94 Il periodo è propizio...?............................................................... 95 Come cambieranno le modalità di incontro con sé stessi?

E quali saranno i “grandi sassi”?.................................................. 96 Scoprire e manifestare il proprio sé............................................. 97 Conclusioni................................................................................ 98

VI

Indice generale

10. Coltivare il legame. Il valore delle relazioni anche dopo il Coronavirus

di Valentina Carretta...............................................................

101

Coronavirus: il legame sotto scacco............................................. 101 La radice del legame................................................................... 101 La riscoperta del legame.............................................................. 102 La riscoperta del nostro legame di italiani................................... 103 Stringersi “a coorte”.................................................................... 104 Flashmob............................................................................... 105 Panaro solidale.............................................................................. 105

Il valore della coda al supermercato: necessità di fare legame........ 106 Il Coronavirus ha cambiato le relazioni....................................... 106 Quali cambiamenti sopravviveranno al Coronavirus?.................. 107

11. Il nostro personale nuovo mondo dopo la quarantena.

Riorganizzazione delle priorità della nostra vita

di Federico Ferrari.....................................................................

109

La riorganizzazione delle priorità individuali............................... 111 Il paradosso del pigro.............................................................. 113 Un serio confronto tra potere e libertà............................................. 114

La riorganizzazione delle priorità socioeconomiche..................... 116 La valorizzazione delle radici ed il bisogno del contatto............. 117 La nuova moneta chiamata tempo................................................. 118

12. La narrazione: strumento d’introspezione nel post-Coronavirus

di Chiara Rita Contin..............................................................

121

Perché parlare di narrazione?....................................................... 121 Tutto comincia da Freud............................................................. 123 Narro, dunque scrivo.................................................................. 124 Essere o non essere? Ma come ti racconto chi sono?..................... 126

VII

Coronavirus: l’occasione di un tempo nuovo

13. Divorzi, nuovi nati e nuove professioni dopo il Coronavirus di Filomena Soldano.................................................................

135 Introduzione.............................................................................. 135 Divorzi....................................................................................... 136 Nuovi nati.................................................................................. 137 Coltiviamo emozioni positive.................................................. 138 Non smettiamo di giocare............................................................... 139 Nuove professioni....................................................................... 139 Conclusioni................................................................................ 141

14. La metafora e la pratica del judo: tre fasi per ripartire

di Emanuele Grazioli...............................................................

143

Introduzione.............................................................................. 143 Kuzushi, Tsukuri, Kake ovvero rottura, costruzione e sospensione 144 La rottura dell’equilibrio.............................................................. 145 La costruzione della tecnica........................................................ 147 La sospensione............................................................................ 149 Il punto principale...................................................................... 151

15. La parola agli studenti

di Alessandra Maggio...............................................................

Punti di ancoraggio.................................................................... 155

16. Il coraggio di ricominciare

di Alessandra Maggio...............................................................

155

169

Quando la paura è peggio del pericolo........................................ 169 Un antidoto alla paura................................................................ 171 Insegnare a convivere con il virus.................................................. 172 Apprendimento ed emozioni....................................................... 175 Strategie per essere migliori......................................................... 176

Come tartarughe in tangenziale di Ivan Villa................................ 179

VIII

Indice generale

Appendici Il cancro ai tempi del Coronavirus di Cristiano Pedretti.............. 183 Ripresa o sorpresa? di Giulia Cavalli.............................................. 187 Conclusioni di Valentina Carretta.................................................. 191 Ringraziamenti di Valentina Carretta............................................. 193 La presenza di una madre: speranza di rinascita di Roberta Miele e Valentina Carretta............................................ 195 Autori ........................................................................................

197

IX

A chi si rialza sempre dopo una caduta e non perde mai la speranza che una stella cadente possa far avverare i sogni.

A tutti gli Italiani

Agli Italiani che stanno combattendo e si stanno sacrificando per sconfiggere Covid-19 negli ospedali e fuori impegnandosi fino allo stremo delle forze, agli Italiani che hanno appeso le bandiere alle finestre, agli Italiani che hanno cantato sui balconi per sconfiggere ansia e angoscia, agli Italiani che hanno inventato il “panaro solidale”, agli Italiani che hanno lavorato nonostante la paura per garantire i servizi essenziali, agli Italiani che non hanno potuto lavorare ma non si sono arresi pur versando in gravi difficoltà, agli Italiani che hanno riconvertito le loro aziende per costruire camici, mascherine e respiratori, agli imprenditori Italiani non hanno retto al peso di non poter più garantire un salario a tante famiglie, agli Italiani che hanno scritto poesie bellissime sulla possibilità di andare avanti meglio di prima, agli Italiani che non si sono arresi, agli Italiani che si sono ammalati e sono guariti, agli Italiani che invece non ce l’hanno fatta, ai bambini e ai ragazzi Italiani che hanno dato prova di grande maturità, agli Italiani che hanno vissuto la quarantena soli a casa, agli Italiani che non hanno potuto abbracciare le loro famiglie a Pasqua, agli Italiani che si risolleveranno dalla crisi economica, agli Italiani che vogliono tratte il meglio da questa faticosa esperienza, agli Italiani tutti.

Prefazione di Roberto Pozzetti

Ricorderemo sempre l’anno 2020 come l’anno della pandemia di Coronavirus. Un’ecatombe di eventi luttuosi relativi ai nostri cari anziani, una crisi epocale dell’economia, un evento spartiacque nelle relazioni umane, una discontinuità netta nell’organizzazione della vita, segnano l’anno che già si configura come l’anno del Covid-19 e tale rimarrà nella storia dell’umanità.

L’impatto con il quale ha fatto irruzione nelle nostre esistenze il Coronavirus, il crescente utilizzo dei dispositivi di protezione, il confinamento e la quarantena hanno sovvertito tutto il nostro approccio al sociale: i contatti corporei, la sensibilità clinica, le modalità di trasmissione del sapere, le forme della relazione educativa, i progetti di ricerca ne vengono drasticamente modificati.

Il libro curato da Valentina Carretta coglie la dimensione davvero inedita di quanto avvenuto e lo legge da una serie di vertici, da prospettive variegate; accosta un sapere, un saper fare e un saper essere di diversa estrazione affiancando preziose competenze che si dimostrano disponibili a cooperare proponendo una pluralità di sfaccettature in una prospettiva multidisciplinare e feconda.

Per un primo verso, quello della diffusione del virus come evento inedito, il volume colleziona testimonianze sull’energia con il quale docenti e psicologi hanno affrontato l’evento Coronavirus così come riflessioni lucide sulla portata del dramma; per un secondo verso, accenna ad alcune ipotesi su quanto l’aver attraversato questa vicenda drammatica ci porterà in eredità.

Imprevisto – come scrive la curatrice – è anzitutto il fatto che la rivoluzione digitale, soltanto abbozzata fino al 2019, bussa ora alla porta prepotentemente. Le rivoluzioni non sono mai tutte rose e fiori: questo libro ne sottolinea sia gli effetti favorevoli sia alcuni effetti disdicevoli. Si tratta di una raccolta di saggi che problematizza infatti la situazione di bambini e adolescenti i quali trascorrono le loro giornate principalmente a casa, in attesa che le scuole riaprano. Mentre i genitori lavorano, nei loro contesti professionali oppure dal domicilio in smart working, i figli si incollano spesso agli schermi. Televisioni e dispositivi digitali divengono il loro principale riferimento, sia per la didattica a distanza sia per l’intrattenimento volto a superare la noia. Qui si pone una distinzione netta da sottolineare fra i bambini e gli adolescenti: se i ragazzi delle scuole superiori e quelli XV

Coronavirus: l’occasione di un tempo nuovo

delle scuole medie usufruiscono efficacemente della didattica a distanza in un modo non poi così diverso da quello degli studenti delle università telematiche avendo dimestichezza con i propri smartphone, non per niente facile risulta la posizione dei bambini appiccicati agli schermi.

La didattica a distanza, a livello dei primi anni delle scuole primarie e ancor più delle scuole dell’infanzia o degli asili nido, pur con sforzi encomiabili dei docenti che si sono confrontati con tali strumenti senza una formazione istituzionale precedente, arranca nel rimpiazzare la relazione con gli insegnanti stessi. Relazione che non è soltanto volta alla comunicazione di nozioni da apprendere ma anche e soprattutto ad ampliare le esperienze di interazione con adulti di riferimento in ambito extrafamiliare. Filomena Soldano, nel suo pezzo, ci ricorda, non a caso, l’importanza del gioco come modo di acquisizione di abilità sociali. Peraltro, i dati Istat riferiscono di una percentuale del 13% di minori in età scolare, dai sei anni alla maggiore età, sprovvisti di dispositivi digitali adeguati e che non possano dunque seguire le lezioni online. Questa percentuale si innalza sino a circa il 20% dei minorenni, nel Sud Italia. Inoltre, la vivacità e il dinamismo degli scambi con i compagni di scuola coetanei sono impossibili da sostituire con dei momenti di condivisione che pure il digitale offre attraverso le varie piattaforme utilizzate dalle scuole. Nel capitolo a cura di Barbara Lucchini, viene posto in risalto lo svolgimento della didattica a distanza con bambini caratterizzati da disabilità o Bisogni Educativi Speciali anzitutto a partire da un lavoro di rassicurazione dei loro genitori e da una strutturazione appropriata dell’ambiente domestico che permetta l’instaurarsi di una precisa organizzazione della settimana anche al domicilio.

Va stigmatizzato il rischio dell’innescarsi di dinamiche regressive: nel venir meno di un contesto stimolante e spronante come quello scolastico, si disimparano alcune competenze coltivando meno le proprie capacità, viene meno un agio relazionale e si smarrisce il rapporto con alcune regole basilari di civiltà offerte strutturalmente dal calarsi entro ambiti istituzionali che tendono a moderare un godimento esorbitante.

Troppe ore vengono, dunque, trascorse dinanzi agli schermi, ricevendo informazioni a una velocità e di una complessità superiore alle potenzialità elaborative dei bambini. Vi è il pericolo di un sovraccarico di immagini che potrebbero risultare nocive passivizzando i minori, rendendoli oggetti anziché soggetti artefici della propria esistenza.

Il contributo di Alessandra Maggio si focalizza sull’apprendere dall’esperienza: un evento drammatico come quello dell’epidemia di Coronavirus ha insegnato qualcosa alla relazione docente-allievo e non soltanto per il generale upgrade delle competenze digitali indispensabili per far funzionare la didattica a distanza. Come ci ricorda l’etimologia latina, ‘in-signare’

XVI

Prefazione

significa imprimere segni nella mente e i segni lasciati dal Coronavirus saranno probabilmente indelebili. L’esperienza della didattica a distanza insegna qualcosa sul concetto della valutazione, più complesso di quello di voto e sicuramente spinoso. Una delle forme di apprendimento che lei sottolinea concerne l’ascoltare il silenzio nelle città in un momento di estrema solitudine, un silenzio al quale non eravamo affatto abituati. Non è senza nessi con quanto scritto, in una prospettiva junghiana, da Paola Barzaghi la quale sottolinea come questo periodo sia propizio per incontrare sé stessi. Diviene un’opportunità di intraprendere un percorso introspettivo, in modi e forme singolari.

Questo policromatico volume collettivo non è privo di riferimento allo sport e alle arti marziali, come avviene nel capitolo dedicato al judo da Emanuele Grazioli, educatore e insegnante di judo.

Per un secondo verso, in riferimento a cosa ereditare dallo stravolgimento esistenziale indotto dal Coronavirus, un libro focalizzato sulle dinamiche inedite determinate dalla pandemia non può che lasciarci con delle domande insolute, inevase. Domande relative al lascito di questo accadimento. Se in un primo momento siamo rimasti attoniti, non credendo quasi ai nostri occhi e sottovalutando la gravità dell’evento, anche a posteriori troviamo difficoltà nell’acquisire contezza della portata futura delle conseguenze sulla vita sociale e affettiva di cui il contagio risulta gravido.

Il contributo di Giulia Cavalli analizza il termine ripresa, ormai al centro della nostra vita. Ri-presa vuol dire prendere di nuovo: propone di sostituirlo con sor-presa, per aprirci al nuovo e alla creatività.

Forse un giorno ricorderemo quasi con nostalgia questa sorta di pausa dalla routine della frenetica quotidianità. Certo resterà un tempo inusuale e molto difficile, per un periodo indefinito, fino al giorno nel quale si troverà un vaccino per questo nuovo Coronavirus. Verosimilmente saremo tutti più guardinghi, si uscirà di casa meno e sempre muniti di guanti monouso e mascherine, si starà ben lungi dai principali luoghi di aggregazione, si viaggerà poco. Quello in cui più cambieranno le nostre abitudini saranno i contatti corporei. Si tratterà di manifestare affetto senza abbracci, di salutarci senza stringere la mano. Come sarà la vita degli adolescenti e dei più giovani? Quanto dovranno limitarsi nei baci e nella vita erotica?

Quanto dovranno malauguratamente divenire più morigerati? Una volta trovato questo vaccino, fra un numero di mesi che non essendo un virologo non so quantificare, i nostri costumi abitudinari ricominceranno oppure saremo comunque più prudenti nei contatti umani e ben poco calorosi?

Cosa erediteremo dai nostri nonni, genitori, zii che non abbiamo potuto salutare nemmeno con un ultimo congedo, nemmeno nella forma simbolica di un rito funebre?

XVII

Coronavirus: l’occasione di un tempo nuovo

Belli, tanto commoventi quanto scanzonati, i contributi dalla parte dei bambini scritti da Ivan Villa. Cosa ricorderanno i nostri bimbi del rimanere confinati in casa, per molti mesi dell’anno del Coronavirus? Quali ricordi di questa vicenda serberanno? Come ne parleranno ai loro figli?

Si ereditano i peccati della generazione precedente, diceva Lacan, non senza fare accenni al filosofo esistenzialista Kierkegaard, notoriamente gravato da una non meglio precisata colpa del padre. Non siamo certo esenti da colpe quanto alla sottovalutazione del Coronavirus e delle conseguenze che avrebbe determinato. Si ereditano i peccati, si ereditano le fiamme, cantava Bruce Springsteen nel suo brano “Adam raised a Cain” – non so se rifacendosi implicitamente allo stesso Kierkegaard. La questione dell’eredità, per come la psicoanalisi l’ha colta, non implica ereditare i lati migliori della generazione che ci ha preceduto; si configura piuttosto sull’ereditare ciò che è rimasto incompiuto per questa generazione. Si tende a ereditare il peggio. Si eredita più il dolore che il piacere, più quanto costituisce un non detto che quanto i genitori avevano intenzionalmente raccontato ai figli.

Si eredita il ricordo, si eredita qualcosa che si è sedimentato nell’inconscio costituendo il substrato dell’ordine simbolico.

XVIII

Introduzione di Valentina Carretta

“La risposta alla catastrofe non consiste nel ristabilire l’ordine precedente, ma nel crearne uno che prima non c’era.”

Boris Cyrulnik

Il ponte di Langlois di Vincent Van Gogh Il dipinto in copertina riveste un importante significato simbolico, per questo motivo, prima di cominciare, ritengo possa essere d’aiuto soffermarsi qualche minuto sulla copertina.

Soffermarsi… fermarsi… sì, perché è questo ciò che ci sta insegnando questo tempo di Coronavirus.

Il quadro rappresenta un soggetto molto amato da Vincent Van Gogh, tanto che lo dipinse diverse volte e da differenti angolazioni: si tratta del ponte di Langlois. Questo metteva in comunicazione la cittadina di Arles con quella di Port-de-Bouc, collegava due comunità, due mondi diversi.

Al centro di questo olio su tela osserviamo un ponte su di un canale che occupa proprio il centro della scena.

Il ponte è quella particolare costruzione, eretta dall’uomo, che consente di mettere in comunicazione due sponde opposte. Senza di questo non si potrebbe passare da un territorio all’altro.

Spesso questo elemento compare anche nei sogni dei nostri analizzanti in seduta e, frequentemente, rimanda ad un avvicinamento, ad un Altro, a se stessi, alle proprie dinamiche.

Nel dipinto osserviamo una particolare tipologia di ponte: un ponte levatoio. Non è quindi scontato che si possa passare da una sponda all’altra. Prima di attraversarlo è necessario fermarsi, prendersi del tempo per osservare, per verificare che non vi siano barche in arrivo che potrebbero richiederne l’innalzamento. Bisogna attendere, prima di poter passare, a maggior ragione se le due parti che compongono il ponte non si trovano in posizione orizzontale. Due parti: anche questo elemento è profondamente simbolico e ci rimanda a quanto sta avvenendo in questo periodo. Solamente grazie alla congiunzione delle due, forse, sarà possibile attraversaXIX

Coronavirus: l’occasione di un tempo nuovo

re questo momento; è indispensabile sincronismo e comunione d’intenti.

Inoltre, non dobbiamo trascurare il fatto che, anche l’attraversamento di un ponte levatoio, a differenza di un ponte fisso, presenta la necessità di porre maggiore attenzione, di stare nel presente e osservare che non vi sia l’esigenza di innalzarlo proprio durante il nostro attraversamento laddove non avessimo calcolato correttamente i tempi.

L’intento di questo libro è proprio quello di fare da ponte fra due tempi, tempi cronologici scanditi dalle normative emanate dal Governo per affrontare la pandemia e tempi soggettivi di elaborazione di quanto sta accadendo, delle proprie emozioni e di maturazione personale.

Non è casuale la scelta di un quadro molto luminoso, con colori molto vivaci, il cui tono dominante sia un blu acceso. Queste giornate senza auto, senza inquinamento, con la primavera che si è dispiegata sotto i nostri occhi, nonostante il Coronavirus, ci hanno fatto riscoprire i colori, in particolare quello del cielo, facilmente visibile anche restando in casa.

La presenza dell’uomo nel dipinto è ridotta al minimo, così come avviene in questi giorni pandemici. Osserviamo la natura che ruba la scena all’essere umano esattamente come accade in quest’epoca in cui gli animali si riprendono gli spazi che l’uomo ha sottratto loro: gli scoiattoli nei parchi, le volpi per le strade dei paesi, i delfini che giocano e saltano in mare sotto costa, …. Nella scena, però, quella scarsa presenza umana è una presenza al femminile: le lavandaie, quindi le donne, che emergono in rappresentanza della specie umana. Le donne, proprio loro che stanno pagando il prezzo più alto in questo momento costituendo loro “almost 70% of the healthcare workforce, exposing them to greater risk of infection”1.

Le donne, obbligate a casa durante la quarantena con uomini che usano violenza su di loro. Le donne, equilibriste che tengono insieme smart working, ménage famigliare, casa e didattica a distanza dei figli. Le donne, spesso costrette anche a scegliere se lasciare il lavoro o i figli a casa da soli all’inizio della fase due.

Questo quadro, a sua volta, segna un ponte, marca un passaggio artistico del suo autore. Sappiamo, infatti, che Van Gogh, a partire da questo dipinto modificò il suo modo di dipingere per assumere una pittura più sintetica ed essenziale.

Il Coronavirus segna anche per noi un cambiamento, ci conduce sopra un ponte, ci invita a modificare qualcosa, di noi e della nostra esistenza, individuale e collettiva. Sta a noi scegliere che tipo di pittura adottare d’ora in avanti. Quale sarà la nostra scelta?

1 Traduzione: circa il 70 per cento della forza lavoro sanitaria, il che le espone a un maggior rischio di infezione. Report “Women at the core of the fight against Covid-19 crisis” dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse).

XX

Introduzione

Un progetto ambizioso: trasformare una minaccia in un’opportunità Parlare del tempo del Coronavirus e della quarantena come di un’opportunità preziosa è molto ambizioso, ed è stato, fin da subito, incredibile osservare con quale entusiasmo i Colleghi psicologi, psicoterapeuti e psicoanalisti, unitamente a insegnanti ed educatori, pedagogisti, informatici e formatori si siano subito messi all’opera per scrivere i loro contributi per questo progetto.

Queste pagine sono il frutto delle nostre riflessioni a tutto campo; non sono solo un libro, ma sono soprattutto una scommessa, una scommessa ambiziosa sulla possibilità di trarre il meglio da questi giorni e da quelli che verranno.

L’orientamento di questo lavoro è racchiuso nel titolo: “Coronavirus: l’occasione di un tempo nuovo. La possibilità di trasformare una minaccia in un’opportunità preziosa. Dinamiche psicologiche dalla quarantena al nuovo mondo.”. Abbiamo infatti scelto di concentrarci soprattutto sulla possibilità trasformativa insita in questo periodo. Una possibilità, appunto, che è responsabilità di ciascun soggetto cogliere, a partire dalla propria intrinseca soggettività e singolarità.

Il testo si compone di due grandi aree: la prima “Vita ai tempi del Coronavirus: la quarantena traghetta al nuovo mondo” interroga la quarantena e i suoi fenomeni peculiari, dal lavoro smart, alla scuola online, all’amicizia e all’amore al tempo del Coronavirus, alla morte, al tempo, alla solitudine e al vuoto, alla prima “pandemia social”; la seconda “L’eredità del Coronavirus: l’occasione di costruire un tempo nuovo” affronta la domanda più importante, quella, appunto, sull’eredità, su come intendiamo e possiamo utilizzare questo momento per trasformarlo in un’opportunità, in un’occasione unica e preziosa.

Il libro si apre e si chiude dando la parola a coloro i quali brillano per la loro assenza nei telegiornali e sui giornali: bambini e ragazzi. Riteniamo che il loro contributo sia non solo utile, ma fondamentale anche per noi adulti, per quella inesauribile fonte di spunti e di ispirazione che ci forniscono.

Ciascun soggetto ha una storia, legge e interpreta quanto capita nel mondo che lo circonda attribuendo a questi eventi un particolare senso e significato che può determinare la reazione presente e futura a tutta questa situazione. Come possiamo allora leggere, con una lente che non sia quella della negatività ma quella dell’opportunità, questa vita ai tempi della pandemia?

XXI

Coronavirus: l’occasione di un tempo nuovo

Diventare soggetti attivi del cambiamento Questo libro mira a far sì che il soggetto possa farsi maggiormente responsabile, possa diventare soggetto attivo della propria vita, della propria personale pandemia e quarantena, delle proprie ansie e difficoltà.

Le pagine che seguiranno sono orientate dal desiderio di consentire a ciascuno di interrogarsi su quanto stia avvenendo e sulle proprie emozioni perché ciò possa permettere la costruzione, una costruzione singolare e personale, di quegli strumenti da tenere nel proprio zaino per affrontare al meglio gli inciampi e le difficoltà che si presenteranno nel cammino della vita.

Si tratta di operare un cambiamento, una trasformazione, un passaggio da una posizione passiva dove si è oggetti di quanto di traumatico osserviamo, ad una posizione attiva in cui si possa essere soggetti edificatori della propria nuova realtà, della propria differente modalità di stare e relazionarsi con gli altri e con il mondo.

XXII

Mille arcobaleni di Ivan Villa Erano strani quei giorni. Per Anna come per tutti. Inizialmente le pareva festa, le pareva un Carnevale. Tutti indossavano la maschera, anche i grandi. Ma erano maschere tutte uguali. Mancavano i colori, la fantasia e la gente in giro, si diceva Anna. In televisione sfilavano quelle signore e quei signori, quei dottori imbacuccati che sembravano astronauti o palombari che esplorano le stelle o gli abissi. E poi era tutto chiuso. Erano chiuse le scuole, erano chiusi i parchi, e le altalene andavano avanti e indietro spinte dal vento. Da principio sembrava bello e noi eravamo contenti, ma poi ci hanno detto che non potevamo uscire e non potevamo incontrare gli amici e nemmeno i nonni. E allora non era piĂš bello, e non eravamo piĂš contenti. Solo i compiti continuavano a venire a trovarci. I genitori ci spiegavano che era colpa di un virus giramondo, un appiccicoso e microscopico virus, che dicevano portasse una corona, ma per me non era vero, perchĂŠ le corone le indossano principi e principesse che sono gentili, non un virus antipatico. I genitori ci dicevano che per combatterlo dovevamo lavarci le mani e starnutire nei gomiti, e che non potevamo metterci le dita nel naso e pulirci la bocca nelle maniche. Allora noi bambini ci siamo organizzati per combatterlo come volevamo noi il virus. Con i pennelli e con le tempere abbiamo costruito centinaia, migliaia di arcobaleni, che lanciavano come fionde non sassi ma sorrisi. E ci ripetevamo a mente oppure a voce alta andrĂ tutto bene, per darci forza e per darci speranza. Per fortuna quelle signore e quei signori, quei dottori chiusi nei loro camici, ci hanno aiutato. Dopo tanti giorni di fatica e di lavoro non hanno scoperto stelle o abissi, ma una cura. Hanno tolto la corona al virus, e quella corona secondo me la meritano tutti loro, che sono loro che ci hanno liberato e ci hanno finalmente permesso di uscire e di tornare ad abbracciarci e a starci vicini.

XXIII