Magazine Un' Altra Storia

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Europa

“Un cancro europeo da 311 miliardi” La lotta alle mafie sbarca a Bruxelles en 311 miliardi di euro tra droga, prostituzione, contraffazione, armi e altre attività come il traffico di esseri umani e il traffico di rifiuti. E’ questo il giro d’affari sommerso in cui si muovono le organizzazioni criminali in Europa. Una cifra enorme e che comunque è inferiore al reale peso delle mafie nel Vecchio Continente, visto che la stima (elaborata da Havocscope per il Report 2011 sui rischi globali del World economic forum) non tiene conto dell’ammontare di risorse sottratte all’economia attraverso la corruzione e il controllo di attività legali. Quello che colpisce guardando ai dati è che l’80 per cento di questo volume di affari (circa 250 miliardi di euro) si concentra in Spagna, Italia, Gran Bretagna, Germania e Francia, ossia nel cuore produttivo dell’Europa. La quota maggiore di affari illegali si consuma in Spagna (90,1 miliardi), seguita dall’Italia (81,5 miliardi) e dalla Gran Bretagna (45,2 miliardi). “La mafia in Europa, non può essere considerata alla stregua di un fenomeno folkloristico italiano. La mafia non ha confini né nazionalità. Credere che si tratti di un problema regionale è quanto di più sbagliato l’Europa possa fare”. E’ questo uno dei punti chiave del discorso tenuto da Rita Borsellino nel corso della conferenza internazionale “La lotta alla criminalità organizzata e alle mafie: proposte per una strategia globale nell’Ue”, che si è svolta a febbraio a Bruxelles e che è stata organizzata dal gruppo dei Socialisti e dei Democratici al Parlamento europeo. Alla conferenza hanno partecipato, tra gli altri, il presidente del gruppo S&D Martin Schultz, il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, il capo della procura di Torino Giancarlo Caselli, il direttore dell’Europol Rob Wainwright,

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febbraio • 2011 • N.1

il procuratore antidroga spagnolo José Ramon Norena Salto, il presidente di Eurojust Aled Williams, il presidente di Libera don Luigi Ciotti, l’eurodeputato Rosario Crocetta, il giornalista Attilio Bolzoni e Calogero Parisi, della cooperativa “Lavoro e non solo”. La conferenza ha rappresentato un’occasione storica per accelerare in seno all’Ue il dibattito sulle strategie transnazionali di lotta e contrasto alle mafie. Già, perché finora Bruxelles ha concentrato i suoi sforzi maggiori sul terrorismo, sottovalutando la portata europea delle organizzazioni criminali, non solo quelle italiane. “Il crimine organizzato prospera in Europa e nel mondo – ha detto Grasso - Lo aiuta la globalizzazione economica e lo ha fatto diventare un protagonista di assoluto rilievo a livello macroeconomico. L'Europa è ancora un’area a legalità variabile”. Per questo motivo,

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ha proseguito la Borsellino, “il contrasto alle mafie necessita di azioni coordinate e forti da parte di tutti gli stati”. Azioni che possono trovare ispirazione nella legislazione italiana, di sicuro la più all’avanguardia in Europa sul fronte della lotta alla criminalità organizzata. Una di queste potrebbe essere il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, uno strumento che è stato inserito, grazie a un emendamento della Borsellino, nel programma di Stoccolma (una sorta di documento base predisposto dal Parlamento europeo per quella che dovrà essere la strategia comunitaria contro il crimine). “Il mio augurio – ha detto la Borsellino - è che questo strumento possa divenire parte integrante di una strategia globale europea contro il crimine organizzato, perché il primo passo del contrasto alla mafia è proprio quello di impoverirla”.


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