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Franco Baldi
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Settimanale degli italo-australiani
Anno VI - Numero 13 - Mercoledì 30 Marzo 2022
Price in ACT/NSW $1.50
Basi cinesi nelle Isole Salomone?
Ripudiare la guerra
Comune di Burwood: piantare più alberi
È questa la fine di Lismore?
Allora! numero 1 nel West
La Cina e la Isole Salomone si preparano a stringere un accordo di sicurezza che vedrebbe navi da guerra cinesi basate nell'arcipelago del Pacifico meridionale, muovendo gli equilibri di potere in una regione tradizionalmente dominata dall'Australia. La bozza di accordo-quadro, divulgata online e descritta e commentata sui quotidiani australiani, causa preoccupazione a Canberra, ma anche a Washington, per il potenziale di destabilizzare la regione. Specie dopo che le Salomone hanno cambiato i legami diplomatici da Taiwan a Pechino, alimentando disordini e attacchi alla popolazione di origine cinese, lo scorso novembre nella capitale Honiara.
L'accordo permetterebbe al governo delle Salomone di "richiedere alla Cina di mandare polizia, personale militare e altre forze dell'ordine nelle Isole Salomone". Le forze cinesi potranno mantenere l'ordine sociale e proteggere vite, e navi da guerra cinesi potranno visitare e "eseguire rifornimenti logistici". L'Australia storicamente ha fornito supporto anche militare alle Isole Salomone, con cui ha un accordo bilaterale di sicurezza, siglato nel 2018, che copre lo spiegamento di forze di polizia e militari. Lo scorso novembre circa 200 poliziotti e soldati di Australia, Nuova Zelanda, Figi e Papua Nuova Guinea sono sbarcati a Honiara pochi giorni dopo
lo scoppio dei disordini, per aiutare a ripristinare l'ordine. Il leader dell'opposizione Anthony Albanese ha affermato che l'accordo tra le due nazioni avrebbe serie implicazioni per l'Australia. "Se i rapporti sono corretti, ciò avrebbe reali implicazioni per la regione ed è fonte di preoccupazione - ha detto Albanese - C'è
bisogno che il governo si assicuri che gli interessi dell'Australia siano rappresentati, naturalmente nel rispetto delle altre nazioni sovrane e il loro diritto di prendere decisioni". Il leader laburista ha affermato che l'Australia avrebbe dovuto assicurarsi che il paese fosse il partner preferito per le Isole Salomone. (ANSA/AAP)
Pianificatori romani e l'economia
Siamo fuori! Maledetto Mondiale
Italia sbattuta fuori dai Mondiali È successo di nuovo. Quello che poco più di quattro anni fa ci sembrava un unicum assurdo e irripetibile, è successo nuovamente. L'Italia non parteciperà ai Mondiali. Da Russia 2018 ci tennero fuori la Spagna prima e la Svezia poi, stavolta la Svizzera e la Macedonia. Grave. Gravissimo. Il trionfo ottenuto ad Euro 2020 non sarà mai dimenticato, ma l'entusiasmo è già finito ed è stato sostituito da un enorme imbarazzo. Un Mondiale che sembrava già conquistato ci è sfumato tra le mani, fallendo un match-point dopo l'altro. E se parliamo di match-point, risulta impossibile non parlare di Jorginho. Lui di match-point ne ha avuti a disposizione ben due e non se lo perdonerà mai. Così come probabilmente Berardi penserà a lungo al goal fallito contro la Macedonia. Ma il problema è molto più ampio.
Il problema è generazionale, strutturale, mentale. L'Italia non produce più calciatori all'altezza della maglia azzurra o, per lo meno, ne produce troppo pochi. E così ci si arrovella per anni sulle stesse soluzioni, spesso inadeguate. La Nazionale italiana ha bisogno di un rinnovamento. Euro 2020 è stata una splendida oasi nel deserto, una gioia estemporanea ma nulla di più. Un'im-
presa, un miracolo sportivo, un qualcosa però riuscito anche alla Grecia nel 2004, per capirci. E che non basta per potersi permettere di pensare che il movimento sia in salute. Serve una scossa e serve in fretta. Intanto, però, per la prima volta nella storia, vivremo il secondo Mondiale consecutivo da spettatori. Un'onta che non passerà mai.
"Non possiamo dirigere il vento, ma possiamo orientare le vele"
Lucio Anneo Seneca