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Periodico comunitario italo-australiano informativo e culturale Direttore
Franco Baldi
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Settimanale degli italo-australiani
Anno VII - Numero 42 - Mercoledì 18 Ottobre 2023
Price in ACT/NSW $1.50
L'Umanità e la sua persistente brutalità
L'umanità, inesorabilmente legata a un passato di violenza e conflitto, sembra non aver imparato la lezione dall'età della pietra. Da allora, le guerre tra tribù con sassi e bastoni hanno ceduto il passo a scontri medievali per il saccheggio di raccolti e bestiame. Con l'avvento del Rinascimento, si è assistito a un'escalation nella crudeltà, con eserciti di mercenari pronti a distruggere e rubare per chiunque avesse abbastanza denaro da sborsare. Nelle epoche seguenti, guerre sante, spesso travestite da sacre, hanno devastato intere civiltà in nome della religione. Le guerre d'indipendenza, un groviglio di interessi e alleanze, hanno lasciato una scia di sangue e distruzione, senza che sia del tutto chiaro chi combattesse contro chi. Nemmeno i tempi moderni non hanno portato la pace, bensì una serie di conflitti su vasta scala. La prima e la seconda guerra mondiale sono cicatrici indelebili nel tessuto dell'umanità, testimonianza della sua inerzia nel fronteggiare la violenza. Nel frattempo, l'umanità è rimasta ancorata all'età della pietra, attuando la legge del più forte con i più deboli. Guerre in ogni angolo del mondo, dalla Libia alla Siria, dal Libano allo Yemen, dall'Afghanistan e oltre. In queste arene, si ergono i "portatori di democrazia", ma le bombe gridano più forte delle parole. Attualmente c'è in corso la guerra in Europa, un conflitto per procura orchestrato principalmente dai capi oltreoceano, che vedono con sospetto gli affari dei propri sudditi europei che nutrono la Russia, loro antica rivale. E come se non bastasse, Israele e Palestina sono entrati in scena. Ci saranno coloro che apporranno bandierine sui loro siti istituzionali? Staremo a vedere. Perché queste non sono partite di calcio, sono guerre - manifestazioni della bestialità più feroce che risiede ancora in noi.
Veglia in onore di Israele
Centinaia protestano per la Palestina
I grandi giornali attaccano i piccoli
L'Australia dice NO Tutti e sei gli Stati australiani hanno votato No alla proposta di emendare la Costituzione per riconoscere le popolazioni delle Prime Nazioni e creare un organo di consulenza per il Governo. Il referendum, ribattezzato The Voice, è stato il primo in Australia in quasi un quarto di secolo. Al termine degli scrutini, il No ha battuto il Sì con oltre il 70% dei voti. La bocciatura ha fatto seguito ad una campagna elettorale agitata e spesso acre. I fruitori del referendum so-
stenevano che l’inserimento delle popolazioni indigene nella Costituzione avrebbe unito l’Australia e inaugurato una nuova era. I leader dell’opposizione, invece, hanno dichiarato che l’idea fosse divisiva, che avrebbe creato classi speciali di cittadini, in cui alcuni erano più uguali di altri. I sostenitori del No sono stati ampiamente criticati per aver condotto una campagna basata sulla disinformazione. Il risultato del referendum ha lasciato molto amaro in bocca, soprattut-
Comedian Cal Wilson dies
Salta alla Camera mozione bipartisan
Stand-up comedian, writer and actor Cal Wilson has died. In a statement released by Token Artists said: “We are devastated to share the news that Cal Wilson, the much-loved stand up comedian, writer and actor died today, surrounded by family and friends after a short illness at Royal Prince Alfred Hospital in Sydney. She was 53 years old.”
Il centrodestra presenta un testo allineato con la rappresaglia di Israele, l’opposizione non lo accetta. La mozione bipartisan di condanna ad Hamas non c’è, alla fine si adotta la soluzione diplomatica di risoluzioni distinte. È stata l’unica mediazione possibile per evitare lo scontro in Parlamento. E nel pomeriggio la Camera approva entrambi i testi.
to al Primo Ministro Anthony Albanese: “Quando si punta in alto, a volte si cade in basso. Lo capiamo e lo rispettiamo“. Il leader dell’opposizione Peter Dutton, invece, ha dichiarato che il risultato è “buono per il nostro Paese“. Il referendum era nato dall’idea di istituire un consiglio di popolazioni indigene, per fornire consulenza al Governo federale su questioni che riguardano le loro comunità. Nonostante rappresentino solo il 3,8% della popolazione australiana, i cittadini aborigeni e delle isole dello Stretto di Torres continuano a subire pesanti disuguaglianze, nonché l’impatto duraturo delle politiche coloniali. Il dibattito pubblico è stato inficiato da razzismo e da una mancanza di dettagli sul funzionamento del referendum. Gli stessi leader delle comunità aborigene e delle isole dello Stretto di Torres sono stati divisi nel loro sostegno. È, tuttavia, significativo che solo 8 dei 44 referendum nella storia dell’Australia abbiano avuto successo. I risultati suggeriscono che per ottenere la maggioranza dei voti è necessario il sostegno bi-partisan di entrambi i principali partiti.
L'italiano e la sostenibilità
Per non dimenticare il disastro del Vajont
Padre di quattro diventa sacerdote
La guerra è anche strage di giornalisti Gli attacchi aerei e i combattimenti a terra hanno reso estremamente pericoloso fare i cronisti di guerra a Gaza e in Israele. Dodici giornalisti sono stati uccisi, otto feriti e due dispersi: è il tragico bilancio del conflitto in Medio Oriente nell'ultima settimana. Lo ha stilato il Committe to Protect Journalists, un'organizzazione con base a New York.