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Mamma non solo un giorno... Ma sempre!

La seconda domenica di maggio si celebra la festa della mamma in molti paesi del mondo, tra cui l'Italia.

Questa festa ha l'obiettivo di rendere omaggio alle madri, che rappresentano un punto di riferimento fondamentale per molte famiglie.

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La festa della mamma ha una lunga storia, che risale all'antica Grecia e alla festa in onore di Rhea, la madre degli dei.

I Fiori simboleggiano la Festa della Mamma

La festa della mamma è una celebrazione che si svolge in tutto il mondo per onorare le madri e la loro importanza nella vita di ogni persona. Tra i modi più comuni per esprimere gratitudine e affetto verso le mamme ci sono i fiori, che sono spesso associati a questa festa speciale.

Ci sono diversi fiori che possono essere scelti per celebrare la festa della mamma, ognuno dei quali rappresenta un significato diverso. Ad esempio, il garofano è stato scelto come fiore ufficiale della festa della mamma negli Stati Uniti nel 1914, e il garofano rosso rappresenta l'amore materno e la gratitudine per la madre. I gigli sono anche un'opzione popolare per la festa della mamma, poiché rappresentano la purezza, l'innocenza e la bellezza della figura materna. I gigli bianchi simboleggiano la purezza e l'innocenza della madre, mentre i gigli rosa possono rappresentare l'affetto e la gratitudine. Le rose sono un'altra scelta comune per la festa della mamma, con le rose rosa che rappresentano l'affetto e la gratitudine, mentre le rose rosse simboleggiano l'amore materno.

Altri fiori popolari per la festa della mamma includono i tulipani, che simboleggiano l'amore perfetto, la camelia che rappresenta l'ammirazione e il rispetto, e la margherita che rappresenta la dolcezza e la tenerezza materna.

In generale, la scelta dei fiori dipende dalle preferenze personali e dal messaggio che si vuole trasmettere alla propria madre. Quello che conta davvero è l'amore e la gratitudine che si prova per la propria madre, e qualsiasi fiore scelto con cuore sincero sarà sicuramente apprezzato. In conclusione, la festa della mamma è un'occasione importante per onorare e ringraziare le madri per tutto quello che fanno per i propri figli. I fiori sono un gesto comune di affetto e gratitudine, e la scelta del fiore giusto può aiutare a esprimere il proprio amore e rispetto per la propria madre in modo significativo e speciale.

Il crisantemo è un fiore particolarmente significativo nella cultura giapponese ed è diventato il simbolo ufficiale della festa della mamma in Giappone. Questo fiore, noto anche come "kiku" in giapponese, rappresenta l'affetto filiale e la gratitudine verso le madri e viene spesso regalato come omaggio in questa occasione speciale. La storia del crisantemo come simbolo della festa della mamma in Giappone risale al 1913, quando la principessa Kikuko Takamatsu, una delle mogli dell'imperatore Taisho, iniziò a sostenere l'idea di una festa per le madri.

In seguito, nel 1915, l'associazione dei fioristi del Giappone scelse il crisantemo come fiore ufficiale della festa della mamma in onore della principessa Kikuko, che amava molto questi fiori. Il crisantemo è stato un simbolo importante nella cultura giapponese per secoli. In origine, era considerato un fiore associato alla nobiltà e alla regalità, e si pensava che avesse proprietà curative. Il crisantemo è anche il simbolo ufficiale della famiglia imperiale giapponese, e la sua forma è spesso utilizzata come elemento decorativo in molti aspetti della cultura giapponese, dalle arti visive alla cerimonia del tè.

Questo fiore, viene spesso associato alla lunga vita e alla prosperità, ed è spesso regalato alle madri in Giappone per simboleggiare l'affetto e la gratitudine per tutto ciò che hanno fatto per i loro figli. Inoltre, il crisantemo è considerato un fiore che rappresenta la bellezza interiore e la purezza dell'anima, attributi spesso associati alle madri. Il crisantemo è un fiore di grande importanza nella cultura giapponese e il suo significato come simbolo della festa della mamma riflette l'affetto e la gratitudine che i giapponesi nutrono verso le loro madri. Questo fiore rappresenta la bellezza, la purezza e la prosperità, e il suo dono è un gesto significativo di apprezzamento per la figura materna.

Il crisantemo viene usato anche nei paesi anglosassoni per simboleggiare la festa della mamma. In Gran Bretagna, ad esempio, il crisantemo è uno dei fiori più popolari per celebrare la festa della mamma. Sebbene non vi sia una specifica ragione storica per cui il crisantemo sia stato scelto come fiore della festa della mamma nei paesi anglosassoni, si crede che il suo significato di apprezzamento, di onore e di gratitudine sia una delle ragioni per cui è stato scelto.

Il crisantemo è anche considerato un fiore che rappresenta la felicità e la prosperità, il che lo rende un dono perfetto per le madri in occasione della festa della mamma.

Nel corso dei secoli, questa celebrazione è stata adottata da molte culture e religioni, fino a diventare una festa ufficiale in molti paesi.

In Italia, la festa della mamma è stata introdotta nel 1957, su iniziativa di un'associazione di commercianti che voleva incentivare gli acquisti di regali per le madri. Da allora, questa festa è diventata sempre più popolare, con la tradizione di regalare fiori, dolci e piccoli pensieri alle mamme.

Ma la festa della mamma non è solo una questione commerciale: è soprattutto un'occasione per ringraziare le mamme per tutto quello che fanno per le loro famiglie. Le mamme sono spesso il punto di riferimento per i figli, la persona a cui rivolgersi per un consiglio, un conforto o una parola di incoraggiamento. Sono le donne che dedicano il loro tempo e la loro energia per crescere i figli, per supportarli nei momenti difficili e per condividere con loro le gioie della vita.

La pandemia di Covid-19 ha reso ancora più evidente l'importanza delle madri, che si sono trovate a dover conciliare il lavoro, la casa e la cura dei figli in un contesto di incertezza e di difficoltà.

Ma le mamme hanno dimostrato una straordinaria capacità di adattamento e di resilienza, continuando a essere un punto di riferimento per le loro famiglie anche in tempi difficili.

Quindi, in questa giornata, prendiamoci il tempo per ringraziare le nostre mamme per tutto quello che fanno per noi.

Sia che si tratti di un regalo, di un abbraccio o semplicemente di un pensiero speciale, facciamo in modo che le nostre mamme sappiano quanto sono importanti e quanto le vogliamo bene.

DI MAIO: VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA

ropa, come può rappresentarci quindi proprio Di Maio nel Golfo Persico? Già solo questo aspetto avrebbe dovuto fermare la scelta di Borrell.

Quel simpaticone di Borrell (il "ministro degli esteri" europeo) doveva venire in Tv a dirci: “Italiani, parliamoci chiaro: noi siamo la Commissione UE e siamo di sinistra, voi non siete un c… (tipo Marchese del Grillo). Quindi sappiamo benissimo che Di Maio è una nullità, ma Draghi ci aveva chiesto un piacere e quindi nominandolo “Inviato speciale dell’Europa nel Golfo Persico” l’abbiamo fatto come scelta politica e per assicurargli un buon stipendio, dopo la sua recente trombatura elettorale, quindi fatevene una ragione!” Ecco, questo sarebbe stato un discorso comprensibile, magari criticabile, ma onesto.

Invece Borrell ha avuto la sfacciataggine di sostenere che “Di Maio è la scelta migliore”, quasi che uno che non sa quasi nulla della materia, non parla l’inglese e non ha una laurea sia migliore dei suoi “concorrenti” tutti ex ministri, plurilaureati e specialisti e/o già inviati speciali nell’area per conto dell’UE e comunque con una lunga esperienza internazionale: un insulto all’intelligenza di tutti.

Forse non hanno ricordato a Borrell che il suo nuovo “inviato speciale” è proprio il personaggio che sosteneva i gilet gialli contro Macron ed è lo stesso Di Maio che da ignorante confondeva pubblicamente Pinochet come dittatore del Venezuela anziché del Cile e la Siria con la Libia.

Ma se queste sono le balle che conta Borrell, allora lui stesso non è più credibile anche per le cose importanti come l’essere il più strenuo difensore della escalation della guerra in Ucraina che sta portando l’Europa al disastro.

Dietro alla nomina c’è però anche un altro aspetto politico ancora più grave. Ricordiamoci che durante il suo incarico da Ministro degli Esteri, Di Maio ha avuto con la Cina rapporti gravi ed ambigui contro la stessa linea politica europea: la “Via della Seta” da lui sostenuta rischia di essere un guaio per la stessa Eu-

Enrico Borghi Ha Cambiato Casacca

Una scelta che è però anche un’offesa al nostro governo che non vuole questa nomina e soprattutto ai cittadini-elettori che hanno fatto fare a Di Maio una figuraccia pazzesca bocciando in maniera inequivocabile e pesante la sfacciataggine di questo pulcinella abituato a cacciar balle e vivere di slogan, un populista che come il vermetto della mela si mangia tutto quello che può. Ricordiamoci il Di Maio apparso al balcone di palazzo Chigi annunciando di aver abolito la povertà, dopo aver peraltro pronosticato che lui e i suoi avrebbero “Aperto il Parlamento come una scatola di tonno” salvo poi diventare proprio lui l’emblema della “Casta”, alla faccia di tutti quelli che gli avevano creduto. Un acchiappa-poltrone che ha cambiato cavallo e casacca a sfinimento, che nella sua carriera è stato sempre “nominato” e mai eletto e che spudoratamente – rimasto temporaneamente in mutande - corre adesso dietro solo ad un (super) stipendio e relativi benefit.

Conosco personalmente almeno 50 diplomatici italiani che sarebbero stati molto più esperti di lui, altro che essere “il migliore d’Europa”! Non è più accettabile essere trattati come Nazione in questo modo, non è accettabile che Gentiloni sia lì a (mal) rappresentarci “nella vigna a far da palo” e stando zitto su queste decisioni.

In generale non se ne può più di questa Europa scriteriata, falsa ed ipocrita, oggetto di ricatti morali e scandali finanziari nascosti dai suoi vertici e che calpesta la volontà democratica dei suoi cittadini.

Tutto ciò è vergognoso e spero che il governo Meloni abbia il coraggio di opporsi strenuamente e senza ambiguità a questa nomina farlocca, assurda e soprattutto offensiva per tutti.

25 Aprile E Dintorni

Niente da fare: anche quest’anno per il 25 Aprile fiumi di polemiche, accuse e richieste di DNA antifascista pena la “scomunica” politica. Giorgia Meloni è nata 32 anni DOPO il 1945 eppure mai come quest’anno vi è stata un' alluvione di retorica resistenziale tra dibattiti scontati, servizi TV e titoloni dei giornali, mentre la gran parte degli italiani pensava soprattutto alle vacanze del “ponte” di fine aprile.

Negli anni la troppa retorica ha quasi portato all’indifferenza e questo NON è un bene perché la libertà e la democrazia non sono automatiche e scontate, dovremmo ricordarcelo sempre.

Il 25 aprile 1945 finì una guerra maledetta voluta dal fascismo e dal sacrificio fiorì la libertà per tutti: questo è il suo significato vero ed importante.

Se poi invece si vuole discute- re di Storia, allora lo si deve fare con onestà intellettuale e senza luoghi comuni, anche perché “la storia la scrivono sempre i vincitori” e c’è allora il rischio che quella tanto mitizzata NON sia sempre trasparente e veritiera, soprattutto quando, raccontandola, non si ha neppure il coraggio di ammettere che - comunque - l’Italia la guerra la perse e non la vinsero i partigiani (che erano molto diversi e divisi tra loro stessi, dimenticarlo è un altro grosso errore storico), così come la mattanza della guerra civile - a parti invertite - purtroppo non finì il 25 aprile e bisognerebbe avere allora il coraggio di ricordare anche quella. Ma basta polemiche, non servono più: onoriamo con rispetto e gratitudine chi allora offrì la propria vita per la libertà di tutti e, soprattutto, cerchiamo di esserne degni.

L'ALTRA RESISTENZA

Chissà se gli italiani hanno capito davvero che Il "Piano Nazionale di Resistenza (!) e Resilienza" (PNRR) non ha nulla a che vedere con il 25 aprile e soprattutto che non sono soldi REGALATI dall'Europa ma da RESTITUIRE CON GLI INTERESSI.

Non solo, questi interessi ora sono TRE VOLTE più alti rispetto a 3 anni fa e continuano a salire perché legati a tassi liberamente decisi dalla BCE che quindi potrà in futuro condizionare e strangolare le economie degli stati europei. Il PNRR sarà insomma per l’Italia in gran parte un nuo- vo debito pubblico costoso e non certamente un regalo.

Più ci indebitiamo più dovremo (dovremmo) restituire e quindi sprecare i fondi del PNRR è un insulto all’intelligenza, meglio prendere di meno ma per spese selezionate.

Di queste cose però in TV con chiarezza non se ne parla mai, mentre credo che bisognerebbe spiegarlo molto meglio ai cittadini visto che deve essere un calcolo di convenienza ed una scelta che ipotecherà il futuro soprattutto delle nuove generazioni, ce ne rendiamo conto?

Il senatore piemontese del PD Enrico Borghi, già mio “successore” alla Camera (e con il quale ebbi diversi scontri sulla sua “trasparenza” quando era sindaco di Vogogna), poi piazzato al Senato da Enrico Letta in posizione blindata (niente collegio, troppo rischioso…) ha cambiato casacca e dal PD é passato all’Italia Viva di Matteo Renzi.

Da ex DC e declinando poi tutta la serie dei passaggi verso sinistra ora si sta riconvergendo al centro. Non richiamo la coe- renza verso gli elettori (è inutile, anche perché è ormai merce rara e scaduta, anche se il voto è solo di pochi mesi fa), piuttosto noto che le sue parole pesantissime sul PD e la Schlein dovrebbero essere meditate dagli elettori di quel partito.

Il suo passaggio permetterà a Italia Viva di fare gruppo al Senato e questo significa un bel bottino economico, Intanto per non sbagliare Borghi annuncia che non si dimetterà dal Copasir. Coerenza, appunto.

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