Dopo la pioggia torna il sole?
Considerato che giungono molte richieste di collaborazione a questo settimanale con contributi editoriali di grande valore informativo e culturale, avevo ventilato all’amministratore l’ipotesi di portare il giornale da 28 a 32 pagine…
Sembrava cosa (quasi) fatta, quando, con gli auguri di Buon Anno, è giunta la fattura per la stampa della scorsa edizione: un aumento, non precedentemente giustificato del 7%.
Ho telefonato al responsabile di SpotPress, l’amico Frank, che ha “promesso” di investigare la situazione, lasciandomi capire che “la situazione per il reperimento della carta è critica”.
Chi se ne intende di tipografia, o anche solamente chi ha un buon senso osservativo, si sarà già reso conto che non sempre la carta del nostro settimanale è di buona qualità, quella che noi paghiamo. Stampano su “quello che trovano” e certe edizioni vengono stampate con due tipi di carta… una peggio dell’altra.
Sono in queste circostanze che mi vengono in mente le frasi “son capaci tutti” e “niente contributi per i ribelli”. Difficile far capire a chi non è in grado di capire che la Costituzione italiana garantisce libertà di pensiero, di parola e di stampa.
Purtroppo, finche gli ignoranti avranno voto decisionale sui contributi al nostro giornale, la vedo dura…
“Ogni tempo ha il suo fascismo - scriveva Primo Levi - se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà”.
Frank ha promesso di fare tutto il possibile, perché noi, purtroppo, grazie a voi censori non ce lo possiamo permettere. Già abbiamo limitato le copie gratuite per le case di riposo, i club e i dottori italiani. Mi dispiace moltissimo aver fatto ciò ma se "senza soldi non si canta messa”, tantomeno si stampano i giornali.
Ma resto fiducioso e i miracoli accadono. Guardo fuori dalla finestra: ha smesso di piovere… e dopo la pioggia torna il sole. Sempre!
Little Italy "A Ghost Town"
According to A Current Affair, the once bustling shopping strip known as the heart of Sydney's Little Italy is now "a ghost town".
As cafés and small businesses are “struggling to stay afloat” and many decide to shut their doors in the Inner West suburb of Leichhardt, the “decreasing vibrancy” means “now things have changed”. “We’ve lost the Italian vibe. It’s not like it used to be”, said Con, owner of Bar Italia.
With prices going up and inflation rampant across the country, “more than a dozen empty shops have 'For Sale' or 'For Lease' signs” along Norton Street, “some sitting vacant for years”.
Inner West Council Mayor, Darcy Byrne appeared on Channel 9 claiming that “one of the major problems has been a significant number of landlords who are not willing to keep their properties tenanted. They are using them as tax write-offs”.
Owners seem to rather keep premises empty than risk a lower return. “[This] brings down the tone of the entire main street”, said Clr Byrne.
The 'Piazza' of the Italian Forum also featured on the program. “Designed to be a cultural hub, a place where people could eat, drink, shop and even live has become a symbol of urban decay.”
Once thriving when it first opened in the early 2000s, but now, “many of the shop fronts are empty and have been for a long-time”, said Clr Byrne.
The Mayor is calling on the NSW Premier to introduce a “Vacancy Tax” so landlords would be rewarded for leasing to local business tenants while “increasing rates by the same amount for those landlords who don’t do the right thing.”
No state funerals for Cardinal Pell
There will not be a state funeral in Victoria or NSW for Cardinal George Pell, however NSW Premier Dominic Perrottet said the late cardinal will be farewelled in a memorial service.
Cardinal Pell, the former archbishop of Melbourne and Sydney, died from heart complications in Rome on Tuesday following hip surgery.
The 81-year-old was the Vatican's top finance minister before leaving in 2017 to stand trial in Melbourne for child sexual abuse offences.
He maintained his innocence and in 2020 his convictions were quashed by the High Court.
Arrestato Matteo Messina Denaro
Il boss mafioso Matteo Messina Denaro è stato arrestato dai carabinieri del Ros, dopo 30 anni di latitanza. L'operazione che ha portato alla cattura del capomafia di Castelvetrano (Tp) è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido.
Il superboss, dopo 30 anni in fuga, è stato arrestato all'interno della clinica La Maddalena di Palermo. È stato condannato all'ergastolo per decine di omicidi, tra i quali quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, strangolato e sciolto nell'acido e per le stragi del '92, costate la vita ai giudici Falcone e Borsellino. (Articolo a pagina 11)
Residents have suggested bringing “artists, markets and fairs” to boost the vibe of the suburb, however the NSW Small Business Commissioner argued that “greater density housing” would bring a fresh client base to local businesses.
Anthony Albanese recipe for PNG ties
Anthony Albanese says Australia’s close relations with Papua New Guinea have become even closer on a state visit that produced a commitment for a new security deal.
Mr Albanese said his address to PNG Parliament - the first by any foreign head of government in the nation’s history - had been one of the greatest honours of his life. “As two big Pacific Ocean states, Australia and PNG must work as equals with our fellow Pacific states to build a stronger, safer, more secure region - he said - This can be a decisive decade for peace, prosperity, unity and security in the Indo-Pacific.”
A l lor a! Price in ACT/NSW $1.50 Settimanale degli italo-australiani Anno VII - Numero 3 - Mercoledì 18 Gennaio 2023 ISSN 2208-052X Online ISSN 2208-051 Print BOSSLEY PARK | FAIRFIELD | HABERFIELD | FIVE DOCK | PETERSHAM | SYDNEY | DRUMMOYNE | RYDE | SCHOFIELDS | LIVERPOOL | MANLY VALE | LEICHHARDT | CASULA | ORAN PARK | WOLLONGONG | GRIFFITH | MORE... LEGGI ALLORA! ONLINE ALLORANEWS.COM SETTIMANALE ITALIANO CON OLTRE 25,000 LETTORI ABBONATI OGGI Periodico indipendente comunitario informativo e culturale Direttore Franco Baldi editor@alloranews.com Non riceviamo contributi dal Governo Italiano Addio a Papa Benedetto Speciale "Eravamo immortali" Enzo Fernandez per 127 milioni MAECI finanzia progetti integrativi ComItEs Forti con i deboli e deboli con i forti Elevare le persone prima delle risorse
Billy
"La libertà è semplicemente un privilegio esteso, a meno che non sia goduto da tutti"
Bragg
Allora! aderisce alla F.I.L.E. Federazione Italiana Liberi Editori
zione e per editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è tuttora presente ai tavoli istituzionali, dove rappresenta gli interessi di giornali e periodici che rientrano nell’ampio novero del settore senza scopo di lucro.
Da quest’anno il periodico Allora! - Il Settimanale degli Italo-australiani - aderisce alla Federazione Italiana Liberi Editori. La F.I.L.E. è nata nel 1998 sulla base delle istanze dei tanti piccoli editori di quotidiani e periodici che non si sentivano rappresentati dalla “Fieg”, i cui interessi sono maggiormente in sintonia con i grandi gruppi editoriali nazionali, che quasi sempre fanno riferimento agli interessi della grande industria e della grande finanza italiana.
L’associazione è giunta a rappresentare nel corso degli anni quasi un centinaio di aziende editrici che operano nel settore dell’informazione prevalentemente locale. Si tratta della “spina dorsale” dell’informazione di prossimità, legata ai territori per i quali è spesso l’unica fonte di notizie e di visibilità. La “FILE” ha una forte rappresentatività
Allora!
Settimanale degli Italo-Australiani
Published by Italian Australian News 1 Coolatai Cr, Bossley Park 2176 Tel/Fax (02) 8786 0888 Email: editor@alloranews.com Direttore: Franco Baldi Assistenti editoriali: Marco Testa, Anna Maria Lo Castro Opinionista politico: Emanuele Esposito Corrispondenti sportivi: Luigi Crippa Antonio Bencivenga Pubblicità e spedizione: Maria Grazia Storniolo Amministrazione: Giovanni Testa
Rubriche e servizi speciali: Giuseppe Querin, Daniel Vidoni, Pino Forconi, Alberto Macchione, Maria Grazia Storniolo, Ketty Millecro Rosanna Perosino Dabbene, Collaboratori esteri: Aldo Nicosia Università di Bari Antonio Musmeci Catania Roma Angelo Paratico Editore in Verona Marco Zacchera Verbania
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tra gli editori no profit, cooperative, fondazioni ed enti morali, sia in Italia che all’estero.
La FILE oltre ad avere avuto un proprio rappresentante della Commissione tecnico consultiva del Dipartimento per l’informa-
Il Presidente della FILE, Roberto Paolo, giornalista italiano, vicedirettore del quotidiano napoletano ‘Roma’ si è detto “molto contento” per l’adesione del periodico Allora! alla Federazione. Da parte nostra, la redazione di Allora! sosterrà attivamente le iniziative della FILE per promuovere e salvaguardare il pluralismo dell’informazione.
Un libro e una mostra per i 50 anni dell’Associazione Internazionale Trevisani nel Mondo
TREVISO - Un fumetto per raccontare i 50 anni dell’Associazione Internazionale “Trevisani nel Mondo” a partire, soprattutto, dalla vita e i viaggi di don Canuto Toso. È “Trevisani nel mondo - una storia a fumetti” il libro realizzato dall’Associazione Internazionale Trevisani nel Mondo in occasione dell’importante anniversario che cade nel 2023, scritto dal coneglianese Luca Vanzella, disegnato dal trevigiano Claudio Bandoli e colorato dalla moglianese Alessandra Kerstulovich, con testi di Elisa Di Virgilio e Matteo.
Parisi, offre uno spaccato di oltre 100 anni di emigrazione trevigiana e dell’associazione che da sempre ha cercato di mantenere vivo il legame tra chi partiva e chi restava. Il fumetto è stato realizzato con il sostegno della Regione del Veneto, il patrocinio della Provincia di Treviso e la collaborazione del Treviso Comic Book
Enrico Fagnano:
Festival. Un volume di 48 pagine a colori pensato per far conoscere alle nuove generazioni le tante storie degli emigranti veneti e trevigiani e di un personaggio come don Canuto Toso, recentemente scomparso, che ha dedicato la propria vita all’Associazione Trevisani nel Mondo da lui fondata. (Inform)
La Storia dell'unita' d'Italia
Il 1860 e gli anni successivi raccontati senza retorica e senza luoghi comuni internazionali senza restarne schiacciate.
Esce in questi giorni il libro di Enrico Fagnano, La Storia dell’Italia Unita (pubblicato e distribuito da Amazon), nel quale l’autore racconta ciò che accadde nel Meridione dopo il 1860 con particolare riguardo alle conseguenze economiche dell’unificazione.
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by Wrapaway Printed by Spot Press Sydney, Australia
Fagnano sostiene che se l’Italia nel Novecento è diventata uno dei paesi più industrializzati al mondo (fu il sesto attorno al 1920 a poter essere definito in questo modo), lo deve al contributo determinante, o sarebbe meglio dire al sacrificio, del sud.
Le sue ricchezze hanno consentito la nascita della grande industria nazionale, concentrata nel nord, i suoi consumi hanno dato la possibilità alle imprese settentrionali di crescere e, infine, sono state le rimesse dei suoi emigranti, che hanno permesso a queste imprese di consolidarsi, per poi affrontare i mercati
La parte più progredita del Paese finalmente unito deve molto al Meridione e ai Meridionali.
Ed è con il suo libro che Fagnano intende ricordarlo agli Italiani di oggi.
Antonio Peragine diventa vice presidente di retewebitalia.net il network di 60 quotidiani online italiani
nei territori di tutta Italia. La web news diffonde e storicizza la notizia, generando il progresso e la crescita del nostro Paese. Un servizio sociale, quindi, di informazione in crescita a sostegno dell'Editoria italiana online.
Il dr. Antonio Peragine, nato a Bitetto e barese di adozione, giornalista e direttore dei quotidiani online Il Corriere Nazionale, Corriere di Puglia e Lucania, Radici e Stampa Parlamento, nonché direttore del Dipartimento Giornalismo e Relazioni pubbliche internazionali, Etica e Dinamiche dell’informazione dell’Università Federiciana Popolare, presidente dell’Associazione Nazionale Italiani nel Mondo (ANIM), presidente dell'Associazione Giornalisti e Pubblicisti Liberi (ANGPL), già responsabile di redazione per il Centro Sud Italia è ora anche vice Presidente di Retewebitalia.net.
Retewebitalia.net è il primo network italiano di 60 quotidiani online consorziati, con testate giornalistiche italiane dal nord al sud, costruito con l’impegno e la fiducia dei Direttori e degli Editori di tutte le redazioni presenti. E’ fondato sulla collaborazione e la pubblicazione delle web news che i quotidiani diffondono e si scambiano tra loro, per un servizio di informazione capillare
Ora, con la nomina a vice Presidente del dr. Antonio Peragine, la struttura di Retewebitalia.net si potenzia con una maggiore informazione e diffusione delle notizie in Italia e nel mondo. Retewebitalia.net Communication Corporate sarà quindi ancor più struttura unica che permetterà la pubblicazione della medesima notizia contemporaneamente su tutti i quotidiani, con livelli di visibilità ed indicizzazione inimitabili.
Retewebitalia.net si pone come interlocutore nella politica, nella cultura e nel servizio sociale, specie dei ceti più deboli e di tutti coloro che intendono rilanciare il dialogo e la concertazione attraverso la comunicazione di qualità, nonché la crescita professionale delle risorse umane che operano nel settore della Comunicazione.
Il presidente del Network, dr. Marcello Silvestri, ha dichiarato che “[...] la nomina del Dott. Antonio Peragine a vice Presidente nel Board di Retewebitalia.net è incarico che evidenzia le Sue importanti capacità di relazionamento culturale ed umano, e sarà polo di nuove sinergie ed energie nel cuore pulsante del Paese: un grande editore e protagonista della comunicazione italiana”.
notizie istituzionali 02 Al lora!
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FEDERAZIONE ITALIANA LIBERI EDITORI
Mercoledì 18 Gennaio 2023
Comites: Elevare le persone prima delle risorse
di Marco Testa
Recentemente, il Segretario Generale del CGIE Michele Schiavone è tornato a parlare di Comites, auspicando una piena applicazione della normativa, oltre che un adeguato finanziamento e un fattivo accompagnamento da parte di ambasciate e consolati.
E fin qui dice bene il Segretario Generale, anche se forse dopo 20 anni dalla legge 286/2003 è giunto il momento di spingerci un tantino oltre, mettendo alla luce i reali problemi dei Comites, problemi che passano attraverso una negativa impronta politica e personalistica che alcuni contesti locali hanno voluto dare e continuano a dare a questi organismi di rappresentanza.
In 20 anni abbiamo visto un numero crescente di quesiti giuridici e interpretativi aperti su problemi interni al funzionamento dei Comites. Troppi ‘buchi’ normativi a cui spesso si è messa una toppa di colore diverso ogni volta che è stato chiesto agli uffici preposti di offrire delle note di chiarimento. Così che tuttora un ipotetico e medesimo quesito per il Comites di Londra viene deciso in maniera opposta a quanto si applica a Pechino o a Buenos Aires, per poi arrivare a Roma ed essere stravolto del tutto, generando ancora maggiore incertezza.
Un chiaro problema, che sono sicuro il Segretario Generale avrà avuto modo di riconoscere nel suo lungo corso al CGIE, sta nelle persone che compongono i Comites. Dopo 20 anni di diatribe, questi organismi andrebbero riformati se non addirittura superati e resi pienamente "istituzionali" da un punto di vista formativo, etico e morale. Si pensi ad esempio all’eliminazione delle liste di elezione, ad inserire nella legge la possibilità di emettere provvedimenti per quanti al loro interno perseguono fini personalistici, ascese politiche, nonché un vero e proprio assalto e abuso al potere.
In alcuni contesti, la legge viene utilizzata non per migliorare le comunità all’estero, ma per farsi scudo delle proprie inadeguatezze o perpetrare abusi di potere, pur avendo ottenuto alle elezioni il voto di appena il 3% degli aventi diritto. E purtroppo questi atteggiamenti, a volte, sono avvenuti nella totale inerzia di una minoranza di ambasciatori e consoli.
Siamo tutti ben consapevoli di quanto è accaduto nei confronti della stampa italiana all’estero ed il mancato accesso ai contributi per enti che ne avrebbero avuto diritto. Attraverso pareri arbitrari, alcuni Comites in America Latina e in Australia si sono resi protagonisti di tristi episodi, che hanno leso la loro stessa credibilità istituzionale anche nei rapporti con il Governo. L’opinione pubblica è al corrente dei casi di malagestione e i risvolti si vedono. Stenta ad affermarsi una pronta attenzione verso gli italiani all’estero in generale e verso i Comites in particolare... chiedia-
moci perché e che ruolo hanno svolto i Comites.
E pure, personalmente, credo fermamente che dietro l’inadeguatezza di pochi vi sia un esercito di onesti cittadini italiani, di oriundi residenti all'estero e di autorevoli servitori dello stato in forza nel corpo diplomatico-consolare che crede fermamente nei Comites, nel riuscire a dare agli italiani l'attenzione, i servizi, l’assistenza e la rappresentanza che meritano. A questi bisogna rivolgere lo sguardo e le forze, eliminando quanti anche con il supporto di qualche segreteria di partito, vedono nei Comites una finestra verso la politica, verso le onorificenze, per dominare e dividere le comunità all’estero e favorire accrescimenti personali e di particolari associazioni o enti, che sopravvivono da decen-
ni grazie ai contributi pubblici e non sono disposti ad accettare né il pluralismo e né una sana concorrenza.
E qui torniamo al capitolo della formazione permanente dei componenti dei Comites, che secondo un chiarimento ministeriale sulla legge 286/2003 del 2016 sono qualificabili come pubblici ufficiali quando esprimono pareri obbligatori sui fondi agli enti gestori e l’editoria. La casistica dimostra che tra quanti avrebbero dovuto vigilare su questi "pubblici ufficiali" e far rispettare la legge vi sono finora stati troppi assenti se non addirittura consenzienti. Un sistema suscettibile all’incertezza, così che quanti vengono lesi ingiustamente dai Comites devono aspettare anni per una sentenza definitiva del tribunale ammi-
nistrativo. Qualcuno preferisce non immischiarsi in quelle che diversamente vengono denominate "materie interne" ai Comites, locuzione che richiama ad un totalitarismo, in contrasto con i nostri valori democratici e repubblicani.
E chi vigila, nessuno?
Quando i Comites non erano ancora elettivi, essi vennero definiti "una palla al piede di consoli e ambasciatori". A maggior ragione di questi tempi di spoil system, consapevoli che la politica passa a pieno titolo attraverso la macchina amministrativa dello stato, i suoi funzionari e i suoi dirigenti… e anche dai Comites.
Avere dei Comites politicizzati non fa bene a nessuno, a partire dalle comunità degli italiani all'estero che si aspettano non gli slogan e le letterine di fine
anno al Presidente della Repubblica per chiedere la riapertura dei termini per il riacquisto della cittadinanza, ma assistenza reale, supporto e onestà decisionale, morale ed intellettuale da parte della rappresentanza.
Nel 2020, alcuni chiesero che fossero organizzati dal Maeci dei corsi formativi obbligatori e frequenti per istruire i componenti dei Comites sull'importanza del loro ruolo istituzionale, sui limiti al loro potere e sulla corretta gestione della cosa pubblica. La proposta venne ignorata.
Perché? Troppo costosa? Un console in piena emergenza pandemica avrebbe speso circa 13,000 dollari per ingaggiare uno studio legale per una questione legata alla salvaguardia della propria immunità diplomatica. Cosa sia successo, dai resoconti pubblicati dal Maeci non risulta, ma se quei 13,000 dollari fossero stati spesi per risorse di formazione, avrebbero potuto migliorare la qualità dei Comites e della rappresentanza.
Forse, Segretario Generale, varrebbe la pena insistere e investire sulle persone, adoperarsi per ripristinare quei valori morali che mettono l'interesse collettivo e meritocratico prima di quello privatistico o degli amici, estirpare elementi che perseguono fini politici e personalistici.
Se lo avessimo fatto prima, se avessimo agito prima nel campo della formazione, nella scelta di individui adatti a ricoprire il ruolo di rappresentanti per i loro meriti e il loro impegno, fuori dalle logiche delle amicizie e dal colore politico, oggi forse avremmo dei Comites più autorevoli, più preparati e capaci di dialogare apertamente a testa alta.
Giorgia Meloni e la questione delle armi all'Ucraina
Tra i molti dossier scottanti sulla scrivania di Giorgia Meloni ce n’è uno più caldo degli altri: la questione delle armi da fornire all’Ucraina.
Gli Stati Uniti insistono su Roma affinché fornisca a Zelensky la batteria aerea Samp/T.
Il governo italiano ha però molti dubbi, soprattutto perché c’è il timore di sguarnire i cieli italiani da una fondamentale protezione.
L'Esercito possiede cinque batterie operative, più una per l'addestramento. Sono cinque però solo sulla carta.
Una è attiva in Kuwait mentre un’altra è stata promessa dal precedente governo agli Stati Uniti e verrebbe schierata in Slovacchia.
Un altro paio sono ciclicamente in manutenzione. Ma può questa circostanza, da sola, giustificare la difficoltà a fornire lo scudo a Kiev?
Non secondo gli americani, che in questi giorni hanno anche tenuto a rassicurare l’Italia sul fatto che può stare tranquilla e che Nato non lascerebbe mai scoperto un alleato così in prima linea, aggiungendo che in passato l’Italia aveva già prestato una batteria per la difesa aerea Samp/T alla Turchia, per due anni, senza alcun problema di sicurezza interna.
Perché adesso le sue esigenze di difesa impedirebbero di concedere la stessa cortesia a Kiev?
A Washington insomma ini-
ziano a dubitare della buona fede dell’esecutivo, e credono che dietro alle ritrosie della Meloni, che pure si dichiara turbo-atlantista e decisa a “continuare a sostenere l’Ucraina”, ci sia più che altro una questione politica, ovvero le pressioni degli alleati filo-putiniani Berlusconi e Salvini.
L'altro grande capitolo riguarda i costi. Può essere questa la ragione che frena Roma? Un Samp-T completo costa circa 750 milioni di euro. Quello che il governo dovrebbe fornire agli ucraini vale però circa 250 milioni.
03 Al lora! pagina tre
Mercoledì 18 Gennaio 2023
Silvana Mangione torna a parlare di editoria all’estero
ed emanare un proprio giudizio basato soltanto sui tre requisiti richiesti ai sensi di legge, ma l'Ambasciatore Iannuzzi, inspiegabilmente, ha preferito stilare a sua volta un giudizio negativo sulla linea editoriale di Gente d'Italia, convalidando in apparenza quanto scritto dal Com. It.Es.”
Pochi ne parlano, neanche coloro che appena qualche mese fa, durante la campagna elettorale si fregiavano di rappresentare “il partito del pluralismo e dell’informazione libera”, ma recentemente Silvana Mangione, vice segretario generale del CGIE per i Paesi Anglofoni ha espresso dure parole contro quanti vogliono mettere il bavaglio alla stampa italiana all’estero, in un articolo a sua firma pubblicato su Gente d’Italia, dopo il rifiuto del Com. It.Es. e dell’Ambasciata di Montevideo di parere favorevole per i contributi al maggiore quotidiano in lingua italiana all’estero.
Commentando il “parere aberrante dato dal Com.It.Es. ispanofono di Montevideo nei confronti di Gente d'Italia”, la vice segretario ha lanciato un appello a quanti invece di rappresentare le istanze delle collettività si adoperano per “cancellare un giornale scomodo, che non si inchina ai diktat dei potenti e ha la malaugurata abitudine di dire la verità, come la vede, e di dare spazio alle idee di tutti, affinché siano i lettori a decidere e a fare le proprie scelte.” Vogliamo aggiungere che lo stesso è accaduto a Sydney.
Sulle problematiche che affliggono più in generale i media all’estero, la Mangione ha aggiunto che "i nostri giornali hanno bisogno innanzitutto di finanziamenti adeguati alle loro necessità reali e chiedono che le pratiche burocratiche per usufruirne siano snellite al fine di potervi accedere entro l'anno in cui viene presentata la richiesta e non quasi due anni dopo, come invece succede, quando un qualsiasi ritardo o intoppo - vero
o creato per silenziare le voci sgradite - mette in ginocchio chi è costretto ad autofinanziarsi in toto per sopravvivere, in attesa che il Dipartimento per l'editoria (DIE), presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, eroghi il contributo. Per questa ragione, sono scomparsi troppi giornali pubblicati da anni per informare il bacino dell'emigrazione.”
Inoltre, Mangione ha ricordato che con la nuova legge sull’editoria del 2018 è stata abolita la Commissione Nazionale per l'Editoria, “imponendo una nuova complicata modulistica per la presentazione delle richieste di contributo. Penalizzanti, ha confessato la DIE, sono state anche la superficialità e, talvolta, l'ignoranza della materia, palesate da alcuni, seppur non troppi, funzionari della rete diplomatico-consolare.”
A questo si sono aggiunte le politiche personalistiche dei Com.It.Es. e dei loro presidenti, guidati da rancori e antipatie che ledono l’onore dell’Amministrazione a cui i comitati concorrono. “Se fosse ancora esistita la Commissione Nazionale sull'Editoria - ha aggiunto Mangione - avrebbe per esempio immediatamente determinato l'illegittimità del parere del Com.It.Es. di Montevideo, che viola precise indicazioni di legge ed è chiaramente ispirato e imposto dall'allora Presidente. La Commissione non esiste più e non ha potuto intervenire.”
Mangione non risparmia neanche una critica all'autorità diplomatico-consolare. “Toccava quindi all'autorità diplomatico-consolare contestare al Com. It.Es. il grave errore commesso
La vice segretario tira dritto, facendo venire a galla l’attuale situazione in cui devono operare le testate italiane all'estero. “L'informazione che non si inchina a quanto preferito dalle autorità locali di turno è certamente fastidiosa, spesso addirittura imbarazzante, perché espleta la sua fondamentale funzione di Quarto Potere, dopo il Parlamento, il Governo e la Magistratura, dei cui comportamenti fa - o dovrebbe fare - attenta denuncia.”
In riferimento ai presidenti dei Com.It.Es., Mangione aggiunge, “perciò i dittatori degli orticelli personali, usano qualunque mezzo per ridurla al silenzio, imbavagliandola, e quelli dei grandi poteri lo fanno incarcerando o addirittura uccidendone i responsabili.
E questo, nel mondo italiano, non deve succedere, perché lo vieta prima di tutto la nostra Costituzione per la quale la libertà di stampa è sacra e "non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure", il che rende illegale quanto scritto dal Com.It.Es. che doveva soltanto riguardare l'esistenza, il servizio alla comunità e la distribuzione del giornale, non la vergognosa e ingiustificata censura ai contenuti.”
Avremmo preferito che a pronunciare queste parole e denunciare le gravità di quanto accaduto contro il periodico “Allora!” negli ultimi 3 anni fossero il nostro rappresentante al CGIE e i nostri parlamentari eletti nella circoscrizione.
Anche se questo finora non è accaduto, non cambia la nostra stima nei loro confronti e in questa occasione vogliamo pubblicamente rinnovarla, sicuri che i pensieri della Mangione possano essere uno sprono affinché ne a Montevideo e ne tantomeno a Sydney si debba assistere alla soppressione dell’informazione libera e pluralista.
Forti con i deboli e deboli con i forti
di Esposito Emanuele
Premetto che il presente articolo vuole essere solo ed esclusivamente una proposta e non ha nulla di preintenzionale di giudicare il mancato contributo a questa testata.
Fatta la premessa d’obbligo, anche perché i “democratici” locali si sentono forti con i deboli e deboli con i forti, si calano le brache per una cena o una medaglia.
Sono stato sempre contrario all’erogazione dei contributi alla stampa. Non condivido il metodo, e non vi trovo è nessuna logica commerciale, altrimenti dovremmo dare i contributi anche a quelle aziende in difficoltà, ma tralasciamo questo punto, altrimenti andiamo nei verbi difettivi.
Cominciamo dal metodo: come si fa a dare in mano a sei o sette persone la facoltà di decidere se erogare un contributo a una testata giornalistica? Molti di voi sicuramente sapranno che, una volta fatta la richiesta al dipartimento dell’editoria in Italia, c’è bisogno del parere “non vincolante” da parte del Comites locale, parere che poi viene allegato a una dichiarazione del Console di turno. Fin qui nulla di male, se il tutto venisse fatto in base all’Art 21 della nostra Costituzione “la più bella del mondo” e entrambi i pareri venissero espressi senza pregiudizi, senza rancori, senza usare la politica di comodo. Ma si sa, noi italiani in particolare modo all’estero, dobbiamo sempre e comunque cercare di fare qualcosa di contraddittorio pur di distruggere l’avversario... altro che comunità!
In sostanza, se hai gli amici giusti, cioè se sai leccare bene, avrai quello che chiedi. Se al contrario sei un rompiscatole ne paghi le conseguenze. È la logica della vita politica italiana: chi va al potere comanda a modo suo... una versione reale del film di Totò “Siamo uomini o caporali".
Non condivido il metodo perché non vi è nulla di democratico. La stampa o i media in generale fanno il loro lavoro: mettono in piazza i fatti in modo critico e grazie a Dio, abbiamo ancora la stampa libera. Guarda caso, quelli che la esaltano, anche partecipando a manifestazioni social a favore della stampa, sono gli stessi che tentano di zittire la libertà, gli stessi “democratici” vestiti in nero.
La stampa non deve essere libera solo a senso unico, altri-
menti anche tutte le altre pubblicazioni dovrebbero essere messe alla ghigliottina, come per esempio quelli che continuano a percepire dal governo italiano 10mila euro annui, nonostante la stessa non sia più stampata e distribuita, ma solo online.
Questi signori, finti moralisti della guerra fredda, addirittura si abbassano a scrivere una lettera nel tentativo di non far erogare contributi alla stampa libera. Come a dire: "a me si e a te no".
Questo metodo “dittatura” non lo condivido e spero che i nostri rappresentanti eletti nelle file dei “Democratici” faranno proposte serie affinché non sia un manipolo di fascistelli a giorni alterni a dover decidere chi prende i contributi e chi no.
Finché la politica fa da padrone dentro questi carrozzoni dei Comites, CGIE e altro, noi italiani all’estero saremo solo servi di quattro lecchini di turno in cerca di un posto... alla faccia di chi lo ha votati.
Se contributi dobbiamo dare, allora che siano i funzionari indipendenti del dipartimento editoria a decidere chi è quanto debba percepire. Perché ci deve essere sempre un caporale a decidere?
Mentre ad altri si danno lauti contributi a porte chiuse, senza far sapere nulla, ad altri invece si negano i contributi solo perché non sono “democratici” abbastanza da farsi strumentalizzare dal loro finto potere.
Possiamo sapere nella riunione ultima del Comites tenutasi rigorosamente a porte chiuse, segretamente, quali sono stati i criteri per il voto favorevole all’erogazione dei fondi all’ente gestore locale? Dove sono coloro che chiedevano trasparenza?
Visto che non riesco a trovare nessun verbale della seduta ultima del Comites online è possibile sapere a quanto ammonta la richiesta di contributo?
È possibile sapere perché è stata data la parola durante la riunione ad un membro esterno al Comites?
Il mio non è risentimento personale, ma semplicemente sto cercando di capire il metodo: si vota no a una pubblicazione perché il sottoscritto faceva pubblicità a pagamento, mentre per altri si approvano fondi per migliaia di euro a porte chiuse. La democrazia non è un metodo a giorni alterni, voi “Democratici” siete peggio delle dittature che volete combattere.
opinionista 04 Al lora!
Mercoledì 18 Gennaio 2023
Il lusso non è un peccato
di Esposito Emanuele
Sfido chiunque che, almeno una volta nella vita, non abbia sognato di vivere nel lusso, avere una bella casa, magari vicino al mare, magari una bella macchina e vacanze da sogno.
Quanti di noi ogni settimana giochiamo la schedina del lotto per vincere e magari vivere da nababbi; suvvia facciamo i seri, in questi giorni sui social e giornali italiani è scoppiata una “farsa” polemica contro Giuseppe Conte: la sua colpa ed essere andato in vacanza a Cortina, albergo di lusso, chi non l’avrebbe fatto?
Qualcuno obietta che chi parla di difendere i “Poveri” poi con quale coraggio si fa vedere in pubblico mettendo in mostra il suo lusso. Non ci vedo nulla di male, nel vivere nel lusso, anche perché Conte non ha rubato nulla a nessuno, mi sembra che ab-
bia lavorato nella sua vita è forse è stato anche bravo a fare i soldi, le due cose, vivere nel lusso e difendere le classi più deboli non ha nessun contrasto morale.
Allora dobbiamo scandalizzarci anche del lusso di uno che si chiama Ronaldo, eppure lo applaudiamo, magari se lo incontriamo ci facciamo anche un selfie.
Che ne sappiamo noi se queste persone nel silenzio, nel privato della loro vita cosa fanno per i più deboli?
Conosco tanti ricchi poveri e tanti poveri ricchi.
Quando lavoravo in Arabia Saudia, ho viaggiato in aereo privato, sono stato al fianco dei miei capi, andavano a Roma, Milano, Ancona, spendevano cifre che io non li spenderò mai in tutta la mia vita e pure ho visto fare azioni di beneficenza.
Per esempio all’ospedale di Ancona hanno fatto un assegno che se ne li davano a me, avrei comprato una casa in Australia.
A Jeddah per esempio hanno una fondazione caritatevole dove ogni mese erogano dei fondi per famiglie disagiate dove tra l’altro vivono in dei palazzi senza pagare nulla di proprietà della fondazione, la stessa fondazione ha un centro medico dove ci sono venti posti per fare la dialisi, con attrezzature d’avanguardia.
La morale è che noi non sappiamo dietro ogni ricco cosa c’è, avvolte giudichiamo senza sapere, eppure vorremmo essere ricchi, questa è la vera ipocrisia, sognano di essere ricchi ma critichiamo chi magari ha lavorato bene nella sua vita, facendo magari sacrifici, magari Conte in un suo passato non aveva i soldi per studiare e forse i suoi geni-
L’immortalità
Roma, 6 gennaio 2023 - Nel novembre scorso, ho pubblicato sul mio profilo facebook, un pensiero scherzoso: “Quando lo psicanalista disse di riscontrare in me una doppia personalità … iniziai subito una terapia di coppia”. Vi seguirono alcuni bei ragionamenti e ricordo allegramente quello dove mi si chiese quali delle due personalità avrebbe pagato le sedute dallo strizzacervelli.
A seguito di un’annata nefasta per la vita di molti e di tanti volti noti e personalità di vari ambiti venuti a mancare spesso improvvisamente, in molti siamo arrivati a pensare che possa trattarsi di una sorta di ricambio generazionale, come se la nostra era dovesse mutare aspetto e ci si avvicinasse sempre più velocemente verso un futuro incerto per l’umanità. Alcuni sostengono che il covid ha accresciuto il deterioramento di una società malata, altri invece pensano che tutto sia dovuto allo scarso attivismo ambientale perpetrato nel corso dei decenni... resta fatto che molti di noi sono letteralmente impazziti e non soltanto quando si specchiano nel cellulare, quasi auspicando una guida automatizzata non solo della loro autovettura, ma dell’intera vita. Basti analizzare una o più guerre in corso, mentre le bombe d’acqua mietono quasi altrettante vittime assieme a cicloni improvvisi, a conteggi saltati, inesatti, incalcolabili. L’Uomo sembra non aver più difese contro quel che lui stesso ha provocato.
Abbiamo seppellito una Regina che ha attraversato diverse generazioni di sudditi, un Papa che si è dimesso, oggi il terzo campione di calcio nell’arco di poche settimane, e tanti altri.
A seguito di quanto sopra, ho deciso che il giorno che verrà non andrò al mio funerale. In parte perché viene celebrato per i vivi, ma soprattutto perché non vorrò
dare a qualcuno la possibilità di credere che il mio sia solo un gesto benevolo per non continuare a rompere i coglioni agli altri, potrebbe esserlo semmai verso chi suppongo si rattristerebbe sinceramente.
Molti vanno alle esequie per immortalarsi e dire “c’ero anche io”, altri per educazione tout court, ma dopo poco si dimenticano anche di coloro che rimangono vivi. Eppure, abbiamo il nostro bel cellulare e ciò nonostante non lo utilizziamo per fare una chiamata e chiedere “come stai”, e basterebbe veramente poco.
Io comunque ho oramai deciso: non ci sarò. Per la grande educazione che mi hanno impartito i miei amati genitori, cederò volentieri il posto a qualcun altro. È una decisione che prendo senza ripensamento alcuno e non insistete per favore: non morirò. La mia potrebbe sembrare una pun-
tori hanno fanno sacrifici per permettergli gli studi, quanti imprenditori italiani di successo sono partiti da zero? Giudichiamo le persone, in politica, per quello che fanno non per come vivono, non ci trovo nulla di grave.
Anche il Papa, vive nel lusso come tutti i Cardinali e pure ci inginocchiamo dinanzi a lui, ipocrisia a senso unico ?
Il lusso non è peccato, il peccato lo commette chi può aiutare e non lo fa.
invitare persone anche se tutto sommato non gliene fotte nulla.
Alcune persone mi hanno chiesto se la befana mi ha portato qualcosa. Certo, se avessi preparato la mia calza avrei ricevuto tantissimo perché il mio piedino calza 47, ma ho ricevuto di più senza preparare nulla: ho dormito a lungo e mi sono svegliato, per di più allegro. Già questo avrebbe potuto bastarmi, ma oltretutto il primo pensiero è andato verso chi amo ed è cresciuta la felicità. Solo per costoro darei la vita.
Oltretutto anche oggi posso usufruire della libertà: dolce parola riconquistata da persone come noi, di cui alcune sono morte per farcela avere. Presupposto che viene insegnato poco oggi nelle scuole.
Quest’ultimo pensiero mi ha spinto ad esprimere il pensiero di cui sopra e non si tratta del semplice desiderio di un post-adolescente intimorito per la propria sorte, bensì di una decisione presa nel pieno della maturità e delle facoltà mentali. Non andrò al mio funerale. Mi dispiace, avrò altri impegni. Non mi credo certo così in auge dal poter decidere, io, sulla sorte della mia persona, ma la libertà sopra menzionata mi offre la possibilità di decidere il mio futuro anche da deceduto.
Oltretutto visto che la morte fa parte della vita, perché non poter deciderne il destino? Giustissi-
mo chi vuole concludere subito il proprio tragitto terreno e lo dico augurandomi che un malato terminale possa finalmente determinarlo da uomo libero anche in questo paese; deve essere altrettanto corretto se qualcuno come me, intende rimandare di qualche epoca l’avvenimento.
Visto che è da una vita che - per gioco e per professione - organizzo eventi per gli altri, ritengo giusto ed imprescindibile poter optare per crearne uno solo per me e lo possa autogestire comodamente dal mio pc. Magari avere quella possibilità per svanire nel nulla in modo subitaneo, senza obbligare qualcuno a porre in una cassa un corpo eroso dal tempo, oppure in un razzo da spedire verso il nulla od in altre soluzioni “umane”.
Insomma, questo il mio almanacco per i giorni dopo e quelli successivi. Che nessuno si preoccupi: godo di piena salute e faccio i dovuti scongiuri, prego chi ho nel cuore e mi auguro che ognuno possa continuare a desiderare quello che già possiede. Scriverò nel mio testamento che non ho intenzione di morire. Ovviamente il documento non verrà mai letto e riguardo alla domanda posta all’inizio, sul… “chi pagherà?”, non ci sarà motivo per dover pagare qualcosa.
Patti chiari amicizia lunga, anzi eterna.
opinionista 2 05 Al lora!
di Alan Davìd Baumann
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dalla mediocrità del mio lutto ed assieme a me, come scritto prima, essere costretto ad
La scultura nella foto è “L’Itinerario” di Alberto Baumann
Mercoledì 18 Gennaio 2023
Cardinale George Pell morto a Roma all’età di 81 anni
le Pell, per il conforto e la consolazione per la sua famiglia e per tutti coloro che lo hanno amato e si sentono addolorati in questo momento.”
Il Cardinale Pell ha preso parte ai conclavi del 2005 e del 2013. Il 13 aprile 2013 Papa Francesco lo nomina membro del Consiglio dei cardinali per la riforma della Curia Romana e il 24 febbraio successiva diventa Prefetto della Segreteria per l’Economia. Lascia i due incarichi rispettivamente nel dicembre 2018 e nel febbraio 2019.
Il 29 giugno 2017 viene rinviato a giudizio per abusi su minori e torna in Australia per farsi processare. Il porporato in primo grado viene condannato a 6 anni di reclusione e rinchiuso in carcere. Ma il 7 aprile 2020 viene prosciolto da ogni accusa e contestualmente rilasciato.
Fa ritorno in Vaticano - dopo oltre un anno di carcere - all’inizio dell’autunno 2020. Solo pochi giorni fa aveva concelebrato alle esequie del Papa emerito Benedetto XVI.
Barangaroo ritorna ad essere area balneare
Per la prima volta in più di 50 anni, si apre una nuovissima area balneare nel porto di Sydney a Barangaroo. Marrinawi Cove è ora un angolo di nuoto idilliaco e cristallino, nascosto nella zona nord-orientale della Riserva di Barangaroo.
Il Cardinale George Pell, Prefetto emerito della Segreteria per l’Economia e Arcivescovo emerito di Sydney e Melbourne, è morto a Roma.
Il Vaticano ha confermato che il cardinale George Pell è deceduto per complicazioni dovute a un intervento chirurgico all’anca. Pell è morto a Roma. Il cardinale, al termine dell’intervento di sostituzione dell’anca avrebbe discusso con i medici, prima di andare in arresto cardiaco. Pochi giorni prima aveva partecipato ai funerali di Papa Benedetto XVI.
Pell aveva 81 anni: era nato a Ballarat (Australia) l’8 giugno 1941. Dopo aver studiato presso la Pontificia Università Urbaniana di Roma, il 16 dicembre 1966 viene ordinato sacerdote. Dopo essersi specializzato in teologia, studia a Oxford laureandosi in storia della Chiesa.
Dal 1971 lavora in alcune par-
rocchie della sua diocesi natale. Dal 1985 al 1987 è rettore del seminario Corpus Christi. Il 30 marzo 1987 Giovanni Paolo II lo elegge vescovo titolare di Scala ed ausiliare di Melbourne e nel 1996 viene promosso Arcivescovo metropolita di Melbourne.
Nel 2001 diventa Arcivescovo metropolita di Sydney e due anni dopo viene creato Cardinale di Santa Romana Chiesa, del titolo di Santa Maria Domenica Mazzarello.
L’Arcivescovo di Sydney, Monsignor Anthony Fisher OP, ha confermato l’avvenuto decesso con un breve messaggio su social media. “È con profonda tristezza che posso confermare Sua Eminenza, il Cardinale George Pell, è scomparso a Roma nelle prime ore di questa mattina. Questa notizia è un grande shock per tutti noi. Per favore pregate per il riposo dell’anima del Cardina-
Stimato e ammirato anche dai suoi oppositori, il gesuita Padre Frank Brennan, avversario da un punto di vista teologico, giurista e attento conoscitore delle vicende giudiziarie del cardinale ha definito Pell “un cristiano capace di trovare grazia in mezzo alle avversità e all’ingiustizia.”
Parole di cordoglio e apprezzamento sono giunte anche dall’Associazione degli Studenti Cattolici Australiani (ACSA). “ACSA piange con profondo dolore la scomparsa del suo patron e amico di lunga data, il cardinale George Pell. Sua Eminenza ha promosso l’ACSA come una delle tante opere che predicano il Vangelo nei campus universitari. Alla sua opera instancabile e disinteressata si deve in gran parte l’impennata delle vocazioni, della pratica (in particolare tra i giovani) e del sapere catechetico. Abbiamo con lui un debito che non possiamo ripagare, tuttavia chiediamo a tutti i membri, amici ed ex allievi di offrire suffragi per la sua anima. Possa il Signore che ha servito così bene essere per Lui un misericordioso salvatore. Riposi in pace.”
Nonostante sia stata utilizzata dalla popolazione locale dei Gadigal per migliaia di anni come luogo di pesca, canoa e nuoto, negli ultimi decenni la baia è stata decretata come area vietata alla balneazione a causa dell'inquinamento, dei rischi per la sicurezza e dell'incuria. Ora, tuttavia, le cose sembrano un po' diverse.
A seguito degli sforzi dei residenti locali e del governo dello stato del NSW, gli abitanti di Sydney potranno nuotare in sicurezza nel porto sul lato ovest dell'Harbour Bridge per la prima volta in 50 anni. Le estese operazioni di pulizia del porto di Sydney hanno trasformato con successo un deserto indu-
striale in un piacevole luogo di immersione. Marrinawi Cove ha ufficialmente superato i test di sicurezza idrica e il governo statale ha installato reti di sicurezza, una nuova doccia e la segnaletica. Ora tutto ciò di cui abbiamo bisogno prima di ottenere il via libera per il nuoto sono i risultati di un'ispezione dell'integrità delle reti degli squali - che dovrebbe arrivare a breve.
Il ministro per gli affari urbani Rob Stokes ha confermato che l'apertura di Marrinawi Cove è solo l'inizio per il futuro delle aree balneari nella di Sydney, con la possibilità di poter presto rendere nuovamente balneabili molti altri corsi d'acqua trascurati della metropoli.
"La nostra città ha smesso di costruire piscine oceaniche e portuali più di mezzo secolo fa: è giunto il momento di fornire luoghi pubblici più grandi e sicuri per il nuoto", ha affermato Stokes.
Enrol Today in Fee-Free TAFE and VET Courses for 2023
School leavers and people in Werriwa wanting to retrain, upskill and re-enter the workforce are being encouraged to enrol in one of the 120,000 Fee-Free TAFE and VET places on offer in New South Wales in 2023.
These Fee-Free places are available following the recent landmark agreement between the Albanese Labor Government and NSW Government to address the current skills shortages.
The $319 million agreement is expected to deliver a significant boost to the NSW skills and training sector.
The course list will see approximately 40,200 fee-free places in the care sector (including approximately 10,000 in the Early Childhood Education and Care sector), 9,900 in technology and digital, 6,900 in agriculture, 5,200 in construction, 5,000 in hospitality and tourism, 1,200 in sovereign capability, and 51,400 in other priority sectors including foundation skills.
The Agreement will increase opportunities and workforce participation of priority groups, including First Nations Australians, young people (17-24), people out of work or receiving income support, unpaid carers, women undertaking study in non-traditional fields, people with disability and certain categories of visa holders.
Along with tackling skills shortages, these places will benefit the people of Werriwa by providing opportunities for school leavers and people wanting to retrain or upskill - to improve their job prospects and get better, well-paid employment.
The Albanese Labor Government is investing in our greatest resource - our people - to give them the skills and training they need to harness the jobs and opportunities of the future.
For more information and to enrol, visit www.tafensw.edu.au/ fee-free-short-courses
notizie comunitarie 06 Al lora! Proud Italian cheese manufacturers of Ricotta, Feta, Haloumi, Mozzarella, Bocconcini and much more! Open 6 days a week! Mon-Fri 8am-4.30pm Sat 8am-3pm Master Cheese Makers Since 1959 753 The Horsley Drive, Smithfield 2164 (02) 96 096 333 admin@montefrescocheese.com.au
Mercoledì 18 Gennaio 2023
MAECI finanzia i progetti integrativi ComItEs per il 2023
cesco Barilaro è prevista un’erogazione finanziaria aggiuntiva di 9.000 Euro per un’iniziativa di "Conoscenza e utilizzo dell'AIRE e del ComItEs". Ad Adelaide, con la presidente Marinella Marmo, un progetto “rosa” dal titolo “Empowering Italian Women in South Australia” prevede una somma di 6.107 Euro per la valorizzazione del ruolo e contributo delle donne italiane nella comunità italiana locale.
A causa di un “errore materiale” annullata graduatoria al Consolato di Sydney
Finanziati alcuni progetti integrativi dei ComItEs d’Australia e Nuova Zelanda.
Su uno stanziamento ministeriale complessivo di 1.061.479 milioni di Euro, le collettività oceaniche si sono aggiudicate appena il 4.2%.
Dati molto diversi negli altri continenti, con il ComItEs di New York che da solo si aggiudica 151.000 Euro, il 14.2% del capi-
tolo di spesa per due progetti: un documentario dal titolo “Colori, Sapori e Memorie” sugli italiani emigrati in America e le loro tradizioni e una pubblicazione di “Storie e fumetti”, contenente illustrazioni artistiche d’autore e uniche nel loro genere, forgiate con intagli di carta e narrando storie di immigrazione.
In Australia, per il Comitato di Canberra presieduto da Fran-
Infine il maggiore stanziamento per l’Australia è destinato al ComItEs di Melbourne, presidente Ubaldo Aglianò, che con 25.460 Euro mira alla realizzazione di un “Dizionario Biografico degli Italiani d’Australia.”
A Wellington, in Nuova Zelanda, al gruppo del presidente Francesco Voltolinava va un contributo integrativo per la Stazione Radio “Onda Azzurra” di 4.470 Euro.
Con un provvedimento in autotutela del 13 gennaio 2023, il Console Generale Andrea De Felip è dovuto ricorrere all’annullamento e alla ripubblicazione della graduatoria definitiva di un concorso per l’assunzione di un impiegato a contratto per l’erronea ammissione di un candidato non in possesso dei requisiti.
aveva nominato la Commissione Giudicatrice in data 1 novembre.
Labor housing announcement
“a boost” for South-Western Sydney families
Nathan Hagarty, Labor’s candidate for Leppington, has lauded NSW Labor’s recent policy announcements on tackling housing affordability.
Speaking in Edmondson Park in the heart of the South-Western Sydney growth corridor, alongside NSW Labor Leader Chris Minns, Hagarty described Labor’s housing package as “a win for local families”.
Labor’s housing affordability package will: Remove or reduce the stamp duty tax burden from 46,500 first home buyers over the next three years. This includes a stamp duty exemption for first home buyers purchasing a home under $800,000, and a reduced stamp duty for those purchasing a home under $1 million;
Abolish the NSW Government’s forever land tax on the family home;
Create a “Homes NSW” agency to tackle the housing crisis;
Charge the Greater Cities Commission to rebalance population and housing growth by setting new housing targets on Metro lines to the city.
Introducing a mandatory requirement for 30% of all homes built on surplus government land to be set aside for social, affordable and universal housing
Provide longer term funding certainty for homelessness and
housing support organisations and tenancy advocacy services dealing with the fall-out from the housing crisis.
Independent modelling by the Parliamentary Budget Office shows that within the first three years of Labor’s plan, 27,700 first home buyers would have paid no stamp duty whatsoever, with an additional 18,800 first home buyers paying a discounted rate.
Hagarty described the move as another way Labor is tackling the cost of living crisis biting families in the South-West.
“Housing affordability and cost of living are issues that come up each and every day as I knock on doors and speak with local people. Interest rates, energy prices, groceries and tolls are all going up - it’s time for a government that will give locals a helping hand,” Hagarty said.
“It’s a struggle that my family and I understand first-hand. We see the cost of living increasing each time my wife and I look at our bills, go to the groceries or drive around town to visit family and friends.
“This election presents local families with a clear choice,” Mr Hagarty added. “Pay less tax under a Minns Labor government, or a forever tax on your home under Dominic Perrottet’s Liberals.”
Non si prevedono finanziamenti integrativi invece per progetti da realizzarsi a Brisbane, Perth e Sydney. Nel 2022, i Comitati del Queensland e del Western Australia hanno visto avvicendamenti nelle cariche sociali, con le dimissioni del presidente Simone Trentino a Brisbane e la tragica scomparsa di Francesco Abbonizio, presidente del ComItEs di Perth. Nessun contributo da destinarsi a progetti per la comunità locale per il ComItEs di Sydney guidato da Luigi Di Martino.
St Andrea-Irpinia Association: The President’s Message
We are a non-for-profit Italian Association based in Port Kembla. We are hosting a 40th anniversary dinner at the Fraternity Club, on 25 February, 2023.
We are currently looking for prizes for our raffle that will be drawn on the night.
We would greatly appreciate any donation that you are willing to provide.
All businesses who donate will be acknowledged on the night for their contribution to our function. All funds raised on the night will be used for maintenance required on our club in Port Kembla.
I look forward to hearing from you. If you have any questions, please don’t hesitate to contact me on: 0404 694 645.
Connie Khoury President of St Andrea Association
La vicenda è stata causata da un “errore materiale” della Commissione Giudicatrice, presieduta dallo stesso Console Generale, la quale non aveva rilevato il mancato possesso del requisito della residenza di una candidata, che pertanto non sarebbe dovuta essere ammessa alle prove concorsuali.
Il 7 luglio 2022, il Consolato Generale d’Italia a Sydney era stato autorizzato dal Ministero degli Affari Esteri ad assumere un impiegato a contratto da adibire ai servizi di assistente amministrativo. Il Console Generale d’Italia a Sydney, Andrea De Felip,
Riunitasi il giorno seguente, la Commissione Giudicatrice aveva rilevato che su 28 candidati che avevano inviato la domanda di partecipazione, 4 non erano stati ammessi e tra questi 2 perché non in possesso del requisito di residenza minima in Australia. Era comunque rimasta nella graduatoria degli ammessi una candidata mancante i requisiti per l’ammissione alle prove concorsuali.
Benché, si apprende dal decreto consolare 1/2023, la partecipazione dell’interessata “non abbia comunque leso l’attendibilità dell’esito complessivo delle prove concorsuali,” l’illegittimità della graduatoria finale ha richiesto l’annullamento della stessa, d’ufficio in via di autotutela, e la contestuale pubblicazione della nuova graduatoria corretta e legittima con l’espunzione della candidata.
notizie comunitarie 07 Al lora! Mercoledì 18 Gennaio 2023
Iniziative ad Adelaide, Canberra, Melbourne e Wellington. Assenti Brisbane, Perth e Sydney
NSW Premier Dominic Perrottet apologises for wearing a Nazi costume on his 21st birthday, on Thursday, January 12, 2023. "I am deeply ashamed of what I did," he said.
"And I'm truly sorry for the hurt and pain that this will cause people right across the state and particularly members of the Jewish community, Holocaust survivors, veterans and their families.
"I am truly sorry for the terrible mistake."
Perrottet said the decision had caused him "much anxiety" throughout his life and when he received the call he decided he should be the one to reveal what
he did. He said he was "naive" and "didn't understand the significance of that decision".
But he denied someone was threatening him to reveal a photo from the party in 2003.
"I don't know of that - he saidI don't know if one exists. I've not seen one. I don't know."
Speaking to Chris O'Keefe on Nine radio station 2GB, Perrottet said it didn't matter whether or not there was a photo, insisting the decision to wear the outfit was what was important.
"It's something it's something that obviously, I should have, I should have spoken about earlier in my life," he said.
Il rapporto dell’organismo di vigilanza contro la corruzione sull'ex premier del NSW Gladys Berejiklian non sarà pubblicato fino a dopo le elezioni statali di marzo.
L'indagine, soprannominata Operazione Keppel, è stata aperta per accertare se il signor Maguire abbia utilizzato il suo ruolo di parlamentare per ottenere un vantaggio finanziario e se la Berejiklian abbia violato la fiducia pubblica nascondendo la loro relazione.
L’ICAC ha rivolto la sua attenzione all'ex premier nell'ottobre del 2021, dopo che in occasione di un'udienza pubblica aveva rivelato che i due avrebbero avuto una relazione per circa cinque anni.
Festa di San Valentino
Febbraio 12 2023
Appuntamento annuale con amici cari, per godere ospitalità stile Bellunese Mercoledì 18 Gennaio 2023
Siete invitati per celebrare e godere questa festa tradizionale Si comincia con un pranzo gustoso e abbondante di piatti selezionati, preparato dai noti cuochi ... un pranzo esclusivo per la famiglia Bellunese e i loro amici.
In piu ci sara musica dalla favolosa Julie Accordion ... i numeri sono limitati ... assicuratevi del vostro posto ... Book NOW ... Questa festa e la più romantica dell'anno - se ti dimentichi di prenotare sarai nei guai. Siete lieti d’essere accolti dai vostri amici, e per tenervi aggiornati con quello che i vostri amici stanno facendo.
L’ex premier avrebbe descritto Maguire come un parte del suo "circolo d'amore" mentre era sotto interrogatorio durante una delle udienze dell'ICAC.
Sebbene parti sostanziali del rapporto siano già state redatte, i processi di revisione, modifica e produzione significano che il rapporto non sarà pubblicato nel primo trimestre dell'anno, ha affermato la Commissione indipendente contro la corruzione.
Le elezioni statali del NSW si terranno il 25 marzo.L'ICAC ha affermato che il rapporto riguardava complesse questioni di diritto e di fatto, due inchieste pubbliche che si sono svolte nell'arco di 30 giorni, più di 2.800 pagine di trascrizione, 516 reperti comprendenti circa 10.600 pagine e 957 ulteriori di osservazioni.
È probabile che il rapporto venga pubblicato nel secondo trimestre dell'anno, ha aggiunto l'organismo di vigilanza sulla corruzione, quasi 18 mesi dopo le dimissioni della Berejiklian.
"È necessario che le questioni rilevanti per l'indagine siano affrontate con attenzione", ha affermato l'ICAC.
"La Commissione resta consapevole dell'obbligo ai sensi della sezione 74 (7) dell'ICAC Act di fornire rapporti di indagine il prima possibile dopo che la Commissione abbia concluso il suo coinvolgimento in una questione".
Le dimissioni in lacrime della Berejiklian hanno scioccato molti elettori del NSW, che hanno lasciato fiori e palloncini fuori dal suo ufficio elettorale di Willoughby dopo l'annuncio.
"Voglio essere molto chiara, in tutte le decisioni che ho preso... la mia prima considerazione è sempre stata il benessere delle persone di questo stato", aveva affermato all'epoca Berejiklian.
"Ho sempre agito con il massimo livello di integrità".
L'indagine sull'ex premier dipenderà dal fatto che l'occultamento della relazione abbia violato la fiducia del pubblico, se abbia gestito in modo improprio i progetti perseguiti da Maguire e se abbia tenuto una condotta "atta a consentire o incoraggiare la corruzione".
Gladys Berejiklian ha negato qualsiasi addebito.
Invito alla ‘Sicilia Bedda’ al Club Marconi
Cucina
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La comunità è invitata al “Sicilia Bedda Luncheon” il prossimo 19 marzo 2023, con inizio alle ore 12 presso la sala Colosseo della Doltone House al Club Marconi di Bossley Park.
Un evento all’insegna della riscoperta dei sapori della Sicilia con piatti tipici, atmosfera regionale e intrattenimento dal vivo con musica e ballo.
Pranzo di 4 portate con antipasti siciliani, pasta di San Giuseppe, salsiccia e finocchietto con contorno di caponata, insalata di radicchio e per concludere una prelibata Cassatella di Sant’Agata.
Il costo del biglietto è di $120.
Bambini sotto i 12 anni $60.
Per informazioni e per acquistare i biglietti rivolgersi a:
Giovanna Pellegrino
Tel. 0417 653 701
Lina Becchini
Tel. 0418 264 501
La Federazione Siciliani d’Australia incoraggia tutte le associazioni aderenti, i soci e gli amici ad unirsi con un tavolo a questa importante iniziativa di promozione della cultura e delle tradizioni siciliane.
Le associazioni siciliane presenti saranno opportunamente menzionate durante l’evento.
notizie locali 08 Al lora! Bellunesi nel Mondo … la distanza viene misurata in amicizia in preferenza delle miglie Per assicurare il vostro posto al prossimo evento, per favore telefonate uno di questi membri Irma Bergamin 0475 844 167Giacomo De Martin 0403 194 829Ernesta Quomi 0416 165 986 Galliano Calligari 0418 275 592Lino Vidotto 0490 758 520Renzo Pinazza 0417 462 992 You’re welcome to pay by Direct Deposit (please put your surname in the description) Acc Name – Bellunesi Nel Mondo BSB – 062 265 Acc No – 2801 3514
con la vostra partecipazione sara una bella giornata in amicizia e allegria
Galileo
in the Club
Bossley Park 12.00pm - Il costo sara $85
vino, birra e soft drink incluso prenotate prima del 5 Febbraio
Book early as the seating is limited to less than 150 l'evento più romantico
Il Comitato desidera che ogni celebrazione sia un successo piacevole per voi. Siamo tutti in attesa di condividere e godere la compagnia dei vostri cari amici ... assicuratevi del vostro posto ... e nel frattempo godetevi con buona salute se ti dimentichi di prenotare sarai nei guai
Marconi ,
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dell'anno
Rapporto ICAC su Gladys Berejiklian da pubblicarsi dopo le elezioni
Gladys Berejiklian e Daryl Maguire
L'indagine sulla Berejiklian è iniziata dopo che l'ICAC ha inizialmente avviato indagini sul suo ex fidanzato, l'ex deputato liberale di Wagga Wagga caduto in disgrazia, Daryl Maguire.
Ernesto Calderan, nativo di Motta di Livenza, in provincia di Treviso, ha festeggiato domenica scorsa, presso il Ristorante Cucina Galileo del Club Marconi, il suo ottantesimo compleanno assieme alla moglie Vincenzina, ai figli Roberto, Laura ed Ernestino e a numerosi amici, una allegra comitiva di circa 40 persone.
Tra gli invitati, padre Antonio Fregolent e il cugino di Ernesto, Steve Calderan, che è stato giocatore del Marconi ed ha anche vestito la maglia della nazionale verde-oro quando era allenata da Frank Arok.
Sempre domenica scorsa nel Ristorante Cucina Galileo del Club Marconi il noto connazionale Silvio Marrapodi, nativo di Roccella Ionica (Reggio Calabria) ha festeggiato il suo novantesimo compleanno assieme ai famigliari e ai suoi numerosi amici.
Oltre 70 persone hanno preso parte all’importante compleanno di Silvio, che è stato attivissimo per oltre 50 anni con l’Associazione Maria Santissima e San Vittorio ricoprendo le cariche di presidente e vicepresidente.
Tra i presenti alla festa delle 90 candeline il presidente del Club Marconi Morris Licata, l’ex presidente Tony Labbozzetta e il presidente della Federazione Siciliani d’Australia Tony Noiosi, Filippo Navarra della Conca D’oro e la famiglia al gran completo di Silvio con tutti i suoi più cari amici, tra questi molti soci del Club Marconi che ogni venerdì dopo il pranzo chiamato "La dolce Vita" passano il pomeriggio giocando a Scala 40.
09 Al lora! notizie comunitarie Mercoledì 18 Gennaio 2023
Ernesto Calderan festeggia il suo 80.mo compleanno presso il Ristorante Cucina Galileo del Club Marconi
Ernesto Calderan
Ernestino e Roberto Calderan
Silvio Marrapodi ha festeggiato il suo novantesimo compleanno assieme ai famigliari e ai suoi amici Gli amici
Ernesto, la moglie Vincenzina e padre Antonio Fregolent
di Silvio del pranzo del venerdì della Dolce Vita
Silvio Marrapodi con la famiglia 21 Prairie Vale Road, Bossley Park, Sydney, NSW 2176 Ph: (02) 9822 3863 - Mob: 0416 126 308 info@cucinagalileo.com.au @ CLUB MARCONI
e
Navarra
e
Licata
Silvio e Morris Licata
Silvio
Filippo
Tony Noiosi
Morris
cerimonia della vita Piccole usanze e grandi usanze…
di Ketty Millecro
È ormai risaputo che, la terra del sole, la Sicilia, meraviglioso scenario di natura incontaminato, è terra d’amore. Il mare cristallino, i suoi monti, pianure e colline, da sempre ha rappresentato il simbolo dell’unione.
Tradizioni e culture variegate, effetto delle dominazioni, che con il tempo si sono avvicendate. Arabi, Bizantini, Normanni, Greci hanno lasciato le loro orme in ogni uso e costume. Nella trasmissione delle consuetudini arcaiche, ancora tanto amate, c’è il matrimonio.
In Sicilia diventa, persino, un viaggio in mezzo ai prodotti tipici dei suoi paesini. Banchetti con portate appetitose, avvincenti, tra un numeroso pubblico di parenti e conoscenti, all’insegna di portate luculliane greco-romane.
Il pranzo fastoso parte, infatti, dagli aperitivi, cui seguono antipasti, primi e secondi di pesce e carne. Segue la frutta, dolci e gelati, accompagnati dall’ottimo vino siciliano con spumante e prosecco.
I siciliani per il matrimonio oggi preferiscono di effettuare la cerimonia coniugale in spiaggia o in nave. Mete le isole Eolie, Taormina o Agrigento, in provincia di Siracusa, Marzamemi e Portopalo tra i profumi di aranceti e fichi d’india. Altre
mete preferite anche l’Etna e i Nebrodi.
Coloro che scelgono la Sicilia occidentale, preferiscono Palermo, Monreale, Cefalù, Trapani, Erice. “Paese che vai, usanze che trovi”, dice un noto proverbio. Anticamente a Mazara del
Vallo il frumento veniva gettato agli sposi invece del riso, dopo la cerimonia.
A Lipari è ancora d’uso fare la serenata sotto il balcone della casa della ragazza. Anticamente se le finestre venivano aperte, si approvava il matrimonio.
Nella città di Noto la madre del fidanzato incontrava la mamma della futura sposa con un pettine da telaio. Le domandava in prestito un altro pettine. Esso aveva un duplice aspetto, a seconda della risposta positiva o negativa. In alcuni paesi davanti alla casa dell’amata veniva collocata una spazzola.
In altri paesi si usava mettere dietro la sua porta lo “zzuccu”, il ceppo del fico d’india. Quando la famiglia della ragazza rifiutava il matrimonio, si faceva ruzzolare in strada. Nel caso in cui veniva trattenuto dalla famiglia e lo portava dentro casa, stava a significare che il fidanzato poteva frequentarla e definire la promessa.
Anche gli abiti da sposa hanno una loro storia in Sicilia. Il vestito della sposa dell’Ottocento poteva essere di colore bianco, ma anche di altri colori. A Terrasini alcune ragazze si sposavano in azzurro.
A Siracusa all’abito azzurro si associava la tipica collana di corallo rosso con un crocifisso d’oro giallo. Significato di auspicio il corallo e il crocifisso come protezione divina.
Nella Sicilia occidentale, a Milazzo, l’abito aveva larghe maniche azzurre con una gonna a ruota azzurra, agghindata da collane, perle, anelli e nastri. C’è una credenza antica, che impone a chi è superstizioso di scegliere l’abito.
Una volta era rigorosamente cucito a mano dalla “madama”,
sarta specializzata in abiti nuziali, quindi lasciato in casa di parenti o amici. L’abito veniva recapitato il giorno della data del matrimonio.
Oggi tante spose dall’atelier d’acquisto, se lo fanno consegnare lo stesso giorno, per scaramanzia. Stesso procedimento per i fiori, infatti, oltre quelli dell’addobbo ecclesiastico, per tradizione, la sposa deve avere due bouquet. Uno è quello regalato dai genitori, utilizzato per le foto in casa e fino alla Chiesa, l’altro viene consegnato dallo sposo all’altare.
Tradizione peculiare era quella di: La sera del letto, “A sira d’u lettu”. Importante l’allestimento della camera da letto: il letto nuziale era apparecchiato con lenzuola bianche, segno di purezza, dove al centro c’era un cuscino contenente le fedi nuziali. In provincia di Messina soleva dirsi: “Andiamo a vedere il letto dei futuri sposi - Annamu a vìdiri ‘u lettu d’i spusini”.
La camera da letto diventava salotto ed anche la sala da pranzo, dove c’era il ricevimento dei regali degli invitati.
Oggi la stanza da letto, fino alla prima notte di nozze, viene serrata. Regola fondamentale per gli sposi: non vedersi il giorno antecedente alle nozze e fino alla cerimonia.
Si rammenta che come allora, oggigiorno avviene il ricevimento dei regali circa 20 giorni prima del matrimonio. Tutto diventa party, con cocktail e rinfresco.
Qualche tempo fa e tuttora vengono riposti dei vassoi con i dolci per gli invitati. Non manca la tipica cesta per i soldi o buste. Fanno da contorno gli oggetti regalati. I futuri sposi, insieme, stabiliscono i testimoni e “i compari di anello”.
Solitamente è qualcuno molto vicino ai promessi, da cui farsi regalare le fedi. Ciò rappresenta un rinvigorimento per un legame ancora più forte. Barriera al matrimonio per i siciliani era lo sposalizio nel mese di agosto, mese infausto, secondo antiche credenze portatore di disgrazie.
A tal proposito si ricordano alcuni proverbi siciliani: “La spusa Agustina si la porta la lavina, La donna che si sposa nel mese di agosto, si porta dietro una fiumana di lacrime”, oppure “Agosto, moglie mia non ti conosco, Austu mugghieri mei non ti canusciu”.
Il matrimonio, ieri come oggi, per i Siciliani resta sempre la più importante cerimonia della vita, esempio di coraggio per condividere felici, con chi si ama il resto dei propri giorni.
la pagina di Ketty 10 Al lora!
Il matrimonio, ieri come oggi, per i Siciliani resta sempre la più importante
Mercoledì 18 Gennaio 2023
dall'Italia e dal Mondo
Huge surge in Italy migrant arrivals despite PM Meloni's 'naval blockade' pledge
months in office - November and December - saw almost 20,000 migrants arrive by boat: a sharp rise from the same months the year before when there were 12,600 migrant landings.
The upsurge in arrivals by boat in the first ten days of 2023 has been even more dramatic: 3,709 so far this year compared to just 378 during the same time period in 2022, marking an 881% increase.
Migrant arrivals in Italy have increased by more than 50% since far-right premier Giorgia Meloni took office at the end last October, official statistics show, contradicting claims made by her government.
On Monday, interior minister Matteo Piatendosi appeared on an Italian TV show and claimed
the "growth curve [of boat arrivals] had declined" in the government's first two months in power.
But statistics published by the interior ministry show that migrant arrivals by boat have been considerably higher since Meloni took office compared to the same period the previous year.
The new PM’s first two full
When confronted with the statistics from this month, Piatendosi claimed the fresh wave of boat arrivals was facilitated by milder weather conditions and that the data was only "partial."
Although the Italian right has often pointed the finger to the role of non-governmental organisations (NGOs) in helping migrants land on Italian soil - with the government recently passing a decree that severely limits their life-saving activities at sea - official studies would suggest their role has diminished over the past decade.
Many in the field have viewed the government's move on NGOs as more than a red herring - but as counter-productive and potentially harmful.
"This decree is inhuman, uncivilised and not worthy of a modern country," said Roberto Ammatuno, mayor of Pozzalloa Sicilian 'hotspot' town for migrant landings.
"The government's battle against NGOs is incomprehensible, and aggravates the issue".
"The number of migrants reaching Pozzallo last November and December has been much greater than in 2021," he added. "Migration flows from Africa to Europe are inevitable. The problem is complex and requires us to collaborate with European partners - all talks of 'naval blockades' and so on are idiotic."
"The government isn't failing to keep its promises because it's incapable - it's failing because the promises can't be kept in the first place," said Mayor Ammatuno.
Arrestato Matteo Messina Denaro
Dopo 30 anni di latitanza, il boss mafioso Mattia Messina Denaro è stato arrestato. Stando a quanto riporta l’Ansa, il capo di Cosa Nostra si trovava all’interno di una clinica privata di Palermo, dove sarebbe avvenuto il fermo. Messina Denaro, secondo il comandante del Ros dei carabinieri Pasquale Angelosanto, era lì “per sottoporsi a terapie”. A quanto si apprende da fonti investigative, infatti, l’uomo faceva periodicamente controlli nella struttura, che la scorsa notte, durante il blitz, è stata messa in sicurezza.
L’arresto di Messina Denaro è avvenuto a trent’anni esatti da quello del boss corleonese Toto Riina, catturato il 15 gennaio 1993, sempre a Palermo, di cui il padre era uno storico alleato. È da allora che Messina Denaro si è reso latitante. Su di lui pende una condanna all’ergastolo per decine di omicidi, tra i quali quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito strangolato e sciolto nell’acido dopo
quasi due anni di prigionia; per le stragi del ’92, dove furono uccisi i giudici Falcone e Borsellino; e per gli attentati del ’93 a Milano, Firenze e Roma. Messina Denaro era l’ultimo boss mafioso di “prima grandezza” ancora ricercato. L’inchiesta che ha portato alla sua cattura è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido.
“Finisce qui la sua storia criminale, adesso la Sicilia è più libera. Congratulazioni ai carabinieri del Ros, alla Procura di Palermo che ha diretto l’operazione ed agli apparati dello Stato che hanno permesso questo straordinario successo. Adesso si colpisca la rete dei fiancheggiatori che lo ha protetto nella sua lunghissima latitanza”, ha dichiarato Antonello Cracolici, presidente della commissione regionale Antimafia, dopo l’arresto del boss, mentre da più parti politiche la sua cattura è stata elogiata come una “vittoria dello Stato”.
Lukoil cede la raffineria siciliana di Priolo ad un fondo cipriota
La raffineria di Priolo in Sicilia, la più grande d’Italia, si accinge a cambiare assetto proprietario.
Di fatto la Lukoil, che attraverso Litasco controlla la Isab Srl, ha raggiunto un accordo preliminare per la cessione a Goi Energy, ramo energetico del fondo di private equity Argus di Cipro.
risoluzione, dopo l’embargo U.E. al petrolio russo, scattato il 5 dicembre 2022. Problemi connessi innanzitutto alle difficoltà di reperire le forniture; la Isab stentava poi a ottenere linee di credito con le banche, nonostante le pressioni governative sugli stessi istituti di credito.
Ma tu di chi sei figlio?
La stampa di questi giorni pare unanime nel costringere i suoi lettori a rovistare nella pattumiera affettiva della casa reale inglese reduce da un recente funerale e da una successione a lungo negata.
Ed ora, il fratello dell'erede al trono d'Inghilterra pubblica in tutto il mondo un libro in cui racconta cose durissime contro il padre e il fratello.
A differenza che nella serie Netflix, nel libro «Spare», racconta storie che sarebbe stato meglio tacere, tipo i venticinque talebani uccisi in combattimento, che possono creargli problemi in futuro.
Sostenendo che sia stato proprio il futuro re William, insieme con la futura regina Kate, a convincerlo a vestirsi da nazista a un party, rende al fratello il peggior servigio possibile. Rivelando che Carlo aveva l'abitudine di chie-
dergli “ma tu di chi sei figlio?”, rinfocola la voce secondo cui il vero padre di Harry sarebbe il maggiore Hewitt, storico amante di Diana, cui in effetti somiglia in modo impressionante.
L'impressione è che Harry somigli alla madre non solo nell'esuberanza e nel fascino. Nessuno dei due ha capito che far parte della famiglia reale non significa acquisire il diritto alla felicità; significa accettare di svolgere un compito, diciamo pure di fare un mestiere. La differenza è che Harry non l'ha scelto; Diana sì, anche se aveva appena 19 anni. Purtroppo nessuno dei due è stato all'altezza del compito.
Vedremo ora se il padre reggerà l'ingombrante assenza del secondogenito che ha annunciato di non voler mai tornare nel Regno Unito; quindi di non volerlo vedere mai più, almeno in patria.
Meloni and her Brothers of Italy party emerged triumphant in last September’s snap general election, leading a campaign which promised to curb boat arrivals and take a hard-line stance on illegal immigration.
Questa l'evoluzione, sempre che il governo approvi la cessione, di quello che era diventato un rognoso nodo per l'esecutivo Meloni, una vera e propria bomba economica. I problemi infatti erano divenuti di difficile
In gioco il futuro di mille dipendenti e di 2mila lavoratori dell’indotto, ma considerata la rilevanza dell’impianto e la connessione tra imprese del tessuto produttivo locale, a rischio erano almeno 10mila posti di lavoro
11 Al lora! Mercoledì 18 Gennaio 2023
a scuola
Brekkies, barbies, mozzies: Why do Aussies shorten so many words?
We’re not talking about “actual” mozzies here. We’re defo (definitely) talking about words - and Aussies can’t seem to get enough of these shortened words.
Some say we’re lazy for clipping them. Others claim it’s just Aussies knocking words down to size - ta, we’ll have a glass of cab sav or savvy b instead of whatever that is in French.
Our most beloved shortenings end in -ie/y and -o.
Journos often ask us why Aussies use them, and whether they’ll last. Well, not only are we still using them, seppos (Americans) and pommies (Brits) are joining the action, too.
Risparmi per le famiglie sulle spese del rientro a scuola
Il programma di buoni scuola Back to School NSW aiuta le famiglie a pagare il materiale scolastico. Genitori, insegnanti, tutori o studenti possono richiedere fino a 3 voucher da $50, per un totale di $150 per ogni studente idoneo.
I buoni possono essere utilizzati per il costo di uniformi scolastiche, scarpe, borse, tecnologia, libri di testo e altre spese ammissibili presso le imprese registrate entro il 30 giugno 2023. Può essere presentata una sola domanda per ogni studente.
Lo studente deve essere un residente del NSW iscritto per frequentare la scuola nel 2023 (dalla scuola dell'infanzia al dodicesimo anno), compresi gli studenti che sono scolarizzati a casa, iscritti all'anno 10 o all'anno 12 per il conseguimento di titoli equivalenti presso il TAFE NSW. Gli studenti possono fare domanda per proprio conto se soddisfano i criteri di ammissibilità e hanno la propria tessera Medicare.
Puoi utilizzare ogni buono una volta (se il costo è inferiore all'importo del buono, il saldo residuo viene ceduto e non può essere utilizzato), da solo o abbinato ad altri buoni per lo stesso acquisto, anche se i buoni sono emessi per studenti divers sulle spese ammissibili presso le imprese registrate entro o prima della data di scadenza.
I buoni non possono essere utilizzati per pagare qualcosa di diverso da una spesa ammissibile, trasferito ad altra persona, riscattato come regalo, mancia o donazione a un'azienda registrata, scambiato con denaro contante, un buono regalo o una nota di credito dell'azienda registrata donato in beneficenza o messi in comune con i voucher di altri programmi come i voucher Active Kids o Creative Kids.
Le domande per i buoni Back to School NSW possono avvenire online per quanti sono in possesso di un account MyServiceNSW, oppure visitando di persona un centro Service NSW.
Endings that bond and bind us
These alternative forms of words are often described as “diminutives” (or hypocoristics).
Pet names with such endings can show we have a warm or simply friendly attitude toward something or someone (think of the -s on Cuddles). Certainly, on names, -ie/y and -o are often affectionate (think Susy and Robbo).
But the vast majority of Aussie diminutives are doing something different.
Indeed, saying journo or pollie doesn’t usually indicate we’re thinking of journalists and politicians as small and endearing things.
These “diminutives” are also a world away from the birdies and doggies of the nursery. Adult Australians might cheerfully talk about blowies and trackies, but not birdies and doggies - well, unless it’s on the golf course or perhaps in reference to the Western Bulldogs getting a specky (spectacular mark).
Experiments by Australian linguists have empirically confirmed the social effects of these embellished words. Colloquialisms such as barbie and smoko are like accents - part of the glue that sticks Australian English speakers together.
Are -ie/y endings darlings or weaklings?
Diminutives can die out when they take on the burden of new social meanings.
One of the oldest endings (found as far back as Anglo-Saxon times) is -ling. We see it still on words like twinkling and darling. However, by modern times it had flipped and become contemptuous, especially when used of humans (think of weakling and underling).
In contrast to -ling, our -ie/-y endings carry important, positive meanings, and there’s no sign yet that we’re giving up on them. Those sunnies, scungies, boardies, cozzies, stubbies and trackies are still the stuff of our sartorial summer fashion.
Slang might come and go, but the process that transforms sunglasses into sunnies and tracksuit pants into trackies continues to thrive.
So thriving in fact are these expressions that some are among Australia’s successful exports. International celebrities include greenie, pollie, surfie, mozzie, budgie (and its offshoot budgie smugglers).
And let’s not forget the linguistic rockstar that is selfie – its meteoric rise to stardom in 2013 saw it crowned Word of the Year by Oxford Dictionaries.
Bottle-o, milko and smoko: Still alive-o?
That other long-time favourite ending -o occurs all round the English-speaking world. However, as the Oxford English Dictionary describes, its use “is especially associated with Australia”.
The earliest Australian examples (like milko, rabbito, bottle-o) date from the 19th century and are abbreviated nouns referring to a person’s trade (“milkman”, “rabbit-seller” “bottle-collector”). Sometimes they appear with -oh because of their association with street calls, and this use is oldthink of those cockles and mussels of 18th century London, all very much “alive, alive-oh”.
Our love of this -o suffix may also owe something to Irish English.
However, Australian linguist Jane Simpson points out it has much wider applications in Australia (and New Zealand), as shown by place names such as Rotto (Rottnest Island), Freo (Fremantle), Paddo (Paddington) and common nouns such as compo (compensation), ambo (ambulance driver) and bowlo (bowling club). And we’re exporting these too - demo, preggo and muso have made it into the wider world. As with -ie/y endings, our -o endings don’t seem to be going anywhere in a hurry. However, their long-term survival seems slightly less assured than -ie/y.
We’re still seeing newer coinages (such as housos), but a 2011 study suggests young people might be using this one less than previous generations.
Rellies or rellos, garbies or garbos: Is there a pattern?
There are wharfies and truckies but not wharfos and truckos; garbos and musos but not garbies and musies. People who ride motorcycles are generally bikers; those who belong to motorcycle gangs tend to be bikies.
So what’s wrong with bikos? And why are there gaps? Those who build houses are neither buildos nor buildies.
Undoubtedly there are nuanced differences of meaning involved here.
Does weirdie describe unconventional people more affectionately than weirdo, or even weird person? Certainly there’s a world of difference between the sicko (psychologically sick person) and the sickie (leave you take when you’re sick - or is that when you’re not sick?).
You tell us: Do you prefer a lammo or a lammie for the small chocolate and coconut–covered cake? And are members of your family rellos or rellies? There’s a lot of lexicographers, linguists and other word nerds who haven’t figured this out.
Kate Burridge Professor of Linguistics, Monash University Howard Manns Senior Lecturer in Linguistics, Monash University
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Cakes 10 Brookfield Road, Minto Mall, NSW 2566
“My Italian” Italian Restaurant, Pizza-Pasta-
This article is republished from The Conversation under a Creative Commons licence.
Allora! partecipa attivamente alla divulgazione della lingua e della cultura italiana all’estero, attraverso la pubblicazione di articoli e di periodiche attività didattiche. La rubrica “Ambasciatori di Lingua” si rinnova per fornire ai lettori delle nozioni sem-
LEZIONI D’ITALIANO N. 3
plici, veloci e pratiche di base per imparare la lingua italiana.
no la comunità abbia appreso qualcosa in più sulla Bella Lingua e quanti sono ancora indecisi, si possano impegnare per conoscere più a fondo l’Italiano. La rubrica è realizzata in collaborazione con la Marco Polo - The Italian School of Sydney.
Andare a scuola...
Rovaniemi. Finlandia.
Ogni mattina il piccolo Markku si sveglia nella sua casetta e sa che per andare a scuola ci metterà 25 minuti di camminata nella neve.
Spesso usa le ciaspole, se la neve è fresca va con lo slittino. Se piove mette una cerata sopra il giacchino di renna.
Yakutsk.
Russia.
Ogni mattina il piccolo Sergey va a scuola anche se fuori sono meno 50 gradi. Però se la temperatura scende sotto i meno 52 la scuola chiude.
Ma sopra i - 52: tutti a scuola!
Kumpur. Nepal.
La piccola Savitri si sveglia alle 5.30 nel suo villaggio alle pendici dell’Himalaya e per andare a scuola dovrà camminare con ogni condizione atmosferica per circa 2 ore su impervi sentieri di montagna.
Attraverserà un fiume, ma senza ponti: dovrà usare una specie di filovia artigianale e arrugginita.
Regione dello Yunnan.
Cina sud-occidentale. Ogni mattina il piccolo Wang percorre circa 9 km a piedi per andare a piedi a scuola.
Se fa molto freddo, arriva a scuola con i capelli congelati, i compagni lo chiamano fiocco di neve.
Roma. Roma quasi centro.
Nove di mattina. Macchina parcheggiata davanti all’ingresso di una scuola materna. Il piccolo Lorenzo scende accompagnato dalla mamma.
Il papà rimane in macchina ad aspettare, con il motore acceso, le lunghe operazioni di consegna del pargolo alle amorevoli cure delle maestre.
Sul passo carrabile, con il motore acceso.
- Scusi potrebbe spegnere il motore visto che sta fermo?
- Ahò fa freddo me devo scaldà! …
15 Al lora! 13 Al lora!
a scuola
NUOVE
L'italiano è una lingua con un ricchissimo vocabolario, espressioni idiomatiche e sfumature semantiche che riportiamo volentieri in queste pagine, con la speranza che al termine dell’anMercoledì 18 Gennaio 2023
L’estro e la follia della giovinezza
contattare le ditte specializzate in abbigliamento e materiali di montagna per averli gratis in cambio di un po’ di pubblicità. Alla fine il gruppo aveva così tanto materiale che quando venne il momento di imbarcarlo in aereo erano in soprappeso e Lorenzo si inventò la scusa che andavano a scalare il K2, così gli fu abbuonato.
Molte furono le disavventure e gli imprevisti ai quali i sei dovettero far fronte, ma alla fine, nonostante la vetta non sia stata raggiunta e il costo pagato in termini fisici sia stato elevato, la spedizione al Manaslu non fu un fallimento.
salire in vetta per una via nuova di V+ e con un passaggio di VI, be’, bisogna proprio dire che, anche senza raggiungere la cima, la spedizione al Manaslu è stata una grande impresa dal punto di vista alpinistico e una straordinaria avventura da quello umano.
di Vittorino Mason
Nel 1979 un gruppo di ragazzi dediti all’alpinismo, ma figli del ’68, e per questo fuori da qualsiasi schema accademico, sfruttarono un’occasione per andare a scalare un ottomila mettendo in discussione regole non scritte e comportamenti consolidati, imposti dalle grandi spedizioni.
Senza soldi, né mezzi, né esperienza volevano scalare il Manaslu (8.163 m), “La montagna dell’anima”, l’ottavo ottomila per ordine di altezza, che si trova nell’Himalaya del Nepal, e non per la via normale, già di per sé difficile, ma per una via nuova: la East Ridge, senza l’uso di ossigeno supplementare.
Questa spedizione, almeno per l’Italia, fu una svolta. Basti pensare alle precedenti spedizioni, costose, con un alto numero di partecipanti e portatori, ma so-
prattutto pensate per il prestigio nazionale del dopoguerra.
L’anno prima, nel 1978, Lorenzo Massarotto era stato invitato a partecipare a una spedizione all’Everest programmata per il 1980, dove, oltre a Kurt Diemberger, dovevano far parte oltre trenta alpinisti. Lorenzo accettò, ma poi pensò di anticipare l’esperienza extraeuropea con una propria spedizione e qualche mese dopo fortuna volle che trovò un permesso per salire il Manaslu per sole 800 mila lire, invece che 10/20.000 dollari.
Così nel 1979 a formare quella masnada di ragazzi che per un pelo non raggiunsero il Manaslu lungo una via nuova c’erano: Lorenzo Massarotto (1950) capo spedizione, personaggio particolare che a quasi trent’anni, tutti passati nella pianura padovana, si era innamorato dell’alpinismo e decise di dedicare ad esso la
vita. In pochi anni aveva raggiunto risultati importanti, con una grande determinazione.
Maurizio Zanolla (Manolo) che ha rivoluzionato la tecnica dell’arrampicata moderna, un ragazzo esagerato, radicale, anarchico da tutti i punti di vista, inconsapevole innovatore, che dedicava le vie agli studenti caduti nelle manifestazioni politiche di quegli anni. Quello che Reinhold Messner ha saputo fare con le salite himalayane, spostando molto in avanti il limite del presunto impossibile, Manolo lo ha fatto per l’arrampicata in roccia.
Elvio Terrin, un veneziano soprannominato “Tarzanetto matto” che affrontava le pareti con un k-way e scarpe da ginnastica, le famose Tepa, anche per le invernali dolomitiche, con una resistenza straordinaria, pari solo all’incoscienza.
Marco Simoni, del Primiero, viaggiatore dell’Asia e hippy, fratello di una guida alpina che aveva raggiunto la cima del Dhaulaghiri, alpinista per istinto. Dopo la spedizione se ne andò a vivere in Australia.
Toio de Savorgnani, mezzo friulano e mezzo cimbro, legato alla figura del Bonatti, ma anche ai romantici e contradditori esploratori dell’800, attratto dalle culture orientali, con un’esperienza alpinistica relativamente limitata, sicuramente non adatta ad affrontare un gigante himalayano, ma con una grande resistenza fisica.
Bruno Di Lenna, dentista padovano con l’ossessione dei viaggi; aveva fatto il medico tra gli Yanomami in Amazzonia, nessuna esperienza di alpinismo, ma fu l’unico medico ad accettare di far parte di quella spedizione organizzata in tempi molto brevi.
Formata la squadra poi fu una corsa contro il tempo; quel gruppo di squattrinati riteneva la determinazione più importante dei soldi, così cominciarono a
Se si pensa con quali pochi mezzi e partecipanti sia stata realizzata, che Lorenzo Massarotto assieme ad Ang Dorje riuscì quasi a raggiungere gli ottomila metri della cresta e che altri due, Toio de Savorgnani ed Elvio Terrin raggiunta la quota di 7500 metri circa, senza l’arrivo del brutto tempo avrebbero potuto
Dopo quella spedizione Lorenzo Massarotto si dedicò completamente all’apertura di vie su roccia molto difficili e così Manolo, Lorenzo però il 10 luglio del 2005 fu colpito da un fulmine sulle Piccole Dolomiti che mise fine alla sua vita, Marco Simoni emigrò in Australia, Elvio Terrin tornò alla sua vita e all’arrampicata, Bruno Di Lenna lasciò la montagna per dedicarsi alla musica classica e Toio all’ecologia e alla tutela della foresta, non solo del Consiglio, ma anche di molte altre montagne, essendosi impegnato nell’associazione Mountain Wilderness Italia, di cui è stato anche presidente nazionale.
Non si è mai parlato molto di questa spedizione forse perché eravamo tutti molti giovani e politicamente impegnati, schierati o ideologicamente molto vicini a quello che in quegli anni era il movimento della protesta. Ma soprattutto con quella spedizione noi abbiamo infranto tutte le regole, anche quelle non scritte delle spedizioni di quel periodo.
Però, se avessimo raggiunto la cima, forse se ne sarebbe parlato rappresentando anche un interesse e prestigio nazionale che avrebbe fatto chiudere un occhio, forse anche due, sul modo con la quale l’avevamo raggiunta.
La prima volta che ci siamo trovati a discutere tra di noi, la constatazione di partenza per scalare un ottomila è stata quella di dire “non abbiamo soldi”.
Considerato anche che nessuno di noi aveva scalato un quattromila, seppure alcuni avevano ripetuto vie importanti nelle Dolomiti e in invernale.
Sicuramente la determina-
zione di Lorenzo Massarotto nel voler a tutti i costi andare in Himalaya è stata determinante, ma anche la coincidenza nell’aver trovato un permesso a un prezzo stracciato. Noi, coscienti o incoscienti, abbiamo sfidato lo status quo dell’alpinismo accademico extraeuropeo, cambiando l’approccio e lo stile di scalare un ottomila.
All’arrivo a Kathmandu sono cominciati i primi problemi. L’agenzia, così come accadeva normalmente allora, voleva realizzare grossi guadagni imponendoci un alto numero di sherpa, invece noi ne volevamo solo quattro. Inoltre tenne bloccato per due settimane il carico con la nostra attrezzatura, dicendoci che era andata perduta, ma era solo un trucco per farci cedere alle loro richieste. Poi in parte riuscimmo a recuperarla, ma il prezioso gas ce lo rubarono. Senza questi disguidi avremmo schivato l’arrivo
14 Al lora! speciale
"eravamo immortali"
anticipato del monsone e pro-
Spedizione al Manaslu: Vittorio “Toio” de Savorgnani, Lorenzo Massarotto, Maurizio “Manolo” Zanolla, Elvio Terrin, Marco Simoni e Bruno Di Lenna, alla scalata dell’ottavo Ottomila più alto del mondo
Il Manaslu visto da C2. La punta di destra è l’anticima, più bassa della cima vera e propria, sulla sinistra
Manolo sulle pareti di ghiaccio dopo il Campo 1
“Eravamo immortali” Un racconto di Vittorio "Toio" de Savorgnani continua a pagina 15 Mercoledì 18 Gennaio 2023
Marco Simoni sul grande traverso, passaggio chiave dopo il Campo 2
"eravamo immortali"
babilmente saremmo arrivati in cima al Manaslu.
Siamo stati costretti ad andare fino al Campo 1 con un fornello indiano da 30 chili e una bombola dello stesso peso trasportati dai portatori locali fino a 5000 metri, dotati solo di scarpe di tela. Non bastasse, l’agenzia ci fece fare un percorso di due settimane al posto di una, facendoci perdere ulteriore tempo, evento che poi ci è stato fatale.
Lungo l’avvicinamento usammo la maggior parte dei farmaci che avevamo portato con noi per curare i locali e, una volta al campo base, ci rubarono pure i bidoncini con le terapie per i congelamenti.
Sempre l’agenzia, per paura che non pagassimo, nonostante l’accordo che il conto l’avremmo saldato al ritorno, ci impose il pagamento immediato dei portatori. Noi avevamo lasciato il grosso dei nostri soldi a Kathmandu e per non rinunciare alla salita fummo costretti ad andare a chiedere un prestito dal lama del vicino monastero di Samagon.
Massarotto aveva comprato il permesso per il Manaslu la cresta Est, e in tutti noi c’era un grande spirito d’avventura e soprattutto un’incoscienza giovanile. Niente ci sembrava impossibile “ci sentivamo immortali”, non per sprezzo del pericolo, ma proprio perché non si aveva la concezione di quali fossero i pericoli reali.
La nostra via presentava diverse difficoltà: la lunga attraversata in diagonale, dopo il Campo 2 a 6000 m, esposta e pericolosa per le frequenti cadute di sassi e delicata per la necessità di passare attraverso le numerose canne d’organo di neve ghiacciata; furono Manolo e Marco a superarla per primi. La lunga diagonale terminava con un couloir ghiacciato che sbucava su una cresta affilatissima a 6000 metri dove iniziava il grande plateaux, non difficile, ma pieno di seracchi insidiosi.
Nessuno di noi aveva mai salito un quattromila. Nonostante ciò non ci sentivamo dei folli, non avevamo la consapevolezza di andare ad avventurarci in qualcosa di molto pericoloso.
Lorenzo era abbastanza schivo, soprattutto durante l’avvicinamento rimaneva molto tempo da solo. Poi, durante le prime salite in quota, sono iniziati i primi contrasti fra di noi. In quelle condizioni difficili, basta poco per esasperare gli animi, far perdere il controllo e reagire male nei confronti dei compagni. Succede molto spesso nelle spedizioni.
Ognuno andava per la sua strada. Lorenzo era sì il capo spedizione, nessuno lo metteva in discussione, ma ognuno agiva quasi sempre in base alle proprie scelte. Considera che la via al Manaslu era lunga 10 chilometri ed eravamo sempre sparpagliati e senza radio, così i rapporti fra di noi erano rari o in coppia: Bruno rimaneva al Campo Base, io stavo con Elvio e con Lorenzo, mentre Manolo e Marco erano sempre per conto loro.
Cercavamo di prendere le decisioni insieme tenendo conto che Lorenzo era il capo spedizione, ma poi ci si comportava in base
alle scelte del momento. Eravamo dei giovani un po’ anarchici e alla fine ognuno rivendicava il proprio pensiero.
Marco Simoni e Manolo hanno aperto il tratto chiave della lunga diagonale di circa 1500 metri che si trovava dopo il Campo 2, a 5200 metri.
Un traverso molto pericoloso perché esposto alle scariche di sassi e con difficoltà su ghiaccio e misto fino al V+ e con un passaggio di VI. La via era assai delicata anche per la presenza di numerose canne d’organo formate da neve ghiacciata e terminava con un couloir ghiacciato che sbucava a 5500 metri su una cresta molto affilata. Ci volle una settimana per aprire quella diagonale, più di quanto avevamo preventivato.
Era il 5 maggio. In compagnia di due sherpa avevamo raggiunto la quota di circa 7500 metri, sulla ripida parete ghiacciata sotto l’anticima. Per scelta gli sherpa decisero di tornare indietro, forse avevano intuito il pericolo di quel campo così esposto. Noi avevamo tutta la notte per recuperare e riposare. Se il tempo avesse tenuto, il giorno dopo in poche ore saremmo arrivati sulla cresta e da lì facilmente in vetta.
Ma quella sera la situazione meteo cambiò radicalmente. Non più la solita bufera violenta che si scatenava ogni giorno con vento forte e freddo, ma senza neve, se non quella mossa dal vento, e con temperature ben oltre i -20°C che poi si placava durante la notte.
La bufera di neve imperversava feroce e la temperatura era probabilmente sui -40°C, dovevamo affrontare un pendio di ghiaccio di oltre 70°. A un certo punto io persi un rampone e non sapendo cosa fare decisi di scendere ugualmente perché altre so-
luzioni non ce n’erano. Mi lasciai andare in una lunga scivolata che terminò in mezzo alla neve soffice. Elvio mi imitò raggiungendomi poco dopo.
Io avevo sei paia di guanti e li persi tutti, e così anche Elvio. A mani nude, nel buio, in mezzo ad una bufera, senza punti di riferimento ed evitando pericolosi seracchi non so come riuscimmo miracolosamente a raggiungere le due piccole tende del Campo 3 a 6600 metri.
In quella discesa avevo perso il senso del tempo, del pericolo e del dolore. Nonostante avessi le mani congelate, non sentivo più niente. Ero entrato in una sorta di trance. Poi ci infilammo nei sacchi a pelo e con le mani in cerca di tepore sugli inguini passammo quella notte.
Il mattino dopo inaspettatamente giunsero i due sherpa che la sera prima non erano riusciti a raggiungere il campo e per nostra fortuna decisero di scavarsi una truna e passare la notte fuori.
Con le mani fuori uso, aiutati dagli sherpa, ci apprestammo a scendere fino al Campo 2.
Manolo invece non si fermò e di notte compì una veloce discesa lungo pericolosi canaloni per raggiungere, alle prime luci dell’alba, il Campo Base (3800 m), e poi un villaggio di confine da dove chiamare i soccorsi via radio. Due giorni dopo, grazie all’intervento di un elicottero dell’esercito nepalese, rientrammo a Kathmandu e da lì, con l’aiuto determinante dell’ambasciatore italiano, in Europa.
Lorenzo, Marco e Manolo tentarono ancora una volta di raggiungere la vetta, ma sul Manaslu tutto era cambiato: bufere sempre più violente e valanghe sempre più forti, fino all’avvertimento finale. Dormivano in tre in un’unica tendina, di notte udi-
rono forti boati e movimenti del ghiaccio, al mattino scoprirono che la seconda tenda, a due metri di distanza, era stata inghiottita in un profondo crepaccio, appena apertosi.
L’avvertimento era stato molto chiaro e non ebbero alcun dubbio. Era giunto il tempo di scendere e tornare a casa.
Non avevamo neppure le radio. Oggi con tutte le strumentazioni moderne un alpinista riesce ad avere le previsioni per le 4, 5 ore successive o comunicare in diretta cosa sta facendo a ottomila metri, allora non riuscivamo neanche a comunicare fra di noi.
Partiti agli inizi di febbraio, per me ed Elvio la spedizione durò fino ai primi di maggio, invece Lorenzo, Manolo e Marco giunsero in Italia il 15 di agosto. Dopo l’incidente rimasero al Manaslu un’altra settimana e per scendere fino a valle impiegarono un’ulteriore settimana.
Una volta a Katmandu videro il loro volo di ritorno bloccato per degli incidenti aerei, poi, con i tempi asiatici i loro biglietti scaddero. Non avevano soldi per comprarne di nuovi e ci vollero tre mesi di attesa per ottenere quelli sostitutivi.
Nel frattempo, dopo aver venduto gran parte dell’attrezzatura per racimolare qualche soldo, i tre trascorsero del tempo a Kathmandu e poi in India, a Srinagar, cercando di vivere con poche rupie, mangiando il minimo indispensabile e dormendo nei posti più spartani. Quando tornarono a casa erano irriconoscibili: avevano perso tutti almeno 20 chili!
All’ospedale di Innsbruck ci siamo arrivati con le nostre forze l’11 maggio, dopo un lungo volo Kathmandu-Vienna e un viaggio in treno con indosso ancora i vestiti da alta quota.
Lì subimmo l’amputazione di gran parte delle falangi, ma se non fosse stato per le terapie ricevute saremo tornati a casa senza nessun dito delle mani. Siamo rimasti lì tre mesi, fino al 15 agosto.
Il primo periodo abbiamo dormito molto per recuperare le fatiche e lo stress, ma anche perché avevamo i piedi congelati e inutilizzabili. Io ero arrivato a pesare solo cinquanta chili.
Sono tornato subito a lavorare come operaio forestale e a svolgere in Cansiglio l’attività di accompagnatore naturalistico per gruppi e scolaresche.
Proprio perché lo scopo della mia esperienza al Manaslu non era quello di conquistare una
cima, ho sempre dedicato il mio tempo non all’alpinismo, ma alla conoscenza della montagna.
Gli strascichi della spedizione ci hanno diviso. Prima della spedizione non eravamo amici. Io avevo fatto alcune vie con Massarotto e gli altri non gli conoscevo. Per quanto mi riguarda sono stato e sono molto in contatto soprattutto con Elvio e con Bruno Di Lenna, il medico della spedizione, ma poi negli ultimi anni anche con Manolo.
Il Manaslu mi ha tolto una parte del mio corpo, ma da altri punti di vista mi ha anche dato molto. Per me tutto quello che è avvenuto è stata una specie di iniziazione. Ora ritengo che nulla è stato casuale; è come ci fosse stato un disegno prestabilito.
La lettura che ne ho fatto è che dopo questa esperienza avrei dovuto dedicare la mia vita a raccontare e trasmettere il valore, non solo ambientale, ma anche la sacralità delle montagne per tutelarle e salvaguardarle. Inoltre ho capito che tutti noi abbiamo delle grandi potenzialità, ma che molto spesso rimangono inespresse: bisogna imparare a tirarle fuori.
È stata un’esperienza eccezionale e un’occasione di grande insegnamento. Da un punto di vista alpinistico direi che se non fosse arrivato il monsone in anticipo avremmo raggiunto la cima per una via nuova almeno in quattro, ma in fondo questo aspetto per me è sempre stato secondario. Quello che invece emerge forte è che andare in posti così è come partire per la guerra: sai quando parti ma non sai quando, se e come torni; ogni giorno è una lotta per la sopravvivenza, ti senti sempre precario, sei attivo, ma indifferente perché se cominci a pensare a ciò che ti può succedere vai fuori di testa.
Invece per Lorenzo Massarotto il Manaslu è stato un fallimento.
Tornato dalla spedizione il suo alpinismo è cambiato radicalmente; si votò alle vie nuove, di grande difficoltà e in solitaria, senza mai rendere pubbliche le sue esperienze, fino a quel fulmine che pose fine al suo transito terrestre. Solo dopo la sua scomparsa si è capito quante vie ha fatto e di che difficoltà.
Non eravamo sei sprovveduti, ma degli avventurosi, che hanno affrontato questa esperienza con lo spirito dei vecchi esploratori. Eravamo abbastanza coscienti dei rischi che correvamo ma gli abbiamo accettati con una certa leggerezza esistenziale.
15 Al lora!
speciale
continuazione da pagina 14
Lorenzo Massarotto e Ang Dorje alla partenza dal C3
Mercoledì 18 Gennaio 2023
Manaslu 1979: prima foto ricordo al Campo Base, dopo la cerimonia di insediamento con Lama, Sherpa e portatori. Foto arch. T. de Savorgnani
16 Al lora! umorismo e passatempo Mercoledì 18 Gennaio 2023
Why the Gospel at Mass was kissed by everyone
and a recognition of his presence in his Word. In a book on the Mass by Thomas Frederick Simmons, this history is explained by referencing various documents and other liturgies in the Eastern Church.
The Ordo Romanus describes the deacon, after he had read the gospel, as giving the book to the subdeacon, who thereupon held it before his breast above his chasuble to be kissed first by the bishop and clergy, and then by the people—”
by Raphael Benedict
The early liturgies of the Catholic Church included a special reverence of the Gospels for everyone present. Current practice in the Roman Rite of the Catholic Church instructs the priest or deacon to kiss the book of the Gospels after its recitation. When in the presence of a bishop, cardinal or pope, the book will be carried to them and the highest ranking Church official will kiss the book instead.
The tradition of kissing the Gospel at Mass is an ancient one with rich symbolism. Nikolaus Gihr in his book The Holy Sacrifice of the Mass explains, “The Book of the Gospels, or rather, the sacred text of the Gospels in general, represents our divine Savior Himself and was, therefore, ever (the same as the images of Christ) a subject of religious veneration … After having tasted and experienced in the Gos-
pel how sweet the Lord is, how faultless His doctrine, how good and refreshing His consolations and promises, the heart of the priest overflows with happiness and joy, and he kisses the words of eternal life, in order to testify his profound reverence, his great and ardent love for them.”
The Second Vatican Council reiterated this belief that Jesus his present in a special way when his Word is proclaimed at Mass, “He is present in His word, since it is He Himself who speaks when the holy scriptures are read in the Church.” This does not supersede Jesus’ Real Presence in the Eucharist, but is meant to remind us of the particular power of God’s Word.
With this in mind, it should not be surprising how early Christians desired to kiss the book of the Gospels when it was proclaimed at Mass. This was done to express their love of God
In Greek churches the same rule is observed … the priest, as directed in the rubric, may be seen coming into the nave, and the gospels are kissed by men, women, and children of the congregation. Benandot quotes the rule of the Coptic liturgy, that the people should follow the example of the priests and kiss the book of the gospels when it was brought to them, after having been read.
This practice was prevalent in various regions up until the 13th century, when it became expressly reserved for the clergy in the sanctuary.
Catholics are still encouraged to kiss the Bible, however not in the context of the liturgy. It does make sense why the older tradition of allowing everyone to kiss the Gospel is no longer part of the liturgy, as it essentially would create another “communion line” and prolong the duration of the Mass. Nevertheless, it is a beautiful tradition, one that recognizes the power of Jesus’ words in the Gospel.
Ruini ricorda Ratzinger
di Borgo Pio
La Nuova BQ
Non si spegne l'eco dei ricordi lasciati dal Papa emerito, che appena sepolto è più vivo che mai (in Cielo ma anche nella memoria di tanta gente).
E ritorna a parlare anche il card. Camillo Ruini, oggi 91enne, protagonista della vita ecclesiale nel pontificato wojtyliano che in Ratzinger aveva il suo uomo di fiducia e nel porporato emiliano una delle principali voci in Italia.
Del pontefice tedesco Ruini ricorda in particolare la volontà di “conservare intatto, nella sua pienezza, il deposito della fede. Ma lo ha fatto con quella straordinaria intelligenza e quella finezza spirituale che il Signore gli ha donato”, afferma, intervistato da Paolo Rodari. “Già nel periodo del suo pontificato, a mio parere, la gente aveva compreso che rinchiudere la sua personalità nello stereotipo del cane da guardia della fede era una grossa sciocchezza, un autentico fraintendimento”.
Ruini accenna anche una riflessione sulla rinuncia: “Si è
trattato non tanto di stanchezza quanto della percezione che le proprie energie erano ormai insufficienti rispetto agli impegni del pontificato”.
E sul tema, particolarmente caro al Papa emerito, dell'incontro tra fede e ragione: “Benedetto XVI ha individuato con molta
precisione le principali divergenze tra la fede cristiana - ma anche la retta ragione - e le correnti culturali oggi in qualche modo dominanti.
Sono queste, a mio parere, anche le grandi questioni del futuro che ci sta davanti: è poco lungimirante, quindi, parlarne meno”.
“Avevo paura del futuro prima di incontrare Dio”
di Marta Duò
Claudia Koll racconta il suo percorso di conversione e di riavvicinamento alla fede: “ho capito che seguire Gesù significava dare la vita, senza risparmiarsi”.
L’attrice parla della sua intensa esperienza di conversione e di ciò che l’ha portata ad avvicinarsi al Signore, cambiando radicalmente la sua vita e dedicandola interamente ad aiutare il prossimo.
Tutto ha avuto inizio nel 2003, come racconta lei stessa nel corso della trasmissione Di Buon Mattino in onda su Tv2000. Il 1° ottobre di quell’anno partecipò “alla prima udienza con Giovanni Paolo II”, scoprendo però “che il Papa era veramente provato fisicamente”.
Allora Claudia Koll ebbe “la possibilità di salutarlo e nel momento in cui gli strinsi la mano scoprii che era ghiacciata, che stava molto male”. Un dettaglio che le ha permesso di realizzare “che seguire Gesù voleva dire dare la vita, impegnarsi fino in fondo senza risparmiarsi”.
Negli anni passati, prima di intraprendere il cammino che sta percorrendo oggi in seguito alla sua conversione e riscoperta della fede, Claudia Koll ricorda che “io seguivo il Signore, andavo a messa e pregavo, però c’era un punto che mi faceva paura: il futuro”.
Un timore che “non mi permetteva di essere serena, perché io venivo da una vita molto agiata, di lusso, però cominciavo a prendere delle decisioni, per vivere fino in fondo il Vangelo, che erano contrarie al mio stile di vita”. Ospite di Tv2000, spiega come “per me era importante servire la verità e questo mi metteva nella condizioni di rinunciare a dei lavori, che erano una provocazione a quella che era la mia nuova vita.
Quindi mi trovai veramente in crisi”.
La vita di Claudia Koll è cambiata a partire da quell’incontro con Papa Giovanni Paolo II, ma anche con il suo primo viaggio in Africa per raggiungere i missionari salesiani. Lì conosce la carestia: “c’erano bambini che rischiavano di morire di fame. Erano degli scheletrini e io rimasi sconvolta” racconta nel salotto del programma Di Buon Mattino.
Da quel viaggio ha iniziato a mobilitarsi e a comparire in televisione per raccogliere fondi da destinare ai salesiani. E mentre si attivava per questo scopo, “andai nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia e lessi la frase ‘Gesù confido in te’”. Un segno “come se il Signore mi dicesse fidati di me, c’è una strada da percorrere, lascia che sia io a guidarti. Perché noi tendiamo sempre a voler controllare tutto e ciò non è possibile, soprattutto quando abbiamo a che fare con il mistero di Dio”.
Claudia Koll svela che “quando ho cominciato a conoscere la spiritualità della Divina Misericordia mi sono riconosciuta, perché ho ricevuto tanta misericordia da Dio, quindi comprendo molti passaggi dei diari di Santa Faustina”. E confessa che da quel momento “la mia vita si è rasserenata, perché Dio ha fatto cose grandi nella mia vita”. E ora “non ho più paura del mio futuro perché me l’ha costruito in modo totalmente nuovo, ma fondato su quelli che sono i desideri più profondi del mio cuore. Io non ho perso niente seguendo il Signore, semmai ho ricevuto abbondanza”.
A oggi spiega che “io sto bene così, ho bisogno di dare e dando si riceve. Consolando si è consolati. È lo Spirito Santo che si mette in azione e ti dà questa presenza nel cuore”.
17 Al lora! mezz'ora di religione
Mercoledì 18 Gennaio 2023
Cristian De Sica coinvolto nell’assassinio di Lev Trotzky…
dal manicomio nel quale la famiglia del marito l’aveva rinchiusa per evitare che la sua relazione adulterina con un aviatore francese, Louis Delrieu, destasse troppo scandalo.
Fin da giovane, ispirato anche dalle convinzioni politiche della madre, Ramon abbracciò l’ideologia comunista, cooperando con organizzazioni di sinistra spagnole già verso la metà degli anni trenta.
Venne anche imprigionato per attività politica e fu scarcerato nel 1936, quando in Spagna salì al potere un governo di sinistra. Nel frattempo, sua madre divenne un agente segreto sovietico e lui la seguì a Mosca dove venne battezzato dai suoi superiori “Gnome”.
Iniziò dunque ad operare per il NKVD, dal quale venne incaricato di assassinare Lev Trockij, che diversi anni prima era stato esiliato dall’Unione Sovietica, ma continuava a fare propaganda contro il leader sovietico Stalin, tramando per rovesciarlo.
Nell’attuazione del suo piano omicida Mercader assunse una serie di false identità: dapprima “Jacques Mornard”, uomo d’affari nato a Teheran da un inesistente diplomatico belga, e successivamente, “Frank Jackson”, cittadino canadese.
Mercader durante il suo colpo fu ferito e arrestato dalle autorità messicane, alle quali non rivelò mai la sua vera identità: fu condannato per omicidio a 20 anni di carcere.
Visse a Mosca per circa un decennio (sotto a un altro pseudonimo, Ramón Ivanovich López), fino a quando non si trasferì a Cuba negli anni ’70, dove fu assunto come consulente da Fidel Castro, pur continuando a viaggiare, passando per la Cecoslovacchia. Morì a L’Avana nel 1978 di tumore polmonare causato da un sarcoma e fu sepolto a Mosca
nel cimitero di Kuncevo. Un altro zio di materno di Cristian De Sica sostenne che Ramón, presumibilmente, morì a causa delle radiazioni emanate da un orologio da polso donatogli a Mosca dai vecchi compagni. Nell’orologio sarebbe stata nascosta una pastiglia di tallio radiattivo.
Tutto materiale per un romanzo alla John Le Carrè, ma pare che Cristian De Sica non abbia mai accennato a questo lato oscuro della famiglia materna, anche se pensiamo che ne avrà sentito parlare dalla madre o forse l’avrà incontrato o gli avrà parlato.
Durante le ospitate televisive Cristian De Sica ricorda suo padre Vittorio, grande regista e grande attore. In particolare il fatto che il padre aveva una moglie ufficiale, Giuditta Rissone e un’amante, che poi sposò, Maria Mercader, e che fu la madre di Cristian. Si doveva sdoppiare per cena e pranzo, ma i grossi problemi arrivavano con il Natale, correva da una parte all’altra di Roma con un taxi.
Maria Mercader giunse in Italia nel 1939 ed ebbe una lunga carriera, ancora nel 1991 recitò in La casa del sorriso, diretto da Marco Ferreri, film che nello stesso anno vinse l’Orso d’oro al Festival internazionale del cinema di Berlino.
Morì a Roma all’età di 92 anni, il 26 gennaio 2011 e ora riposa al Cimitero del Verano.
Christian De Sica però non parla mai di suoi zio Ramon, il fratello di sua madre. Infatti, egli è passato alla storia come l’assassino di Lev Trotsky, che uccise
con una picozza da ghiaccio sulla sua testa, il 20 agosto 1940, a Città del Messico, verosimilmente su ordine di Stalin.
Jaime Ramón Mercader del Río (Barcellona, 7 febbraio 1913 - L’Avana, 18 ottobre 1978) scontò 19 anni e 8 mesi nelle carceri messicane per l’omicidio.
Fu un agente del NKVD ed è stato insignito del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica, dell’Ordine di Lenin e della Stella d’Oro dopo il suo rilascio da una prigione messicana nel 1960, su pressione sovietica. Poi divise il suo tempo tra Cuba, l’Unione Sovietica e altri paesi.
Nato a Barcellona, in Spagna, il padre fu Pau Mercader i Marina, un ricco mercante tessile, mentre la madre, Eustaquia (o Eustacia) María Caridad del Río Hernández, cubana di simpatie comuniste, ebbe un ruolo importante nella formazione politica del figlio. Ramón, infatti, trascorse gran parte della sua gioventù in Francia, dove la madre si era rifugiata con i figli dopo la fuga
Attraverso la sorella di una segretaria statunitense di Trotzki, Sylvia Ageloff, che aveva sedotto a Parigi e che aveva poi seguito dapprima negli USA, e nell’ottobre del 1939 in Messico, riuscì a venire in diretto contatto con Trotzky. Il politico russo era appena sfuggito, nel maggio del 1940, all’assalto armato organizzato dal celebre pittore David Alfaro Siqueiros, di tendenza stalinista.
La produzione della canapa tessile
In Gennaio si montava il telaio e si iniziava a tessere. Il filato più usato era la canapa.
Di questa pianta ne conosciamo giusto il nome anche se è bandita dai nostri campi da decenni.
In Italia la produzione di canapa tessile è sempre stata ai massimi livelli. Nell’antica tradizione italiana la canapa era diffusa principalmente a causa dell’espandersi delle Repubbliche Marinare che la utilizzavano largamente per il sartiame e per le vele delle proprie flotte da guerra sfruttandone la leggendaria resistenza e leggerezza.
La tradizione di utilizzarla per telerie ad uso domestico è molto antica.
Si calcola che nella sola Emilia-Romagna (regione particolarmente predisposta alla coltivazione della canapa in ragione della qualità e dell’umidità del suolo), nel 1910 vi erano 45.000 ettari di terreno coltivati a canapa, soprattutto nel Ferrarese, mentre il dato complessivo di tutta Italia portava la superficie a 80.000 ettari.
Negli anni ’50 l’Italia era il secondo maggior produttore di canapa al mondo (dietro soltanto all’Unione Sovietica) con ben centomila ettari coltivati. Tutta la zona emiliano-romagnola aveva una florida economia basata essenzialmente su questo prodotto. Il suo stesso territorio con canali, maceri, campi sterminati, si è configurato nei secoli anche secondo le esigenze di produzione e di trasformazione della canapa.
La canapa ha la particolarità
di poter essere coltivata ripetutamente sullo stesso terreno,dal momento che non lo impoverisce, bonificando e ammorbidendo la struttura dei terreni induriti da uno sfruttamento eccessivo, grazie a radici profonde e sottilmente ramificate. Può arrivare in alcuni casi fino a 7 metri di altezza, ed è una barriera ideale contro le impollinazioni di altre colture dal momento che il suo olio è un antiparassitario naturale.
In tre mesi dalla semina la canapa è pronta per il raccolto.
“Occorre dunque una struttura alternativa di gestione del manicomio. Ma come farla funzionare? E quali obiettivi darle?
Dall’esperienza della comunità terapeutica si è scoperto, per esempio, che ognuno può dare un contributo terapeutico all’altro, vivendo insieme e reciprocamente stimolandosi. Perché questo avvenga, c’è bisogno di un progetto comune, cosa che la nostra organizzazione sociale non vuole. Ci fosse il progetto, sarebbe il crollo di tutta l’impalcatura. La logica dell’emarginazione poggia, infatti, sull’espropriazione del corpo dell’altro. Riappropriarsi del proprio corpo significa tornare a essere persone che vivono e lottano per la comune liberazione. Si tratta allora di costruire delle tecniche di appropriazione tali che non lascino la gestione di tutti i bisogni nelle mani del solito tecnico, ma il tecnico sia l'espressione della volontà dei più; sia,come oggi si dice, un tecnico organico.”
Intervista al Prof. Franco Basaglia (1924-1980), rilasciata a Raffaele Di Paolo, durante l’estate del 1976 a Trieste
18 Al lora! la pagina di Angelo Paratico Make your gift a bunch of flowers... Pino Oppedisano - 0419 822 226 p 02 9602 5931 p 02 9822 9550
di Angelo Paratico
Maria Mercader
Ramon Mercader
Mercoledì 18 Gennaio 2023
MELONI “DONNA DELL’ANNO”?
tere le mani al più presto ai progetti di riforma costituzionale.
Un tema che sarà contrastato dall’opposizione, ma la Meloni sa che troverà attenti (e consenzienti) molti elettori anche al di fuori della sua maggioranza.
ADDIO A PAPA BENEDETTO
Se c’è una persona che in Italia l’anno scorso ha meritato il titolo di “donna dell’anno” è stata sicuramente Giorgia Meloni alla quale un anno fa nessuno avrebbe pronosticato un successo elettorale così travolgente, ma soprattutto una decisa conduzione di governo che - almeno fino ad ora - lascia abbastanza stupiti.
Inutili le piaggerie o le critiche preconcette: piacciano o meno le sue idee, obbiettivamente la Meloni ha affrontato il “mestiere” di Premier con piglio sicuro concedendosi, ad oggi, ben poche sbavature e dimostrando una conoscenza dei problemi bel oltre il previsto, così - quando afferma di voler durare - comincia a trovare molti italiani che se lo augurano.
In effetti nessuno parla più di pericoli democratici o derive autoritarie, le polemiche nostalgiche si sono stemperate in banalità, lo staff di governo appare abbastanza coeso e l’opposizione piuttosto divisa ed incerta.
Un aspetto ancora da verificare è invece l’immagine che la Meloni ha offerto a livello internazionale e le decisioni che vorrà prendere in termini europei. Al di là dei sorrisi istituzionali la continuità con la politica di Draghi è apparsa evidente, rassicurante, in linea con una tradizione italiana molto (troppo?) ossequiente nei confronti di Bruxelles.
Certamente molti sono i condizionamenti economici e politici in un’agenda dettata dalle politiche della BCE, ma personalmente credo (e spero) chedopo questa opportuna lezione di continuità - la Premier inizierà presto a mutare il tiro, perché altrimenti rischierà non tanto all’esterno quanto all’interno del proprio elettorato che credo sia in buona parte più critico di lei nei confronti della UE.
Un’avvisaglia, l’annunciato “no” all’obbligo sui motori elettrici per le auto dal 2035.
Stupisce anche che Giorgia Meloni si sia adeguata esattamente sulla linea UE in politica estera e per il conflitto ucraino (e quindi sulle posizioni di Washington) senza avanzare qualche riserva, ma è appunto troppo presto per capire se questa sia effettivamente la sua volontà o se questa scelta vada a porsi in una strategia più a lungo termine con distinguo progressivi che inizieranno magari sulle politiche migratorie per spostarsi man mano sulla politica estera per portare l’Italia ad essere potenzialmente uno stato-guida dei paesi mediterranei e di parte dell’est europeo.
Quello che è invece emerso dalla conferenza stampa di fine anno è la asserita volontà di met-
ULTRAS E RESPONSABILITÀ OGGETTIVA
C’è da sempre nel paese una volontà presidenzialista o semi-presidenzialista e grazie all’ampiezza della sua maggioranza parlamentare è forse il momento di intervenire ora perché è una riforma che può effettivamente essere utile, visto anche che questi suoi primi mesi di governo sottolineano un governo tornato “politico”, nella mani di una figura rappresentativa e “forte” e - tra l’altro - stupisce che sia stata proprio la prima donna a Palazzo Chigi ad aver dato questa impressione.
Il problema sarà coniugare un premierato più volitivo con la richiesta di autonomia che la Lega da tempo sostiene e che va canalizzata - e non sarà facile - come utile contraltare ai maggiori poteri che verrebbero assegnati al premier.
Presto per parlarne, ma effettivamente il mix che ne uscirà potrebbe dare all’Italia quella nuova veste costituzionale di cui si parla da decenni, ma senza mai riuscire a concludere nulla.
D'altronde non sono ancora trascorsi neppure i tradizionali 100 giorni di “luna di miele” di ogni esecutivo e quindi è presto anche per i primi bilanci, ma se la Meloni pensa già a riforme strutturali significa che intende proseguire in velocità su un piano di riforme istituzionali che pur troveranno cento ostacoli sul loro cammino.
Ad oggi il grande vantaggio della Premier è piuttosto di parlare in molto spigliato (magari un po' troppo romanesco) immedesimandosi facilmente con la “pancia” degli elettori che se ne sentono rassicurati ed amano quel contatto diretto.
Un credito di simpatia non fa mai male, anche perché il lavoro e le difficoltà non mancheranno.
C’ero anch’io in Piazza San Pietro il giorno che lo elessero Papa, quando Lui si presentò alla folla ricordando gli operai della vigna del Signore. Benedetto è stato un papa serio, severo, timido, preciso. Lo hanno attaccato in molti perché non era un “progressista” e perché diceva le cose come stavano, senza indulgere nella demagogia. Per esempio quando parlò a Ratisbona non voleva offendere nessuno, ma disse semplicemente la verità, ovvero che l’Islam può arrivare a stravolgere la libertà e quanto avviene ogni giorno - dall’Iran all’Arabia Saudita - non fa che confermarlo.
Dopo morto improvvisamente
ne parlano tutti bene, ma “prima” era diverso: Benedetto non ha mai raccolto il plauso dei media, come avviene invece con Papa Francesco ma solo quando parla di temi cari alla sinistra. Se lo stesso Francesco "stona" rispetto alla vulgata corrente, magari sulla guerra in Ucraina o il commercio delle armi, allora anche lui è di fatto tacitato, perché “disturba”.
Benedetto credeva nell’Europa con salde radici cristiane, nella dottrina della fede anche quando è dura o scomoda da accettare. Riposa in pace Papa Benedetto, resterai nei nostri cuori e prega per noi, per la nostra comunità che ne ha molto bisogno.
ERRORE GASOLIO
Credo sia stato un grave errore da parte del governo non prorogare lo sconto sulle accise dei carburanti, mantenendole - eventualmente man mano a scalare - almeno per il gasolio, tenuto conto di quanto i trasporti pesanti incidano sull’inflazione e in generale sull’economia.
Ma, soprattutto, credo servano iniziative ancora più incisive di quelle annunciate di controllo sugli abusi e le speculazioni sui prezzi da parte delle compagnie petrolifere (oltre di quelle ener-
È un problema grave che tocca diversi settori dove la libertà dei prezzi viene aggirata con accordi di oligopolio e questo non è né giusto né tollerabile: costi bancari, energetici, autostradali, medicine di base: il governo tenga dritta la schiena,denunci con forza gli speculatori e non si pieghi a questi veri e propri ricatti da parte delle grandi strutture finanziarie.
C’è un solo modo concreto e convincente per spegnere la violenza degli ultrà violenti come nel caso di domenica scorsa sull’Autostrada del Sole ad Arezzo: condanne penali - sollecite e severe - per i diretti responsabili e immediate penalizzazioni in classifica con multe salate alle società di cui questi “tifosi” sono
gli esagitati e violenti supporter.
State tranquilli che a quel punto proprio le stesse società sarebbero le prime a denunciarli, cosa che purtroppo non avviene, isolandoli ed impedendo loro di frequentare gli stadi. Provare per credere, intanto a poche ore dagli arresti tutti sono già tornati in libertà, pronti a ricominciare.
19 Al lora! la pagina di Marco Zacchera Mercoledì 18 Gennaio 2023
getiche, bancarie e farmaceutiche) che in pratica operano in condizioni di “cartello”.
Sto arrivando! Largo, largo! Badabeng! Sono arrivata! Sono a Manly ed anche se non ho fatto una trasvolata oceanica, mi sento tutta rotta.
Qui sono le nove della sera, ma fa ancora caldo, anche se la brezza leggera che viene dal mare serve a rinfrescare un po’ l’aria.
La luna si specchia su un mare dalle onde calme, che s’increspano appena vicino agli scogli.
A Manly, in un angolo “al fresco” di quel caffè di fronte alla spiaggia, dove la gente parla di tutto un po’, c'è una tavolata di sei persone; tre coppie di età diversa: Tancredi e Felicia, Maria e Romeo e Sandro e Piera. Essi comunicano allegramente in italiano.
Ora, sembra che il discorso si stia facendo molto più intenso, perché si comincia a parlare delle nuove generazioni. Le parole si accavallano e la tensione è evidente, quando Sandro, alzando la voce, esclama:
“Calma, calma ragazzi! Uno alla volta, per carità’!”. Quindi continua, con voce tranquilla: “Ma certo, possiamo anche parlarne di questi giovani. Per incominciare, i miei due figli, sono intelligenti, ma terribili. Fabio di 16 anni sembra sapere tutto di tutto e vuole sempre dire la sua. Alberto di 24 vuole fare quello che vuole, senza ascoltare consigli.
Poiché sembra non esistere abbastanza comunicazione tra noi e loro, per via del terzo incomodo, il cellulare, che s’interpone sempre a sproposito.
Comunque, penso anche che, quando avranno fatto indigestione del loro inseparabile amico cellulare, magari potranno ricominciare a comunicare con noi.
Io, comunque, penso che gli abbiamo dato e permesso troppo e, per consolarmi, ricollego i miei pensieri ai grandi filosofi del passato, come Egidio e Socrate, che sono vissuti parecchie centinaia di secoli addietro.
Infatti, anche allora esisteva
ZZZZZZZZZZZZ Zig-zag in avanscoperta
già la lotta tra le generazioni, dove quella dei padri si è sempre creduta meglio di quella dei figli, anche se, qualche volta non era proprio così.
Allora, mi viene da pensare: siamo noi che non tolleriamo abbastanza o sono i ragazzi che esagerano.
“Oh, ma certo - ribatte Mariadipenderà sicuramente da tutti e due i fattori. Forse loro esagerano e noi non tolleriamo abbastanza, ma anche la tolleranza ha i suoi limiti.
Per esempio, i miei tre figli, Enrico, 18 e Antonietta, 22, tra di loro è una continua discussione, ma con me e Romeo sono O.K. Sono molto attaccati ad Alfredo, 12 anni e lui va d'accordissimo con tutti e due ed è rispettoso con noi. Devi proprio dire che Alfredo è il collante della nostra famiglia. Comunque, ricordo di aver studiato un sacco di cose che mi era proprio difficile digerire, sulla storia antica, ma si doveva imparare tutto a memoria e mi ricordo perfettamente cosa dicevano i grandi filosofi, dei passato. Egidio diceva che i giovani erano disattenti, indifferenti , scialbi e svogliati”.
Socrate affermava: “La nostra gioventù ama il lusso, è maleducata, se ne infischia delle autorità e non ha nessun rispetto per gli anziani. I ragazzi d’oggi sono tiranni”.
Ma Aristotele invece, scrisse... In quel momento arrivò il cameriere con un grande, amichevole sorriso e sei tazze di caffè fumante e odoroso.
Li servì e, sempre sorridendo, se ne andò.
Maria ritornò a Socrate, che affermava che i giovani desiderano fare cosa vogliono e vivono la maggior parte del tempo nella speranza. Speranza relativa all’avvenire. Per i giovani l’avvenire è lungo ed il passato è breve... Sono di buon carattere perché non hanno ancora visto molte malvagità... Sono facili a convincersi, perché non sono ancora stati ingannati molte volte... Sperano perché non hanno ancora subito molti insuccessi... Sono magnanimi, perché non sono ancora stati umiliati dalla vita... Sono amanti della vita in comune, e peccano sempre per eccesso ed esagerazione. Essi fanno tutto
con eccesso; amano all’eccesso e odiano all’eccesso... Credono di sapere tutto e sono ostinati. Questa è appunto la causa del loro eccesso in tutto. Anche le loro ingiustizie sono compiute per eccesso, non per malvagità... Sono inclini alla pietà, poiché immaginano tutti onesti e migliori di quanto siano in realtà. E sono amanti del buon riso e buontemponi, infatti la giocondità è un eccesso temperato dall’educazione.
“Tutto sommato - aggiunge Maria - mi sembra che i giovani non siano poi molto cambiati".
“Io credo - interviene Tancredi - che il problema stia nel fatto che, purtroppo, noi i nostri figli non li conosciamo. Chi sono questi giovani che sembrano vivere, non solo in un altro mondo, ma addirittura in un’altra galassia. Io e Felicia non abbiamo avuto troppi problemi con i nostri figli, ma vediamo molto di rado i nostri nipoti, perché conducono una vita troppo diversa da noi. Loro vivono in questo “spazio collettivo virtuale” cioè che non esiste...Basta menzionare il telefonino ed il mondo del videogame, che è la più grande industria di questo pianeta a livello d’intrattenimento. Per noi è roba da bambini, ma loro ci vivono in mezzo e, quando li vedi, sono sempre li’ a schiacciare pulsanti e premere bottoni.
Altro esempio? Il cyberbullismo, che è nient’altro che un derivato dell’antico bullismo; perciò, non è che loro siano dei mostri, perché quelli c’erano già anche da prima. È la società che li ha creati. L'unica differenza è che oggi la portata di ciò che si fa online è molto più ampia; per questo, è necessario essere molto più prudenti".
Uno svolazzare di ali ed ecco un grosso gabbiano che ha perso la rotta e s’intrufola tra i tavoli, creando un putiferio inimmaginabile. Bicchieri e tazze di caffè che si rovesciano, donne che urlano, sedie che cadono e così via... Fortuna che i camerieri sono pronti a farlo sloggiare.
Dopo qualche minuto, tutto ritorna alla normalità e Piera riprende a parlare:
“Come stavamo dicendo, la prudenza non è mai troppa, ma dobbiamo anche considerare il
balzo che i nostri giovani sono stati costretti a fare, da un passato che i loro genitori sono venuti in questa terra a dimenticare ad un futuro, specialmente tecnologico così avanzato che non ha niente in comune con le precedenti generazioni.
Io penso che si sentano gettati in un labirinto, dove devono vivere e funzionare in una dimensione transitoria che si divide in tre altre dimensioni allo stesso tempo: quella della famiglia, che è la dimensione passata, quella dello studio o del lavoro, che è la dimensione presente e quella del loro divertimento, del tempo libero, del contatto “virtuale” con i tanti “amici” del “Facebook”, che sarebbe quella futura. Anche l’uso dei “virtual reality games” fa parte di questa dimensione futura, ma sarà meglio evitare di parlarne, perché ci si potrebbe scrivere un libro sull’argomento, per spiegarne l’uso e gli effetti, che non sono per niente allettanti.”
“Mamma mia! - interviene Felicia - Cara Piera, ci hai dipinto un quadro veramente interessante, ma anche un po’ drammatico, dei tanti ostacoli che questi nostri ragazzi devono superare per vivere. Io, sinceramente non avevo mai pensato a tutte le complessità collegate alla loro vita odierna.
Comunque, mi stupisco che nessun Organo Governativo abbia mai fatto qualcosa, o almeno pensato di fare qualcosa per alleviare i problemi di questa gioventù, praticamente abbandonata in un labirinto, da dove è molto difficile uscirne. Il Governo sembra sordo e cieco verso le necessità della popolazione, dedicato solo ad agevolare il benessere delle compagnie multinazionali, causando una destabilizzazione sociale che ha creato uno squilibrio senza precedenti.
Ho letto qualcosa in proposito, scritto da Jean Jacque Rousseau, il più grande filosofo del mondo moderno, nato nel 1694, che scriveva, nel suo 'Contratto Sociale': “Tale squilibrio della natura umana, (che Rousseau giudica intimamente buona), è opera di un distorcimento dello stato di natura originario dell’umano a seguito del progresso tecnico-scientifico e della civilizzazione storica della società.
Questi fenomeni ambivalenti, che hanno sia conseguenze positive che negative, hanno dato vita all’uomo “artificiale”. Egli infatti parla di “uomo naturale” e “uomo artificiale”, per mettere in luce le ipocrisie della società contemporanea.
“Sembra - egli dice - che i beni materiali ed il progresso socio-culturale dell’Occidente, non abbiano prodotto un miglioramento della vita umana, ma abbiano invece generato un mondo ingiusto e disuguale.”
“A dire il vero - aggiunge Romeo - vedendo le cose come (non) funzionano, devo proprio dargli ragione. Infatti, i giovani dovrebbero sempre poter avere la speranza di un futuro migliore. Ma... Al giorno d’oggi... Che futuro?
Una domanda importante per un’incognita risposta. Infatti, nel future di domani, esistono tutte le cose irreali che non servono a niente (proprio perché sono irreali), ma in realtà manca il lavoro, manca la sicurezza, manca la fiducia, insomma, mancano tutte le cose che sono necessarie per la sopravvivenza, inoltre, manca quella freschezza e naturalezza che crea la genialità nel genere umano...".
Ora, si sentono gli schiamazzi e le risa di una comitiva di giovani, che sembrano provenire dalla spiaggia, ma non ci disturba affatto, anzi, serve a distoglierci un po’ dai pensieri di vita quotidiana e viene da augurargli tanta felicità, che è poi l’unica cosa che veramente conta nella vita...
“Io sono d’accordo al 100% con Romeo - interviene Felicia. - È proprio diventata una situazione pressoché insostenibile. C'è gente che ha perso il lavoro e non può pagarsi un affitto. Ci sono famiglie intere che devono vivere nell’automobile per mesi, perché i prezzi di tutto ciò che si deve acquistare giornalmente per sopravvivere sono andati alle stelle. Pare proprio che questo treno sia andato fuori binario, specialmente in un Paese così ricco come è sempre stato il nostro.
Proprio per questo motivo, vorrei ritornare al “Contratto Sociale” di Jean Jacque Rousseau, che ha certi spunti molto interessanti riguardo il benessere di tutta la società e non solo di certi strati della stessa. Infatti, parla di una necessaria ridefinizione dei rapporti tra la Legge e la libertà dell’uomo, aggiungendo che le società umane sono da correggere dall’interno, riorganizzando i rapporti e le relazioni tra il cittadino, il potere politico ed il governo, in questo modo, acquistano maggiore importanza i concetti di una “volontà generale e sovranità del popolo, e purtroppo, mi dispiace aggiungere che siamo molto lontani da questo traguardo, perché il popolo ha totalmente perso importanza...”.
Felicia sospira, guarda l’orologio: “Oh Dio, sono le 11.45, abbiamo fatto tardi, comunque è stato molto interessante parlare di tutti gli argomenti che ci assillano, perciò sarà un piacere poterci incontrare ancora, se non altro, almeno per sfogarci un po”.
Romeo, alzandosi, aggiunge: “Puoi contare su di noi. Comunque, ci contatteremo telefonicamente per organizzare il giorno e l’ora dell’incontro”.
Tutti quanti accettano, si alzano salutandosi e se ne vanno.
L’allegra parentesi di Zig-zag ZZZZZZZZZZZZZ
Sulla nave pirata, il Pirata Rosso ed il Guercio stanno consultando il bollettino finanziario, quando il Pirata Rosso esclama:” Poffarbacco Guercio! Questi banchieri stanno infangando il nostro buon nome di pirati!”
Volare, oh, oh... Zigzag vi saluta e vi augura un FELICE E PROSPERO ANNO 2023.
20 Al lora! il diario di una mosca di Rosanna Perosino Dabbene
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Mercoledì 18 Gennaio 2023
La bellezza di Cleopatra tra leggenda e realtà
de-
come “una donna di una straordinaria bellezza”: Eppure il greco Plutarco, scrivendo più di un secolo prima, sostenne che “la sua bellezza era di per sé non del tutto incomparabile, né tale da colpire chi l’ha vista”.
Sebbene la bellezza di Cleopatra sia entrata nella leggenda, anche grazie alla seduzione di Cesare e di Marco Antonio, non sembrano esserci prove inconfutabili sul suo aspetto fisico.
Non rimangono dei busti raffiguranti l’ultima regina d’Egitto Cleopatra VII Thea Philopatore, conosciuta come Cleopatra, ma solo delle raffigurazioni sulle monete emesse durante il suo regno e le descrizioni degli storici.
Antanovskii, giornalista laureato in storia antica, sottolinea come il conio fosse uno strumento di propaganda e dunque il ritratto della sovrana non ne rispecchi fedelmente il volto; la sua rappresentazione dai tratti maschili era atta a riconoscerne la legittimità dinastica (Tolomei) più che a descriverla ai sudditi. Gli stessi canoni di bellezza sono poi cambiati nel corso dei secoli. Ad esempio nell’antichità la
dea
è veramente agli occhi di chi (o meglio della cultura) vede.
Oltre all’aspetto puramente materiale; altri elementi possono essere significativi come ad esempio la voce, riconosciuta dallo stesso Plutarco, nonché dalla sua intelligenza e sapienza.
Il filosofo ebbe un colloquio con lei e ne rimase impressionato: ” aveva un fascino irresistibile, e la sua presenza, in combinazione con la persuasività del suo discorso e il carattere che è stato in qualche modo diffuso per il suo comportamento verso gli altri, aveva qualcosa di stimolante”. Molto probabilmente, il successo di Cleopatra con gli uomini fu dovuto ad un insieme di fattori: la grande importanza che l’Egitto aveva per Roma, una presenza fisica di tutto rispetto, ma soprattutto un carattere, che, evidentemente, era capace di colpire e di rimanere impresso negli interlocutori.
Come in parte risaputo, Marco Antonio e Cesare non sarebbero caduti ai suoi piedi per il particolare aspetto fisico; entrambi erano dei donnaioli ed avrebbero potuto avere tutte le donne che desideravano; in gioco ci deve essere stato molto più che un corpo giovane e sexy.
La sua arguzia, fascino e audacia, ha affascinato non solo due degli uomini più potenti del mondo antico, ma l’immaginario collettivo di tutto il mondo per tutti i secoli che sono seguiti. “Che la più rinomata bellezza della storia umana fosse più bella di carattere che di apparenza potrebbe essere una lezione importante per la nostra fissazione moderna sull’aspetto fisico.”
Professore strappa i diplomi in diretta tv
"Questi diplomi non mi servono, da quando ci sono i Talebani questo non è più un Paese per l'educazione. Se mia sorella e mia madre non possono studiare non accetterò questo sistema". Stanno facendo il giro del mondo le parole di Ismail Meshal, professore dell’università di Kabul, in Afghanistan, che in diretta televisiva ha strappato diplomi e lauree per protestare contro il bando delle donne dalle scuole e dalle università.
Meshal non è certo il primo a esprimere il proprio dissenso nei confronti del regime talebano: sono infatti 40 i professori universitari che hanno rassegnato le dimissioni dopo l'annuncio del ministro dell’Istruzione, Neda Mohammad Nadeem, che vietava alle donne afghane l'accesso agli atenei.
Una decisione aspramente criticata anche dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres: "Le ultime restrizioni imposte dai talebani all’occupazione e all’istruzione di donne e ragazze sono ingiustificabili vio-
lazioni dei diritti umani e devono essere revocate. Le azioni per escludere e mettere a tacere le donne e le ragazze continuano a causare immense sofferenze e gravi battute d’arresto al potenziale del popolo afghano".
Anche studenti e studentesse nelle ultime settimane sono scesi in piazza per protestare contro l'esclusione delle donne, nonostante la consapevolezza
che ogni manifestazione contro il governo porti all'arresto immediato. Recentemente, alla Nangarhar University a Jalalabad, gli studenti uomini si sono rifiutati di svolgere un esame e sono usciti dall’aula in segno di solidarietà alle colleghe donne. Il 27 dicembre invece, una donna si è fermata nei pressi dell'ateneo di Kabul, protestando davanti ai soldati talebani.
21 Al lora! la pagina della Donna a cura di Maria Grazia Storniolo THE SPARK PROJECT Reconnecting Seniors E V E N T S A T C A R N E S H I L L * W E D 1 0 - M A Y | 1 0 A M - 2 3 0 P M M o t h e r s D a y ( F e s t a M a m m a ) * W E D 3 1 - M A Y 1 0 A M - 2 : 3 0 P M R e p u b l i c D a y ( F e s t a d I t a l i a ) E V E R Y W E D N E S D A Y | O G N I M E R C O L E D Ì C N A M U L T I C U L T U R A L C O M M U N I T Y G A R D E N - 1 C O O L A T A I C R E S C E N T B O S S L E Y P A R K M e e t & G r e e t , B i n g o , G e n t l e E x e r c i s e s , L u n c h , B o w l i n g & G a r d e n i n g S P E C I A L E V E N T S A T C A R N E S H I L L - 6 0 0 K U R R A J O N G R O A D C A R N E S H I L L N S W 2 1 7 1 W E E K L Y A C T I V I T Y B O S S L E Y P A R K G A R D E N 0 3 - M A Y 1 7 - M A Y 2 4 - M A Y 1 0 : 0 0 A M - 2 : 3 0 P M E V E N T A T C A R N E S H I L L W E D 2 5 - J A N - 2 0 2 3 1 0 0 0 A M - 2 : 3 0 P M A u s t r a l i a D a y ( G i o r n o d e l l A u s t r a l i a ) E V E N T A T C A R N E S H I L L W E D 0 8 - F e b - 2 0 2 3 1 0 : 0 0 A M - 2 : 3 0 P M V a l e n t i n e ’ s D a y ( S a n V a l e n t i n o ) W E E K L Y A C T I V I T Y B O S S L E Y P A R K G A R D E N 0 1 - F E B ; 0 8 - F E B ; 2 2 - F E B 1 0 0 0 A M - 2 : 3 0 P M E V E N T A T C A R N E S H I L L W E D 0 8 - M A R - 2 0 2 3 1 0 0 0 A M - 2 : 3 0 P M I n t e r n a t i o n a l W o m e n ’ s D a y ( F e s t a d e l l a D o n n a ) W E E K L Y A C T I V I T Y B O S S L E Y P A R K G A R D E N 0 1 - M A R ; 1 5 - M A R ; 2 2 - M A R ; 2 9 - M A R 1 0 : 0 0 A M - 2 : 3 0 P M E V E N T A T C A R N E S H I L L W E D 0 5 - A P R - 2 0 2 3 1 0 : 0 0 A M - 2 : 3 0 P M E a s t e r L u n c h ( P r a n z o d i P a s q u a ) W E E K L Y A C T I V I T Y B O S S L E Y P A R K G A R D E N 1 2 - A P R ; 1 9 - A P R ; 2 6 - A P R 1 0 : 0 0 A M - 2 : 3 0 P M E V E N T S A T C A R N E S H I L L * W E D 1 4 - J U N | 1 0 A M - 2 3 0 P M R e g i o n a l D a y ( C a l a b r i a ) * W E D 2 8 - J U N | 1 0 A M - 2 : 3 0 P M R e g i o n a l D a y ( V e n e t o ) W E E K L Y A C T I V I T Y B O S S L E Y P A R K G A R D E N 0 7 - J U N ; 2 1 - J U N 1 0 : 0 0 A M - 2 : 3 0 P M E V E N T S A T C A R N E S H I L L * W E D 1 2 - J U L | 1 0 A M - 2 : 3 0 P M R e g i o n a l D a y ( S i c i l i a ) * W E D 2 6 - J U L | 1 0 A M - 2 : 3 0 P M R e g i o n a l D a y ( L a z i o ) W E E K L Y A C T I V I T Y B O S S L E Y P A R K G A R D E N 0 5 - J U L ; 1 9 - J U L 1 0 : 0 0 A M - 2 : 3 0 P M E V E N T S A T C A R N E S H I L L * W E D 0 9 - A U G | 1 0 A M - 2 : 3 0 P M F e r r a g o s t o * W E D 3 0 - A U G | 1 0 A M - 2 3 0 P M F a t h e r s D a y ( F e s t a P a p à ) W E E K L Y A C T I V I T Y B O S S L E Y P A R K G A R D E N 0 2 - A U G ; 1 6 - A U G ; 2 3 - A U G 1 0 : 0 0 A M - 2 : 3 0 P M E V E N T A T C A R N E S H I L L W E D 1 8 - O C T - 2 0 2 3 1 0 0 0 A M - 2 : 3 0 P M G r a n d p a r e n t s D a y ( F e s t a d e i N o n n i ) W E E K L Y A C T I V I T Y B O S S L E Y P A R K G A R D E N 0 4 - O C T ; 1 1 - O C T ; 2 5 - O C T 1 0 : 0 0 A M - 2 : 3 0 P M W E E K L Y A C T I V I T Y B O S S L E Y P A R K G A R D E N 0 1 - N O V ; 0 8 - N O V ; 1 5 - N O V ; 2 2 - N O V ; 2 9 - N O V 1 0 0 0 A M - 2 : 3 0 P M E V E N T A T C A R N E S H I L L W E D 2 0 - D E C - 2 0 2 3 1 0 : 0 0 A M - 2 : 3 0 P M C h r i s t m a s L u n c h ( P r a n z o d i N a t a l e ) W E E K L Y A C T I V I T Y B O S S L E Y P A R K G A R D E N 0 6 - D E C ; 1 3 - D E C 1 0 : 0 0 A M - 2 3 0 P M E V E N T A T C A R N E S H I L L W E D 0 5 - A P R - 2 0 2 3 1 0 : 0 0 A M - 2 : 3 0 P M R e g i o n a l D a y ( A b r u z z o ) W E E K L Y A C T I V I T Y B O S S L E Y P A R K G A R D E N 0 6 - S E P ; 2 0 - S E P ; 2 7 - S E P 1 0 : 0 0 A M - 2 3 0 P M 2023 CALENDAR ACTIVITIES & EVENTS January | Gennaio February | Febbraio March | Marzo April | Aprile May | Maggio June | Giugno July | Luglio August | Agosto September | Settembre October | Ottobre November | Novembre December | Dicembre L u n c h : $ 2 0 ( M o r n i n g T e a , M a i n C o u r s e , D e s s e r t , C o f f e e , N o n - A l c o h o l i c D r i n k s ) ; T r a n s p o r t : $ 7 ( P i c k u p & D r o p - o f f ) ; B i n g o : $ 5 ( 1 0 G a m e s - P r i z e s f o r L i n e a n d B i n g o ) BOOKINGS: (02) 8786 0888 | 0450 233 412 Mercoledì 18 Gennaio 2023
Lo storico Cassio Dione
scrisse Cleopatra
dell’amore Afrodite era raffigurata ben pasciuta e con un naso aquilino! Chiedersi se Cleopatra era bella veramente, forse potrebbe essere una domanda inutile, se la bellezza
"Se mia madre o mia sorella non possono studiare questi non servono"
Juventus e Italia in lutto: Addio a Ernesto Castano
Nuovo lutto per il calcio italiano. All'età di 83 anni è infatti scomparso Ernesto Castano, difensore di lungo corso della Juventus nonché campione d'Europa con la nazionale italiana nel 1968.
derno, deciso e puntuale in marcatura, ma all'occorrenza anche elegante dal punto di vista tecnico, oltre che efficace nell'area avversaria. A Torino Castano faticò a imporsi da titolare, vincendo da comprimario due Coppe Italia ed altrettanti scudetti tra il 1959 e il '61, prima di diventare titolare fisso l'anno seguente.
Le soddisfazioni più belle della carriera se le tolse tra il 1967 e il '68, prima come capitano (la fascia gli fu data nel 1965) della Juve "operaia" di Heriberto Herrera, che superò all'ultima giornata l'Inter del Mago Helenio Herrera sconfitta a Mantova, conquistando il 13° titolo della propria storia, e poi entrando tra i convocati dell'Italia per l'Europeo '68, rientrando per l'occasione nel giro azzurro dopo l'esordio avvenuto nel '59.
Djokovic punta al decimo titolo agli Australian open di tennis
Servizio di Maurizio Pagnin
Sono iniziati a Melbourne gli Australian Open di tennis..
Si tratta del primo grande evento dell'anno tennistico, il primo Grande Slam della stagione nell'estate australiana.
C'è molta attesa per il ritorno in campo di Novak Djokovic. Si ricorderanno le vicende dello scorso anno con il lungo braccio di ferro sulla partecipazione del campione serbo al torneo e la successiva espulsione dal Paese per la mancata vaccinazione.
Quest'anno in Australia non c'è più questo vincolo quindi Djokovic può andare a caccia della doppia cifra a Melbourne avendo già vinto il torneo 9 volte.
In campo maschile ci sarà una defezione molto importante visto che non ci sarà il numero 1 del mondo, lo spagnolo Carlos Alcaraz vincitore dello scorso Us Open. Forfait per infortunio per una lesione muscolare alla coscia e Alcaraz che quindi lascerà la testa di serie numero 1 del torneo al connazionale Rafael Nadal.
Molto atteso il 22 volte vincitore di Grande Slam spagnolo che l'anno scorso è riuscito, anche complice l'assenza di Djokovic, a vincere il torneo battendo in finale Medvedev in rimonta da due set a zero sotto.
Il primo favorito, a discapito
dell'ordine gerarchico delle teste di serie, sembra essere proprio la testa di serie numero 4 ovvero quel Novak Djokovic che a Melbourne punta alla decima vittoria slam e a eguagliare Nadal a 22 titoli slam visto che ora il serbo è appena una lunghezza sotto al maiorchino.
Testa di serie numero 2 del torneo maschile sarà Casper Ruud, il giocatore norvegese già capace nel 2022 di raggiungere due finali slam al Roland Garros e allo Us Open.
Testa di serie numero 3 sarà il greco Stefanos Tsitsipas che è ancora atteso all'appuntamento con la prima vittoria in un torneo del grande slam.
condizione fisica sono attesi tra i possibili protagonisti anche Jannik Sinner e Lorenzo Musetti. Sinner, menomato da un problema all'anca, ha perso con Korda ad Adelaide; Musetti si sottoporrà a una risonanza magnetica alla spalla per conoscere l'entità del problema accusato in United Cup contro Tiafoe. Berrettini è testa di serie numero 13, Jannik Sinner testa di serie numero 15 e Lorenzo Musetti testa di serie numero 18. Nel tabellone principale ci sono altri due azzurri: Lorenzo Sonego e Fabio Fognini.
Nativo di Cinisello Balsamo, Castano ha legato di fatto tutta la propria carriera alla Juventus, dove ha militato dal 1958 al '70, per un totale di 265 presenze e sei reti. I bianconeri lo acquistarono a 19 anni dalla Triestina, dove si era messo in luce vincendo il campionato di Serie B dopo una stagione sempre tra i cadetti con il Legnano e i primi passi nella Balsamese.
In bianconero Castano si è imposto come un difensore mo-
Il ct Valcareggi diede spazio a Castano nella semifinale contro l'Unione Sovietica, vinta alla "monetina" e nella prima finale contro la Jugoslavia, terminata 1-1, che precedette di 48 ore la decisiva ripetizione vinta 2-0 dagli Azzurri.
Castano, che ha chiuso la carriera nel 1971 al Vicenza, è rimasto profondamente legato ai colori bianconeri, partecipando nel 2011 alla sfilata dei campioni del passato per l'inaugurazione dello Stadium: una stella a lui dedicata si trova nel camminamento esterno dell'impianto. (MP)
Da monitorare con attenzione anche la testa di serie numero 5 Andrey Rublev, Il sesto favorito il canadese Felix Auger Aliassime e la settima testa di serie, Daniil Medvedev che l'anno scorso è andato a un passo dal successo a Melbourne.
Ci sarà anche il rientro in un torneo dello slam di Alexander Zverev dopo il grave infortunio nella semifinale del Roland Garros in cui si è dovuto ritirare contro Nadal.
Le prospettive per gli italiani
Matteo Berrettini l'anno scorso è arrivato in semifinale, sconfitto solamente dal futuro campione del torneo Rafa Nadal. E' sembrato in buona condizione alla United Cup.
Anche se non al meglio della
In campo femminile la favorita sembra Iga Swiatek
In campo femminile la favorita per il titolo a Melbourne sembra essere la numero 1 del mondo Iga Swiatek che però non si è ancora imposta in Australia.. Non ci sarà la vincitrice dell'edizione 2022 Ashleigh Barty che si è ritirata dall'attività agonistica lo scorso anno e nei giorni scorsi ha annunciato di essere in dolce attesa. Le prime otto teste di serie del torneo sono Iga Swiatek, Ons Jabeur, Jessica Pegula, Caroline Garcia, Aryna Sabalenka, Maria Sakkari, Cori Gauff e Daria Kasatkina. Cinque le atlete azzurre al via: Martina Trevisan, Lucia Bronzetti, Jasmine Paolini, Elisabetta Cocciaretto
22 Al lora! sport Mercoledì 18 Gennaio 2023
Rafael Nadal
Novak Djokovic
Matteo Berrettini
e Camila Giorgi
Iga Swiatek
Fernando Pellegrino Managing Director Australia & New Zealand T +61 2 9099 1111 F +61 2 9099 1110 M +61 412 868 585 M Centre - Shop 35 40 Sterling Road Minchinbury NSW 2770 fernando@myartego.com.au myartego.com.au
La palla va fuori ma l’arbitro assegna il gol
A cura di Alessio Pediglieri
Vincere senza segnare? Da oggi c'è chi può vantarsi di averlo fatto. Si tratta del Castellana formazione pugliese che milita in Prima Categoria che si è vista convalidare dall'arbitro una rete mai segnata. Incredibile, ma tutto vero perché l'arbitro Romano di Lecce che stava dirigendo l'incontro salvezza per il Girone B Noicattaro-Castellana non si è avveduto del macroscopico errore, mettendo a referto il gol. Che risulterà decisivo per il successo esterno del Castellana tra l0incredulità e la rabbia dei giocatori e dei tifosi del Noicattaro.
L'assurdo episodio è accaduto nel weekend quando in provincia di Bari si è giocato Noicattaro-Castellana, match delicatissimo per la zona salvezza del Girone B di 1a Categoria: al 18′ gli ospiti si spingono in avanti con Fornaro che cerca il compagno Sabbatelli liberatosi all'altezza del secondo palo. Il numero 11 del Castellana, di prima intenzione e a portiere battuto conclude di sinistro ma il tiro mezzo svirgolato esce di poco e incoccia sul paletto esterno che regge la
rete. Sabbatelli conscio dell'errore sottoporta resta a disperarsi a terra, ma ci pensa l'arbitro a combinarla ancora più grossa: fischia la ripresa del gioco con la palla a metà campo, assegnando un gol fantasma al Castellana mentre i giocatori del Noicottaro si scatenano, circondandolo.
Passano alcuni minuti carichi di tensione e che inquadrano una scena totalmente surreale: i giocatori del Castellana festeggiano pur sapendo benissimo che la rete non è mai stata assegnata, mentre tutta la squadra del Noicattaro circonda minacciosamente l'arbitro che resta ferreo sulla propria decisione. Il tutto ripreso dalle telecamere in diretta, tra lo sconcerto dei cronisti e l'ira funesta degli spettatori di casa che tra improperi e minacce, urlano allo scandalo. Anche perché non c'è spazio all'immaginazione e l'azione è più che chiara: quel gol non c'è mai stato.
Eppure, dopo uno stop durato quasi 10 minuti, il match prosegue e terminerà 1-0 a favore del Castellana che festeggia un successo totalmente irregolare e antisportivo. A far scatenare
Enzo Fernandez per 127 milioni
la rabbia di tutti è infatti stata l'assoluta mancanza di fairplay, con i giocatori che esultavano per una rete mai realizzata. Ed è proprio questo aspetto ad essere ancora più crudele e terribile rispetto all'abbaglio arbitrale: "Le immagini parlano chiaro e sono diventate anche virali. Siamo assolutamente indignati, tuttavia, dal comportamento dei dirigenti e, soprattutto, del mister del Castellana" ha sottolineato un furioso Ciccio Langiulli direttore generale del Noicattaro a fine match. "Alcuni loro calciatori avrebbero voluto farci segnare per ‘pareggiare' i conti, ma non lo hanno permesso. Hanno fatto una magra figura e al momento non abbiamo ricevuto alcun messaggio di scuse, è una vergogna. Come si fa a esultare per un gol che non esiste?".
In tarda serata di domenica, però, dalla società ASD Castellana 1928 è arrivato l'atteso comunicato ufficiale con la richiesta di scuse nei confronti del Noicattaro, cercando di spiegare un comportamento del tutto sbagliato. "Indubbiamente" si legge nella nota "la decisione dell'arbitro è da considerarsi errata ed i nostri ragazzi si sono fatti prendere dall'agonismo in quel momento non ammettendo l'errore. Concludiamo dicendo che i nostri principi non si basano su questi valori, ma oggi insieme al direttore di gara, abbiamo sbagliato anche noi!"
Adesso si dovrà attendere la decisione della LND sulla possibilità di rigiocare la partita per un evidente errore tecnico accaduto al signor Romano in occasione della rete-fantasma. Il Noicattaro ha ovviamente già dato mandato ai propri legali e ha presentato ufficiale reclamo con la richiesta perentoria di rigiocare la partita. Affinché venga disposta la ripetizione della gara sarà comunque necessario che il direttore di gara abbia ammesso l’errore nel referto consegnato poi agli ufficiali di Lega.
In alternativa, una volta convocato dagli organi preposti l'arbitro dovrà accettare di aver commesso un grossolano sbaglio per permettere alla Lega di procedere con un replay del match. Che, data l’evidenza dei fatti, non dovrebbe essere messo in discussione.
Con il termine napolitudine si vuole indicare una sensazione di malinconia descritta dai turisti o dagli stessi napoletani momento in cui si allontanano dal golfo di Napoli.
I portoghesi la chiamano saudade, ma il sentimento è lo stesso, la malinconia o la felicità e la smania e turnà come direbbe Luciano De Crescenzo filosofo Partenopeo.
Solo che noi siamo dei poveri ignoranti pallonari e oggi questa parola assume un significato diverso, oggi a Napoli qualcuno è morto calcisticamente parlando e tutta sta voglia di tornare a Napoli per il momento non c’è.
La Juventus è stata distrutta dal Napoli nel big match di Serie A, è un 5-1 quello che gli uomini di Spalletti hanno inflitto ai bianconeri.
Goleada storica, sconfitta storica, i bianconeri non subivano cinque reti da 30 anni.
Uno spettacolo puro per chi ha assistito alla partita, il Maradona difficilmente dimenticherà una serata così.
Il Napoli parte forte e chiude la Juve nella sua metà campo. Dopo l'intensa pressione iniziale, al 14' Osimhen sblocca la gara.
Al 38' buco della difesa juven-
tina, Osimhen recupera palla e serve un cioccolatino a Kvaratskhelia, che di precisione fredda Sczeszny e sigla la rete del 2-0.
Al 42' una carambola fortunata nell'area del Napoli favorisce Di Maria, che batte Meret e accorcia le distanze.
Al ritorno in campo dopo i 45 minuti il delirio puro al Maradona: Rrahmani, nuovamente Osimhen, e infine Elmas che manda in visibilio il pubblico di Fuorigrotta che esplode di gioia al triplice fischio dell'arbitro.
Tutta Italia è invaghita ormai da questa squadra fantastica! Anche la stampa estera i quotidiani e i media di tutto il mondo celebrano il Napoli, Olè, Record, Mundo Deportivo, L'Equipe, Rmc Sport sentenzia, tutti a parlare e a lodare na' carta sporca che se prima non importava a nessuno adesso fa paura pure in Europa in vista della Champions.
Il campionato è ancora lungo e 10 punti di distacco dalla seconda sembrano tantissimi, Vene cchiù ‘ntra n’ora, che’n cient’anne (La sorte e il destino sono imprevedibili) ma Core cuntento Dio l’aiuta.
Cuore contento Dio lo aiuta.
Forza Napoli!
27 milioni messi sul tavolo del Benfica per aggiudicarsi Enzo
Fernandez: è questo il colpo del Chelsea del patron Boehly.
Uno dei giocatori più ricercati soprattutto dopo il Mondiale in Qatar che lui stesso ha vinto insieme alla sua Argentina, approderà in Premier League.
Di fronte ad una somma simile, il Benfica non ha potuto far altro che accettare l’offerta andata oltre la clausola rescissoria di 120 milioni: alla quotazione, infatti, sono stati aggiunti altri 7 milioni per poter ottenere una rateizzazione della cifra totale.
La plusvalenza per i portoghesi è da capogiro, il centrocampista, infatti, era stato comprato solo 6 mesi fa dal River Plate e pagato “appena” 14 milioni.
Fofana 80 milioni, Nkuku 70, Cucurella 65, Sterling 55, 40 Koulibaly: sono solo alcuni degli acquisti fatti dal club londinese negli ultimi tempi e con quest’ultima trattativa andata in porto sono 550 i milioni spesi dal presidente Americano alla faccia di chi pensava che dopo Abramovic al Chelsea non si sarebbero più divertiti.
23 Al lora! sport
Pazzesco episodio ai limiti del surreale:
MP
Chelsea, follie di mercato:
Mercoledì 18 Gennaio 2023
Vedi Napoli e poi muori ! … Napolitudine ! Edensor Lotto & Post Pty Lyd Shop 11 205-215 Edensor Road Edensor Park NSW 2176 Ph: 02 9610 2222 Fax: 02 9610 7222 E: edensorlottopost@gmail.com
La storia del Carpaccio
Dopo un po' di volte che la signora arrivava a stagionare a Venezia e pranzare in questo ristorante, hanno deciso di dare un nome a questo piatto, perché ancora non aveva un nome.
In quel periodo c'era a Venezia la mostra dei dipinti del famosissimo pittore Carpaccio, del quale i colori che rappresentavano le sue opere erano in prevalenza il rosso, il giallo e il verde, gli stessi colori del piatto inventato al Cipriani.
E da lì è stato deciso di chiamarlo Carpaccio.
raccontata da Stefano
Durante la serata delle Forze Armate, ero con gli Alpini al Club Marconi e tra un bicchiere di bianco e uno di rosso, Stefano ha voluto raccontarmi la storia del Carpaccio… quella famosa fettina sottile sottile che nemmeno si vede, ma che va tanto di moda con le signore che vogliono mantenere la linea.
Il carpaccio è nato a Venezia nel dopoguerra nel ristorante Cipriani, poi rinomato come Harry's Bar.
Una signora aristocratica anemica era stata consigliata dal suo medico di mangiare carne di manzo cruda perché ha un alto contenuto di ferro.
Quindi la signora ha chiesto al ristoratore del Cipriani di farle qualcosa con la carne cruda, ma che potesse essere un po' più appetibile al palato.
Così lo chef ha creato questa battuta di carne di vitellone, battuta di carne fine fine che poi per renderla un po' più pregevole del palato ha aggiunto un po' di olio, sale, pepe, il succo di limone e
per darci un po' di colore hanno aggiunto il verde del prezzemolo e il bianco del parmigiano, per rappresentare praticamente la bandiera italiana.
Poi negli anni è diventato famosissimo anche a livello internazionale e poi si è mischiato anche con i piatti di crudo di pesce.
Viva il Carpaccio!
Evviva il Veneto!
A volte li vedi pensierosi fare la spesa e guardare il display della bilancia quando pesa ciò che di più economico sta nel banco salumi. Guardano i vassoi già pre-incartati di carne e scelgono il meno costoso.
Jana Zakarneh aveva 16 anni. Stava a casa con la sua famiglia, quando ha sentito degli spari. Si è spaventata ed è corsa a cercare il suo gatto.
Solo che il gatto era sul tetto, e quello, purtroppo, non era un posto sicuro.
Ma neanche Jenin, in Cisgiordania, è un posto sicuro.
E, così, Jana è stata uccisa da 4 colpi di pistola.
Un tragico errore, è stato definito dall’esercito israeliano. Un errore che è costato la vita a una ragazzina che cercava solo di salvare il suo gatto.
Ennesima vittima di un conflitto senza fine. n
Prendono il latte in offerta senza guardare la marca e così la pasta. Arrivano alla cassa con i soldi contati e qualche volta, per la vergogna, dicono che pensavano che avessero preso più soldi, ma, in realtà, di soldi ne hanno ben pochi e hanno sbagliato i calcoli che fanno a mente mentre si dirigono alla cassa e, vergognandosi, rossi in volto, per 27 centesimi devono lasciare qualcosa.
Allora è lì che le bugie non contano. Fa bene dirle se è giusto lo scopo. Non va punita quella piccola non verità. "Signora, scusi, le sono caduti 10 dollari".
La signora sembra sorpresa, guarda a terra e vede una banconota da 10 dollari. Non sa che fare. È troppo onesta per dire che
Mi piego e raccolgo i soldi; mento anch'io, perché oggi voglio trasgredire. Mio figlio mi guarda senza parole. "Signora, le è caduta quando ha preso gli altri soldi". Mi guarda felice. Paga e uscendo ci sorride.
L'uomo che ho accanto mi guarda e dice: "grazie". Lo guardo e sorrido. Mio figlio ha capito. Quella banconota da 10 dollari l'ha fatta scivolare a terra quel signore in giacca e cravatta. Poteva dire "pago io ciò che manca alla signora". Invece ha dimostrato di avere a cuore la dignità dell'anziana signora.
Grazie Signore per averci fatto diversi. Mi vergogno per i politici che fanno niente per combattere la povertà e tutti quelli che sprecano soldi fregandosene del prossimo...
dal 18 gennaio al 25 gennaio 2023
CAPRICORNO
22 Dicembre - 20 Gennaio
La vostra vivacità mentale potrebbe esprimersi al meglio questa settimana. Sotto forma di socialità e di facilità a conoscere persone simpatiche, ad esempio, cosa che allieterà le vostre ore sia se siete in vacanza sia se alle prese con la routine. Oppure, potrebbe incoraggiarvi a mettervi in viaggio.
ACQUARIO
21 Gennaio - 19 Febbraio
Entusiasmo, energia e passione! Tutte queste belle sensazioni rappresenteranno il motore della terza settimana dell'anno. Sarà quindi una partenza grintosa, che per qualcuno di voi potrebbe anche voler dire fortuna e buone occasioni, forse relative al privato, ai viaggi o alla carriera.
PESCI
20 Febbraio - 20 Marzo
Che ne dite di lasciarvi alle spalle ogni motivo di risentimento in questo nuovo anno appena iniziato? La settimana parte bene, con un lunedì piacevole e dinamico ma poi la Luna si acciglierà e tra martedì e giovedì potrebbe stuzzicare la vostra pazienza. No alle polemiche, no ai ripensamenti.
ARIETE
21 Marzo - 19 Aprile
Ritorno alla routine o inizio viaggio? Qualunque sia la scelta che asseconderete, occhio ai dettagli: questa settimana il cielo annuncia grigio nebbia per la chiarezza mentale ma rosso passione per il cuore e rosa serenità per gli affetti in generale. Insomma, un quadro vario che fa riflettere.
TORO
20 Aprile - 20 Maggio
Nel corso di questa settimana potreste ancora godere di qualche giornata di festività extra. Molto probabilmente però sarete tutti concentrati sul futuro, su quello che volete realizzare, specie materiale e lavorativo. Volete una vita all'insegna degli agi e dei piaceri e siete disposti a lavorare sodo.
GEMELLI
21 Maggio - 21 Giugno
Sorriso sulle labbra e via, verso la terza settimana di questo nuovo anno! Una partenza all'insegna della grinta e della voglia di fare che per qualcuno di voi si riverserà nel tempo libero e nelle vacanze, se avete la fortuna di goderne, oppure nella ripresa lavorativa o della vita quotidiana.
CANCRO
22 Giugno - 23 Luglio
Un po' di fiacca, forse da stravizi festivi, potrebbe rendere pesante questa terza settimana dell'anno. Avete bisogno di fare silenzio dentro di voi ma forse una persona vicina vi impedisce di riflettere serenamente. Insomma, vi servirebbe una vacanza, ma dai doveri e dagli impegni.
LEONE
24 Luglio - 23 Agosto
Tanta energia per iniziare con il piede giusto questa terza settimana dell'anno! Energia che vorrà dire entusiasmo, fiducia e sorriso, ma purtroppo anche tensioni e qualche momento no, possibile soprattutto ad inizio e fine settimana, nelle giornate di lunedì e domenica qualche litigio.
VERGINE
24 Agosto - 22 Settembre
Che settimana! Una partenza a tutto sprint, con la testolina piena di idee e il cuore di voglia di fare. Tuttavia, meglio mettere nel conto possibili imprevisti irritanti e forse anche qualche discussione familiare o domestica. Potrebbe accadere da martedì a giovedì, quando la tensione si fa forte.
BILANCIA
23 Settembre - 22 Ottobre
Che vitalità! In questa terza settimana dell'anno vi sentirete pieni di energia. Un ottimo momento per praticare sport e rientrare ai doveri quotidiani senza fare una grinza. Peccato solo per la scarsa concentrazione mentale che potrebbe causare alcune distrazioni e conseguenti disagi.
SCORPIONE
23 Ottobre - 22 Novembre
Punti a favore per socialità, spostamenti e comunicazione! Dunque potrebbe essere una settimana positiva sia se rientrate al lavoro, sia se dovete viaggiare. In ogni caso, sarete brillanti, chiari, comunicativi. Per cui, potreste fare amicizia più facilmente del solito e trovare nuovi amici.
SAGGITTARIO
23 Novembre - 20 Dicembre
Cavalcate l'onda dei festeggiamenti? Se fosse così, fate bene, perché il divertimento è sempre un diritto inossidabile! Tuttavia, cercate anche di prendervi cura del vostro benessere e di evitare strapazzi ed eccessi. In questa terza settimana dell'anno ci sarà spazio per un controllo della salute.
24 Al lora! storia e storie
è sua. Ha 70anni e non ha mai rubato nulla. Ha le mani piene di calli e i vestiti non alla moda, consumati ma firmati di lavoro onesto e profumati di pulito.
Mercoledì 18 Gennaio 2023
"Sharaf " o del perduto onor
di Aldo Nicosia
"Questa è una storia di fiction ambientata in un mondo di fiction. Possiamo rallegrarci del fatto che la realtà è più bella e splendida". Con questa affermazione, tanto sfacciata quanto ironica, si apre il film del regista egiziano Samir Nasr Sharaf (Germania, Tunisia e Francia, 2021), adattamento dell’eponimo romanzo del suo connazionale Sonallah Ibrahim (1937), pubblicato nel lontano (o vicino?) 1997. In arabo sharaf indica l’onore, in tutte le sue possibili accezioni, ma è anche il soprannome del protagonista: il giovane Ashraf ‘Abdelaziz Suleiman, che la madre ha “ribattezzato” con quella variazione grammaticale. Ashraf significa infatti “più nobile o degno di onore”.
L’affermazione di cui sopra ci evoca un mondo assolutamente distopico, senza speranze di miglioramento o redenzione. Si tratta poi del mondo arabo, riunito in un’unità di luogo in cui si svolgono le vicende del film: una squallida prigione di un indefinito paese arabo. Possiamo quindi dedurne che chi vive nel resto del mondo avrebbe da rallegrarsi per il solo fatto di non esserne coinvolto?
Rispetto al romanzo di Ibrahim, che ha tra l’altro partecipato alla sceneggiatura del film, insieme al regista, la pellicola cancella la sua connotazione di storia egiziana per abbracciare, in un inedito afflato distopico e dispotico, tutto il mondo arabo. Chi conosce le varianti della lingua araba, ufficialmente unica,
dall’Oceano Atlantico al Golfo Persico, si accorge subito che sia i carcerati che i carcerieri e i superiori parlano il palestinese, il siriano, il tunisino, l’algerino, il libanese e anche, ovviamente, l’egiziano.
Ecco finalmente una realistica traduzione del termine panarabismo (mancano solo, ma non c’è da stupirsi, le monarchie del Golfo) in un’unica storia, in uno stesso luogo e in un tempo anch’esso indefinito.
Il protagonista Sharaf, dopo un interrogatorio sommario, a base di torture e scariche elettriche, si trova internato per aver ucciso, per legittima difesa, uno straniero che aveva cercato di violentarlo. Impara subito che il carcere è un luogo in cui bisogna sempre stare all’erta, per difendere il proprio “onore”, infestato com’è da loschi figuri, che vengono cooptati dalle guardie e dai loro superiori, per controllare al meglio la situazione. Nel carcere, dichiarato luogo di “riforma e correzione”, la corruzione regna sovrana, a tutti i livelli, tra pareti scrostate, ambienti spogli e vetusti, il cui carattere sinistro è enfatizzato da una musica avvolgente, tambureggiante e/o malinconica (sottolineata dall’onnipresente violino) e da un prevalente colore giallo sbiadito che si alterna col grigio o il nero.
Il film è diviso in diversi capitoli, ognuno dei quali porta un titolo che verte su un luogo specifico del carcere, su una storia o un personaggio, ma ciò non spezza il ritmo della trama. Anzi, a volte aiuta lo spettatore, se mai
ce ne fosse bisogno, a distinguere i punti chiave della storia.
Il carcere sembra un vero e proprio microcosmo delle società arabe: oltre a Sharaf c’è lo scienziato esperto di farmaci, il ladro di auto professionista, l’ambasciatore corrotto, il serial killer, il guaritore tradizionale e gli immancabili integralisti islamici. Tutti raccontano a Sharaf la propria storia o quella dei loro colleghi e ciò conferisce al film una narrazione a tratti molto verbosa, aneddotica, e che comunque contribuisce ad alleggerire l’atmosfera da incubo di quel carcere.
Al di là di una certa e scontata solidarietà, non si intravede comunque un’unità di visione del mondo tra i vari compagni di carcere di Sharaf, sicuramente per diversità di background sociale e culturale. Forse è una metafora delle spaccature che caratterizzano il mondo arabo, laddove invece tutti i dirigenti del carcere sembrano armoniosamente concertati e accomunati dalla volontà di dominio.
Mentre Sharaf si trova in carcere per difendere il suo onore contro uno straniero, i suoi carcerieri vengono corrotti dal potere economico delle multinazionali straniere per nascondere enormi scandali che condizionano la vita dei loro concittadini.
A distanza di un quarto di secolo della pubblicazione del romanzo, le dinamiche mostrate sia nel film che nel romanzo sembrano non esser cambiate: società poco coese, lacerate al loro interno da tradimenti, conflitti e particolarismi egoistici. Il tutto ornato con la retorica del “patriottismo”.
Sharaf stesso sarà nuovamente vittima, a causa dell’abbandono da parte della fidanzata, per rifarsi una nuova vita. Ma non manca pure di mostrare il suo lato debole di delatore nei confronti del vero intellettuale del film, il dottor Ramzi Yaqub, destinato ad essere abbandonato da alcuni dei suoi assistenti allo spettacolo di marionette che dovrà dirigere. L’occasione è data dalla festa della vittoria (il film non specifica quale), e il contenuto dello spettacolo dovrebbe essere patriottico, ma accade qualcosa che stupirà le autorità del carcere.
Gli imbrogli delle multinazionali del farmaco da lui svelati nei suoi diari del carcere evocano scenari che vivono tutt’oggi i cittadini del pianeta o meglio sudditi, o “topi da esperimento”, come li definisce il dottor Ramzi.
La storia di chi è in carcere perché ha osato denunciare scandali sanitari mondiali, mostrando il tradimento dei politici e del neocolonialismo economico sponsorizzato da organi finanziari internazionali, non è poi assai diversa da quella di Julian Assange che continua a marcire in carcere, per aver rivelato on Wikileaks verità scomode sui padroni del mondo, fatti che nessuno ha mai osato raccontare.
In un’epoca storica caratterizzata da qualunquismo e rigetto per le ideologie, il messaggio di risveglio delle coscienze e di lotta per la dignità delle popolazioni è affidato alle note dell’intramontabile brano del mitico compositore egiziano Sayyid Darwish, “Non hai diritto di biasimarmi”. Cantato prima da Ramzi in cella d’isolamento e poi, in un crescendo, dagli altri carcerati fuori campo, è un chiaro invito all’unità dei popoli.
Sharaf è un film politicamente impegnato che oggi non esiteremmo a definire ingenuamente demagogico. Dice a parole più di quanto mostri, ma in compenso lo fa, alla fin fine, non solo per il mondo arabo. Almeno per coloro che hanno preso coscienza di esser finiti dentro una gabbia, grande quanto il pianeta, come marionette mosse dai fili di pochi potentissimi individui. E tut-
"Non credete ai giornali, agli scrittori, al cinema, alla tv, alle notizie, alla pubblicità. L’unica domanda da porsi dovrebbe essere: chi ci guadagna?". Lo ripeteva anche la buonanima del giudice Falcone, ucciso per mano dalla mafia siciliana che non è altro che una marionetta nelle mani di potentati economici sovranazionali.
Dialoghi Mediterranei, n. 59, gennaio 2023
Aldo Nicosia, ricercatore di Lingua e Letteratura Araba all’Università di Bari, è autore de Il cinema arabo (Carocci, 2007) e Il romanzo arabo al cinema (Carocci, 2014). Oltre che sulla settima arte, ha pubblicato articoli su autori della letteratura araba contemporanea (Haydar Haydar, Abulqasim al-Shabbi, Béchir Khraief), sociolinguistica e dialettologia (traduzioni de Le petit prince in arabo algerino, tunisino e marocchino), dinamiche socio-politiche nella Tunisia, Libia ed Egitto pre e post 2011. Nel 2018 ha tradotto per Edizioni Q il romanzo Il concorso di Salwa Bakr, curandone anche la postfazione. Ha curato per Progedit la raccolta Kòshari. Racconti arabi e maltesi (2021).
25 Al lora! cinema Mercoledì 18 Gennaio 2023
to ciò a causa della connivenza del quarto potere.
Locandina del film di Samir Nasr
ALVIGGI ANTONIO
Nato a Siderno (RC) Italia il 16 settembre 1945 Deceduto a Liverpool (NSW) il 19 dicembre 2022
Lascia nel profondo dolore la moglie Marilena, i figli, il genero, amici e parenti vicini e lontani. Ad un mese dalla sua dipartita i familiari lo ricordano con dolore e affetto.
I familiari ringraziano anticipatamente tutti coloro che parteciperanno al funerale e al dolore del caro e amato Antonio.
UN ETERNO RIPOSO
MARIA AUGUSTA MORASSUT
nata a Reghena (Pordenone) il 17 dicembre 1939 Deceduta a Sydney (NSW) il 16 dicembre 2022
residente a Horsley Park NSW
Cara moglie di Giannino Santè (defunto), ne danno il triste annuncio, i figli Valentino, Patrick con la moglie Helen, Joseph con la moglie Pauline, Miriam, i nipoti Alexander, Oliver, Laurence e Gabroelle, la sorella Margaret Carniato e la cognata Severina Scremin con le loro famiglie parenti ed amici vicini e lontani.
I familiari ad un mese della sua dipartita la ricordano con dolore e affetto e ringraziano quanti hanno partecipato al dolore e al funerale della cara e amata Maria Augusta.
RIPOSA IN PACE
VITALE GENNARO
nato a Torre del Greco (Napoli)
il 20 agosto 1929
Deceduto a Bexley (NSW)
il 18 dicembre 2022
residente a Bexley NSW
Lascia nel profondo dolore le figlie Anna e Silvia, amici e parenti vicini e lontani.
Ad un mese dalla sua dipartita i familiari lo ricordano con dolore e affetto.
I familiari ringraziano anticipatamente tutti coloro che parteciperanno al funerale e al dolore del caro e amato Gennaro.
IN MEMORIA
26 Al lora! onoranze funebri Io, Sam Guarna, sono disponibile ad aiutare la tua famiglia nel momento del bisogno. Sono stato conosciuto sempre per il mio eccezionale e sincero servizio clienti. So che, per aiutare le famiglie nel dolore, bisogna sapere ascoltare per poi poter offrire un servizio vero e professionale per i vostri cari e la vostra famiglia. Tutto ciò con rispetto, attenzione e fiducia, sempre. Contact us 24 hours a day, 7 days a week, our services
always ready and available to support you and your family through difficult times Mobile: 0416 266 530 - Phone: (02) 9716 4404 - Email: office@sgfunerals.com.au Da oltre 50 anni al servizio della comunità Consegne in tutti i sobborghi di Sydney www.raysflorist.com.au email: info@raysflorist.com.au Mercoledì 18 Gennaio 2023
MEMORIA
UN ETERNO RIPOSO
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IN
IN MEMORIA
Affida ad Allora! l'annuncio della scomparsa del tuo familiare Telefona allo (02) 87860888 o invia un email: advertising@alloranews.com per maggiori informazioni Celebrating the life of CATERINA CARNELOS 12-3-1928 – 13-1-2023 Family and friends are invited to attend a celebration of the life, love and friendship of Caterina Thursday,19th January 2023 10:30 am Gledswood Room Gledswood Homestead & Winery 900 Camden Valley Way, Catherine Field
DEL BELLO MARIA ABRAMI
nata a San Pietro dell'Amata (Pirano - Italia)
il 20 settembre 1930
deceduta a Sydney NSW
il 2 gennaio 2023
residente a Bossley Park NSW
Amata moglie di Marcello Abrami (defunto), ne danno il triste annuncio la figlia Giulia con il marito Michael Attard, i nipoti Jordan con la moglie Jessica, Jacob con la fidanzata Chloe, cara sorella di Giuseppina, dei fratelli Giuseppe (defunto), Giusto (defunto) e Romana (defunta), nipoti, pronipoti, parenti ed amici in Australia e Italia.
Il rosario è stato recitato giovedì 12 gennaio 2023 alle ore 17.30 nella chiesa Mary Immacolate, 110 Mimosa Road Bossley Park NSW 2176. Il funerale si è svolto venerdì 13 gennaio 2023 alle ore 11.00 nella stessa chiesa. le spoglie della cara amata riposano nel cimitero di Pinegrove Memorial Park, Kington Street, Minchinbury NSW
I familiari ringraziano quanti hanno partecipato al dolore e al funerale della cara e amata Maria.
UN ETERNO RIPOSO
ANGELO VIT
il 12 febbraio 1932 a Sesto al Reghena (PN)
GEN. C.A. MIRENNA NICOLÒ
In ricordo di Lina Gullotta
Ad un anno dalla scomparsa, il marito Andrea, il figlio John e la nuora Mara, con familiari ed amici, ricordano con affetto la cara Lina Gullotta in una speciale cerimonia funebre nella chiesa di St. Anthony a Clovelly e con la successiva visita al mausoleo di famiglia nel cimitero di Matraville.
Durante la santa messa, celebrata da padre Luigi Passoni, passaggi dagli atti degli Apostoli sono stati letti da Romano Pirola, mentre Danilo Giribaldi ha recitato il Salmo Responsoriale.
Dopo l'omelia di padre Luigi, imperniata sul motivo della venuta di Cristo sulla terra - la redenzione dei peccati - la preghiera dei fedeli è stata letta dal figlio John e dalla nuora Mara Gullotta. A conclusione della cerimonia, Marco Testa ha cantato un inno Gregoriano di Tommaso D'Aquino, Adore Te Devote.
Lina Novelli in Gullotta, era nata a Caulonia (RC) il 5 febbraio 1941 e deceduta a Sydney il 12 gennaio 2022.
A seguire, la congregazione ha raggiunto il mausoleo di famiglia situato nel Cimitero di Matraville, dove Padre Luigi ha letto speciale benedizioni per l'anima della defunta, Lina Gullotta. All'arrivo, un leggera pioggia ha accolto i partecipanti, accettata da tutti come una benedizione dal cielo o come un pianto degli angeli a ricordo della cara Lina.
Per altri, me compreso, abbiamo avuto la sensazione che Lina fosse lì con noi.
RIPOSA IN PACE
RIPOSA IN PACE
Un pilastro della comunità italiana, aveva dedicato la sua vita alla famiglia e al bene di tutti quelli che l'hanno conosciuta. La memoria della cara Lina è ancora saldamente impressa nella mente di tutti coloro che le hanno voluto bene.
Un Impegno Per Un Servizio Personale
Ad Andrew
& Sons
orgogliosi di offrire un servizio completo alla nostra amata clientela e ai loro cari.
Tutti i nostri servizi sono offerti da un'unica sede, all'interno del nostro ufficio e della cappella a Five Dock. Offriamo un servizio unico di cui siamo orgogliosi, avendo assistito e preso cura dei nostri clienti da oltre 30 anni nel settore delle onoranze funebri e da oltre 10 anni a Five Dock.
Puoi stare certo di essere in buone mani.
“Serenità per tutta la famiglia”
27 Al lora! onoranze funebri ELEGANTE CAPPELLA AMPIA ESPOSIZIONE DI BARE CAMERA ARDENTE E ROSARI NELLA NOSTRA CAPPELLA GRANDE FLOTTA DI AUTO D'ELITE PERSONALE DEDICATO E COMPRENSIVO IMBALSAMO PROFESSIONALE I NOSTRI SERVIZI COMPRENDONO SEDE E CAPPELLA 177 First Avenue, Five Dock 2046 24 ORE/7 GIORNI www.avalerio.com.a T 02 9712 5204 M 0409 420 0 01 Andrew e Laura Valerio Cappella situata in Five Dock Auto d’Elite AMOREVOLE PROFESSIONALE • • COMPASSIONEVOLE PREMUROSO
Valerio
siamo
Mercoledì 18 Gennaio 2023 DECESSO
ANNUNCIO DECESSO
Morto il 30
2022 Residente a Smithfield NSW
nel più profondo
la
figli Ilario,
Il
venerdì 20
nella
Church,
alle
la
Nato
dicembre
Lascia
dolore
moglie Dina assieme ai
Renato, Marisa e Dario.
funerale avrà luogo
gennaio 2023
St. Benedict Catholic
16 Neville Street, Smithfield NSW 2164
ore 11.00 am. Seguirà
sepoltura al Pinegrove Memorial Park, Kington street, Minchinbury.
IN MEMORIA
Già Vice Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri e Direttore Emerito della rivista "Le Fiamme d'Argento" Nato il 16 settembre 1927 a Santo Stefano di Camastra (ME) Deceduto il 22
2022 a Roma, ITALIA Ad
coloro
con
dicembre
un mese dalla scomparsa, tutti
che lo conobbero ricordano
dolore la sua morte.
Musei gratis per gli Aire: Nicola Carè chiede la proroga del provvedimento
ROMA 13 gennaio - Prorogare anche al 2023 la possibilità per gli iscritti Aire di visitare gratuitamente i musei statali in Italia. A chiederlo è il deputato Pd eletto all’estero Nicola Carè che in una interrogazione sottoscritta anche dai colleghi Manzi e Berruto in commissione cultura e da Cristian Di Sanzo, Toni Ricciardi e Fabio Porta, hanno interpellato sul tema i Ministri della Cultura e del Turismo, Sangiuliano e Santanchè.
“In attuazione dell'articolo 1, comma 89, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, - scrive Carè nell’interrogazione- il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo consente, negli anni 2021, 2022 e 2023, nei limiti di un fondo appositamente istituito, l'accesso gratuito ai cittadini italiani residenti all'estero iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE) a musei, aree e parchi archeologici gestiti dallo Stato, a seguito di esibizione di idoneo documento comprovante l'iscrizione all'Aire”. “Una iniziativa importante e sostenuta dal Partito Democratico - evidenzia il deputato eletto in Australia - come un segnale di ri-
spetto verso gli italiani all'estero e una misura utile su entrambi i versanti, quello dei connazionali che vivono fuori e che potranno conoscere meglio l'arte e la bellezza dell'Italia e quello del nostro Paese che dall'intensificarsi dei flussi ricaverà risorse preziose per la sua ripresa”. “In questo modo - aggiunge Carè - si è voluto incentivare il cosiddetto “Turi-
smo delle origini”, che coinvolge tutte quelle persone che tornano verso il Paese di origine della propria famiglia per riavvicinarsi alle radici della propria storia familiare e culturale.
In Italia è un fenomeno in aumento, che coinvolge tra i 60 e gli 80 milioni di persone provenienti da tutto il mondo (dati EnitAgenzia nazionale del turismo); per tal motivo è stato appunto previsto nella legge di bilancio 2020 un fondo da un milione e cinquecentomila euro fino al 2023 ai sensi dell'articolo 1, comma 89, della legge 30 dicembre 2020, n. 178”, ma “con la pandemia di COVID-19, il flusso dei viaggiatori si è ridotto notevolmente a causa di tutte le restrizioni internazionali approvate e anche i cittadini Aire che sono comunque arrivati in Italia non hanno potuto usufruire appieno dell'iniziativa poiché i siti museali hanno avuto notevoli restrizioni di accesso”.
I deputati, quindi, chiedono di sapere “quanta parte del fondo previsto per l'iniziativa sia stato effettivamente speso e se ci sia la possibilità, qualora ci fosse ancora disponibilità, di prorogare oltre il 2023 l'iniziativa”.
Morta Lisa Marie Presley: stroncata da un infarto aveva 54 anni
Lisa Marie Presley è morta in seguito all'attacco cardiaco che l'ha colpita. La figlia di Elvis Presley aveva 54. Ricoverata in terapia intensiva, le era stato applicato un pacemaker provvisorio dopo aver subito un arresto cardiaco. La morte della donna è stata annunciata dalla madre Priscilla. Era stata la domestica a trovarla "priva di sensi" nel suo letto e poi l'ex marito, Danny Keough che vive con lei.
Era rientrato dopo aver accompagnato i loro figli a scuola e ha chiamato l'ambulanza.
"È con il cuore pesante che devo condividere la devastante notizia che la mia bellissima figlia Lisa Marie ci ha lasciato", ha detto la madre Priscilla Presley in un comunicato.
"Era la donna più appassionata, forte e amorevole che abbia mai conosciuto".
Appena tre giorni fa Lisa Marie Presley aveva presenziato alla cerimonia di assegnazione dei Golden Globes, e alla premiazione dell'attore Austin Butler per l'interpretazione del padre nel film "Elvis".
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