Gino Zamprioli

GINO ZAMPRIOLI

GINO ZAMPRIOLI

1 make - up artist dal 1967

GINO ZAMPRIOLI

A Gino Zamprioli, un grande uomo e un grande artista fonte di ispirzione e di vita.

2 make - up artist dal 1967

CONTENTS 01 02 03 04 05

Make Up Artist dal 1967 Biografia

5 6

Filmografia anni ‘80 C’era una volta in America (1984) Allan Quatermain e le miniere di Re Salomone (1985) L’ultimo imperatore (1987) Lo zio indegno (1989)

12 18 22 26

Filmografia anni ‘90 - 2000 Giorni di clichy (1990) 34 Genghis Khan (1992) 38 Facciamo paradiso (1995) 44 Ti voglio bene Eugenio (2001) 50 Baarìa (2009) 56 Jean Claude Van Damme

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GINO ZAMPRIOLI

4 make - up artist dal 1967

GINO ZAMPRIOLI

Make Up Artist dal 1967 Gino Zamprioli

l cinema è un’industria ed ha uno scopo ben preciso: fare spettacolo, attraverso l’illusione e la finzione. Un film non è altro che un prodotto finale di una “catena di montaggio” di vari mestieri che si uniscono per dare vita a dei capolavori. Per dare luce ad un film ci sono tre “cicli” fondamentali:

trucco finalizzato all’alterazione, a volte anche sostanziale dei tratti somatici dell’attore, attuato con la collaborazione del regista ed in stretta relazione con le esigenze di copione. L’invecchiamento, le ferite, le cicatrici, barba e baffi, deformazioni dei tratti somatici, sono gli interventi alla cui realizzazione il truccatore è chiamato.

ll ciclo economico: che racchiude il produttore, il compratore e il distributore. Il ciclo narrativo: prima di essere trasmesso in immagine il film viene scritto su carta. In principio parte da un’idea per poi diventare una sceneggiatura vera e proprio. Il ciclo esecutivo: questa è la parte nella quale collaborano più persone, le quali sono presenti giorno per giorno sul set.

Nel ciclo esecutivo è presente il Make - up Artist.

Il Make - up Artist è una figura professionale che svolge la sua attività nel campo del cinema, del teatro e della televisione. Il suo compito principale consiste nell’operare, utilizzando cosmetici di vario genere; degli interventi di trucco sul volto degli attori o dei personaggi che a vario titolo appaiono sullo schermo.

In ambito televisivo e cinematografico interviene sul volto di ogni personaggio che dovrà essere ripreso in primo piano ed il compito principale è quello di far apparire il soggetto senza la caratteristica lucidità della pelle, dovuta alla normale attività di sudorazione; in seguito attuare un make up consono ai lineamenti del soggetto e mirate a nasconderne eventuali imperfezioni. A queste competenze si aggiungono quelle dell’applicazione del trucco scenico, ovvero un 5 make - up artist dal 1967

GINO ZAMPRIOLI

Biografia di GINO ZAMPRIOLI

Nato nel 1949 a Udine, Gino Zamprioli cresce e compie gli studi a Roma, rivelando sin da bambino un notevole talento per la pittura e una predisposizione alla manualità. Dopo aver frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia, a soli diciotto anni debutta nel Cinema come Truccatore.

Tra i suoi primi lavori “I clan dei due borsalini” di G. Orlandini con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, “Il viaggio” (1974) di V. De Sica con Sophia Loren e Richard Burton, “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto” (1974) di L. Wertmuller con Mariangela Melato e Giancarlo Giannini e “Al piacere di rivederla” (1976) di M. Leto con Ugo Tognazzi.

Collabora con Damiano Damiani a “Goodbye e amen” (1977) e “L’avvertimento” (1980), con Pasquale Squitieri a “Corleone” (1977) e “Il prefetto di ferro” (1977), con Liliana Cavani a “Oltre la porta” (1982) e con Marco Ferreri a “Il futuro è donna” (1984).

Negli anni ottanta prende parte ad alcune delle maggiori produzioni Italiane e Internazionali, come “C’era una volta in America” (1984) di S. Leone, “King David” (1985) di B. Beresford, “Io e il duce” (1985) di A. Negrin, “Le miniere di Re Salomone” (1985) di J. L. Thompson, “L’ultimo imperatore” (1987) di B. Bertolucci e “Il giovane Toscanini” (1988) di F. Zeffirelli.

Sul Set de “Lo zio indegno” (1989) di F. Brusati, ritrova Giancarlo Giannini per cui realizza ancora il suo trucco in “Ti voglio bene Eugenio” (2002) di F. J. Fernàndez. Con Claude Chabrol prende parte alla produzione de “I giorni felici a Clichy” (1990), con Cinzia Th Torrini realizza “L’ombra della

sera” (1993), con Michele Soavi il film cult “Dellamorte Dellamore” (1994), con Rupert Everett, tratto dal romanzo di Tiziano Scalvi, firma il trucco di brillanti commedie come “Facciamo paradiso” (1995) di M. Monicelli con Philippe Noiret e Margherita Buy, “Cuori al verde” (1996) di G. Piccioni con Giulio Scarpati e Margherita Buy. “Tre” (1996) e “Simpatici e antipatici” (1998) diretto ed interpretato da Alessandro Benvenuti con Athina Cenci e Alessandro Gassman.

Collabora con Juan José Bigas Luna a “L’immagine del desiderio” (1997) con Olivier Martinez e con Lina Wertmuller a “Ferdinando e Carolina” (1999) interpretato da Sergio Assisi e Gabriella Pession. Altro film in costume è “Michele Strogoff, il corriere dello zar” (1999) di F. Costa con Paolo Seganti. Dopo “Il gioco di Ripley” (2002) di L. Cavani con John Malkovich e Ray Winstone, prende parte ad alcune produzioni televisive come “1809 Andreas Hofer” (2002) di X. Schwarzenberger con Tobias Moretti. Seguono “Papa Giovanni” (2002) di G. Capitani, in Edward Asner interpreta il ruolo del “Papa buono”, “Elena di Troia” (2003) di J. Kent Harrison con Sienna Guillory e Rufus Sewell e “I colori della gioventù” (2006) di G. Calderone con Giorgio Basile.

Gino Zamprioli è inoltre il Truccatore personale dell’attore belga Jean Claude Van Damme, con cui ha realizzato “Wake of death” (2004) di P. Martinez, “Second in command” (2006) di S. Fellows, “Until death” (2007) di S. Fellows, “The eagle path” (2009), diretto dallo stesso Van Damme e “Karate” (2010) di Ross. W. Clarkoson.

6 make - up artist dal 1967

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FILMOGRAFIA ANNI ‘80

1984 C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA

Quando scatta in me l’idea di un nuovo film ne vengo totalmente assorbito e vivo maniacalmente per quell’idea.

Mangio e penso al film, cammino e penso al film, vado al cinema e non vedo il film ma vedo il mio...

Non ho mai visto De Niro sul set ma sempre il mio Noodles.

Sono certo di aver fatto con lui “C’era una volta il mio cinema” più che “C’era una volta in America”.

Sergio Leone

02 GINO ZAMPRIOLI

Nella prima foto da sinistra verso destra: Sergio Leone, Robert De Niro e Gino Zamprioli.

Nella foto successiva durante le riprese di C’era una volta in America.

Once upon a time in America 1984

Nel 1984 Gino Zamprioli prende parte per il film Once Upon a Time in America, un film diretto da Sergio Leone con Robert De Niro, James Woods e Elizabeth McGoven. Tratta dal romanzo di Harry Grey The Hoods del 1952, la pellicola narra, nell’arco di più di quarant’anni (dagli anni venti ai sessanta), le drammatiche vicissitudini del criminale David “Noodles” Aaronson e dei suoi amici nel loro progressivo passaggio dal ghetto ebraico all’ambiente della malavita organizzata nella New York del proibizionismo e del post-proibizionismo.

Presentato fuori concorso al 37° Festival di Cannes, è il terzo capitolo della cosiddetta trilogia del tempo. Malgrado lo scarso successo di pubblico alla sua uscita, col passare degli anni è stato definito unanimemente come uno dei film più belli di sempre, posizionandosi quasi sempre nelle classifiche dei film preferiti di pubblico e di critica.

La sceneggiatura del film è frutto di un lavoro lunghissimo che copre un arco di tempo di circa 12-13 anni. Infatti, fin dall’uscita di Giù la testa, il regista iniziò a progettare di realizzare un gangster movie ambientato nell’America dei primi del Novecento. Gli ostacoli furono innumerevoli, e su tutti il più importante fu che lo stesso regista non aveva in mente una trama precisa per poter scrivere in modo continuativo la sua sceneggiatura. La trama definitiva venne in mente al regista solo alla metà degli anni settanta, quando lesse il romanzo The Hoods di Harry Grey. Leone rimase molto colpito dal libro e scelse di trarne ispirazione per il suo film, arrivando a definire quella come la trama che andava cercando oramai da un decennio. Avendo a disposizione un budget elevato Sergio Leone si avvalse di un cast misto, composto da grandi stelle internzionali e da attori debuttanti o poco conosciuti.

Le riprese inziarono il 14 giugno 1982 e terminarono quasi un anno dopo: il 22 aprile 1983. Durante il periodo di riprese la lavorazione proseguì senza grossi intoppi o problemi, se non le difficoltà legate a organizzare i grandi spostamenti che l’intera troupe era costretta ad affrontare per raggiungere le varie location.

Infatti per poter girare nelle migliori condizioni Leone girò in lungo e in largo per gli USA, vagando dal quartiere Brooklyn di New York al New Jersey per poi andare in Florida e varcare i confini nazionali per poter riprendere alcune sequenze nella regione del Québec in Canada.

La troupe si spostò anche in Europa: in Francia a Parigi ma soprattutto in Italia.

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Il cast è davvero di livello straordinario: il protagonista ha il volto di Robert De Niro, uno degli attori più talentuosi degli ultimi cinquant’anni. In questo film ha regalato al suo pubblico una delle sue migliori performance. Il film inizia e finisce nel 1933, con Noodles (Robert De Niro) che si nasconde in una fumeria d’oppio. Poiché l’ultima scena del film raffigura Noodles sorridente, immerso nei fumi dell’oppio, alcuni interpretano la storia come un sogno o una fantasia indotta dalla droga, con Noodles che ricorda il suo passato e immagina il suo futuro. Durante le riprese del film De Niro viene truccato da Gino Zamprioli.

Notevoli modifiche avvengono sul volto dovute all’invecchiamento dell’attore mostrando così il passare degli anni.

Al suo fianco recita il grande James Woods, noto attore statunitense, anche lui protagonista, invecchiato. Notevole è il talento che contraddistinge questi attori.

Infine, la presenza della bellissima attrice Elizabeth McGovern, splendida interprete e protagonista.

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1985

ALLAIN QUATERMAIN E LE MINIERE DI RE SALOMONE

GINO ZAMPRIOLI

Allan Quatermain e le miniere di Re Salomone 1985

A cento anni dalla pubblicazione del romanzo (1885) Allan Quatermain e le miniere di Re Salomone di H. Rider Haggard, esce il film diretto dal regista J. Lee Thompson. Allan Quatermain, è ingaggiato da una ragazza per ritrovare suo padre, archeologo, disperso in Rhodesia. Lo rintracciano; poi si innamorano e trovano anche la miniera di diamanti di Re Salomone, ma si prendono le briciole e tornano a casa.

Il film riadatta la trama del romanzo del 1885 in modo più libero di quanto facesse la precedente versione filmica del 1950. Anche qui il personaggio maschile di sir Henry Curtis presente nel romanzo è sostituito da una bella coprotagonista femminile così da fornire spunti romantico-sentimentali alla vicenda, mentre il terzo compagno europeo della spedizione originale, il Capitano Good, è del tutto assente, dando maggiore risalto alle avventure della coppia di protagonisti in stile Indiana Jones.

Il film introduce invece nella vicenda due nuovi antagonisti per Allan Quatermain, l’arabo Dogati e il colonnello tedesco Bockner.

Nel romanzo erano del tutto assenti anche i cannibali, i coccodrilli e gli uomini a testa in giù Obugua. Il malvagio Twanga, re del Kukuanaland nel romanzo, viene sostituito da una perfida ma affascinante regina, Gagoola, che invece nella storia originale era una vecchia strega repellente e decrepita. Sharon Stone appare subito nella storia ed è pronta ad essere in quasi ogni fotogramma del film, insieme al coprotagonista Richard Chamberlain.

Allan Quatermain e le miniere di re Salomone è stato trattato malissimo in Italia, distribuito pochissimo – scarsa vita in VHS Multivision, la Stormovie

(buonanima) lo porta in DVD dal 13 aprile 2001, ristampandolo il 28 gennaio 2005: in TV ha avuto una carriera molto esigua, rispetto al suo orripilante seguito, ma è ancora una pellicola simpatica che si lascia vedere, sempre con l’ottica che sta facendo il verso ad Indiana Jones.

Gino Zamprioli si occupò del make-up e degli effetti speciali, lavorando con una giovane Sharon Stone e con Richard Chamberlain.

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In un momento di pausa, con Sharon Stone che interpretò Jesse Huston

Fase di ritocco a Sharon Stone con accanto gli indigeni truccati

Con Richard Chamberlain fuori dal camper del reparto make up

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Credete che un uomo possa tornare ad essere Imperatore?

Aisin-Gioro Pu Yi a Mr. Johnston

1987 L’ULTIMO IMPERATORE

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L’ultimo imperatore 1987

L’ultimo imperatore (The Last Emperor) è un film epico e biografico del 1987, diretto da Bernardo Bertolucci. Il soggetto trae spunto da Sono stato imperatore, l’autobiografia di Pu Yi. Colossal di successo mondiale, segnò una svolta decisiva nella carriera del regista e ricevette un vasto numero di riconoscimenti, tra cui nove Oscar e nove David di Donatello.

Il regista Bernardo Bertolucci ha proposto il film al governo cinese come uno dei due possibili progetti; l’altro era un adattamento di La condizione umana di André Malrux. Gli sceneggiatori ignorarono nella stesura l’omosessualità del personaggio di Pu Yi, scatenando la protesta dopo la prima proiezione della comunità gay.

Per il ruolo dell’imperatore adulto fu scelto l’attore Jhon Lone, nato a Hong Kong e formatosi all’Opera di Pechino, considerato adatto per incarnare la raffinatezza e la decadenza sensuale del personaggio. Per l’attrice Joan Chen, che interpretava la moglie Wang Jung, le riprese del cinema significarono il ritorno alla terra natale, dove a quattordici anni aveva interpretato Youth, film che aveva lanciato la sua carriera.

Il film ha ricevuto il rarissimo permesso, soprattutto per un regista non cinese, di fare le riprese entro le mura della Città Proibita, dove gran parte della vita di Pu Yi ha avuto luogo, divenendo di fatto di primo film occidentale in cui si mostra l’autentica ambientazione della corte imperiale cinese. In previsione del film Bertolucci arruolò circa ventimila comparse e trecento tecnici italiani, inglesi e cinesi, che lavorarono sul set per circa sei mesi. Il blocco di riprese totali ebbe luogo tra il 28 luglio 1986 e il 30 gennaio 1987. Oltre che la Cina, a Pechino, le riprese si sono svolte anche negli studi di Cinecittà a Roma.

Il film grazie ai notevoli incassi e al trionfo alla notte degli Oscar segnò

una sorta di riscatto dei film storici, o del cinema - spettacolo nella tradizione di Cecil B. DeMille. Il film uscì in Italia il 23 ottobre 1987 e negli Usa il 18 novembre. Gli incassi furono notevoli: la pellicola raggiunse quasi 44 milioni di dollari negli Stati Uniti, e in totale incassò oltre 78 milioni di dollari. Nel film ci fu un’esattezza storica, nella realtà Pu Yi, Nome di Famiglia, (Hsüan T’ung - Nome Imperatore) fu incoronato all’età di due anni, mentre nella pellicola a tre.

Il film andò in onda in versione estesa, in prima visione televisiva italiana, il 17 e il 18 dicembre 1989 alle ore 20:30 su Rai 1; la seconda parte fu inserita all’interno dell’ultima puntata del programma Terre lontane, ideato e condotto da Enzio Biagi, che in tale occasione intervistò anche l’ultima moglie di Pu Yi.

22 make - up artist dal 1967

Gino Zamprioli tra le strade in Cina durante le riprese del film

1989 LO ZIO INDEGNO

Per lui il divertimento è una parola di quattro lettere...VITA!

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Lo zio indegno 1989

Lo zio indegno è un film Italiano del 1989, una commedia diretta dal regista Franco Brusati, con protagonisti Vittorio Gassman e Giancarlo Giannini. Il film è tratto da una storia di Franco Brusati e Leonardo Benvenuti.

Zio e nipote si incontrano dopo anni: sono due sconosciuti e molto diversi per indole ed abitudini. Il nipote è un uomo d’ordine tiepido e convenzionale, lo zio è una specie di zingaro libero e scapestrato.

Il nipote gli sistema la casa, che lo zio teneva in uno stato di enorme disordine, e che ora per sbadataggine fa andare a fuoco. Ma, tra equivoci ed arrabbiature, pure questo parente affascina il nipote, che intravvede la possibilità di una vita meno condizionata, più originale.

Lo zio indegno fu presenato nel 1989 al Festival di Montreal e fu premiato Vittorio Gassman al Nastro d’argento nel 1990 come miglior attore protagonista.

26 make - up artist dal 1967

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Stefania Sandrelli

Vittorio Gassman

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Vittorio Gassman, Stefania Sandrelli e Giancarlo Giannini.

FILMOGRAFIA ‘90/2000

1990 GIORNI FELICI A CLICHY

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Giorni felici a Clichy 1990

Giorni felici a Clichy è un film drammatico - erotico francese del 1990, diretto da Claude Chabrol, tratto dall’omonimo libro di Henry Miller, Giorni tranquilli a Clichy (Quiet days in Clichy).

Nella Parigi libertina e decadente degli anni Trenta, Joe (Andrew McCarthy), un ragazzo americano con ambizioni letterarie, stringe amicizia con Carl (Nigel Havers), giovane fotografo polacco. Insieme frequentano bordelli e si danno a vizi e divertimenti ma la guerra incombe minacciosa sull’Europa.

Il regista francese, Claude Chabrol, si basa su un breve romanzo ambientato a Parigi che narra delle prime vicende sentimentali e sessuali dello scrittore nel vecchio continente.

34 make - up artist dal 1967

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Provino non completo, make - up eseguito per metà viso

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1992 GENGHIS KHAN

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Genghis Khan 1992

Genghis Khan è un film del 1992, le cui riprese iniziarono l’anno prima in Kirghizistan sotto la regia del russo Tolomush Okeyev.

Nonostante lo sforzo economico dell’investimento (circa 50 milioni di dollari), la pellicola non superò le prime fasi di produzione e una nuova sceneggiatura (che prevedeva una parte sull’infanzia di Genghis Khan) venne affidata alla regia del britannico Peter Duffell, per poi passare presto ad un terzo ed ultimo regista, Ken Annakin, alla sua ultima regia.

Ma anche queste riprese furono interrotte, questa volta a causa del Putsch di Mosca e del conseguente crollo dell’Unione Sovietica: i numerosi attori (tra cui Charlton Heston) vennero richiamati dalle rispettive ambasciate e si provvide a farli rientrare in patria.

Sono stati girati più di 160.000 metri di pellicola. La post produzione non è mai stata completata.

Nel 2010 i diritti furono rilevati dalla Madison Motion Pictures Group, che provvedendo alla post produzione della serie Tv di 6 ore e del film di 2 ore, uscirà con il titolo Genghis Khan: The Story of a Lifetime.

38 make - up artist dal 1967

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1995 FACCIAMO PARADISO

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Facciamo paradiso 1995

Facciamo paradiso è un film del 1995 diretto da Mario Monicelli, liberamente tratto da uno dei racconti Vite di uomini non illustri di Giuseppe Pontiggia. L’opera delinea un ritratto della società Italiana a partire dal secondo dopoguerra, anche immaginandone gli sviluppi fino al 2011, nel raccontare la vita delle protagoniste, attraverso gli eventi che hanno fortemente caratterizzato e modificato i rapporti sociali nell’ultima metà del XX secolo, visti e vissuti in un’ottica femminile. Il film ebbe valutazioni poco favorevoli da parte della critica cinematografica che sottilineò la superficiale trattazione dei temi politici, particolarmente del ‘68 e del femminismo. Margherita Buy, non entra mai nel personaggio di Claudia, spesso si nota la sua estraneità nella scena. Nel ruolo di Claudia Bertelli andava cercata sicuramente un’attrice più adatta e forse più giovane, mentre la Buy è risultata troppo superficiale. Meglio Lello Arena nel ruolo dell’amico bruttino e innamorato di lei, sofferente per l’amore non corrisposto. Philippe Noiret nella parte del padre di Claudia è discreto, forse sprecato per il suo immenso valore artistico.

Il film uscì il 22 dicembre 1995 in tutte le sale italiane.

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Lello Arena Margherita Buy

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2002 TI VOGLIO BENE EUGENIO

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Ti voglio bene Eugenio 2002

Ti voglio bene Eugenio è un film del 2002 diretto da Francisco José Fernandez, con Giancarlo Giannini e Giuliana De Sio. Nel 2002 Giancarlo Giannini vince il David di Donatello come migliore attore protagonista. Il film racconta di un uomo down amato da due ragazzine, una delle due muore perchè malata da tempo e l’altra parte, per tornare poi verso l’età di 40 anni. I due ritrovano i loro ricordi e il loro amore.

Il film è girato in Puglia, in particolare nella città di Foggia. Si riconoscono i giardini ed il porticato della Villa Comunale, la cupola del palazzo dell’Acquedotto Pugliese. Un altra location è Lucera.

“Ti voglio bene Eugenio” strapperà un numero di biglietti a dir poco esiguo rispetto a quello che avrebbe potuto fare se solo fosse stato venduto anni orsono alla TV. La televisione come legittima cassa di risonanza di un argomento socio-assistenziale, ma la televisione anche come giusto contenitore di una struttura filmica.

Il regista tratta la materia con un amore misurato, ma proprio questo amore lo porta a vette di lirismo a volte dure da accettare. La musica classica che, con applauso finale sottolinea che un piatto di pasta cucinato da un down è anch’essa un’opera, la recitazione la De Sio, sopra le righe di un pentagramma recitativo che sfiora il parossismo, e i ripetuti flashback sofferenti di uno schematismo che si insinua tra le pieghe già spalancate da una messinscena che non si risparmia, sono il bollettino di uno share televisivo da prima serata di tutto rispetto.

Una regia “teleavvisiva” che gioca su un’amplificata recitazione dei personaggi negativi atta a risaltare l’angelica bonarietà del down Giancarlo Giannini.

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Giuliana De Sio e Gino Giuliana De Sio e Giancarlo Giannini

2009 BAARìA

Baarìa è un suono antico, una formula magica, una chiave.

La sola in grado di aprire lo scrigno arrugginito in cui si nasconde il mio film più personale.

Una storia divertente e malinconica, di grandi amori e travolgenti utopie.

Una leggenda affollata di eroi...

Baarìa è anche il nome di un paese siciliano dove la vita degli uomini si dipana lungo il corso principale.

Ma percorrendole avanti ed indietro per anni, puoi imparare ciò che il mondo intero non saprà mai insegnarti.

Giuseppe Tornatore

GINO ZAMPRIOLI

Nella prima foto la famiglia Torrenuova al completo.

Nella foto successiva una scena del film.

Baarìa 2009

Baarìa è un film del 2009 scritto e diretto da Giuseppe Tornatore. Il film ha inaugurato la 66a Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Il 15 dicembre viene annunciata la sua candidatura al Golden Globe 2010 come miglior film straniero, dove ottiene la nomination, ma non vince. Il film ha ottenuto 14 candidature ai David di Donatello 2010, conquistando il David Giovani e il premio per la colonna sonora, l’ottavo David di Donatello per il miglior musicista vinto da Ennio Morricone. È stato premiato ai Nastri d’argento 2010 con il Nastro dell’anno, come film che rappresenta nella sua eccezionalità il “caso” artistico e produttivo dell’annata. Il film racconta la vita nel comune palermitano di Bagheria (Baarìa in siciliano) a partire dagli anni trenta fino agli ottanta circa seguendo la storia di una famiglia per tre generazioni. Lo sviluppo cronologico del film consente al regista di disseminare riferimenti a cosa nostra, al fascismo ed alle lotte sociali post-belliche.

Le principali ambientazioni sono state filmate nel comune di Bagheria, in provincia di Palermo. Altre scene sono girate in vari set in Tunisia, ricostruendo l’antica Bagheria vicino a un sobborgo di Tunisi.

Il film, a causa dell’uso stretto del siciliano nella variante bagherese in cui è stato girato, è stato doppiato in italiano dagli stessi attori, per evitare l’aggiunta dei sottotitoli al di fuori della Sicilia.

La pellicola ha incassato al botteghino in Italia 10.525.000 € ed è costato 28 milioni di euro. Sul film vi sono state diverse critiche relative alla produzione, per parte da Medusa. Silvio Berlusconi, proprietario al tempo della realizzazione del film della casa produttrice, dichiarò la sera antecedente alla prima proiezione alla Mostra di Venezia che Baarìa fosse un capolavoro; tale giudizio non fu bene preso da una parte della

critica, la quale prese aspre posizioni nei confronti del film, tra le quali l’accusa; definita non vera dal regista, di non parlare in esso ovviamente di mafia. Un’altra critica al film fu rivolta agli incassi, ritenendo che il film fosse andato male: circolò la leggenda che siccome era costato troppo, racconta Tornatore, non c’erano soldi per finanziare i film di altri registi, molti dei quali troncarono i rapporti con lui. A fronte di un budget stimato di 28 milioni di dollari, il film ha incassato solo in Italia circa 10 milioni di euro. Il 25 settembre 2009 è stata pubblicata la colonna sonora del film, intitolata Baarìa, composta da Ennio Morricone e prodotta e distribuita da RTI. Le musiche della colonna sonora di Baarìa sono state eseguite dall’orchestra Roma Sinfonietta.

Il film ha ottenuto diverse candidature, ma ha ottenuto pochi riconoscimenti. Il mancato riconoscimento agli Oscar si dovrebbe a detta del regista - perché era uscito un articolo in cui il presidente di Medusa, Carlo Rossella, parlando del meccanismo di Hollywood, dipinse i votanti come gente anziana, pensionati.

Gino Zamprioli ottenne la Nomination Miglior Trucco ai David di Donatello del 2010.

56 make - up artist dal 1967

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Francesco Scianna nel ruolo di Giuseppe “Peppino” Torrenuova, interpretato dall’infanzia fino alla vecchiaia. Invecchiamento sviluppato meticolosamente, ripercorrendo ogni decennio e soffermandosi nei minimi particolari. Evidenti le espressioni sul viso e i denti che vengono modificati con il passare del tempo.

58 make - up artist dal 1967

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Raul Bova nel ruolo di un giornalista romano. Applicata sul suo viso la barba a pelo grazie all’utilizzo del mastice, in modo da applicare poi singolarmente i peli sul viso.

59 make - up artist dal 1967

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60 make - up artist dal 1967

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Valentino Picone, Francesco Scianna e Salvatore Ficarra

Enrico Lo Verso e Gino

Gino con Francesco Scianna

Gino e Raul Bova

62 make - up artist dal 1967

MAKE UP ARTIST

Mr.Jean Claude Van Damme

JCVD 2004/2017 Jean Claude Van Damme

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Jean Claude Van Damme 2004 - 2017

Jean Claude Van Damme è un attore, regista, sceneggiatore, produttore cinematografico, culturista e artista marziale belga.

Da bambino era di costituzione gracile e all’età di 10 anni il padre lo iscrive ad un corso di Karate Shotokan tenuto dal maestro Claude Goetz mentre a 12 anni inizia a praticare sollevamento pesi. Il giovane Van Damme si appassiona così alle arti marziali, ottenendo la cintura nera di Karate. Su consiglio del maestro, a 16 anni inizia a studiare per 5 anni anche danza classica per perfezionare l’elasticità fisica e a 18 anni apre la sua prima palestra, la “California Fitness Center”.

Oltre al Karate, Van Damme passa successivamente allo studio di Taekwondo stile WTF guadagnandosi una cintura rossa. Kickboxing e Muay thai. Van Damme realizzò un successo nazionale in Belgio come artista marziale e culturista, guadagnandosi il titolo di culturismo di “Mr. Belgium Junior-Overall Winner 1978-1979”.

Jean-Claude Van Damme è considerato un’icona culturale in Belgio.

Insieme a Audrey Hepburn, Van Damme è uno dei più famosi belgi ad essere entrato nell’industria Hollywoodiana.

Emigrò negli Stati Uniti nel 1982 per intraprendere la carriera di attore, realizzando un successo con Senza esclusione di colpi (1988), basato sulla vera storia di Frank Dux. Raggiunse diversi successi in termini di incasso, in particolare con Timecop (1994), che ebbe un incasso internazionale di oltre 100 milioni di dollari statunitensi, divenendo il suo film più riuscito dal punto di vista finanziario.

Gino Zamprioli inzia a lavorare con Jean Claude Van Damme nel 2004 con il film Wake of Death.

Nel 2009, dopo aver rifiutato una parte nel film di Sylvester Stallone I mercenari - The Expendables, è stato presentato il trailer di The Eagle Path, interamente scritto, girato, prodotto e interpretato dallo stesso Van Damme. Il film ha trovato una sua distribuzione statunitense solo nel 2017 con un ritardo di ben 9 anni dal termine delle riprese, per problemi di post-produzione e con il titolo cambiato in Full Love.

Il 17 agosto 2012 è uscito il film I mercenari 2, dove interpreta il ruolo del cattivo di turno. A seguito di questo progetto, Van Damme ritorna a recitare come principale interprete nelle pellicole d’azione.

68 make - up artist dal 1967

GINO ZAMPRIOLI

69 make - up artist dal 1967

Nel 2013 ha realizzato uno spot pubblicitario per la Volvo Trucks dove si cimenta nella sua famosa spaccata tenendosi in equilibrio tra due specchietti retrovisori di due autocarri Volvo che vanno in retromarcia.

GINO ZAMPRIOLI

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PROGETTO GRAFICO: ALICE MARTINAZZOLI Nasco a Esine (BS) nel 1995. Da sempre grande appassionata di grafica e comunicazione, intraprendo questo percorso scolastico nel 2015. Dopo un confronto con Gino, ho deciso di impaginare questo libro per omaggiarlo della sua professionalità e carriera.

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MAKE UP ARTIST GINO ZAMPRIOLI

Nasce a Udine nel 1949 a soli diciotto anni debutta nel Cinema come Truccatore.

Lavora con grandi artisti come Vittorio De Sica, Sophia Loren e Giancarlo Giannini.

Nel 2010 vince il premio David di Donatello come miglior truccatore per il film: Baarìa. Dal 2004 è il truccatore ufficiale di Jean Claude Van Damme.

DOCENTE: Paola Mucciarelli FOTOGRAFI: Gino Zamprioli, Tonino Delli Colli, John Cabrera, Enrico Lucidi ANNO ACCADEMICO: 2016/2017 SCUOLA INTERNAZIONALE DI COMICS - BRESCIA RINGRAZIAMENTI: Ringrazio Gino Zamprioli per il materiale fornito e per la sua disponibilità alla realizzazione di questo volume © Le immagini di questo libro sono state utilizzare per scopi didattici.

Immagini coperte da diritti di copyright, in nessun caso possono essere riprodotte o memorizzate.

COVER: Gino Zamprioli backstage