12 minute read

Nei dintorni di Gussago: la Val Voliera

Fra Gussago e Brione (rf)

Fossa di Gussago metri 214 Cascina Baita metri 397 Roccolo Chinelli metri 560 Cascina Lumini metri 707 Aquilini metri 594 Barche metri 617 Dosso dei Cugni metri 599 Tesa di Sopra metri 458 Tempo previsto ore 4,30

Advertisement

Meta dell’escursione settimanale sono i rilievi che a ferro di cavallo attorniano la valle che da Gussago, passando per Cavezze, porta a Brione. Attraversata Gussago, ci portiamo con la macchina verso la frazione Piè del Dosso; una breve deviazione a destra ci conduce all’antica Pieve di S. Maria, che merita senz’altro una visita. Dalla Pieve si prosegue sulla strada per Brione, ma appena sottopassata la superstrada, ci arrestiamo e parcheggiamo in un piazzaletto in loc.l Fossa. Zaino in spalla, seguiamo a destra e solo per breve tratto la via Fossa; infatti, appena sorpassato un grosso muraglione e poco prima che la strada s’immetta sulla superstrada, si devia a sinistra lungo una stradina cementata che in buona pendenza, cosa che giova subito a scaldare i muscoli, si alza sul monte della Rocca e con un paio di lunghi tornanti, si porta alla cascina la Baita (m. 397), posta su un verde pianoro, panoramicamente ben disposto in vista della sottostante Cavezze, della valle Faido e di una vasta porzione di pianura, con tanti paesi e cascine disseminate nei campi. Il sentiero che continua, compie un largo giro verso destra, segnalato con qualche vecchia striscia rossa e raggiunge l’ex roccolo Chinelli (m. 560 – ore 0,50), circondato da tanti roveri e posto su un panoramico dosso a cavallo tra le due valli. Il cammino si fa più comodo per la diminuita pendenza e si sale in direzione di un primo traliccio (con il n. 28), da dove si continua col sentiero di destra. In uno spazio erboso avente al centro un monco albero, vista verso il poco più basso ex Convento di Camaldoli. Il sentiero sbuca poi su un tornante della stradina che sale appunto dai Camaldoli, che però non va seguita in quanto procederemo sulla larga mulattiera di sinistra che in piano, passato accanto ad una pozza raggiunge i bei prati del Quadrone, dove s’immette su una larga stradina che conduce alla cascina Lumini (m. 707 – ore 0,40-1,30). Poco più avanti si raggiunge un bivio dove si lascia a destra la stradina che sale verso la Sella dell’Oca e continuando su un’altra stradina che prosegue a sinistra, inizialmente piana e poi in discesa, che traversa lungamente sotto le pendici occidentali del Monte Magnoli (m. 877), con largo panorama verso la sottostante valle Cristò percorsa dalla strada Gussago-Brione e la di fronte bassa cresta che va dalla testata della valle verso la Colma Alta (m. 673) ed il monte Colmetto (m. 615). Ad un primo bivio si lascia a sinistra la stradina che si abbassa alle cascine Riviere e poi alle Civine ed al Caricatore, luoghi di odorosi spiedi; al secondo bivio che segue poco dopo, si prosegue invece a destra ed in leggera salita, per poi portarci sulla strada Aquilini Magnoli-Sella dell’Oca, che seguiremo a sinistra e in discesa, attraverso una bella pinetina, con vista verso gli sparsi abitati di Brione, fra i quali emerge a fil di cielo l’imponente chiesa di S. Zenone. La strada si fa asfaltata e passando fra tante villette scende ad Aquilini (m. 594 – ore 1-2,30), minuscolo gruppo di case in solatia posizione; dove alla trattoria Rubens, sarà possibile consumare un ottimo pasto. Ancora due passi e saremo sulla strada provinciale, che seguiremo a sinistra per breve tratto e sino al trivio con la Santella della Croce, dove continueremo sull’asfaltata via Barche, che in leggera salita, scorrendo poco sotto il Dosso Bedoletto (m. 625) e la Colma Alta (m. 673), con vista ora anche verso la valle di Ome, si porta a Barche (m. 617, ore 0,30-3), altro piccolo agglomerato di rustiche case, strette attorno alla loro minuscola chiesetta.

Subito dopo Barche, e nei pressi di una pozza, si continua sulla piana stradina di sinistra fra alti castagni, che passata da poco sotto il Colmetto (m. 615), raggiunge il Dosso dei Cugni (m. 599), per abbassarsi al cascinale della Tesa di sopra (m. 458), che ha vicino una grande e bella casa padronale, il tutto però in un desolante abbandono. Si prosegue ora su una mulattiera, che subito lascia a destra un tratto che si abbassa a Padergnone di Rodendo-Saiano, e continuando la discesa, si passa per la cascina della Tesa di sotto (m. 407). Al bivio che più avanti si va ad incontrare, si segue il sentiero di sinistra e rasentata la modesta elevazione del monte Breda (m. 380), ad un nuovo bivio si continua a destra in modica salita per poi piegare a sinistra lungo un sentiero che si abbassa nel bosco poco sotto il crinale, con vista sulla sottostante Cavezze e del percorso fatto in mattinata. Al termine della discesa e prima di una salitella che porta in… terreno privato (un comodo permissivismo ha qui concesso la chiusura di una mulattiera in uso da secoli), s’ha da seguire un sentierino che s’abbassa ripido nel bosco, traversandolo prima a sinistra e poi a destra; sorpassata la galleria di una cava, sbocca alla fine sull’asfaltata via Follo che riconduce alla macchina lasciata alla Fossa (ore 1,30-4,30).

Da Navezze di Gussago a Quarone (fc sb)

Navezze di Gussago metri 200 Quarone di mezzo metri 763 Monte Quarone metri 782 Tempo previsto ore 2,45

Dalla frazione di Gussago, Cavezze, si lascia l’auto nei pressi dello svincolo della tangenziale che va in Val Trompia. Da Cavezze (m. 200 circa), pochi metri prima dello svincolo della tangenziale si prende una stradina assolata ed asfaltata (segnalazioni su frecce nero-grigie) che risale verso Nord con alcuni tornanti circondati da bassa vegetazione. Di fianco ad una villetta si entra nel bosco: la stradina diventa un sentiero terroso, ben marcato, con radi segni bianco-rossi. Si prosegue all’ombra della vegetazione; si arriva ad un bivio dove una freccia indica, a sinistra, per Faido. Teniamo la destra e continuiamo a risalire nel bosco, all’incirca sul crinale: superiamo un roccolo con una costruzione in pietra, superiamo una diruta baita e poi un altro roccolo (Dosso dei Roccoli) e puntiamo in direzione di un traliccio delle linee elettriche. Raggiunto il traliccio incrociamo una strada sterrata (che sale all’ex convento dei Camaldoli) dove ci sono alcune segnalazioni del 3V. Seguiamo la stradina verso sinistra fino a che, sulla destra, non incontriamo un segno bianco-rosso dipinto su un masso, vicino ad un piccolo ometto: un sentierino si inoltra nel castagneto e ci porta ad una bella pozza d’acqua circondata dagli alberi. Da qui si dipartono, in numerose direzioni, stradine e sentieri. Noi prendiamo una stradina che va a destra (la più alta fra quelle che si dipartono alla nostra destra) e raggiungiamo la cascina Quadrone di Mezzo (m. 763), ai piedi di alcuni verdi e tondeggianti dossi da dove si gode un magnifico panorama sulla pianura Padana (ore 1,45). Da qui la stradina scende: alcuni tornanti possono essere tagliati con discese in mezzo al fogliame del sottobosco; si raggiunge il bivio con ometto e segno bianco-rosso dove avevamo abbandonato la stradina; si raggiunge più giù il traliccio vicino al quale sbuca il sentiero che sale da Navezze e si continua per la stradina a destra, in discesa, fino a raggiungere un cancello, sempre aperto, con un grosso segno bianco-azzurro su un lato, che immette sulla strada asfaltata che sale dalla tangenziale all’ex convento Camaldoli. Si continua la discesa prendendo, a destra, la strada asfaltata; si cammina avendo davanti l’immagine del santuario della Stella, circondato da alti e severi cipressi, e si raggiunge la tangenziale. Si piega a destra e si cammina a fianco di essa, protetti da un basso muretto, fino a Cavezze (ore 1-2,45).

Sulle colline di Franciacorta (fc)

Da Navezze fino a raggiungere attraverso i roccoli la Valle del Faido

Quando la nebbia imperversa in pianura, non occorre andar molto lontano per incontrare il sole. Basta una tranquilla passeggiata sulle colline della Franciacorta. Si parte da Navezze di Gussago. Prima di uscire dalla piccola frazione, in direzione Brione, si incontra a destra una stradina con frecce segnaletiche. Parcheggiata l'auto ci si incammina incontrando subito dopo un bivio con frecce segnaletiche e si va a sinistra. Poche decine di metri e ad un altro bivio (senza frecce) si tiene la destra e ci si infila nella ombreggiata Valle del Faido. Raggiunta una teleferica, a destra, parte un comodo sentiero reso ancora più agevole dalla presenza di cavi metallici. Si sale a zig-zag nel bosco. Ad un nuovo bivio la freccia «Faido» indica di andare a destra e, superati un paio di canali di cui il secondo su un ponticello in legno, si raggiunge la sorgente dove l'Ana di Gussago ha realizzato tavolini, panche, un fuoco e una griglia per il ristoro degli escursionisti. D'obbligo gustare l’acqua della fresca fontanella. Il sentiero ora continua sulla destra; supera di nuovo, più in alto e su un altro ponticello in legno, il canale e raggiunge una strada sterrata semipianeggiante. La si segue a destra e s'arriva nei pressi d'un panoramico ed assolato roccolo dove s'ammira la sottostante piana che ospita Gussago mentre lo sguardo si spinge sino alla pianura e, nelle belle giornate, alla catena appenninica. Da qui, a sinistra, un sentiero segnalato sale deciso nel bosco offrendo la vista delle belle colline della Stella e della Santissima. Si supera un altro roccolo e si raggiunge una diroccata cascina che si può aggirare a destra su stradina o a sinistra su sentiero nel bosco. In entrambi i casi s'arriva in pochi minuti ad un altro roccolo con una caratteristica costruzione in pietra. Lasciata a destra la strada sterrata si prosegue lungo un sentiero a sinistra (bolli gialli) che s'inerpica su per un crinale dal quale appaiono le massicce forme del Monte Maddalena e del Monte Dragoncello. Si arriva all'ennesimo roccolo (non a caso questo crinale si chiama «Dosso dei Roccoli») posto a circa 630 metri di quota alla testata della Valle del Faido. Qui s'abbandona il crinale per prendere a sinistra (frecce per S. Martino e Navezze) una strada a mezzacosta che più avanti diventa sentiero ed attraversa con numerosi saliscendi l'intera testata della Valle del Faido. Si scende poi ad un bivio dove si ignorano i meno marcati sentieri di destra e di sinistra e dove si prosegue diritti (frecce) passando al di sotto d'un traliccio immerso nel verde. Si continua nella discesa, a tratti ripida mentre le sottostanti case di Navezze s'avvicinano sempre di più. Si raggiunge così il fondo della Valle del Faido e si ritorna sulla stradina dove avevamo lasciato l'auto.

Escursione buona per tutte le stagioni (436)

Nei dintorni di Gussago: la Val Voliera

Un caratteristico sentiero recuperato dal Comune

Una piacevole, facile e breve camminata sulle colline di Gussago alla scoperta dei segreti della Val Volpera, il cui nome tradisce l’antica presenza di volpi. Il «Sentiero della Val Volpera» è stato recuperato e segnalato lo scorso anno dal Comune di Gussago ed è percorribile in tutte le stagioni. Particolarmente suggestivo in questo periodo, nelle giornate in cui Gussago e la città sono avvolte dalla nebbia mentre la parte alta del sentiero è invece baciata dai raggi del sole. Si parte dalla frazione di Piedeldosso, vicino alla bella chiesa di Santa Maria. Poco più avanti si imbocca via Sovernighe (frecce per Val Volpera) percorrendo una elegante strada tra le case che, più avanti, prosegue sterrata e passa sotto la tangenziale. Subito dopo, a 195 metri di quota, s’incontra un bivio dove lasciamo a sinistra il sentiero che risale la Val di Cascina Rocca (lo percorreremo al ritorno). Continuiamo a destra sulla stradina che passa accanto ad un alto muro di pietre e, poco più avanti (freccia), si prende a sinistra un sentiero che si infila deciso in Val Volpera. Si percorre la sinistra della valle, si attraversano vari canali e poi, con una serie di zigzag nel bosco, si raggiunge un bivio. Si lascia a destra un sentiero secondario non segnalato, si passa accanto ad una panchina che invita a concedersi qualche attimo di riposo e si supera il letto, quasi sempre secco, di un torrente dalle rocce straordinariamente incise dal millenario passaggio delle acque. Caratteristiche le conformazioni di maiolica intarsiate da noduli di selce. Inizia qui una lunga traversata verso sinistra; innumerevoli saliscendi attraversano il bosco e superano alcuni vecchi ammassi di pietre localmente chiamati Murache. Sono i resti di muretti medievali a secco che un tempo delimitavano i vigneti che crescevano rigogliosi su questo angolino di montagna e che oggi hanno lasciato il posto ad arbusti, erbe, rovi e faggi. Alcuni di questi muri sono più vasti di altri tanto che si è pensato che, in tempi antichi, potessero essere veri e propri muri di difesa, ipotesi però che non convince i più. A circa 430 metri di quota si supera il punto più elevato e, con un’altra serie di saliscendi, si raggiunge una panchina particolarmente panoramica dove lo sguardo spazia dalla vicina Santissima alla città, dalla Stella alla Maddalena al Monte Orfano e, più lontano, raggiunge la vasta pianura e, nelle giornate limpide, anche la catena degli Appennini. Si rientra poi nel bosco e si raggiunge un bivio nei pressi di Cascina Rocca (consigliata una variante per vedere i vicini resti della diruta costruzione assalita da ogni lato dalla vegetazione). Si tiene la destra e si inizia la discesa lungo la Valle di Cascina Rocca. Poco dopo si incontra l’ennesimo bivio: a sinistra si può scendere, con una breve deviazione, sull’umido fondo della valle a visitare le pozze della Fonte Rocca nel cui fango non è raro trovare orme di cinghiali. Risaliti al bivio si riprende la discesa sulla destra della valle e poi di nuovo sul fondo sbucando, fuori dal bosco, al bivio di quota 195 da dove, in pochi minuti torniamo al punto di partenza. Itinerario: Piedeldosso 190m circa; Bivio 195m circa; Val Volpera; Murache 400m circa (ore 1); pressi di Cascina Rocca 370m(ore 1.30); Valle di Cascina Rocca; pressi di Fonte Rocca 320m (ore 1.35); Bivio 195m circa; Piedeldosso (ore 2) Carte Topografiche: Igm in scala 1:25.000 foglio «Gussago»; Igm 1:50.000 fogli «Brescia» e «Iseo». Difficoltà: escursione facile; nei giorni dei mesi invernali ci può essere presenza di ghiaccio sul sentiero. Dislivello: 240 metri circa. Notizie utili. Segnalazioni: biancorosse su tutto il percorso. Il Comune di Gussago ha pubblicato un agile pieghevole che illustra il percorso e le caratteristiche principali di questa suggestiva zona collinare, della vegetazione e della geologia; può essere richiesto telefonando in municipio (030/2520911).

This article is from: