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IN MADDALENA DA NAVE AL PIAZZALE DELL’EX RIFUGIO (FS
chiaramente di ghiaccio. Proseguiamo lungo il ben marcato tracciato del 391 sino a un bivio con segnaletica in legno (evidente paletto) e indicazione “Campana” che seguiremo tenendo la sinistra; a partire da questo punto abbandoniamo i segnavia bianco/rossi a favore di altri unicamente gialli (attenzione in caso di neve in quanto potrebbero non essere facilmente visibili). In circa 20/30 minuti dal bivio appena descritto si raggiunge abbastanza agevolmente la sommità del monte Bonaga, caratterizzata da una grossa campana (posta in memoria dei caduti nelle cave) e un annesso piccolo altare. C'è anche un balconcino panoramico che, come detto, consente di rimirare la cima della Maddalena proprio dirimpetto a noi, la valle di Nave sulla destra, Botticino con San Gallo sulla sinistra e oltre la pianura. Il ritorno potrà avverrà percorrendo a ritroso il tragitto dell’andata. Segnaliamo infine che l'itinerario può essere sostanzialmente dimezzato raggiungendo in auto da Botticino il colle di San Vito nei cui pressi potremo lasciare la vettura.
Salendo da Botticino
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In Maddalena d’inverno da Botticno (fc)
Sentieri n. 14 S. Lucia di Botticino Metri 450 Monte Maddalena Metri 874 Dislivello 425 metri Tempo previsto Ore 1,30 La chiesetta della Maddalena: una breve camminata fuori porta, facile e indicata soprattutto in quelle giornate nelle quali la città è avvolta dalla nebbia e basta salire di pochi centinaia di metri per ritrovarsi baciati e riscaldati dal tiepido sole. In più, se sulla cima troviamo anche una leggera spolverata di neve, come in questi giorni (ma si tratta di un evento divenuto abbastanza raro in questi ultimi anni), il paesaggio diventa ancora più suggestivo. Partiamo da uno dei tanti sentieri che, tra S. Eufemia e Botticino, rimontano i fianchi boscosi del versante orientale, il sentiero contrassegnato col numero 14. Punto di partenza è la località Santa Lucia anche se ufficialmente questo sentiero partirebbe in realtà da via Cavour, a Botticino Sera: chi non ama camminare in mezzo alle case e ai tubi di scappamento delle auto troverà però più conveniente evitare il primo tratto e salire in auto sin dove possibile. Percorrendo la strada che da Botticino Sera sale verso San Gallo, dopo l'ultimo d'una serie di tornanti, si stacca a sinistra una stradina sterrata: è via Santa Lucia. Si parcheggia e ci si incammina lungo la semipianeggiante stradina che corre verso mezzogiorno, dominata dall'alto dalle ondulazioni in parte rocciose e in parte boscose della cresta sommitale del Monte Maddalena. Si giunge così alla cappelletta votiva dedicata a Santa Lucia a sinistra della quale si stacca un marcato sentiero che sale tortuoso nel fitto bosco. A un tratto la vegetazione si dirada e ci appaiono delle bianche pareti di calcare, modellato dall'erosione, dove i rocciatori bresciani da tempo si divertono con arrampicate e acrobazie. Alla base di una paretina di rocce chiare il sentiero volge a sinistra, prosegue attraversando una valletta e, con una serie di tornanti, riprende a salire in direzione d'un crinale dalla scarsa vegetazione. Qui ci si immette su un altro sentiero, contrassegnato con il numero 1, che sale da Sant'Eufemia. Lo si segue in salita fino a un cippo nei pressi del quale s'incontra un bivio: si continua a destra e si passa accanto a una delle palestre di arrampicata più frequentate e famose delle montagne bresciane, quella del «Monte Maddalena». Oltre un prato si raggiunge una strada asfaltata, vicino al ristorante «Grillo». A sinistra un breve sentieruzzolo sale il corto pendio che ospita, in posizione straordinariamente panoramica, la simpatica chiesetta del Monte Maddalena: davanti ai nostri occhi appare la città della quale si riconoscono vie e monumenti, la pianura con le troppe strade che la percorrono e, in fondo ad oriente, le ondulazioni delle colline moreniche e l'azzurro del lago di Garda. Nelle giornate limpide poi lo sguardo può anche arrivare sino alla lontana catena degli Appennini ed in particolar modo ciò è possibile durante quei giorni in cui la città è avvolta da un grigio, triste e fitto nebbione. Il ritorno lo si effettua sul medesimo percorso di salita.