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IN CAMMINO TRA I CASTAGNI SUL «SENTIERO DELLE POZZE» IN MADDALENA (FS

Fra i sentieri della Maddalena: il Triinal e la Pozza del Fontanù (fs)

Sentieri n. 12 e 2

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Inesauribili le risorse escursionistiche della nostra Maddalena, definita simpaticamente la «Montagna di casa» insostituibile meta per le sgambate domenicali dei bresciani, i cui profili caratterizzano la geografia del paesaggio, appena fuori porta a nord-est della città. Montagna tranquilla, non incombente e prodiga di apprezzate risorse naturalistiche e ambientali, a tratti assimilabili a quelle della montagna vera. Peculiarità e aspetti non trascurabili, se si tiene conto della loro vicinanza alla città, per cui fruibili senza difficoltà anche nei ritagli di tempo. Questa volta abbiamo scelto di salire in Maddalena seguendo gli itinerari contrassegnati con il numero 12 e 2; si tratta di un percorso interessante, la cui prima parte (il 12) in particolare, che porta alla scoperta della parte bassa del versante meridionale del monte, quella compresa tra il Dosso della Torre e la scabra dorsale del Tiinal sopra Sant’ Eufemia, risulta non molto frequentata. La gita richiede, due, tre ore di cammino (compreso il raggiungimento della cima), facendo tutto con calma e guardandosi attorno. I tracciati sono ben segnalati con tabelle ai crocevia e segnavia bianchi e rossi; in estate portarsi, come al solito, acqua e sfruttare le ore del mattino. Dalla città (in auto o con il bus dell’Asm della linea «R» ), si sale a San Gottardo e si continua (a piedi per chi si serve del bus) ancora per un breve tratto fino al primo tornante sul Dosso della Torre ( metri 469 piccolo parcheggio). Si lascia qui la rotabile della Maddalena per scendere alcuni passi ad intersecare il tracciato del sentiero numero 4 che sale da via Benacense dal quale, quasi nel medesimo punto, si stacca verso est il nostro 12 (tabelle segnaletiche). Si continua seguendo il bel tracciato che si inoltra nel bosco punteggiato da alti cipressi con frequenti saliscendi tagliando alcuni canaloni; attraversa poi la così chiamata «Valle del Pericolo» (in realtà di pericoli non ne presenta), la gita continua con bei squarci sulla pianura e i sobborghi della città verso S. Eufemia. Continuando si passa nei pressi di alcuni tralicci della linea elettrica e della vecchia struttura metallica dell’ex funivia, tagliando a mezza costa nel bosco: superato in seguito l’innesto del sentiero numero 3 che perviene da via Santelle si raggiunge con modesta pendenza l’ampia e assolata dorsale del Triinal in corrispondenza di un caratteristico ometto in pietre a secco (metri 495) alto oltre due metri, dal quale transita il sentiero numero 2, proveniente da Sant’Eufemia. Procediamo ora lungo quest’ultimo, che si innalza lungo la scabra dorsale con poche curve a ovest della val Carobbio; splendida è la vista sui placidi laghetti di San Polo che occhieggiano nella verdeggiante pianura a est della città. Molto in alto, poco sotto la strada della Maddalena, confluisce da sinistra il «4» mentre il «2» piega a destra e si inoltra quasi pianeggiante attraverso la testata della Valdovera, toccando nel suo snodarsi la «pozza Sesia» e la «pozza Darnei», situata sull’omonimo dosso che offre una bella vista sul lago di Garda. Ci si immette qui sull’«1», che si lascia dopo poche decine di metri per riprendere il «2» che in breve porta alla sovrastante «pozza del Fontanù». Da quest’ultima, seguendo l’ombroso sentiero tra i castagni, si sale a incrociare la strada che seguendola verso destra porta al Grillo e all’ex rifugio (metri 844) posto in prossimità della cima della monte; mentre continuando verso sinistra, in breve si raggiunge la chiesetta dedicata a Santa Maria Maddalena (metri 825). Il ritorno al punto di partenza si può fare percorrendo a ritroso, prima il «2», quindi imboccando il «4» che scende a chiudere l’anello al Dosso della Torre.

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